Rivista "Agricoltura" Regione Piemonte - n° 92, giugno 2017
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Quaderni della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> - Anno XXI - n.<strong>92</strong> - Giugno <strong>2017</strong><br />
<strong>92</strong><br />
2014 - 2020<br />
ITINERARI PER GLI ESCURSIONISTI<br />
LA FRUIZIONE LENTA DEL TERRITORIO<br />
I NUOVI BANDI 2018 SULLA MISURA 10<br />
GLI ISTITUTI AGRARI DEL PIEMONTE:<br />
UN PROGETTO DI COMUNICAZIONE<br />
LE ESPERIENZE DIRETTE<br />
DI AZIENDE ED ENTI
Gaudenzio De Paoli<br />
Autorità di Gestione<br />
PSR 2014 - 2020<br />
Al servizio<br />
degli agricoltori<br />
Prosegue l’impegno della Direzione Agricoltura, attraverso<br />
la rivista e numerosi altri canali, per una informazione il più<br />
possibile completa e tempestiva nei confronti delle aziende<br />
agricole, forestali e dei soggetti che operano nelle aree rurali.<br />
Abbiamo pensato innanzitutto di diffondere, in allegato<br />
a questo numero, un opuscolo che sintetizza le linee guida<br />
aggiornate sui requisiti della figura di imprenditore<br />
agricolo, un ampio estratto del documento ufficiale “Guida<br />
all’accertamento del possesso dei requisiti delle figure professionali<br />
operanti in agricoltura ed alla applicazione delle normative<br />
riguardanti la conservazione dell’integrità fondiaria” adottato<br />
per la prima volta nel 2005 e aggiornato nel 2016 a seguito<br />
delle innovazioni nazionali ed europee (in ultimo, dal Reg.<br />
(UE) 1307/2013 Art.9), adottato con D.G.R. <strong>n°</strong> 15-4452 del 22<br />
novembre 2016. E’ lo strumento che utilizzeranno i Comuni preposti all’accertamento del<br />
possesso dei requisiti di Imprenditore Agricolo Professionale nonché delle altre figure professionali<br />
del settore e si trova in forma integrale sul nostro sito istituzionale. Ci auguriamo<br />
di fare cosa utile nel divulgare a tutti gli interessati un documento che è alla base della figura<br />
stessa dell’imprenditore agricolo.<br />
Cogliamo l’occasione per ricordare gli altri strumenti informativi messi a disposizione<br />
dalla <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> per rimanere aggiornati sulle politiche agricole e sulle<br />
attività e gli eventi di interesse per il settore agricolo piemontese:<br />
- il sito web istituzionale, con il testo completo PSR e tutti i bandi aperti:<br />
www.regione.piemonte.it/agri<br />
- la versione online di questa rivista, integrata con contenuti più approfonditi:<br />
www.regione.piemonte.it/agri/quaderni/cms<br />
- la nostra newsletter mensile, inviata gratuitamente via mail, a cui vi invitiamo ad iscrivervi:<br />
www.regione.piemonte.it/agri/comunicazione/newsletter/index_mailUp.htm<br />
- Il servizio informativo via SMS, che fornisce gratuitamente informazioni sull’apertura e<br />
la scadenza dei bandi, nonché sui pagamenti relativi a Domanda Unica e PSR. Iscrivetevi al<br />
servizio, indicando il vostro numero di cellulare qui:<br />
www.regione.piemonte.it/agri/sms.htm<br />
SOMMARIO<br />
Nuovi itinerari per turisti ed escursionisti<br />
un’opportunità dalla misura 7.5.1 del PSR<br />
Misure agroambientali<br />
i bandi previsti nel 2018<br />
Leader al via:<br />
i primi bandi Gal in uscita<br />
Il punto sul PAN<br />
l’Agricoltura <strong>Piemonte</strong>se tra PSR e PAN<br />
Il punto sul PAN<br />
i riflessi sulle Aziende Agricole<br />
4<br />
10<br />
16<br />
20<br />
24<br />
Le nostre esperienze 28<br />
L’attività di controllo e vigilanza<br />
nella filiera del riso biologico<br />
34<br />
Cari lettori,<br />
da questo numero assumo la direzione responsabile di questa rivista, nell’ambito del mio<br />
ruolo di referente della comunicazione all’interno della Direzione Agricoltura della <strong>Regione</strong><br />
<strong>Piemonte</strong>. “Quaderni Agricoltura”, un tempo <strong>Piemonte</strong> Agricoltura, come ancora molti la<br />
ricordano, ha esattamente 40 anni di vita: al di là dei cambi di denominazione della testata,<br />
la sua prima edizione è del 1977. Allora la <strong>Regione</strong> era nata da pochi anni e attraversava<br />
una fase di intensa progettazione; una rivista specializzata sembrava lo strumento migliore<br />
di informazione e divulgazione al mondo agricolo. Oggi moltissime cose sono cambiate, la<br />
rivista stessa si è evoluta nei contenuti, nella grafica, nel taglio editoriale, ma continuiamo<br />
a pensare che sia uno strumento prezioso di contatto con il “nostro” mondo. Da parte mia<br />
e della redazione, ringraziando tutte le persone che hanno contribuito a portarla fino qui,<br />
cercheremo di costruirla, ogni volta, con la passione e l’impegno di sempre.<br />
Valentina Archimede<br />
novità!<br />
IL PSR SUI SOCIAL NETWORK<br />
Dal mese di febbraio sono attive su Facebook,Twitter e Instagram i profili del PSR 2014-2020:<br />
seguiteci per scoprire le ultime novità, curiosità, materiali multimediali, concorsi e link utili.<br />
www.facebook.com/PSR<strong>Regione</strong><strong>Piemonte</strong>/<br />
twitter.com/PSR<strong>Piemonte</strong><br />
Vinitaly <strong>2017</strong><br />
ancora una volta l’eccellenza<br />
del <strong>Piemonte</strong><br />
Vini eccellenti dell’Alto <strong>Piemonte</strong><br />
un territorio da scoprire<br />
Gli istituti agrari<br />
una risorsa per il futuro<br />
un progetto di Comunicazione<br />
Cosa ci ha insegnato<br />
il PSR 2007 - 2013?<br />
Una sintesi della valutazione finale<br />
Osservatorio Studi e Ricerche<br />
la lezione del 2016<br />
per uscire dalla crisi<br />
40<br />
44<br />
48<br />
56<br />
62<br />
VIDEO “DIETRO LE QUINTE DEL PSR”<br />
Breve video d’animazione che racconta in maniera chiara e divulgativa il “dietro le quinte” della<br />
macchina PSR: dalla presentazione della domanda da parte del beneficiario all’istruttoria, dal<br />
sistema informativo al ruolo di ARPEA, fino al ruolo degli enti di monitoraggio e valutazione.<br />
www.youtube.com/user/La<strong>Regione</strong><strong>Piemonte</strong><br />
Conoscere e valorizzare<br />
il paesaggio <strong>Piemonte</strong>se<br />
68<br />
Notiziario 70
PSR 2014-2020<br />
informazione e<br />
comunicazione<br />
un obbligo per i beneficiari,<br />
un’opportunità per tutti<br />
Il Reg. (UE) n. 808/2014 della Commissione prevede che<br />
gli interventi e i progetti attuati sul territorio realizzati<br />
attraverso il PSR 2014-2020 siano accompagnati da azioni<br />
di informazione e comunicazione a cura dei beneficiari.<br />
COSA FARE?<br />
PERCHÉ?<br />
E’ importante che sia il mondo<br />
agricolo che i cittadini sappiano<br />
quali sono gli interventi finanziati<br />
dal PSR, per quali scopi vengono promossi<br />
e quali rigorosi parametri l’impresa<br />
agricola deve rispettare per realizzarli.<br />
Operazioni con<br />
sostegno pubblico<br />
totale inferiore a<br />
50.000 EUR (e misure<br />
agroclimaticoambientali,<br />
agricoltura biologica,<br />
indennità compensative,<br />
servizi silvoambientali, premi di<br />
manutenzione e perdite di reddito<br />
degli imboschimenti e impianti<br />
agroforestali):<br />
INSERIMENTO SUL PROPRIO<br />
SITO WEB PER USO<br />
PROFESSIONALE, OVE QUESTO<br />
ESISTA, DI UN BANNER E DI UNA<br />
PAGINA INFORMATIVA<br />
Operazioni con<br />
sostegno pubblico<br />
totale superiore a<br />
50.000 EUR e minore<br />
di 500.000 EUR:<br />
AFFISSIONE, IN UN LUOGO<br />
FACILMENTE VISIBILE AL<br />
PUBBLICO, DI UN POSTER O<br />
TARGA INFORMATIVA (FORMATO<br />
MINIMO A3)<br />
Operazioni con<br />
sostegno pubblico<br />
totale superiore a<br />
500.000 EUR:<br />
AFFISSIONE, IN UN LUOGO FACIL-<br />
MENTE VISIBILE AL PUBBLICO, DI<br />
UN CARTELLONE INFORMATIVO<br />
TEMPORANEO (FORMATO MINI-<br />
MO 60X100 CM) DA SOSTITUIRE<br />
ENTRO TRE MESI DAL COMPLE-<br />
TAMENTO DELL’OPERAZIONE<br />
CON UNA TARGA PERMANENTE O<br />
UN CARTELLONE PUBBLICITARIO<br />
DI NOTEVOLI DIMENSIONI<br />
Operazioni della<br />
Misura 19 – Leader:<br />
AFFISSIONE DI UNA TARGA<br />
INFORMATIVA PRESSO LE SEDI<br />
DEI GRUPPI DI AZIONE LOCALE<br />
(GAL) SELEZIONATI DALLA<br />
REGIONE<br />
gli emblemi ufficiali dell’Unione europea, della<br />
Repubblica Italiana e della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />
l’indicazione: «FEASR - Fondo europeo agricolo per lo<br />
sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali»<br />
il nome dell’operazione, la descrizione<br />
del progetto/intervento, il sostegno<br />
finanziario ricevuto dall’Unione<br />
COME FARE?<br />
I cartelloni, i poster, le targhe e i siti web devono riportare<br />
gli elementi evidenziati in .<br />
L’insieme di queste informazioni devono occupare almeno il<br />
25 % dello spazio del cartellone, della targa o della pagina.<br />
I supporti informativi dovranno essere mantenuti per tutta la<br />
durata di attuazione dell’operazione finanziata.<br />
Il logo ufficiale del PSR 2014-2020 e<br />
quello di Leader (per la Misura 19)<br />
PER MAGGIORI INFORMAZIONI E PER SCARICARE<br />
LOGHI UFFICIALI E MODELLI DI TARGHE E CARTELLI:<br />
www.regione.piemonte.it/agri/psr2014_20/targhecartelli.htm
I BANDI ATTIVATI gennaio 2016-<strong>giugno</strong> <strong>2017</strong><br />
MISURA<br />
SCADENZA<br />
1.1.1 Formazione professionale in campo forestale / in campo agricolo 31/01/<strong>2017</strong><br />
1.2.1 Attivita' dimostrative e di informazione in campo agricolo 28/09/2016<br />
3.1.1 Sostegno alla nuova adesione ai regimi di qualità<br />
30/06/2016<br />
29/06/<strong>2017</strong><br />
09/06/2016<br />
3.2.1 Informazione e promozione dei prodotti agricoli e alimentari di qualità<br />
09/03/<strong>2017</strong> (Bando A)<br />
28/04/<strong>2017</strong> (Bando B)<br />
4.1.1 Miglioramento del rendimento globale e della sostenibilita’ delle aziende agricole 05/04/2016<br />
Miglioramento del rendimento globale e della sostenibilita’ delle aziende agricole<br />
4.1.2<br />
dei giovani agricoltori<br />
06/07/<strong>2017</strong><br />
4.1.3 Riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca 17/07/2016<br />
4.2.1 Trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli 30/09/2016<br />
Ripristino di strade e acquedotti rurali al servizio di una moltitudine di aziende<br />
4.3.2<br />
agricole<br />
14/10/2016<br />
4.3.3 Infrastrutture per gli alpeggi 30/12/2016<br />
4.3.4 Infrastrutture per l'accesso e la gestione delle risorse forestali e pastorali 03/02/<strong>2017</strong><br />
4.4.3 Salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversita' 15/12/2016<br />
5.1.1 Prevenzione dei danni da calamita’ naturali di tipo biotico<br />
16/05/2016<br />
10/05/<strong>2017</strong><br />
5.1.2 Prevenzione dei danni da calamita' naturali di tipo abiotico (reti antigrandine) 23/11/2016<br />
6.1 Insediamento giovani in agricoltura 20/09/2016<br />
20/09/2016<br />
6.1.1 Premio per l’insediamento di giovani agricoltori<br />
31/05/<strong>2017</strong><br />
06/07/<strong>2017</strong> (con 4.1.2)<br />
7.1.1 Stesura ed aggiornamento dei piani di sviluppo dei comuni 14/06/2016<br />
7.1.2 Stesura e aggiornamento dei piani naturalistici 15/03/<strong>2017</strong><br />
7.5.1 Infrastrutture turistico ricreative ed informazione 29/04/2016<br />
7.6.1 Miglioramento dei fabbricati da alpeggio 31/01/<strong>2017</strong><br />
8.1.1 Imboschimento di terreni agricoli e non agricoli 07/06/2016<br />
10.1 Pagamenti agro-climatico ambientali<br />
15/06/2016<br />
15/06/<strong>2017</strong> (op. 4, 6, 7, 8)<br />
Sostegno per la conservazione, l’uso e lo sviluppo sostenibili delle risorse genetiche<br />
vegetali in agricoltura<br />
10.2.1 30/03/<strong>2017</strong><br />
11.1.1 Conversione agli impegni dell’agricoltura biologica 15/06/2016<br />
Compensazione del mancato reddito e dei costi aggiuntivi da vincoli ambientali 15/09/2016<br />
12.2.1<br />
nelle aree forestali dei siti Natura 2000<br />
15/06/<strong>2017</strong><br />
13.1.1 Indennità compensativa per le zone montane<br />
15/06/2016<br />
15/05/<strong>2017</strong><br />
Costituzione dei Gruppi operativi del Partenariati Europeo per l’Innovazione in<br />
16.1.1<br />
agricoltura (PEI)<br />
15/11/2016<br />
16.2.1 Attuazione dei progetti pilota 17/03/<strong>2017</strong><br />
19 Sviluppo locale partecipativo Leader 22/04/2016<br />
Per tutte le informazioni riguardo ai bandi, consultare:<br />
www.regione.piemonte.it/svilupporurale
NUOVI ITINERARI<br />
PER TURISTI ED<br />
ESCURSIONISTI<br />
UN’OPPORTUNITÀ DALLA<br />
MISURA 7.5.1 DEL PSR<br />
Paolo Caligaris<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />
Direzione OO.PP. Difesa<br />
del Suolo, Montagna,<br />
Foreste, Protezione Civile,<br />
Trasporti e Logistica<br />
Fabio Giannetti<br />
I.P.L.A. S.p.a.<br />
In un contesto nazionale dal trend positivo,<br />
la nostra regione si conferma tra<br />
le mete turistiche preferite da molti visitatori<br />
italiani e stranieri. I dati relativi<br />
ai flussi turistici nell’anno 2016, confermano<br />
la tendenza, sia nelle presenze<br />
(+2,41%), sia negli arrivi (+2,67%). La<br />
crescita è ancor più evidente se consideriamo<br />
che nell’ultimo decennio le presenze<br />
sono cresciute del 35% e gli arrivi<br />
del 45%. Il settore del turismo rurale in<br />
<strong>Piemonte</strong> presenta inoltre interessanti<br />
prospettive di sviluppo che derivano<br />
dalla capacità di rispondere a tendenze<br />
emergenti nella domanda, privilegiando<br />
forme di fruizione ambientalmente<br />
sostenibili e più attente ai valori della<br />
natura, della cultura, del paesaggio e<br />
6<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
dell’enogastronomia. Grazie all’interesse<br />
della clientela estera verso il comparto<br />
enogastronomico, infatti, nel 2016<br />
nell’area sud del <strong>Piemonte</strong> sono aumentati<br />
gli arrivi, oltre quota 786mila (+7%)<br />
e le presenze hanno raggiunto quota<br />
1milione e 765mila (+6%).<br />
Molte risorse rurali come il paesaggio<br />
e la biodiversità hanno la natura di bene<br />
pubblico, ovvero sono liberamente utilizzabili<br />
da una pluralità di attori che le<br />
organizzano nel processo di produzione<br />
del bene turistico. In questo contesto<br />
l’organizzazione ed il potenziamento<br />
della rete infrastrutturale per la pratica<br />
di attività outdoor assume, insieme<br />
all’informazione turistica coordinata,<br />
una rilevanza strategica per lo sviluppo<br />
del turismo rurale.<br />
di miglioramento delle infrastrutture<br />
turistiche e ricreative su piccola scala<br />
e il potenziamento della relativa informazione<br />
turistica, al fine di contribuire<br />
a diversificare e destagionalizzare l’offerta<br />
turistica, conservare il paesaggio,<br />
promuovere le tipicità locali attraverso il<br />
contatto diretto con i turisti e favorire la<br />
creazione di opportunità occupazionali<br />
nelle zone rurali. Gli investimenti devono<br />
essere inseriti nel contesto della Rete<br />
del patrimonio escursionistico regionale<br />
(RPE) prevista dalla legge regionale<br />
n. 12 del 18 febbraio 2010 (Recupero e<br />
valorizzazione del patrimonio escursionistico<br />
del <strong>Piemonte</strong>), quale strumento<br />
di riferimento per la pianificazione degli<br />
interventi di sviluppo dell’outdoor sul<br />
territorio regionale. L’operazione 7.5.1<br />
prevede in particolare due tipologie di<br />
intervento:<br />
1. potenziamento delle infrastrutture<br />
per la fruizione escursionistica, ricreativa<br />
e a servizio dell’outdoor e miglioramento<br />
della piccola ricettività per la<br />
sosta dei turisti, della segnaletica informativa<br />
e della realizzazione di centri per<br />
l’informazione, l’accoglienza e la prenotazione<br />
di servizi turistici;<br />
2. implementazione di sistemi informativi<br />
sulle infrastrutture incluse nella Rete.<br />
L’operazione è attuata sia attraverso<br />
bandi che iniziative direttamente rea-<br />
I dati evidenziano<br />
un trend positivo<br />
per il turismo in<br />
<strong>Piemonte</strong>, con<br />
un +45% di<br />
arrivi negli ultimi<br />
dieci anni, in<br />
particolare per il<br />
turismo rurale<br />
IL SOSTEGNO DEL PSR<br />
Tra le opportunità offerte dal PSR<br />
2014-2020 ed in particolare tra quelle<br />
connesse alla misura 7 “Sviluppo e rinnovamento<br />
dei villaggi”, l’operazione<br />
7.5.1 dal titolo “Infrastrutture turistiche<br />
ed informazione” sostiene investimenti<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
7
Forte interesse<br />
per aspetti legati<br />
al paesaggio,<br />
alla natura e alla<br />
fruzione “lenta”<br />
del territorio<br />
lizzate dalla <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>. Queste<br />
ultime possono riguardare sia l’implementazione<br />
del sistema informativo<br />
regionale che la realizzazione di infrastrutture<br />
per completare gli interventi<br />
attuati dai beneficiari.<br />
La dotazione finanziaria dell’operazione,<br />
pari a 13.700.000 di euro, è così utilizzata:<br />
12 milioni sono stati destinati al bando<br />
regionale aperto nel 2016 e rivolto ad Enti<br />
pubblici (Comuni singoli e aggregati in<br />
Unioni, Enti di gestione di aree protette)<br />
1,7 milione di euro utilizzati dalla <strong>Regione</strong><br />
<strong>Piemonte</strong> per interventi realizzati dagli<br />
operai forestali e per l’implementazione<br />
del sistema informativo.<br />
Il turismo rurale rappresenta anche<br />
uno dei temi portanti della strategia Leader<br />
ed è ripreso nella gran parte dei Piani<br />
di sviluppo locale elaborati dai quattordici<br />
Gruppi di azione locale (GAL)<br />
presenti sul territorio piemontese.<br />
I GAL, similmente alla <strong>Regione</strong>, attiveranno<br />
attraverso le risorse assegnate dal<br />
PSR l’analoga operazione 7.5.2. per potenziare<br />
le infrastrutture connesse alla<br />
rete fruitiva regionale.<br />
La fase attuativa dell’operazione 7.5.1<br />
richiede quindi un coordinamento tra le<br />
iniziative a bando, quelle attivate dalla<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> e quelle attivate dai<br />
GAL al fine di demarcare gli interventi e<br />
al tempo stesso renderli complementari<br />
e funzionali alla valorizzazione dell’intera<br />
Rete del patrimonio escursionistico<br />
regionale. In tal senso il bando attivato<br />
a febbraio 2016 ha privilegiato la candidatura<br />
di proposte d’intervento sulla<br />
rete fruitiva regionale e provinciale.<br />
Gli interventi da effettuarsi attraverso<br />
gli operai forestali riguarderenno prioritarimente<br />
il potenziamento della<br />
segnaletica e la messa in sicurezza di<br />
tratti della GTA (Grande Traversata delle<br />
Alpi), l’ìtinerario escursionistico più<br />
importante del <strong>Piemonte</strong>, che con i suoi<br />
900 km attraversa l’intero arco alpino. I<br />
Gruppi di azione locale concentreranno<br />
le opere sulla rete locale, realizzando<br />
anche infrastrutture puntuali come vie<br />
ferrate, siti di arrampicata, parchi avventura<br />
o percorsi d’acqua per la pratica<br />
della canoa e rafting.<br />
INTERVENTI COORDINATI<br />
ANCHE CON I GAL<br />
Il bando 7.5.1. è stato attivato a febbraio<br />
2016 e chiuso a fine aprile. Per coordinare<br />
la pianificazione, anche in relazione<br />
ai GAL, il territorio regionale è sta-<br />
8<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
to suddiviso in 10 comparti areali che<br />
prendevano in considerazione la rete del<br />
patrimonio escursionistico, le aree GAL<br />
e l’estensione dei territori montani e collinari<br />
eleggibili. I beneficiari sono stati<br />
indirizzati a concertare le candidature<br />
sulla propria area di riferimento collegando<br />
le stesse ad una pianificazione di<br />
comparto presentata da uno dei beneficiari<br />
e coordinando tale pianificazione<br />
con quella dei GAL.<br />
Sono pervenute 80 candidature per un<br />
importo totale richiesto di poco più di<br />
18 milioni di euro e un importo ammissibile<br />
di 17.430.000 euro, a fronte della<br />
disponibilità di 12 milioni. Delle 80 candidature<br />
valutate nella fase istruttoria<br />
preliminare, le prime 55 hanno copertura<br />
finanziaria, di cui uno solo parziale, e gli<br />
ultimi 24 restano in attesa di ulteriori risorse.<br />
Il contributo, in conto capitale per<br />
la realizzazione di investimenti previsti<br />
in progettualità integrate connesse alla<br />
pianificazione d’area, è pari al 90 % delle<br />
spese ammissibili.<br />
Chiusa la prima fase, i soggetti ammissibili<br />
a finanziamento sono stati invitati<br />
alla presentazione della progettazione<br />
definitiva entro il 10 novembre 2016. Al<br />
momento gli uffici stanno completando<br />
l’istruttoria definitiva. L’obiettivo è completare<br />
tutti gli interventi in due o tre stagioni<br />
e concludere la realizzazione delle<br />
opere entro dicembre 2018 (per gli interventi<br />
realizzati in contesti ambientali più<br />
difficili o ad alta quota si potrà arrivare<br />
alla fine del 2019).<br />
I 55 progetti ammessi a finanziamento<br />
valorizzano 70 itinerari provinciali per<br />
uno sviluppo complessivo di 5680 km,<br />
pari al 30% circa dell’intera rete del patrimonio<br />
escursionistico.<br />
La valorizzazione di queste reti prevede,<br />
oltre agli interventi infrastrutturali volti<br />
a migliorare la percorribilità di itinerari<br />
escursionistici o cicloturistici, la riqualificazione<br />
di strutture extra alberghiere<br />
come bivacchi, rifugi e ostelli, la realizzazione<br />
di strutture a servizio dell’outdoor<br />
come cicloofficine per la manutenzione<br />
delle biciclette o strutture a servizio<br />
dell’arrampicata o delle vie ferrate e l’allestimento<br />
di punti informativi turistici.<br />
Sono previsti in particolare investimenti<br />
su 219 strutture destinate a rifugi, ostelli,<br />
bivacchi, a servizio di attività outdoor e<br />
per l’informazione al pubblico.<br />
Condizione da rispettare per l’ammissibilità<br />
a finanziamento, sia per quanto<br />
riguarda gli interventi attivati dalla <strong>Regione</strong><br />
<strong>Piemonte</strong> che per quelli attivati<br />
da GAL è che le infrastrutture lineari<br />
