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Rivista "Agricoltura" Regione Piemonte - n° 92, giugno 2017

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Quaderni della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> - Anno XXI - n.<strong>92</strong> - Giugno <strong>2017</strong><br />

<strong>92</strong><br />

2014 - 2020<br />

ITINERARI PER GLI ESCURSIONISTI<br />

LA FRUIZIONE LENTA DEL TERRITORIO<br />

I NUOVI BANDI 2018 SULLA MISURA 10<br />

GLI ISTITUTI AGRARI DEL PIEMONTE:<br />

UN PROGETTO DI COMUNICAZIONE<br />

LE ESPERIENZE DIRETTE<br />

DI AZIENDE ED ENTI


Gaudenzio De Paoli<br />

Autorità di Gestione<br />

PSR 2014 - 2020<br />

Al servizio<br />

degli agricoltori<br />

Prosegue l’impegno della Direzione Agricoltura, attraverso<br />

la rivista e numerosi altri canali, per una informazione il più<br />

possibile completa e tempestiva nei confronti delle aziende<br />

agricole, forestali e dei soggetti che operano nelle aree rurali.<br />

Abbiamo pensato innanzitutto di diffondere, in allegato<br />

a questo numero, un opuscolo che sintetizza le linee guida<br />

aggiornate sui requisiti della figura di imprenditore<br />

agricolo, un ampio estratto del documento ufficiale “Guida<br />

all’accertamento del possesso dei requisiti delle figure professionali<br />

operanti in agricoltura ed alla applicazione delle normative<br />

riguardanti la conservazione dell’integrità fondiaria” adottato<br />

per la prima volta nel 2005 e aggiornato nel 2016 a seguito<br />

delle innovazioni nazionali ed europee (in ultimo, dal Reg.<br />

(UE) 1307/2013 Art.9), adottato con D.G.R. <strong>n°</strong> 15-4452 del 22<br />

novembre 2016. E’ lo strumento che utilizzeranno i Comuni preposti all’accertamento del<br />

possesso dei requisiti di Imprenditore Agricolo Professionale nonché delle altre figure professionali<br />

del settore e si trova in forma integrale sul nostro sito istituzionale. Ci auguriamo<br />

di fare cosa utile nel divulgare a tutti gli interessati un documento che è alla base della figura<br />

stessa dell’imprenditore agricolo.<br />

Cogliamo l’occasione per ricordare gli altri strumenti informativi messi a disposizione<br />

dalla <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> per rimanere aggiornati sulle politiche agricole e sulle<br />

attività e gli eventi di interesse per il settore agricolo piemontese:<br />

- il sito web istituzionale, con il testo completo PSR e tutti i bandi aperti:<br />

www.regione.piemonte.it/agri<br />

- la versione online di questa rivista, integrata con contenuti più approfonditi:<br />

www.regione.piemonte.it/agri/quaderni/cms<br />

- la nostra newsletter mensile, inviata gratuitamente via mail, a cui vi invitiamo ad iscrivervi:<br />

www.regione.piemonte.it/agri/comunicazione/newsletter/index_mailUp.htm<br />

- Il servizio informativo via SMS, che fornisce gratuitamente informazioni sull’apertura e<br />

la scadenza dei bandi, nonché sui pagamenti relativi a Domanda Unica e PSR. Iscrivetevi al<br />

servizio, indicando il vostro numero di cellulare qui:<br />

www.regione.piemonte.it/agri/sms.htm<br />

SOMMARIO<br />

Nuovi itinerari per turisti ed escursionisti<br />

un’opportunità dalla misura 7.5.1 del PSR<br />

Misure agroambientali<br />

i bandi previsti nel 2018<br />

Leader al via:<br />

i primi bandi Gal in uscita<br />

Il punto sul PAN<br />

l’Agricoltura <strong>Piemonte</strong>se tra PSR e PAN<br />

Il punto sul PAN<br />

i riflessi sulle Aziende Agricole<br />

4<br />

10<br />

16<br />

20<br />

24<br />

Le nostre esperienze 28<br />

L’attività di controllo e vigilanza<br />

nella filiera del riso biologico<br />

34<br />

Cari lettori,<br />

da questo numero assumo la direzione responsabile di questa rivista, nell’ambito del mio<br />

ruolo di referente della comunicazione all’interno della Direzione Agricoltura della <strong>Regione</strong><br />

<strong>Piemonte</strong>. “Quaderni Agricoltura”, un tempo <strong>Piemonte</strong> Agricoltura, come ancora molti la<br />

ricordano, ha esattamente 40 anni di vita: al di là dei cambi di denominazione della testata,<br />

la sua prima edizione è del 1977. Allora la <strong>Regione</strong> era nata da pochi anni e attraversava<br />

una fase di intensa progettazione; una rivista specializzata sembrava lo strumento migliore<br />

di informazione e divulgazione al mondo agricolo. Oggi moltissime cose sono cambiate, la<br />

rivista stessa si è evoluta nei contenuti, nella grafica, nel taglio editoriale, ma continuiamo<br />

a pensare che sia uno strumento prezioso di contatto con il “nostro” mondo. Da parte mia<br />

e della redazione, ringraziando tutte le persone che hanno contribuito a portarla fino qui,<br />

cercheremo di costruirla, ogni volta, con la passione e l’impegno di sempre.<br />

Valentina Archimede<br />

novità!<br />

IL PSR SUI SOCIAL NETWORK<br />

Dal mese di febbraio sono attive su Facebook,Twitter e Instagram i profili del PSR 2014-2020:<br />

seguiteci per scoprire le ultime novità, curiosità, materiali multimediali, concorsi e link utili.<br />

www.facebook.com/PSR<strong>Regione</strong><strong>Piemonte</strong>/<br />

twitter.com/PSR<strong>Piemonte</strong><br />

Vinitaly <strong>2017</strong><br />

ancora una volta l’eccellenza<br />

del <strong>Piemonte</strong><br />

Vini eccellenti dell’Alto <strong>Piemonte</strong><br />

un territorio da scoprire<br />

Gli istituti agrari<br />

una risorsa per il futuro<br />

un progetto di Comunicazione<br />

Cosa ci ha insegnato<br />

il PSR 2007 - 2013?<br />

Una sintesi della valutazione finale<br />

Osservatorio Studi e Ricerche<br />

la lezione del 2016<br />

per uscire dalla crisi<br />

40<br />

44<br />

48<br />

56<br />

62<br />

VIDEO “DIETRO LE QUINTE DEL PSR”<br />

Breve video d’animazione che racconta in maniera chiara e divulgativa il “dietro le quinte” della<br />

macchina PSR: dalla presentazione della domanda da parte del beneficiario all’istruttoria, dal<br />

sistema informativo al ruolo di ARPEA, fino al ruolo degli enti di monitoraggio e valutazione.<br />

www.youtube.com/user/La<strong>Regione</strong><strong>Piemonte</strong><br />

Conoscere e valorizzare<br />

il paesaggio <strong>Piemonte</strong>se<br />

68<br />

Notiziario 70


PSR 2014-2020<br />

informazione e<br />

comunicazione<br />

un obbligo per i beneficiari,<br />

un’opportunità per tutti<br />

Il Reg. (UE) n. 808/2014 della Commissione prevede che<br />

gli interventi e i progetti attuati sul territorio realizzati<br />

attraverso il PSR 2014-2020 siano accompagnati da azioni<br />

di informazione e comunicazione a cura dei beneficiari.<br />

COSA FARE?<br />

PERCHÉ?<br />

E’ importante che sia il mondo<br />

agricolo che i cittadini sappiano<br />

quali sono gli interventi finanziati<br />

dal PSR, per quali scopi vengono promossi<br />

e quali rigorosi parametri l’impresa<br />

agricola deve rispettare per realizzarli.<br />

Operazioni con<br />

sostegno pubblico<br />

totale inferiore a<br />

50.000 EUR (e misure<br />

agroclimaticoambientali,<br />

agricoltura biologica,<br />

indennità compensative,<br />

servizi silvoambientali, premi di<br />

manutenzione e perdite di reddito<br />

degli imboschimenti e impianti<br />

agroforestali):<br />

INSERIMENTO SUL PROPRIO<br />

SITO WEB PER USO<br />

PROFESSIONALE, OVE QUESTO<br />

ESISTA, DI UN BANNER E DI UNA<br />

PAGINA INFORMATIVA<br />

Operazioni con<br />

sostegno pubblico<br />

totale superiore a<br />

50.000 EUR e minore<br />

di 500.000 EUR:<br />

AFFISSIONE, IN UN LUOGO<br />

FACILMENTE VISIBILE AL<br />

PUBBLICO, DI UN POSTER O<br />

TARGA INFORMATIVA (FORMATO<br />

MINIMO A3)<br />

Operazioni con<br />

sostegno pubblico<br />

totale superiore a<br />

500.000 EUR:<br />

AFFISSIONE, IN UN LUOGO FACIL-<br />

MENTE VISIBILE AL PUBBLICO, DI<br />

UN CARTELLONE INFORMATIVO<br />

TEMPORANEO (FORMATO MINI-<br />

MO 60X100 CM) DA SOSTITUIRE<br />

ENTRO TRE MESI DAL COMPLE-<br />

TAMENTO DELL’OPERAZIONE<br />

CON UNA TARGA PERMANENTE O<br />

UN CARTELLONE PUBBLICITARIO<br />

DI NOTEVOLI DIMENSIONI<br />

Operazioni della<br />

Misura 19 – Leader:<br />

AFFISSIONE DI UNA TARGA<br />

INFORMATIVA PRESSO LE SEDI<br />

DEI GRUPPI DI AZIONE LOCALE<br />

(GAL) SELEZIONATI DALLA<br />

REGIONE<br />

gli emblemi ufficiali dell’Unione europea, della<br />

Repubblica Italiana e della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />

l’indicazione: «FEASR - Fondo europeo agricolo per lo<br />

sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali»<br />

il nome dell’operazione, la descrizione<br />

del progetto/intervento, il sostegno<br />

finanziario ricevuto dall’Unione<br />

COME FARE?<br />

I cartelloni, i poster, le targhe e i siti web devono riportare<br />

gli elementi evidenziati in .<br />

L’insieme di queste informazioni devono occupare almeno il<br />

25 % dello spazio del cartellone, della targa o della pagina.<br />

I supporti informativi dovranno essere mantenuti per tutta la<br />

durata di attuazione dell’operazione finanziata.<br />

Il logo ufficiale del PSR 2014-2020 e<br />

quello di Leader (per la Misura 19)<br />

PER MAGGIORI INFORMAZIONI E PER SCARICARE<br />

LOGHI UFFICIALI E MODELLI DI TARGHE E CARTELLI:<br />

www.regione.piemonte.it/agri/psr2014_20/targhecartelli.htm


I BANDI ATTIVATI gennaio 2016-<strong>giugno</strong> <strong>2017</strong><br />

MISURA<br />

SCADENZA<br />

1.1.1 Formazione professionale in campo forestale / in campo agricolo 31/01/<strong>2017</strong><br />

1.2.1 Attivita' dimostrative e di informazione in campo agricolo 28/09/2016<br />

3.1.1 Sostegno alla nuova adesione ai regimi di qualità<br />

30/06/2016<br />

29/06/<strong>2017</strong><br />

09/06/2016<br />

3.2.1 Informazione e promozione dei prodotti agricoli e alimentari di qualità<br />

09/03/<strong>2017</strong> (Bando A)<br />

28/04/<strong>2017</strong> (Bando B)<br />

4.1.1 Miglioramento del rendimento globale e della sostenibilita’ delle aziende agricole 05/04/2016<br />

Miglioramento del rendimento globale e della sostenibilita’ delle aziende agricole<br />

4.1.2<br />

dei giovani agricoltori<br />

06/07/<strong>2017</strong><br />

4.1.3 Riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca 17/07/2016<br />

4.2.1 Trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli 30/09/2016<br />

Ripristino di strade e acquedotti rurali al servizio di una moltitudine di aziende<br />

4.3.2<br />

agricole<br />

14/10/2016<br />

4.3.3 Infrastrutture per gli alpeggi 30/12/2016<br />

4.3.4 Infrastrutture per l'accesso e la gestione delle risorse forestali e pastorali 03/02/<strong>2017</strong><br />

4.4.3 Salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversita' 15/12/2016<br />

5.1.1 Prevenzione dei danni da calamita’ naturali di tipo biotico<br />

16/05/2016<br />

10/05/<strong>2017</strong><br />

5.1.2 Prevenzione dei danni da calamita' naturali di tipo abiotico (reti antigrandine) 23/11/2016<br />

6.1 Insediamento giovani in agricoltura 20/09/2016<br />

20/09/2016<br />

6.1.1 Premio per l’insediamento di giovani agricoltori<br />

31/05/<strong>2017</strong><br />

06/07/<strong>2017</strong> (con 4.1.2)<br />

7.1.1 Stesura ed aggiornamento dei piani di sviluppo dei comuni 14/06/2016<br />

7.1.2 Stesura e aggiornamento dei piani naturalistici 15/03/<strong>2017</strong><br />

7.5.1 Infrastrutture turistico ricreative ed informazione 29/04/2016<br />

7.6.1 Miglioramento dei fabbricati da alpeggio 31/01/<strong>2017</strong><br />

8.1.1 Imboschimento di terreni agricoli e non agricoli 07/06/2016<br />

10.1 Pagamenti agro-climatico ambientali<br />

15/06/2016<br />

15/06/<strong>2017</strong> (op. 4, 6, 7, 8)<br />

Sostegno per la conservazione, l’uso e lo sviluppo sostenibili delle risorse genetiche<br />

vegetali in agricoltura<br />

10.2.1 30/03/<strong>2017</strong><br />

11.1.1 Conversione agli impegni dell’agricoltura biologica 15/06/2016<br />

Compensazione del mancato reddito e dei costi aggiuntivi da vincoli ambientali 15/09/2016<br />

12.2.1<br />

nelle aree forestali dei siti Natura 2000<br />

15/06/<strong>2017</strong><br />

13.1.1 Indennità compensativa per le zone montane<br />

15/06/2016<br />

15/05/<strong>2017</strong><br />

Costituzione dei Gruppi operativi del Partenariati Europeo per l’Innovazione in<br />

16.1.1<br />

agricoltura (PEI)<br />

15/11/2016<br />

16.2.1 Attuazione dei progetti pilota 17/03/<strong>2017</strong><br />

19 Sviluppo locale partecipativo Leader 22/04/2016<br />

Per tutte le informazioni riguardo ai bandi, consultare:<br />

www.regione.piemonte.it/svilupporurale


NUOVI ITINERARI<br />

PER TURISTI ED<br />

ESCURSIONISTI<br />

UN’OPPORTUNITÀ DALLA<br />

MISURA 7.5.1 DEL PSR<br />

Paolo Caligaris<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />

Direzione OO.PP. Difesa<br />

del Suolo, Montagna,<br />

Foreste, Protezione Civile,<br />

Trasporti e Logistica<br />

Fabio Giannetti<br />

I.P.L.A. S.p.a.<br />

In un contesto nazionale dal trend positivo,<br />

la nostra regione si conferma tra<br />

le mete turistiche preferite da molti visitatori<br />

italiani e stranieri. I dati relativi<br />

ai flussi turistici nell’anno 2016, confermano<br />

la tendenza, sia nelle presenze<br />

(+2,41%), sia negli arrivi (+2,67%). La<br />

crescita è ancor più evidente se consideriamo<br />

che nell’ultimo decennio le presenze<br />

sono cresciute del 35% e gli arrivi<br />

del 45%. Il settore del turismo rurale in<br />

<strong>Piemonte</strong> presenta inoltre interessanti<br />

prospettive di sviluppo che derivano<br />

dalla capacità di rispondere a tendenze<br />

emergenti nella domanda, privilegiando<br />

forme di fruizione ambientalmente<br />

sostenibili e più attente ai valori della<br />

natura, della cultura, del paesaggio e<br />

6<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


dell’enogastronomia. Grazie all’interesse<br />

della clientela estera verso il comparto<br />

enogastronomico, infatti, nel 2016<br />

nell’area sud del <strong>Piemonte</strong> sono aumentati<br />

gli arrivi, oltre quota 786mila (+7%)<br />

e le presenze hanno raggiunto quota<br />

1milione e 765mila (+6%).<br />

Molte risorse rurali come il paesaggio<br />

e la biodiversità hanno la natura di bene<br />

pubblico, ovvero sono liberamente utilizzabili<br />

da una pluralità di attori che le<br />

organizzano nel processo di produzione<br />

del bene turistico. In questo contesto<br />

l’organizzazione ed il potenziamento<br />

della rete infrastrutturale per la pratica<br />

di attività outdoor assume, insieme<br />

all’informazione turistica coordinata,<br />

una rilevanza strategica per lo sviluppo<br />

del turismo rurale.<br />

di miglioramento delle infrastrutture<br />

turistiche e ricreative su piccola scala<br />

e il potenziamento della relativa informazione<br />

turistica, al fine di contribuire<br />

a diversificare e destagionalizzare l’offerta<br />

turistica, conservare il paesaggio,<br />

promuovere le tipicità locali attraverso il<br />

contatto diretto con i turisti e favorire la<br />

creazione di opportunità occupazionali<br />

nelle zone rurali. Gli investimenti devono<br />

essere inseriti nel contesto della Rete<br />

del patrimonio escursionistico regionale<br />

(RPE) prevista dalla legge regionale<br />

n. 12 del 18 febbraio 2010 (Recupero e<br />

valorizzazione del patrimonio escursionistico<br />

del <strong>Piemonte</strong>), quale strumento<br />

di riferimento per la pianificazione degli<br />

interventi di sviluppo dell’outdoor sul<br />

territorio regionale. L’operazione 7.5.1<br />

prevede in particolare due tipologie di<br />

intervento:<br />

1. potenziamento delle infrastrutture<br />

per la fruizione escursionistica, ricreativa<br />

e a servizio dell’outdoor e miglioramento<br />

della piccola ricettività per la<br />

sosta dei turisti, della segnaletica informativa<br />

e della realizzazione di centri per<br />

l’informazione, l’accoglienza e la prenotazione<br />

di servizi turistici;<br />

2. implementazione di sistemi informativi<br />

sulle infrastrutture incluse nella Rete.<br />

L’operazione è attuata sia attraverso<br />

bandi che iniziative direttamente rea-<br />

I dati evidenziano<br />

un trend positivo<br />

per il turismo in<br />

<strong>Piemonte</strong>, con<br />

un +45% di<br />

arrivi negli ultimi<br />

dieci anni, in<br />

particolare per il<br />

turismo rurale<br />

IL SOSTEGNO DEL PSR<br />

Tra le opportunità offerte dal PSR<br />

2014-2020 ed in particolare tra quelle<br />

connesse alla misura 7 “Sviluppo e rinnovamento<br />

dei villaggi”, l’operazione<br />

7.5.1 dal titolo “Infrastrutture turistiche<br />

ed informazione” sostiene investimenti<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

7


Forte interesse<br />

per aspetti legati<br />

al paesaggio,<br />

alla natura e alla<br />

fruzione “lenta”<br />

del territorio<br />

lizzate dalla <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>. Queste<br />

ultime possono riguardare sia l’implementazione<br />

del sistema informativo<br />

regionale che la realizzazione di infrastrutture<br />

per completare gli interventi<br />

attuati dai beneficiari.<br />

La dotazione finanziaria dell’operazione,<br />

pari a 13.700.000 di euro, è così utilizzata:<br />

12 milioni sono stati destinati al bando<br />

regionale aperto nel 2016 e rivolto ad Enti<br />

pubblici (Comuni singoli e aggregati in<br />

Unioni, Enti di gestione di aree protette)<br />

1,7 milione di euro utilizzati dalla <strong>Regione</strong><br />

<strong>Piemonte</strong> per interventi realizzati dagli<br />

operai forestali e per l’implementazione<br />

del sistema informativo.<br />

Il turismo rurale rappresenta anche<br />

uno dei temi portanti della strategia Leader<br />

ed è ripreso nella gran parte dei Piani<br />

di sviluppo locale elaborati dai quattordici<br />

Gruppi di azione locale (GAL)<br />

presenti sul territorio piemontese.<br />

I GAL, similmente alla <strong>Regione</strong>, attiveranno<br />

attraverso le risorse assegnate dal<br />

PSR l’analoga operazione 7.5.2. per potenziare<br />

le infrastrutture connesse alla<br />

rete fruitiva regionale.<br />

La fase attuativa dell’operazione 7.5.1<br />

richiede quindi un coordinamento tra le<br />

iniziative a bando, quelle attivate dalla<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> e quelle attivate dai<br />

GAL al fine di demarcare gli interventi e<br />

al tempo stesso renderli complementari<br />

e funzionali alla valorizzazione dell’intera<br />

Rete del patrimonio escursionistico<br />

regionale. In tal senso il bando attivato<br />

a febbraio 2016 ha privilegiato la candidatura<br />

di proposte d’intervento sulla<br />

rete fruitiva regionale e provinciale.<br />

Gli interventi da effettuarsi attraverso<br />

gli operai forestali riguarderenno prioritarimente<br />

il potenziamento della<br />

segnaletica e la messa in sicurezza di<br />

tratti della GTA (Grande Traversata delle<br />

Alpi), l’ìtinerario escursionistico più<br />

importante del <strong>Piemonte</strong>, che con i suoi<br />

900 km attraversa l’intero arco alpino. I<br />

Gruppi di azione locale concentreranno<br />

le opere sulla rete locale, realizzando<br />

anche infrastrutture puntuali come vie<br />

ferrate, siti di arrampicata, parchi avventura<br />

o percorsi d’acqua per la pratica<br />

della canoa e rafting.<br />

INTERVENTI COORDINATI<br />

ANCHE CON I GAL<br />

Il bando 7.5.1. è stato attivato a febbraio<br />

2016 e chiuso a fine aprile. Per coordinare<br />

la pianificazione, anche in relazione<br />

ai GAL, il territorio regionale è sta-<br />

8<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


to suddiviso in 10 comparti areali che<br />

prendevano in considerazione la rete del<br />

patrimonio escursionistico, le aree GAL<br />

e l’estensione dei territori montani e collinari<br />

eleggibili. I beneficiari sono stati<br />

indirizzati a concertare le candidature<br />

sulla propria area di riferimento collegando<br />

le stesse ad una pianificazione di<br />

comparto presentata da uno dei beneficiari<br />

e coordinando tale pianificazione<br />

con quella dei GAL.<br />

Sono pervenute 80 candidature per un<br />

importo totale richiesto di poco più di<br />

18 milioni di euro e un importo ammissibile<br />

di 17.430.000 euro, a fronte della<br />

disponibilità di 12 milioni. Delle 80 candidature<br />

valutate nella fase istruttoria<br />

preliminare, le prime 55 hanno copertura<br />

finanziaria, di cui uno solo parziale, e gli<br />

ultimi 24 restano in attesa di ulteriori risorse.<br />

Il contributo, in conto capitale per<br />

la realizzazione di investimenti previsti<br />

in progettualità integrate connesse alla<br />

pianificazione d’area, è pari al 90 % delle<br />

spese ammissibili.<br />

Chiusa la prima fase, i soggetti ammissibili<br />

a finanziamento sono stati invitati<br />

alla presentazione della progettazione<br />

definitiva entro il 10 novembre 2016. Al<br />

momento gli uffici stanno completando<br />

l’istruttoria definitiva. L’obiettivo è completare<br />

tutti gli interventi in due o tre stagioni<br />

e concludere la realizzazione delle<br />

opere entro dicembre 2018 (per gli interventi<br />

realizzati in contesti ambientali più<br />

difficili o ad alta quota si potrà arrivare<br />

alla fine del 2019).<br />

I 55 progetti ammessi a finanziamento<br />

valorizzano 70 itinerari provinciali per<br />

uno sviluppo complessivo di 5680 km,<br />

pari al 30% circa dell’intera rete del patrimonio<br />

escursionistico.<br />

La valorizzazione di queste reti prevede,<br />

oltre agli interventi infrastrutturali volti<br />

a migliorare la percorribilità di itinerari<br />

escursionistici o cicloturistici, la riqualificazione<br />

di strutture extra alberghiere<br />

come bivacchi, rifugi e ostelli, la realizzazione<br />

di strutture a servizio dell’outdoor<br />

come cicloofficine per la manutenzione<br />

delle biciclette o strutture a servizio<br />

dell’arrampicata o delle vie ferrate e l’allestimento<br />

di punti informativi turistici.<br />

Sono previsti in particolare investimenti<br />

su 219 strutture destinate a rifugi, ostelli,<br />

bivacchi, a servizio di attività outdoor e<br />

per l’informazione al pubblico.<br />

Condizione da rispettare per l’ammissibilità<br />

a finanziamento, sia per quanto<br />

riguarda gli interventi attivati dalla <strong>Regione</strong><br />

<strong>Piemonte</strong> che per quelli attivati<br />

da GAL è che le infrastrutture lineari<br />

(come gli itinerari ) o puntuali come le<br />

vie ferrate ed i siti di arrampicata siano<br />

univocamente “registrate” nella Rete del<br />

patrimonio escursionistico con una denominazione<br />

ufficiale, un’informazione<br />

geografica e descrittiva acquisita secondo<br />

uno standard tecnico regionale. Tali<br />

infrastrutture devono inoltre essere “garantite”<br />

da un partenariato, formalmente<br />

costituito dagli enti pubblici interessati,<br />

che assicuri nel tempo il controllo, la manutenzione<br />

e la valorizzazione dell’offerta<br />

turistica. Per gli itinerari escursionistici<br />

la normativa prevede inoltre un’organizzazione<br />

gerarchica delle infrastrutture<br />

classificate sulla base dello sviluppo dei<br />

tracciati, del numero di tappe e della tipologia<br />

fruitiva. Sono quindi riconosciuti<br />

itinerari regionali, provinciali, provinciali<br />

Azioni coordinate<br />

del PSR per<br />

gli itinerari<br />

escursionistici e<br />

l’informazione,<br />

iniziative dei GAL<br />

e attività a regia<br />

regionale<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

9


Il bando<br />

dell’operazione<br />

7.5.1 ha<br />

ammesso a<br />

finanziamento<br />

70 nuovi<br />

itinerari per oltre<br />

5.000 Km<br />

di media e alta montagna, locali; a seconda<br />

della tipologia fruitiva: escursionistici,<br />

cicloturistici, cicloescursionistici o per la<br />

frequentazione a cavallo. La procedura<br />

di registrazione codificata dal regolamento<br />

di attuazione della legge regionale<br />

12/2010 prevede inoltre una classificazione<br />

su base qualitativa delle infrastrutture<br />

di valenza storico-culturale o adatte alla<br />

fruizione invernale o da parte delle persone<br />

portatrici di disabilità.<br />

LINEE GUIDA COMUNI<br />

PER INFORMAZIONE<br />

E SEGNALETICA<br />

Un altro aspetto molto importante è<br />

quello connesso all’informazione turistica.<br />

Attraverso il bando e gli indirizzi<br />

per la progettazione definitiva si è operato<br />

secondo due principali direttrici.<br />

La prima è quella dell’armonizzazione<br />

dell’informazione. Definita quindi la<br />

segnaletica direzionale escursionistica,<br />

quella ciclo escursionistica con i relativi<br />

standard grafici di realizzazione e le<br />

linee guida per l’integrazione tra la segnaletica<br />

posta nei percorsi fuori strada<br />

e quella prevista sulle infrastrutture<br />

normate dal Codice della strada. Per<br />

uniformare le modalità di realizzazione<br />

delle guide escursionistiche e della cartografia<br />

tradizionale sono stati definiti<br />

standard grafico editoriali scaricabili<br />

dal sito internet www.regione.piemonte.<br />

it/retescursionistica.<br />

La seconda linea direttrice è rappresentata<br />

dalla centralizzazione regionale<br />

dell’informazione connessa alle<br />

opportunità fruitive sul portale www.<br />

piemonteoutdoor.it , il sito regionale di<br />

riferimento per la pratica dell’outdoor a<br />

livello piemontese. Il portale presenta un<br />

aspetto intuitivo e facile da utilizzare con<br />

possibilità di profilare utenti esterni per<br />

il caricamento delle informazioni: I beneficiari<br />

PSR ed in particolare i soggetti<br />

gestori degli itinerari e delle altre infrastrutture<br />

potranno inserire direttamente<br />

le informazioni geografico-descrittive<br />

sul portale e sui principali social network<br />

collegati, entrando quindi a far parte di<br />

una redazione regionale “allargata” del<br />

portale per una gestione più coordinata<br />

ed aggiornata dell’informazione. Il portale<br />

metterà a servizio i dati geografici<br />

descrittivi degli itinerari e delle altre<br />

infrastrutture in modo che i siti esterni<br />

possano automaticamente riutilizzare e<br />

pubblicare il dato univoco e ufficialmente<br />

validato dalla <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>.<br />

Il portale www.piemonteoutdoor.it è dedicato a tutti gli appassionati<br />

della natura con informazioni sulle attività da praticare fuori porta.<br />

Si tratta di un contenitore che raccoglie informazioni su trekking,<br />

mountain bike, cicloturismo, equitazione, sci, snowboard e altre discipline<br />

connesse al mondo outdoor.<br />

ll sito prevede oltre 600 schede di itinerari, 4500 posti dove mangiare,<br />

6000 posti dove dormire e 1000 schede interessi divisi tra relax,cultura<br />

e dintorni.<br />

Il lavoro della redazione coinvolge tutti gli utenti anche mediante la<br />

community Facebook.<br />

10<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


LA RETE DEL PATRIMONIO ESCURSIONISTICO<br />

La RPE <strong>Piemonte</strong> prevista, dalla legge regionale n. 12 del 18 febbraio 2010, è stata costruita attraverso un<br />

processo condiviso, avviato una decina di anni fa mediante una prima raccolta dati presso gli enti territoriali<br />

(Enti Parco, Province, Comunità Montane) che richiedevano di includere nel catasto i percorsi più importanti<br />

ed attrattivi presenti sui loro territori. Successivamente la rete è stata affinata e consolidata con il rilievo e<br />

la verifica di questi percorsi mediante una procedura mirata ad alimentare una banca dati comprensiva<br />

di tutti gli elementi utili alla gestione, manutenzione e valorizzazione della rete stessa. Gran parte<br />

di questi rilievi sono stati eseguiti dal CAI che ha creato un gruppo di rilevatori formati appositamente<br />

per raccogliere i dati necessari su ogni percorso. Altre fonti di alimentazione sono rappresentate<br />

dai progetti finanziati sulle misure del PSR e dai rilievi eseguiti dall’Istituto per le piante da<br />

legno e l’ambiente (IPLA) per conto dell’Ente regionale. IPLA è il soggetto tecnico<br />

che si fa carico di raccogliere tutti i dati, renderli omogenei e aggiornare<br />

progressivamente una banca dati unica che include attualmente circa 4400<br />

percorsi ed un centinaio di itinerari su tutta la <strong>Regione</strong>.<br />