(come gli itinerari ) o puntuali come le<br />
vie ferrate ed i siti di arrampicata siano<br />
univocamente “registrate” nella Rete del<br />
patrimonio escursionistico con una denominazione<br />
ufficiale, un’informazione<br />
geografica e descrittiva acquisita secondo<br />
uno standard tecnico regionale. Tali<br />
infrastrutture devono inoltre essere “garantite”<br />
da un partenariato, formalmente<br />
costituito dagli enti pubblici interessati,<br />
che assicuri nel tempo il controllo, la manutenzione<br />
e la valorizzazione dell’offerta<br />
turistica. Per gli itinerari escursionistici<br />
la normativa prevede inoltre un’organizzazione<br />
gerarchica delle infrastrutture<br />
classificate sulla base dello sviluppo dei<br />
tracciati, del numero di tappe e della tipologia<br />
fruitiva. Sono quindi riconosciuti<br />
itinerari regionali, provinciali, provinciali<br />
Azioni coordinate<br />
del PSR per<br />
gli itinerari<br />
escursionistici e<br />
l’informazione,<br />
iniziative dei GAL<br />
e attività a regia<br />
regionale<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
9
Il bando<br />
dell’operazione<br />
7.5.1 ha<br />
ammesso a<br />
finanziamento<br />
70 nuovi<br />
itinerari per oltre<br />
5.000 Km<br />
di media e alta montagna, locali; a seconda<br />
della tipologia fruitiva: escursionistici,<br />
cicloturistici, cicloescursionistici o per la<br />
frequentazione a cavallo. La procedura<br />
di registrazione codificata dal regolamento<br />
di attuazione della legge regionale<br />
12/2010 prevede inoltre una classificazione<br />
su base qualitativa delle infrastrutture<br />
di valenza storico-culturale o adatte alla<br />
fruizione invernale o da parte delle persone<br />
portatrici di disabilità.<br />
LINEE GUIDA COMUNI<br />
PER INFORMAZIONE<br />
E SEGNALETICA<br />
Un altro aspetto molto importante è<br />
quello connesso all’informazione turistica.<br />
Attraverso il bando e gli indirizzi<br />
per la progettazione definitiva si è operato<br />
secondo due principali direttrici.<br />
La prima è quella dell’armonizzazione<br />
dell’informazione. Definita quindi la<br />
segnaletica direzionale escursionistica,<br />
quella ciclo escursionistica con i relativi<br />
standard grafici di realizzazione e le<br />
linee guida per l’integrazione tra la segnaletica<br />
posta nei percorsi fuori strada<br />
e quella prevista sulle infrastrutture<br />
normate dal Codice della strada. Per<br />
uniformare le modalità di realizzazione<br />
delle guide escursionistiche e della cartografia<br />
tradizionale sono stati definiti<br />
standard grafico editoriali scaricabili<br />
dal sito internet www.regione.piemonte.<br />
it/retescursionistica.<br />
La seconda linea direttrice è rappresentata<br />
dalla centralizzazione regionale<br />
dell’informazione connessa alle<br />
opportunità fruitive sul portale www.<br />
piemonteoutdoor.it , il sito regionale di<br />
riferimento per la pratica dell’outdoor a<br />
livello piemontese. Il portale presenta un<br />
aspetto intuitivo e facile da utilizzare con<br />
possibilità di profilare utenti esterni per<br />
il caricamento delle informazioni: I beneficiari<br />
PSR ed in particolare i soggetti<br />
gestori degli itinerari e delle altre infrastrutture<br />
potranno inserire direttamente<br />
le informazioni geografico-descrittive<br />
sul portale e sui principali social network<br />
collegati, entrando quindi a far parte di<br />
una redazione regionale “allargata” del<br />
portale per una gestione più coordinata<br />
ed aggiornata dell’informazione. Il portale<br />
metterà a servizio i dati geografici<br />
descrittivi degli itinerari e delle altre<br />
infrastrutture in modo che i siti esterni<br />
possano automaticamente riutilizzare e<br />
pubblicare il dato univoco e ufficialmente<br />
validato dalla <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>.<br />
Il portale www.piemonteoutdoor.it è dedicato a tutti gli appassionati<br />
della natura con informazioni sulle attività da praticare fuori porta.<br />
Si tratta di un contenitore che raccoglie informazioni su trekking,<br />
mountain bike, cicloturismo, equitazione, sci, snowboard e altre discipline<br />
connesse al mondo outdoor.<br />
ll sito prevede oltre 600 schede di itinerari, 4500 posti dove mangiare,<br />
6000 posti dove dormire e 1000 schede interessi divisi tra relax,cultura<br />
e dintorni.<br />
Il lavoro della redazione coinvolge tutti gli utenti anche mediante la<br />
community Facebook.<br />
10<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
LA RETE DEL PATRIMONIO ESCURSIONISTICO<br />
La RPE <strong>Piemonte</strong> prevista, dalla legge regionale n. 12 del 18 febbraio 2010, è stata costruita attraverso un<br />
processo condiviso, avviato una decina di anni fa mediante una prima raccolta dati presso gli enti territoriali<br />
(Enti Parco, Province, Comunità Montane) che richiedevano di includere nel catasto i percorsi più importanti<br />
ed attrattivi presenti sui loro territori. Successivamente la rete è stata affinata e consolidata con il rilievo e<br />
la verifica di questi percorsi mediante una procedura mirata ad alimentare una banca dati comprensiva<br />
di tutti gli elementi utili alla gestione, manutenzione e valorizzazione della rete stessa. Gran parte<br />
di questi rilievi sono stati eseguiti dal CAI che ha creato un gruppo di rilevatori formati appositamente<br />
per raccogliere i dati necessari su ogni percorso. Altre fonti di alimentazione sono rappresentate<br />
dai progetti finanziati sulle misure del PSR e dai rilievi eseguiti dall’Istituto per le piante da<br />
legno e l’ambiente (IPLA) per conto dell’Ente regionale. IPLA è il soggetto tecnico<br />
che si fa carico di raccogliere tutti i dati, renderli omogenei e aggiornare<br />
progressivamente una banca dati unica che include attualmente circa 4400<br />
percorsi ed un centinaio di itinerari su tutta la <strong>Regione</strong>.<br />
Province<br />
Alessandria<br />
Asti<br />
Biella<br />
Cuneo<br />
Novara<br />
Torino<br />
Verbania<br />
Vercelli<br />
TOTALE<br />
N° Percorsi<br />
247<br />
299<br />
402<br />
1.048<br />
68<br />
1.272<br />
665<br />
407<br />
4.408<br />
Lunghezza Km<br />
1.686<br />
1.447<br />
1.298<br />
5.297<br />
252<br />
5.388<br />
3.107<br />
1.320<br />
19.795<br />
LA REGISTRAZIONE DEGLI ITINERARI<br />
Le procedure previste per la registrazione di nuovi itinerari* (prerequisito per l’ammissione ai contributi del PSR operazione 7.5.1 e<br />
previsto all’art. 10 del regolamento di attuazione della l.r. 12/2010) nell’ambito della rete fruitiva regionale sono finalizzate ad avere<br />
dati precisi e ben organizzati, funzionali all’iter amministrativo, ma anche alle successive azioni di informazione e promozione. Si<br />
richiede infatti di avere un dato affidabile (rilevato con GPS secondo un protocollo definito) e strutturato in tappe con una logica<br />
escursionistica o cicloescursionistica, che consenta comunque una fruizione in sicurezza di tappe con lunghezza adeguata e servite<br />
da strutture ricettive per l’accoglienza. Questo dato è la base per la stipula delle convenzioni dei Comuni interessati alla valorizzazione<br />
dell’itinerario e costituisce anche il riferimento da utilizzare per le pubblicazioni all’albo pretorio che ogni Comune effettua<br />
per la parte di propria competenza, volte a evitare problemi di accesso e percorribilità su proprietà private. Accanto alla parte<br />
geografica sono richieste anche informazioni testuali su ogni tappa dell’itinerario con una descrizione puntuale del suo sviluppo,<br />
utili all’elaborazione di strumenti di informazione e di promozione. La “carta d’identità” di ogni itinerario, congiuntamente al suo<br />
tracciato cartografico (scaricabile in formato GPX per la fruizione diretta su navigatori escursionistici) verranno infatti pubblicati sul<br />
portale di riferimento <strong>Piemonte</strong> Outdoor e su altri strumenti sviluppati a livello locale a cura dei beneficiari.<br />
*Itinerario: l’unione di percorsi o tratte appartenenti a percorsi esistenti e compresi nel catasto regionale del patrimonio escursionistico, che si<br />
sviluppa prevalentemente in ambiente naturale e semi-naturale, anche antropizzato, di forte impatto attrattivo e che si inserisce e si integra con<br />
l’offerta turistica sul territorio di riferimento. L’itinerario, della durata di uno o più giorni, deve essere opportunamente segnalato, infrastrutturato<br />
e supportato da adeguati servizi all’escursionista.<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
11
MISURE<br />
AGROAMBIENTALI<br />
I BANDI PREVISTI<br />
NEL 2018<br />
Monica Bassanino,<br />
Maria Rosaria Romano,<br />
Giovanni Scanabissi,<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />
Direzione Agricoltura<br />
La misura 10 (pagamenti agro-climatico-ambientali)<br />
e la misura 11 (agricoltura<br />
biologica) del Programma di Sviluppo Rurale<br />
(PSR) favoriscono l’adozione di metodi<br />
produttivi compatibili con la tutela delle<br />
risorse naturali e del paesaggio, tali da<br />
mitigare i cambiamenti climatici e favorire<br />
l’adattamento ad essi.<br />
Rispetto alle pratiche agricole ordinarie,<br />
la loro attuazione determina costi aggiuntivi<br />
e/o minori ricavi che vengono compensati<br />
da pagamenti annuali riferiti alle<br />
superfici o alle UBA oggetto di impegno.<br />
Per tutte le operazioni della sottomisura<br />
10.1, che assorbe la quasi totalità delle<br />
risorse assegnate alla misura 10 nel suo<br />
complesso, i primi bandi sono stati emanati<br />
nel 2016 a seguito dell’approvazione<br />
del PSR. Nel caso delle produzioni integrata<br />
e biologica, le nuove adesioni si sono aggiunte<br />
alle domande di prosecuzione (con<br />
adeguamento alle nuove misure) di impegni<br />
avviati nel 2015 e riferiti alle corrispondenti<br />
azioni del precedente PSR.<br />
Nell’anno in corso è stato aperto un bando<br />
relativo a operazioni per le quali nel<br />
2016 la somma degli importi richiesti era<br />
risultata inferiore alla dotazione finanziaria<br />
del bando: 10.1.4 (sistemi colturali ecocompatibili),<br />
10.1.6 (difesa del bestiame al<br />
pascolo dalla predazione da canidi), 10.1.7<br />
(gestione di elementi naturaliformi) e<br />
12<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
Misura 10 (Pagamenti agro-climatico-ambientali). Previsione di nuovi bandi per il 2018<br />
Operazione<br />
Dotazione<br />
prevista (euro)<br />
10.1.2<br />
10.1.3<br />
10.1.4<br />
10.1.7<br />
Interventi a favore della biodiversità nelle risaie<br />
Tecniche di agricoltura conservativa<br />
Sistemi ecocolturali ecocompatibili<br />
Gestione di elementi naturaliformi dell’agroecosistema<br />
3.300.000<br />
6.600.000<br />
6.600.000<br />
900.00<br />
10.1.8 (allevamento di razze autoctone minacciate<br />
di abbandono).<br />
Per l’anno 2018 è prevista l’apertura di<br />
nuovi bandi riguardanti, in particolare, i<br />
seguenti interventi.<br />
E’ in corso di valutazione l’eventualità di<br />
presentare alla Commissione Europea una<br />
proposta di modifica del PSR che consentirebbe<br />
di finanziare anche nuove adesioni<br />
all’operazione 10.1.6 (Difesa del bestiame<br />
dalla predazione di canidi sui pascoli collinari<br />
e montani) e alla misura 11 (Agricoltura<br />
biologica - conversione e mantenimento).<br />
Di seguono si forniscono alcune specificazioni<br />
sugli interventi per i quali è prevista<br />
l’emanazione di un bando nel 2018.<br />
In alcuni casi si tratta di azioni che hanno<br />
finora registrato uno scarso numero<br />
di adesioni, si presume anche per il fatto<br />
che negli anni passati non è stato possibile<br />
comunicare l’attivazione dei bandi con un<br />
anticipo tale da consentire agli agricoltori<br />
di programmare per tempo le attività da<br />
svolgere a partire dall’autunno.<br />
Nel 2018 si<br />
prevede la<br />
riapertura di<br />
bandi su alcuni<br />
interventi: è<br />
importante<br />
seguire le<br />
indicazioni qui<br />
riportate per<br />
prepararli per<br />
tempo<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
13
10.1.2<br />
INTERVENTI A FAVORE<br />
DELLA BIODIVERSITÀ<br />
NELLE RISAIE<br />
L’operazione prevede la realizzazione,<br />
lungo uno o più lati delle camere di risaia,<br />
di fossetti atti a mantenere una riserva<br />
d’acqua anche durante le asciutte, in modo<br />
da consentire agli organismi acquatici di<br />
sopravvivere e ripopolare le camere nelle<br />
fasi successive di sommersione. L’intervento<br />
inoltre richiede di mantenere un<br />
argine inerbito e sostiene, quali impegni<br />
facoltativi da attuarsi fra un ciclo colturale<br />
e l’altro del riso, il mantenimento delle<br />
stoppie in campo, la sommersione invernale<br />
e la coltivazione di erbai intercalari<br />
da sovescio.<br />
14<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
AGRICOLTURA<br />
CONSERVATIVA<br />
10.1.3/2<br />
Allo scopo di contrastare l’impoverimento<br />
in sostanza organica, il degrado<br />
biologico e l’erosione dei suoli, l’operazione<br />
favorisce l’introduzione di tecniche di<br />
minima lavorazione e di semina su sodo<br />
e l’apporto al terreno di matrici organiche<br />
palabili. Per le azioni 1 (minima lavorazione)<br />
e 2 (semina su sodo), gli impegni<br />
di base riguardano la riduzione (azione<br />
1) o l’assenza (azione 2) di lavorazioni del<br />
terreno, nonché l’obbligo di mantenere il<br />
suolo coperto da colture in maniera continuativa<br />
(sono ammessi non più di 40 gg tra<br />
la raccolta di una coltura e la semina della<br />
successiva). Le superfici ammissibili sono<br />
i seminativi (i prati avvicendati soltanto<br />
nell’anno di semina). L’impegno si applica<br />
ad appezzamenti fissi. L’importo annuo del<br />
pagamento varia tra 180 euro/ha (azione1)<br />
e 280 euro/ha (azione 2). L’azione 3 (apporto<br />
di matrici organiche palabili) prevede la<br />
sostituzione della concimazione minerale<br />
con apporti organici extra-aziendali (letame,<br />
compost, separato solido, ecc) mediante<br />
una distribuzione minima annua di<br />
s.s. ad ettaro e la presentazione di un Piano<br />
di concimazione che dia evidenza degli<br />
apporti organici. Le superfici ammissibili<br />
sono i seminativi diversi dalle leguminose,<br />
nonché le colture arboree da frutto. L’impegno<br />
non si applica ad appezzamenti fissi.<br />
L’importo del pagamento varia tra 180<br />
e 300 euro/ha l’anno a seconda della matrice<br />
distribuita e della tipologia colturale.<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
15
10.1.4<br />
SISTEMI COLTURALI<br />
ECOCOMPATIBILI<br />
Al fine di attenuare le conseguenze ambientali<br />
e paesaggistiche di un’eccessiva<br />
semplificazione del territorio rurale, l’operazione<br />
promuove la conversione di seminativi<br />
in prati e pascoli di durata almeno<br />
quinquennale, il conseguimento in aziende<br />
maidicole di un livello di diversificazione<br />
colturale e la realizzazione di fasce multifunzionali<br />
inerbite ai margini dei campi.<br />
In particolare, l’azione 10.1.4/2 (Diversificazione<br />
colturale in aziende maidicole)<br />
è destinata ad aziende agricole nelle quali<br />
prima dell’assunzione dell’impegno, nel<br />
periodo 2011-2014, l’incidenza media del<br />
mais sui seminativi era uguale o superiore<br />
al 75%. Gli elenchi delle aziende che soddisfano<br />
tale requisito sono stati forniti alle<br />
organizzazioni professionali agricole.<br />
L’intervento richiede innanzitutto di garantire,<br />
in conformità alla diversificazione<br />
prevista dal “greening”, la presenza di almeno<br />
3 colture delle quali la principale rappresenti<br />
fino al 75% dei seminativi e le due<br />
principali fino al 95% del totale. E’ inoltre<br />
necessario adottare il seguente criterio di<br />
avvicendamento: nessuna coltura annuale<br />
può ricorrere su una determinata particella<br />
per più di tre volte nel quinquennio e/o per<br />
due anni consecutivi; su ciascuna particella<br />
oggetto di impegno si devono susseguire<br />
nell’arco del quinquennio almeno tre colture,<br />
tranne che in caso di inserimento di un<br />
prato avvicendato (almeno biennale) o di<br />
ritiro dalla produzione per almeno due anni<br />
(anche non consecutivi). Ai fini del rispetto<br />
degli impegni i cereali autunno-vernini<br />
sono considerati un’unica coltura. L’importo<br />
annuale del sostegno è di 435 euro/<br />
ha e viene attribuito alle colture ammissibili<br />
(alternative al mais), limitatamente alla<br />
superficie eccedente il 25% dei seminativi<br />
o, in aziende con meno di 10 ettari di seminativi,<br />
alla superficie che eccede l’incidenza<br />
media delle colture ammissibili riscontrata<br />
durante il periodo di riferimento.<br />
L’azione 10.1.4/3 (inerbimenti multifunzionali)<br />
richiede di realizzare, ai bordi di<br />
appezzamenti coltivati a seminativi, superfici<br />
permanentemente inerbite di 5-10<br />
metri di larghezza, localizzate in modo da<br />
intercettare il ruscellamento superficiale e<br />
ottenute da semente che comprenda graminacee<br />
poliennali quali festuca ed erba mazzolina,<br />
da sole o consociate con leguminose<br />
quali trifogli, medica, lupinella, ginestrino;<br />
gestire tali superfici inerbite mediante sfalci<br />
e/o trinciature. In presenza di sole graminacee,<br />
gli sfalci devono essere eseguiti<br />
in modo che l’altezza della vegetazione non<br />
superi i 50 cm; in caso di consociazione di<br />
graminacee e leguminose, gli sfalci devono<br />
avvenire dopo la piena fioritura delle leguminose.<br />
Per le consociazioni di graminacee<br />
con trifoglio bianco, gli sfalci devono essere<br />
effettuati all’imbrunimento dei capolini del<br />
trifoglio. In ogni caso l’altezza di taglio deve<br />
essere di almeno 5 cm. Le strisce inerbite<br />
devono essere seminate tra l’inizio del periodo<br />
di impegno e la prima decade di <strong>giugno</strong><br />
del primo anno di impegno.<br />
L’importo annuale del sostegno è di 1.250<br />
euro/ha, ridotto a 210 euro/ha per le superfici<br />
utilizzate come EFA o soggette al vincolo<br />
di condizionalità BCAA1 (fasce tampone<br />
inerbite).<br />
16<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
GESTIONE DI ELEMENTI<br />
NATURALIFORMI<br />
DELL’AGROECOSISTEMA<br />
10.1.7<br />
Al fine di contrastare la semplificazione<br />
del territorio rurale, la riduzione della<br />
sua diversità biologica e il deterioramento<br />
del paesaggio, l’operazione finanzia la gestione<br />
di formazioni vegetali (siepi, filari,<br />
boschetti, alberi isolati) e aree umide, la<br />
realizzazione di colture a perdere per l’alimentazione<br />
della fauna selvatica e di fasce<br />
inerbite ai margini delle coltivazioni.<br />
In particolare, l’azione 10.1.7/2 (coltivazioni<br />
a perdere) riguarda terreni ove non<br />
è praticata la caccia, investiti a seminativi<br />
nei cinque anni precedenti l’assunzione<br />
dell’impegno, e richiede di effettuare coltivazioni<br />
da lasciare in campo non raccolte,<br />
a disposizione della fauna selvatica, almeno<br />
fino al 30 settembre dell’anno successivo<br />
in caso di semina autunnale e almeno<br />
fino al 1° marzo dell’anno successivo in<br />
caso di semina primaverile. Le colture a<br />
perdere non devono essere sottoposte a<br />
fertilizzazioni con concimi di sintesi o a<br />
trattamenti con fitofarmaci e devono essere<br />
realizzate in parcelle o a strisce, anche<br />
fra loro affiancate, cascuna delle quali di<br />
estensione compresa fra 500 e 4.000 mq e<br />
di almeno 10 m larghezza.<br />
Sui terreni oggetto dell’intervento devono<br />
essere coltivate almeno due fra le seguenti<br />
colture: frumento tenero, frumento<br />
duro, segale, orzo, avena, grano saraceno,<br />
mais, sorgo, miglio, panico, erba medica,<br />
trifoglio, veccia, colza, ravizzone, girasole.<br />
Nelle singole parcelle o strisce marginali<br />
può essere presente anche una sola<br />
coltura. A partire dal secondo anno di<br />
impegno, le colture a semina autunnale<br />
devono rappresentare nel loro insieme almeno<br />
un quarto della superficie oggetto<br />
di impegno, così come le colture a semina<br />
primaverile. Le coltivazioni a perdere devono<br />
presentare una densità pari a quella<br />
ordinariamente adottata per scopi produttivi<br />
e, pur senza ricorrere al diserbo chimico,<br />
ne deve essere curato il buon esito<br />
affinché possano fornire un effettivo contributo<br />
allo sviluppo della fauna selvatica.<br />
Durante il periodo di impegno è possibile<br />
variare le particelle catastali oggetto di intervento.<br />
L’importo annuale del sostegno è<br />
di 1.000 euro/ha (250 euro/ha per le colture<br />
a perdere utilizzate come EFA).<br />
L’azione 10.1.7/3 (Gestione di fasce inerbite<br />
ai margini dei campi) richiede di realizzare<br />
ai margini di appezzamenti coltivati<br />
superfici permanentemente inerbite sotto<br />
forma di fasce di 5-10 metri di larghezza<br />
e/o di appezzamenti di non più di 4.000<br />
mq di estensione, situati ad almeno 30<br />
metri di distanza l’uno dall’altro, attraverso<br />
la semina di un miscuglio comprendente<br />
leguminose quali trifogli, medica,<br />
lupinella, ginestrino; gestire le superfici<br />
oggetto di impegno mediante sfalci e/o<br />
trinciature, evitando il periodo compreso<br />
fra il 1° marzo e il 31 luglio di ogni anno al<br />
fine di non compromettere la riproduzione<br />
della fauna selvatica. Sono comunque<br />
fatte salve le prescrizioni vigenti nelle aree<br />
“Natura 2000”. Le fasce inerbite devono<br />
essere ben distinguibili dalle superfici coltivate<br />
con finalità produttiva sul medesimo<br />
appezzamento. L’importo annuale del<br />
sostegno è di 1.000 euro/ha (80 euro/ha se<br />
utilizzate come EFA o soggette al vincolo<br />
di condizionalità BCAA1).<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
17
LEADER AL VIA:<br />
I PRIMI BANDI GAL<br />
IN USCITA<br />
Veruschka Piras<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />
Direzione Opere pubbliche,<br />
difesa del suolo,<br />
montagna, foreste.<br />