Province<br />

Alessandria<br />

Asti<br />

Biella<br />

Cuneo<br />

Novara<br />

Torino<br />

Verbania<br />

Vercelli<br />

TOTALE<br />

N° Percorsi<br />

247<br />

299<br />

402<br />

1.048<br />

68<br />

1.272<br />

665<br />

407<br />

4.408<br />

Lunghezza Km<br />

1.686<br />

1.447<br />

1.298<br />

5.297<br />

252<br />

5.388<br />

3.107<br />

1.320<br />

19.795<br />

LA REGISTRAZIONE DEGLI ITINERARI<br />

Le procedure previste per la registrazione di nuovi itinerari* (prerequisito per l’ammissione ai contributi del PSR operazione 7.5.1 e<br />

previsto all’art. 10 del regolamento di attuazione della l.r. 12/2010) nell’ambito della rete fruitiva regionale sono finalizzate ad avere<br />

dati precisi e ben organizzati, funzionali all’iter amministrativo, ma anche alle successive azioni di informazione e promozione. Si<br />

richiede infatti di avere un dato affidabile (rilevato con GPS secondo un protocollo definito) e strutturato in tappe con una logica<br />

escursionistica o cicloescursionistica, che consenta comunque una fruizione in sicurezza di tappe con lunghezza adeguata e servite<br />

da strutture ricettive per l’accoglienza. Questo dato è la base per la stipula delle convenzioni dei Comuni interessati alla valorizzazione<br />

dell’itinerario e costituisce anche il riferimento da utilizzare per le pubblicazioni all’albo pretorio che ogni Comune effettua<br />

per la parte di propria competenza, volte a evitare problemi di accesso e percorribilità su proprietà private. Accanto alla parte<br />

geografica sono richieste anche informazioni testuali su ogni tappa dell’itinerario con una descrizione puntuale del suo sviluppo,<br />

utili all’elaborazione di strumenti di informazione e di promozione. La “carta d’identità” di ogni itinerario, congiuntamente al suo<br />

tracciato cartografico (scaricabile in formato GPX per la fruizione diretta su navigatori escursionistici) verranno infatti pubblicati sul<br />

portale di riferimento <strong>Piemonte</strong> Outdoor e su altri strumenti sviluppati a livello locale a cura dei beneficiari.<br />

*Itinerario: l’unione di percorsi o tratte appartenenti a percorsi esistenti e compresi nel catasto regionale del patrimonio escursionistico, che si<br />

sviluppa prevalentemente in ambiente naturale e semi-naturale, anche antropizzato, di forte impatto attrattivo e che si inserisce e si integra con<br />

l’offerta turistica sul territorio di riferimento. L’itinerario, della durata di uno o più giorni, deve essere opportunamente segnalato, infrastrutturato<br />

e supportato da adeguati servizi all’escursionista.<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

11


MISURE<br />

AGROAMBIENTALI<br />

I BANDI PREVISTI<br />

NEL 2018<br />

Monica Bassanino,<br />

Maria Rosaria Romano,<br />

Giovanni Scanabissi,<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />

Direzione Agricoltura<br />

La misura 10 (pagamenti agro-climatico-ambientali)<br />

e la misura 11 (agricoltura<br />

biologica) del Programma di Sviluppo Rurale<br />

(PSR) favoriscono l’adozione di metodi<br />

produttivi compatibili con la tutela delle<br />

risorse naturali e del paesaggio, tali da<br />

mitigare i cambiamenti climatici e favorire<br />

l’adattamento ad essi.<br />

Rispetto alle pratiche agricole ordinarie,<br />

la loro attuazione determina costi aggiuntivi<br />

e/o minori ricavi che vengono compensati<br />

da pagamenti annuali riferiti alle<br />

superfici o alle UBA oggetto di impegno.<br />

Per tutte le operazioni della sottomisura<br />

10.1, che assorbe la quasi totalità delle<br />

risorse assegnate alla misura 10 nel suo<br />

complesso, i primi bandi sono stati emanati<br />

nel 2016 a seguito dell’approvazione<br />

del PSR. Nel caso delle produzioni integrata<br />

e biologica, le nuove adesioni si sono aggiunte<br />

alle domande di prosecuzione (con<br />

adeguamento alle nuove misure) di impegni<br />

avviati nel 2015 e riferiti alle corrispondenti<br />

azioni del precedente PSR.<br />

Nell’anno in corso è stato aperto un bando<br />

relativo a operazioni per le quali nel<br />

2016 la somma degli importi richiesti era<br />

risultata inferiore alla dotazione finanziaria<br />

del bando: 10.1.4 (sistemi colturali ecocompatibili),<br />

10.1.6 (difesa del bestiame al<br />

pascolo dalla predazione da canidi), 10.1.7<br />

(gestione di elementi naturaliformi) e<br />

12<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


Misura 10 (Pagamenti agro-climatico-ambientali). Previsione di nuovi bandi per il 2018<br />

Operazione<br />

Dotazione<br />

prevista (euro)<br />

10.1.2<br />

10.1.3<br />

10.1.4<br />

10.1.7<br />

Interventi a favore della biodiversità nelle risaie<br />

Tecniche di agricoltura conservativa<br />

Sistemi ecocolturali ecocompatibili<br />

Gestione di elementi naturaliformi dell’agroecosistema<br />

3.300.000<br />

6.600.000<br />

6.600.000<br />

900.00<br />

10.1.8 (allevamento di razze autoctone minacciate<br />

di abbandono).<br />

Per l’anno 2018 è prevista l’apertura di<br />

nuovi bandi riguardanti, in particolare, i<br />

seguenti interventi.<br />

E’ in corso di valutazione l’eventualità di<br />

presentare alla Commissione Europea una<br />

proposta di modifica del PSR che consentirebbe<br />

di finanziare anche nuove adesioni<br />

all’operazione 10.1.6 (Difesa del bestiame<br />

dalla predazione di canidi sui pascoli collinari<br />

e montani) e alla misura 11 (Agricoltura<br />

biologica - conversione e mantenimento).<br />

Di seguono si forniscono alcune specificazioni<br />

sugli interventi per i quali è prevista<br />

l’emanazione di un bando nel 2018.<br />

In alcuni casi si tratta di azioni che hanno<br />

finora registrato uno scarso numero<br />

di adesioni, si presume anche per il fatto<br />

che negli anni passati non è stato possibile<br />

comunicare l’attivazione dei bandi con un<br />

anticipo tale da consentire agli agricoltori<br />

di programmare per tempo le attività da<br />

svolgere a partire dall’autunno.<br />

Nel 2018 si<br />

prevede la<br />

riapertura di<br />

bandi su alcuni<br />

interventi: è<br />

importante<br />

seguire le<br />

indicazioni qui<br />

riportate per<br />

prepararli per<br />

tempo<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

13


10.1.2<br />

INTERVENTI A FAVORE<br />

DELLA BIODIVERSITÀ<br />

NELLE RISAIE<br />

L’operazione prevede la realizzazione,<br />

lungo uno o più lati delle camere di risaia,<br />

di fossetti atti a mantenere una riserva<br />

d’acqua anche durante le asciutte, in modo<br />

da consentire agli organismi acquatici di<br />

sopravvivere e ripopolare le camere nelle<br />

fasi successive di sommersione. L’intervento<br />

inoltre richiede di mantenere un<br />

argine inerbito e sostiene, quali impegni<br />

facoltativi da attuarsi fra un ciclo colturale<br />

e l’altro del riso, il mantenimento delle<br />

stoppie in campo, la sommersione invernale<br />

e la coltivazione di erbai intercalari<br />

da sovescio.<br />

14<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


AGRICOLTURA<br />

CONSERVATIVA<br />

10.1.3/2<br />

Allo scopo di contrastare l’impoverimento<br />

in sostanza organica, il degrado<br />

biologico e l’erosione dei suoli, l’operazione<br />

favorisce l’introduzione di tecniche di<br />

minima lavorazione e di semina su sodo<br />

e l’apporto al terreno di matrici organiche<br />

palabili. Per le azioni 1 (minima lavorazione)<br />

e 2 (semina su sodo), gli impegni<br />

di base riguardano la riduzione (azione<br />

1) o l’assenza (azione 2) di lavorazioni del<br />

terreno, nonché l’obbligo di mantenere il<br />

suolo coperto da colture in maniera continuativa<br />

(sono ammessi non più di 40 gg tra<br />

la raccolta di una coltura e la semina della<br />

successiva). Le superfici ammissibili sono<br />

i seminativi (i prati avvicendati soltanto<br />

nell’anno di semina). L’impegno si applica<br />

ad appezzamenti fissi. L’importo annuo del<br />

pagamento varia tra 180 euro/ha (azione1)<br />

e 280 euro/ha (azione 2). L’azione 3 (apporto<br />

di matrici organiche palabili) prevede la<br />

sostituzione della concimazione minerale<br />

con apporti organici extra-aziendali (letame,<br />

compost, separato solido, ecc) mediante<br />

una distribuzione minima annua di<br />

s.s. ad ettaro e la presentazione di un Piano<br />

di concimazione che dia evidenza degli<br />

apporti organici. Le superfici ammissibili<br />

sono i seminativi diversi dalle leguminose,<br />

nonché le colture arboree da frutto. L’impegno<br />

non si applica ad appezzamenti fissi.<br />

L’importo del pagamento varia tra 180<br />

e 300 euro/ha l’anno a seconda della matrice<br />

distribuita e della tipologia colturale.<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

15


10.1.4<br />

SISTEMI COLTURALI<br />

ECOCOMPATIBILI<br />

Al fine di attenuare le conseguenze ambientali<br />

e paesaggistiche di un’eccessiva<br />

semplificazione del territorio rurale, l’operazione<br />

promuove la conversione di seminativi<br />

in prati e pascoli di durata almeno<br />

quinquennale, il conseguimento in aziende<br />

maidicole di un livello di diversificazione<br />

colturale e la realizzazione di fasce multifunzionali<br />

inerbite ai margini dei campi.<br />

In particolare, l’azione 10.1.4/2 (Diversificazione<br />

colturale in aziende maidicole)<br />

è destinata ad aziende agricole nelle quali<br />

prima dell’assunzione dell’impegno, nel<br />

periodo 2011-2014, l’incidenza media del<br />

mais sui seminativi era uguale o superiore<br />

al 75%. Gli elenchi delle aziende che soddisfano<br />

tale requisito sono stati forniti alle<br />

organizzazioni professionali agricole.<br />

L’intervento richiede innanzitutto di garantire,<br />

in conformità alla diversificazione<br />

prevista dal “greening”, la presenza di almeno<br />

3 colture delle quali la principale rappresenti<br />

fino al 75% dei seminativi e le due<br />

principali fino al 95% del totale. E’ inoltre<br />

necessario adottare il seguente criterio di<br />

avvicendamento: nessuna coltura annuale<br />

può ricorrere su una determinata particella<br />

per più di tre volte nel quinquennio e/o per<br />

due anni consecutivi; su ciascuna particella<br />

oggetto di impegno si devono susseguire<br />

nell’arco del quinquennio almeno tre colture,<br />

tranne che in caso di inserimento di un<br />

prato avvicendato (almeno biennale) o di<br />

ritiro dalla produzione per almeno due anni<br />

(anche non consecutivi). Ai fini del rispetto<br />

degli impegni i cereali autunno-vernini<br />

sono considerati un’unica coltura. L’importo<br />

annuale del sostegno è di 435 euro/<br />

ha e viene attribuito alle colture ammissibili<br />

(alternative al mais), limitatamente alla<br />

superficie eccedente il 25% dei seminativi<br />

o, in aziende con meno di 10 ettari di seminativi,<br />

alla superficie che eccede l’incidenza<br />

media delle colture ammissibili riscontrata<br />

durante il periodo di riferimento.<br />

L’azione 10.1.4/3 (inerbimenti multifunzionali)<br />

richiede di realizzare, ai bordi di<br />

appezzamenti coltivati a seminativi, superfici<br />

permanentemente inerbite di 5-10<br />

metri di larghezza, localizzate in modo da<br />

intercettare il ruscellamento superficiale e<br />

ottenute da semente che comprenda graminacee<br />

poliennali quali festuca ed erba mazzolina,<br />

da sole o consociate con leguminose<br />

quali trifogli, medica, lupinella, ginestrino;<br />

gestire tali superfici inerbite mediante sfalci<br />

e/o trinciature. In presenza di sole graminacee,<br />

gli sfalci devono essere eseguiti<br />

in modo che l’altezza della vegetazione non<br />

superi i 50 cm; in caso di consociazione di<br />

graminacee e leguminose, gli sfalci devono<br />

avvenire dopo la piena fioritura delle leguminose.<br />

Per le consociazioni di graminacee<br />

con trifoglio bianco, gli sfalci devono essere<br />

effettuati all’imbrunimento dei capolini del<br />

trifoglio. In ogni caso l’altezza di taglio deve<br />

essere di almeno 5 cm. Le strisce inerbite<br />

devono essere seminate tra l’inizio del periodo<br />

di impegno e la prima decade di <strong>giugno</strong><br />

del primo anno di impegno.<br />

L’importo annuale del sostegno è di 1.250<br />

euro/ha, ridotto a 210 euro/ha per le superfici<br />

utilizzate come EFA o soggette al vincolo<br />

di condizionalità BCAA1 (fasce tampone<br />

inerbite).<br />

16<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


GESTIONE DI ELEMENTI<br />

NATURALIFORMI<br />

DELL’AGROECOSISTEMA<br />

10.1.7<br />

Al fine di contrastare la semplificazione<br />

del territorio rurale, la riduzione della<br />

sua diversità biologica e il deterioramento<br />

del paesaggio, l’operazione finanzia la gestione<br />

di formazioni vegetali (siepi, filari,<br />

boschetti, alberi isolati) e aree umide, la<br />

realizzazione di colture a perdere per l’alimentazione<br />

della fauna selvatica e di fasce<br />

inerbite ai margini delle coltivazioni.<br />

In particolare, l’azione 10.1.7/2 (coltivazioni<br />

a perdere) riguarda terreni ove non<br />

è praticata la caccia, investiti a seminativi<br />

nei cinque anni precedenti l’assunzione<br />

dell’impegno, e richiede di effettuare coltivazioni<br />

da lasciare in campo non raccolte,<br />

a disposizione della fauna selvatica, almeno<br />

fino al 30 settembre dell’anno successivo<br />

in caso di semina autunnale e almeno<br />

fino al 1° marzo dell’anno successivo in<br />

caso di semina primaverile. Le colture a<br />

perdere non devono essere sottoposte a<br />

fertilizzazioni con concimi di sintesi o a<br />

trattamenti con fitofarmaci e devono essere<br />

realizzate in parcelle o a strisce, anche<br />

fra loro affiancate, cascuna delle quali di<br />

estensione compresa fra 500 e 4.000 mq e<br />

di almeno 10 m larghezza.<br />

Sui terreni oggetto dell’intervento devono<br />

essere coltivate almeno due fra le seguenti<br />

colture: frumento tenero, frumento<br />

duro, segale, orzo, avena, grano saraceno,<br />

mais, sorgo, miglio, panico, erba medica,<br />

trifoglio, veccia, colza, ravizzone, girasole.<br />

Nelle singole parcelle o strisce marginali<br />

può essere presente anche una sola<br />

coltura. A partire dal secondo anno di<br />

impegno, le colture a semina autunnale<br />

devono rappresentare nel loro insieme almeno<br />

un quarto della superficie oggetto<br />

di impegno, così come le colture a semina<br />

primaverile. Le coltivazioni a perdere devono<br />

presentare una densità pari a quella<br />

ordinariamente adottata per scopi produttivi<br />

e, pur senza ricorrere al diserbo chimico,<br />

ne deve essere curato il buon esito<br />

affinché possano fornire un effettivo contributo<br />

allo sviluppo della fauna selvatica.<br />

Durante il periodo di impegno è possibile<br />

variare le particelle catastali oggetto di intervento.<br />

L’importo annuale del sostegno è<br />

di 1.000 euro/ha (250 euro/ha per le colture<br />

a perdere utilizzate come EFA).<br />

L’azione 10.1.7/3 (Gestione di fasce inerbite<br />

ai margini dei campi) richiede di realizzare<br />

ai margini di appezzamenti coltivati<br />

superfici permanentemente inerbite sotto<br />

forma di fasce di 5-10 metri di larghezza<br />

e/o di appezzamenti di non più di 4.000<br />

mq di estensione, situati ad almeno 30<br />

metri di distanza l’uno dall’altro, attraverso<br />

la semina di un miscuglio comprendente<br />

leguminose quali trifogli, medica,<br />

lupinella, ginestrino; gestire le superfici<br />

oggetto di impegno mediante sfalci e/o<br />

trinciature, evitando il periodo compreso<br />

fra il 1° marzo e il 31 luglio di ogni anno al<br />

fine di non compromettere la riproduzione<br />

della fauna selvatica. Sono comunque<br />

fatte salve le prescrizioni vigenti nelle aree<br />

“Natura 2000”. Le fasce inerbite devono<br />

essere ben distinguibili dalle superfici coltivate<br />

con finalità produttiva sul medesimo<br />

appezzamento. L’importo annuale del<br />

sostegno è di 1.000 euro/ha (80 euro/ha se<br />

utilizzate come EFA o soggette al vincolo<br />

di condizionalità BCAA1).<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

17


LEADER AL VIA:<br />

I PRIMI BANDI GAL<br />

IN USCITA<br />

Veruschka Piras<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />

Direzione Opere pubbliche,<br />

difesa del suolo,<br />

montagna, foreste.<br />

UN SISTEMA<br />

DI RETI E FILIERE<br />

Nel mese di maggio <strong>2017</strong> sono stati pubblicati<br />

i primi bandi dedicati allo sviluppo<br />

ed innovazione delle filiere e dei sistemi<br />

produttivi locali attraverso forme di aggregazione<br />

degli operatori economici in<br />

programmi integrati di filiera denominati<br />

PIF e in programmi integrati di rete<br />

territoriale chiamati PIRT. Simili alla più<br />

conosciuta e sperimentata forma aggregativa<br />

delle filiere produttive, le Reti territoriali<br />

sono forme di cooperazione, sia<br />

orizzontale che verticale, tra più soggetti<br />

(microimprese, imprese agricole, enti<br />

locali, associazioni) operanti nei diversi<br />

settori dell’economia rurale, finalizzate<br />

a superare gli svantaggi della frammentazione<br />

e della piccola dimensione delle<br />

imprese presenti nei territori GAL. La rete<br />

può avere natura settoriale o intersettoriale<br />

e si costituisce per realizzare un progetto<br />

comune, coerente con la strategia<br />

di sviluppo locale del Gal, sul territorio in<br />

cui opera, favorendo economie di scala e<br />

potenziando la competitività delle imprese<br />

partecipanti. Per essere attuati i programmi<br />

di filiera/rete devono possedere<br />

i seguenti requisiti:<br />

- presentazione in forma associata da<br />

parte di un minimo di tre soggetti, di cui<br />

almeno due beneficiari;<br />

- sottoscrizione da tutti i partner (beneficiari<br />

e non) di un accordo scritto che<br />

vincola gli stessi partecipanti alla realizzazione<br />

degli interventi previsti dal PIF/<br />

PIRT, e contiene gli obblighi e gli impegni<br />

reciproci delle parti al fine del raggiungimento<br />

degli obiettivi prefissati nell’accordo<br />

stesso.<br />

L’accordo dovrà avere una durata minima<br />

di 3 anni dalla chiusura degli interventi.<br />

Possono essere beneficiari le<br />

aziende agricole, forestali, imprese di<br />

trasformazione e distribuzione, micro e<br />

piccole imprese non agricole, imprese turistiche,<br />

enti locali etc.<br />

Il partecipante diretto è un soggetto<br />

giuridico che sostiene l’onere finanziario<br />

degli investimenti di propria competenza<br />

previsti dal programma di filiera; deve<br />

aderire ad almeno una misura del PSL<br />

con i requisiti di ammissibilità previsti.<br />

All’accordo possono aderire anche dei<br />

partecipanti indiretti coinvolti nella realizzazione<br />

degli obiettivi del programma<br />

di filiera che beneficiano di una ricaduta<br />

positiva derivante dalla realizzazione<br />

del progetto stesso, pur non richiedendo<br />

contributi nell’ambito del PIF/PIRT. In<br />

questa categoria possono rientrare anche<br />

soggetti che non possiedono i requisiti<br />

per accedere alle singole misure/azioni<br />

del PSL (es. operatori della distribuzione,<br />

soggetti che forniscono servizi a supporto<br />

della filiera). I partecipanti indiretti,<br />

per essere riconosciuti tali, hanno l’onere<br />

di sottoscrivere l’accordo e possono partecipare<br />

a più programmi di filiera/rete<br />

anche nell’ambito del medesimo settore /<br />

comparto/ raggruppamento.<br />

18<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


Il 27 ottobre 2016 sono stati approvati dalla <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> i 14<br />

Programmi di Sviluppo Locale (PSL) elaborati dai Gruppi di Azione Locale<br />

(GAL) che coprono buona parte del territorio regionale, in attuazione della<br />

misura 19 del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020.<br />

La misura sostiene lo “sviluppo locale partecipativo” - Leader, che si<br />

attua attraverso bandi pubblici emanati dai Gal sui rispettivi territori per<br />

realizzare gli obiettivi di sviluppo descritti in ogni PSL.<br />

SERVIZI PER<br />

IL TERRITORIO<br />

Come contributo diretto al terzo obiettivo<br />

dell’Unione Europea “Realizzare uno<br />

sviluppo territoriale equilibrato delle<br />

economie e comunità rurali, compresi<br />

la creazione e il mantenimento di posti<br />

di lavoro”, si segnalano di prossima pubblicazione<br />

i bandi pubblici per sostenere<br />

l’avvio di nuove attività extra-agricole,<br />

finalizzati all’insediamento di nuove imprese<br />

e alla creazione di nuovi posti di<br />

lavoro. A seconda dei Gal e dei rispettivi<br />

PSL, saranno sovvenzionabili l’avvio delle<br />

seguenti attività imprenditoriali:<br />

- attività nell’ambito del turismo rurale,<br />

in connessione con le specificità locali,<br />

comprese le attività di accoglienza, la fornitura<br />

di servizi al turismo anche di carattere<br />

culturale, la ristorazione, le attività<br />

ludico sportive;<br />

- attività connesse ai diversi comparti<br />

dell’economia rurale (produzione, trasformazione<br />

e commercializzazione di<br />

prodotti non compresi nell’allegato I);<br />

- fornitura di servizi sociali quali le attività<br />

per assistenza all’infanzia, agli anziani,<br />

ai disabili;<br />

- fornitura di servizi per tutte le attività<br />

economiche (compresa l’agricoltura e le<br />

attività forestali);<br />

- attività ad elevato contenuto tecnologico<br />

e/o informatico (es. tecnologie per<br />

l’informazione e la comunicazione, bioedilizia…);<br />

- e-commerce, attività in campo elettronico<br />

e informatico.<br />

Gli aspiranti imprenditori dovranno<br />

presentare un business plan validato<br />

dagli sportelli di creazione d’impresa<br />

regionali (Mip) e un piano aziendale che<br />

descriva in modo completo ed esaustivo<br />

il progetto di nuova impresa. Per favorire<br />

il tasso di successo e di radicamento delle<br />

nuove imprese, gli aspiranti imprenditori<br />

saranno supportati dai Gal per il trasferimento<br />

di competenze e di buone prassi<br />

innovative, in collaborazione con le strutture<br />

territoriali di accompagnamento e<br />

per la costruzione dei business plan.<br />

Si tratta di una misura a premio. Il premio<br />

erogato è definito dai GAL entro il<br />

limite massimo di 35.000 euro con la<br />

maggiorazione di 10.000 euro per le zone<br />

montane. Il beneficiario deve impegnarsi<br />

a proseguire l’attività prevista dal piano<br />

aziendale per almeno 36 mesi dal saldo,<br />

pena la restituzione integrale del premio.<br />

Lo stimolo agli investimenti deriverà<br />

anche dall’inserimento delle neo-imprese<br />

in programmi di filiera, reti di imprese o<br />

di cooperazione finalizzati a migliorare la<br />

crescita e la competitività dei sistemi produttivi<br />

locali.<br />

Le imprese neocostituite potranno infatti<br />

ottenere un contributo a supporto<br />

dei propri investimenti accedendo alla<br />

misura di “Sostegno agli investimenti per<br />

la creazione e per lo sviluppo di attività<br />

extra-agricole da parte di piccole e microimprese”.<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

19


TURISMO<br />

À LA CARTE<br />

I bandi di prossima apertura toccheranno<br />

anche il tema del turismo,<br />

sviluppato mediante piani integrati di<br />

intervento basati sulle peculiarità attrattive<br />

e sulle potenzialità di sviluppo<br />

individuate nella fase di analisi e di animazione<br />

sul territorio.<br />

Seguendo linee di sviluppo di turismo<br />

sostenibile, nelle aree Gal si punta principalmente:<br />

- sullo sviluppo del turismo outdoor,<br />

attraverso il completamento e l’integrazione<br />

di itinerari escursionistici;<br />

- sul completamento e integrazione di<br />

itinerari tematici e culturali già esistenti,<br />

anche rivolti a specifici target;<br />

- sulla realizzazione di infrastrutture<br />

turistico-ricreative.<br />

Gli interventi saranno finalizzati prioritariamente<br />

ad integrare ed a mettere a<br />

sistema le iniziative già esistenti. In tale<br />

ambito, a titolo esemplificativo, i GAL<br />

possono sostenere interventi a favore<br />

di piccole e microimprese, e favorire la<br />

costituzione di reti per la costruzione,<br />

la gestione e la promozione dei prodotti<br />

turistici. Nello specifico la sottomisura<br />

7.5 del PSR sostiene investimenti<br />

di miglioramento delle infrastrutture<br />

turistiche e ricreative su piccola scala<br />

e il potenziamento della relativa informazione<br />

turistica, da attuare in forma<br />

coordinata a livello locale e regionale<br />

al fine di contribuire a diversificare e<br />

destagionalizzare l’offerta turistica,<br />

conservare il paesaggio, promuovere le<br />

tipicità locali attraverso il contatto diretto<br />

con i turisti e favorire la creazione<br />

di opportunità occupazionali nelle<br />

zone rurali. Molti GAL hanno inserito<br />

il tema del turismo sostenibile tra le<br />

direttrici portanti del proprio PSL e<br />

sono in procinto di pubblicare specifici<br />

bandi (operazione 7.5.2) in coordinamento<br />

con le iniziative regionali a valere<br />

sull’intervento 7.5.1, per orientare<br />

al meglio il raggiungimento di obiettivi<br />

comuni per i territori rurali del <strong>Piemonte</strong><br />

e generare, attraverso azioni complementari<br />

e sinergiche, un significativo<br />

impatto sull’economia locale.<br />

Gli investimenti realizzati a valere sui<br />

bandi GAL si inseriscono nel contesto<br />

della rete del patrimonio escursionistico<br />

regionale (RPE) oppure collegati<br />

ad essa attraverso specifici itinerari di<br />

raccordo.<br />

Tra il mese di maggio <strong>2017</strong> e la fine dell’anno saranno messi a disposizione dei<br />

territori Gal, attraverso i bandi in corso di pubblicazione, circa 17 milioni di euro<br />

di contributi. Per avere maggiori informazioni sulle iniziative finanziate è utile<br />