UN SISTEMA<br />
DI RETI E FILIERE<br />
Nel mese di maggio <strong>2017</strong> sono stati pubblicati<br />
i primi bandi dedicati allo sviluppo<br />
ed innovazione delle filiere e dei sistemi<br />
produttivi locali attraverso forme di aggregazione<br />
degli operatori economici in<br />
programmi integrati di filiera denominati<br />
PIF e in programmi integrati di rete<br />
territoriale chiamati PIRT. Simili alla più<br />
conosciuta e sperimentata forma aggregativa<br />
delle filiere produttive, le Reti territoriali<br />
sono forme di cooperazione, sia<br />
orizzontale che verticale, tra più soggetti<br />
(microimprese, imprese agricole, enti<br />
locali, associazioni) operanti nei diversi<br />
settori dell’economia rurale, finalizzate<br />
a superare gli svantaggi della frammentazione<br />
e della piccola dimensione delle<br />
imprese presenti nei territori GAL. La rete<br />
può avere natura settoriale o intersettoriale<br />
e si costituisce per realizzare un progetto<br />
comune, coerente con la strategia<br />
di sviluppo locale del Gal, sul territorio in<br />
cui opera, favorendo economie di scala e<br />
potenziando la competitività delle imprese<br />
partecipanti. Per essere attuati i programmi<br />
di filiera/rete devono possedere<br />
i seguenti requisiti:<br />
- presentazione in forma associata da<br />
parte di un minimo di tre soggetti, di cui<br />
almeno due beneficiari;<br />
- sottoscrizione da tutti i partner (beneficiari<br />
e non) di un accordo scritto che<br />
vincola gli stessi partecipanti alla realizzazione<br />
degli interventi previsti dal PIF/<br />
PIRT, e contiene gli obblighi e gli impegni<br />
reciproci delle parti al fine del raggiungimento<br />
degli obiettivi prefissati nell’accordo<br />
stesso.<br />
L’accordo dovrà avere una durata minima<br />
di 3 anni dalla chiusura degli interventi.<br />
Possono essere beneficiari le<br />
aziende agricole, forestali, imprese di<br />
trasformazione e distribuzione, micro e<br />
piccole imprese non agricole, imprese turistiche,<br />
enti locali etc.<br />
Il partecipante diretto è un soggetto<br />
giuridico che sostiene l’onere finanziario<br />
degli investimenti di propria competenza<br />
previsti dal programma di filiera; deve<br />
aderire ad almeno una misura del PSL<br />
con i requisiti di ammissibilità previsti.<br />
All’accordo possono aderire anche dei<br />
partecipanti indiretti coinvolti nella realizzazione<br />
degli obiettivi del programma<br />
di filiera che beneficiano di una ricaduta<br />
positiva derivante dalla realizzazione<br />
del progetto stesso, pur non richiedendo<br />
contributi nell’ambito del PIF/PIRT. In<br />
questa categoria possono rientrare anche<br />
soggetti che non possiedono i requisiti<br />
per accedere alle singole misure/azioni<br />
del PSL (es. operatori della distribuzione,<br />
soggetti che forniscono servizi a supporto<br />
della filiera). I partecipanti indiretti,<br />
per essere riconosciuti tali, hanno l’onere<br />
di sottoscrivere l’accordo e possono partecipare<br />
a più programmi di filiera/rete<br />
anche nell’ambito del medesimo settore /<br />
comparto/ raggruppamento.<br />
18<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
Il 27 ottobre 2016 sono stati approvati dalla <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> i 14<br />
Programmi di Sviluppo Locale (PSL) elaborati dai Gruppi di Azione Locale<br />
(GAL) che coprono buona parte del territorio regionale, in attuazione della<br />
misura 19 del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020.<br />
La misura sostiene lo “sviluppo locale partecipativo” - Leader, che si<br />
attua attraverso bandi pubblici emanati dai Gal sui rispettivi territori per<br />
realizzare gli obiettivi di sviluppo descritti in ogni PSL.<br />
SERVIZI PER<br />
IL TERRITORIO<br />
Come contributo diretto al terzo obiettivo<br />
dell’Unione Europea “Realizzare uno<br />
sviluppo territoriale equilibrato delle<br />
economie e comunità rurali, compresi<br />
la creazione e il mantenimento di posti<br />
di lavoro”, si segnalano di prossima pubblicazione<br />
i bandi pubblici per sostenere<br />
l’avvio di nuove attività extra-agricole,<br />
finalizzati all’insediamento di nuove imprese<br />
e alla creazione di nuovi posti di<br />
lavoro. A seconda dei Gal e dei rispettivi<br />
PSL, saranno sovvenzionabili l’avvio delle<br />
seguenti attività imprenditoriali:<br />
- attività nell’ambito del turismo rurale,<br />
in connessione con le specificità locali,<br />
comprese le attività di accoglienza, la fornitura<br />
di servizi al turismo anche di carattere<br />
culturale, la ristorazione, le attività<br />
ludico sportive;<br />
- attività connesse ai diversi comparti<br />
dell’economia rurale (produzione, trasformazione<br />
e commercializzazione di<br />
prodotti non compresi nell’allegato I);<br />
- fornitura di servizi sociali quali le attività<br />
per assistenza all’infanzia, agli anziani,<br />
ai disabili;<br />
- fornitura di servizi per tutte le attività<br />
economiche (compresa l’agricoltura e le<br />
attività forestali);<br />
- attività ad elevato contenuto tecnologico<br />
e/o informatico (es. tecnologie per<br />
l’informazione e la comunicazione, bioedilizia…);<br />
- e-commerce, attività in campo elettronico<br />
e informatico.<br />
Gli aspiranti imprenditori dovranno<br />
presentare un business plan validato<br />
dagli sportelli di creazione d’impresa<br />
regionali (Mip) e un piano aziendale che<br />
descriva in modo completo ed esaustivo<br />
il progetto di nuova impresa. Per favorire<br />
il tasso di successo e di radicamento delle<br />
nuove imprese, gli aspiranti imprenditori<br />
saranno supportati dai Gal per il trasferimento<br />
di competenze e di buone prassi<br />
innovative, in collaborazione con le strutture<br />
territoriali di accompagnamento e<br />
per la costruzione dei business plan.<br />
Si tratta di una misura a premio. Il premio<br />
erogato è definito dai GAL entro il<br />
limite massimo di 35.000 euro con la<br />
maggiorazione di 10.000 euro per le zone<br />
montane. Il beneficiario deve impegnarsi<br />
a proseguire l’attività prevista dal piano<br />
aziendale per almeno 36 mesi dal saldo,<br />
pena la restituzione integrale del premio.<br />
Lo stimolo agli investimenti deriverà<br />
anche dall’inserimento delle neo-imprese<br />
in programmi di filiera, reti di imprese o<br />
di cooperazione finalizzati a migliorare la<br />
crescita e la competitività dei sistemi produttivi<br />
locali.<br />
Le imprese neocostituite potranno infatti<br />
ottenere un contributo a supporto<br />
dei propri investimenti accedendo alla<br />
misura di “Sostegno agli investimenti per<br />
la creazione e per lo sviluppo di attività<br />
extra-agricole da parte di piccole e microimprese”.<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
19
TURISMO<br />
À LA CARTE<br />
I bandi di prossima apertura toccheranno<br />
anche il tema del turismo,<br />
sviluppato mediante piani integrati di<br />
intervento basati sulle peculiarità attrattive<br />
e sulle potenzialità di sviluppo<br />
individuate nella fase di analisi e di animazione<br />
sul territorio.<br />
Seguendo linee di sviluppo di turismo<br />
sostenibile, nelle aree Gal si punta principalmente:<br />
- sullo sviluppo del turismo outdoor,<br />
attraverso il completamento e l’integrazione<br />
di itinerari escursionistici;<br />
- sul completamento e integrazione di<br />
itinerari tematici e culturali già esistenti,<br />
anche rivolti a specifici target;<br />
- sulla realizzazione di infrastrutture<br />
turistico-ricreative.<br />
Gli interventi saranno finalizzati prioritariamente<br />
ad integrare ed a mettere a<br />
sistema le iniziative già esistenti. In tale<br />
ambito, a titolo esemplificativo, i GAL<br />
possono sostenere interventi a favore<br />
di piccole e microimprese, e favorire la<br />
costituzione di reti per la costruzione,<br />
la gestione e la promozione dei prodotti<br />
turistici. Nello specifico la sottomisura<br />
7.5 del PSR sostiene investimenti<br />
di miglioramento delle infrastrutture<br />
turistiche e ricreative su piccola scala<br />
e il potenziamento della relativa informazione<br />
turistica, da attuare in forma<br />
coordinata a livello locale e regionale<br />
al fine di contribuire a diversificare e<br />
destagionalizzare l’offerta turistica,<br />
conservare il paesaggio, promuovere le<br />
tipicità locali attraverso il contatto diretto<br />
con i turisti e favorire la creazione<br />
di opportunità occupazionali nelle<br />
zone rurali. Molti GAL hanno inserito<br />
il tema del turismo sostenibile tra le<br />
direttrici portanti del proprio PSL e<br />
sono in procinto di pubblicare specifici<br />
bandi (operazione 7.5.2) in coordinamento<br />
con le iniziative regionali a valere<br />
sull’intervento 7.5.1, per orientare<br />
al meglio il raggiungimento di obiettivi<br />
comuni per i territori rurali del <strong>Piemonte</strong><br />
e generare, attraverso azioni complementari<br />
e sinergiche, un significativo<br />
impatto sull’economia locale.<br />
Gli investimenti realizzati a valere sui<br />
bandi GAL si inseriscono nel contesto<br />
della rete del patrimonio escursionistico<br />
regionale (RPE) oppure collegati<br />
ad essa attraverso specifici itinerari di<br />
raccordo.<br />
Tra il mese di maggio <strong>2017</strong> e la fine dell’anno saranno messi a disposizione dei<br />
territori Gal, attraverso i bandi in corso di pubblicazione, circa 17 milioni di euro<br />
di contributi. Per avere maggiori informazioni sulle iniziative finanziate è utile<br />
consultare i siti dei Gal alla pagina:<br />
http://www.regione.piemonte.it/montagna/montagna/rurale/psr2014-2020.htm<br />
sono disponibili i riferimenti di tutti i Gal ed i relativi PSL.<br />
20<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
GAL<br />
SEDE<br />
GAL BASSO<br />
MONFERRATO<br />
ASTIGIANO<br />
GAL BORBA<br />
GAL ESCARTON E<br />
VALLI VALDESI<br />
GIAROLO LEADER<br />
GAL LAGHI<br />
E MONTI<br />
GAL LANGHE<br />
E ROERO<br />
GAL MONGIONE<br />
GAL MONTAGNE<br />
BIELLESI<br />
GAL TERRE<br />
DEL SESIA<br />
GAL TRADIZIONE<br />
TERRE OCCITANE<br />
GAL VALLI<br />
DEL CANAVESE<br />
GAL VALLI DI LANZO,<br />
CERONDA<br />
E CASTERNONE<br />
GAL VALLI GESSO<br />
VERMENAGNA PESIO<br />
GAL TERRE ASTIGIANE NELLE COLLINE<br />
PATRIMONIO DELL’UMANITA’<br />
Via Cavour n. 6 - 14039 Tonco (AT)<br />
Tel. 0141/991525 - Fax 0141/1850499 - Cell. 345.5511283<br />
galbma.montechiaro@atlink.it - www.monferratoastigiano.it<br />
Via Roma n. 9 - 15010 Ponzone (AL)<br />
Tel. 0144/376007<br />
info@galborba.it<br />
Via Fuhrmann n. 23 - 10062 Luserna S. Giovanni (TO)<br />
Tel. 0121/933708 - Fax 0121/950644<br />
segreteria@evv.it<br />
Piazza Risorgimento n. 3 - 15060 Stazzano (AL)<br />
Tel. 0143/633876 - Fax 0143/686877<br />
info@giarololeader.it<br />
Via Romita n. 13bis - 28845 Domodossola (VB)<br />
Tel. 0324/481756 - Fax 0324/249817<br />
segreteria@gallaghiemonti.it<br />
Piazza Oberto n. 1 - 12060 Bossolasco (CN)<br />
Tel. 0173/793508-799000 - Fax 0173/793449<br />
info@langheroeroleader.it<br />
Piazza Vittorio Veneto n. 1 - 12070 Monbasiglio (CN)<br />
Tel. 0174/780268 - Fax 0174/782935<br />
info@galmongioie.it<br />
Via Bassetti n.1 - 13866 Casapinta (BI)<br />
Tel. 015/7429080 - Fax 0155/7427931<br />
gal@montagnebiellesi.it<br />
C.so Roma n. 35 - 13019 Varallo Sesia (VC)<br />
Tel. 0163/51555-53800 - Fax 0163/52045<br />
segreteria@terredelsesia.it<br />
Via Matteotti n. 40 - 12023 Caraglio (CN)<br />
Tel. 0171/610325 - Fax 0171/817981<br />
info@tradizioneterreoccitane.com<br />
Corso Ogliani n. 9 - 10080 Rivara (TO)<br />
Tel. 0124/310109 - Fax 0124/3101109<br />
info@galvallidelcanavese.it<br />
Frazione Fè n. 2 - 10070 Ceres (TO)<br />
Tel. e Fax 0123/521636<br />
info@gal-vallilanzoecerondacasternone.it<br />
Via Piave n. 25 - 12016 Peveragno (CN)<br />
Tel. e Fax 0171/338995<br />
info@galgvp.eu<br />
Via Roma n. 13 - 14055 Costigliole d’Asti (AT)<br />
Tel. 0141/966187<br />
info@galterreastigiane.it
IL PUNTO SUL PAN<br />
L’AGRICOLTURA<br />
PIEMONTESE<br />
TRA PSR E PAN<br />
A cura di<br />
Federico Spanna<br />
Giancarlo Bourlot,<br />
Alba Cotroneo,<br />
Stefano Dolzan,<br />
Paolo Ferrero,<br />
Viola Massobrio,<br />
Giovanni Scanabissi,<br />
Simona Avagnina,<br />
Tiziana La Iacona,<br />
Irene Vercellino,<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />
Direzione Agricoltura,<br />
Elena Anselmetti,<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />
Direzione Ambiente.<br />
Il Programma di Sviluppo Rurale 2014-<br />
2020, avviato oramai da più di un anno,<br />
attraverso l’apertura di appositi bandi<br />
ha consentito a molte aziende agricole o<br />
soggetti operanti in agricoltura di potenziare<br />
le proprie attività e di sviluppare<br />
l’agricoltura in senso moderno. Uno degli<br />
interventi di grande importanza per<br />
la componente agricola ed ambientale è<br />
legato alle misure agroambientali ed è finalizzato<br />
all’applicazione delle tecniche di<br />
produzione integrata, alla riduzione delle<br />
emissioni di gas serra ed al mantenimento<br />
della biodiversità<br />
Per produzione integrata si intende quel<br />
sistema di produzione agro-alimentare<br />
che utilizza tutti i metodi e mezzi produttivi<br />
e di difesa dalle avversità delle produzioni<br />
agricole, volte a ridurre al minimo<br />
l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e<br />
a razionalizzare le risorse a disposizione,<br />
nel rispetto dei principi ecologici economici<br />
e tossicologici (Integrated Crop Management,<br />
ICM).<br />
Un aspetto particolare è la Difesa Integrata<br />
(Integrated Pest Management, IPM)<br />
che deve sviluppare prioritariamente tutte<br />
le soluzioni alternative alla difesa chimica<br />
che possono consentire di razionalizzare<br />
gli interventi salvaguardando la salute degli<br />
operatori e dei consumatori, limitando<br />
allo stesso tempo i rischi per l’ambiente in<br />
un contesto di agricoltura sostenibile. In<br />
questo ambito il DM del 22 gennaio 2014,<br />
22<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
in attuazione della Direttiva 2009/128/CE<br />
e del D.Lgs 150/2012, ha adottato il Piano<br />
di Azione Nazionale per l’uso sostenibile<br />
dei prodotti fitosanitari (PAN).<br />
Le citate normative europee e nazionali<br />
e le azioni di attuazione a livello regionale<br />
trovano pertanto una stretta interconnessione<br />
e complementarietà.<br />
LA MISURA 10 E I VINCOLI<br />
DEL PAN<br />
Il rispetto del PAN è un obbligo imprescindibile<br />
nel Programma di Sviluppo<br />
Rurale in quanto rientra nella condizionalità<br />
nell’ambito dei Criteri di Gestione<br />
Obbligatori (CGO) 10 - Regolamento (CE)<br />
n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del<br />
Consiglio, relativo all’immissione sul mercato<br />
dei prodotti fitosanitari e dei requisiti<br />
minimi relativi all’uso di fertilizzanti e<br />
pesticidi.<br />
Più nello specifico il PAN, nell’Azione 7 -<br />
Difesa integrata a basso apporto di prodotti<br />
fitosanitari (articoli 18, 19, 20 e 21 del D.Lgs.<br />
150/2012), distingue tra difesa integrata<br />
obbligatoria e volontaria. Mentre la difesa<br />
obbligatoria prevede un livello “base”<br />
(“condizionalità”) e un attento supporto<br />
ai territori da parte dell’ente pubblico per<br />
fornire alle aziende gli strumenti adeguati<br />
alla corretta applicazione dei principi, la<br />
difesa integrata volontaria prevede norme<br />
tecniche specifiche per ciascuna coltura<br />
e indicazioni fitosanitarie vincolanti (disciplinari<br />
di produzione), comprendenti<br />
pratiche agronomiche e fitosanitarie e<br />
limitazioni nella scelta dei prodotti e nel<br />
numero dei trattamenti. Per la difesa integrata<br />
volontaria la normativa prevede il<br />
rispetto dei disciplinari regionali di difesa<br />
integrata secondo le modalità previste dal<br />
Sistema di Qualità Nazionale della Produzione<br />
Integrata (SQNPI) che, di fatto,<br />
corrispondono ai disciplinari regionali<br />
previsti altresì per l’applicazione dell’operazione<br />
“Produzione integrata” nell’ambito<br />
della misura 10 “Pagamenti agro-climatico-ambientali”<br />
del PSR.<br />
Per aderire all’operazione “Produzione<br />
integrata” (10.1.1), nel rispetto degli<br />
adempimenti previsti dal PAN, i beneficiari<br />
devono impegnarsi a :<br />
- sottoporre a regolazione strumentale le<br />
macchine irroratrici di prodotti fitosanitari,<br />
a completamento del controllo funzionale<br />
previsto dal PAN (Art. A.3);<br />
- avvalersi, per il rispetto degli impegni<br />
relativi ai disciplinari di produzione integrata,<br />
“dell’assistenza di consulenti in materia<br />
di uso sostenibile dei prodotti fitosanitari<br />
e sui metodi di difesa alternativi,<br />
come previsto dal PAN”;<br />
- rispettare le norme tecniche regionali<br />
di produzione integrata, redatte in conformità<br />
alle linee guida nazionali;<br />
- registrare le fertilizzazioni e i trattamenti<br />
fitosanitari, le giacenze iniziali e i<br />
successivi acquisti di fertilizzanti e fitofarmaci;<br />
- conservare la documentazione di acquisto<br />
di fertilizzanti e fitofarmaci.<br />
“E’ importante evidenziare inoltre come<br />
l’applicazione di tecniche agronomiche<br />
previste dalle norme tecniche di produzione<br />
integrata siano di fondamentale importanza<br />
nelle attività di prevenzione legate<br />
alla protezione delle piante”. Le tecniche<br />
adottabili con elevato impatto sulla difesa<br />
sono ad esempio :<br />
- scelta di varietà con tolleranza o resistenza<br />
a certe patologie (per es. brusone<br />
La relazione tra PSR<br />
e PAN si riscontra<br />
in particolare<br />
nelle misure<br />
agroambientali e<br />
più nello specifico<br />
nella produzione<br />
integrata<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
23
su riso, ticchiolatura su melo, fusariosi su<br />
grano…)<br />
- concimazione equilibrata in particolare<br />
per l’azoto<br />
- densità di semina o di impianto ridotte<br />
- innesto erbaceo su alcune colture orticole<br />
- ampia rotazione colturale<br />
In alcuni casi, queste scelte (per es. riduzione<br />
delle concimazioni azotate, minore<br />
densità di semina o di impianto, un’ampia<br />
rotazione colturale) si scontrano con la logica<br />
della massimizzazione della resa ma è<br />
altresì vero che riuscire a ridurre il ricorso<br />
ai prodotti fitosanitari, oltre all’indubbio<br />
vantaggio ambientale e di rischio salute<br />
per gli operatori, potrebbe non penalizzare<br />
il reddito della coltura stante i minori<br />
costi dei trattamenti.<br />
NON SOLO DIFESA<br />
INTEGRATA<br />
L’interconnessione tra PAN e PSR non<br />
si limita certamente alla misura 10 ma<br />
coinvolge, a pieno titolo, anche la misura<br />
11 “Agricoltura biologica”. Infatti uno<br />
degli obiettivi che si intende raggiungere<br />
con la progressiva applicazione del PAN<br />
(art. A7.4) è l’incremento della SAU nazionale<br />
condotta con il metodo biologico,<br />
con riferimento alle principali produzioni<br />
agricole.<br />
Il perseguimento di obiettivi del PAN,<br />
quali la formazione, l’informazione e sensibilizzazione,<br />
il controllo funzionale delle<br />
macchine irroratrici, la difesa fitosanitaria<br />
a basso apporto di prodotti fitosanitari e<br />
la ricerca, trova strette connessioni anche<br />
24<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
con le misure 1, 16 e 20 del PSR.<br />
La misura 1 “Trasferimento di conoscenze<br />
e azioni di formazione” ha come<br />
obiettivo la qualificazione degli operatori,<br />
che rappresentano il “potenziale umano”<br />
del settore, l’adeguamento e il miglioramento<br />
delle reti di conoscenze professionali,<br />
tecniche e manageriali. Incentiva l’organizzazione<br />
di corsi, seminari, convegni,<br />
e l’acquisizione di informazioni finalizzate<br />
alla formazione e divulgazione.<br />
La misura 16 “Cooperazione” incentiva<br />
forme di cooperazione tra almeno due<br />
soggetti (operatori del settore agricolo,<br />
forestale e del mondo rurale o altri) che<br />
contribuiscono alla realizzazione degli<br />
obiettivi della politica di sviluppo rurale.<br />
In particolare all’interno dell’azione 16.1.1<br />
è compresa la focus area 4B “Migliore gestione<br />
delle risorse idriche, compresa la<br />
gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi”.<br />
La misura 20 “Assistenza tecnica” è lo<br />
strumento attraverso il quale vengono garantite<br />
le necessarie attività di supporto,<br />
gestione, sorveglianza, valutazione, monitoraggio<br />
e comunicazione.<br />
GLI OBBLIGHI DELLE REGIONI<br />
E’ importante sottolineare che il PAN<br />
attribuisce compiti fondamentali a tutti<br />
i soggetti legati al mondo agricolo e non<br />
solo. In particolare, per citare un esempio<br />
riferito all’applicazione della Difesa integrata<br />
e biologica, oltre al consueto ruolo<br />
di coordinamento, è fatto obbligo alle Regioni<br />
di:<br />
- attivare / potenziare servizi d’informazione<br />
e comunicazione,<br />
- predisporre e diffondere materiale informativo<br />
sulle tecniche per un uso<br />
sostenibile dei prodotti fitosanitari e<br />
sugli obblighi definiti dal Piano,<br />
- assicurare una rete di monitoraggio sullo<br />
sviluppo delle principali avversità,<br />
- attivare, ove possibile, sistemi di previsione<br />
e avvertimento (bollettini),<br />
- promuovere l’assistenza tecnica e la consulenza<br />
agli utilizzatori professionali sulla<br />
difesa fitosanitaria integrata, anche attraverso<br />
l’eventuale attivazione di apposite<br />
strutture territoriali di coordinamento.<br />
Gli utilizzatori professionali di prodotti<br />
fitosanitari devono conoscere, disporre<br />
direttamente o avere accesso a:<br />
- dati meteorologici dettagliati per il territorio<br />
di interesse, acquisibili anche attraverso<br />
collegamento in rete;<br />
- dati fenologici e fitosanitari forniti da<br />
una rete di monitoraggio e, ove disponibili,<br />
dai sistemi di previsione e avvertimento;<br />
- bollettini territoriali di difesa integrata<br />
per le principali colture;<br />
- materiale informativo e/o manuali per<br />
l’applicazione della difesa integrata, predisposti<br />
e divulgati anche per via informatica<br />
dalle autorità competenti.<br />
Tutto ciò comporta l’attivazione e la gestione<br />
ordinaria di una serie di azioni coordinate<br />
tra i diversi soggetti operanti nel<br />
mondo agricolo, che, come abbiamo visto,<br />
possono rientrare e devono essere funzionali<br />
anche agli obiettivi previsti dal PSR.<br />
Numerose<br />
altre misure del<br />
Programma di<br />
sviluppo rurale<br />
contribuiscono<br />
agli stessi obiettivi:<br />
dall’informazione<br />
alla cooperazione<br />
alla formazione<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
25
IL PUNTO SUL PAN<br />
I RIFLESSI SULLE<br />
AZIENDE AGRICOLE<br />
Il PAN mira<br />
a ridurre e,<br />
dove possibile,<br />
prevenire l’uso<br />
di prodotti<br />
fitosanitari,<br />
indirizzando le<br />
aziende agricole<br />
verso pratiche<br />
agronomiche<br />
sostenibili<br />
Il PAN – Piano di Azione Nazionale per<br />
l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari si<br />
prefigge di indirizzare le attività agricole<br />
verso un processo di cambiamento delle<br />
modalità di impiego di questi prodotti, non<br />
solo favorendo una maggiore compatibilità<br />
ambientale e sanitaria, ma anche prevenendone<br />
la necessità grazie a pratiche agronomiche<br />
utili per migliorare la salute delle<br />
piante e contro gli organismi dannosi nelle<br />
aree agricole ed extra-agricole. La struttura<br />
del PAN consiste in diverse azioni, tra le<br />
quali ricordiamo quelle che rivestono maggiore<br />
importanza per l’agricoltura.<br />
FORMAZIONE<br />
Gli operatori principalmente coinvolti<br />
nell’attuazione del PAN sono: gli utilizzatori<br />
professionali, i consulenti e i distributori<br />
di prodotti fitosanitari. Il PAN riporta<br />
le definizioni relative, mentre a livello regionale<br />
la DGR n. 44-645 del 24.11.2014 ha<br />
dato attuazione alle indicazioni stabilite a<br />
livello nazionale.<br />
Utilizzatore professionale: utilizza i<br />
prodotti fitosanitari nel corso di un’attività<br />
professionale. La categoria comprende<br />
gli operatori e i tecnici, gli imprenditori<br />
e i lavoratori autonomi, sia nel settore<br />
agricolo che in altri settori; deve essere<br />
in possesso del certificato di abilitazione<br />
all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />
rilasciato dalla <strong>Regione</strong>.<br />
Consulente: offre consulenza nell’ambito<br />
della difesa fitosanitaria a basso apporto<br />
di prodotti fitosanitari. Tale figura, al<br />
momento, in <strong>Piemonte</strong> è obbligatoria per<br />
le aziende che aderiscono all’operazione<br />
10.1.1 del PSR e deve essere in possesso<br />
dello specifico certificato di abilitazione.<br />
26<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
Distributore: colui che immette sul<br />
mercato (ingrosso e dettaglio) prodotti<br />
fitosanitari. Per svolgere l’attività è necessario<br />
essere in possesso, fra l’altro, del certificato<br />
di abilitazione alla vendita.<br />
Per ottenere i certificati, salvo dettagliate<br />
esenzioni, è necessario seguire corsi organizzati<br />
da Enti di formazione ed autorizzati<br />
dalla <strong>Regione</strong> e superare un esame finale.<br />
Per gli utilizzatori professionali e per i consulenti<br />
la richiesta del certificato va presentata<br />
al Settore Territoriale di competenza<br />
della <strong>Regione</strong>, mentre per i distributori la<br />
richiesta deve essere presentata alla ASL di<br />
competenza. In tutti e tre i casi il certificato<br />
ha validità 5 anni dalla data di emissione, è<br />
personale ed è valido sull’intero territorio<br />
nazionale. Per il rinnovo di tutti i certificati,<br />
durante i 5 anni di validità, è necessario<br />
acquisire 12 crediti formativi frequentando<br />
corsi organizzati dagli Enti di formazione<br />
ed autorizzati dalla <strong>Regione</strong>. Alla scadenza<br />
del certificato la richiesta di rinnovo viene<br />
presentata alla <strong>Regione</strong> (utilizzatori e consulenti)<br />
o alla ASL di competenza (distributori).<br />
Con la medesima modalità si rinnovano<br />
i vecchi certificati rilasciati ai sensi<br />
del DPR 290/2001.<br />
DIFESA INTEGRATA E<br />
BIOLOGICO<br />
Il PAN, a partire dal 1 gennaio 2014, dispone<br />
l’applicazione obbligatoria delle tecniche<br />
di difesa integrata per tutte le aziende agricole<br />
piemontesi e un regime di produzione<br />
integrata volontaria che si basa su una libera<br />
e consapevole adesione da parte dell’imprenditore<br />
agricolo. Nella difesa integrata<br />
di base l’agricoltore può impiegare l’intero<br />
portafoglio di prodotti fitosanitari regolarmente<br />
autorizzati dal Ministero della Salute.<br />
In ogni caso, l’agricoltore deve scegliere,<br />
quando è possibile, il prodotto fitosanitario<br />
meno pericoloso per l’uomo e per l’ambiente.<br />
Inoltre l’azienda deve avere accesso a<br />
una serie di informazioni tecniche necessarie<br />
per impiegare i prodotti fitosanitari in<br />
modo razionale come: dati di monitoraggio,<br />
bollettini, modelli previsionali relativi alle<br />
principali avversità. Nella difesa integrata<br />
volontaria l’agricoltore deve applicare obblighi,<br />
consigli, buone pratiche contenute<br />
nei disciplinari di produzione integrata. In<br />
tale regime la disponibilità di prodotti fitosanitari<br />
è circoscritta e limitata a quelle<br />
molecole che, sulla base di complesse procedure<br />
UE di valutazione del rischio (rif.<br />
normativi Reg. 1107/2009, Reg. di esecuzione<br />
n. 2015/408.., ecc), hanno dimostrato di<br />
garantire un basso rischio sanitario, ambientale<br />
ed ecotossicologico, mantenendo<br />
comunque un elevato grado di efficacia<br />
contro le avversità.<br />
Il <strong>Piemonte</strong> già da molti anni ha attivato<br />
un’attenta politica in merito all’adozione<br />
da parte delle aziende dei criteri relativi<br />
alla difesa integrata e a basso apporto di<br />
prodotti fitosanitari. Nel tempo si è strutturata<br />
su tutto il territorio agricolo un’attiva<br />
rete di rilevazione agrometeorologica<br />
indispensabile a sostenere le strategie di<br />
difesa permettendo di individuare i momenti<br />
più opportuni per gli interventi. La<br />
rete agrometeorologica, insieme a quella di<br />
rilevazione dei dati di monitoraggio attuata<br />
dai tecnici che agiscono nell’ambito delle<br />
misure agroambientali del PSR, è alla base<br />
della redazione dei Bollettini fitosanitari<br />
destinati alle aziende aderenti alla Difesa<br />
integrata obbligatoria e volontaria.<br />
Per rispondere adeguatamente a quanto<br />
previsto dal PAN per la Difesa integrata<br />
obbligatoria, la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> sta<br />
pianificando l’ampliamento della rete dei<br />
monitoraggi volti alla rilevazione delle fasi<br />
fenologiche e delle avversità, comprendendo<br />
anche le aree non ancora comprese e<br />
realizzando una piattaforma informatica<br />
sulla quale sarà possibile far confluire tutti<br />
i dati (agrometeorologici diagnostici e previsionali<br />
e dei monitoraggi ambientali), elaborandoli<br />
sulla base di modelli matematici<br />
e permettendo la redazione di bollettini<br />
differenziati per il livello obbligatorio e per<br />
il livello volontario. Il PAN auspica inoltre<br />
un incremento delle superfici condotte<br />
con il metodo dell’agricoltura biologica. Si<br />
ricorda che molte delle tecniche impiegate<br />
in agricoltura biologica, che hanno dimostrato<br />
una elevata efficacia, sono consigliate<br />
all’interno dei disciplinari di produzione<br />
integrata.<br />
Sono previste regole<br />
precise per tutte le<br />
figure professionali<br />
che agiscono nel<br />
settore, a vari livelli,<br />
con relativi obblighi<br />
di formazione e<br />
abilitazione<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
27
CONTROLLI E MACCHINE<br />
IRRORATRICI<br />
Per controllo funzionale si intende l’insieme<br />
di verifiche e controlli atti a valutare<br />
la corretta funzionalità dei componenti<br />
di una macchina irroratrice. La Direttiva<br />
2009/128/CE ha fissato la data del 26 novembre<br />
2016 come termine ultimo per il<br />
controllo funzionale sull’attrezzatura per<br />
la distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />
ad uso professionale. La scadenza riguarda<br />
tutte le tipologie di irroratrici eccetto<br />
quelle elencate nel Decreto MIPAAF N°<br />
4847 del 3 marzo 2015. L’intervallo tra i<br />
controlli non deve superare i 5 anni fino<br />
al 31 dicembre 2020. Le attrezzature nuove,<br />
acquistate dopo il 26 novembre 2011, sono<br />
sottoposte al primo controllo funzionale entro<br />
5 anni dalla data di acquisto. La regolazione<br />
o taratura delle macchine irroratrici<br />
ha lo scopo di adattare l’attrezzatura alle<br />
specifiche realtà colturali aziendali. Il PAN<br />
prevede una regolazione obbligatoria aziendale,<br />
effettuata compilando annualmente<br />
una check-list dei controlli tecnici minimi,<br />
da allegare al registro dei trattamenti, e una<br />
regolazione volontaria, resa obbligatoria per<br />
gli aderenti all’operazione 10.1.1 (produzione<br />
integrata) o alla misura 11 (produzione biologica)<br />
del PSR 2014-2020, che deve essere<br />
effettuata presso Centri prova autorizzati.<br />
Vista l’impossibilità da parte dei Centri di<br />
IL SITO WEB DEDICATO AL PAN<br />
Per attivare servizi d’informazione e comunicazione per la diffusione e l’applicazione della difesa integrata tra gli utilizzatori è stata attivata una sezione<br />
del sito web della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, area Agricoltura, consultabile al seguente link:<br />
http://www.regione.piemonte.it/agri/area_tecnico_scientifica/settore_fitosanitario/pan.htm<br />
Il sito è suddiviso in diverse sezioni, corrispondenti alle principali azioni del PAN:<br />
• Ambiente: riporta le misure specifiche per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari<br />
in aree specifiche<br />
• Formazione: contiene tutte le informazioni relative al rilascio ed al rinnovo dei certificati di abilitazione per l’acquisto ed utilizzo di tutti i prodotti<br />
fitosanitari per uso professionale nonché per la vendita e l’attività di consulenza nell’ambito della difesa a basso apporto di prodotti fitosanitari<br />
• Controlli attrezzature<br />
• Difesa integrata: è possibile consultare e scaricare i disciplinari di produzione, le deroghe rilasciate dal Settore per le aziende che aderiscono all’operazione<br />
10.1.1 del PSR 2014-2020, schede delle avversità, manuale per la protezione delle colture in agricoltura biologica. (http://www.regione.<br />
piemonte.it/agri/area_tecnico_scientifica/settore_fitosanitario/produzioneIntegrata.htm )<br />
• Extragricolo ed aree urbane: sono presenti “Le Linee di indirizzo regionali per l’impiego di prodotti fitosanitari nelle aree frequentate da gruppi vulnerabili<br />
e dalla popolazione più in generale o nelle aree agricole ad essi adiacenti”.<br />
• Vendita dei prodotti fitosanitari: sezione dedicata ai venditori/distributori di prodotti, vengono fornite indicazioni e documenti utili al pubblico per<br />
ottemperare a quanto previsto dal PAN.<br />
All’interno di ciascuna sezione è riportata la normativa di riferimento.<br />
E’ stata inoltre creata una pagina “La bacheca dei bollettini” all’interno della quale sono e saranno inseriti i risultati, in forma tabellare e grafica, di alcuni<br />
modelli entomologici legati alle condizioni meteorologiche dell’areale frutticolo e viticolo piemontese con il bollettino spandimento reflui, un bollettino<br />
agrometeorologico e una sezione di misure ed elaborazione dei dati meteo.<br />
Infine è stata creata una pagina “Eventi” all’interno della quale sono presenti:<br />
• Le date di futuri convegni, seminari o altri appuntamenti legati al PAN<br />
• Archivio: raccolta delle presentazioni degli eventi passati.<br />
Figura 1. Home page del sito PAN della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>. http://www.<br />
regione.piemonte.it/agri/area_tecnico_scientifica/settore_fitosanitario/pan.htm<br />
Figura 2. La bacheca dei bollettini. http://www.3acloud.it:8000/pan/
ispondere entro la data del 26 novembre<br />
2016 alle svariate richieste pervenute dalle<br />
aziende agricole, l’Assessorato Agricoltura<br />
della <strong>Regione</strong>, sentito il parere del Ministero<br />
per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali,<br />
ha attivato la prenotazione del controllo<br />
funzionale ed eventuale regolazione per<br />
le aziende che ne abbiano fatto richiesta in<br />
data antecedente il 26 novembre 2016. Per<br />
attivare tale meccanismo, è necessaria la<br />
compilazione e la sottoscrizione da parte<br />
dell’azienda agricola e del Centro abilitato<br />
di un modulo che dovrà essere custodito in<br />
originale presso l’azienda richiedente e rappresenterà<br />
il documento da esibire in caso di<br />
controllo da parte degli organismi preposti.<br />
RICERCA<br />
E SPERIMENTAZIONE<br />
Il Piano d’Azione Nazionale riporta un<br />
lungo elenco di tematiche di interesse in<br />
base alle quali sono stati attivati specifici<br />
progetti, molti dei quali riferiti ad emergenze<br />
fitosanitarie per le quali occorre validare<br />
sistemi di difesa efficaci e sostenibili.<br />
Con altre poche risorse disponibili sono<br />
stati finanziati alcuni progetti con lo scopo<br />
di individuare strategie di difesa ecocompatibili<br />
che consentano la valorizzazione<br />
delle produzioni regionali sotto l’aspetto<br />
della qualità, della sicurezza alimentare,<br />
della tutela della salute degli operatori e<br />
delle risorse ambientali.<br />
ll sito web<br />
istituzionale<br />
fornisce tutte le<br />
informazioni circa<br />
la normativa,<br />
la formazione, le<br />
linee guida e<br />
i disciplinari<br />
RISICOLTURA SOSTENIBILE:<br />
Corsi d’acqua più puliti con meno prodotti fitosanitari<br />
Al fine di diminuire l’inquinamento da prodotti fitosanitari evidenziato dal monitoraggio ambientale regionale nelle acque superficiali<br />
e sotterranee dell’area a vocazione risicola, la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> ha adottato, con la D.G.R. n. 32-2952 del 22 febbraio<br />
2016, le misure di contenimento per un impiego sostenibile di 4 prodotti fitosanitari, due erbicidi (oxadiazon e quinclorac) e due<br />
fungicidi (azoxistrobina e triciclazolo). Le misure sono state proposte dalla “Commissione Riso” composta da: <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />
– Direzione Ambiente, Settore Tutela delle Acque e Direzione Agricoltura, Settore Fitosanitario; Arpa <strong>Piemonte</strong>; Università di Torino<br />
– DISAFA; Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali; Coldiretti; CIA; Confagricoltura; Ente Nazionale Risi. I risicoltori hanno compreso<br />
l’importanza di questo provvedimento e dall’elaborazione, seppur parziale, dei primi risultati derivanti dal monitoraggio<br />
ambientale regionale delle acque superficiali nel 2016, emerge una evidente riduzione della presenza di queste quattro sostanze<br />
nell’area a vocazione risicola. In generale si evidenzia un calo dei riscontri analitici dei 4 pesticidi analizzati e le concentrazioni<br />
medie risultano scese drasticamente, ponendosi in un “intorno” molto vicino al limite (0.1 µg/l) ammesso dalla legge:<br />
oxadiazon: è l’erbicida più utilizzato dai risicoltori, pertanto è comprensibile riscontrarlo in modo diffuso sul territorio, ma rispetto<br />
al triennio di riferimento (2012-2014) la concentrazione media risulta diminuita del 50%, con valori medi di concentrazione<br />
molto prossimi alla soglia di riferimento;<br />
• quinclorac: si riscontra solo più nel 50% dei punti di prelievo, con valori medi di concentrazione ridotti dell’80% rispetto agli<br />
anni precedenti e comunque molto prossimi alla soglia di riferimento;<br />
• triciclazolo: si riscontra ancora in un numero esiguo di punti di prelievo, con valori medi inferiori alla soglia di riferimento;<br />
• azoxistrobina: i risultati migliori riguardano questo fungicida, che non si ritrova più in alcun punto di monitoraggio!<br />
La collaborazione che si è creata, grazie anche al protocollo d’intesa (approvato con DGR n. 35-33<strong>92</strong> del 30 maggio 2016 e sottoscritto<br />
dalle parti il 14 <strong>giugno</strong> 2016), evidenzia come sia possibile utilizzare in modo sostenibile i prodotti fitosanitari, rispettando<br />
l’ambiente e garantendo comunque la resa produttiva.<br />
GESTIONE TERRENI AGRICOLI RICADENTI IN RETE NATURA 2000<br />
I prodotti fitosanitari autorizzati in deroga eccezionale, ai sensi dell’art. 53 del Reg. 1107/2009 (situazioni di emergenza fitosanitaria),<br />
sono comunque esclusi dal possibile impiego nei siti della Rete Natura 2000 (aree SIC e ZPS).<br />
Da alcuni anni tale prescrizione, presente in etichetta, è stata assunta col fine di tutelare la biodiversità nelle suddette aree.
LE NOSTRE<br />
ESPERIENZE<br />
Prosegue il racconto di esperienze dirette di aziende,<br />
imprenditori agricoli e altri soggetti beneficiari del<br />
Programma di sviluppo rurale.<br />
Non vogliono necessariamente essere modelli, ma casi<br />
significativi, per l’innovazione che hanno portato, per la<br />
capacità che hanno dimostrato nel cogliere appieno le<br />
opportunità, per la continuità e l’ampiezza dei progetti<br />
sviluppati, o semplicemente come casi tipici di crescita e<br />
sviluppo del mondo rurale piemontese.<br />
Le tre interviste che presentiamo non hanno pretesa<br />
di esaustività o rappresentatività ma l’intento di aprire,<br />
all’interno del nuovo progetto editoriale della rivista,<br />
uno spazio vivo di esperienze concrete, che ci aiutino a<br />
raccontare che cosa si può fare con il sostegno del PSR<br />
e con il lavoro di tutti i giorni.<br />
a cura di Andrea Marelli<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, Direzione Agricoltura<br />
30<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
Agricoltura <strong>92</strong><br />
31
SOCIETA’ AGRICOLA BARS<br />
CHABRIER<br />
VIA CUNEO 33, 12010<br />
SAMBUCO - CN<br />
Marta Fossati (Titolare)<br />
IN ALPEGGIO PER PASSIONE<br />
Ci racconta la storia della sua azienda?<br />
Ho iniziato a lavorare nel 2010 nell’azienda agricola dei miei genitori, che allevano ovini, caprini<br />
e bovini. Poi, nel 2012, ho aperto all’interno dell’azienda un piccolo laboratorio di trasformazione<br />
del latte, che nel 2016 si è evoluto in un’azienda autonoma che io e mio marito abbiamo chiamato<br />
“Bars Chabrier” (“la barma delle crapre” in dialetto), dedicata alla produzione di formaggio<br />
ovocaprino.<br />
La sede è a Sambuco, un piccolo comune in provincia di Cuneo, situato nell’Alta Valle Stura mentre<br />
il nostro alpeggio è a 2000 metri. Attualmente abbiamo 120 capre di razza meticcia (noi le<br />
chiamiamo “nostrane”!), molto adatte al pascolo in alpeggio, con le quali produciamo all’incirca<br />
140 litri di latte al giorno. Distribuiamo i nostri formaggi in due mercati alla settimana e facciamo<br />
vendita diretta nel piccolo punto vendita in azienda… insomma, siamo una piccola azienda che<br />
lavora in tutto e per tutto col territorio locale!<br />
Quando è iniziata la vostra esperienza con il Programma di sviluppo<br />
rurale?<br />
Nel 2016 abbiamo partecipato al bando della Misura 4 del PSR 2014-2020 per l’insediamento<br />
giovani al fine di costruire una stalla in alpeggio: è di qualche giorno fa la notizia dell’approvazione<br />
del progetto, quindi siamo molto felici!<br />
Al momento infatti siamo in affitto presso delle vecchie strutture militari e dobbiamo mungere<br />
a mano, mentre grazie alla nuova stalla, potremo attrezzare sala mungitura e quella per lo stoccaggio<br />
del latte, migliorando sia la qualità della produzione che il benessere degli animali. Inoltre,<br />
potremo aumentare di qualche unità il numero delle capre e, grazie al tempo risparmiato per la<br />
mungitura, fare un mercato in più alla settimana, che per noi sarebbe importantissimo visti i sempre<br />
maggiori costi di produzione.<br />
Quanto ha inciso sulle vostre scelte la possibilità di accedere al<br />
contributo?<br />
Ha inciso parecchio perché si tratta di un investimento importante che non avremmo potuto sostenere<br />
senza il contributo PSR. D’altro canto, l’iter per la presentazione della domanda non è stato<br />
semplice, sia a livello burocratico che logistico e per noi si è trattato di una specie di… investimento<br />
nell’investimento a livello di tempo e sforzi.<br />
Il PSR vi ha aiutato anche in altri ambiti della vostra attività?<br />
Sì, grazie all’operazione 10.1.6 “Difesa del bestiame dalla predazione da canidi sui pascoli collinari e<br />
montani”: il nostro alpeggio infatti è in un territorio abitato dal lupo e sebbene il nostro gregge non<br />
abbia mai subito degli attacchi, la presenza del predatore si vede. Per questo, oltre che la nostra costante<br />
presenza e le reti che abbiamo installato, i cani da guardiania (diversi da quelli da pastore), sono<br />
indispensabili sia come deterrente sia per tenere materialmente lontani i lupi dal pascolo. Il contributo,<br />
quindi, ci aiuta a sostenere i costi non indifferenti dei nostri due cani che ci siamo trovati a sostenere da<br />
quando c’è stato il ritorno del lupo, animale che peraltro noi rispettiamo e la cui presenza è una conseguenza<br />
del progressivo abbandono della montagna.<br />
Tuttavia, se posso fare un’osservazione condivisa con altri colleghi, rispetto all’operazione 10.1.6 del PSR<br />
forse sarebbe stato opportuno procedere ad uno studio più approfondito sui cani da guardiania e non<br />
limitarsi a indicare i parametri di razza per accedere al contributo: anche cani di razza mista ma nati nel<br />
gregge e che hanno imparato il lavoro col gregge posso essere infatti ottimi cani da guardiania.