consultare i siti dei Gal alla pagina:<br />

http://www.regione.piemonte.it/montagna/montagna/rurale/psr2014-2020.htm<br />

sono disponibili i riferimenti di tutti i Gal ed i relativi PSL.<br />

20<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


GAL<br />

SEDE<br />

GAL BASSO<br />

MONFERRATO<br />

ASTIGIANO<br />

GAL BORBA<br />

GAL ESCARTON E<br />

VALLI VALDESI<br />

GIAROLO LEADER<br />

GAL LAGHI<br />

E MONTI<br />

GAL LANGHE<br />

E ROERO<br />

GAL MONGIONE<br />

GAL MONTAGNE<br />

BIELLESI<br />

GAL TERRE<br />

DEL SESIA<br />

GAL TRADIZIONE<br />

TERRE OCCITANE<br />

GAL VALLI<br />

DEL CANAVESE<br />

GAL VALLI DI LANZO,<br />

CERONDA<br />

E CASTERNONE<br />

GAL VALLI GESSO<br />

VERMENAGNA PESIO<br />

GAL TERRE ASTIGIANE NELLE COLLINE<br />

PATRIMONIO DELL’UMANITA’<br />

Via Cavour n. 6 - 14039 Tonco (AT)<br />

Tel. 0141/991525 - Fax 0141/1850499 - Cell. 345.5511283<br />

galbma.montechiaro@atlink.it - www.monferratoastigiano.it<br />

Via Roma n. 9 - 15010 Ponzone (AL)<br />

Tel. 0144/376007<br />

info@galborba.it<br />

Via Fuhrmann n. 23 - 10062 Luserna S. Giovanni (TO)<br />

Tel. 0121/933708 - Fax 0121/950644<br />

segreteria@evv.it<br />

Piazza Risorgimento n. 3 - 15060 Stazzano (AL)<br />

Tel. 0143/633876 - Fax 0143/686877<br />

info@giarololeader.it<br />

Via Romita n. 13bis - 28845 Domodossola (VB)<br />

Tel. 0324/481756 - Fax 0324/249817<br />

segreteria@gallaghiemonti.it<br />

Piazza Oberto n. 1 - 12060 Bossolasco (CN)<br />

Tel. 0173/793508-799000 - Fax 0173/793449<br />

info@langheroeroleader.it<br />

Piazza Vittorio Veneto n. 1 - 12070 Monbasiglio (CN)<br />

Tel. 0174/780268 - Fax 0174/782935<br />

info@galmongioie.it<br />

Via Bassetti n.1 - 13866 Casapinta (BI)<br />

Tel. 015/7429080 - Fax 0155/7427931<br />

gal@montagnebiellesi.it<br />

C.so Roma n. 35 - 13019 Varallo Sesia (VC)<br />

Tel. 0163/51555-53800 - Fax 0163/52045<br />

segreteria@terredelsesia.it<br />

Via Matteotti n. 40 - 12023 Caraglio (CN)<br />

Tel. 0171/610325 - Fax 0171/817981<br />

info@tradizioneterreoccitane.com<br />

Corso Ogliani n. 9 - 10080 Rivara (TO)<br />

Tel. 0124/310109 - Fax 0124/3101109<br />

info@galvallidelcanavese.it<br />

Frazione Fè n. 2 - 10070 Ceres (TO)<br />

Tel. e Fax 0123/521636<br />

info@gal-vallilanzoecerondacasternone.it<br />

Via Piave n. 25 - 12016 Peveragno (CN)<br />

Tel. e Fax 0171/338995<br />

info@galgvp.eu<br />

Via Roma n. 13 - 14055 Costigliole d’Asti (AT)<br />

Tel. 0141/966187<br />

info@galterreastigiane.it


IL PUNTO SUL PAN<br />

L’AGRICOLTURA<br />

PIEMONTESE<br />

TRA PSR E PAN<br />

A cura di<br />

Federico Spanna<br />

Giancarlo Bourlot,<br />

Alba Cotroneo,<br />

Stefano Dolzan,<br />

Paolo Ferrero,<br />

Viola Massobrio,<br />

Giovanni Scanabissi,<br />

Simona Avagnina,<br />

Tiziana La Iacona,<br />

Irene Vercellino,<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />

Direzione Agricoltura,<br />

Elena Anselmetti,<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />

Direzione Ambiente.<br />

Il Programma di Sviluppo Rurale 2014-<br />

2020, avviato oramai da più di un anno,<br />

attraverso l’apertura di appositi bandi<br />

ha consentito a molte aziende agricole o<br />

soggetti operanti in agricoltura di potenziare<br />

le proprie attività e di sviluppare<br />

l’agricoltura in senso moderno. Uno degli<br />

interventi di grande importanza per<br />

la componente agricola ed ambientale è<br />

legato alle misure agroambientali ed è finalizzato<br />

all’applicazione delle tecniche di<br />

produzione integrata, alla riduzione delle<br />

emissioni di gas serra ed al mantenimento<br />

della biodiversità<br />

Per produzione integrata si intende quel<br />

sistema di produzione agro-alimentare<br />

che utilizza tutti i metodi e mezzi produttivi<br />

e di difesa dalle avversità delle produzioni<br />

agricole, volte a ridurre al minimo<br />

l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e<br />

a razionalizzare le risorse a disposizione,<br />

nel rispetto dei principi ecologici economici<br />

e tossicologici (Integrated Crop Management,<br />

ICM).<br />

Un aspetto particolare è la Difesa Integrata<br />

(Integrated Pest Management, IPM)<br />

che deve sviluppare prioritariamente tutte<br />

le soluzioni alternative alla difesa chimica<br />

che possono consentire di razionalizzare<br />

gli interventi salvaguardando la salute degli<br />

operatori e dei consumatori, limitando<br />

allo stesso tempo i rischi per l’ambiente in<br />

un contesto di agricoltura sostenibile. In<br />

questo ambito il DM del 22 gennaio 2014,<br />

22<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


in attuazione della Direttiva 2009/128/CE<br />

e del D.Lgs 150/2012, ha adottato il Piano<br />

di Azione Nazionale per l’uso sostenibile<br />

dei prodotti fitosanitari (PAN).<br />

Le citate normative europee e nazionali<br />

e le azioni di attuazione a livello regionale<br />

trovano pertanto una stretta interconnessione<br />

e complementarietà.<br />

LA MISURA 10 E I VINCOLI<br />

DEL PAN<br />

Il rispetto del PAN è un obbligo imprescindibile<br />

nel Programma di Sviluppo<br />

Rurale in quanto rientra nella condizionalità<br />

nell’ambito dei Criteri di Gestione<br />

Obbligatori (CGO) 10 - Regolamento (CE)<br />

n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del<br />

Consiglio, relativo all’immissione sul mercato<br />

dei prodotti fitosanitari e dei requisiti<br />

minimi relativi all’uso di fertilizzanti e<br />

pesticidi.<br />

Più nello specifico il PAN, nell’Azione 7 -<br />

Difesa integrata a basso apporto di prodotti<br />

fitosanitari (articoli 18, 19, 20 e 21 del D.Lgs.<br />

150/2012), distingue tra difesa integrata<br />

obbligatoria e volontaria. Mentre la difesa<br />

obbligatoria prevede un livello “base”<br />

(“condizionalità”) e un attento supporto<br />

ai territori da parte dell’ente pubblico per<br />

fornire alle aziende gli strumenti adeguati<br />

alla corretta applicazione dei principi, la<br />

difesa integrata volontaria prevede norme<br />

tecniche specifiche per ciascuna coltura<br />

e indicazioni fitosanitarie vincolanti (disciplinari<br />

di produzione), comprendenti<br />

pratiche agronomiche e fitosanitarie e<br />

limitazioni nella scelta dei prodotti e nel<br />

numero dei trattamenti. Per la difesa integrata<br />

volontaria la normativa prevede il<br />

rispetto dei disciplinari regionali di difesa<br />

integrata secondo le modalità previste dal<br />

Sistema di Qualità Nazionale della Produzione<br />

Integrata (SQNPI) che, di fatto,<br />

corrispondono ai disciplinari regionali<br />

previsti altresì per l’applicazione dell’operazione<br />

“Produzione integrata” nell’ambito<br />

della misura 10 “Pagamenti agro-climatico-ambientali”<br />

del PSR.<br />

Per aderire all’operazione “Produzione<br />

integrata” (10.1.1), nel rispetto degli<br />

adempimenti previsti dal PAN, i beneficiari<br />

devono impegnarsi a :<br />

- sottoporre a regolazione strumentale le<br />

macchine irroratrici di prodotti fitosanitari,<br />

a completamento del controllo funzionale<br />

previsto dal PAN (Art. A.3);<br />

- avvalersi, per il rispetto degli impegni<br />

relativi ai disciplinari di produzione integrata,<br />

“dell’assistenza di consulenti in materia<br />

di uso sostenibile dei prodotti fitosanitari<br />

e sui metodi di difesa alternativi,<br />

come previsto dal PAN”;<br />

- rispettare le norme tecniche regionali<br />

di produzione integrata, redatte in conformità<br />

alle linee guida nazionali;<br />

- registrare le fertilizzazioni e i trattamenti<br />

fitosanitari, le giacenze iniziali e i<br />

successivi acquisti di fertilizzanti e fitofarmaci;<br />

- conservare la documentazione di acquisto<br />

di fertilizzanti e fitofarmaci.<br />

“E’ importante evidenziare inoltre come<br />

l’applicazione di tecniche agronomiche<br />

previste dalle norme tecniche di produzione<br />

integrata siano di fondamentale importanza<br />

nelle attività di prevenzione legate<br />

alla protezione delle piante”. Le tecniche<br />

adottabili con elevato impatto sulla difesa<br />

sono ad esempio :<br />

- scelta di varietà con tolleranza o resistenza<br />

a certe patologie (per es. brusone<br />

La relazione tra PSR<br />

e PAN si riscontra<br />

in particolare<br />

nelle misure<br />

agroambientali e<br />

più nello specifico<br />

nella produzione<br />

integrata<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

23


su riso, ticchiolatura su melo, fusariosi su<br />

grano…)<br />

- concimazione equilibrata in particolare<br />

per l’azoto<br />

- densità di semina o di impianto ridotte<br />

- innesto erbaceo su alcune colture orticole<br />

- ampia rotazione colturale<br />

In alcuni casi, queste scelte (per es. riduzione<br />

delle concimazioni azotate, minore<br />

densità di semina o di impianto, un’ampia<br />

rotazione colturale) si scontrano con la logica<br />

della massimizzazione della resa ma è<br />

altresì vero che riuscire a ridurre il ricorso<br />

ai prodotti fitosanitari, oltre all’indubbio<br />

vantaggio ambientale e di rischio salute<br />

per gli operatori, potrebbe non penalizzare<br />

il reddito della coltura stante i minori<br />

costi dei trattamenti.<br />

NON SOLO DIFESA<br />

INTEGRATA<br />

L’interconnessione tra PAN e PSR non<br />

si limita certamente alla misura 10 ma<br />

coinvolge, a pieno titolo, anche la misura<br />

11 “Agricoltura biologica”. Infatti uno<br />

degli obiettivi che si intende raggiungere<br />

con la progressiva applicazione del PAN<br />

(art. A7.4) è l’incremento della SAU nazionale<br />

condotta con il metodo biologico,<br />

con riferimento alle principali produzioni<br />

agricole.<br />

Il perseguimento di obiettivi del PAN,<br />

quali la formazione, l’informazione e sensibilizzazione,<br />

il controllo funzionale delle<br />

macchine irroratrici, la difesa fitosanitaria<br />

a basso apporto di prodotti fitosanitari e<br />

la ricerca, trova strette connessioni anche<br />

24<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


con le misure 1, 16 e 20 del PSR.<br />

La misura 1 “Trasferimento di conoscenze<br />

e azioni di formazione” ha come<br />

obiettivo la qualificazione degli operatori,<br />

che rappresentano il “potenziale umano”<br />

del settore, l’adeguamento e il miglioramento<br />

delle reti di conoscenze professionali,<br />

tecniche e manageriali. Incentiva l’organizzazione<br />

di corsi, seminari, convegni,<br />

e l’acquisizione di informazioni finalizzate<br />

alla formazione e divulgazione.<br />

La misura 16 “Cooperazione” incentiva<br />

forme di cooperazione tra almeno due<br />

soggetti (operatori del settore agricolo,<br />

forestale e del mondo rurale o altri) che<br />

contribuiscono alla realizzazione degli<br />

obiettivi della politica di sviluppo rurale.<br />

In particolare all’interno dell’azione 16.1.1<br />

è compresa la focus area 4B “Migliore gestione<br />

delle risorse idriche, compresa la<br />

gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi”.<br />

La misura 20 “Assistenza tecnica” è lo<br />

strumento attraverso il quale vengono garantite<br />

le necessarie attività di supporto,<br />

gestione, sorveglianza, valutazione, monitoraggio<br />

e comunicazione.<br />

GLI OBBLIGHI DELLE REGIONI<br />

E’ importante sottolineare che il PAN<br />

attribuisce compiti fondamentali a tutti<br />

i soggetti legati al mondo agricolo e non<br />

solo. In particolare, per citare un esempio<br />

riferito all’applicazione della Difesa integrata<br />

e biologica, oltre al consueto ruolo<br />

di coordinamento, è fatto obbligo alle Regioni<br />

di:<br />

- attivare / potenziare servizi d’informazione<br />

e comunicazione,<br />

- predisporre e diffondere materiale informativo<br />

sulle tecniche per un uso<br />

sostenibile dei prodotti fitosanitari e<br />

sugli obblighi definiti dal Piano,<br />

- assicurare una rete di monitoraggio sullo<br />

sviluppo delle principali avversità,<br />

- attivare, ove possibile, sistemi di previsione<br />

e avvertimento (bollettini),<br />

- promuovere l’assistenza tecnica e la consulenza<br />

agli utilizzatori professionali sulla<br />

difesa fitosanitaria integrata, anche attraverso<br />

l’eventuale attivazione di apposite<br />

strutture territoriali di coordinamento.<br />

Gli utilizzatori professionali di prodotti<br />

fitosanitari devono conoscere, disporre<br />

direttamente o avere accesso a:<br />

- dati meteorologici dettagliati per il territorio<br />

di interesse, acquisibili anche attraverso<br />

collegamento in rete;<br />

- dati fenologici e fitosanitari forniti da<br />

una rete di monitoraggio e, ove disponibili,<br />

dai sistemi di previsione e avvertimento;<br />

- bollettini territoriali di difesa integrata<br />

per le principali colture;<br />

- materiale informativo e/o manuali per<br />

l’applicazione della difesa integrata, predisposti<br />

e divulgati anche per via informatica<br />

dalle autorità competenti.<br />

Tutto ciò comporta l’attivazione e la gestione<br />

ordinaria di una serie di azioni coordinate<br />

tra i diversi soggetti operanti nel<br />

mondo agricolo, che, come abbiamo visto,<br />

possono rientrare e devono essere funzionali<br />

anche agli obiettivi previsti dal PSR.<br />

Numerose<br />

altre misure del<br />

Programma di<br />

sviluppo rurale<br />

contribuiscono<br />

agli stessi obiettivi:<br />

dall’informazione<br />

alla cooperazione<br />

alla formazione<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

25


IL PUNTO SUL PAN<br />

I RIFLESSI SULLE<br />

AZIENDE AGRICOLE<br />

Il PAN mira<br />

a ridurre e,<br />

dove possibile,<br />

prevenire l’uso<br />

di prodotti<br />

fitosanitari,<br />

indirizzando le<br />

aziende agricole<br />

verso pratiche<br />

agronomiche<br />

sostenibili<br />

Il PAN – Piano di Azione Nazionale per<br />

l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari si<br />

prefigge di indirizzare le attività agricole<br />

verso un processo di cambiamento delle<br />

modalità di impiego di questi prodotti, non<br />

solo favorendo una maggiore compatibilità<br />

ambientale e sanitaria, ma anche prevenendone<br />

la necessità grazie a pratiche agronomiche<br />

utili per migliorare la salute delle<br />

piante e contro gli organismi dannosi nelle<br />

aree agricole ed extra-agricole. La struttura<br />

del PAN consiste in diverse azioni, tra le<br />

quali ricordiamo quelle che rivestono maggiore<br />

importanza per l’agricoltura.<br />

FORMAZIONE<br />

Gli operatori principalmente coinvolti<br />

nell’attuazione del PAN sono: gli utilizzatori<br />

professionali, i consulenti e i distributori<br />

di prodotti fitosanitari. Il PAN riporta<br />

le definizioni relative, mentre a livello regionale<br />

la DGR n. 44-645 del 24.11.2014 ha<br />

dato attuazione alle indicazioni stabilite a<br />

livello nazionale.<br />

Utilizzatore professionale: utilizza i<br />

prodotti fitosanitari nel corso di un’attività<br />

professionale. La categoria comprende<br />

gli operatori e i tecnici, gli imprenditori<br />

e i lavoratori autonomi, sia nel settore<br />

agricolo che in altri settori; deve essere<br />

in possesso del certificato di abilitazione<br />

all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />

rilasciato dalla <strong>Regione</strong>.<br />

Consulente: offre consulenza nell’ambito<br />

della difesa fitosanitaria a basso apporto<br />

di prodotti fitosanitari. Tale figura, al<br />

momento, in <strong>Piemonte</strong> è obbligatoria per<br />

le aziende che aderiscono all’operazione<br />

10.1.1 del PSR e deve essere in possesso<br />

dello specifico certificato di abilitazione.<br />

26<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


Distributore: colui che immette sul<br />

mercato (ingrosso e dettaglio) prodotti<br />

fitosanitari. Per svolgere l’attività è necessario<br />

essere in possesso, fra l’altro, del certificato<br />

di abilitazione alla vendita.<br />

Per ottenere i certificati, salvo dettagliate<br />

esenzioni, è necessario seguire corsi organizzati<br />

da Enti di formazione ed autorizzati<br />

dalla <strong>Regione</strong> e superare un esame finale.<br />

Per gli utilizzatori professionali e per i consulenti<br />

la richiesta del certificato va presentata<br />

al Settore Territoriale di competenza<br />

della <strong>Regione</strong>, mentre per i distributori la<br />

richiesta deve essere presentata alla ASL di<br />

competenza. In tutti e tre i casi il certificato<br />

ha validità 5 anni dalla data di emissione, è<br />

personale ed è valido sull’intero territorio<br />

nazionale. Per il rinnovo di tutti i certificati,<br />

durante i 5 anni di validità, è necessario<br />

acquisire 12 crediti formativi frequentando<br />

corsi organizzati dagli Enti di formazione<br />

ed autorizzati dalla <strong>Regione</strong>. Alla scadenza<br />

del certificato la richiesta di rinnovo viene<br />

presentata alla <strong>Regione</strong> (utilizzatori e consulenti)<br />

o alla ASL di competenza (distributori).<br />

Con la medesima modalità si rinnovano<br />

i vecchi certificati rilasciati ai sensi<br />

del DPR 290/2001.<br />

DIFESA INTEGRATA E<br />

BIOLOGICO<br />

Il PAN, a partire dal 1 gennaio 2014, dispone<br />

l’applicazione obbligatoria delle tecniche<br />

di difesa integrata per tutte le aziende agricole<br />

piemontesi e un regime di produzione<br />

integrata volontaria che si basa su una libera<br />

e consapevole adesione da parte dell’imprenditore<br />

agricolo. Nella difesa integrata<br />

di base l’agricoltore può impiegare l’intero<br />

portafoglio di prodotti fitosanitari regolarmente<br />

autorizzati dal Ministero della Salute.<br />

In ogni caso, l’agricoltore deve scegliere,<br />

quando è possibile, il prodotto fitosanitario<br />

meno pericoloso per l’uomo e per l’ambiente.<br />

Inoltre l’azienda deve avere accesso a<br />

una serie di informazioni tecniche necessarie<br />

per impiegare i prodotti fitosanitari in<br />

modo razionale come: dati di monitoraggio,<br />

bollettini, modelli previsionali relativi alle<br />

principali avversità. Nella difesa integrata<br />

volontaria l’agricoltore deve applicare obblighi,<br />

consigli, buone pratiche contenute<br />

nei disciplinari di produzione integrata. In<br />

tale regime la disponibilità di prodotti fitosanitari<br />

è circoscritta e limitata a quelle<br />

molecole che, sulla base di complesse procedure<br />

UE di valutazione del rischio (rif.<br />

normativi Reg. 1107/2009, Reg. di esecuzione<br />

n. 2015/408.., ecc), hanno dimostrato di<br />

garantire un basso rischio sanitario, ambientale<br />

ed ecotossicologico, mantenendo<br />

comunque un elevato grado di efficacia<br />

contro le avversità.<br />

Il <strong>Piemonte</strong> già da molti anni ha attivato<br />

un’attenta politica in merito all’adozione<br />

da parte delle aziende dei criteri relativi<br />

alla difesa integrata e a basso apporto di<br />

prodotti fitosanitari. Nel tempo si è strutturata<br />

su tutto il territorio agricolo un’attiva<br />

rete di rilevazione agrometeorologica<br />

indispensabile a sostenere le strategie di<br />

difesa permettendo di individuare i momenti<br />

più opportuni per gli interventi. La<br />

rete agrometeorologica, insieme a quella di<br />

rilevazione dei dati di monitoraggio attuata<br />

dai tecnici che agiscono nell’ambito delle<br />

misure agroambientali del PSR, è alla base<br />

della redazione dei Bollettini fitosanitari<br />

destinati alle aziende aderenti alla Difesa<br />

integrata obbligatoria e volontaria.<br />

Per rispondere adeguatamente a quanto<br />

previsto dal PAN per la Difesa integrata<br />

obbligatoria, la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> sta<br />

pianificando l’ampliamento della rete dei<br />

monitoraggi volti alla rilevazione delle fasi<br />

fenologiche e delle avversità, comprendendo<br />

anche le aree non ancora comprese e<br />

realizzando una piattaforma informatica<br />

sulla quale sarà possibile far confluire tutti<br />

i dati (agrometeorologici diagnostici e previsionali<br />

e dei monitoraggi ambientali), elaborandoli<br />

sulla base di modelli matematici<br />

e permettendo la redazione di bollettini<br />

differenziati per il livello obbligatorio e per<br />

il livello volontario. Il PAN auspica inoltre<br />

un incremento delle superfici condotte<br />

con il metodo dell’agricoltura biologica. Si<br />

ricorda che molte delle tecniche impiegate<br />

in agricoltura biologica, che hanno dimostrato<br />

una elevata efficacia, sono consigliate<br />

all’interno dei disciplinari di produzione<br />

integrata.<br />

Sono previste regole<br />

precise per tutte le<br />

figure professionali<br />

che agiscono nel<br />

settore, a vari livelli,<br />

con relativi obblighi<br />

di formazione e<br />

abilitazione<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

27


CONTROLLI E MACCHINE<br />

IRRORATRICI<br />

Per controllo funzionale si intende l’insieme<br />

di verifiche e controlli atti a valutare<br />

la corretta funzionalità dei componenti<br />

di una macchina irroratrice. La Direttiva<br />

2009/128/CE ha fissato la data del 26 novembre<br />

2016 come termine ultimo per il<br />

controllo funzionale sull’attrezzatura per<br />

la distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />

ad uso professionale. La scadenza riguarda<br />

tutte le tipologie di irroratrici eccetto<br />

quelle elencate nel Decreto MIPAAF N°<br />

4847 del 3 marzo 2015. L’intervallo tra i<br />

controlli non deve superare i 5 anni fino<br />

al 31 dicembre 2020. Le attrezzature nuove,<br />

acquistate dopo il 26 novembre 2011, sono<br />

sottoposte al primo controllo funzionale entro<br />

5 anni dalla data di acquisto. La regolazione<br />

o taratura delle macchine irroratrici<br />

ha lo scopo di adattare l’attrezzatura alle<br />

specifiche realtà colturali aziendali. Il PAN<br />

prevede una regolazione obbligatoria aziendale,<br />

effettuata compilando annualmente<br />

una check-list dei controlli tecnici minimi,<br />

da allegare al registro dei trattamenti, e una<br />

regolazione volontaria, resa obbligatoria per<br />

gli aderenti all’operazione 10.1.1 (produzione<br />

integrata) o alla misura 11 (produzione biologica)<br />

del PSR 2014-2020, che deve essere<br />

effettuata presso Centri prova autorizzati.<br />

Vista l’impossibilità da parte dei Centri di<br />

IL SITO WEB DEDICATO AL PAN<br />

Per attivare servizi d’informazione e comunicazione per la diffusione e l’applicazione della difesa integrata tra gli utilizzatori è stata attivata una sezione<br />

del sito web della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, area Agricoltura, consultabile al seguente link:<br />

http://www.regione.piemonte.it/agri/area_tecnico_scientifica/settore_fitosanitario/pan.htm<br />

Il sito è suddiviso in diverse sezioni, corrispondenti alle principali azioni del PAN:<br />

• Ambiente: riporta le misure specifiche per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari<br />

in aree specifiche<br />

• Formazione: contiene tutte le informazioni relative al rilascio ed al rinnovo dei certificati di abilitazione per l’acquisto ed utilizzo di tutti i prodotti<br />

fitosanitari per uso professionale nonché per la vendita e l’attività di consulenza nell’ambito della difesa a basso apporto di prodotti fitosanitari<br />

• Controlli attrezzature<br />

• Difesa integrata: è possibile consultare e scaricare i disciplinari di produzione, le deroghe rilasciate dal Settore per le aziende che aderiscono all’operazione<br />

10.1.1 del PSR 2014-2020, schede delle avversità, manuale per la protezione delle colture in agricoltura biologica. (http://www.regione.<br />

piemonte.it/agri/area_tecnico_scientifica/settore_fitosanitario/produzioneIntegrata.htm )<br />

• Extragricolo ed aree urbane: sono presenti “Le Linee di indirizzo regionali per l’impiego di prodotti fitosanitari nelle aree frequentate da gruppi vulnerabili<br />

e dalla popolazione più in generale o nelle aree agricole ad essi adiacenti”.<br />

• Vendita dei prodotti fitosanitari: sezione dedicata ai venditori/distributori di prodotti, vengono fornite indicazioni e documenti utili al pubblico per<br />

ottemperare a quanto previsto dal PAN.<br />

All’interno di ciascuna sezione è riportata la normativa di riferimento.<br />

E’ stata inoltre creata una pagina “La bacheca dei bollettini” all’interno della quale sono e saranno inseriti i risultati, in forma tabellare e grafica, di alcuni<br />

modelli entomologici legati alle condizioni meteorologiche dell’areale frutticolo e viticolo piemontese con il bollettino spandimento reflui, un bollettino<br />

agrometeorologico e una sezione di misure ed elaborazione dei dati meteo.<br />

Infine è stata creata una pagina “Eventi” all’interno della quale sono presenti:<br />

• Le date di futuri convegni, seminari o altri appuntamenti legati al PAN<br />

• Archivio: raccolta delle presentazioni degli eventi passati.<br />

Figura 1. Home page del sito PAN della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>. http://www.<br />

regione.piemonte.it/agri/area_tecnico_scientifica/settore_fitosanitario/pan.htm<br />

Figura 2. La bacheca dei bollettini. http://www.3acloud.it:8000/pan/


ispondere entro la data del 26 novembre<br />

2016 alle svariate richieste pervenute dalle<br />

aziende agricole, l’Assessorato Agricoltura<br />

della <strong>Regione</strong>, sentito il parere del Ministero<br />

per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali,<br />

ha attivato la prenotazione del controllo<br />

funzionale ed eventuale regolazione per<br />

le aziende che ne abbiano fatto richiesta in<br />

data antecedente il 26 novembre 2016. Per<br />

attivare tale meccanismo, è necessaria la<br />

compilazione e la sottoscrizione da parte<br />

dell’azienda agricola e del Centro abilitato<br />

di un modulo che dovrà essere custodito in<br />

originale presso l’azienda richiedente e rappresenterà<br />

il documento da esibire in caso di<br />

controllo da parte degli organismi preposti.<br />

RICERCA<br />

E SPERIMENTAZIONE<br />

Il Piano d’Azione Nazionale riporta un<br />

lungo elenco di tematiche di interesse in<br />

base alle quali sono stati attivati specifici<br />

progetti, molti dei quali riferiti ad emergenze<br />

fitosanitarie per le quali occorre validare<br />

sistemi di difesa efficaci e sostenibili.<br />

Con altre poche risorse disponibili sono<br />

stati finanziati alcuni progetti con lo scopo<br />

di individuare strategie di difesa ecocompatibili<br />

che consentano la valorizzazione<br />

delle produzioni regionali sotto l’aspetto<br />

della qualità, della sicurezza alimentare,<br />

della tutela della salute degli operatori e<br />

delle risorse ambientali.<br />

ll sito web<br />

istituzionale<br />

fornisce tutte le<br />

informazioni circa<br />

la normativa,<br />

la formazione, le<br />

linee guida e<br />

i disciplinari<br />

RISICOLTURA SOSTENIBILE:<br />

Corsi d’acqua più puliti con meno prodotti fitosanitari<br />

Al fine di diminuire l’inquinamento da prodotti fitosanitari evidenziato dal monitoraggio ambientale regionale nelle acque superficiali<br />

e sotterranee dell’area a vocazione risicola, la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> ha adottato, con la D.G.R. n. 32-2952 del 22 febbraio<br />

2016, le misure di contenimento per un impiego sostenibile di 4 prodotti fitosanitari, due erbicidi (oxadiazon e quinclorac) e due<br />

fungicidi (azoxistrobina e triciclazolo). Le misure sono state proposte dalla “Commissione Riso” composta da: <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />

– Direzione Ambiente, Settore Tutela delle Acque e Direzione Agricoltura, Settore Fitosanitario; Arpa <strong>Piemonte</strong>; Università di Torino<br />

– DISAFA; Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali; Coldiretti; CIA; Confagricoltura; Ente Nazionale Risi. I risicoltori hanno compreso<br />

l’importanza di questo provvedimento e dall’elaborazione, seppur parziale, dei primi risultati derivanti dal monitoraggio<br />

ambientale regionale delle acque superficiali nel 2016, emerge una evidente riduzione della presenza di queste quattro sostanze<br />

nell’area a vocazione risicola. In generale si evidenzia un calo dei riscontri analitici dei 4 pesticidi analizzati e le concentrazioni<br />

medie risultano scese drasticamente, ponendosi in un “intorno” molto vicino al limite (0.1 µg/l) ammesso dalla legge:<br />

oxadiazon: è l’erbicida più utilizzato dai risicoltori, pertanto è comprensibile riscontrarlo in modo diffuso sul territorio, ma rispetto<br />

al triennio di riferimento (2012-2014) la concentrazione media risulta diminuita del 50%, con valori medi di concentrazione<br />

molto prossimi alla soglia di riferimento;<br />

• quinclorac: si riscontra solo più nel 50% dei punti di prelievo, con valori medi di concentrazione ridotti dell’80% rispetto agli<br />

anni precedenti e comunque molto prossimi alla soglia di riferimento;<br />

• triciclazolo: si riscontra ancora in un numero esiguo di punti di prelievo, con valori medi inferiori alla soglia di riferimento;<br />

• azoxistrobina: i risultati migliori riguardano questo fungicida, che non si ritrova più in alcun punto di monitoraggio!<br />

La collaborazione che si è creata, grazie anche al protocollo d’intesa (approvato con DGR n. 35-33<strong>92</strong> del 30 maggio 2016 e sottoscritto<br />

dalle parti il 14 <strong>giugno</strong> 2016), evidenzia come sia possibile utilizzare in modo sostenibile i prodotti fitosanitari, rispettando<br />

l’ambiente e garantendo comunque la resa produttiva.<br />

GESTIONE TERRENI AGRICOLI RICADENTI IN RETE NATURA 2000<br />

I prodotti fitosanitari autorizzati in deroga eccezionale, ai sensi dell’art. 53 del Reg. 1107/2009 (situazioni di emergenza fitosanitaria),<br />

sono comunque esclusi dal possibile impiego nei siti della Rete Natura 2000 (aree SIC e ZPS).<br />

Da alcuni anni tale prescrizione, presente in etichetta, è stata assunta col fine di tutelare la biodiversità nelle suddette aree.


LE NOSTRE<br />

ESPERIENZE<br />

Prosegue il racconto di esperienze dirette di aziende,<br />

imprenditori agricoli e altri soggetti beneficiari del<br />

Programma di sviluppo rurale.<br />

Non vogliono necessariamente essere modelli, ma casi<br />

significativi, per l’innovazione che hanno portato, per la<br />

capacità che hanno dimostrato nel cogliere appieno le<br />

opportunità, per la continuità e l’ampiezza dei progetti<br />

sviluppati, o semplicemente come casi tipici di crescita e<br />

sviluppo del mondo rurale piemontese.<br />

Le tre interviste che presentiamo non hanno pretesa<br />

di esaustività o rappresentatività ma l’intento di aprire,<br />

all’interno del nuovo progetto editoriale della rivista,<br />

uno spazio vivo di esperienze concrete, che ci aiutino a<br />

raccontare che cosa si può fare con il sostegno del PSR<br />

e con il lavoro di tutti i giorni.<br />

a cura di Andrea Marelli<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, Direzione Agricoltura<br />

30<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


Agricoltura <strong>92</strong><br />

31


SOCIETA’ AGRICOLA BARS<br />

CHABRIER<br />

VIA CUNEO 33, 12010<br />

SAMBUCO - CN<br />

Marta Fossati (Titolare)<br />

IN ALPEGGIO PER PASSIONE<br />

Ci racconta la storia della sua azienda?<br />

Ho iniziato a lavorare nel 2010 nell’azienda agricola dei miei genitori, che allevano ovini, caprini<br />

e bovini. Poi, nel 2012, ho aperto all’interno dell’azienda un piccolo laboratorio di trasformazione<br />

del latte, che nel 2016 si è evoluto in un’azienda autonoma che io e mio marito abbiamo chiamato<br />

“Bars Chabrier” (“la barma delle crapre” in dialetto), dedicata alla produzione di formaggio<br />

ovocaprino.<br />

La sede è a Sambuco, un piccolo comune in provincia di Cuneo, situato nell’Alta Valle Stura mentre<br />

il nostro alpeggio è a 2000 metri. Attualmente abbiamo 120 capre di razza meticcia (noi le<br />

chiamiamo “nostrane”!), molto adatte al pascolo in alpeggio, con le quali produciamo all’incirca<br />

140 litri di latte al giorno. Distribuiamo i nostri formaggi in due mercati alla settimana e facciamo<br />

vendita diretta nel piccolo punto vendita in azienda… insomma, siamo una piccola azienda che<br />

lavora in tutto e per tutto col territorio locale!<br />

Quando è iniziata la vostra esperienza con il Programma di sviluppo<br />

rurale?<br />

Nel 2016 abbiamo partecipato al bando della Misura 4 del PSR 2014-2020 per l’insediamento<br />

giovani al fine di costruire una stalla in alpeggio: è di qualche giorno fa la notizia dell’approvazione<br />

del progetto, quindi siamo molto felici!<br />

Al momento infatti siamo in affitto presso delle vecchie strutture militari e dobbiamo mungere<br />

a mano, mentre grazie alla nuova stalla, potremo attrezzare sala mungitura e quella per lo stoccaggio<br />

del latte, migliorando sia la qualità della produzione che il benessere degli animali. Inoltre,<br />

potremo aumentare di qualche unità il numero delle capre e, grazie al tempo risparmiato per la<br />

mungitura, fare un mercato in più alla settimana, che per noi sarebbe importantissimo visti i sempre<br />

maggiori costi di produzione.<br />

Quanto ha inciso sulle vostre scelte la possibilità di accedere al<br />

contributo?<br />

Ha inciso parecchio perché si tratta di un investimento importante che non avremmo potuto sostenere<br />

senza il contributo PSR. D’altro canto, l’iter per la presentazione della domanda non è stato<br />

semplice, sia a livello burocratico che logistico e per noi si è trattato di una specie di… investimento<br />

nell’investimento a livello di tempo e sforzi.<br />

Il PSR vi ha aiutato anche in altri ambiti della vostra attività?<br />

Sì, grazie all’operazione 10.1.6 “Difesa del bestiame dalla predazione da canidi sui pascoli collinari e<br />

montani”: il nostro alpeggio infatti è in un territorio abitato dal lupo e sebbene il nostro gregge non<br />

abbia mai subito degli attacchi, la presenza del predatore si vede. Per questo, oltre che la nostra costante<br />

presenza e le reti che abbiamo installato, i cani da guardiania (diversi da quelli da pastore), sono<br />

indispensabili sia come deterrente sia per tenere materialmente lontani i lupi dal pascolo. Il contributo,<br />

quindi, ci aiuta a sostenere i costi non indifferenti dei nostri due cani che ci siamo trovati a sostenere da<br />

quando c’è stato il ritorno del lupo, animale che peraltro noi rispettiamo e la cui presenza è una conseguenza<br />

del progressivo abbandono della montagna.<br />

Tuttavia, se posso fare un’osservazione condivisa con altri colleghi, rispetto all’operazione 10.1.6 del PSR<br />

forse sarebbe stato opportuno procedere ad uno studio più approfondito sui cani da guardiania e non<br />

limitarsi a indicare i parametri di razza per accedere al contributo: anche cani di razza mista ma nati nel<br />

gregge e che hanno imparato il lavoro col gregge posso essere infatti ottimi cani da guardiania.