Luciano Scudo (Titolare)<br />
SEMINA SU SODO, UNA SCELTA VINCENTE<br />
VIA ALESSANDRIA 10,<br />
15040 CUCCARO<br />
MONFERRATO (AL)<br />
Ci racconta in breve la storia della sua azienda?<br />
Mi sono insediato come agricoltore grazie al bando regionale “insediamento giovani” nel 1989 qui a<br />
Cuccaro Monferrato (AL). Attualmente gestisco 100 ha di terreno coltivato a cereali vernini, leguminose<br />
da granella, prato, sorgo e mais. Un tempo coltivavamo anche erba medica ma oggi i costi sono<br />
troppo elevati e non è più redditizio.<br />
Quando è iniziata la sua esperienza con il Programma di sviluppo rurale?<br />
Nel 2009 grazie al PSR 2007-2013 ho potuto acquistare una macchina seminatrice su sodo.<br />
La semina su sodo (una tecnica agronomica conservativa di gestione del suolo che prevede<br />
di non lavorare il terreno investito con le coltivazioni erbacee, mantenendolo sempre coperto<br />
anche tramite l’uso di cover-crops, allo scopo di mantenere e migliorare la dotazione di<br />
sostanza organica e la struttura fisica del terreno con positive ricadute sulla fertilità, la biodiversità<br />
e il minor rischio di erosione - n.d.r.), fu una scommessa, principalmente dettata<br />
dall’andamento negativo del mercato dei cereali, che mi ha obbligato a cercare di abbattere<br />
i costi di produzione delle coltivazioni erbacee di pieno campo, e dal deterioramento dei<br />
suoli, che vedevo peggiorare a causa del compattamento generato dalle macchine usate<br />
per la lavorazione e la trebbiatura Così mi sono detto: perché non provare a fare qualcosa<br />
di diverso dal solito?<br />
Quali sono stati i risultati della semina su sodo?<br />
Nel mio caso, sono stati estremamente positivi: grazie all’adozione delle tecniche di semina su sodo,<br />
la mia azienda consuma meno gasolio e grazie alle cover crop e alle leguminose in rotazione anche<br />
meno concime; migliorando la struttura del terreno, si sono anche ridotti gli effetti negativi dell’erosione,<br />
aspetto importante in zona collinare, ed è migliorata la capacità di trattenere l’acqua.<br />
Oggi, dopo 8-9 anni di pratica, mi sento di consigliarla, anche se ovviamente ci sono state annate più<br />
o meno positive, soprattutto in relazione all’andamento delle piogge e alla disponibilità di acqua, che<br />
qui nel Monferrato è sempre molto scarsa. Quando ho comprato la seminatrice da sodo sono andato<br />
dal costruttore in Brasile e laggiù, grazie alle piogge e al clima tropicale, possono raccogliere anche<br />
4-5 volte l’anno e la coltivazione su sodo è molto performante.<br />
Avete preso parte anche al progetto “Helpsoil”?<br />
Sì, tramite un collega sono venuto a conoscenza del progetto europeo LIFE+ HelpSoil, (della durata<br />
di 4 anni 2013-<strong>2017</strong>, il progetto ha testato in 20 aziende agricole del bacino padano-veneto tecniche<br />
innovative di gestione dei terreni agricoli, allo scopo di migliorare la funzionalità dei suoli agrari, contribuendo<br />
alla resilienza e all’adattamento al cambiamento climatico, n.d.r.) e vi ho partecipato. E’ stata<br />
un’esperienza molto arricchente, grazie soprattutto alle visite di studio per tecnici ed agricoltori condotte<br />
in Umbria, Puglia e Francia presso aziende che già adottano la semina su sodo, e alla possibilità di<br />
mettere in comune i problemi e le soluzioni tecniche testate in azienda, ad esempio sulla gestione delle<br />
cover-crop , che insieme alla gestione delle infestanti è uno degli aspetti più delicati da gestire.<br />
Quali sono i suoi progetti futuri?<br />
Abbiamo presentato domanda sull’operazione 10.1.3 “Tecniche di agricoltura conservativa” del PSR<br />
2014-2020, in modo da poter approfondire l’esperienza della gestione su sodo: gli impegni quinquennali<br />
dell’Azione 2 riguardano infatti effettuare la semina diretta su sodo (o la lavorazione in<br />
bande per le colture in cui la distanza tra le file è di almeno 40 cm) senza effettuare lavorazioni né<br />
ripuntature, e mantenere il suolo coperto, ad esempio lasciando in superficie i residui colturali Per<br />
trovare anche nuove opportunità commerciali, quest’anno oltre alle classiche colture cerealicole abbiamo<br />
provato a seminare con le tecniche di sodo il grano saraceno, dopo un’esperienza non positiva<br />
con la quinoa… ma al momento è ancora troppo presto per raccontare come è andata!<br />
Che considerazioni si sente di fare circa la sua esperienza?<br />
Da un lato, senza il finanziamento del PSR, non mi sarei avventurato in questa esperienza, che come<br />
detto considero molto positiva. Dall’altro lato, a volte ci si sente un po’ dei pionieri a praticare queste<br />
tecniche conservative, e bisogna far fronte sia allo scetticismo dei colleghi, sia alla oggettiva difficoltà<br />
ad ottenere un supporto tecnico qualificato, che su tecniche evolute e complesse come questa sono<br />
estremamente importanti, soprattutto nei primi anni di adozione.
ASBUC<br />
VIA GIOVANNI ROSSO, 2A<br />
12010 VALDIERI (CN)<br />
http://www.andonno.it/<br />
Daniela Risso (Presidente del comitato gestionale ASBUC Andonno)<br />
GESTIRE I DEMANI CIVICI IN MODO<br />
SOSTENIBILE<br />
Ci racconta le realtà dell’ente ASBUC e le sue attività?<br />
L’A.S.B.U.C. (Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico) di Andonno (CN) è un’entità<br />
organizzata, diversa e separata dal Comune e appositamente costituita per la gestione<br />
separata delle terre e demani civici.<br />
Andonno è un piccolo paese a pochi chilometri da Cuneo, al confine del Parco Naturale<br />
delle Alpi Marittime in valle Gesso e l’ASBUC è sorta a seguito di un movimento cittadino<br />
per la difesa e la salvaguardia del Monte Cros, interessato dal progetto di ampliamento<br />
della cava presente, per venire riconosciuta dalla <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> nel 1998 ed entrare,<br />
dopo una lunga gestazione, in piena operatività nel 2007.<br />
Il Comitato gestionale dell’ASBUC è composto di cinque membri e dura in carica quattro<br />
anni. Esso viene eletto dalla generalità dei cittadini residenti ed iscritti nelle liste elettorali<br />
nel Comune di Valdieri (di cui Andonno è frazione).<br />
Il compito istituzionale dell’ASBUC è quello di gestire e valorizzare le potenzialità del patrimonio<br />
di uso civico (boschi, pascoli, prodotti della natura) regolamentandone l’accesso<br />
e la fruizione nell’interesse generale di tutti gli aventi diritto, garantendo a quest’ultimi<br />
condizioni di equità. Per gli usi e i demani civici mi pare importante sottolineare la funzione<br />
di presidio ambientale ed il loro rilievo sociale, considerando anche che agli usi civici erano<br />
legate forme di democrazia diretta collegate ad un elevato senso di appartenenza delle<br />
persone e delle famiglie ai rispettivi territori.<br />
In particolare, i lottini boschivi di faggio ad uso focatico per i frazionisti rivestono interesse<br />
economico per la collettività da più di 150 anni e sono oggetto di una pianificazione forestale<br />
per la corretta gestione dei tagli nel rispetto degli aspetti naturalistici del SIC Alpi<br />
Marittime, in collaborazione con l’Ente Parco.<br />
In che modo il PSR ha aiutato le vostre attività?<br />
Il PSR è stata per noi un’opportunità rilevantissima per moltiplicare le esigue risorse a disposizione<br />
del nostro ente, che derivano in massima parte dal canone di utilizzo della cava.<br />
Grazie al prezioso supporto dei tecnici dell’Ente parco Alpi Marittime e dello studio ForTeA<br />
a cui ci siamo affidati, abbiamo conosciuto il PSR 2007-2013 e i suoi bandi. In particolare,<br />
attraverso la Misura 125, abbiamo potuto completare la realizzazione di due strade in due<br />
diversi valloni; attraverso la Misura 225 abbiamo offerto, in un primo momento, dei servizi<br />
di supporto tecnico ai cittadini rispetto al taglio e alla gestione dei lotti boschivi e, successivamente,<br />
organizzato dei corsi di formazione per 60 cittadini sui temi della gestione<br />
boschiva e la sicurezza delle macchine agricole.
Grazie alla Misura 226 invece abbiamo potuto bonificare un’area boschiva che era stata<br />
devastata da un incendio nel 2003 e che presentava ancora gravi problemi di sicurezza.<br />
Insomma, ottimi risultati per un territorio come il nostro!<br />
Che progetti avete in cantiere?<br />
Visti gli effetti positivi della programmazione precedente, ci siamo attrezzati per rispondere<br />
ai nuovi bandi del PSR e al momento siamo felicissimi di essere stati ammessi sull’Operazione<br />
4.3.2 “Interventi di miglioramento infrastrutturale e fondiario” al finanziamento di un<br />
intervento di sistemazione di una strada esistente. Abbiamo anche presentato domanda, al<br />
momento in fase istruttoria, sull’Operazione 4.3.4 “Infrastrutture per l’accesso e la gestione<br />
delle risorse forestali e pastorali” per rendere accessibile un vallone, una richiesta avanzata<br />
da molti cittadini e a cui speriamo di dare una risposta positiva! Abbiamo inoltre la<br />
necessità di pianificare non solo la gestione del bosco esistente ma anche del nuovo bosco<br />
e di tutte le terre che abbiamo in gestione, in un’ottica di sostenibilità e rispetto dell’ambiente<br />
e ci auguriamo che il PSR possa offrirci un sostegno anche per questa attività.<br />
Per un piccolo ente come il vostro è stato complesso accedere ai<br />
finanziamenti del PSR?<br />
Indubbiamente sì, i nuovi bandi sono complessi e le tempistiche difficili da rispettare, per<br />
cui sarebbe auspicabile una maggiore integrazione da la fase del bando e quella autorizzativa,<br />
su cui ci è capitato di incagliarci vista anche la specificità del nostro territorio. In ogni<br />
caso, non sarebbe stato possibile raggiungere gli ottimi risultati che ho descritto senza il<br />
sostegno del PSR e la certificazione del nostro buon operato è arrivata anche da Legambiente,<br />
che nel 2016 ci ha insigniti della bandiera verde per la gestione collettiva della<br />
terra in modo sostenibile. Infatti, un ente come il nostro, che alcuni a volte definiscono<br />
datato, è uno dei pochi modi per reinvestire nel territorio al fine di preservarlo e metterlo<br />
in sicurezza.
Risaie in transizione verso la Policoltura MaPi<br />
L’ATTIVITÀ DI CONTROLLO<br />
E VIGILANZA NELLA<br />
FILIERA DEL RISO<br />
BIOLOGICO<br />
Carlo Masante,<br />
Gualtiero Freiburger<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />
Direzione Agricoltura<br />
Il Piano di<br />
Gestione<br />
del distretto<br />
idrografico<br />
del fiume Po<br />
contempla,<br />
tra le criticità<br />
ambientali, un<br />
inquinamento<br />
diffuso di origine<br />
agricola<br />
Intorno al riso biologico si è acceso da<br />
tempo un vivace dibattito, con il coinvolgimento<br />
di trasmissioni televisive,<br />
della componente produttiva (risicoltori<br />
bio e convenzionali) e di quella addetta<br />
al controllo e alla vigilanza (organismi<br />
di controllo e certificazione ed enti pubblici).<br />
La <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> è da tempo<br />
impegnata su più fronti per gestire in<br />
modo efficace le varie criticità caratterizzanti<br />
la produzione di riso biologico,<br />
dagli aspetti ambientali a quelli agronomici<br />
ed economici. Segnaliamo i principali<br />
provvedimenti adottati, riguardanti<br />
la coltura risicola, biologica e non<br />
ASPETTI AMBIENTALI<br />
Il Piano di Gestione del distretto idrografico<br />
del fiume Po (PdG Po 2015) contempla,<br />
tra le criticità ambientali, un inquinamento<br />
diffuso di origine agricola, in<br />
particolare nei corpi idrici ricadenti nell’area<br />
a vocazione risicola, per la presenza di<br />
prodotti fitosanitari.<br />
Con un provvedimento del 22/02/2016<br />
sono state definite le disposizioni attuative<br />
delle misure regionali per la riduzione<br />
dei prodotti fitosanitari nelle acque, concertate<br />
nell’ambito di un’apposita Commissione<br />
“Riso” e attraverso l’implementazione<br />
del Piano d’Azione Nazionale per<br />
l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari,<br />
in area a vocazione risicola. In pratica<br />
sono state definite le misure da adottare<br />
obbligatoriamente nelle aree a vocazione<br />
risicola per l’utilizzo di quattro prodotti<br />
fitosanitari, due erbicidi (Oxadiazon e<br />
Quinclorac) e due fungicidi (Azoxistrobina<br />
e Triciclazolo).<br />
Tali obiettivi sono stati inseriti all’interno<br />
di un Protocollo d’intesa, firmato nell’estate<br />
2016 e che contempla gli impegni che<br />
i singoli enti pubblici e privati intendono<br />
attuare per contribuire al raggiungimento<br />
degli obiettivi ambientali del PdG Po, attraverso<br />
il Piano d’Azione Nazionale per<br />
l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari,<br />
in area a vocazione risicola.<br />
I CONTROLLI<br />
Il Reg. 882/2004 prevede che gli Stati<br />
membri garantiscano che i controlli uf-<br />
36<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
ficiali siano eseguiti periodicamente, in<br />
base a una valutazione dei rischi e con<br />
frequenza appropriata, per raggiungere<br />
gli obiettivi dello stesso regolamento.<br />
Nell’ambito dell’attività di vigilanza<br />
svolta da tempo sull’operato degli organismi<br />
di controllo (OdC) e più specificatamente<br />
negli ultimi due anni, sono<br />
emersi elementi di criticità nell’ambito<br />
dell’attività di controllo sulle produzioni<br />
risicole, riguardanti in particolare<br />
l’attribuzione della classe di rischio alle<br />
aziende, la tempistica delle visite ispettive<br />
e dei campionamenti effettuati per<br />
ricercare l’eventuale presenza di principi<br />
attivi dei prodotti fitosanitari non ammessi<br />
in agricoltura biologica.<br />
Nello stesso tempo l’attività di vigilanza<br />
effettuata sul territorio ha evidenziato<br />
un presidio solo parziale, da parte<br />
degli OdC, nei confronti delle principali<br />
criticità caratterizzanti la gestione delle<br />
aziende risicole, di seguito riportate:<br />
- maggioranza di aziende di tipo misto,<br />
con la contemporanea presenza di coltivazione<br />
biologica e convenzionale,<br />
- rese unitarie spesso elevate, a fronte di<br />
ridotti apporti di elementi nutritivi,<br />
- argini spesso privi di specie infestanti<br />
o presenza di queste seccate, con conseguente<br />
sospetto di utilizzo della pratica<br />
del diserbo,<br />
- utilizzo di varietà poco sensibili al<br />
“brusone”,<br />
- numero elevato di particelle coltivate<br />
con metodo biologico e quindi appezzamenti<br />
notevolmente frammentati, con<br />
confini non sempre nettamente separati<br />
da terreni coltivati con il metodo convenzionale.<br />
guida per il controllo della coltivazione del<br />
riso biologico, al fine di verificare più efficacemente<br />
e in modo omogeneo le varie criticità<br />
della coltura. A luglio 2016 la FederBio<br />
ha redatto e approvato la prima edizione<br />
delle “Linee Guida per il controllo delle<br />
principali criticità nella coltivazione di<br />
riso biologico, che è stata successivamente<br />
oggetto di confronto in due incontri a Milano<br />
(12 ottobre 2016) e Torino (12 dicembre),<br />
con la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, la <strong>Regione</strong><br />
Lombardia, l’Ente Risi, l’Istituto del Crea a<br />
LE LINEE GUIDA<br />
In considerazione di queste ed altre criticità<br />
caratterizzanti la produzione di riso<br />
biologico sono stati organizzati alcuni incontri<br />
nel 2016, con gli OdC, la Federazione<br />
Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica<br />
(FederBio) ed il Settore Fitosanitario<br />
e servizi tecnico-scientifici e, a <strong>giugno</strong>, un<br />
incontro con l’intera filiera a Vercelli. E’<br />
stata condivisa la necessità di definire linee<br />
Risaie in transizione verso la Policoltura MaPi<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
37
Vercelli e l’Università di Torino. Sulla base<br />
delle modifiche ed integrazioni condivise<br />
negli incontri sopraccitati, le Linee Guida<br />
sono state aggiornate ed approvate da FederBio<br />
in data 29 marzo <strong>2017</strong> e trasmesse al<br />
Ministero delle Politiche Agricole ed a tutte<br />
le parti interessate.<br />
Tenuto conto della necessità di omogeneizzare<br />
in <strong>Piemonte</strong> l’attività di controllo<br />
di tutti gli OdC, anche di quelli che non afferiscono<br />
a FederBio e che controllano un<br />
numero considerevole di operatori risicoli<br />
e che le Linee guida approvate da FederBio<br />
rappresentino pertanto l’unico riferimento<br />
per l’intera attività di controllo effettuata<br />
in <strong>Piemonte</strong> sulla filiera risicola, la <strong>Regione</strong><br />
ha stabilito che l’attività di controllo sulla<br />
coltura del riso biologico venga condotta<br />
secondo le modalità indicate nelle Linee<br />
guida di FederBio aggiornate al 29/03/<strong>2017</strong>.<br />
Le Linee guida contengono le verifiche a<br />
carico degli OdC per attestare l’affidabilità<br />
degli operatori risicoli nel gestire le varie<br />
criticità sopraccitate. In sintesi devono essere<br />
valutati gli aspetti agronomici ed i risultati<br />
delle prove analitiche ma, più in generale,<br />
deve essere verificata l’adeguatezza<br />
del piano delle misure concrete (o piano di<br />
gestione) presentata dall’operatore ai sensi<br />
dell’art. 63 del Reg. 889/2008. Particolare<br />
importanza viene attribuita al controllo di<br />
due aspetti agronomici fondamentali per<br />
una corretta gestione del riso biologico,<br />
le rotazioni e le varietà parallele, oltre che<br />
dell’attività di campionamento ed analisi.<br />
LE ROTAZIONI<br />
Le rotazioni rappresentano una tecnica<br />
agronomica fondamentale per una corretta<br />
gestione delle specie infestanti, aspetto<br />
critico della coltura del riso biologico; si<br />
ricorda che il D.M. n. 18354 del 27/11/2009,<br />
così come modificato dal D.M. n. 3286 del<br />
05/08/2016, prevede che “Il riso può succedere<br />
a se stesso per un massimo di tre cicli<br />
seguiti almeno da due cicli di colture principali<br />
di specie differenti, uno dei quali destinato<br />
a leguminose”. E’ importante quindi<br />
sottolineare che dopo gli eventuali tre<br />
cicli di riso lo stesso possa essere coltivato<br />
sullo stesso terreno solo dopo due anni.<br />
Si evidenzia comunque l’opportunità che<br />
gli operatori provvedano sempre a porre<br />
in rotazione una parte dei terreni destinati<br />
38<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
Risaie in transizione verso la Policoltura MaPi<br />
alla coltivazione biologica del riso, secondo<br />
una corretta organizzazione aziendale<br />
e fatta salva la discrezionalità imprenditoriale,<br />
permettendo così di mantenere pressoché<br />
costante la produzione aziendale annuale<br />
di riso biologico.<br />
LE VARIETA’ PARALLELE<br />
La necessità dell’utilizzo di varietà distinte<br />
“facilmente distinguibili”, previsto dal Reg.<br />
834/2007, è sempre stato un elemento di criticità<br />
nelle aziende miste; nelle Linee guida<br />
è stata recepita la comunicazione ministeriale<br />
n. 24915 del 28/03/<strong>2017</strong>, che ha precisato<br />
che nel caso di produzione all’interno della<br />
stessa azienda di riso sia biologico che convenzionale,<br />
è vietata la contemporanea coltivazione<br />
di varietà appartenenti allo stesso<br />
gruppo merceologico. Alla comunicazione<br />
è stato allegato l’elenco delle varietà di riso<br />
suddivise in 5 gruppi merceologici “facilmente<br />
distinguibili”:<br />
1. Tondo<br />
2. Medio<br />
3. Lungo A da parboiled<br />
4. Lungo A da consumo<br />
5. Lungo B<br />
Questo elenco è stato realizzato dal CREA<br />
nell’ambito delle attività previste dal Progetto<br />
di ricerca “Risobiosystems”.<br />
ATTIVITA’ DI<br />
CAMPIONAMENTO<br />
E ANALISI<br />
Nelle Linee guida viene dato ampio spazio<br />
all’attività di campionamento e analisi,<br />
con indicazione delle matrici da prelevare<br />
in campo e dell’epoca di prelevamento e,<br />
per quanto riguarda le ricerche analitiche,<br />
viene indicato l’elenco dei principi attivi<br />
da ricercare.<br />
Tra le matrici da campionare, il 75% dei<br />
campionamenti deve comprendere terreno,<br />
piante ed acqua e solo il 25% il risone e<br />
derivati del riso, che invece finora erano le<br />
matrici più analizzate. Anche il periodo di<br />
campionamento è anticipato, rispetto alla<br />
programmazione prevista generalmente<br />
dagli OdC, riguardando il periodo primaverile-estivo.<br />
I risultati analitici che rilevano la presenza<br />
di sostanze attive non consentite<br />
in agricoltura biologica, comportano per<br />
l’OdC l’attivazione di indagini finalizzate a<br />
Le rotazioni<br />
rappresentano<br />
una tecnica<br />
agronomica<br />
fondamentale<br />
per una corretta<br />
gestione delle<br />
specie infestanti<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
39
determinare l’origine della contaminazione,<br />
tra le seguenti:<br />
- contaminazione volontaria dell’operatore;<br />
- contaminazione accidentale tecnicamente<br />
evitabile;<br />
- contaminazione accidentale tecnicamente<br />
inevitabile.<br />
Le contaminazioni di tipo ambientale<br />
possono essere significative, soprattutto<br />
relativamente al terreno e all’acqua e pertanto<br />
riveste una notevole importanza la<br />
valle. I risultati delle due prove, comparati,<br />
consentirebbero, come ha evidenziato<br />
una ricerca dell’Università di Torino,<br />
la valutazione dello stato di contaminazione<br />
delle acque in ingresso (indipendenti<br />
dall’operatore) e lo stato di contaminazione<br />
delle acque in uscita, che se<br />
risultasse significativamente superiore,<br />
potrebbe rilevare l’impiego di sostanze<br />
non consentite nel biologico (dipendenti<br />
dall’operatore).<br />
definizione, a livello normativo, di soglie/<br />
residualità attesa ed il mantenimento di<br />
una banca dati dei risultati dei controlli<br />
analitici sul riso bio effettuati dagli OdC.<br />
Relativamente all’acqua, per ottenere risultati<br />
comparativi, i prelievi di acqua di<br />
risaia devono essere effettuati in doppio,<br />
un primo campione deve essere prelevato<br />
in prossimità del punto di ingresso delle<br />
acque nella risaia e un secondo campione<br />
deve essere prelevato in prossimità all’ultimo<br />
punto di uscita dalle camere aziendali<br />
collegate, scegliendo le camere più a<br />
IL PROGETTO<br />
“RISO-BIOSYSTEMS”<br />
Il Ministero, anche in seguito ad incontri<br />
con la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> e la <strong>Regione</strong> Lombardia,<br />
ha attivato ed approvato a fine 2016<br />
un progetto denominato “Risobiosystems”,<br />
affidato all’Istituto del Crea di Vercelli, con il<br />
coinvolgimento dell’Ente Risi e delle Università<br />
di Torino e Milano. Il progetto intende<br />
svolgere studi e approfondimenti scientifici<br />
a sostegno e tutela dei sistemi di produzione<br />
di riso biologico nazionale, sviluppando le<br />
attività nelle seguenti linee di ricerca:<br />
40<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
1) ricerca e sperimentazione di tecniche<br />
innovative per la gestione dei sistemi risicoli<br />
biologici,<br />
2) analisi del sistema di controlli e di vigilanza<br />
per la certificazione biologica,<br />
3) analisi e valutazione dei dati analitici<br />
ambientali di contaminazione da fitofarmaci<br />
nelle aree a risicoltura intensiva,<br />
4) coordinamento di reti a sostegno di<br />
iniziative di ricerca-azione successive al<br />
progetto,<br />
5) coinvolgimento, animazione e partecipazione<br />
multi-stakeholder,<br />
6) supporto tecnico alle politiche di sviluppo<br />
e produzione legislativa PQAI 1 - Ufficio<br />
agricoltura biologica.<br />
La linea di ricerca n. 2 prevede la definizione<br />
di linee guida per la gestione dei controlli<br />
sul riso biologico, ma l’attuazione del<br />
progetto è triennale, per cui i risultati potranno<br />
essere utilizzati in futuro. A livello<br />
locale c’era l’esigenza di definire tali Linee<br />
guida nell’immediato, con la consapevolezza<br />
che quelle emanate da FederBio potranno<br />
essere utilizzate all’interno del progetto.<br />
LA VIGILANZA<br />
A fine 2015 la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> ha evidenziato<br />
agli OdC le carenze in termini<br />
di efficacia della loro attività di controllo<br />
presso le aziende risicole, negli aspetti già<br />
richiamati nel presente articolo e negli ultimi<br />
due anni ha indirizzato la sua attività<br />
di vigilanza sull’operato degli OdC proprio<br />
nel settore risicolo.<br />
Si parte dall’esigenza di tutelare i consumatori,<br />
che hanno grandi aspettative<br />
nei confronti di un settore che utilizza<br />
un metodo più rispettoso nei confronti<br />
dell’ambiente e la cui produzione ha una<br />
quotazione che vale circa tre volte quella<br />
del prodotto convenzionale. Le aspettative<br />
sono quindi elevate e così gli interessi.<br />
Nell’ambito delle aree a vocazione risicola<br />
è attiva anche la Direzione Regionale<br />
Ambiente, governo e tutela del territorio<br />
che, sulla base dei risultati del monitoraggio<br />
ambientale delle acque, ha selezionato<br />
i territori dai quali può potenzialmente<br />
pervenire la sostanza attiva Bentazone e<br />
ha richiesto all’Agenzia Regionale Protezione<br />
Ambiente (Arpa <strong>Piemonte</strong>) di avviare<br />
un’attività di controllo e vigilanza<br />
sull’uso della sostanza attiva Bentazone in<br />
specifiche aree. Prendendo spunto dall’iniziativa<br />
della Direzione Ambiente e con<br />
l’obiettivo di operare in un’ottica di sistema<br />
dei vari controlli di competenza da<br />
effettuarsi sull’impiego di prodotti fitosanitari<br />
in area risicola e di intensificare l’attività<br />
di vigilanza sull’operato degli OdC<br />
presso le aziende risicole, la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />
a fine aprile <strong>2017</strong> ha avviato un’attività<br />
di vigilanza, con il coinvolgimento<br />
delle Strutture Temporanee della Direzione<br />
Agricoltura di Alessandria, Novara<br />
e Vercelli. L’attività di vigilanza presso il<br />
campione di operatori individuato sarà<br />
effettuata in momenti di criticità per l’attività<br />
aziendale e per la coltura interessata<br />
e comprenderà anche un’attività di campionamento<br />
e di successiva analisi, gestita<br />
dall’Arpa secondo le modalità previste dal<br />
DM. n. 16954 del 29/10/2010, al fine di acquisire<br />
ulteriori informazioni sull’efficacia<br />
del sistema di controllo predisposto dagli<br />
OdC e, di conseguenza, sull’affidabilità<br />
degli operatori attivi nella filiera risicola.<br />
Gli esiti dell’attività di vigilanza saranno<br />
comunicati agli OdC interessati, all’Ispettorato<br />
Centrale della tutela della qualità e<br />
della repressione frodi dei prodotti agro-alimentari<br />
ed all’Organismo Pagatore (Arpea),<br />
per gli adempimenti di competenza.<br />
Il Ministero,<br />
anche in seguito<br />
ad incontri con la<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />
e la <strong>Regione</strong><br />
Lombardia,<br />
ha attivato ed<br />
approvato a fine<br />
2016 un progetto<br />
denominato<br />
“Risobiosystems”<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
41
VINITALY <strong>2017</strong><br />
ANCORA UNA VOLTA<br />
L’ECCELLENZA<br />
DEL PIEMONTE<br />
Franco Boasso,<br />
Paolo Cumino,<br />
Daniela Scarzello<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />
Direzione Agricoltura<br />
Il <strong>Piemonte</strong> è da<br />
sempre presente<br />
a Vinitaly, con<br />
una collettiva<br />
per i produttori<br />
e un’area<br />
istituzionale<br />
Si è tenuta a Verona dal 9 al 12 aprile la 51°<br />
edizione di Vinitaly, la più significativa manifestazione<br />
del settore in Italia e una delle<br />
più rilevanti a livello internazionale.<br />
I numeri dell’edizione <strong>2017</strong> sono rilevanti:<br />
128mila presenze da 142 nazioni; in crescita<br />
l’internazionalità del salone che quest’anno<br />
ha visto aumentare i “top buyer” (i grandi<br />
acquirenti di fascia alta) stranieri accreditati,<br />
che hanno toccato quota 30.200 (+8% sul<br />
2016), sul totale dei 48mila visitatori esteri.<br />
Il <strong>Piemonte</strong> vitivinicolo ha rinnovato la<br />
sua partecipazione con una presenza molto<br />
importante, ininterrotta fin dalle prime<br />
edizioni e tradizionalmente forte e unitaria,<br />
che ha contribuito al crescente interesse<br />
per il Vinitaly degli operatori nazionali<br />
ed internazionali .<br />
Nel <strong>2017</strong>, il padiglione 10, che ospita storicamente<br />
i produttori del <strong>Piemonte</strong>, è stato<br />
rinnovato e ampliato, così come la collettiva<br />
delle aziende piemontesi, organizzata e gestita<br />
dai Consorzi di tutela, è stata ampliata<br />
con la presenza di 167 postazioni (includendo<br />
le 35 condivise tra più aziende), in gran<br />
parte piccole e medie aziende, aree dedicate<br />
ai consorzi di tutela e un’ampia area comune<br />
destinata alla presentazione delle eccellenze<br />
vitivinicole piemontesi in abbinamento ai<br />
prodotti agroalimentari di qualità del <strong>Piemonte</strong>.<br />
IL PIEMONTE<br />
COME “COLLETTIVA”<br />
Nella Collettiva regionale, insieme a <strong>Piemonte</strong><br />
Land of Perfection, erano presenti<br />
tutti i Consorzi di tutela operanti in <strong>Piemonte</strong>,<br />
ognuno con un proprio specifico spazio<br />
42<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
espositivo o con l’attiva organizzazione di<br />
eventi: il Consorzio dell’Asti, il Consorzio<br />
Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani,<br />
il Consorzio Brachetto d’Acqui, il Consorzio<br />
Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, il Consorzio<br />
del Gavi, il Consorzio di Tutela dei<br />
Nebbioli Alto <strong>Piemonte</strong>, il Consorzio Alta<br />
Langa, il Consorzio Vini Doc Caluso Carema<br />
Canavese, il Consorzio Vini Colli Tortonesi,<br />
il Consorzio Freisa di Chieri e Collina Torinese,<br />
il Consorzio vini del Roero.<br />
La Collettiva, finalizzata a comunicare la<br />
qualità delle produzioni vitivinicole piemontesi,<br />
l’insieme eterogeneo e complesso del<br />
panorama vitivinicolo della regione, rientra<br />
nel progetto di promozione presentato dal<br />
Consorzio <strong>Piemonte</strong> Land of Perfection - di<br />
cui sono parte la quasi totalità dei Consorzi<br />
di tutela del <strong>Piemonte</strong> - sul bando aperto<br />
sulla misura 3 del Programma di sviluppo<br />
rurale 2014 – 2020 per l’annualità <strong>2017</strong> e risultato<br />
aggiudicatario.<br />
Il progetto, in considerazione della complessità<br />
organizzativa e in funzione della più<br />
ampia ricaduta possibile dei benefici promozionali<br />
sul comparto piemontese, ha visto la<br />
fattiva collaborazione in sede di realizzazione<br />
di Unioncamere <strong>Piemonte</strong>, per il contatto<br />
con i produttori, e della stessa <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />
per alcune parti riguardanti la comunicazione<br />
istituzionale.<br />
Anche in considerazione del rilevante investimento<br />
finanziario pubblico e privato, riteniamo<br />
importante dare evidenza di ciò che è<br />
stato realizzato e dei suoi scopi, anche a coloro<br />
che non hanno partecipato al Vinitaly.<br />
PERCHÉ VINITALY<br />
Il progetto nasce dall’intenzione di offrire<br />
una fotografia complessiva del comparto<br />
vitivinicolo piemontese attraverso<br />
un’immagine coordinata e omogenea degli<br />
spazi allestiti dedicati ai vini prodotti nei<br />
diversi territori; l’area adibita ad ospitare i<br />
Consorzi e le aziende agricole quest’anno<br />
aveva una dimensione di circa 1200 metri<br />
quadri. In questi spazi è stata data particolare<br />
attenzione a comunicare la bellezza<br />
del paesaggio vitivinicolo del <strong>Piemonte</strong>,<br />
attraverso grandi immagini retroilluminate<br />
rappresentative dei nostri “terroirs”:<br />
Langhe, Monferrato, Roero, Alto <strong>Piemonte</strong>,<br />
Basso <strong>Piemonte</strong>, provincia di Torino e<br />
Colli Tortonesi.<br />
Sempre all’interno della Collettiva regionale<br />
piemontese era collocata un’area (circa<br />
400 metri quadri) con funzione di comunicazione<br />
più istituzionale; dove sono state<br />
collocate diverse attività ed iniziative:<br />
- una postazione per i collegamenti di Radio<br />
Montecarlo, che, con il dj Maurizio Di<br />
Maggio, ha raccolto e trasmesso l’immagine<br />
sonora del <strong>Piemonte</strong> del vino<br />
- un’area convegni, dove si sono svolte iniziative<br />
rivolte al pubblico del Vinitaly,<br />
- una zona di accoglienza ed informazione<br />
con un grande schermo per la proiezioni di<br />
immagini dei prodotti e del paesaggio del<br />
<strong>Piemonte</strong>;<br />
La collaborazione<br />
con Artissima<br />
coniuga due<br />
eccellenze<br />
piemontesi: l’arte<br />
contemporanea<br />
e il vino, in un<br />
connubio che<br />
si rinnova con<br />
successo da anni<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
43
<strong>Piemonte</strong> Land<br />
of Perfection<br />
ha organizzato<br />
la presenza dei<br />
Consorzi del vino,<br />
in collaborazione<br />
con Unioncamere<br />
<strong>Piemonte</strong>,<br />
promuovendo<br />
tutti i nostri<br />
grandi terroir<br />
- una zona destinata alle degustazioni per<br />
gruppi di buyers esteri a cui sono stati presentati<br />
i vini e i prodotti agroalimentari;<br />
- due totem destinati alla promozione dei<br />
prodotti agrolimentari di qualità del <strong>Piemonte</strong><br />
e alla presentazione del Vermouth<br />
di Torino;<br />
- un bancone wine bar e Bar Tender Vermouth<br />
Torino, gestito dal gruppo di sommelier<br />
dell’Enoteca regionale di Acqui e<br />
da ragazzi dell’Istituto Alberghiero “Virginio<br />
Donadio” di Dronero; sempre in<br />
quest’area sono state proposte degustazioni<br />
di grappe del <strong>Piemonte</strong> a Indicazione<br />
Geografica (IG).<br />
Anche nel <strong>2017</strong>. nell’area di comunicazione<br />
istituzionale, è stata collocata una mostra<br />
- in italiano e in inglese - sul paesaggio<br />
vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato,<br />
Patrimonio Unesco dell’umanità. Si è infatti<br />
voluto dare risalto a questo riconoscimento<br />
mondiale legato alla produzione dei<br />
grandi vini e alla cultura rurale e del paesaggio,<br />
per valorizzare i “terroir” del <strong>Piemonte</strong>:<br />
terroir quale concetto di impronta<br />
tipica di ogni produzione legata ai diversi<br />
territori, per andare oltre la produzione del<br />
solo vino, ed includere il forte legame tra la<br />
produzione, il paesaggio, le tradizioni e la<br />
cultura locale.<br />
GIOVANI ARTISTI<br />
PER UN GRANDE TERROIR<br />
Tutta l’area della Collettiva regionale,<br />
in continuità con le edizioni precedenti,<br />
è stata inoltre caratterizzata dall’opera di<br />
un giovane artista, Giuseppe Abate, selezionato<br />
attraverso il concorso di Artissima,<br />
Internazionale d’Arte contemporanea<br />
di Torino. L’obbiettivo infatti è quello di<br />
mettere in dialogo in maniera innovativa<br />
e sinergica due eccellenze del <strong>Piemonte</strong>:<br />
l’arte contemporanea e il vino. Il <strong>Piemonte</strong><br />
in questo modo si riconferma, unico<br />
esempio europeo, a promuovere il proprio<br />
brand agroalimentare attraverso l’arte<br />
contemporanea grazie al contributo di<br />
Artissima e al sostegno di giovani artisti<br />
italiani. Giuseppe Abate ha presentato<br />
un progetto che si articola in tre ambienti,<br />
omaggio a una parte della ricchissima natura<br />
che caratterizza il <strong>Piemonte</strong> e all’attenzione<br />
che la regione ha dedicato negli<br />
anni alla salvaguardia e alla costituzione<br />
44<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
di aree naturali. L’artista ha preso ispirazione<br />
direttamente da soggetti reali che,<br />
semplificati, si trasformano in un colorato<br />
insieme in cui un occhio attento può<br />
distinguere esemplari della fauna locale<br />
piemontese.<br />
Dall’anno 2010 sono ormai numerosi i<br />
giovani artisti che hanno rappresentato il<br />
<strong>Piemonte</strong> attraverso le loro opere e alcuni<br />
tra questi hanno poi avuto il meritato successo<br />
di critica e pubblico anche a livello<br />
internazionale. E’ il caso di: Valerio Berruti,<br />
Hilario Isola e Guglielmo Castelli, solo<br />
per citarne alcuni.<br />
INTORNO A VINITALY<br />
L’iniziativa di promozione del <strong>Piemonte</strong><br />
al Vinitaly non ha riguardato solo l’area<br />
interna al padiglione 10: come negli ultimi<br />
anni, nella zona esterna ai padiglioni è<br />
stato organizzato il Ristorante <strong>Piemonte</strong>,<br />
curato da grandi chef piemontesi stellati,<br />
Davide Palluda del Ristorante all’Enoteca<br />
di Canale d’Alba e Fabrizio Tesse<br />
della Locanda di Orta - Orta San Giulio;<br />
un modo per promuovere il vino e l’eccellenza<br />
agroalimentare piemontese.<br />
Nel corso della giornata di apertura del<br />
Vinitaly sono stati premiati i benemeriti<br />
della vitivinicoltura segnalati dalle<br />
Regioni; per il <strong>Piemonte</strong> la medaglia<br />
Cangrande è stata attribuita a Davide<br />
Beccaria titolare dell’omonima azienda<br />
vitivinicola di Ozzano Monferrato (Alessandria).<br />
Nel corso dei quattro giorni del Vinitaly<br />
sono state diverse le iniziative realizzate, ne<br />
ricordiamo alcune tra le più significative:<br />
- la presentazione dell’istituto ed il lancio<br />
della nuova Indicazione Geografica<br />
“Vermouth di Torino”;<br />
- la presentazione di Cheese <strong>2017</strong>;<br />
- l’importante evento sui cinquecento<br />
anni del Freisa con la degustazione di<br />
cinque Freisa, uno per ogni DOC;<br />
- la presentazione del docufilm “Barbera<br />
girls”;<br />
- le diverse iniziative riguardanti il territorio<br />
ed i suoi vini: Montelupo albese,<br />
Valbormida e il suo dolcetto, Vinum<br />
<strong>2017</strong>, Gavi, Canelli, il vitigno Ruchè,<br />
l’Erbaluce e la provincia di Torino, i<br />
Sorì del Moscato, Casale e la mostra fotografica<br />
“Vite”.<br />
IL SOSTEGNO AL SETTORE<br />
I nostri vini, apprezzati in tutto il mondo,<br />
costituiscono una grande risorsa economica<br />
e un simbolo del made in Italy e del “made<br />
in <strong>Piemonte</strong>”. La <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> è impegnata<br />
nel dare continuità al sostegno al comparto,<br />
soprattutto con le misure dell’OCM<br />
Vino, con una dotazione finanziaria di circa<br />
20 Meuro di cui 10 alla Misua, Promozione<br />
su Paesi terzi, investimenti, ristrutturazione<br />
e riconversione ed ancora con le diverse<br />
misure del nuovo PSR 2014-2020, tra cui la<br />
misura sulla Promozione agroalimentare<br />
che nel <strong>2017</strong> prevede finanziamenti per 4 milioni<br />
di euro - da cui deriva la partecipazione<br />
al Vinitaly <strong>2017</strong>. Questo evento come per gli<br />
altri anni, è il più importante appuntamento<br />
per i nostri produttori per consolidare e sviluppare<br />
contatti e contratti con gli operatori,<br />
per presentare quello che si fa sulla tutela e<br />
valorizzazione del vino e dei suoi territori,<br />
che sono una grande realtà economica produttiva<br />
e che contribuiscono ad accrescere<br />
l’immagine e l’accoglienza del <strong>Piemonte</strong>.<br />
Due chef stellati<br />
al Ristorante<br />
<strong>Piemonte</strong>:<br />
Davide Palluda<br />
e Fabrizio Tesse<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
45
VINI ECCELLENTI<br />
DELL’ALTO PIEMONTE<br />
UN TERRITORIO<br />
DA SCOPRIRE<br />
Alessandra Quaglia<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />
Direzione Gabinetto<br />
della Presidenza,<br />
Settore ufficio stampa<br />
e Nuovi media<br />
In forte aumento<br />
l’esportazione,<br />
oltre il 30%<br />
in più negli<br />
ultimi anni<br />
Due DOCG, Gattinara e Ghemme, e 8<br />
vini DOC, Boca, Bramaterra, Colline Novaresi,<br />
Coste della Sesia, Fara, Lessona,<br />
Sizzano, Valli Ossolane rappresentano il<br />
grande patrimonio vinicolo dell’Alto <strong>Piemonte</strong><br />
che si estende tra le Alpi e il Lago<br />
Maggiore, sulle colline delle province di<br />
Biella, Vercelli, Novara e Verbano Cusio<br />
Ossola. In queste terre vengono coltivati<br />
vitigni autoctoni di antiche origini e di<br />
grande pregio come il Nebbiolo o “spanna”<br />
per i locali, insieme ai vitigni Vespolina,<br />
uva Rara e Croatina, complessivamente<br />
900 ettari circa di superficie vitata. La<br />
qualità e l’unicità della produzione dei<br />
vini del nord <strong>Piemonte</strong> è dovuta al microclima<br />
e alla varietà di terreni, compresi<br />
tra il Monte Rosa e il fiume Sesia, diversi<br />
a secondo dell’area geografica, per i sedimenti<br />
marini, le pietre di origine vulcanica,<br />
una forte concentrazione di ferro e<br />
magnesio, e ancora per porfidi poveri di<br />
humus e friabili quasi come polvere.<br />
Le aziende vitivinicole sono rappresentate<br />
dal Consorzio tutela Nebbioli<br />
dell’Alto <strong>Piemonte</strong> che dal 1999 valorizza<br />
e promuove la conoscenza di questi vini<br />
a livello nazionale e internazionale. La<br />
presidente del Consorzio, Lorella Zoppis,<br />
sottolinea che “oggi la produzione vinicola<br />
dell’Alto <strong>Piemonte</strong> ha raggiunto livelli<br />
qualitativi d’eccellenza e noi produttori<br />
abbiamo acquisito la consapevolezza<br />
dell’appeal che le nostre denominazioni<br />
hanno per i consumatori nazionali e internazionali.<br />
Un potenziale testimoniato<br />
da un incremento delle esportazioni del<br />
30%, registrato solo negli ultimi 5 anni”.<br />
La Camera di Commercio di Novara<br />
evidenzia, attraverso i dati forniti dai<br />
produttori, un aumento del fatturato tra<br />
il 2015 e il 2016, che nel 56% dei casi viene<br />
realizzato con l’estero. In cima alla classifica<br />
dei principali Paesi di destinazione<br />
per l’export ci sono gli Stati Uniti, che<br />
assorbono un terzo dell’esportazione di<br />
46<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
Ghemme. Ogni anno il concorso enologico<br />
“Calice d’Oro dell’Alto <strong>Piemonte</strong>”,<br />
realizzato dalla Camera di Commercio di<br />
Novara in accordo con gli enti camerali<br />
di Biella e Vercelli e del Verbano Cusio<br />
Ossola, evidenzia le migliori produzioni<br />
enologiche della zona.<br />
PROMOZIONE IN CRESCITA<br />
Tra le iniziative promozionali di successo,<br />
“Taste Alto <strong>Piemonte</strong>” è stato l’evento<br />
che si è svolto ad aprile <strong>2017</strong> a Novara<br />
per far conoscere alla stampa specializzata<br />
le dieci denominazioni del territorio.<br />
Organizzato dal Consorzio insieme a<br />
Camera di Commericio, Atl, Comune di<br />
Novara, Fondazione Castello di Novara,<br />
Associazione italiana sommelier <strong>Piemonte</strong><br />
e sostenuto da <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, ha<br />
coinvolto 46 produttori che hanno potuto<br />
incontrare 38 giornalisti di settore provenienti<br />
da tutto il mondo e 60 rappresentanti<br />
della stampa nazionale. Oltre 1700<br />
persone, pubblico e operatori, hanno potuto<br />
degustare i doc e le DOCG ai banchi<br />
d’assaggio.<br />
La <strong>Regione</strong> si impegna a valorizzare i<br />
concorsi enologici e più in generale la viticoltura<br />
piemontese anche attraverso il<br />
Programma di sviluppo rurale, in particolare<br />
la misura 3.2 a sostegno della promozione,<br />
e attraverso la misura dell’OCM<br />
vino che sostiene la promozione dei nostri<br />
vini prestigiosi nei paesi extra UE con<br />
dieci milioni di euro di contributo, oltre<br />
alle altre importanti risorse che investe<br />
nella riconversione e ristrutturazione dei<br />
vigneti.<br />
Altra vetrina internazionale per i Nebbioli<br />
dell’Alto <strong>Piemonte</strong> è stata la 51° edizione<br />
del Vinitaly di Verona, alla quale<br />
hanno partecipato oltre 600 espositori<br />
piemontesi. Sotto la regia di <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />
Unioncamere <strong>Piemonte</strong> e consorzio<br />
<strong>Piemonte</strong> Land of Perfection sono state<br />
organizzate degustazioni e incontri per<br />
gli operatori del settore.<br />
Le attività di promozione vengono portate<br />
avanti anche dall’Enoteca regionale<br />
del Gattinara, la DOCG che assorbe 100<br />
ettari di vigneti del territorio e con una<br />
produzione annuale che si attesta intorno<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
47
alle 693.000 bottiglie. Le sue origini sono<br />
antichissime e strettamente legate alla<br />
zona, come si evince dal Catasto del 1679<br />
dove è registrato un dettagliato sistema<br />
di singoli vigneti. Fatto unico condiviso<br />
solo da poche altre regioni vinicole nel<br />
mondo, tra cui le Moselle e la Borgogna.<br />
“Qualità e peculiarità oggi sono apprezzate<br />
dai consumatori e l’interesse per i<br />
vini dell’Alto <strong>Piemonte</strong> ha raggiunto i<br />
mercati di Stati Uniti, Giappone, Regno<br />
Unito, Svizzera, Norvegia - sottolinea<br />
il neo presidente dell’Enoteca, Massimo<br />
Baglione – Proseguiamo a rilanciare<br />
la cultura del nostro vino abbinando le<br />