Luciano Scudo (Titolare)<br />

SEMINA SU SODO, UNA SCELTA VINCENTE<br />

VIA ALESSANDRIA 10,<br />

15040 CUCCARO<br />

MONFERRATO (AL)<br />

Ci racconta in breve la storia della sua azienda?<br />

Mi sono insediato come agricoltore grazie al bando regionale “insediamento giovani” nel 1989 qui a<br />

Cuccaro Monferrato (AL). Attualmente gestisco 100 ha di terreno coltivato a cereali vernini, leguminose<br />

da granella, prato, sorgo e mais. Un tempo coltivavamo anche erba medica ma oggi i costi sono<br />

troppo elevati e non è più redditizio.<br />

Quando è iniziata la sua esperienza con il Programma di sviluppo rurale?<br />

Nel 2009 grazie al PSR 2007-2013 ho potuto acquistare una macchina seminatrice su sodo.<br />

La semina su sodo (una tecnica agronomica conservativa di gestione del suolo che prevede<br />

di non lavorare il terreno investito con le coltivazioni erbacee, mantenendolo sempre coperto<br />

anche tramite l’uso di cover-crops, allo scopo di mantenere e migliorare la dotazione di<br />

sostanza organica e la struttura fisica del terreno con positive ricadute sulla fertilità, la biodiversità<br />

e il minor rischio di erosione - n.d.r.), fu una scommessa, principalmente dettata<br />

dall’andamento negativo del mercato dei cereali, che mi ha obbligato a cercare di abbattere<br />

i costi di produzione delle coltivazioni erbacee di pieno campo, e dal deterioramento dei<br />

suoli, che vedevo peggiorare a causa del compattamento generato dalle macchine usate<br />

per la lavorazione e la trebbiatura Così mi sono detto: perché non provare a fare qualcosa<br />

di diverso dal solito?<br />

Quali sono stati i risultati della semina su sodo?<br />

Nel mio caso, sono stati estremamente positivi: grazie all’adozione delle tecniche di semina su sodo,<br />

la mia azienda consuma meno gasolio e grazie alle cover crop e alle leguminose in rotazione anche<br />

meno concime; migliorando la struttura del terreno, si sono anche ridotti gli effetti negativi dell’erosione,<br />

aspetto importante in zona collinare, ed è migliorata la capacità di trattenere l’acqua.<br />

Oggi, dopo 8-9 anni di pratica, mi sento di consigliarla, anche se ovviamente ci sono state annate più<br />

o meno positive, soprattutto in relazione all’andamento delle piogge e alla disponibilità di acqua, che<br />

qui nel Monferrato è sempre molto scarsa. Quando ho comprato la seminatrice da sodo sono andato<br />

dal costruttore in Brasile e laggiù, grazie alle piogge e al clima tropicale, possono raccogliere anche<br />

4-5 volte l’anno e la coltivazione su sodo è molto performante.<br />

Avete preso parte anche al progetto “Helpsoil”?<br />

Sì, tramite un collega sono venuto a conoscenza del progetto europeo LIFE+ HelpSoil, (della durata<br />

di 4 anni 2013-<strong>2017</strong>, il progetto ha testato in 20 aziende agricole del bacino padano-veneto tecniche<br />

innovative di gestione dei terreni agricoli, allo scopo di migliorare la funzionalità dei suoli agrari, contribuendo<br />

alla resilienza e all’adattamento al cambiamento climatico, n.d.r.) e vi ho partecipato. E’ stata<br />

un’esperienza molto arricchente, grazie soprattutto alle visite di studio per tecnici ed agricoltori condotte<br />

in Umbria, Puglia e Francia presso aziende che già adottano la semina su sodo, e alla possibilità di<br />

mettere in comune i problemi e le soluzioni tecniche testate in azienda, ad esempio sulla gestione delle<br />

cover-crop , che insieme alla gestione delle infestanti è uno degli aspetti più delicati da gestire.<br />

Quali sono i suoi progetti futuri?<br />

Abbiamo presentato domanda sull’operazione 10.1.3 “Tecniche di agricoltura conservativa” del PSR<br />

2014-2020, in modo da poter approfondire l’esperienza della gestione su sodo: gli impegni quinquennali<br />

dell’Azione 2 riguardano infatti effettuare la semina diretta su sodo (o la lavorazione in<br />

bande per le colture in cui la distanza tra le file è di almeno 40 cm) senza effettuare lavorazioni né<br />

ripuntature, e mantenere il suolo coperto, ad esempio lasciando in superficie i residui colturali Per<br />

trovare anche nuove opportunità commerciali, quest’anno oltre alle classiche colture cerealicole abbiamo<br />

provato a seminare con le tecniche di sodo il grano saraceno, dopo un’esperienza non positiva<br />

con la quinoa… ma al momento è ancora troppo presto per raccontare come è andata!<br />

Che considerazioni si sente di fare circa la sua esperienza?<br />

Da un lato, senza il finanziamento del PSR, non mi sarei avventurato in questa esperienza, che come<br />

detto considero molto positiva. Dall’altro lato, a volte ci si sente un po’ dei pionieri a praticare queste<br />

tecniche conservative, e bisogna far fronte sia allo scetticismo dei colleghi, sia alla oggettiva difficoltà<br />

ad ottenere un supporto tecnico qualificato, che su tecniche evolute e complesse come questa sono<br />

estremamente importanti, soprattutto nei primi anni di adozione.


ASBUC<br />

VIA GIOVANNI ROSSO, 2A<br />

12010 VALDIERI (CN)<br />

http://www.andonno.it/<br />

Daniela Risso (Presidente del comitato gestionale ASBUC Andonno)<br />

GESTIRE I DEMANI CIVICI IN MODO<br />

SOSTENIBILE<br />

Ci racconta le realtà dell’ente ASBUC e le sue attività?<br />

L’A.S.B.U.C. (Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico) di Andonno (CN) è un’entità<br />

organizzata, diversa e separata dal Comune e appositamente costituita per la gestione<br />

separata delle terre e demani civici.<br />

Andonno è un piccolo paese a pochi chilometri da Cuneo, al confine del Parco Naturale<br />

delle Alpi Marittime in valle Gesso e l’ASBUC è sorta a seguito di un movimento cittadino<br />

per la difesa e la salvaguardia del Monte Cros, interessato dal progetto di ampliamento<br />

della cava presente, per venire riconosciuta dalla <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> nel 1998 ed entrare,<br />

dopo una lunga gestazione, in piena operatività nel 2007.<br />

Il Comitato gestionale dell’ASBUC è composto di cinque membri e dura in carica quattro<br />

anni. Esso viene eletto dalla generalità dei cittadini residenti ed iscritti nelle liste elettorali<br />

nel Comune di Valdieri (di cui Andonno è frazione).<br />

Il compito istituzionale dell’ASBUC è quello di gestire e valorizzare le potenzialità del patrimonio<br />

di uso civico (boschi, pascoli, prodotti della natura) regolamentandone l’accesso<br />

e la fruizione nell’interesse generale di tutti gli aventi diritto, garantendo a quest’ultimi<br />

condizioni di equità. Per gli usi e i demani civici mi pare importante sottolineare la funzione<br />

di presidio ambientale ed il loro rilievo sociale, considerando anche che agli usi civici erano<br />

legate forme di democrazia diretta collegate ad un elevato senso di appartenenza delle<br />

persone e delle famiglie ai rispettivi territori.<br />

In particolare, i lottini boschivi di faggio ad uso focatico per i frazionisti rivestono interesse<br />

economico per la collettività da più di 150 anni e sono oggetto di una pianificazione forestale<br />

per la corretta gestione dei tagli nel rispetto degli aspetti naturalistici del SIC Alpi<br />

Marittime, in collaborazione con l’Ente Parco.<br />

In che modo il PSR ha aiutato le vostre attività?<br />

Il PSR è stata per noi un’opportunità rilevantissima per moltiplicare le esigue risorse a disposizione<br />

del nostro ente, che derivano in massima parte dal canone di utilizzo della cava.<br />

Grazie al prezioso supporto dei tecnici dell’Ente parco Alpi Marittime e dello studio ForTeA<br />

a cui ci siamo affidati, abbiamo conosciuto il PSR 2007-2013 e i suoi bandi. In particolare,<br />

attraverso la Misura 125, abbiamo potuto completare la realizzazione di due strade in due<br />

diversi valloni; attraverso la Misura 225 abbiamo offerto, in un primo momento, dei servizi<br />

di supporto tecnico ai cittadini rispetto al taglio e alla gestione dei lotti boschivi e, successivamente,<br />

organizzato dei corsi di formazione per 60 cittadini sui temi della gestione<br />

boschiva e la sicurezza delle macchine agricole.


Grazie alla Misura 226 invece abbiamo potuto bonificare un’area boschiva che era stata<br />

devastata da un incendio nel 2003 e che presentava ancora gravi problemi di sicurezza.<br />

Insomma, ottimi risultati per un territorio come il nostro!<br />

Che progetti avete in cantiere?<br />

Visti gli effetti positivi della programmazione precedente, ci siamo attrezzati per rispondere<br />

ai nuovi bandi del PSR e al momento siamo felicissimi di essere stati ammessi sull’Operazione<br />

4.3.2 “Interventi di miglioramento infrastrutturale e fondiario” al finanziamento di un<br />

intervento di sistemazione di una strada esistente. Abbiamo anche presentato domanda, al<br />

momento in fase istruttoria, sull’Operazione 4.3.4 “Infrastrutture per l’accesso e la gestione<br />

delle risorse forestali e pastorali” per rendere accessibile un vallone, una richiesta avanzata<br />

da molti cittadini e a cui speriamo di dare una risposta positiva! Abbiamo inoltre la<br />

necessità di pianificare non solo la gestione del bosco esistente ma anche del nuovo bosco<br />

e di tutte le terre che abbiamo in gestione, in un’ottica di sostenibilità e rispetto dell’ambiente<br />

e ci auguriamo che il PSR possa offrirci un sostegno anche per questa attività.<br />

Per un piccolo ente come il vostro è stato complesso accedere ai<br />

finanziamenti del PSR?<br />

Indubbiamente sì, i nuovi bandi sono complessi e le tempistiche difficili da rispettare, per<br />

cui sarebbe auspicabile una maggiore integrazione da la fase del bando e quella autorizzativa,<br />

su cui ci è capitato di incagliarci vista anche la specificità del nostro territorio. In ogni<br />

caso, non sarebbe stato possibile raggiungere gli ottimi risultati che ho descritto senza il<br />

sostegno del PSR e la certificazione del nostro buon operato è arrivata anche da Legambiente,<br />

che nel 2016 ci ha insigniti della bandiera verde per la gestione collettiva della<br />

terra in modo sostenibile. Infatti, un ente come il nostro, che alcuni a volte definiscono<br />

datato, è uno dei pochi modi per reinvestire nel territorio al fine di preservarlo e metterlo<br />

in sicurezza.


Risaie in transizione verso la Policoltura MaPi<br />

L’ATTIVITÀ DI CONTROLLO<br />

E VIGILANZA NELLA<br />

FILIERA DEL RISO<br />

BIOLOGICO<br />

Carlo Masante,<br />

Gualtiero Freiburger<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />

Direzione Agricoltura<br />

Il Piano di<br />

Gestione<br />

del distretto<br />

idrografico<br />

del fiume Po<br />

contempla,<br />

tra le criticità<br />

ambientali, un<br />

inquinamento<br />

diffuso di origine<br />

agricola<br />

Intorno al riso biologico si è acceso da<br />

tempo un vivace dibattito, con il coinvolgimento<br />

di trasmissioni televisive,<br />

della componente produttiva (risicoltori<br />

bio e convenzionali) e di quella addetta<br />

al controllo e alla vigilanza (organismi<br />

di controllo e certificazione ed enti pubblici).<br />

La <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> è da tempo<br />

impegnata su più fronti per gestire in<br />

modo efficace le varie criticità caratterizzanti<br />

la produzione di riso biologico,<br />

dagli aspetti ambientali a quelli agronomici<br />

ed economici. Segnaliamo i principali<br />

provvedimenti adottati, riguardanti<br />

la coltura risicola, biologica e non<br />

ASPETTI AMBIENTALI<br />

Il Piano di Gestione del distretto idrografico<br />

del fiume Po (PdG Po 2015) contempla,<br />

tra le criticità ambientali, un inquinamento<br />

diffuso di origine agricola, in<br />

particolare nei corpi idrici ricadenti nell’area<br />

a vocazione risicola, per la presenza di<br />

prodotti fitosanitari.<br />

Con un provvedimento del 22/02/2016<br />

sono state definite le disposizioni attuative<br />

delle misure regionali per la riduzione<br />

dei prodotti fitosanitari nelle acque, concertate<br />

nell’ambito di un’apposita Commissione<br />

“Riso” e attraverso l’implementazione<br />

del Piano d’Azione Nazionale per<br />

l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari,<br />

in area a vocazione risicola. In pratica<br />

sono state definite le misure da adottare<br />

obbligatoriamente nelle aree a vocazione<br />

risicola per l’utilizzo di quattro prodotti<br />

fitosanitari, due erbicidi (Oxadiazon e<br />

Quinclorac) e due fungicidi (Azoxistrobina<br />

e Triciclazolo).<br />

Tali obiettivi sono stati inseriti all’interno<br />

di un Protocollo d’intesa, firmato nell’estate<br />

2016 e che contempla gli impegni che<br />

i singoli enti pubblici e privati intendono<br />

attuare per contribuire al raggiungimento<br />

degli obiettivi ambientali del PdG Po, attraverso<br />

il Piano d’Azione Nazionale per<br />

l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari,<br />

in area a vocazione risicola.<br />

I CONTROLLI<br />

Il Reg. 882/2004 prevede che gli Stati<br />

membri garantiscano che i controlli uf-<br />

36<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


ficiali siano eseguiti periodicamente, in<br />

base a una valutazione dei rischi e con<br />

frequenza appropriata, per raggiungere<br />

gli obiettivi dello stesso regolamento.<br />

Nell’ambito dell’attività di vigilanza<br />

svolta da tempo sull’operato degli organismi<br />

di controllo (OdC) e più specificatamente<br />

negli ultimi due anni, sono<br />

emersi elementi di criticità nell’ambito<br />

dell’attività di controllo sulle produzioni<br />

risicole, riguardanti in particolare<br />

l’attribuzione della classe di rischio alle<br />

aziende, la tempistica delle visite ispettive<br />

e dei campionamenti effettuati per<br />

ricercare l’eventuale presenza di principi<br />

attivi dei prodotti fitosanitari non ammessi<br />

in agricoltura biologica.<br />

Nello stesso tempo l’attività di vigilanza<br />

effettuata sul territorio ha evidenziato<br />

un presidio solo parziale, da parte<br />

degli OdC, nei confronti delle principali<br />

criticità caratterizzanti la gestione delle<br />

aziende risicole, di seguito riportate:<br />

- maggioranza di aziende di tipo misto,<br />

con la contemporanea presenza di coltivazione<br />

biologica e convenzionale,<br />

- rese unitarie spesso elevate, a fronte di<br />

ridotti apporti di elementi nutritivi,<br />

- argini spesso privi di specie infestanti<br />

o presenza di queste seccate, con conseguente<br />

sospetto di utilizzo della pratica<br />

del diserbo,<br />

- utilizzo di varietà poco sensibili al<br />

“brusone”,<br />

- numero elevato di particelle coltivate<br />

con metodo biologico e quindi appezzamenti<br />

notevolmente frammentati, con<br />

confini non sempre nettamente separati<br />

da terreni coltivati con il metodo convenzionale.<br />

guida per il controllo della coltivazione del<br />

riso biologico, al fine di verificare più efficacemente<br />

e in modo omogeneo le varie criticità<br />

della coltura. A luglio 2016 la FederBio<br />

ha redatto e approvato la prima edizione<br />

delle “Linee Guida per il controllo delle<br />

principali criticità nella coltivazione di<br />

riso biologico, che è stata successivamente<br />

oggetto di confronto in due incontri a Milano<br />

(12 ottobre 2016) e Torino (12 dicembre),<br />

con la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, la <strong>Regione</strong><br />

Lombardia, l’Ente Risi, l’Istituto del Crea a<br />

LE LINEE GUIDA<br />

In considerazione di queste ed altre criticità<br />

caratterizzanti la produzione di riso<br />

biologico sono stati organizzati alcuni incontri<br />

nel 2016, con gli OdC, la Federazione<br />

Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica<br />

(FederBio) ed il Settore Fitosanitario<br />

e servizi tecnico-scientifici e, a <strong>giugno</strong>, un<br />

incontro con l’intera filiera a Vercelli. E’<br />

stata condivisa la necessità di definire linee<br />

Risaie in transizione verso la Policoltura MaPi<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

37


Vercelli e l’Università di Torino. Sulla base<br />

delle modifiche ed integrazioni condivise<br />

negli incontri sopraccitati, le Linee Guida<br />

sono state aggiornate ed approvate da FederBio<br />

in data 29 marzo <strong>2017</strong> e trasmesse al<br />

Ministero delle Politiche Agricole ed a tutte<br />

le parti interessate.<br />

Tenuto conto della necessità di omogeneizzare<br />

in <strong>Piemonte</strong> l’attività di controllo<br />

di tutti gli OdC, anche di quelli che non afferiscono<br />

a FederBio e che controllano un<br />

numero considerevole di operatori risicoli<br />

e che le Linee guida approvate da FederBio<br />

rappresentino pertanto l’unico riferimento<br />

per l’intera attività di controllo effettuata<br />

in <strong>Piemonte</strong> sulla filiera risicola, la <strong>Regione</strong><br />

ha stabilito che l’attività di controllo sulla<br />

coltura del riso biologico venga condotta<br />

secondo le modalità indicate nelle Linee<br />

guida di FederBio aggiornate al 29/03/<strong>2017</strong>.<br />

Le Linee guida contengono le verifiche a<br />

carico degli OdC per attestare l’affidabilità<br />

degli operatori risicoli nel gestire le varie<br />

criticità sopraccitate. In sintesi devono essere<br />

valutati gli aspetti agronomici ed i risultati<br />

delle prove analitiche ma, più in generale,<br />

deve essere verificata l’adeguatezza<br />

del piano delle misure concrete (o piano di<br />

gestione) presentata dall’operatore ai sensi<br />

dell’art. 63 del Reg. 889/2008. Particolare<br />

importanza viene attribuita al controllo di<br />

due aspetti agronomici fondamentali per<br />

una corretta gestione del riso biologico,<br />

le rotazioni e le varietà parallele, oltre che<br />

dell’attività di campionamento ed analisi.<br />

LE ROTAZIONI<br />

Le rotazioni rappresentano una tecnica<br />

agronomica fondamentale per una corretta<br />

gestione delle specie infestanti, aspetto<br />

critico della coltura del riso biologico; si<br />

ricorda che il D.M. n. 18354 del 27/11/2009,<br />

così come modificato dal D.M. n. 3286 del<br />

05/08/2016, prevede che “Il riso può succedere<br />

a se stesso per un massimo di tre cicli<br />

seguiti almeno da due cicli di colture principali<br />

di specie differenti, uno dei quali destinato<br />

a leguminose”. E’ importante quindi<br />

sottolineare che dopo gli eventuali tre<br />

cicli di riso lo stesso possa essere coltivato<br />

sullo stesso terreno solo dopo due anni.<br />

Si evidenzia comunque l’opportunità che<br />

gli operatori provvedano sempre a porre<br />

in rotazione una parte dei terreni destinati<br />

38<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


Risaie in transizione verso la Policoltura MaPi<br />

alla coltivazione biologica del riso, secondo<br />

una corretta organizzazione aziendale<br />

e fatta salva la discrezionalità imprenditoriale,<br />

permettendo così di mantenere pressoché<br />

costante la produzione aziendale annuale<br />

di riso biologico.<br />

LE VARIETA’ PARALLELE<br />

La necessità dell’utilizzo di varietà distinte<br />

“facilmente distinguibili”, previsto dal Reg.<br />

834/2007, è sempre stato un elemento di criticità<br />

nelle aziende miste; nelle Linee guida<br />

è stata recepita la comunicazione ministeriale<br />

n. 24915 del 28/03/<strong>2017</strong>, che ha precisato<br />

che nel caso di produzione all’interno della<br />

stessa azienda di riso sia biologico che convenzionale,<br />

è vietata la contemporanea coltivazione<br />

di varietà appartenenti allo stesso<br />

gruppo merceologico. Alla comunicazione<br />

è stato allegato l’elenco delle varietà di riso<br />

suddivise in 5 gruppi merceologici “facilmente<br />

distinguibili”:<br />

1. Tondo<br />

2. Medio<br />

3. Lungo A da parboiled<br />

4. Lungo A da consumo<br />

5. Lungo B<br />

Questo elenco è stato realizzato dal CREA<br />

nell’ambito delle attività previste dal Progetto<br />

di ricerca “Risobiosystems”.<br />

ATTIVITA’ DI<br />

CAMPIONAMENTO<br />

E ANALISI<br />

Nelle Linee guida viene dato ampio spazio<br />

all’attività di campionamento e analisi,<br />

con indicazione delle matrici da prelevare<br />

in campo e dell’epoca di prelevamento e,<br />

per quanto riguarda le ricerche analitiche,<br />

viene indicato l’elenco dei principi attivi<br />

da ricercare.<br />

Tra le matrici da campionare, il 75% dei<br />

campionamenti deve comprendere terreno,<br />

piante ed acqua e solo il 25% il risone e<br />

derivati del riso, che invece finora erano le<br />

matrici più analizzate. Anche il periodo di<br />

campionamento è anticipato, rispetto alla<br />

programmazione prevista generalmente<br />

dagli OdC, riguardando il periodo primaverile-estivo.<br />

I risultati analitici che rilevano la presenza<br />

di sostanze attive non consentite<br />

in agricoltura biologica, comportano per<br />

l’OdC l’attivazione di indagini finalizzate a<br />

Le rotazioni<br />

rappresentano<br />

una tecnica<br />

agronomica<br />

fondamentale<br />

per una corretta<br />

gestione delle<br />

specie infestanti<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

39


determinare l’origine della contaminazione,<br />

tra le seguenti:<br />

- contaminazione volontaria dell’operatore;<br />

- contaminazione accidentale tecnicamente<br />

evitabile;<br />

- contaminazione accidentale tecnicamente<br />

inevitabile.<br />

Le contaminazioni di tipo ambientale<br />

possono essere significative, soprattutto<br />

relativamente al terreno e all’acqua e pertanto<br />

riveste una notevole importanza la<br />

valle. I risultati delle due prove, comparati,<br />

consentirebbero, come ha evidenziato<br />

una ricerca dell’Università di Torino,<br />

la valutazione dello stato di contaminazione<br />

delle acque in ingresso (indipendenti<br />

dall’operatore) e lo stato di contaminazione<br />

delle acque in uscita, che se<br />

risultasse significativamente superiore,<br />

potrebbe rilevare l’impiego di sostanze<br />

non consentite nel biologico (dipendenti<br />

dall’operatore).<br />

definizione, a livello normativo, di soglie/<br />

residualità attesa ed il mantenimento di<br />

una banca dati dei risultati dei controlli<br />

analitici sul riso bio effettuati dagli OdC.<br />

Relativamente all’acqua, per ottenere risultati<br />

comparativi, i prelievi di acqua di<br />

risaia devono essere effettuati in doppio,<br />

un primo campione deve essere prelevato<br />

in prossimità del punto di ingresso delle<br />

acque nella risaia e un secondo campione<br />

deve essere prelevato in prossimità all’ultimo<br />

punto di uscita dalle camere aziendali<br />

collegate, scegliendo le camere più a<br />

IL PROGETTO<br />

“RISO-BIOSYSTEMS”<br />

Il Ministero, anche in seguito ad incontri<br />

con la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> e la <strong>Regione</strong> Lombardia,<br />

ha attivato ed approvato a fine 2016<br />

un progetto denominato “Risobiosystems”,<br />

affidato all’Istituto del Crea di Vercelli, con il<br />

coinvolgimento dell’Ente Risi e delle Università<br />

di Torino e Milano. Il progetto intende<br />

svolgere studi e approfondimenti scientifici<br />

a sostegno e tutela dei sistemi di produzione<br />

di riso biologico nazionale, sviluppando le<br />

attività nelle seguenti linee di ricerca:<br />

40<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


1) ricerca e sperimentazione di tecniche<br />

innovative per la gestione dei sistemi risicoli<br />

biologici,<br />

2) analisi del sistema di controlli e di vigilanza<br />

per la certificazione biologica,<br />

3) analisi e valutazione dei dati analitici<br />

ambientali di contaminazione da fitofarmaci<br />

nelle aree a risicoltura intensiva,<br />

4) coordinamento di reti a sostegno di<br />

iniziative di ricerca-azione successive al<br />

progetto,<br />

5) coinvolgimento, animazione e partecipazione<br />

multi-stakeholder,<br />

6) supporto tecnico alle politiche di sviluppo<br />

e produzione legislativa PQAI 1 - Ufficio<br />

agricoltura biologica.<br />

La linea di ricerca n. 2 prevede la definizione<br />

di linee guida per la gestione dei controlli<br />

sul riso biologico, ma l’attuazione del<br />

progetto è triennale, per cui i risultati potranno<br />

essere utilizzati in futuro. A livello<br />

locale c’era l’esigenza di definire tali Linee<br />

guida nell’immediato, con la consapevolezza<br />

che quelle emanate da FederBio potranno<br />

essere utilizzate all’interno del progetto.<br />

LA VIGILANZA<br />

A fine 2015 la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> ha evidenziato<br />

agli OdC le carenze in termini<br />

di efficacia della loro attività di controllo<br />

presso le aziende risicole, negli aspetti già<br />

richiamati nel presente articolo e negli ultimi<br />

due anni ha indirizzato la sua attività<br />

di vigilanza sull’operato degli OdC proprio<br />

nel settore risicolo.<br />

Si parte dall’esigenza di tutelare i consumatori,<br />

che hanno grandi aspettative<br />

nei confronti di un settore che utilizza<br />

un metodo più rispettoso nei confronti<br />

dell’ambiente e la cui produzione ha una<br />

quotazione che vale circa tre volte quella<br />

del prodotto convenzionale. Le aspettative<br />

sono quindi elevate e così gli interessi.<br />

Nell’ambito delle aree a vocazione risicola<br />

è attiva anche la Direzione Regionale<br />

Ambiente, governo e tutela del territorio<br />

che, sulla base dei risultati del monitoraggio<br />

ambientale delle acque, ha selezionato<br />

i territori dai quali può potenzialmente<br />

pervenire la sostanza attiva Bentazone e<br />

ha richiesto all’Agenzia Regionale Protezione<br />

Ambiente (Arpa <strong>Piemonte</strong>) di avviare<br />

un’attività di controllo e vigilanza<br />

sull’uso della sostanza attiva Bentazone in<br />

specifiche aree. Prendendo spunto dall’iniziativa<br />

della Direzione Ambiente e con<br />

l’obiettivo di operare in un’ottica di sistema<br />

dei vari controlli di competenza da<br />

effettuarsi sull’impiego di prodotti fitosanitari<br />

in area risicola e di intensificare l’attività<br />

di vigilanza sull’operato degli OdC<br />

presso le aziende risicole, la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />

a fine aprile <strong>2017</strong> ha avviato un’attività<br />

di vigilanza, con il coinvolgimento<br />

delle Strutture Temporanee della Direzione<br />

Agricoltura di Alessandria, Novara<br />

e Vercelli. L’attività di vigilanza presso il<br />

campione di operatori individuato sarà<br />

effettuata in momenti di criticità per l’attività<br />

aziendale e per la coltura interessata<br />

e comprenderà anche un’attività di campionamento<br />

e di successiva analisi, gestita<br />

dall’Arpa secondo le modalità previste dal<br />

DM. n. 16954 del 29/10/2010, al fine di acquisire<br />

ulteriori informazioni sull’efficacia<br />

del sistema di controllo predisposto dagli<br />

OdC e, di conseguenza, sull’affidabilità<br />

degli operatori attivi nella filiera risicola.<br />

Gli esiti dell’attività di vigilanza saranno<br />

comunicati agli OdC interessati, all’Ispettorato<br />

Centrale della tutela della qualità e<br />

della repressione frodi dei prodotti agro-alimentari<br />

ed all’Organismo Pagatore (Arpea),<br />

per gli adempimenti di competenza.<br />

Il Ministero,<br />

anche in seguito<br />

ad incontri con la<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />

e la <strong>Regione</strong><br />

Lombardia,<br />

ha attivato ed<br />

approvato a fine<br />

2016 un progetto<br />

denominato<br />

“Risobiosystems”<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

41


VINITALY <strong>2017</strong><br />

ANCORA UNA VOLTA<br />

L’ECCELLENZA<br />

DEL PIEMONTE<br />

Franco Boasso,<br />

Paolo Cumino,<br />

Daniela Scarzello<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />

Direzione Agricoltura<br />

Il <strong>Piemonte</strong> è da<br />

sempre presente<br />

a Vinitaly, con<br />

una collettiva<br />

per i produttori<br />

e un’area<br />

istituzionale<br />

Si è tenuta a Verona dal 9 al 12 aprile la 51°<br />

edizione di Vinitaly, la più significativa manifestazione<br />

del settore in Italia e una delle<br />

più rilevanti a livello internazionale.<br />

I numeri dell’edizione <strong>2017</strong> sono rilevanti:<br />

128mila presenze da 142 nazioni; in crescita<br />

l’internazionalità del salone che quest’anno<br />

ha visto aumentare i “top buyer” (i grandi<br />

acquirenti di fascia alta) stranieri accreditati,<br />

che hanno toccato quota 30.200 (+8% sul<br />

2016), sul totale dei 48mila visitatori esteri.<br />

Il <strong>Piemonte</strong> vitivinicolo ha rinnovato la<br />

sua partecipazione con una presenza molto<br />

importante, ininterrotta fin dalle prime<br />

edizioni e tradizionalmente forte e unitaria,<br />

che ha contribuito al crescente interesse<br />

per il Vinitaly degli operatori nazionali<br />

ed internazionali .<br />

Nel <strong>2017</strong>, il padiglione 10, che ospita storicamente<br />

i produttori del <strong>Piemonte</strong>, è stato<br />

rinnovato e ampliato, così come la collettiva<br />

delle aziende piemontesi, organizzata e gestita<br />

dai Consorzi di tutela, è stata ampliata<br />

con la presenza di 167 postazioni (includendo<br />

le 35 condivise tra più aziende), in gran<br />

parte piccole e medie aziende, aree dedicate<br />

ai consorzi di tutela e un’ampia area comune<br />

destinata alla presentazione delle eccellenze<br />

vitivinicole piemontesi in abbinamento ai<br />

prodotti agroalimentari di qualità del <strong>Piemonte</strong>.<br />

IL PIEMONTE<br />

COME “COLLETTIVA”<br />

Nella Collettiva regionale, insieme a <strong>Piemonte</strong><br />

Land of Perfection, erano presenti<br />

tutti i Consorzi di tutela operanti in <strong>Piemonte</strong>,<br />

ognuno con un proprio specifico spazio<br />

42<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


espositivo o con l’attiva organizzazione di<br />

eventi: il Consorzio dell’Asti, il Consorzio<br />

Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani,<br />

il Consorzio Brachetto d’Acqui, il Consorzio<br />

Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, il Consorzio<br />

del Gavi, il Consorzio di Tutela dei<br />

Nebbioli Alto <strong>Piemonte</strong>, il Consorzio Alta<br />

Langa, il Consorzio Vini Doc Caluso Carema<br />

Canavese, il Consorzio Vini Colli Tortonesi,<br />

il Consorzio Freisa di Chieri e Collina Torinese,<br />

il Consorzio vini del Roero.<br />

La Collettiva, finalizzata a comunicare la<br />

qualità delle produzioni vitivinicole piemontesi,<br />

l’insieme eterogeneo e complesso del<br />

panorama vitivinicolo della regione, rientra<br />

nel progetto di promozione presentato dal<br />

Consorzio <strong>Piemonte</strong> Land of Perfection - di<br />

cui sono parte la quasi totalità dei Consorzi<br />

di tutela del <strong>Piemonte</strong> - sul bando aperto<br />

sulla misura 3 del Programma di sviluppo<br />

rurale 2014 – 2020 per l’annualità <strong>2017</strong> e risultato<br />

aggiudicatario.<br />

Il progetto, in considerazione della complessità<br />

organizzativa e in funzione della più<br />

ampia ricaduta possibile dei benefici promozionali<br />

sul comparto piemontese, ha visto la<br />

fattiva collaborazione in sede di realizzazione<br />

di Unioncamere <strong>Piemonte</strong>, per il contatto<br />

con i produttori, e della stessa <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />

per alcune parti riguardanti la comunicazione<br />

istituzionale.<br />

Anche in considerazione del rilevante investimento<br />

finanziario pubblico e privato, riteniamo<br />

importante dare evidenza di ciò che è<br />

stato realizzato e dei suoi scopi, anche a coloro<br />

che non hanno partecipato al Vinitaly.<br />

PERCHÉ VINITALY<br />

Il progetto nasce dall’intenzione di offrire<br />

una fotografia complessiva del comparto<br />

vitivinicolo piemontese attraverso<br />

un’immagine coordinata e omogenea degli<br />

spazi allestiti dedicati ai vini prodotti nei<br />

diversi territori; l’area adibita ad ospitare i<br />

Consorzi e le aziende agricole quest’anno<br />

aveva una dimensione di circa 1200 metri<br />

quadri. In questi spazi è stata data particolare<br />

attenzione a comunicare la bellezza<br />

del paesaggio vitivinicolo del <strong>Piemonte</strong>,<br />

attraverso grandi immagini retroilluminate<br />

rappresentative dei nostri “terroirs”:<br />

Langhe, Monferrato, Roero, Alto <strong>Piemonte</strong>,<br />

Basso <strong>Piemonte</strong>, provincia di Torino e<br />

Colli Tortonesi.<br />

Sempre all’interno della Collettiva regionale<br />

piemontese era collocata un’area (circa<br />

400 metri quadri) con funzione di comunicazione<br />

più istituzionale; dove sono state<br />

collocate diverse attività ed iniziative:<br />

- una postazione per i collegamenti di Radio<br />

Montecarlo, che, con il dj Maurizio Di<br />

Maggio, ha raccolto e trasmesso l’immagine<br />

sonora del <strong>Piemonte</strong> del vino<br />

- un’area convegni, dove si sono svolte iniziative<br />

rivolte al pubblico del Vinitaly,<br />

- una zona di accoglienza ed informazione<br />

con un grande schermo per la proiezioni di<br />

immagini dei prodotti e del paesaggio del<br />

<strong>Piemonte</strong>;<br />

La collaborazione<br />

con Artissima<br />

coniuga due<br />

eccellenze<br />

piemontesi: l’arte<br />

contemporanea<br />

e il vino, in un<br />

connubio che<br />

si rinnova con<br />

successo da anni<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

43


<strong>Piemonte</strong> Land<br />

of Perfection<br />

ha organizzato<br />

la presenza dei<br />

Consorzi del vino,<br />

in collaborazione<br />

con Unioncamere<br />

<strong>Piemonte</strong>,<br />

promuovendo<br />

tutti i nostri<br />

grandi terroir<br />

- una zona destinata alle degustazioni per<br />

gruppi di buyers esteri a cui sono stati presentati<br />

i vini e i prodotti agroalimentari;<br />

- due totem destinati alla promozione dei<br />

prodotti agrolimentari di qualità del <strong>Piemonte</strong><br />

e alla presentazione del Vermouth<br />

di Torino;<br />

- un bancone wine bar e Bar Tender Vermouth<br />

Torino, gestito dal gruppo di sommelier<br />

dell’Enoteca regionale di Acqui e<br />

da ragazzi dell’Istituto Alberghiero “Virginio<br />

Donadio” di Dronero; sempre in<br />

quest’area sono state proposte degustazioni<br />

di grappe del <strong>Piemonte</strong> a Indicazione<br />

Geografica (IG).<br />

Anche nel <strong>2017</strong>. nell’area di comunicazione<br />

istituzionale, è stata collocata una mostra<br />

- in italiano e in inglese - sul paesaggio<br />

vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato,<br />

Patrimonio Unesco dell’umanità. Si è infatti<br />

voluto dare risalto a questo riconoscimento<br />

mondiale legato alla produzione dei<br />

grandi vini e alla cultura rurale e del paesaggio,<br />

per valorizzare i “terroir” del <strong>Piemonte</strong>:<br />

terroir quale concetto di impronta<br />

tipica di ogni produzione legata ai diversi<br />

territori, per andare oltre la produzione del<br />

solo vino, ed includere il forte legame tra la<br />

produzione, il paesaggio, le tradizioni e la<br />

cultura locale.<br />

GIOVANI ARTISTI<br />

PER UN GRANDE TERROIR<br />

Tutta l’area della Collettiva regionale,<br />

in continuità con le edizioni precedenti,<br />

è stata inoltre caratterizzata dall’opera di<br />

un giovane artista, Giuseppe Abate, selezionato<br />

attraverso il concorso di Artissima,<br />

Internazionale d’Arte contemporanea<br />

di Torino. L’obbiettivo infatti è quello di<br />

mettere in dialogo in maniera innovativa<br />

e sinergica due eccellenze del <strong>Piemonte</strong>:<br />

l’arte contemporanea e il vino. Il <strong>Piemonte</strong><br />

in questo modo si riconferma, unico<br />

esempio europeo, a promuovere il proprio<br />

brand agroalimentare attraverso l’arte<br />

contemporanea grazie al contributo di<br />

Artissima e al sostegno di giovani artisti<br />

italiani. Giuseppe Abate ha presentato<br />

un progetto che si articola in tre ambienti,<br />

omaggio a una parte della ricchissima natura<br />

che caratterizza il <strong>Piemonte</strong> e all’attenzione<br />

che la regione ha dedicato negli<br />

anni alla salvaguardia e alla costituzione<br />

44<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


di aree naturali. L’artista ha preso ispirazione<br />

direttamente da soggetti reali che,<br />

semplificati, si trasformano in un colorato<br />

insieme in cui un occhio attento può<br />

distinguere esemplari della fauna locale<br />

piemontese.<br />

Dall’anno 2010 sono ormai numerosi i<br />

giovani artisti che hanno rappresentato il<br />

<strong>Piemonte</strong> attraverso le loro opere e alcuni<br />

tra questi hanno poi avuto il meritato successo<br />

di critica e pubblico anche a livello<br />

internazionale. E’ il caso di: Valerio Berruti,<br />

Hilario Isola e Guglielmo Castelli, solo<br />

per citarne alcuni.<br />

INTORNO A VINITALY<br />

L’iniziativa di promozione del <strong>Piemonte</strong><br />

al Vinitaly non ha riguardato solo l’area<br />

interna al padiglione 10: come negli ultimi<br />

anni, nella zona esterna ai padiglioni è<br />

stato organizzato il Ristorante <strong>Piemonte</strong>,<br />

curato da grandi chef piemontesi stellati,<br />

Davide Palluda del Ristorante all’Enoteca<br />

di Canale d’Alba e Fabrizio Tesse<br />

della Locanda di Orta - Orta San Giulio;<br />

un modo per promuovere il vino e l’eccellenza<br />

agroalimentare piemontese.<br />

Nel corso della giornata di apertura del<br />

Vinitaly sono stati premiati i benemeriti<br />

della vitivinicoltura segnalati dalle<br />

Regioni; per il <strong>Piemonte</strong> la medaglia<br />

Cangrande è stata attribuita a Davide<br />

Beccaria titolare dell’omonima azienda<br />

vitivinicola di Ozzano Monferrato (Alessandria).<br />

Nel corso dei quattro giorni del Vinitaly<br />

sono state diverse le iniziative realizzate, ne<br />

ricordiamo alcune tra le più significative:<br />

- la presentazione dell’istituto ed il lancio<br />

della nuova Indicazione Geografica<br />

“Vermouth di Torino”;<br />

- la presentazione di Cheese <strong>2017</strong>;<br />

- l’importante evento sui cinquecento<br />

anni del Freisa con la degustazione di<br />

cinque Freisa, uno per ogni DOC;<br />

- la presentazione del docufilm “Barbera<br />

girls”;<br />

- le diverse iniziative riguardanti il territorio<br />

ed i suoi vini: Montelupo albese,<br />

Valbormida e il suo dolcetto, Vinum<br />

<strong>2017</strong>, Gavi, Canelli, il vitigno Ruchè,<br />

l’Erbaluce e la provincia di Torino, i<br />

Sorì del Moscato, Casale e la mostra fotografica<br />

“Vite”.<br />

IL SOSTEGNO AL SETTORE<br />

I nostri vini, apprezzati in tutto il mondo,<br />

costituiscono una grande risorsa economica<br />

e un simbolo del made in Italy e del “made<br />

in <strong>Piemonte</strong>”. La <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> è impegnata<br />

nel dare continuità al sostegno al comparto,<br />

soprattutto con le misure dell’OCM<br />

Vino, con una dotazione finanziaria di circa<br />

20 Meuro di cui 10 alla Misua, Promozione<br />

su Paesi terzi, investimenti, ristrutturazione<br />

e riconversione ed ancora con le diverse<br />

misure del nuovo PSR 2014-2020, tra cui la<br />

misura sulla Promozione agroalimentare<br />

che nel <strong>2017</strong> prevede finanziamenti per 4 milioni<br />

di euro - da cui deriva la partecipazione<br />

al Vinitaly <strong>2017</strong>. Questo evento come per gli<br />

altri anni, è il più importante appuntamento<br />

per i nostri produttori per consolidare e sviluppare<br />

contatti e contratti con gli operatori,<br />

per presentare quello che si fa sulla tutela e<br />

valorizzazione del vino e dei suoi territori,<br />

che sono una grande realtà economica produttiva<br />

e che contribuiscono ad accrescere<br />

l’immagine e l’accoglienza del <strong>Piemonte</strong>.<br />

Due chef stellati<br />

al Ristorante<br />

<strong>Piemonte</strong>:<br />

Davide Palluda<br />

e Fabrizio Tesse<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

45


VINI ECCELLENTI<br />

DELL’ALTO PIEMONTE<br />

UN TERRITORIO<br />

DA SCOPRIRE<br />

Alessandra Quaglia<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />

Direzione Gabinetto<br />

della Presidenza,<br />

Settore ufficio stampa<br />

e Nuovi media<br />

In forte aumento<br />

l’esportazione,<br />

oltre il 30%<br />

in più negli<br />

ultimi anni<br />

Due DOCG, Gattinara e Ghemme, e 8<br />

vini DOC, Boca, Bramaterra, Colline Novaresi,<br />

Coste della Sesia, Fara, Lessona,<br />

Sizzano, Valli Ossolane rappresentano il<br />

grande patrimonio vinicolo dell’Alto <strong>Piemonte</strong><br />

che si estende tra le Alpi e il Lago<br />

Maggiore, sulle colline delle province di<br />

Biella, Vercelli, Novara e Verbano Cusio<br />

Ossola. In queste terre vengono coltivati<br />

vitigni autoctoni di antiche origini e di<br />

grande pregio come il Nebbiolo o “spanna”<br />

per i locali, insieme ai vitigni Vespolina,<br />

uva Rara e Croatina, complessivamente<br />

900 ettari circa di superficie vitata. La<br />

qualità e l’unicità della produzione dei<br />

vini del nord <strong>Piemonte</strong> è dovuta al microclima<br />

e alla varietà di terreni, compresi<br />

tra il Monte Rosa e il fiume Sesia, diversi<br />

a secondo dell’area geografica, per i sedimenti<br />

marini, le pietre di origine vulcanica,<br />

una forte concentrazione di ferro e<br />

magnesio, e ancora per porfidi poveri di<br />

humus e friabili quasi come polvere.<br />

Le aziende vitivinicole sono rappresentate<br />

dal Consorzio tutela Nebbioli<br />

dell’Alto <strong>Piemonte</strong> che dal 1999 valorizza<br />

e promuove la conoscenza di questi vini<br />

a livello nazionale e internazionale. La<br />

presidente del Consorzio, Lorella Zoppis,<br />

sottolinea che “oggi la produzione vinicola<br />

dell’Alto <strong>Piemonte</strong> ha raggiunto livelli<br />

qualitativi d’eccellenza e noi produttori<br />

abbiamo acquisito la consapevolezza<br />

dell’appeal che le nostre denominazioni<br />

hanno per i consumatori nazionali e internazionali.<br />

Un potenziale testimoniato<br />

da un incremento delle esportazioni del<br />

30%, registrato solo negli ultimi 5 anni”.<br />

La Camera di Commercio di Novara<br />

evidenzia, attraverso i dati forniti dai<br />

produttori, un aumento del fatturato tra<br />

il 2015 e il 2016, che nel 56% dei casi viene<br />

realizzato con l’estero. In cima alla classifica<br />

dei principali Paesi di destinazione<br />

per l’export ci sono gli Stati Uniti, che<br />

assorbono un terzo dell’esportazione di<br />

46<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


Ghemme. Ogni anno il concorso enologico<br />

“Calice d’Oro dell’Alto <strong>Piemonte</strong>”,<br />

realizzato dalla Camera di Commercio di<br />

Novara in accordo con gli enti camerali<br />

di Biella e Vercelli e del Verbano Cusio<br />

Ossola, evidenzia le migliori produzioni<br />

enologiche della zona.<br />

PROMOZIONE IN CRESCITA<br />

Tra le iniziative promozionali di successo,<br />

“Taste Alto <strong>Piemonte</strong>” è stato l’evento<br />

che si è svolto ad aprile <strong>2017</strong> a Novara<br />

per far conoscere alla stampa specializzata<br />

le dieci denominazioni del territorio.<br />

Organizzato dal Consorzio insieme a<br />

Camera di Commericio, Atl, Comune di<br />

Novara, Fondazione Castello di Novara,<br />

Associazione italiana sommelier <strong>Piemonte</strong><br />

e sostenuto da <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, ha<br />

coinvolto 46 produttori che hanno potuto<br />

incontrare 38 giornalisti di settore provenienti<br />

da tutto il mondo e 60 rappresentanti<br />

della stampa nazionale. Oltre 1700<br />

persone, pubblico e operatori, hanno potuto<br />

degustare i doc e le DOCG ai banchi<br />

d’assaggio.<br />

La <strong>Regione</strong> si impegna a valorizzare i<br />

concorsi enologici e più in generale la viticoltura<br />

piemontese anche attraverso il<br />

Programma di sviluppo rurale, in particolare<br />

la misura 3.2 a sostegno della promozione,<br />

e attraverso la misura dell’OCM<br />

vino che sostiene la promozione dei nostri<br />

vini prestigiosi nei paesi extra UE con<br />

dieci milioni di euro di contributo, oltre<br />

alle altre importanti risorse che investe<br />

nella riconversione e ristrutturazione dei<br />

vigneti.<br />

Altra vetrina internazionale per i Nebbioli<br />

dell’Alto <strong>Piemonte</strong> è stata la 51° edizione<br />

del Vinitaly di Verona, alla quale<br />

hanno partecipato oltre 600 espositori<br />

piemontesi. Sotto la regia di <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />

Unioncamere <strong>Piemonte</strong> e consorzio<br />

<strong>Piemonte</strong> Land of Perfection sono state<br />

organizzate degustazioni e incontri per<br />

gli operatori del settore.<br />

Le attività di promozione vengono portate<br />

avanti anche dall’Enoteca regionale<br />

del Gattinara, la DOCG che assorbe 100<br />

ettari di vigneti del territorio e con una<br />

produzione annuale che si attesta intorno<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

47


alle 693.000 bottiglie. Le sue origini sono<br />

antichissime e strettamente legate alla<br />

zona, come si evince dal Catasto del 1679<br />

dove è registrato un dettagliato sistema<br />

di singoli vigneti. Fatto unico condiviso<br />

solo da poche altre regioni vinicole nel<br />

mondo, tra cui le Moselle e la Borgogna.<br />

“Qualità e peculiarità oggi sono apprezzate<br />

dai consumatori e l’interesse per i<br />

vini dell’Alto <strong>Piemonte</strong> ha raggiunto i<br />

mercati di Stati Uniti, Giappone, Regno<br />

Unito, Svizzera, Norvegia - sottolinea<br />

il neo presidente dell’Enoteca, Massimo<br />

Baglione – Proseguiamo a rilanciare<br />

la cultura del nostro vino abbinando le<br />

eccellenze agroalimentari e l’offerta culturale<br />

che offre il territorio. Oltre agli<br />

appuntamenti tradizionali della Festa<br />

dell’uva e Rosso di maggio, organizziamo<br />

nell’Enoteca regionale degustazioni con i<br />

sommeliers piemontesi”.<br />

Da oltre trent’anni la Festa dell’uva di<br />

Gattinara, nel mese di settembre, è un<br />

appuntamento consolidato che richiama<br />

80.000 persone, molti sono stranieri provenienti<br />

da Germania, Francia, Svizzera,<br />

Norvegia. Tre giornate di degustazioni<br />

e di appuntamenti culturali, musicali,<br />

conferenze legate al settore. “Rosso di<br />

Maggio” è l’evento che si svolge nell’ultima<br />

domenica di maggio in occasione<br />

di “Cantine aperte” quando le cantine di<br />

Gattinara aprono al pubblico. Quest’anno<br />

nell’Enoteca regionale oltre ai produttori<br />

di vino locali saranno ospitati i produttori<br />

di olio umbro.<br />

48<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


20 anni di<br />

DOCG Ghemme<br />

Il <strong>2017</strong> segna i 20 anni di riconoscimento<br />

DOCG per il Ghemme, avvenuto con<br />

Decreto Ministeriale nel maggio 1997.<br />

La ricorrenza è stata celebrata nel mese<br />

di febbraio a Roma nella sede del Ministero<br />

delle Politiche Agricole, Alimentari e<br />

Forestali, alla presenza del vice ministro: la<br />

denominazione di origine rappresenta un<br />

modello di crescita, un modello faticoso, che richiede dei costi, ma che è risultato vincente,<br />

come emerge dai dati sulle esportazioni. La DOCG del Ghemme rappresenta dunque un vanto<br />

per tutto il suo territorio e un elemento positivo per l’intero settore vitivinicolo italiano.<br />

Mappatura dei vigneti Gattinara DOCG<br />

Nel 2016 è stato realizzato un ambizioso progetto cartografico di mappatura dei vigneti della<br />

DOCG Gattinara “I cru di Enogea – Gattinara DOCG – Le vigne e le cantine”, promosso dal Comune<br />

di Gattinara e dall’Enoteca Regionale e realizzato grazie alla partecipazione e al sostegno<br />

economico dei produttori di Gattinara DOCG e di sponsor privati. Il progetto ideato e realizzato<br />

da Alessandro Masnaghetti, oltre alla mappa vigneto per vigneto, presenta una visualizzazione<br />

in 3D della cartografia dei vigneti.e comprende una descrizione del territorio.<br />

Una novità rispetto alle altre carte di Enogea è aver introdotto tre itinerari, che permettono, una<br />

volta in zona, di unire gli aspetti più tecnici a quelli turistici e di sfruttare così questa carta come<br />

una vera e propria guida al territorio. La mappatura dei vigneti di Gattinara segue quella di<br />

altri importanti territori del vino italiani ed europei come Barolo, Barbaresco, Chianti, Bordeaux,<br />

Sauternes e Barsac.<br />

Molte le iniziative<br />

di promozione in<br />

Italia e all’estero,<br />

organizzate<br />

dal Consorzio,<br />

l’Enoteca, la<br />

Camera di<br />

Commercio,<br />

i Comuni e<br />

sostenute dalla<br />

<strong>Regione</strong><br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

49


GLI ISTITUTI<br />

AGRARI<br />

UNA RISORSA<br />

PER IL FUTURO,<br />

UN PROGETTO<br />

DI COMUNICAZIONE<br />

Valentina Archimede<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />

Direzione Agricoltura<br />

Comunicare l’agricoltura oggi richiede una<br />

progettazione complessa. Non ci troviamo<br />

solo di fronte a un settore in evoluzione,<br />

nel quale stanno crescendo molti giovani<br />

che portano competenze qualificate e forti<br />

motivazioni, nel quale gli obiettivi di tutela<br />

ambientale stanno diventando patrimonio<br />

comune, ma ci troviamo a confronto con<br />

un mondo che ha molti attori e un pubblico<br />

crescente di spettatori attenti. La figura<br />

stessa dell’agricoltore è più diversificata: in<br />

virtù del ricambio generazionale, delle nuove<br />

competenze richieste, dei cambiamenti<br />

di mercato, i protagonisti si differenziano<br />

per età, formazione, aspirazioni. Allo stesso<br />

modo si sta ampliando e diversificando una<br />

fascia di cittadini che, pur estranei al settore,<br />

mostra attenzione per un contesto che, per<br />

ragioni storiche, sociali, antropologiche, è<br />

stato a lungo chiuso in se stesso e conosciuto<br />

solo superficialmente o marginalmente.<br />

In tempi recenti, grazie a un maggiore interesse<br />

diffuso per i temi ambientali, per i prodotti<br />

locali, per la riscoperta delle tradizioni<br />

e delle origini, per una fruizione più consapevole<br />

del territorio, molti cittadini si sono<br />

avvicinati al mondo agricolo e rurale.<br />

Un’esperienza interessante che la <strong>Regione</strong><br />

<strong>Piemonte</strong> sta avviando, nell’ambito del<br />

piano di comunicazione del Programma di<br />

sviluppo rurale 2014-2020, è un progetto di<br />

comunicazione, informazione e animazione<br />

rivolto agli Istituti agrari (Istituti tecnici superiori)<br />

del territorio piemontese.<br />

La collaborazione con gli Istituti Agrari è apparsa,<br />

sin dall’inizio, perfettamente naturale.<br />

Il target raggiungibile incrocia entrambi<br />

i filoni strategici per la comunicazione: gli<br />

studenti degli agrari rappresentano gli imprenditori<br />

agricoli, i tecnici e i consulenti<br />

del futuro, quel nucleo di giovani qualificati<br />

e motivati che stanno popolando il settore<br />

50<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


agricolo, alcuni dei quali proseguiranno gli<br />

studi in ambito universitario, anche specialistico.<br />

Dall’altro lato, gli studenti sono innanzitutto<br />

giovani cittadini, interessati e sensibili<br />

a questi temi, rispetto ai quali possono<br />

essere “moltiplicatori” di messaggi nei confronti<br />

delle loro famiglie e gruppi di coetanei.<br />

Altrettanto strategiche sono le figure degli<br />

insegnanti, che nel progetto svolgeranno<br />

il ruolo di mediatori/facilitatori di percorsi<br />

educativi e formativi individuali e di gruppo.<br />

IL PROGETTO<br />

Si tratta di un progetto di comunicazione,<br />

informazione e animazione sul Programma<br />

di sviluppo rurale 2014-2020 rivolto agli Istituti<br />

superiori con indirizzo agrario del territorio<br />

piemontese, coprogettato con gli Istituti<br />

stessi e concordato con l’Ufficio Scolastico<br />

Regionale del <strong>Piemonte</strong>. Si inserisce inoltre<br />

all’interno di un format proposto dalla Rete<br />

Rurale Nazionale. Intende fornire a docenti<br />

e studenti una conoscenza specifica e applicativa<br />

del PSR e delle politiche agricole comunitarie<br />

e favorire la loro partecipazione<br />

attiva nelle modalità e negli obiettivi.<br />

Gli Istituti agrari piemontesi sono complessivamente<br />

17 e coprono tutte le province piemontesi.<br />

Sono coordinati in rete attraverso la<br />

RIAP (Rete Istituti Agrari <strong>Piemonte</strong>si), collegata<br />

alla RENISA (Rete Nazionale). Il progetto<br />

è di carattere triennale e si articolerà<br />

negli anni scolastici <strong>2017</strong>/2018, 2018/2019,<br />

2019/2020 (il primo anno sarà inteso come<br />

avvio e sperimentazione).<br />

L’intero progetto è caratterizzato da un<br />

approccio comunicativo e partecipativo e<br />

segue un percorso a tappe, che permette, a<br />

partire da una formazione generale, di arrivare<br />

a sperimentare un progetto applicato,<br />

con meccanismi premianti, mirati a stimolare<br />

l’interesse dei partecipanti e a favorire il<br />

dialogo e lo scambio di esperienze. La parte<br />

prettamente formativa è mista, con momenti<br />

in presenza e utilizzo di piattaforme<br />

e-learning avanzate e di strumenti interattivi<br />

(webinar, chat, possibilità di realizzare e<br />

condividere propri materiali) messi a punto<br />

in collaborazione con Csi <strong>Piemonte</strong>. La formazione<br />

teorica si alterna con esperienze<br />

dirette sul campo, che coinvolgono aziende<br />

agricole beneficiarie del PSR e altri soggetti<br />

del territorio in qualità di testimonial.<br />

DAI DOCENTI AGLI STUDENTI<br />

Le attività vere e proprie saranno avviate<br />

con il nuovo anno scolastico, tra ottobre e<br />

dicembre <strong>2017</strong>, con un percorso formativo<br />

per docenti, in parte in aula, in parte in<br />

e-learning. La struttura e il taglio dei moduli<br />

e-learning saranno progettati a partire da un<br />

“assessment” delle competenze, sia digitali<br />

che di materia, ovvero un sondaggio preliminare<br />

on line per mirare in maniera più efficace<br />

i contenuti e la metodologia didattica.<br />

La formazione per gli studenti è un percorso<br />

realizzato totalmente in e-learning, utilizzando<br />

una piattaforma virtuale, svolto in<br />

classe con il supporto dei docenti precedentemente<br />

formati in qualità di tutor/facilitatori.<br />

Periodicamente verrà pianificato un “briefing<br />

day” o webinar, in cui studenti e docenti<br />

potranno, collegandosi contestualmente in<br />

momenti predefiniti, rivolgere domande ad<br />

esperti. Verranno inoltre monitorati l’efficacia<br />

del percorso formativo e la soddisfazione<br />

degli studenti coinvolti (attraverso sondaggi<br />

e “assessment”). I contenuti, incentrati<br />

sul Programma di sviluppo rurale, saranno<br />

focalizzati, in questo primo anno, sui temi<br />

agroambientali e avranno altri focus tematici<br />

negli anni successivi. Sono previsti test<br />

di valutazione intermedi e test finale. Il percorso<br />

formativo potrà essere riconosciuto<br />

quale credito formativo per i docenti e quale<br />

monte ore del progetto di alternanza scuola/lavoro<br />

per gli studenti dal 3° al 5° anno.<br />

Contestualmente si svolgerà la campagna<br />

informativa nei confronti delle aziende agricole<br />

per sensibilizzare le aziende stesse sulla<br />

possibilità di accogliere studenti degli Agrari<br />

all’interno di progetti di Alternanza Scuola<br />

Lavoro. Questo potrà favorire l’ampliamento<br />

della rete di aziende attive e disponibili, favorendo<br />

il contatto tra i soggetti formativi e<br />

le realtà produttive.<br />

SUL CAMPO<br />

Gli studenti più meritevoli in base al superamento<br />

del test di valutazione finale del<br />

percorso e-learning, selezionati in collaborazione<br />

con gli insegnanti, potranno acce-<br />

Finanziato con il<br />

PSR 2014-2020,<br />

il progetto di<br />

comunicazione,<br />

informazione e<br />

animazione è<br />

rivolto agli Istituti<br />

agrari (Istituti<br />

tecnici superiori)<br />

del territorio<br />

piemontese<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

51


dere a visite aziendali in giornata, organizzate<br />

presso aziende beneficiarie del PSR sul<br />

territorio.<br />

Agli studenti si chiederà di realizzare un<br />

breve video di pochi minuti, con semplici<br />

mezzi alla portata di tutti (smartphone) per<br />

raccontare l’esperienza vissuta e le lezioni<br />

apprese. I video saranno valutati e i vincitori<br />

parteciperanno al Rural Camp.<br />

Si tratterà di una settimana residenziale intensiva,<br />

in una sede da definire che ospiterà<br />

studenti, docenti ed esperti selezionati tra i<br />

più attivi nel corso dell’intero progetto.<br />

Durante la settimana verranno approfondi-<br />

TUTTI GLI ISTITUTI AGRARI<br />

DEL PIEMONTE<br />

- Istituto Tecnico Agrario Statale Luparia<br />

- Istituto Superiore Statale Leardi (AL)<br />

- Istituto di Istruzione Superiore Barletti - Ovada (AL)<br />

- Istituto Tecnico Agrario Penna - Asti<br />

- Istituto di Istruzione Secondaria Gae Aulenti - Biella<br />

- I.I.S. “Umberto I” Alba (CN) con sedi a Fossano, Grinzane,<br />

Verzuolo, Ceva<br />

- Istituto di Istruzione Superiore Virginio Donadio Cuneo<br />

- Istituto di Istruzione Superiore Giolitti Bellisario Mondovì<br />

(CN)<br />

- IPSASR Barbero - Ormea (CN)<br />

- Istituto di Istruzione Superiore Bonfantini - Novara<br />

- Istituto Professionale Agrario Baldessano Roccati<br />

Carmagnola (TO)<br />

- Istituto di Istruzione Superiore Vittone - Chieri (TO)<br />

- Istituto Tecnico Agrario Salesiano - Lombriasco (TO)<br />

- Istituto di Istruzione Superiore Prever - Osasco (TO)<br />

- Istituto di Istruzione Superiore Dalmasso<br />

Pianezza (TO)<br />

- IPSASR Fobelli - Crodo (VCO)<br />

- Istituto Tecnico Agrario Galileo Ferraris - Vercelli<br />

Il PSR DAY: UNA FESTA PER LANCIARE IL PROGETTO<br />

Il progetto di comunicazione con gli Istituti Agrari ha preso il via il 25 maggio <strong>2017</strong> con il “PSR day”, una giornata<br />

di anteprima e lancio del progetto che si è svolta nella sede dell’Istituto Umberto I di Alba, scuola capofila della Rete<br />

degli Agrari e Istituto più numeroso del <strong>Piemonte</strong>. Alla giornata sono stati invitati tutti gli istituti piemontesi e hanno<br />

partecipato 12 scuole, grazie a un servizio di bus navette organizzate dalla <strong>Regione</strong> per garantire il trasporto a docenti<br />

e studenti. Alla presenza dell’Assessore all’Agricoltura e dei dirigenti della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, di un rappresentante<br />

dell’Ufficio Scolastico Regionale e dei dirigenti dell’Istituto ospitante, è stato illustrato nel dettaglio il progetto. Inoltre,<br />

ogni scuola ha presentato la propria realtà formativa e produttiva, con ottima capacità da parte degli studenti di raccontare<br />

la propria esperienza, dimostrando passione e impegno per le proprie attività.<br />

Il momento di ristoro a buffet, curato in collaborazione con l’Istituto Cillario Ferrero di Neive (CN), ha visto anche la<br />

presentazione e degustazione di prodotti, vino, birra artigianale, proposti dai singoli Istituti.<br />

52<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


ti temi PSR, coinvolte aziende beneficiarie<br />

in qualità di testimonial, e condotti gruppi<br />

di lavoro in forma laboratoriale per arrivare<br />

a elaborare un progetto applicativo, simulando<br />

una domanda e un business plan di<br />

insediamento giovani, investimenti e interventi<br />

di sostenibilità ambientale.<br />

L’ALTERNANZA SCUOLA<br />

LAVORO, UN’OPPORTUNITA’<br />

PER LE AZIENDE AGRICOLE<br />

L’alternanza scuola lavoro (ASL) è una delle innovazioni<br />

più significative introdotte dalla legge 107 del<br />

2015, cosiddetta “La Buona Scuola”.<br />

Il percorso di alternanza scuola-lavoro offre agli studenti<br />

l’opportunità di inserirsi in contesti lavorativi<br />

adatti a stimolare la propria creatività. La comprensione<br />

delle attività e dei processi svolti all’interno di<br />

una organizzazione permette ai giovani di acquisire<br />

consapevolezza del contesto in cui lavorano e di cogliere<br />

al meglio le opportunità che si presentano.<br />

Lo studente in alternanza non è un lavoratore ma apprende<br />

competenze coerenti con il percorso di studi<br />

scelto in realtà operative.<br />

Anche per le aziende agricole questo strumento può<br />

essere un’opportunità interessante per dare agli studenti<br />

degli Istituti Agrari l’occasione di fare esperienza<br />

all’interno di un contesto reale e concreto.<br />

Per maggiori informazioni sull’Alternanza Scuola Lavoro<br />

(ASL):<br />

www.istruzione.it/alternanza/index.shtml<br />

Le imprese che intendono offrire periodi di alternanza<br />

a studenti della scuola di secondo grado si<br />

devono iscrivere al Registro per l’alternanza scuola-lavoro<br />

per darne evidenza.<br />

L’iscrizione è gratuita ed è aperta a tutti i soggetti<br />

già presenti nel Registro Imprese: imprese individuali,<br />

società di capitali e di persone o altre forme<br />

giuridiche.<br />

La procedura si svolge esclusivamente on-line sul<br />

sito: scuolalavoro.registroimprese.it<br />

a cura delle Camere di Commercio.<br />

Al medesimo link sono indicati i requisiti che le aziende<br />

devono avere e sono consultabili guide e video<br />

tutorial.<br />

Oltre alla registrazione, è possibile prendere contatto<br />

diretto con gli Istituti Agrari della propria zona.<br />

L’istituto scolastico provvede ad individuare le imprese<br />

disponibili all’attivazione dei percorsi di alternanza,<br />

a progettare il percorso da realizzare e a<br />

stipulare le apposite convenzioni.<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

53


Inizia con questo numero una serie di schede e interviste sugli<br />

Istituti Agrari del <strong>Piemonte</strong>, che passerà in rassegna le diverse realtà.<br />

ISTITUTO UMBERTO I° – ALBA<br />

INTERVISTA ALLA DIRIGENTE SCOLASTICA<br />

ANTONELLA GERMINI<br />

A cura di<br />

Rossella Foriero<br />

CSI <strong>Piemonte</strong>/<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />

L’Istituto Umberto I occupa la sede attuale di corso Enotria dal 1899, dove si trova anche l’azienda<br />

viticola annessa, oggi “polmone verde” di circa 10 ettari all’interno della città di Alba, ai<br />

piedi del patrimonio UNESCO di cui le Langhe fanno parte. Nel corso degli anni l’istituto ha attraversato<br />

tutte le riforme del sistema scolastico, mantenendo però sempre la sua caratteristica<br />

di scuola per l’Enologia nella sede di Alba e trasformandosi in un Istituto di Istruzione Superiore<br />

che rimane l’unico della provincia ad avere indirizzi di studio esclusivamente in ambito agrario.<br />

Nella sua attuale configurazione l’IIS “Umberto I” è costituito, oltre che dalla sede centrale di<br />

Alba, dalle sedi di Fossano, Grinzane, Verzuolo.<br />

Come nasce l’istituto?<br />

Nasce per Regio Decreto nel 1881 come “Regia Scuola per la viticoltura ed enologia” allo scopo<br />

di “emancipare i vignaiuoli da quel secolare empirismo che è nemico di ogni progresso” sotto la<br />

spinta del Comizio Agrario appoggiato dal Ministro albese Michele Coppino, da P.C. Rolando e<br />

con il fattivo contributo del Comune e della Provincia di Cuneo, terza scuola enologica in Italia<br />

dopo Conegliano Veneto ed Avellino.<br />

Come è strutturato?<br />

Gli iscritti sono circa un migliaio, per un totale di 45 classi. I docenti sono 140, il personale non<br />

docente è composto di 47 unità.<br />

Presso la sede di Alba si trova l’Istituto Tecnico, indirizzo Agraria Agroalimentare e Agroindustria,<br />

articolazione Viticoltura ed Enologia. È inoltre attivato un sesto anno riservato ai diplomati in<br />

viticoltura ed enologia che permette di conseguire la specializzazione e il titolo di “enotecnico”.<br />

L’estensione dell’azienda è di 10 ettari di cui circa otto coltivati a vigneto specializzato. Vengono<br />

coltivati oltre 30 vitigni, comprendenti sia varietà internazionali che rappresentative del<br />

territorio nazionale e, soprattutto locale, fra cui: Dolcetto, Nebbiolo, Barbera, Brachetto, Freisa,<br />

Moscato, Arneis, Favorita, Cortese. Nell’azienda inoltre sono presenti una collezione di vitigni<br />

piemontesi e liguri, un vigneto di piante madri portinnesti, un noccioleto e un vigneto sperimentale<br />

di cloni resistenti. Lo scorso anno la cantina sperimentale della scuola, che trasforma<br />

la quasi totalità delle uve dell’Istituto, ha prodotto 455 hl di vino (Dolcetto e Barbera d’Alba,<br />

Langhe Rosso, Nebbiolo, Barolo, Arneis, Chardonnay, Spumante Brut) per un totale di 36.000<br />

bottiglie. Ad Alba è inoltre presente un laboratorio analisi conto terzi, regolarmente accreditato,<br />

che fin dal 1933 è al servizio delle aziende del territorio per l’attività di certificazione ufficiale<br />

per l’esportazione. La sede di Grinzane ospita l’Istituto Professionale, indirizzo Servizi per l’agricoltura<br />

e lo sviluppo rurale, opzione Valorizzazione e commercializzazione dei prodotti del<br />

territorio. L’azienda è costituita da circa 12 ettari, di cui 8,5 destinati alla produzione di uve,<br />

principalmente Nebbiolo e il resto a seminativo e all’importante “vigneto catalogo”, collezione<br />

sperimentale di antiche varietà piemontesi in collaborazione con il CNR. La sezione possiede<br />

inoltre un frutteto e un orto didattico e una serra per la coltivazione di piante ornamentali, da<br />

orto e officinali.<br />

A Fossano si trova l’Istituto Professionale, indirizzo Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale,<br />

opzione Valorizzazione e commercializzazione dei prodotti del territorio. Possiede un’azienda<br />

di oltre 5 ettari coltivata a cereali, frumenti, soia, orzo, orzo da birra, luppolo, colture in serra.<br />

Sono inoltre presenti un impianto per la conservazione del germoplasma di vecchie varietà di<br />

pero, un impianto per il mantenimento del germoplasma di vecchie varietà di mais vitreo, un<br />

54<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


incubatoio ittico di valle, caseificio e microbirrificio.<br />

L’Istituto Tecnico, Settore Tecnologico, indirizzo Agraria Agroalimentare e Agroindustria, articolazione<br />

Produzioni e trasformazioni e Gestione dell’Ambiente e del Territorio, sito a Verzuolo,<br />

ha una azienda di 10 ettari circa coltivati a frutteto, uliveto, noccioleto, piccoli frutti. L’Istituto<br />

gestisce inoltre il vigneto “La Bicocca”, antica collezione di vitigni saluzzesi. Il laboratorio di<br />

trasformazione succhi dell’Istituto trasforma ogni anno circa 1200 quintali di mele, sia proprie<br />

che per conto terzi, per un totale di circa 60.000 bottiglie di succo limpido.<br />

Quali sono i suoi punti di forza?<br />

La ricerca continua della qualità e dell’innovazione, il legame con la radicata tradizione del<br />

settore agricolo, con il territorio e la sua valorizzazione, sono i fattori che caratterizzano l’offerta<br />

formativa dell’Istituto Umberto I, a partire dalla profonda conoscenza del territorio, dalla<br />

presenza di consolidate reti di collaborazione tra il sistema educativo/formativo, il sistema produttivo<br />

e le istituzioni. Le azioni dell’Istituto sono quindi rivolte a sostenere l’innovazione e il<br />

trasferimento tecnologico, promuovere l’inserimento dei giovani verso le professioni tecnico<br />

agrarie, promuovere lo spirito imprenditoriale, con particolare riferimento alle dimensioni della<br />

trasformazione, del controllo, della qualità, del marketing, la salvaguardia dell’ambiente.<br />

Molte sono le reti e le convenzioni tra l’istituto e le associazioni di categoria - L’Umberto I, capofila<br />

della rete regionale degli istituti agrari del <strong>Piemonte</strong>, fa parte anche della rete nazionale<br />

delle scuole agrarie. Inoltre, la sede di Alba (Scuola Enologica), con articolazione Viticoltura ed<br />

Enologia è parte integrante della rete delle scuole enologiche italiane ed europee.<br />

Da dove arrivano gli studenti?<br />

Gli allievi provengono prevalentemente dall’hinterland delle varie sedi e la loro estrazione può<br />

ritenersi per più della metà da famiglie già inserite nelle filiere agroalimentare e vitivinicola.<br />

Presso la sede di Alba sono presenti anche studenti provenienti anche da fuori provincia e fuori<br />

regione, che fanno la scelta di frequentare un indirizzo specifico come quello enologico presso<br />

una scuola storica di comprovato valore.<br />

Quali sono i principali progetti realizzati?<br />

La scuola porta avanti numerosi progetti di collaborazione, sperimentazione e ricerca, tra cui:<br />

Progetto RESEE (Rete Scuole Enologiche Europee), Fiera Internazionale del Tartufo bianco di<br />

Alba, Tirocini formativi Erasmus+, ViniVeri (gestione avanzata del vigneto in collaborazione con<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>). Svolge inoltre attività di: microvinificazione, prove sperimentali su tipologie<br />

di uve, metodologie di lavorazione, reimpiego dei sottoprodotti della vinificazione, prove di saggio<br />

di prodotti fitosanitari su vite, prove di tappatura, promozione del consumo di frutta nelle<br />

scuole, manutenzione aree verdi per il Comune di Alba.<br />

Altre iniziative, con una forte impronta sociale e di impegno sul territorio sono la realizzazione<br />

del vino “Valelapena”, prodotto nella cantina dell’Istituto con uve coltivate dai detenuti presso<br />

la casa circondariale di Alba, e la donazione alla Fondazione Nuovo Ospedale di 150 litri di<br />

Barolo ogni anno, in bottiglie speciali che la Fondazione mette all’asta per la raccolta fondi.<br />

Come funziona l’alternanza scuola-lavoro e quali sono i casi di<br />

maggiore successo?<br />

Le attività di alternanza scuola lavoro vengono svolte sia durante l’anno scolastico che durante<br />

il periodo di sospensione delle attività didattiche, presso le aziende della scuola e presso le circa<br />

300 aziende e enti con cui l’Istituto ha stipulato convenzioni.<br />

Tra i principali sbocchi professionali: gestione di aziende agricole, viticole, enologiche, florovivaistiche,<br />

imprenditore agricolo, libero professionista o tecnico presso associazioni di categoria<br />

e enti, aziende agricole, cooperative, laboratori di analisi chimiche, aziende che si occupano di<br />

tecnologie viticolo-enologiche ed agroalimentari.<br />

Per maggiori informazioni: http://iisumbertoprimo.it/<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

55


ISTITUTO TECNICO AGRARIO<br />

“G.FERRARIS” – VERCELLI<br />

INTERVISTA ALLA PROFESSORESSA<br />

LELLA BASSIGNANA<br />

Nata come scuola per i figli degli agricoltori, negli ultimi 10 anni si è adeguata alle nuove<br />

esigenze di competenze richieste dalla riforma scolastica e dal territorio: oggi l’Istituto Tecnico<br />

Agrario “G.Ferraris” aiuta i giovani ad acquisire le competenze per trovare occupazione nei<br />

green jobs, i “lavori verdi” che spaziano dall’agricoltura all’alimentazione e alla ricerca, e che<br />

contribuiscono al miglioramento delle condizioni dell’ambiente o alla conservazione del patrimonio<br />

naturalistico.<br />

Come nasce l’istituto?<br />

L’Istituto Tecnico Agrario “G.Ferraris” è l’unico esistente nella provincia di Vercelli. Nasce come<br />

corso di istruzione agraria nel 1911, specializzandosi nel decennio successivo in due differenti<br />

indirizzi: operaio risiero e meccanico addetto alla risicoltura. Attualmente è frequentato da 300<br />

studenti, distribuiti su 3 sezioni.<br />

Come si articola il percorso formativo?<br />

Dopo il biennio unitario, gli studenti possono scegliere due indirizzi: Agrario (con particolare<br />

attenzione al settore risicolo), orto-florovivaistico e ambientale, o Agroindustria, con approfondimento<br />

sulle produzioni biotecnologie alimentari e, dallo scorso anno scolastico, anche su<br />

viticoltura ed enologia.<br />

Le attività laboratoriali sono il principale punto di forza dell’istituto:<br />

• il laboratorio di Scienze Agrarie è dotato di apparecchiature scientifiche moderne con programmi<br />

di contabilità, piani di concimazione, quaderno di campagna, simulazioni dei fabbisogni<br />

idrici, dell’alimentazione zootecnica. Opera in stretto contatto con il laboratorio per la micropropagazione<br />

e con la camera di crescita;<br />

• il laboratorio di Chimica dispone di postazioni individuali e gascromatografo per le analisi;<br />

• il laboratorio di Informatica sviluppa progetti di robotica educativa e sperimentazione di applicazioni<br />

per i droni per l’agricoltura;<br />

• il Giardino di circa 1700 metri quadri antistante la scuola.<br />

Com’è organizzata l’azienda agricola dell’istituto?<br />

L’istituto dispone di una azienda agricola per le esercitazioni pratiche, la cascina “Le Boschine”,<br />

L’azienda è così organizzata:<br />

• frutteto didattico per gli esercizi di potatura e la sperimentazione delle tecniche di coltivazione<br />

a basso impatto ambientale. Il frutteto è principalmente coltivato a meli, ciliegi, caki e ha un<br />

impianto di vite;<br />

• orto didattico per la coltivazione di patate, zucche, cipolle, fragole, piante aromatiche e prove<br />

sperimentali di coltivazione del fagiolo della Villata;<br />

• bosco planiziale di farnie che rientra nel progetto “Bosco in città” e sta per essere attrezzato<br />

per visite rivolte ai cittadini;<br />

• aula di educazione ambientale dove si svolge il progetto “Vivi l’esperienza ortando con la<br />

tua classe: campus ortando”, ovvero un campo pratico alla scoperta della magia dell’orto, con<br />

56<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


laboratori creativi e sensoriali alla scoperta di sapori e tradizioni;<br />

• Museo dell’agricoltura e percorso didattico per gli alunni delle scuole provinciali,<br />

con gli allievi delle classi 3° dell’istituto come accompagnatori.<br />

Qual è il futuro lavorativo per i vostri studenti?<br />

L’attenzione verso il mondo del lavoro e la realizzazione di progetti di stage e avviamento<br />

professionale è anteriore all’alternanza scuola-lavoro, introdotta dalla<br />

Legge 107/2015. Da anni l’istituto organizza percorsi di stage in azienda.<br />

Tra i progetti più significativi:<br />

• “La spesa contadina sotto casa tua - Street farm: prodotti agricoli per strada”:<br />

la frutta e la verdura coltivate nel frutteto e nell’orto dell’azienda agricola dell’istituto<br />

vengono vendute ai cittadini sia in azienda che in uno spazio dedicato in<br />

città;<br />

• “NATURAL DETECTIVE”: percorsi nei laboratori di chimica e microscopia sulle<br />

biotecnologie e micropropagazione rivolti agli allievi delle classi terze, al fine di<br />

fornire loro gli strumenti per acquisire abilità di analisi, rinforzare le capacità di<br />

elaborazione ed esercitare la manualità.<br />

I percorsi sono progettati anche per i singoli allievi accompagnati dai genitori, che<br />

potranno così conoscere meglio l’offerta formativa dell’istituto;<br />

• “S.O.S. Giardino”: servizio di “cura” delle piante e progettazione di soluzioni<br />

idonee ad accogliere i bambini, rivolto alle pubbliche amministrazioni e alle scuole<br />

e realizzato da uno staff di allievi guidati da un docente.<br />

A testimonianza del rapporto sinergico con istituzioni del territorio, aziende, associazioni<br />

di categoria, collegi e ordini professionali, l’istituto è stato capofila del<br />

progetto “Il riso una risorsa salutistica da valorizzare”, una specializzazione post<br />

diploma (accreditata presso la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> come polo formativo per l’Istruzione<br />

e la Formazione Tecnica Superiore) della durata di 800 ore e che ha previsto<br />

240 ore di stage per permettere legami tra il mondo scolastico e le imprese locali.<br />

Ad oggi sono oltre 120 i soggetti che ospitano gli allievi dell’istituto in alternanza.<br />

Con le competenze acquisite, i ragazzi possono svolgere mansioni differenti, non<br />

solo quelle agricole “tradizionali”.<br />

Chimico ambientale, progettista verde, flower designer, valutatore di impatto ambientale,<br />

esperto in campo di rifiuti, consulente presso associazioni di produttori e<br />

di categoria, guida naturalistica: questi sono solo alcuni degli sbocchi professionali<br />

previsti.<br />

Ci sono esempi significativi di ex studenti che “ce l’hanno fatta”?<br />

Posso citare tre esperienze significative, che riguardano studenti non provenienti<br />

dal contesto agricolo ma molto abili nel valorizzare le competenze acquisite per<br />

creare il proprio futuro professionale.<br />

Il primo, dopo uno stage presso un’azienda florovivaista, ha avviato una attività<br />

autonoma che si occupa di progettazione e gestione di giardini pubblici e privati.<br />

Il secondo, dopo aver svolto per 3 anni consecutivi (nel periodo estivo) uno stage<br />

in un birrificio, è stato assunto ed attualmente è il mastro birraio dell’azienda.<br />

Il terzo, aver svolto uno stage in uno studio veterinario, ha proseguito gli studi<br />

iscrivendosi alla facoltà di veterinaria e oggi è la titolare di una clinica veterinaria<br />

con 6 collaboratori.<br />

Per maggiori informazioni<br />

http://www.iis-galileoferraris.it/wp/<br />

https://www.facebook.com/leBoschine/<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

57


COSA CI HA<br />

INSEGNATO IL PSR<br />

2007-2013?<br />

UNA SINTESI DELLA<br />

VALUTAZIONE FINALE<br />

Roberto Cagliero<br />

CREA<br />

Nicoletta Torchio<br />

Nuval/Ires <strong>Piemonte</strong><br />

Nicoletta Alliani<br />

Ipla spa<br />

Stefano Aimone<br />

Ires <strong>Piemonte</strong><br />

PERCHÉ PARLARE OGGI<br />

DELLA VALUTAZIONE DEL<br />

PSR 2007-2013?<br />

La valutazione finale del Programma<br />

di Sviluppo Rurale 2007-2013 1 (in gergo<br />

tecnico “ex post”) è stata presentata<br />

qualche mese fa, come previsto dalla<br />

regolamentazione comunitaria. Ci si può<br />

ora domandare se può essere utile disporre<br />

di una valutazione ex post quando<br />

è già stato avviato il nuovo PSR. La<br />

risposta è affermativa: la maggior parte<br />

delle misure mantengono una struttura<br />

molto simile nel susseguirsi dei PSR, per<br />

58<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


cui i risultati della valutazione rimangono<br />

in buona parte validi nel tempo. Inoltre<br />

la valutazione ex post può essere utile<br />

per un’eventuale riprogrammazione,<br />

come avvenuto nel precedente ciclo con<br />

il cosiddetto Health Check (una revisione<br />

importante dei Programmi avvenuta<br />

nel 2008 con una forte svolta ambientale).<br />

L’importante è che valutatore e Autorità<br />

di gestione collaborino realizzando<br />

un percorso di apprendimento reciproco<br />

e ricorsivo.<br />

Il PSR è una macchina molto articolata,<br />

con decine di misure e azioni diverse, rivolte<br />

a decine di migliaia di beneficiari.<br />

Di conseguenza, la valutazione è un’operazione<br />

complessa che richiede il ricorso<br />

a diverse metodologie di analisi e l’elaborazione<br />

di un’enorme mole di informazioni.<br />

Non tutti gli interventi, però, contribuiscono<br />

in egual misura agli effetti; è<br />

opportuno quindi concentrare lo sforzo<br />

sulle azioni più importanti in termini di<br />

spesa attivata, numero di beneficiari o<br />

superficie interessata. L’attività del valutatore<br />

ha trovato supporti essenziali nel<br />

sistema di monitoraggio amministrativo<br />

gestito dal CSI <strong>Piemonte</strong>, nel monitoraggio<br />

ambientale realizzato da IPLA spa e<br />

nella banca dati RICA sui bilanci delle<br />

aziende agricole gestita dal CREA.<br />

Vediamo ora i principali effetti del PSR<br />

2007-2013 del <strong>Piemonte</strong> in relazione<br />

ai grandi ambiti di intervento del Programma:<br />

competitività e innovazione<br />

(asse I), sostenibilità (asse II) e sviluppo<br />

delle aree rurali (assi III e IV). Saranno<br />

evidenziati sia i risultati positivi, che in<br />

qualche caso sono stati anche superiori<br />

alle aspettative, sia le criticità da cui<br />

trarre raccomandazioni per il futuro.<br />

GIOVANI E INVESTIMENTI:<br />

BUONI RISULTATI, QUALCHE<br />

CRITICITÀ<br />

Diciamo subito che il PSR 2007-2013 si<br />

è trovato davanti uno scenario imprevisto<br />

e più arduo di quello in cui era stato<br />

concepito, a causa del manifestarsi e del<br />

perdurare della crisi economica. Nonostante<br />

ciò ha ottenuto risultati positivi<br />

sotto il profilo economico. D’altra parte<br />

il settore agroalimentare, grazie alla sua<br />

natura anticiclica, ha sopportato meglio<br />

la recessione rispetto ad altri comparti<br />

produttivi. Attraverso la misura 121 le<br />

circa 5.000 aziende agricole beneficiarie<br />

hanno attivato investimenti per oltre<br />

400 milioni di euro e hanno visto aumentare<br />

il loro valore aggiunto lordo in<br />

misura apprezzabile (in media 20.000<br />

euro). Il 40% delle aziende ha introdotto<br />

nuove tecniche e/o prodotti e molte di<br />

esse hanno effettuato investimenti con<br />

finalità ambientali.<br />

Molto interessante la sinergia attivata<br />

dal “pacchetto giovani”, concepito per<br />

favorire la combinazione tra la misura<br />

112 (insediamento giovani) con altre opportunità<br />

del PSR. Grazie al pacchetto,<br />

ben il 30% dei beneficiari della misura<br />

121 ha contemporaneamente effettuato<br />

un insediamento: un risultato certamente<br />

favorevole al rilancio di aziende<br />

in occasione del ricambio generazionale.<br />

A questo proposito, la misura 112 ha<br />

supportato l’insediamento di circa 1.700<br />

giovani agricoltori, la metà dei quali nelle<br />

zone di collina e montagna, con una<br />

serie di effetti indiretti come il ringiovanimento<br />

del settore, l’innalzamento del<br />

1<br />

La valutazione del PSR 2007-2013 è stata<br />

affidata dall’Autorità di gestione al NUVAL (Nucleo<br />

di valutazione e verifica delle politiche) della<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, che ha attivato al suo interno<br />