eccellenze agroalimentari e l’offerta culturale<br />
che offre il territorio. Oltre agli<br />
appuntamenti tradizionali della Festa<br />
dell’uva e Rosso di maggio, organizziamo<br />
nell’Enoteca regionale degustazioni con i<br />
sommeliers piemontesi”.<br />
Da oltre trent’anni la Festa dell’uva di<br />
Gattinara, nel mese di settembre, è un<br />
appuntamento consolidato che richiama<br />
80.000 persone, molti sono stranieri provenienti<br />
da Germania, Francia, Svizzera,<br />
Norvegia. Tre giornate di degustazioni<br />
e di appuntamenti culturali, musicali,<br />
conferenze legate al settore. “Rosso di<br />
Maggio” è l’evento che si svolge nell’ultima<br />
domenica di maggio in occasione<br />
di “Cantine aperte” quando le cantine di<br />
Gattinara aprono al pubblico. Quest’anno<br />
nell’Enoteca regionale oltre ai produttori<br />
di vino locali saranno ospitati i produttori<br />
di olio umbro.<br />
48<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
20 anni di<br />
DOCG Ghemme<br />
Il <strong>2017</strong> segna i 20 anni di riconoscimento<br />
DOCG per il Ghemme, avvenuto con<br />
Decreto Ministeriale nel maggio 1997.<br />
La ricorrenza è stata celebrata nel mese<br />
di febbraio a Roma nella sede del Ministero<br />
delle Politiche Agricole, Alimentari e<br />
Forestali, alla presenza del vice ministro: la<br />
denominazione di origine rappresenta un<br />
modello di crescita, un modello faticoso, che richiede dei costi, ma che è risultato vincente,<br />
come emerge dai dati sulle esportazioni. La DOCG del Ghemme rappresenta dunque un vanto<br />
per tutto il suo territorio e un elemento positivo per l’intero settore vitivinicolo italiano.<br />
Mappatura dei vigneti Gattinara DOCG<br />
Nel 2016 è stato realizzato un ambizioso progetto cartografico di mappatura dei vigneti della<br />
DOCG Gattinara “I cru di Enogea – Gattinara DOCG – Le vigne e le cantine”, promosso dal Comune<br />
di Gattinara e dall’Enoteca Regionale e realizzato grazie alla partecipazione e al sostegno<br />
economico dei produttori di Gattinara DOCG e di sponsor privati. Il progetto ideato e realizzato<br />
da Alessandro Masnaghetti, oltre alla mappa vigneto per vigneto, presenta una visualizzazione<br />
in 3D della cartografia dei vigneti.e comprende una descrizione del territorio.<br />
Una novità rispetto alle altre carte di Enogea è aver introdotto tre itinerari, che permettono, una<br />
volta in zona, di unire gli aspetti più tecnici a quelli turistici e di sfruttare così questa carta come<br />
una vera e propria guida al territorio. La mappatura dei vigneti di Gattinara segue quella di<br />
altri importanti territori del vino italiani ed europei come Barolo, Barbaresco, Chianti, Bordeaux,<br />
Sauternes e Barsac.<br />
Molte le iniziative<br />
di promozione in<br />
Italia e all’estero,<br />
organizzate<br />
dal Consorzio,<br />
l’Enoteca, la<br />
Camera di<br />
Commercio,<br />
i Comuni e<br />
sostenute dalla<br />
<strong>Regione</strong><br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
49
GLI ISTITUTI<br />
AGRARI<br />
UNA RISORSA<br />
PER IL FUTURO,<br />
UN PROGETTO<br />
DI COMUNICAZIONE<br />
Valentina Archimede<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />
Direzione Agricoltura<br />
Comunicare l’agricoltura oggi richiede una<br />
progettazione complessa. Non ci troviamo<br />
solo di fronte a un settore in evoluzione,<br />
nel quale stanno crescendo molti giovani<br />
che portano competenze qualificate e forti<br />
motivazioni, nel quale gli obiettivi di tutela<br />
ambientale stanno diventando patrimonio<br />
comune, ma ci troviamo a confronto con<br />
un mondo che ha molti attori e un pubblico<br />
crescente di spettatori attenti. La figura<br />
stessa dell’agricoltore è più diversificata: in<br />
virtù del ricambio generazionale, delle nuove<br />
competenze richieste, dei cambiamenti<br />
di mercato, i protagonisti si differenziano<br />
per età, formazione, aspirazioni. Allo stesso<br />
modo si sta ampliando e diversificando una<br />
fascia di cittadini che, pur estranei al settore,<br />
mostra attenzione per un contesto che, per<br />
ragioni storiche, sociali, antropologiche, è<br />
stato a lungo chiuso in se stesso e conosciuto<br />
solo superficialmente o marginalmente.<br />
In tempi recenti, grazie a un maggiore interesse<br />
diffuso per i temi ambientali, per i prodotti<br />
locali, per la riscoperta delle tradizioni<br />
e delle origini, per una fruizione più consapevole<br />
del territorio, molti cittadini si sono<br />
avvicinati al mondo agricolo e rurale.<br />
Un’esperienza interessante che la <strong>Regione</strong><br />
<strong>Piemonte</strong> sta avviando, nell’ambito del<br />
piano di comunicazione del Programma di<br />
sviluppo rurale 2014-2020, è un progetto di<br />
comunicazione, informazione e animazione<br />
rivolto agli Istituti agrari (Istituti tecnici superiori)<br />
del territorio piemontese.<br />
La collaborazione con gli Istituti Agrari è apparsa,<br />
sin dall’inizio, perfettamente naturale.<br />
Il target raggiungibile incrocia entrambi<br />
i filoni strategici per la comunicazione: gli<br />
studenti degli agrari rappresentano gli imprenditori<br />
agricoli, i tecnici e i consulenti<br />
del futuro, quel nucleo di giovani qualificati<br />
e motivati che stanno popolando il settore<br />
50<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
agricolo, alcuni dei quali proseguiranno gli<br />
studi in ambito universitario, anche specialistico.<br />
Dall’altro lato, gli studenti sono innanzitutto<br />
giovani cittadini, interessati e sensibili<br />
a questi temi, rispetto ai quali possono<br />
essere “moltiplicatori” di messaggi nei confronti<br />
delle loro famiglie e gruppi di coetanei.<br />
Altrettanto strategiche sono le figure degli<br />
insegnanti, che nel progetto svolgeranno<br />
il ruolo di mediatori/facilitatori di percorsi<br />
educativi e formativi individuali e di gruppo.<br />
IL PROGETTO<br />
Si tratta di un progetto di comunicazione,<br />
informazione e animazione sul Programma<br />
di sviluppo rurale 2014-2020 rivolto agli Istituti<br />
superiori con indirizzo agrario del territorio<br />
piemontese, coprogettato con gli Istituti<br />
stessi e concordato con l’Ufficio Scolastico<br />
Regionale del <strong>Piemonte</strong>. Si inserisce inoltre<br />
all’interno di un format proposto dalla Rete<br />
Rurale Nazionale. Intende fornire a docenti<br />
e studenti una conoscenza specifica e applicativa<br />
del PSR e delle politiche agricole comunitarie<br />
e favorire la loro partecipazione<br />
attiva nelle modalità e negli obiettivi.<br />
Gli Istituti agrari piemontesi sono complessivamente<br />
17 e coprono tutte le province piemontesi.<br />
Sono coordinati in rete attraverso la<br />
RIAP (Rete Istituti Agrari <strong>Piemonte</strong>si), collegata<br />
alla RENISA (Rete Nazionale). Il progetto<br />
è di carattere triennale e si articolerà<br />
negli anni scolastici <strong>2017</strong>/2018, 2018/2019,<br />
2019/2020 (il primo anno sarà inteso come<br />
avvio e sperimentazione).<br />
L’intero progetto è caratterizzato da un<br />
approccio comunicativo e partecipativo e<br />
segue un percorso a tappe, che permette, a<br />
partire da una formazione generale, di arrivare<br />
a sperimentare un progetto applicato,<br />
con meccanismi premianti, mirati a stimolare<br />
l’interesse dei partecipanti e a favorire il<br />
dialogo e lo scambio di esperienze. La parte<br />
prettamente formativa è mista, con momenti<br />
in presenza e utilizzo di piattaforme<br />
e-learning avanzate e di strumenti interattivi<br />
(webinar, chat, possibilità di realizzare e<br />
condividere propri materiali) messi a punto<br />
in collaborazione con Csi <strong>Piemonte</strong>. La formazione<br />
teorica si alterna con esperienze<br />
dirette sul campo, che coinvolgono aziende<br />
agricole beneficiarie del PSR e altri soggetti<br />
del territorio in qualità di testimonial.<br />
DAI DOCENTI AGLI STUDENTI<br />
Le attività vere e proprie saranno avviate<br />
con il nuovo anno scolastico, tra ottobre e<br />
dicembre <strong>2017</strong>, con un percorso formativo<br />
per docenti, in parte in aula, in parte in<br />
e-learning. La struttura e il taglio dei moduli<br />
e-learning saranno progettati a partire da un<br />
“assessment” delle competenze, sia digitali<br />
che di materia, ovvero un sondaggio preliminare<br />
on line per mirare in maniera più efficace<br />
i contenuti e la metodologia didattica.<br />
La formazione per gli studenti è un percorso<br />
realizzato totalmente in e-learning, utilizzando<br />
una piattaforma virtuale, svolto in<br />
classe con il supporto dei docenti precedentemente<br />
formati in qualità di tutor/facilitatori.<br />
Periodicamente verrà pianificato un “briefing<br />
day” o webinar, in cui studenti e docenti<br />
potranno, collegandosi contestualmente in<br />
momenti predefiniti, rivolgere domande ad<br />
esperti. Verranno inoltre monitorati l’efficacia<br />
del percorso formativo e la soddisfazione<br />
degli studenti coinvolti (attraverso sondaggi<br />
e “assessment”). I contenuti, incentrati<br />
sul Programma di sviluppo rurale, saranno<br />
focalizzati, in questo primo anno, sui temi<br />
agroambientali e avranno altri focus tematici<br />
negli anni successivi. Sono previsti test<br />
di valutazione intermedi e test finale. Il percorso<br />
formativo potrà essere riconosciuto<br />
quale credito formativo per i docenti e quale<br />
monte ore del progetto di alternanza scuola/lavoro<br />
per gli studenti dal 3° al 5° anno.<br />
Contestualmente si svolgerà la campagna<br />
informativa nei confronti delle aziende agricole<br />
per sensibilizzare le aziende stesse sulla<br />
possibilità di accogliere studenti degli Agrari<br />
all’interno di progetti di Alternanza Scuola<br />
Lavoro. Questo potrà favorire l’ampliamento<br />
della rete di aziende attive e disponibili, favorendo<br />
il contatto tra i soggetti formativi e<br />
le realtà produttive.<br />
SUL CAMPO<br />
Gli studenti più meritevoli in base al superamento<br />
del test di valutazione finale del<br />
percorso e-learning, selezionati in collaborazione<br />
con gli insegnanti, potranno acce-<br />
Finanziato con il<br />
PSR 2014-2020,<br />
il progetto di<br />
comunicazione,<br />
informazione e<br />
animazione è<br />
rivolto agli Istituti<br />
agrari (Istituti<br />
tecnici superiori)<br />
del territorio<br />
piemontese<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
51
dere a visite aziendali in giornata, organizzate<br />
presso aziende beneficiarie del PSR sul<br />
territorio.<br />
Agli studenti si chiederà di realizzare un<br />
breve video di pochi minuti, con semplici<br />
mezzi alla portata di tutti (smartphone) per<br />
raccontare l’esperienza vissuta e le lezioni<br />
apprese. I video saranno valutati e i vincitori<br />
parteciperanno al Rural Camp.<br />
Si tratterà di una settimana residenziale intensiva,<br />
in una sede da definire che ospiterà<br />
studenti, docenti ed esperti selezionati tra i<br />
più attivi nel corso dell’intero progetto.<br />
Durante la settimana verranno approfondi-<br />
TUTTI GLI ISTITUTI AGRARI<br />
DEL PIEMONTE<br />
- Istituto Tecnico Agrario Statale Luparia<br />
- Istituto Superiore Statale Leardi (AL)<br />
- Istituto di Istruzione Superiore Barletti - Ovada (AL)<br />
- Istituto Tecnico Agrario Penna - Asti<br />
- Istituto di Istruzione Secondaria Gae Aulenti - Biella<br />
- I.I.S. “Umberto I” Alba (CN) con sedi a Fossano, Grinzane,<br />
Verzuolo, Ceva<br />
- Istituto di Istruzione Superiore Virginio Donadio Cuneo<br />
- Istituto di Istruzione Superiore Giolitti Bellisario Mondovì<br />
(CN)<br />
- IPSASR Barbero - Ormea (CN)<br />
- Istituto di Istruzione Superiore Bonfantini - Novara<br />
- Istituto Professionale Agrario Baldessano Roccati<br />
Carmagnola (TO)<br />
- Istituto di Istruzione Superiore Vittone - Chieri (TO)<br />
- Istituto Tecnico Agrario Salesiano - Lombriasco (TO)<br />
- Istituto di Istruzione Superiore Prever - Osasco (TO)<br />
- Istituto di Istruzione Superiore Dalmasso<br />
Pianezza (TO)<br />
- IPSASR Fobelli - Crodo (VCO)<br />
- Istituto Tecnico Agrario Galileo Ferraris - Vercelli<br />
Il PSR DAY: UNA FESTA PER LANCIARE IL PROGETTO<br />
Il progetto di comunicazione con gli Istituti Agrari ha preso il via il 25 maggio <strong>2017</strong> con il “PSR day”, una giornata<br />
di anteprima e lancio del progetto che si è svolta nella sede dell’Istituto Umberto I di Alba, scuola capofila della Rete<br />
degli Agrari e Istituto più numeroso del <strong>Piemonte</strong>. Alla giornata sono stati invitati tutti gli istituti piemontesi e hanno<br />
partecipato 12 scuole, grazie a un servizio di bus navette organizzate dalla <strong>Regione</strong> per garantire il trasporto a docenti<br />
e studenti. Alla presenza dell’Assessore all’Agricoltura e dei dirigenti della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, di un rappresentante<br />
dell’Ufficio Scolastico Regionale e dei dirigenti dell’Istituto ospitante, è stato illustrato nel dettaglio il progetto. Inoltre,<br />
ogni scuola ha presentato la propria realtà formativa e produttiva, con ottima capacità da parte degli studenti di raccontare<br />
la propria esperienza, dimostrando passione e impegno per le proprie attività.<br />
Il momento di ristoro a buffet, curato in collaborazione con l’Istituto Cillario Ferrero di Neive (CN), ha visto anche la<br />
presentazione e degustazione di prodotti, vino, birra artigianale, proposti dai singoli Istituti.<br />
52<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
ti temi PSR, coinvolte aziende beneficiarie<br />
in qualità di testimonial, e condotti gruppi<br />
di lavoro in forma laboratoriale per arrivare<br />
a elaborare un progetto applicativo, simulando<br />
una domanda e un business plan di<br />
insediamento giovani, investimenti e interventi<br />
di sostenibilità ambientale.<br />
L’ALTERNANZA SCUOLA<br />
LAVORO, UN’OPPORTUNITA’<br />
PER LE AZIENDE AGRICOLE<br />
L’alternanza scuola lavoro (ASL) è una delle innovazioni<br />
più significative introdotte dalla legge 107 del<br />
2015, cosiddetta “La Buona Scuola”.<br />
Il percorso di alternanza scuola-lavoro offre agli studenti<br />
l’opportunità di inserirsi in contesti lavorativi<br />
adatti a stimolare la propria creatività. La comprensione<br />
delle attività e dei processi svolti all’interno di<br />
una organizzazione permette ai giovani di acquisire<br />
consapevolezza del contesto in cui lavorano e di cogliere<br />
al meglio le opportunità che si presentano.<br />
Lo studente in alternanza non è un lavoratore ma apprende<br />
competenze coerenti con il percorso di studi<br />
scelto in realtà operative.<br />
Anche per le aziende agricole questo strumento può<br />
essere un’opportunità interessante per dare agli studenti<br />
degli Istituti Agrari l’occasione di fare esperienza<br />
all’interno di un contesto reale e concreto.<br />
Per maggiori informazioni sull’Alternanza Scuola Lavoro<br />
(ASL):<br />
www.istruzione.it/alternanza/index.shtml<br />
Le imprese che intendono offrire periodi di alternanza<br />
a studenti della scuola di secondo grado si<br />
devono iscrivere al Registro per l’alternanza scuola-lavoro<br />
per darne evidenza.<br />
L’iscrizione è gratuita ed è aperta a tutti i soggetti<br />
già presenti nel Registro Imprese: imprese individuali,<br />
società di capitali e di persone o altre forme<br />
giuridiche.<br />
La procedura si svolge esclusivamente on-line sul<br />
sito: scuolalavoro.registroimprese.it<br />
a cura delle Camere di Commercio.<br />
Al medesimo link sono indicati i requisiti che le aziende<br />
devono avere e sono consultabili guide e video<br />
tutorial.<br />
Oltre alla registrazione, è possibile prendere contatto<br />
diretto con gli Istituti Agrari della propria zona.<br />
L’istituto scolastico provvede ad individuare le imprese<br />
disponibili all’attivazione dei percorsi di alternanza,<br />
a progettare il percorso da realizzare e a<br />
stipulare le apposite convenzioni.<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
53
Inizia con questo numero una serie di schede e interviste sugli<br />
Istituti Agrari del <strong>Piemonte</strong>, che passerà in rassegna le diverse realtà.<br />
ISTITUTO UMBERTO I° – ALBA<br />
INTERVISTA ALLA DIRIGENTE SCOLASTICA<br />
ANTONELLA GERMINI<br />
A cura di<br />
Rossella Foriero<br />
CSI <strong>Piemonte</strong>/<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />
L’Istituto Umberto I occupa la sede attuale di corso Enotria dal 1899, dove si trova anche l’azienda<br />
viticola annessa, oggi “polmone verde” di circa 10 ettari all’interno della città di Alba, ai<br />
piedi del patrimonio UNESCO di cui le Langhe fanno parte. Nel corso degli anni l’istituto ha attraversato<br />
tutte le riforme del sistema scolastico, mantenendo però sempre la sua caratteristica<br />
di scuola per l’Enologia nella sede di Alba e trasformandosi in un Istituto di Istruzione Superiore<br />
che rimane l’unico della provincia ad avere indirizzi di studio esclusivamente in ambito agrario.<br />
Nella sua attuale configurazione l’IIS “Umberto I” è costituito, oltre che dalla sede centrale di<br />
Alba, dalle sedi di Fossano, Grinzane, Verzuolo.<br />
Come nasce l’istituto?<br />
Nasce per Regio Decreto nel 1881 come “Regia Scuola per la viticoltura ed enologia” allo scopo<br />
di “emancipare i vignaiuoli da quel secolare empirismo che è nemico di ogni progresso” sotto la<br />
spinta del Comizio Agrario appoggiato dal Ministro albese Michele Coppino, da P.C. Rolando e<br />
con il fattivo contributo del Comune e della Provincia di Cuneo, terza scuola enologica in Italia<br />
dopo Conegliano Veneto ed Avellino.<br />
Come è strutturato?<br />
Gli iscritti sono circa un migliaio, per un totale di 45 classi. I docenti sono 140, il personale non<br />
docente è composto di 47 unità.<br />
Presso la sede di Alba si trova l’Istituto Tecnico, indirizzo Agraria Agroalimentare e Agroindustria,<br />
articolazione Viticoltura ed Enologia. È inoltre attivato un sesto anno riservato ai diplomati in<br />
viticoltura ed enologia che permette di conseguire la specializzazione e il titolo di “enotecnico”.<br />
L’estensione dell’azienda è di 10 ettari di cui circa otto coltivati a vigneto specializzato. Vengono<br />
coltivati oltre 30 vitigni, comprendenti sia varietà internazionali che rappresentative del<br />
territorio nazionale e, soprattutto locale, fra cui: Dolcetto, Nebbiolo, Barbera, Brachetto, Freisa,<br />
Moscato, Arneis, Favorita, Cortese. Nell’azienda inoltre sono presenti una collezione di vitigni<br />
piemontesi e liguri, un vigneto di piante madri portinnesti, un noccioleto e un vigneto sperimentale<br />
di cloni resistenti. Lo scorso anno la cantina sperimentale della scuola, che trasforma<br />
la quasi totalità delle uve dell’Istituto, ha prodotto 455 hl di vino (Dolcetto e Barbera d’Alba,<br />
Langhe Rosso, Nebbiolo, Barolo, Arneis, Chardonnay, Spumante Brut) per un totale di 36.000<br />
bottiglie. Ad Alba è inoltre presente un laboratorio analisi conto terzi, regolarmente accreditato,<br />
che fin dal 1933 è al servizio delle aziende del territorio per l’attività di certificazione ufficiale<br />
per l’esportazione. La sede di Grinzane ospita l’Istituto Professionale, indirizzo Servizi per l’agricoltura<br />
e lo sviluppo rurale, opzione Valorizzazione e commercializzazione dei prodotti del<br />
territorio. L’azienda è costituita da circa 12 ettari, di cui 8,5 destinati alla produzione di uve,<br />
principalmente Nebbiolo e il resto a seminativo e all’importante “vigneto catalogo”, collezione<br />
sperimentale di antiche varietà piemontesi in collaborazione con il CNR. La sezione possiede<br />
inoltre un frutteto e un orto didattico e una serra per la coltivazione di piante ornamentali, da<br />
orto e officinali.<br />
A Fossano si trova l’Istituto Professionale, indirizzo Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale,<br />
opzione Valorizzazione e commercializzazione dei prodotti del territorio. Possiede un’azienda<br />
di oltre 5 ettari coltivata a cereali, frumenti, soia, orzo, orzo da birra, luppolo, colture in serra.<br />
Sono inoltre presenti un impianto per la conservazione del germoplasma di vecchie varietà di<br />
pero, un impianto per il mantenimento del germoplasma di vecchie varietà di mais vitreo, un<br />
54<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
incubatoio ittico di valle, caseificio e microbirrificio.<br />
L’Istituto Tecnico, Settore Tecnologico, indirizzo Agraria Agroalimentare e Agroindustria, articolazione<br />
Produzioni e trasformazioni e Gestione dell’Ambiente e del Territorio, sito a Verzuolo,<br />
ha una azienda di 10 ettari circa coltivati a frutteto, uliveto, noccioleto, piccoli frutti. L’Istituto<br />
gestisce inoltre il vigneto “La Bicocca”, antica collezione di vitigni saluzzesi. Il laboratorio di<br />
trasformazione succhi dell’Istituto trasforma ogni anno circa 1200 quintali di mele, sia proprie<br />
che per conto terzi, per un totale di circa 60.000 bottiglie di succo limpido.<br />
Quali sono i suoi punti di forza?<br />
La ricerca continua della qualità e dell’innovazione, il legame con la radicata tradizione del<br />
settore agricolo, con il territorio e la sua valorizzazione, sono i fattori che caratterizzano l’offerta<br />
formativa dell’Istituto Umberto I, a partire dalla profonda conoscenza del territorio, dalla<br />
presenza di consolidate reti di collaborazione tra il sistema educativo/formativo, il sistema produttivo<br />
e le istituzioni. Le azioni dell’Istituto sono quindi rivolte a sostenere l’innovazione e il<br />
trasferimento tecnologico, promuovere l’inserimento dei giovani verso le professioni tecnico<br />
agrarie, promuovere lo spirito imprenditoriale, con particolare riferimento alle dimensioni della<br />
trasformazione, del controllo, della qualità, del marketing, la salvaguardia dell’ambiente.<br />
Molte sono le reti e le convenzioni tra l’istituto e le associazioni di categoria - L’Umberto I, capofila<br />
della rete regionale degli istituti agrari del <strong>Piemonte</strong>, fa parte anche della rete nazionale<br />
delle scuole agrarie. Inoltre, la sede di Alba (Scuola Enologica), con articolazione Viticoltura ed<br />
Enologia è parte integrante della rete delle scuole enologiche italiane ed europee.<br />
Da dove arrivano gli studenti?<br />
Gli allievi provengono prevalentemente dall’hinterland delle varie sedi e la loro estrazione può<br />
ritenersi per più della metà da famiglie già inserite nelle filiere agroalimentare e vitivinicola.<br />
Presso la sede di Alba sono presenti anche studenti provenienti anche da fuori provincia e fuori<br />
regione, che fanno la scelta di frequentare un indirizzo specifico come quello enologico presso<br />