un gruppo di lavoro, con il supporto metodologico<br />

dell’ex INEA (attualmente CREA). L’attività è<br />

stata supportata dal CSI <strong>Piemonte</strong> (monitoraggio<br />

amministrativo), IPLA spa (monitoraggio<br />

ambientale) e altri partner con competenze<br />

specifiche quali IRES <strong>Piemonte</strong> e IRCRES.<br />

La valutazione<br />

del PSR concluso<br />

può fornire<br />

importanti<br />

indicazioni per<br />

i Programmi<br />

attuali e futuri:<br />

la struttura<br />

è simile e le<br />

criticità possono<br />

suggerire<br />

miglioramenti<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

59


1700 giovani<br />

agricoltori hanno<br />

avviato o rilevato<br />

un’attività e<br />

il “pacchetto<br />

giovani” ha<br />

trainato gli<br />

investimenti<br />

livello di scolarizzazione degli operatori,<br />

una maggiore incidenza della componente<br />

femminile nel settore agricolo.<br />

Molto elevata l’incidenza dei giovani anche<br />

tra i fruitori di consulenze (misura<br />

114) e tra i partecipanti ai corsi di formazione<br />

finanziati dalla misura 111 (il 40%<br />

aveva meno di 40 anni).<br />

Le principali criticità emerse per la misura<br />

121 riguardano la scelta di operare<br />

prevalentemente su un ampio bando a<br />

inizio periodo, rivelatasi poco incisiva<br />

e caratterizzata da forti ritardi. Si dovrebbe<br />

in futuro ricorrere a bandi più<br />

distribuiti nel tempo e con criteri più selettivi,<br />

anche per evitare il meccanismo<br />

di scorrimento delle graduatorie che può<br />

abbassare l’efficacia dell’intervento. Per<br />

quanto concerne la misura di insediamento<br />

giovani, il valutatore ha suggerito<br />

un allargamento delle misure afferenti<br />

al “pacchetto” e, possibilmente, una<br />

distinzione negli interventi rivolti a imprese<br />

di nuova costituzione rispetto ai<br />

subentri in aziende già esistenti.<br />

Il PSR 2007-2013 ha agito in misura<br />

importante anche sul versante dell’agroindustria.<br />

La misura 123 ha prodotto<br />

investimenti complessivi per oltre 230<br />

milioni di euro, generando un incremento<br />

medio del valore aggiunto lordo del<br />

14% nelle imprese beneficiarie. La misura<br />

si è focalizzata sull’introduzione di<br />

nuovi prodotti, processi e tecnologie e<br />

sugli interventi finalizzati ai prodotti di<br />

qualità certificati. La misura 123 rappresenta<br />

un caso di attuazione positivo su<br />

vari fronti: efficacia dell’intervento, efficienza<br />

nell’implementazione, coerenza<br />

con i fabbisogni e selezione dei progetti.<br />

Per il futuro, il valutatore raccomanda<br />

di irrobustire la sinergia tra l’industria<br />

di trasformazione e la produzione agricola<br />

locale, per garantire una maggiore<br />

ricaduta dell’investimento anche su<br />

quest’ultima; infatti un importante limite<br />

del PSR 2007-2013, pur con alcune<br />

eccezioni, è stato quello di non riuscire<br />

a coordinare le misure di investimento<br />

in ottica di filiera.<br />

INNOVAZIONE E<br />

COMPETENZE, TRA<br />

VECCHIO E NUOVO<br />

Rispondendo almeno in parte alla criticità<br />

sopra segnalata, la misura 124 ha<br />

sostenuto l’attività di ricerca e sviluppo<br />

di nuovi prodotti e processi e ha apportato<br />

un contributo positivo allo sviluppo<br />

delle cooperazione tra imprese della<br />

filiera agricola e forestale. Grazie alla<br />

severa selezione, i progetti attuati sono<br />

risultati di qualità elevata e con interessanti<br />

effetti operativi. Il valutatore ha<br />

60<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


comunque evidenziato la necessità di<br />

un maggior coinvolgimento, anche dal<br />

punto di vista economico, delle imprese<br />

agricole nei progetti di cooperazione<br />

orientati all’innovazione, aspetto che<br />

si potrebbe sviluppare nella nuova programmazione<br />

con la misura 16.<br />

Anche il tema della formazione merita<br />

un approfondimento, dato il cruciale<br />

ruolo nell’aggiornare le competenze degli<br />

operatori in un contesto tecnico, economico<br />

e normativo in continuo cambiamento.<br />

La partecipazione ai corsi di formazione<br />

della misura 111 è stata nutrita (il<br />

14% del totale delle aziende piemontesi;<br />

in media ciascun operatore ha partecipato<br />

a 2 corsi). Sono state particolarmente<br />

numerose le partecipazioni ai<br />

corsi di gestione aziendale, tecniche di<br />

marketing e diversificazione aziendale.<br />

Inoltre, il 40% dei corsi verteva su<br />

argomenti di salvaguardia ambientale,<br />

gestione sostenibile del territorio e delle<br />

risorse naturali e il 16% ha avuto come<br />

oggetto un tema cruciale come la sicurezza<br />

sul lavoro. Il valutatore suggerisce,<br />

per l’attuazione futura della misura, di<br />

intercettare maggiormente gli operatori<br />

con più bassi livelli di scolarizzazione e<br />

Misura 214<br />

Azioni agroambientali ed interventi<br />

- Produzione integrata (az. 1)<br />

- Produzione biologica (az. 2)<br />

- Erbai e inerbimenti<br />

(impegni facoltativi previsti da az. 1 e 2)<br />

- Apporto di sostanza organica nel suolo<br />

(az. 3)<br />

- Conversione di seminativi in foraggere<br />

permanenti (az. 4)<br />

- Estensivizzazione dei pascoli (az. 6)<br />

- Gestione di elementi<br />

dell’agroecosistema (az. 7)<br />

- Conservazione della biodiversità nelle<br />

risaie (az. 9)<br />

di focalizzare gli interventi sulle mutate<br />

esigenze del settore, anche attraverso<br />

un’analisi accurata dei fabbisogni formativi<br />

del sistema agricolo.<br />

UN PSR “SOSTENIBILE” CON<br />

SPAZI DI MIGLIORAMENTO<br />

L’aspetto della sostenibilità era centrale<br />

nella strategia del PSR 2007-2013<br />

del <strong>Piemonte</strong>. Gli obiettivi ambientali<br />

erano perseguiti sia con misure “a premio”<br />

volte a incentivare comportamenti<br />

virtuosi, sia attraverso investimenti<br />

materiali. Tra le misure a premio è essenziale<br />

il ruolo svolto dalla 214: da sola<br />

ha canalizzato una spesa di 303 milioni<br />

di euro (oltre un quinto del budget del<br />

PSR) ed ha riguardato nel complesso oltre<br />

13.000 beneficiari su quasi 300.000<br />

ettari di superficie (un terzo delle aree<br />

coltivate del <strong>Piemonte</strong>).<br />

La misura 214 è articolata in numerose<br />

azioni; tra queste, alcune sostengono<br />

tecniche di produzione sostenibile (es.<br />

agricoltura biologica o integrata) altre<br />

incentivano specifici comportamenti.<br />

Nello schema seguente è riassunto, in<br />

forma semplificata, il legame tra le azioni<br />

della misura e i rispettivi ambiti di<br />

efficacia prevalente.<br />

Ambiti di efficacia prevalente<br />

- Riduzione degli imput<br />

- Conservazione e gestione sostenibile del<br />

suolo e del territorio (con effetti anche sul<br />

sequestro di gas serra)<br />

- Gestione di elementi naturali formi del<br />

paesaggio agrario e conservazione della<br />

biodiversità<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

61


Le azioni<br />

ambientali<br />

hanno raggiunto<br />

importanti<br />

risultati, ma si<br />

può agire di<br />

più in favore<br />

del suolo, del<br />

paesaggio e<br />

della biodiversità<br />

Sulla base del monitoraggio effettuato da<br />

IPLA spa, i migliori risultati sono stati raggiunti<br />

dalle azioni orientate alla gestione sostenibile<br />

del suolo e del territorio che, oltretutto, hanno<br />

anche comportato un’apprezzabile riduzione<br />

delle emissioni di gas serra. Di conseguenza, il<br />

valutatore ha suggerito di proseguire con azioni<br />

di questo tipo, affiancando in futuro nuove<br />

operazioni volte alla conservazione della struttura<br />

del suolo, come ad esempio la minima lavorazione<br />

e la semina su sodo. Inoltre rimane<br />

spazio per azioni principalmente finalizzate<br />

alla tutela e alla valorizzazione del paesaggio<br />

agrario tradizionale.<br />

La produzione integrata, in assoluto l’azione<br />

più seguita (127.000 ettari), ha mostrato una<br />

progressiva riduzione di efficacia nel tempo,<br />

a causa del fatto che tutti i disciplinari tecnici<br />

si stanno progressivamente avvicinando agli<br />

standard previsti per tale modalità di coltivazione.<br />

Tuttavia gli impegni facoltativi aggiuntivi<br />

quali gli inerbimenti si sono rivelati molto<br />

utili. Il monitoraggio ha inoltre confermato l’efficacia<br />

della produzione biologica (circa 12.000<br />

ettari) sia in termini di riduzione degli input<br />

chimici che di conservazione del suolo, raccomandandone<br />

la diffusione soprattutto negli<br />

areali intensivi. Le azioni volte alla conservazione<br />

della biodiversità, invece, non si possono<br />

considerare un successo. La gestione degli elementi<br />

dell’agroecosistema ha ricevuto pochissime<br />

adesioni, esito che il valutatore ha attribuito<br />

a complicazioni nelle tecniche di gestione<br />

e nelle istruttorie per l’ammissione a premio.<br />

Gli interventi volti alla conservazione della<br />

biodiversità nelle risaie, inoltre, hanno favorito<br />

specie alloctone piuttosto che autoctone, come<br />

invece sarebbe stato opportuno. Passando al<br />

ruolo giocato a favore della sostenibilità dalle<br />

misure a investimento, la 121 ha finanziato un<br />

numero cospicuo di investimenti finalizzati<br />

alla sostenibilità ambientale e al risparmio<br />

energetico, per un valore complessivo di quasi<br />

52 milioni di euro, di cui 17 milioni di contributo<br />

pubblico. Un terzo della spesa è stato usato<br />

per interventi volti alla prevenzione degli eventi<br />

calamitosi, negli ultimi anni sempre più frequenti<br />

a causa dei cambiamenti climatici (reti<br />

antigrandine e opere idriche e di sistemazione<br />

del terreno). Circa la metà degli investimenti ha<br />

riguardato interventi per il risparmio idrico e il<br />

rispetto delle normative sugli effluenti zootecnici.<br />

Inoltre, una quota significativa di risorse<br />

(17%) è stata utilizzata dalle aziende agricole<br />

per la produzione di energia da fonti rinnovabili,<br />

soprattutto attraverso impianti fotovoltaici.<br />

Anche tra gli investimenti effettuati dalle<br />

imprese agroindustriali (con la misura 123) una<br />

quota non trascurabile ha riguardato interventi<br />

connessi alla tutela dell’ambiente, al risparmio<br />

energetico (circa il 15% del totale della spesa) e<br />

al trattamento delle acque di scarico.<br />

LEADER PUÒ DARE VALORE<br />

AGGIUNTO NELLE AREE<br />

“DIFFICILI”<br />

Per quanto concerne lo sviluppo delle aree<br />

rurali, il PSR 2007-2013 ha inglobato al proprio<br />

interno l’approccio Leader (prima operante<br />

come programma a sé stante), basato sulla<br />

formazione di partenariati locali (GAL 2 ) e su<br />

programmi di sviluppo da questi impostati<br />

e gestiti. Inoltre il PSR ha previsto specifiche<br />

misure rivolte alle aree rurali, tra le quali le più<br />

rilevanti sono state la 322 (riqualificazione dei<br />

villaggi) e la 311 (diversificazione delle aziende<br />

agricole) .L’approccio Leader, che ha visto l’attivazione<br />

di 13 GAL con una popolazione coperta<br />

di 753.000 abitanti, si è confermato un metodo<br />

con forti elementi di interesse, riuscendo talora<br />

ad ottenere dalle misure del PSR risultati non<br />

raggiunti dai meccanismi attuativi ordinari. Ai<br />

GAL spetta il duplice compito di coinvolgere la<br />

comunità locale e, al contempo, di facilitare<br />

e coordinare lo sviluppo di progettualità “dal<br />

basso” da parte degli attori locali. Complessi-<br />

62<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


vamente, dopo un avvio difficoltoso, a partire<br />

dal biennio 2010-2011 l’attuazione ha mostrato<br />

una progressione costante, raggiungendo un<br />

elevato tasso di esecuzione finanziaria. I GAL<br />

hanno contribuito alla costruzione di un buon<br />

sistema di governance locale, gestendo la complessità<br />

amministrativa in modo efficiente anche<br />

se, secondo il valutatore, sono emerse difficoltà<br />

non direttamente imputabili all’operato<br />

dei GAL, quanto piuttosto alla disparità tra le<br />

risorse (umane ed economiche) a loro disposizione<br />

e gli adempimenti a loro carico.<br />

La valutazione ha fatto inoltre emergere importanti<br />

differenze tra i GAL nella capacità<br />

di favorire, da un lato, la partecipazione degli<br />

attori locali e, dall’altro, la nascita di visioni<br />

di sviluppo locale condivise. Queste capacità<br />

sono risultate essenziali per l’introduzione<br />

dell’approccio di filiera che, secondo il valutatore,<br />

rappresenta uno degli elementi di maggior<br />

successo di Leader in <strong>Piemonte</strong>. Passando<br />

agli interventi realizzati nell’ambito della misura<br />

322, questi hanno riguardato 35 borgate<br />

montane, selezionate attraverso una procedura<br />

complessa che ha inizialmente ritardato<br />

il percorso attuativo. Secondo il valutatore la<br />

misura, che ha riscontrato un notevole interesse<br />

nelle aree montane della nostra regione,<br />

ha contribuito a creare le infrastrutture necessarie<br />

alla riqualificazione della vita sociale ed<br />

economica dei villaggi, incidendo anche indirettamente<br />

sull’attrattiva turistica dei territori<br />

interessati. Si rileva tuttavia che l’insediamento<br />

di imprese nelle borgate che hanno beneficiato<br />

della misura non si è attestato sui livelli attesi.<br />

Tra le misure concepite per la rivitalizzazione<br />

delle aree rurali, si segnala infine la 311 (diversificazione)<br />

che ha finanziato 349 beneficiari i<br />

quali, in genere, hanno affiancato l’attività agrituristica<br />

a quella di produzione agricola. Tale<br />

orientamento può certamente supportare l’offerta<br />

turistica delle aree rurali, con proposte in<br />

linea con la richiesta di un turismo sempre più<br />

orientato verso le strutture extra-alberghiere.<br />

Tuttavia, è mancata l’occasione di introdurre<br />

forme più articolate di diversificazione, quali<br />

ad esempio lo sviluppo della filiera corta e i<br />

servizi rivolti alla comunità locale, in un’ottica<br />

di innovazione sociale.<br />

CONCLUSIONI<br />

Riassumere in poche parole finali l’esito di<br />

un programma articolato e complesso come<br />

il PSR non è cosa facile. In estrema sintesi,<br />

anche pensando al futuro, si può dire che il<br />

PSR 2007-2013 del <strong>Piemonte</strong> abbia centrato i<br />

propri obiettivi rispetto ai tre fronti strategici<br />

ai quali era rivolto (competitività, ambiente<br />

e territorio) anche tenuto conto delle risorse<br />

rilevanti ma non infinite a disposizione.<br />

Tuttavia, dalla valutazione del PSR è emerso<br />

chiaramente che è possibile un ulteriore salto<br />

di qualità del Programma a condizione di<br />

introdurre alcuni importanti correttivi: una<br />

programmazione più mirata e scandita nel<br />

tempo dei bandi e un maggiore impulso agli<br />

approcci coordinati e cooperativi, che potrebbero<br />

incrementare gli effetti del Programma,<br />

ad esempio con l’integrazione di filiera o con<br />

piani di azione agro ambientale mirati a specifici<br />

fabbisogni territoriali. Si tratta di temi<br />

che, almeno in parte, trovano nel PSR 2014-<br />

2020 della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> nuovi strumenti<br />

per essere affrontati.<br />

L’approccio Leader<br />

ha valorizzato le<br />

aree montane e<br />

collinari, favorendo<br />

le aggregazioni di<br />

filiera<br />

2<br />

Gruppi di azione locale<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

63


OSSERVATORIO STUDI E RICERCHE<br />

LA LEZIONE<br />

DEL 2016<br />

PER USCIRE<br />

DALLA CRISI<br />

UN ANNO DI DIFFICOLTÀ PER<br />

CEREALI E ZOOTECNIA INTENSIVA<br />

BUONE NOTIZIE<br />

DALL’EXPORT<br />

CRESCONO I<br />

GIOVANI UNDER 35<br />

Stefano Cavaletto<br />

Ires <strong>Piemonte</strong><br />

L’annata 2016 ha confermato le tendenze<br />

che caratterizzano l’agricoltura regionale<br />

dalla crisi del 2008 in poi.<br />

Si amplia sempre di più il solco tra due<br />

agricolture molto differenti tra loro: soffrono<br />

maggiormente le produzioni di<br />

commodity (materie prime), più esposte<br />

alle oscillazioni dei mercati, vanno meglio<br />

le produzioni più qualificate, orientate<br />

all’export o inserite nei circuiti di valorizzazione<br />

delle produzioni locali. A livello<br />

territoriale è l’agricoltura di pianura ad<br />

essere oggi più in difficoltà a causa delle<br />

frequenti crisi di mercato che colpiscono<br />

i settori che vi si concentrano: le coltivazioni<br />

cerealicole, la zootecnia intensiva,<br />

alcune produzioni orticole.<br />

Uno sguardo d’insieme sul complesso<br />

mercato delle commodity si può osservare<br />

grazie al FAO Food Price Index, l’indice<br />

creato dalla FAO in cui vengono messi a<br />

confronto i prezzi delle materie prime di<br />

origine agricola sulle principali piazze<br />

mondiali.<br />

Già ad una prima occhiata emergono alcune<br />

indicazioni: l’indice generale cresce<br />

64<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


per tutto il 2016, sospinto in particolare<br />

dallo zucchero che nel corso dell’ultimo<br />

anno ha registrato una vera e propria impennata:<br />

+34% rispetto al 2015, +58% solo<br />

tra gennaio e ottobre 2016.<br />

Tra le motivazioni di questo aumento<br />

spiccano due fattori, il calo produttivo registrato<br />

in alcuni paesi dell’America Latina<br />

a causa di un clima sfavorevole e la speculazione<br />

da parte di un grosso acquirente<br />

asiatico che solo nel 2016 ha acquistato,<br />

sul mercato dei futures, l’8% dell’intera<br />

produzione globale (fig.1).<br />

La crisi più grave, nell’ultimo triennio,<br />

ha riguardato il mercato dei cereali che<br />

dal 2012 vede salire i volumi e gli stock<br />

e contemporaneamente scendere i prezzi.<br />

Nel 2016 si sono registrati surplus di<br />

offerta in tre tra i principali paesi produttori:<br />

Ucraina, Brasile e USA. Secondo<br />

le previsioni della FAO l’annata in corso<br />

sarebbe la quarta consecutiva in cui gli<br />

stock mondiali aumenteranno, provocando<br />

ancora una volta una forte instabilità<br />

nel settore (fig.2).<br />

Per le aziende italiane arrivano notizie<br />

migliori sul fronte dei costi, infatti i listini<br />

relativi alle materie prime acquistate dagli<br />

agricoltori sono calati durante tutta l’annata.<br />

A trainare verso il basso quest’indice<br />

nel 2016 sono stati soprattutto i prodotti<br />

energetici (-10%) ma quasi tutte le voci<br />

hanno registrato andamenti negativi con<br />

variazioni tra l’1% e il 3%. Per il <strong>2017</strong>, tuttavia,<br />

si prevede una ripresa a causa dell’aumento<br />

del prezzo del greggio, oggetto di<br />

un intervento di contenimento delle produzioni<br />

da parte dei paesi OPEC (fig.3).<br />

Leggendo i dati strutturali dell’agricoltura<br />

regionale emerge una sostanziale tenuta ma<br />

colpiscono alcuni cambiamenti interni. Calano<br />

le aziende agricole ma nel 2016 vi è stato<br />

un rallentamento (-0,45%) probabilmente<br />

grazie al nuovo bando del PSR dedicato all’insediamento<br />

di nuove aziende gestite da giovani<br />

sotto i 40 anni. Emerge, infatti, un buon<br />

Soffrono<br />

maggiormente<br />

le “commodity”,<br />

ovvero le<br />

materie prime,<br />

vanno meglio<br />

le produzioni<br />

qualificate<br />

Figura 1<br />

Quotazioni delle<br />

materie prime<br />

agricole sui mercati<br />

internazionali.<br />

L’indice creato dalla FAO<br />

mette in risalto i prezzi<br />

ripartiti per categoria<br />

merceologica.<br />

Il valore 100 è calcolato<br />

sulla media del periodo<br />

2002-2004.<br />

Fonte: FAO<br />

Figura 2<br />

Cereali: gli stock<br />

a livello mondiale<br />

continuano a crescere.<br />

Il volume totale di cereali<br />

prodotti nel 2016, secondo<br />

le previsioni della FAO,<br />

ammonta a 2.600 milioni<br />

di tonnellate, in crescita<br />

dello 0,3%.<br />

Fonte: FAO<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

65


Figura 3<br />

Ragione di scambio<br />

dell’agricoltura.<br />

Confronto tra prezzi<br />

pagati agli agricoltori e<br />

costi sostenuti. Il valore<br />

100 è ottenuto dalla<br />

media dell’anno 2010.<br />

Fonte: Elaborazioni Ires <strong>Piemonte</strong> –<br />

Prospera su dati Ismea<br />

Figura 4<br />

Numero di aziende<br />

agricole in <strong>Piemonte</strong>.<br />

Dati in valore assoluto,<br />

imprese in attività. Dalla<br />

banca dati della Camera<br />

di Commercio di Torino.<br />

Fonte: Movimprese<br />

Figura 5<br />

Saldo della bilancia<br />

commerciale<br />

dell’agroalimentare<br />

piemontese.<br />

Dati in milioni di euro.<br />

Fonte: Elaborazioni Ires <strong>Piemonte</strong> su<br />

dati Istat<br />

1<br />

Registro Imprese Camera di<br />

Commercio Industria Artigianato e<br />

Agricoltura<br />

andamento nella fascia più giovane: secondo<br />

i dati recentemente diffusi dalla Camera di<br />

Commercio di Torino le aziende guidate da<br />

giovani sotto i 35 anni rappresentano quasi il<br />

7% del settore e crescono rispetto allo scorso<br />

anno del 23,8%. 1<br />

Cresce il lavoro dipendente, in contrasto<br />

al calo fisiologico del numero di aziende<br />

agricole (-20% dal 2005). Il saldo tra le due<br />

categorie, secondo la banca dati dell’Inps,<br />

è positivo con un incremento di circa 3000<br />

unità nel decennio (fig.4).<br />

Per l’agricoltura piemontese le notizie migliori<br />

arrivano, ancora una volta, dall’export,<br />

che costituisce uno dei fattori di sviluppo<br />

per il nostro settore agroalimentare. Il solo<br />

settore primario ha fatto registrare un aumento<br />

delle esportazioni del 12,7% in valore,<br />

sostenute in particolare dal comparto relativo<br />

alle produzioni da colture permanenti<br />

66<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


(+10,9%) che rappresentano l’80% del totale.<br />

Il settore primario, tuttavia, rappresenta solo<br />

il 10% circa dell’intero agroalimentare in cui,<br />

invece, spiccano le produzioni di bevande,<br />

caffè e prodotti da forno. L’intero agroalimentare<br />

esporta prodotti per circa 5 miliardi<br />

di € nel 2016 e registra un incremento del<br />

2,4% rispetto al 2015. Molte delle materie<br />

prime usate in questi comparti sono importate<br />

ma il saldo della bilancia commerciale<br />

risulta comunque in attivo di circa 1 milione<br />

di € con un miglioramento dello 0,87%<br />

rispetto al 2015 (fig.5).<br />

LA SITUAZIONE NEI SETTORI<br />

Nel comparto cerealicolo, storicamente il<br />

più legato ai listini internazionali, dopo la<br />

grave crisi che ha colpito il grano, appare<br />

difficile la situazione del mais a causa di un<br />

deficit della bilancia commerciale (crescono<br />

i volumi in entrata) e un contemporaneo<br />

aumento dell‘offerta internazionale. In risposta<br />

sono diminuite le superfici coltivate<br />

in <strong>Piemonte</strong> (-2,7%), rispetto all’annata precedente.<br />

Ottimi segnali arrivano dalla vendemmia<br />

2016, giudicata in molti casi eccellente. La<br />

produzione è aumentata rispetto al 2015 del<br />

3,3% con 2,5 milioni di ettolitri. Un dato interessante<br />

riguarda il confronto con le altre<br />

regioni italiane, infatti il <strong>Piemonte</strong> rappresenta<br />

il 5% circa della produzione nazionale<br />

ma quasi il 18% dei volumi esportati. Questa<br />

differenza va ricercata nella vocazione piemontese<br />

per le produzioni di qualità, basti<br />

pensare che l’85% del prodotto possiede una<br />

denominazione di origine (DOC o DOCG).<br />

Gli operatori del settore segnalano anche un<br />

buon grado di rinnovamento sia anagrafico<br />

che produttivo con una spiccata vitalità<br />

in particolare nelle aree in cui si è diffusa<br />

la cosiddetta “economia del gusto”. Tra i<br />

problemi ancora da affrontare resta un’alta<br />

frammentazione produttiva ed una scarsa<br />

vocazione all’aggregazione commerciale in<br />

grado di andare sui mercati esteri con maggiore<br />

forza.<br />

Per la frutta fresca le notizie migliori arrivano<br />

dai frutteti, le peggiori dai mercati. Il<br />

2016 non ha registrato particolari problematiche<br />

dal punto di vista produttivo ad eccezione<br />

di un aumento del pericolo derivato<br />

dalle cimici asiatiche, la cui diffusione sarà<br />

da tenere sotto stretto controllo nel <strong>2017</strong>. Il<br />

settore dipende fortemente dall’andamento<br />

delle esportazioni, in particolare per mele e<br />

kiwi. La chiusura di un mercato importante<br />

come la Russia e i problemi in alcuni paesi<br />

del Nord Africa hanno ridotto in alcuni casi<br />

le quantità esportate. Va, comunque, sottolineato<br />

che negli ultimi anni vi è stata una<br />

forte diversificazione dei mercati esteri con<br />

un notevole aumento dei paesi interessati ad<br />

acquistare la nostra frutta. Ottima la stagione<br />

delle nocciole, prodotto che negli ultimi<br />

anni sta vivendo una fase molto favorevole,<br />

anche grazie al ruolo svolto dalla sua coltivazione<br />

nelle aree collinari marginali. Il princi-<br />

La crisi più grave<br />

per il settore<br />

dei cereali,<br />

bene il vino e le<br />

nocciole, ancora<br />

in difficoltà la<br />

zootecnia<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

67


L’evoluzione del<br />

settore latte,<br />

dopo l’abolizione<br />

delle quote,<br />

tra aiuti e segnali<br />

di ripresa<br />

pale punto di riferimento per questo mercato<br />

è la Turchia, maggiore produttore europeo e<br />

con una forte tradizione di export. Nel 2016<br />

i prezzi sono leggermente calati rispetto al<br />

2015 ma sulla scia delle annate precedenti<br />

vi è stato un notevole incremento sia in termini<br />

di superfici (+14%) che come numero<br />

di aziende (+11%). A livello territoriale ormai<br />

da alcuni anni la coltivazione di nocciole sta<br />

sostituendo la viticoltura ed ultimamente<br />

anche la frutticoltura nelle aree in cui queste<br />

coltivazioni soffrono di problemi legati al<br />

mercato o alla diffusione di gravi fitopatie.<br />

Per la zootecnia bovina le difficoltà maggiori<br />

arrivano da una dinamica dei consumi in<br />

forte calo. A livello nazionale il calo della spesa<br />

di carne bovina fresca da parte delle famiglie<br />

italiane raggiungerebbe il 6,8%, valore<br />

che ripete il già negativo andamento del 2015.<br />

Difficoltà simili stanno vivendo anche i comparti<br />

avicolo e suinicolo. A livello strutturale<br />

calano ancora le aziende che scendono di un<br />

altro 2% arrivando a 12.531 allevamenti censiti<br />

dall’Anagrafe Zootecnica Nazionale in <strong>Piemonte</strong>.<br />

Il numero di capi rimane pressoché<br />

invariato intorno ai 785.000, di cui la Razza<br />

<strong>Piemonte</strong>se costituisce circa il 40%. Anche<br />

in questo caso le strade da intraprendere per<br />

poter rilanciare il settore e aumentare la redditività<br />

aziendale sembrano essere una maggiore<br />

qualificazione del prodotto, attraverso<br />

il riconoscimento da parte dell’UE dell’Indicazione<br />

Geografica Protetta, una minore dipendenza<br />

dall’import di animali vivi ed una<br />

progressiva estensivizzazione dei pascoli.<br />

L’EVOLUZIONE NEL SETTORE<br />

DEL LATTE<br />

Tra settembre 2014 e febbraio <strong>2017</strong> il prezzo<br />

del latte alla stalla non ha mai superato i 40<br />

centesimi al litro.<br />

Nello stesso periodo la quantità prodotta<br />

ha continuato ad aumentare, sia in Italia che<br />

in <strong>Piemonte</strong>. In questo contesto, nel 2015 è<br />

giunto al termine il percorso di abolizione<br />

delle quote latte, deciso nel 2008.<br />

Al momento dell’avvio di questo percorso,<br />

definito di “atterraggio morbido”, l’Unione<br />

Europea non aveva però previsto che i consumi<br />

interni di latte sarebbero calati in misura<br />

preoccupante, che la produzione mondiale<br />

avrebbe ripreso a crescere e insieme ad<br />

essa anche la produzione interna.<br />

Tre fattori che combinati insieme hanno<br />

causato, a partire dal 2014, il crollo del prezzo<br />

del latte alla stalla (fig.6).<br />

L’introduzione delle quote era stata decisa<br />

nel 1983 per tutelare il mercato interno ed il<br />

prezzo del latte che minacciava il crollo di<br />

fronte ad un’espansione incontrollata.<br />

Negli anni precedenti, gli allora dieci Stati<br />

Membri avevano intrapreso una crescita produttiva<br />

che, secondo la CEE avrebbe causato<br />

in breve tempo un surplus produttivo ed un<br />

conseguente crollo dei prezzi. Inserendo le<br />

quote la produzione europea di latte è rimasta<br />

pressoché invariata ma nel corso di questi<br />

trent’anni il settore si è altamente evoluto<br />

con un notevole aumento della componente<br />

specializzata. Questo grazie al miglioramento<br />

delle tecnologie, all’aumento della resa<br />

produttiva per capo (dovuta sia all’alimenta-<br />

68<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


zione sia ad una più accurata selezione delle<br />

razze e dei capi), ed ad una sempre crescente<br />

concentrazione aziendale che hanno portato<br />

ad un calo costante del numero di capi<br />

(-38%). La stessa quantità di latte prodotta<br />

nel 1984, oggi è prodotta da meno della metà<br />

delle aziende (45%) con una notevole riduzione<br />

in termini di costi ed una crescente<br />

professionalizzazione del settore.<br />

Al momento della liberalizzazione delle<br />

produzioni, il delicato equilibrio che regolava<br />

il settore emergeva dai dati pubblicati da<br />

Eurostat. Il fabbisogno interno del settore<br />

era totalmente soddisfatto dalla produzione<br />

interna con 164,8 milioni di tonnellate<br />

prodotte e 165,3 di tonnellate consumate. Di<br />

queste, 152 erano utilizzate dalla fase di trasformazione<br />

(considerando anche la raccolta<br />

e produzione di latte fresco) e 13,4 reimpiegate<br />

dalle stesse aziende. L’export fuori UE<br />

incideva soltanto per lo 0,4%. Con una tale<br />

situazione, l’aumento dei volumi prodotti<br />

senza l’appoggio di una domanda in crescita,<br />

non poteva che causare un calo netto delle<br />

quotazioni.<br />

A settembre 2015, quando ormai la crisi era<br />

conclamata e il prezzo era sceso ben sotto i<br />

30 centesimi, la Commissione Europea ha<br />

varato un primo pacchetto di misure per<br />

sostenere le aziende in crisi e riequilibrare<br />

il mercato. Non solo il settore lattiero ma<br />

l’intero settore agricolo è stato oggetto di intervento,<br />

colpito nel suo insieme dalle continue<br />

oscillazioni dei mercati, da una carenza<br />

strutturale nell’affrontare le emergenze e<br />

dalle diverse crisi geopolitiche in alcune aree<br />

molto rilevanti per la nostra agricoltura. In<br />

questo primo pacchetto, oltre ad aiuti agli<br />

Stati Membri da destinare ai settori in difficoltà<br />

si ammetteva, tra le altre cose, l’ammasso<br />

privato di latte in polvere e di formaggio.<br />

A questo si sono poi succeduti altri due<br />

pacchetti, a marzo e a luglio del 2016, in cui<br />

si prevedeva, in casi di emergenza, la possibilità<br />

di autoriduzione della produzione.<br />

Anche in questo settore vi sono realtà che<br />

sono riuscite a limitare le conseguenze più<br />

negative della crisi. E’ il caso delle tre grandi<br />

DOP nazionali: il Parmigiano Reggiano, il<br />

Grana Padano e il Gorgonzola.<br />

Il sistema di regolazione dell’offerta gestito<br />

dai consorzi permette una programmazione<br />

più efficiente delle produzioni e quando il<br />

prezzo cala, anche a causa di fattori esterni,<br />

il consorzio può mettere in campo alcune<br />

strategie come una politica dei prezzi più<br />

aggressiva o una diminuzione temporanea<br />

delle produzioni. Il Parmigiano Reggiano,<br />

ad esempio, dopo tre anni di aumenti produttivi,<br />

nel 2013 ha stabilizzato la crescita su<br />

livelli leggermente inferiori a quelli dell’anno<br />

precedente rimanendo poi sugli stessi livelli<br />

per altri tre anni. Il prezzo, ridottosi nel<br />

biennio 2014/15, è ripartito con netto anticipo<br />

rispetto al prezzo del latte crudo, già a<br />

fine 2015, guadagnando il 21% nel solo 2016.<br />

I primi mesi del <strong>2017</strong> hanno comunque restituito<br />

un po’ di respiro all’intero settore. La<br />

produzione mondiale tra gennaio e marzo è<br />

calata dell’1% rispetto allo stesso periodo del<br />

2016 e il prezzo medio nell’UE è in crescita<br />

del 13% circa.<br />

Figura 6 - Produzione<br />

e prezzo del latte alla<br />

stalla.<br />

Quotazioni medie annue<br />

del latte crudo alla stalla in<br />

Lombardia. Dati in migliaia<br />

di tonnellate.<br />

Fonte: Elaborazioni Ires <strong>Piemonte</strong> –<br />

Prospera su dati Clal<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

69


CONOSCERE E<br />

VALORIZZARE<br />

IL PAESAGGIO<br />

PIEMONTESE<br />

ON-LINE LA NUOVA RIVISTA DIGITALE<br />

“PAESAGGIOPIEMONTE”<br />

Paola Gastaldi<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />

Direzione Ambiente,<br />

governo e tutela<br />

del territorio<br />

Il Settore Territorio e paesaggio della Direzione<br />

Ambiente, governo e tutela del territorio<br />

si occupa, tra l’altro, di pianificazione<br />

territoriale e paesaggistica e di valorizzazione<br />

del paesaggio. In quest’ultimo campo di<br />

interesse, il principale riferimento è rappresentato<br />

dalla legge regionale n. 14 del 16 <strong>giugno</strong><br />

2008 “Norme per la valorizzazione del<br />

paesaggio” che elenca le “attività di comunicazione<br />

e di sensibilizzazione della società<br />

civile e degli operatori pubblici e privati al<br />

valore del paesaggio tra gli strumenti necessari<br />

a perseguire le proprie finalità.<br />

In questo quadro, nel febbraio del <strong>2017</strong> il<br />

Settore Territorio e paesaggio ha lanciato il<br />

primo progetto di comunicazione organico<br />

dall’approvazione della legge, ossia la rivista<br />

on-line “Paesaggio<strong>Piemonte</strong>” e l’omonima<br />

newsletter (http://paesaggiopiemonte.regione.piemonte.it).<br />

L’obiettivo primario della rivista<br />

è l’estensione della conoscenza del paesaggio<br />

piemontese non solo nei suoi aspetti<br />

di eccellenza, già oggetto di valorizzazione<br />

culturale e turistica, ma nel suo complesso,<br />

anche grazie a una trattazione non spiccatamente<br />

specialistica ma il più possibile<br />

interessante per l’intera popolazione regionale.<br />

Rispetto al sito istituzionale dedicato<br />

al territorio e al paesaggio, la nuova rivista<br />

digitale, realizzata mediante il supporto tecnico<br />

di CSI <strong>Piemonte</strong> e perfettamente fruibile<br />

anche su dispositivi portatili, contiene<br />

un’ampia prevalenza di contributi esterni<br />

e dedica attenzione anche ad avvenimenti,<br />

pubblicazioni e appuntamenti di rilievo che<br />

si svolgono sul territorio regionale nonché<br />

all’espressione diretta dell’opinione di operatori<br />

del settore e cittadini che vivono e lavorano<br />

sui paesaggi piemontesi.<br />

DEFINIRE E TUTELARE<br />

IL PAESAGGIO<br />

Il paesaggio tutto, non solo nella sua accezione<br />

esteticamente aulica, di ascendenza<br />

romantica, che lo identifica nella “bella ve-<br />

70<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


duta”, è da tempo riconosciuto come un importante<br />

fattore della qualità della vita delle<br />

popolazioni. Nella definizione della Convenzione<br />

Europea del Paesaggio (2000) è restituito<br />

questo carattere omnicomprensivo, ed<br />

è abbandonata la sola accezione positiva:<br />

“Paesaggio” designa una determinata parte di<br />

territorio, così come è percepita dalle popolazioni,<br />

il cui carattere deriva dall’azione di fattori<br />

naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. In<br />

Italia, la tutela del paesaggio è garantita dalla<br />

Costituzione stessa, che la inserisce, all’articolo<br />

9, tra i principi fondamentali dello Stato<br />

e la collega ai diritti primari dei cittadini,<br />

con una formulazione particolarmente innovativa<br />

rispetto alle elaborazioni coeve.<br />

Il primo fondamentale passo per la tutela<br />

diffusa del paesaggio, declinata non solo<br />

in termini normativi ma anche “dal basso”,<br />

risiede quindi nel riconoscimento della sua<br />

importanza, poiché è noto che, nella coscienza<br />

comune, ci si rende conto del suo valore<br />

solo una volta che esso è perduto o irrimediabilmente<br />

compromesso. Difficilmente,<br />

tuttavia, un paesaggio scompare o si degrada<br />

dall’oggi al domani: i cittadini possono e<br />

devono essere partecipi dei suoi mutamenti,<br />

che devono essere resi il più possibile noti e<br />

condivisi. Le decisioni che incidono sul paesaggio<br />

devono essere assunte con l’apporto<br />

di tutti gli attori coinvolti, a partire da chi lo<br />

abita e quotidianamente vi agisce.<br />

COMUNICARE E CONOSCERE<br />

IL PAESAGGIO<br />

Il progetto di comunicazione Paesaggio<strong>Piemonte</strong><br />

è stato quindi avviato nella consapevolezza<br />

che occorre lavorare congiuntamente<br />

su almeno due livelli: da un lato il maggiore<br />

coinvolgimento di tecnici, amministratori e<br />

soggetti aventi un ruolo attivo nella conservazione<br />

e trasformazione del paesaggio; dall’altro<br />

la sensibilizzazione diffusa della cittadinanza<br />

- con una particolare considerazione<br />

per le scuole, a partire dalle primarie - così da<br />

sottrarre i temi paesaggistici alla sola trattazione<br />

di tipo specialistico e consolidare la sua<br />

caratterizzazione quale bene comune.<br />

In quest’ottica, i paesaggi agrari rappresentano<br />

un terreno di studio e di interesse privilegiato,<br />

nonché spesso esempi virtuosi di valorizzazione<br />

attiva. Il recente inserimento dei<br />

paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato<br />

tra i Patrimoni dell’Umanità UNE-<br />

SCO, unitamente alla modalità partecipata<br />

e condivisa con cui questo traguardo è stato<br />

raggiunto, ha infatti dimostrato come paesaggi<br />

che appartengono all’esperienza quotidiana<br />

di vita e di lavoro per molti cittadini<br />

e agricoltori piemontesi, se opportunamente<br />

preservati e gestiti, possono ottenere riconoscimenti<br />

paragonabili a quelli caratterizzati<br />

da emergenze monumentali o naturali.<br />

I paesaggi agrari<br />

rappresentano<br />

un terreno<br />

di studio e<br />

di interesse<br />

privilegiato<br />

PER CONSULTARE LA RIVI-<br />

STA ON-LINE “PAESAGGIO<br />

PIEMONTE” E ISCRIVERSI<br />

ALLA NEWSLETTER:<br />

http://paesaggiopiemonte.<br />

regione.piemonte.it<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


NOTIZIARIO<br />

Siglato l’accordo per una corretta utilizzazione<br />

della baraggia biellese<br />

Il territorio naturale conosciuto come baraggia si distende come una fitta brughiera caratterizzata<br />

da felci aquiline e brugo, alternata a vaste distese di prateria e querce solitarie ed è posizionata su un<br />

altopiano, offrendo splendidi scenari che mutano nei colori con il mutare delle stagioni.<br />

Il Baraggione che si estende fra Candelo, Massazza, Benna e Cossato è quello più vasto e conosciuto e<br />

costituisce un’insostituibile area di sosta e di approvvigionamento<br />

per le greggi che nel periodo primaverile si muovono<br />

verso le aree di monticazione ed in quello autunnale ritornano<br />

ai luoghi di svernamento, nonché una preziosa fonte di<br />

alimentazione per le mandrie allevate nelle cascine limitrofe.<br />

L’importanza di mantenere tale utilizzazione e l’opportunità<br />

di proseguire nella politica di convivenza tra le attività militari<br />

del Poligono di addestramento militare presente in loco<br />

ed enti e comunità territoriali ha portato alla sottoscrizione<br />

di un accordo per la coesistenza delle attività, siglato tra il<br />

Ministero della Difesa e l’Ente Gestore Delle Aree Protette del<br />

Ticino e del Lago Maggiore, di concerto con l’Agenzia del<br />

Demanio.<br />

L’Assessorato Agricoltura della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> si compiace<br />

del risultato ed evidenzia il valore del percorso intrapreso<br />

che trova nella forte volontà di collaborazione tra amministratori<br />

del bene pubblico la soluzione ad un bisogno<br />

antico e non sostituibile di legame tra le attività dell’uomo<br />

e le risorse naturali.<br />

Acque di cantina:<br />

un’opportunità che non tutti conoscono<br />

Le acque reflue di cantina, ossia derivanti dal lavaggio di impianti e attrezzature utilizzati per la vinificazione,<br />

possono essere utilizzate a fini agronomici o per la veicolazione dei prodotti fitosanitari con<br />

alcuni vantaggi per l’azienda agricola:<br />

• risparmio idrico<br />

• sostenibilità ambientale<br />

• risparmio economico<br />

Le aziende vitivinicole ed enologiche che intendono avvalersi di tale opportunita, prevista dal regolamento<br />

regionale 10/R/2007, devono presentare una COMUNICAZIONE SEMPLIFICATA (estremamente<br />

semplificata!) attraverso i CAA oppure in proprio alle seguenti condizioni:<br />

• essere iscritti all’anagrafe agricola del <strong>Piemonte</strong> ed aver aggiornato i propri dati<br />

• essere in possesso di una carta nazionale dei servizi (CNS) o della login e password, che si ottiene<br />

mediante registrazione sul portale www.sistemapiemonte.it<br />

72<br />

Agricoltura <strong>92</strong>


Presentata la ricerca storica<br />

“I giovani viticoltori dei Sorì”<br />

E’ stato presentata lunedì 10 aprile <strong>2017</strong> al Vinitaly di Verona, presso lo spazio istituzionale<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, la ricerca storica intitolata: “I giovani viticoltori dei Sorì. I vigneti storici<br />

della zona docg del Moscato d’Asti” di Lorenzo Tablino.<br />

Questa ricerca, effettuata grazie ad un contributo dell’Assessorato Agricoltura della <strong>Regione</strong><br />

<strong>Piemonte</strong> ed estesa alle tre provincie del territorio d’origine del Moscato d’Asti, ha coinvolto<br />

17 giovani viticoltori presenti nei comuni di Cossano Belbo, Camo, Castiglione Tinella, Santa<br />

Vittoria d’Alba, Strevi, Acqui, Santo Stefano Belbo, Mango e Neviglie.<br />

Ne è emerso la descrizione della particolarità di coltivare questi terreni: il termine Sorì, nella<br />

tradizione rurale, è infatti riferito ad una porzione di terreno a forte pendenza, in alcuni casi<br />

anche oltre il 40% e che porta alla necessità di terrazzare tali superfici coltivabili. La forte<br />

pendenza del terreno diventa quindi il fattore condizionante e che porta a una scarsa meccanizzazione<br />

dell’attività e alla prevalenza di lavori manuali, alla crescita del numero di ore<br />

lavorative, a rese in uva non elevate ma anche a una qualità del prodotto eccellente, data<br />

dalla felice esposizione ai raggi solari lungo l’arco della giornata e all’altitudine (350-450 mt<br />

slm di media).<br />

Il miele di bosco del monferrato e’ stato scelto<br />

dalla principale catena di supermercati svizzeri<br />

È prodotto dalla cooperativa astigiana Abello, con sede in frazione Casabianca, il miele di bosco scelto<br />

per il proprio assortimento dal Gruppo Migros, una delle aziende più grandi della Svizzera e la maggiore<br />

catena di grande distribuzione elvetica. L’offerta piemontese ha avuto la meglio su quelle dei produttori<br />

del resto d’Europa: a convincere Migros sono state in particolare le caratteristiche chimico-fisiche e<br />

organolettiche certificate del miele Abello. Il miele di bosco, conosciuto anche come “miele di melata”<br />

(sostanza zuccherina che si forma sulle parti verdi delle piante) è un particolare tipo di miele dal colore<br />

molto scuro, consistenza densa, gusto forte di caramello, elevato contenuto di sali minerali e il valore di<br />

conducibilità elettrica (dato che rivela la genuinità del miele e l’origine botanica del prodotto) più alto di<br />

tutti i mieli analoghi selezionati da Migros. Il progetto raccoglie l’approvazione dell’Assessorato all’Agricoltura<br />

della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> come risultato che dimostra una volta di più che qualità assoluta delle<br />

produzioni e radicamento sul proprio territorio sono le chiavi per un successo che, come in questo<br />

caso, soddisfa la richiesta di un cliente esigente e preparato quale il consumatore svizzero.<br />

Convegno finale del progetto<br />

“LIFE Helpsoil”<br />

Si è svolto giovedì 15 <strong>giugno</strong> il convegno finale del progetto LIFE HelpSoil dal titolo<br />

HelpSoil! Facciamo vivere i suoli per migliorare l’agricoltura di domani presso<br />

l’Auditorium Testori nella sede di <strong>Regione</strong> Lombardia a Milano. Il progetto Help-<br />

Soil, iniziato nel luglio 2013, ha visto il coinvolgimento di 20 Aziende agricole<br />

dimostrative, distribuite nelle 5 Regioni della pianura padano –veneta, allo scopo<br />

di mettere a confronto le tecniche convenzionali e le tecniche innovative dell’Agricoltura<br />

Conservativa. Il convegno finale è stata l’occasione per presentare i<br />

risultati di tali confronti ponendo attenzione ai temi valutati nel corso dei 4 anni di durata del progetto,<br />

tra cui le rese, i consumi idrici ed energetici, lo stock di carbonio organico e la biodiversità edafica. Sono<br />

state inoltre resi disponibili i prodotti finali del progetto tra cui le 20 schede descrittive di quanto accaduto<br />

e osservato nelle singole aziende e le Linee Guida per l’applicazione e la diffusione dell’Agricoltura<br />

Conservativa che illustrano le esperienze maturate nel corso del progetto.<br />

Per tutte le informazioni: www.lifehelpsoil.eu/<br />

Agricoltura <strong>92</strong><br />

73


REGIONE PIEMONTE | DIREZIONE AGRICOLTURA C.so Stati Uniti, 21 - 10128 Torino<br />

ASSESSORE<br />

Giorgio Ferrero<br />

Segreteria 011/4321680<br />

CANTINO Katia, CAPRA Cristina, DE SIMONE Amelia,<br />

FLORIANO Luciano, VALESIO Giuseppe,<br />

RICONOSCIUTO Giuseppe<br />

DIREZIONE<br />

Direttore: Gaudenzio De Paoli<br />

Segreteria 011/4321482<br />

Email: agricoltura@regione.piemonte.it<br />

PEC: agricoltura@cert.regione.piemonte.it<br />

ANICITO Francesca, BERTO Alessandra, BIANCO Roberto,<br />

CARACCIOLO Daniela, CROLLE Ludovica, DE FAZIO Rosetta,<br />

DOMINICI Claudia, FASSI Spartaco, FAVATA’ Paola, FERRERO<br />

Ezio, FERRERO Paolo, FOTIA Angela, FRASCELLA Patrizia,<br />

GUASCO Claudia, MARTINA Piera, MARTINO Marco, MAZZA<br />

Silvana, PAMPIRIO Giammarco, QUARTERO Natascia, SAVIO<br />

Cecilia, TESTA Fabrizio, TORASSO Susanna, TRAVAGLIA Daniela,<br />

TROMBETTA Laura, VALSANIA Maria, VILLANO Antonia,<br />

ZOLA Enrico<br />

SETTORE A1701A<br />

Produzioni agrarie e zootecniche<br />

Resp. di Settore Moreno Soster<br />

Segreteria 011/4324332<br />

PEC: produzioni.agricole@cert.regione.piemonte.it<br />

ANSALDI Nadia, BASSANINO Monica, BESSOLO Pierluigi,<br />

CELLINO Andrea, FALLANCA Domenica, LATINO Gianfranco,<br />

MARLIANI Rodolfo, MORATTO Martina, OTTONELLO Mara,<br />

PALMIERI Aurora, PARZANESE Emanuele, PIVA Elena, RASET-<br />

TO Paola, RIGONI Miriam, TERMINI Gianfranco, VITTONE<br />

Eugenio, VIZZANO Carmen<br />

SETTORE A1702A<br />

Conservazione e gestione della fauna<br />

selvatica e acquacoltura<br />

Resp. di Settore Paolo Balocco<br />

Segreteria 011/4321507<br />

Email: settore.cacciapesca@regione.piemonte.it<br />

APROSIO Paola, AUCIELLO Paola, CANE Silvana, CANNIZ-<br />

ZARO Alberto, GARZENA Marinella, LAVAGNO Mauro, MAR-<br />

CHETTO Sabrina, RAGNO Assunta, ZAMBRUNO Gian Paolo<br />

SETTORE A1703A<br />

Fitosanitario e servizi tecnico scientifici<br />

Resp. di Settore Pier Mauro Giachino<br />

Segreteria 011/4321473<br />

Email: piemonte.fitosanitario@regione.piemonte.it<br />

PEC: fitosanitario@cert.regione.piemonte.it<br />

BOCACCINO Giovanna (CEVA), BOSIO Giovanni, BOURLOT<br />

Giancarlo, BROCARDO Riccardo, CARISIO Loredana, CHERSI<br />

Catarina, COTRONEO Alba, CRAVERO Sergio, CRESSANO<br />

Giovanna (ALESSANDRIA), CROSETTO Mirko, DAL PASSO<br />

Maria Denis (VERCELLI), DAVI’ Danilo, DOLZAN Stefano, DI<br />

MANGO Savina, FERRO Paolo, ELIA Irene, ELIA Sabrina, FIO-<br />

RE Anna Rita, GALEOTTI Gabriella, GALLO Sergio, GIACO-<br />

METTO Emanuela, GOTTA Paola, GUARINO Barbara, GUL-<br />

LINO Clotilde, LOVISCO Carmela, LOVISETTO Mariangela,<br />

MASON Giovanna, MASSOBRIO Viola, MAZZAROTTO Elisabetta,<br />

MORONE Chiara, NATALIA Roberto (CASALE), OGLIA-<br />

RA Silvia, RAZIONALE Felicita, ROSSI Andrea, SCAVARDA Giovanni,<br />

SPANNA Federico, TANGO Rocco, VENANZIO Davide<br />

Uffici decentrati del settore fitosanitario<br />

Verzuolo<br />

via Don Orione, 37 - Tel. 0171/445750<br />

Ceva<br />

via Regina Margherita, 2 - Tel. 0174/701762<br />

Vercelli<br />

via Fratelli Ponti, 24 – Palazzo Verga - Tel. 0161/283142<br />

Casale Monferrato<br />

tr. Valenza 4 - Tel. 0142/462611<br />

SETTORE A1704A<br />

Infrastrutture, territorio rurale e<br />

calamità naturali in agricoltura<br />

Resp. di Settore Franco Antonio Olivero<br />

Segreteria 011/4321483<br />

PEC: infrastrutture@cert.regione.piemonte.it<br />

AIRAUDO Dario, ANGELETTI Alessandro, CAPPELLA Mariella,<br />

CASSINELLI Laura, COMBA Daniela, COMPAGNONE<br />

Giuseppe, FENZI Pier Giuseppe, FILA-MAURO Elena, FOLLIS<br />

Maria Teresa, GIACOBONE Ezio, LAZZARO Denis, LEGGERO<br />

Barbara, LOMBARDO Fortunata, LUCA’ Stefania, MADONIA<br />

Silvana, PELLISTRI Gabriella, POSSIEDI Emanuele, TOSIN<br />

Germano, VARETTO Luciano<br />

SETTORE A1705A<br />

Programmazione, attuazione e<br />

coordinamento dello sviluppo rurale<br />

e agricoltura sostenibile<br />

Resp. di Settore Gualtiero Freiburger<br />

Segreteria 011/4321468<br />

PEC: agricoltura@cert.regione.piemonte.it<br />

AMBROSIO Dora, ARCHIMEDE Valentina, BRUNO Wanda,<br />

CAVIGLIA Gabriella, CONSOGNO Franco, LIZZI Massimo,<br />

MARELLI Andrea, MASANTE Carlo, MICHELOTTI Daniele,<br />

PEROSINO Mario, ROMANO Maria Rosaria, SCANABISSI<br />

Giovanni, SPADETTI Chiara Margherita, TOFFETTI Francesca,<br />

VENTURELLO Irene<br />

SETTORE A1706A<br />

Servizi di sviluppo e controlli per l’agricoltura<br />

Resp. di Settore Alessandro Caprioglio<br />

Segreteria 011/4324722<br />

PEC: SSA@cert.regione.piemonte.it<br />

ACETO Paolo, ANNICCHIARICO Claudio, CIOCE Silvana,<br />

CORDOLA Piero, DE CARO Sergio, FEMIA Tiziana, GIAIERO<br />

Prisca, LAVINA Ester, PALMISANO Angela, PASTERIS Marco,<br />

RICCI Luisa, SANGUINETTI Mario, TURLETTI Alberto, VA-<br />

RETTO Giuseppina<br />

SETTORE A1707A<br />

Strutture delle imprese agricole e<br />

agroindustriali ed energia rinnovabile<br />

Resp. di Settore Fulvio Lavazza<br />

Segreteria 011/4325682-3090<br />

PEC: sistemagroindustriale@cert.regione.piemonte.it<br />

BANDA Laura, BARROERO Claudio, BERTORELLO Rosanna,<br />

BOETTI Roberto, BOLDRINO Laura, BOTTARO Silvia, CLE-<br />

RICO Massimo, FAVOT Adriano, FERRO Sonia, GAGLIANO<br />

Flavio, MORONE Maria Carla, MORTARA Guido, NIZZA Luigi,<br />

PISTILLO Silvana, SALIERNO Antonio, SATTANINO Giuseppina,<br />

VERDUCI Leandro<br />

SETTORE A1708A<br />

Valorizzazione del sistema<br />

agroalimentare e tutela della qualità<br />

Resp. di Settore Paolo Cumino<br />

Segreteria 011/4325770<br />

PEC: valorizzazione.agroalimentare@cert.regione.piemonte.it<br />

BAMBINO Grazia Maria, BOASSO Franco, CACCIAPAGLIA Cristina,<br />

CONVERTINI Stefania, GIACOMELLI Paolo, PASQUALE<br />

Barbara, PETRICIG Valentina, PETROSINO Giovanna, RUO<br />

BERCHERA Giovanna, SCARZELLO Daniela, VICENTINI Iside,<br />

VIDANO Fabrizio<br />

STRUTTURE TEMPORANEE<br />

Territorio di Alessandria-Asti<br />

Resp. Struttura Felice Lo Destro<br />

Sede di Alessandria<br />

Segreteria 0131/285111<br />

Email: agricoltura.alessandria@regione.piemonte.it<br />

Sede di Asti<br />

piazza San Martino, 11 - 14100 Asti<br />

Segreteria 0141/433511*<br />

Email: agricoltura.asti@regione.piemonte.it<br />

BAGNASCO Luigi, BALBI Claudio, BALDI Tiziana, BALDIZZONE<br />

Maria Cristina, BALLESTRASSE Giuseppe, BARISONZO Enrico<br />

Maria, BARRETTA Anna, BASANO Maria, BELLONE Giancarlo<br />

Domenico, BERGONZINI Cristina, BERTA Cesare, BERTOLI<br />

Luigi, BIANCO Bernardino, BIANCO Piero, BOGLIOLO Paolo,<br />

BONA Giorgio, BORELLO Carlo, BORGIO Marco, BORREANI<br />

Ornella, BORRELLO Francesco, CAGNO Antonella, CALDONE<br />

Giancarlo, CAPRA Rita, CASALE Ida, CASTELLAZZO Liana,<br />

CELLERINO Marco Giuseppe, CERMINARA Vincenzo, CLOVIS<br />

Bruna, COLOMBO Michela, COSTAMAGNA Pierangela, CRE-<br />

STA Andrea, CROSETTI Sergio, DAFFUNCHIO Giuseppina, DE-<br />

BERNARDIS Giuseppe, DELLA RATTA Anna, DEREGIBUS Carlo,<br />

DI FABIO Ferdinando, ERCOLI Rossana, FAVATA Maurizio,<br />

FILIPETTI Ennio Francesco, FIORETTI Daniela, GADO Daniele,<br />

GASTALDO Fabrizio, GENZONE Donatella, GIROLDO Cristina,<br />

GOBELLO Anna Maria, GRATTAROLA Giovanni, GUERCI Luigi<br />

Renato, IADANZA Daniela, IMPERIALE Piero Paolo, IVALDI<br />

Marco, IZZO Antonio, LAGO Gabriella Lucia, LAZZARINO Vilma,<br />

LAZZARO Rosa, LIOTTA Massimo, MALINVERNI Daniele,<br />

MANTOAN Marisa, MARGARA Gisella, MASOERO Carlo, MAT-<br />

TIUZZO Vittoria, MIGNONE Nuria Antonia, MINERDO Daniela,<br />

MINETTI Mauro, MOIZIO Massimo, NOVARESE Riccardo,<br />

PALADINI Francesco, PASQUARIELLO Giuseppe, PENSABENE<br />

Giovanni, PERNIGOTTI Davide Felice, PESCE Emanuele, PIAZ-<br />

ZO Loretta, PIPPIONE Marco, POGGIO Francesco, PUPPIONE<br />

Margherita, QUAGLINO Rosella, RASERO Gianbeppe, RAVERA<br />

Ornella, ROBBIANO Maria Angela, ROBERTI Angiolina, SAMO-<br />

RE’ Cristina, SAPPA Diego, SARZANINI Silvia, STELLA Marinella,<br />

VECCHIO Marcello, VIGNA Rita, ZAINA Giuseppe, ZANZOTTE-<br />

RA Igor, ZILIO Claudia.<br />

Territorio di Biella-Vercelli<br />

Resp. Struttura Giovanni Gabriele Varalda<br />

Sede di Biella<br />

via Q. Sella, 12 (accesso al pubblico da p.zza Unità d’Italia) -<br />

13900 Biella<br />

Segreteria 015/8551511<br />

Email: agricoltura.biella@regione.piemonte.it<br />

Sede di Vercelli<br />

via Manzoni, 8/a - 13100 Vercelli<br />

Segreteria 0161/268722<br />

Email: agricoltura.vercelli@regione.piemonte.it<br />

BALDASSI Annamaria, BORASIO Fabrizio, BORDONARO<br />

Giovanna, CALIGARIS Sara, CARENZO Antonio, CASTEL-<br />

LANI Alberto, CASTELLETTI Gabriella, COPPO Giuseppina,<br />

DEIDDA Elisa, DEL SANTO Ennio, DI SIENA Luca, FALZETTI<br />

Giovanni, FERRAGINA Franca, FRANCESE Antonio, FRANZO<br />

Federico, GIACOBBE Costante, LIONETTI Elisa, LISSA Carla,<br />

MACHIERALDO Pierluigi, MARTINO Roberto, MASSA Maria<br />

Giuliana, MONDINO Gianluca, MORO Stefano, MORTARINO<br />

Jenny, ODISIO Irene, RAVIGLIONE Stefano, SAVIOLO Gianni,<br />

TIBALDI Raffaella, TOGNONI Radames, TONA Claudio, TOSI<br />

Monica<br />

Territorio di Cuneo<br />

Resp. Struttura Paolo Balocco<br />

corso De Gasperi, 40 - 12100 Cuneo<br />

Segreteria 0171/319376<br />

Email: agricoltura.cuneo@regione.piemonte.it<br />

ADAMO Dario, ANSALDI Ezio, ARESE Elena, ARMANDO<br />

Daniela, ARMANDO Mauro, BARBERO Luca, BELCORE Walter,<br />

BODRERO Clara, BOGETTI Claudia, BONA Maria Carla,<br />

BONELLI Ivana, BORDINO Stefano, BRUNA Guido, BRUNO<br />

Gianluca, CALCAGNO Andrea, CAMBIANO Giuseppe, CANA-<br />

LE Giovanna, CARENA Alberto, CARLIN Gianni, CLERICO<br />

Piera, COMETTO Marina, CORTE Tatiana, COSTA Valerio,<br />

CRAVERI Paolo Livio, DADONE Mario Luigi, DESCO Luigi,<br />

FERRARI Paolo, FERRERO Gianfranco, FIORINA Pierguido,<br />

GABUTTI Renato, GHIGLIA Giuliano, GIORDANO Gentile,<br />

GIORDANO Rosanna, GREGORIO Erika, GULLINO Marco,<br />

LAVINA Annunziata, MACCARIO Raffaela, MAFFIOTTI Monica,<br />

MAGNETTO Maurizio, MARTINO Enrica, MEINERI<br />

Enrico, MODENA Germano, OLIVERO Gemma, PANI Laura,<br />

PASQUERO Mariagrazia, PEANO Anna Maria, PERACCHIA Angela,<br />

PROSPERI Fabrizio, PUNZI Claudia, RUFFINO Giampiero,<br />

SARTORIO Caterina, SCARZELLA Elena, TESIO Domenico,<br />

VEGLIA Carla, VERNETTI Marco, VIALE Gianpaolo, VIBERTI<br />

Franco, VIGNOLO Luigi, VINOTTO Walter<br />

Territorio di Novara-Verbano-Cusio Ossola<br />

Resp. Struttura Mario Ventrella<br />

Sede di Novara<br />

corso Cavallotti 31 - 28100 Novara<br />

Segreteria 0321/378551*<br />

Email: agricoltura.novara@regione.piemonte.it<br />

Sede di Verbania<br />

via Dell’Industria, 25 - 28<strong>92</strong>4 Verbania<br />

Segreteria 0323/589678<br />

Email: agricoltura.vco@regione.piemonte.it<br />

Sede di Domodossola<br />

via Romita, 13 bis - 28845 Domodossola<br />

Segreteria 0324/226805<br />

AGNES Andrea, AMBIEL Veronica, ARLONE Roberto, BALZA-<br />

NELLI Sergio, BATTAGLIA Ida Maria Antoniette, BELLOMO Anna<br />

Maria, BERRA Michela, BOLOGNINO Franco, CANNA Daniele,<br />

CARETTI Alessandro, CAVALLO Monica, GUGLIELMETTI Sara,<br />

LANFRANCHI Simona, MAGNANI Enrica, MARCELLINO Marco,<br />

MARTELLETTI Sonia, MESSINA Angelo, MONTE Annunziata,<br />

MORGANTI Daniela, PALTANI Giuseppe, PANIGONI Stefano,<br />

PANZIERA Marilena, PIALORSI Chiara, PILI Enzo Gianni, RIPEL-<br />

LINO Luca, RODEGHIERO Henri, SAVOJA Anna Maria, VEN-<br />

TRELLA, ZAFFINETTI Paola<br />

Territorio della Città metropolitana di Torino<br />

Resp. Struttura Vittorio Bosser Peverelli<br />

corso Inghilterra, 7/9 - 10138 Torino<br />

Segreteria 011/8616370*<br />

Email: agricoltura.torino@regione.piemonte.it<br />

ALBRY Lorenzo, ANTONIETTO Monica, BARAVALLO Andrea,<br />

BERNARD Gianni, BERTA Anna, BERTON Davide Pietro, BIAN-<br />

CO Cristina Giovanna, BONINO Vittorio, BORGHINO Roberto,<br />

CAROFANO Miria, CAVAGLIA’ Carla, CAVALLO Luca, CAVEL-<br />

LINI Carlo Ernesto, CONTE Gian Piero, COSENZA Maria Letizia,<br />

CURTOLI Manuele, D’AGNANO Anna Maria, DAL FIUME<br />

Daniele, DELLA CROCE Fabrizio, DOMENIGHINI Flavia, ER-<br />

COLINI Guido Giulio, FALCHERO Giovanni, FENU Pierfranco,<br />

FOGLI Rosita, GIULIANO Silvia, GOIA Claudio, GRAMAZIO<br />

Angela, LEPERA Pasqualina, LEVO Thomas, MEDICEO Silvana,<br />

MINERVA Angela Maria, ODDI Mauro, PACE Sabrina,<br />

PERADOTTO Michele, PLAZZA Luca, PRESSENDA Raffaella,<br />

RADICE Ivan, REALE Maria Immacolata, ROLANDO Andrea,<br />

ROLANDO Paolo Giuseppe, RONCHAIL Marina, ROSCIO Simona,<br />

SALVATI Marcello, SCAVARDA Piercarlo, SCOTTI Piero<br />

Francesco, SIGNORI Igli, SINA Daniele, SUMMA Marilena,<br />

TENANI Patrizia, TOFFANO Alessandro, TURCHI Annalisa,<br />

VIGLIOCCO Ezio Antonio, VINCENZI Carlo<br />

* numeri provvisori - Alcuni riferimenti potranno cambiare<br />

nelle prossime settimane.


Quaderni della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />

AGRICOLTURA <strong>92</strong><br />

Organo istituzionale di informazione della<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> - Direzione Agricoltura<br />

Iscrizione registro Sicid 3<strong>92</strong>4/<strong>2017</strong> n. 24/<strong>2017</strong> -<br />

06/04/<strong>2017</strong> - registro stampa (già n. 4184)<br />

Spedizione in abbonamento postale<br />

PT/Magazine NA'Z/205/2008<br />

Attiv i tà di informazione realizzata nell'ambito<br />

del piano di comunicazione del Programma di<br />

sviluppo rurale 2014-2020.<br />

Redazione: <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />

corso Stati Uniti, 21 - 10128 Torino<br />

Tel. 011/432-4722 - Fax 011/537726<br />

e-mail: quaderni.agricoltura@regione.piemonte.it<br />

Direttore Responsabile: Valentina Archimede<br />

In redazione: Andrea Marelli<br />

Segreteria: Ester Lavina<br />

Grafica e impaginazione: Carism srl<br />

Stampa: Tipografia Sasso S.r.l.<br />

Tirat u ra: 70.000 copie<br />

Questo numero è stato chiuso il 19/o6/<strong>2017</strong><br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

Per i testi: Stefano Aimone, Nicoletta Alliani, Elena<br />

Anselrnetti, Simona Avagnina, Annamaria Baldassi,<br />

Monica Bassanino, Franco Boasso, Giancarlo<br />

Bourlot, Roberto Cagliero, Paolo Caligaris, Stefano<br />

Cavaletto, Patrizia Clemente, Alba Cotroneo, Paolo<br />

Cumino, Stefano Dolzan, Paolo Ferrero, Rossella<br />

Foriero, Gualtiero Freiburger, Paola Gastaldi, Fabio<br />

Giannetti, Tiziana La Iacona, Carlo Masante, Viola<br />

Massobrio, Veruschka Piras, Alessandra Quaglia,<br />

Maria Rosaria Romano, Giovanni Scanabissi, Daniela<br />

Scarzello, Federico Spanna, Nicoletta Torchio,<br />

Alberto Turletti, Irene Verzellino<br />

Per le immagi,ni: Archivio <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, Az.<br />

Ag. Una Garlanda - Rovasenda (VC), Giovanni<br />

Boccafogli, Thinkstock<br />

Contatti<br />

Web Direzione Agricoltura:<br />

www.regione.piemonte.it/agri/<br />

Web rivista "Agricoltura":<br />

www.regione.piemonte.it/agri/quademi/cms<br />

E-mail:<br />

infoagricoltura@regione.piemonte.it<br />

quademi.agricoltura@regione.piemonte.it<br />

Newsletter "Agricoltura news":<br />

www.regione.piemonte.it/agri/<br />

comunicazione/newsletter/index...mailUp.<br />

htm<br />

Contact center: 800/333444<br />

Agricoltura è prodotta rispettando l'ambiente.<br />

IJ<br />

FSC<br />

www.fsc.org<br />

MISTO<br />

Carta da fonti gestite<br />

in maniera responsabile<br />

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