una scuola storica di comprovato valore.<br />
Quali sono i principali progetti realizzati?<br />
La scuola porta avanti numerosi progetti di collaborazione, sperimentazione e ricerca, tra cui:<br />
Progetto RESEE (Rete Scuole Enologiche Europee), Fiera Internazionale del Tartufo bianco di<br />
Alba, Tirocini formativi Erasmus+, ViniVeri (gestione avanzata del vigneto in collaborazione con<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>). Svolge inoltre attività di: microvinificazione, prove sperimentali su tipologie<br />
di uve, metodologie di lavorazione, reimpiego dei sottoprodotti della vinificazione, prove di saggio<br />
di prodotti fitosanitari su vite, prove di tappatura, promozione del consumo di frutta nelle<br />
scuole, manutenzione aree verdi per il Comune di Alba.<br />
Altre iniziative, con una forte impronta sociale e di impegno sul territorio sono la realizzazione<br />
del vino “Valelapena”, prodotto nella cantina dell’Istituto con uve coltivate dai detenuti presso<br />
la casa circondariale di Alba, e la donazione alla Fondazione Nuovo Ospedale di 150 litri di<br />
Barolo ogni anno, in bottiglie speciali che la Fondazione mette all’asta per la raccolta fondi.<br />
Come funziona l’alternanza scuola-lavoro e quali sono i casi di<br />
maggiore successo?<br />
Le attività di alternanza scuola lavoro vengono svolte sia durante l’anno scolastico che durante<br />
il periodo di sospensione delle attività didattiche, presso le aziende della scuola e presso le circa<br />
300 aziende e enti con cui l’Istituto ha stipulato convenzioni.<br />
Tra i principali sbocchi professionali: gestione di aziende agricole, viticole, enologiche, florovivaistiche,<br />
imprenditore agricolo, libero professionista o tecnico presso associazioni di categoria<br />
e enti, aziende agricole, cooperative, laboratori di analisi chimiche, aziende che si occupano di<br />
tecnologie viticolo-enologiche ed agroalimentari.<br />
Per maggiori informazioni: http://iisumbertoprimo.it/<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
55
ISTITUTO TECNICO AGRARIO<br />
“G.FERRARIS” – VERCELLI<br />
INTERVISTA ALLA PROFESSORESSA<br />
LELLA BASSIGNANA<br />
Nata come scuola per i figli degli agricoltori, negli ultimi 10 anni si è adeguata alle nuove<br />
esigenze di competenze richieste dalla riforma scolastica e dal territorio: oggi l’Istituto Tecnico<br />
Agrario “G.Ferraris” aiuta i giovani ad acquisire le competenze per trovare occupazione nei<br />
green jobs, i “lavori verdi” che spaziano dall’agricoltura all’alimentazione e alla ricerca, e che<br />
contribuiscono al miglioramento delle condizioni dell’ambiente o alla conservazione del patrimonio<br />
naturalistico.<br />
Come nasce l’istituto?<br />
L’Istituto Tecnico Agrario “G.Ferraris” è l’unico esistente nella provincia di Vercelli. Nasce come<br />
corso di istruzione agraria nel 1911, specializzandosi nel decennio successivo in due differenti<br />
indirizzi: operaio risiero e meccanico addetto alla risicoltura. Attualmente è frequentato da 300<br />
studenti, distribuiti su 3 sezioni.<br />
Come si articola il percorso formativo?<br />
Dopo il biennio unitario, gli studenti possono scegliere due indirizzi: Agrario (con particolare<br />
attenzione al settore risicolo), orto-florovivaistico e ambientale, o Agroindustria, con approfondimento<br />
sulle produzioni biotecnologie alimentari e, dallo scorso anno scolastico, anche su<br />
viticoltura ed enologia.<br />
Le attività laboratoriali sono il principale punto di forza dell’istituto:<br />
• il laboratorio di Scienze Agrarie è dotato di apparecchiature scientifiche moderne con programmi<br />
di contabilità, piani di concimazione, quaderno di campagna, simulazioni dei fabbisogni<br />
idrici, dell’alimentazione zootecnica. Opera in stretto contatto con il laboratorio per la micropropagazione<br />
e con la camera di crescita;<br />
• il laboratorio di Chimica dispone di postazioni individuali e gascromatografo per le analisi;<br />
• il laboratorio di Informatica sviluppa progetti di robotica educativa e sperimentazione di applicazioni<br />
per i droni per l’agricoltura;<br />
• il Giardino di circa 1700 metri quadri antistante la scuola.<br />
Com’è organizzata l’azienda agricola dell’istituto?<br />
L’istituto dispone di una azienda agricola per le esercitazioni pratiche, la cascina “Le Boschine”,<br />
L’azienda è così organizzata:<br />
• frutteto didattico per gli esercizi di potatura e la sperimentazione delle tecniche di coltivazione<br />
a basso impatto ambientale. Il frutteto è principalmente coltivato a meli, ciliegi, caki e ha un<br />
impianto di vite;<br />
• orto didattico per la coltivazione di patate, zucche, cipolle, fragole, piante aromatiche e prove<br />
sperimentali di coltivazione del fagiolo della Villata;<br />
• bosco planiziale di farnie che rientra nel progetto “Bosco in città” e sta per essere attrezzato<br />
per visite rivolte ai cittadini;<br />
• aula di educazione ambientale dove si svolge il progetto “Vivi l’esperienza ortando con la<br />
tua classe: campus ortando”, ovvero un campo pratico alla scoperta della magia dell’orto, con<br />
56<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
laboratori creativi e sensoriali alla scoperta di sapori e tradizioni;<br />
• Museo dell’agricoltura e percorso didattico per gli alunni delle scuole provinciali,<br />
con gli allievi delle classi 3° dell’istituto come accompagnatori.<br />
Qual è il futuro lavorativo per i vostri studenti?<br />
L’attenzione verso il mondo del lavoro e la realizzazione di progetti di stage e avviamento<br />
professionale è anteriore all’alternanza scuola-lavoro, introdotta dalla<br />
Legge 107/2015. Da anni l’istituto organizza percorsi di stage in azienda.<br />
Tra i progetti più significativi:<br />
• “La spesa contadina sotto casa tua - Street farm: prodotti agricoli per strada”:<br />
la frutta e la verdura coltivate nel frutteto e nell’orto dell’azienda agricola dell’istituto<br />
vengono vendute ai cittadini sia in azienda che in uno spazio dedicato in<br />
città;<br />
• “NATURAL DETECTIVE”: percorsi nei laboratori di chimica e microscopia sulle<br />
biotecnologie e micropropagazione rivolti agli allievi delle classi terze, al fine di<br />
fornire loro gli strumenti per acquisire abilità di analisi, rinforzare le capacità di<br />
elaborazione ed esercitare la manualità.<br />
I percorsi sono progettati anche per i singoli allievi accompagnati dai genitori, che<br />
potranno così conoscere meglio l’offerta formativa dell’istituto;<br />
• “S.O.S. Giardino”: servizio di “cura” delle piante e progettazione di soluzioni<br />
idonee ad accogliere i bambini, rivolto alle pubbliche amministrazioni e alle scuole<br />
e realizzato da uno staff di allievi guidati da un docente.<br />
A testimonianza del rapporto sinergico con istituzioni del territorio, aziende, associazioni<br />
di categoria, collegi e ordini professionali, l’istituto è stato capofila del<br />
progetto “Il riso una risorsa salutistica da valorizzare”, una specializzazione post<br />
diploma (accreditata presso la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> come polo formativo per l’Istruzione<br />
e la Formazione Tecnica Superiore) della durata di 800 ore e che ha previsto<br />
240 ore di stage per permettere legami tra il mondo scolastico e le imprese locali.<br />
Ad oggi sono oltre 120 i soggetti che ospitano gli allievi dell’istituto in alternanza.<br />
Con le competenze acquisite, i ragazzi possono svolgere mansioni differenti, non<br />
solo quelle agricole “tradizionali”.<br />
Chimico ambientale, progettista verde, flower designer, valutatore di impatto ambientale,<br />
esperto in campo di rifiuti, consulente presso associazioni di produttori e<br />
di categoria, guida naturalistica: questi sono solo alcuni degli sbocchi professionali<br />
previsti.<br />
Ci sono esempi significativi di ex studenti che “ce l’hanno fatta”?<br />
Posso citare tre esperienze significative, che riguardano studenti non provenienti<br />
dal contesto agricolo ma molto abili nel valorizzare le competenze acquisite per<br />
creare il proprio futuro professionale.<br />
Il primo, dopo uno stage presso un’azienda florovivaista, ha avviato una attività<br />
autonoma che si occupa di progettazione e gestione di giardini pubblici e privati.<br />
Il secondo, dopo aver svolto per 3 anni consecutivi (nel periodo estivo) uno stage<br />
in un birrificio, è stato assunto ed attualmente è il mastro birraio dell’azienda.<br />
Il terzo, aver svolto uno stage in uno studio veterinario, ha proseguito gli studi<br />
iscrivendosi alla facoltà di veterinaria e oggi è la titolare di una clinica veterinaria<br />
con 6 collaboratori.<br />
Per maggiori informazioni<br />
http://www.iis-galileoferraris.it/wp/<br />
https://www.facebook.com/leBoschine/<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
57
COSA CI HA<br />
INSEGNATO IL PSR<br />
2007-2013?<br />
UNA SINTESI DELLA<br />
VALUTAZIONE FINALE<br />
Roberto Cagliero<br />
CREA<br />
Nicoletta Torchio<br />
Nuval/Ires <strong>Piemonte</strong><br />
Nicoletta Alliani<br />
Ipla spa<br />
Stefano Aimone<br />
Ires <strong>Piemonte</strong><br />
PERCHÉ PARLARE OGGI<br />
DELLA VALUTAZIONE DEL<br />
PSR 2007-2013?<br />
La valutazione finale del Programma<br />
di Sviluppo Rurale 2007-2013 1 (in gergo<br />
tecnico “ex post”) è stata presentata<br />
qualche mese fa, come previsto dalla<br />
regolamentazione comunitaria. Ci si può<br />
ora domandare se può essere utile disporre<br />
di una valutazione ex post quando<br />
è già stato avviato il nuovo PSR. La<br />
risposta è affermativa: la maggior parte<br />
delle misure mantengono una struttura<br />
molto simile nel susseguirsi dei PSR, per<br />
58<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
cui i risultati della valutazione rimangono<br />
in buona parte validi nel tempo. Inoltre<br />
la valutazione ex post può essere utile<br />
per un’eventuale riprogrammazione,<br />
come avvenuto nel precedente ciclo con<br />
il cosiddetto Health Check (una revisione<br />
importante dei Programmi avvenuta<br />
nel 2008 con una forte svolta ambientale).<br />
L’importante è che valutatore e Autorità<br />
di gestione collaborino realizzando<br />
un percorso di apprendimento reciproco<br />
e ricorsivo.<br />
Il PSR è una macchina molto articolata,<br />
con decine di misure e azioni diverse, rivolte<br />
a decine di migliaia di beneficiari.<br />
Di conseguenza, la valutazione è un’operazione<br />
complessa che richiede il ricorso<br />
a diverse metodologie di analisi e l’elaborazione<br />
di un’enorme mole di informazioni.<br />
Non tutti gli interventi, però, contribuiscono<br />
in egual misura agli effetti; è<br />
opportuno quindi concentrare lo sforzo<br />
sulle azioni più importanti in termini di<br />
spesa attivata, numero di beneficiari o<br />
superficie interessata. L’attività del valutatore<br />
ha trovato supporti essenziali nel<br />
sistema di monitoraggio amministrativo<br />
gestito dal CSI <strong>Piemonte</strong>, nel monitoraggio<br />
ambientale realizzato da IPLA spa e<br />
nella banca dati RICA sui bilanci delle<br />
aziende agricole gestita dal CREA.<br />
Vediamo ora i principali effetti del PSR<br />
2007-2013 del <strong>Piemonte</strong> in relazione<br />
ai grandi ambiti di intervento del Programma:<br />
competitività e innovazione<br />
(asse I), sostenibilità (asse II) e sviluppo<br />
delle aree rurali (assi III e IV). Saranno<br />
evidenziati sia i risultati positivi, che in<br />
qualche caso sono stati anche superiori<br />
alle aspettative, sia le criticità da cui<br />
trarre raccomandazioni per il futuro.<br />
GIOVANI E INVESTIMENTI:<br />
BUONI RISULTATI, QUALCHE<br />
CRITICITÀ<br />
Diciamo subito che il PSR 2007-2013 si<br />
è trovato davanti uno scenario imprevisto<br />
e più arduo di quello in cui era stato<br />
concepito, a causa del manifestarsi e del<br />
perdurare della crisi economica. Nonostante<br />
ciò ha ottenuto risultati positivi<br />
sotto il profilo economico. D’altra parte<br />
il settore agroalimentare, grazie alla sua<br />
natura anticiclica, ha sopportato meglio<br />
la recessione rispetto ad altri comparti<br />
produttivi. Attraverso la misura 121 le<br />
circa 5.000 aziende agricole beneficiarie<br />
hanno attivato investimenti per oltre<br />
400 milioni di euro e hanno visto aumentare<br />
il loro valore aggiunto lordo in<br />
misura apprezzabile (in media 20.000<br />
euro). Il 40% delle aziende ha introdotto<br />
nuove tecniche e/o prodotti e molte di<br />
esse hanno effettuato investimenti con<br />
finalità ambientali.<br />
Molto interessante la sinergia attivata<br />
dal “pacchetto giovani”, concepito per<br />
favorire la combinazione tra la misura<br />
112 (insediamento giovani) con altre opportunità<br />
del PSR. Grazie al pacchetto,<br />
ben il 30% dei beneficiari della misura<br />
121 ha contemporaneamente effettuato<br />
un insediamento: un risultato certamente<br />
favorevole al rilancio di aziende<br />
in occasione del ricambio generazionale.<br />
A questo proposito, la misura 112 ha<br />
supportato l’insediamento di circa 1.700<br />
giovani agricoltori, la metà dei quali nelle<br />
zone di collina e montagna, con una<br />
serie di effetti indiretti come il ringiovanimento<br />
del settore, l’innalzamento del<br />
1<br />
La valutazione del PSR 2007-2013 è stata<br />
affidata dall’Autorità di gestione al NUVAL (Nucleo<br />
di valutazione e verifica delle politiche) della<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, che ha attivato al suo interno<br />
un gruppo di lavoro, con il supporto metodologico<br />
dell’ex INEA (attualmente CREA). L’attività è<br />
stata supportata dal CSI <strong>Piemonte</strong> (monitoraggio<br />
amministrativo), IPLA spa (monitoraggio<br />
ambientale) e altri partner con competenze<br />
specifiche quali IRES <strong>Piemonte</strong> e IRCRES.<br />
La valutazione<br />
del PSR concluso<br />
può fornire<br />
importanti<br />
indicazioni per<br />
i Programmi<br />
attuali e futuri:<br />
la struttura<br />
è simile e le<br />
criticità possono<br />
suggerire<br />
miglioramenti<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
59
1700 giovani<br />
agricoltori hanno<br />
avviato o rilevato<br />
un’attività e<br />
il “pacchetto<br />
giovani” ha<br />
trainato gli<br />
investimenti<br />
livello di scolarizzazione degli operatori,<br />
una maggiore incidenza della componente<br />
femminile nel settore agricolo.<br />
Molto elevata l’incidenza dei giovani anche<br />
tra i fruitori di consulenze (misura<br />
114) e tra i partecipanti ai corsi di formazione<br />
finanziati dalla misura 111 (il 40%<br />
aveva meno di 40 anni).<br />
Le principali criticità emerse per la misura<br />
121 riguardano la scelta di operare<br />
prevalentemente su un ampio bando a<br />
inizio periodo, rivelatasi poco incisiva<br />
e caratterizzata da forti ritardi. Si dovrebbe<br />
in futuro ricorrere a bandi più<br />
distribuiti nel tempo e con criteri più selettivi,<br />
anche per evitare il meccanismo<br />
di scorrimento delle graduatorie che può<br />
abbassare l’efficacia dell’intervento. Per<br />
quanto concerne la misura di insediamento<br />
giovani, il valutatore ha suggerito<br />
un allargamento delle misure afferenti<br />
al “pacchetto” e, possibilmente, una<br />
distinzione negli interventi rivolti a imprese<br />
di nuova costituzione rispetto ai<br />
subentri in aziende già esistenti.<br />
Il PSR 2007-2013 ha agito in misura<br />
importante anche sul versante dell’agroindustria.<br />
La misura 123 ha prodotto<br />
investimenti complessivi per oltre 230<br />
milioni di euro, generando un incremento<br />
medio del valore aggiunto lordo del<br />
14% nelle imprese beneficiarie. La misura<br />
si è focalizzata sull’introduzione di<br />
nuovi prodotti, processi e tecnologie e<br />
sugli interventi finalizzati ai prodotti di<br />
qualità certificati. La misura 123 rappresenta<br />
un caso di attuazione positivo su<br />
vari fronti: efficacia dell’intervento, efficienza<br />
nell’implementazione, coerenza<br />
con i fabbisogni e selezione dei progetti.<br />
Per il futuro, il valutatore raccomanda<br />
di irrobustire la sinergia tra l’industria<br />
di trasformazione e la produzione agricola<br />
locale, per garantire una maggiore<br />
ricaduta dell’investimento anche su<br />
quest’ultima; infatti un importante limite<br />
del PSR 2007-2013, pur con alcune<br />
eccezioni, è stato quello di non riuscire<br />
a coordinare le misure di investimento<br />
in ottica di filiera.<br />
INNOVAZIONE E<br />
COMPETENZE, TRA<br />
VECCHIO E NUOVO<br />
Rispondendo almeno in parte alla criticità<br />
sopra segnalata, la misura 124 ha<br />
sostenuto l’attività di ricerca e sviluppo<br />
di nuovi prodotti e processi e ha apportato<br />
un contributo positivo allo sviluppo<br />
delle cooperazione tra imprese della<br />
filiera agricola e forestale. Grazie alla<br />
severa selezione, i progetti attuati sono<br />
risultati di qualità elevata e con interessanti<br />
effetti operativi. Il valutatore ha<br />
60<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
comunque evidenziato la necessità di<br />
un maggior coinvolgimento, anche dal<br />
punto di vista economico, delle imprese<br />
agricole nei progetti di cooperazione<br />
orientati all’innovazione, aspetto che<br />
si potrebbe sviluppare nella nuova programmazione<br />
con la misura 16.<br />
Anche il tema della formazione merita<br />
un approfondimento, dato il cruciale<br />
ruolo nell’aggiornare le competenze degli<br />
operatori in un contesto tecnico, economico<br />
e normativo in continuo cambiamento.<br />
La partecipazione ai corsi di formazione<br />
della misura 111 è stata nutrita (il<br />
14% del totale delle aziende piemontesi;<br />
in media ciascun operatore ha partecipato<br />
a 2 corsi). Sono state particolarmente<br />
numerose le partecipazioni ai<br />
corsi di gestione aziendale, tecniche di<br />
marketing e diversificazione aziendale.<br />
Inoltre, il 40% dei corsi verteva su<br />
argomenti di salvaguardia ambientale,<br />
gestione sostenibile del territorio e delle<br />
risorse naturali e il 16% ha avuto come<br />
oggetto un tema cruciale come la sicurezza<br />
sul lavoro. Il valutatore suggerisce,<br />
per l’attuazione futura della misura, di<br />
intercettare maggiormente gli operatori<br />
con più bassi livelli di scolarizzazione e<br />
Misura 214<br />
Azioni agroambientali ed interventi<br />
- Produzione integrata (az. 1)<br />
- Produzione biologica (az. 2)<br />
- Erbai e inerbimenti<br />
(impegni facoltativi previsti da az. 1 e 2)<br />
- Apporto di sostanza organica nel suolo<br />
(az. 3)<br />
- Conversione di seminativi in foraggere<br />
permanenti (az. 4)<br />
- Estensivizzazione dei pascoli (az. 6)<br />
- Gestione di elementi<br />
dell’agroecosistema (az. 7)<br />
- Conservazione della biodiversità nelle<br />
risaie (az. 9)<br />
di focalizzare gli interventi sulle mutate<br />
esigenze del settore, anche attraverso<br />
un’analisi accurata dei fabbisogni formativi<br />
del sistema agricolo.<br />
UN PSR “SOSTENIBILE” CON<br />
SPAZI DI MIGLIORAMENTO<br />
L’aspetto della sostenibilità era centrale<br />
nella strategia del PSR 2007-2013<br />
del <strong>Piemonte</strong>. Gli obiettivi ambientali<br />
erano perseguiti sia con misure “a premio”<br />
volte a incentivare comportamenti<br />
virtuosi, sia attraverso investimenti<br />
materiali. Tra le misure a premio è essenziale<br />
il ruolo svolto dalla 214: da sola<br />
ha canalizzato una spesa di 303 milioni<br />
di euro (oltre un quinto del budget del<br />
PSR) ed ha riguardato nel complesso oltre<br />
13.000 beneficiari su quasi 300.000<br />
ettari di superficie (un terzo delle aree<br />
coltivate del <strong>Piemonte</strong>).<br />
La misura 214 è articolata in numerose<br />
azioni; tra queste, alcune sostengono<br />
tecniche di produzione sostenibile (es.<br />
agricoltura biologica o integrata) altre<br />
incentivano specifici comportamenti.<br />
Nello schema seguente è riassunto, in<br />
forma semplificata, il legame tra le azioni<br />
della misura e i rispettivi ambiti di<br />
efficacia prevalente.<br />
Ambiti di efficacia prevalente<br />
- Riduzione degli imput<br />
- Conservazione e gestione sostenibile del<br />
suolo e del territorio (con effetti anche sul<br />
sequestro di gas serra)<br />
- Gestione di elementi naturali formi del<br />
paesaggio agrario e conservazione della<br />
biodiversità<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
61
Le azioni<br />
ambientali<br />
hanno raggiunto<br />
importanti<br />
risultati, ma si<br />
può agire di<br />
più in favore<br />
del suolo, del<br />
paesaggio e<br />
della biodiversità<br />
Sulla base del monitoraggio effettuato da<br />
IPLA spa, i migliori risultati sono stati raggiunti<br />
dalle azioni orientate alla gestione sostenibile<br />
del suolo e del territorio che, oltretutto, hanno<br />
anche comportato un’apprezzabile riduzione<br />
delle emissioni di gas serra. Di conseguenza, il<br />
valutatore ha suggerito di proseguire con azioni<br />
di questo tipo, affiancando in futuro nuove<br />
operazioni volte alla conservazione della struttura<br />
del suolo, come ad esempio la minima lavorazione<br />
e la semina su sodo. Inoltre rimane<br />
spazio per azioni principalmente finalizzate<br />
alla tutela e alla valorizzazione del paesaggio<br />
agrario tradizionale.<br />
La produzione integrata, in assoluto l’azione<br />
più seguita (127.000 ettari), ha mostrato una<br />
progressiva riduzione di efficacia nel tempo,<br />
a causa del fatto che tutti i disciplinari tecnici<br />
si stanno progressivamente avvicinando agli<br />
standard previsti per tale modalità di coltivazione.<br />
Tuttavia gli impegni facoltativi aggiuntivi<br />
quali gli inerbimenti si sono rivelati molto<br />
utili. Il monitoraggio ha inoltre confermato l’efficacia<br />
della produzione biologica (circa 12.000<br />
ettari) sia in termini di riduzione degli input<br />
chimici che di conservazione del suolo, raccomandandone<br />
la diffusione soprattutto negli<br />
areali intensivi. Le azioni volte alla conservazione<br />
della biodiversità, invece, non si possono<br />
considerare un successo. La gestione degli elementi<br />
dell’agroecosistema ha ricevuto pochissime<br />
adesioni, esito che il valutatore ha attribuito<br />
a complicazioni nelle tecniche di gestione<br />
e nelle istruttorie per l’ammissione a premio.<br />
Gli interventi volti alla conservazione della<br />
biodiversità nelle risaie, inoltre, hanno favorito<br />
specie alloctone piuttosto che autoctone, come<br />
invece sarebbe stato opportuno. Passando al<br />
ruolo giocato a favore della sostenibilità dalle<br />
misure a investimento, la 121 ha finanziato un<br />
numero cospicuo di investimenti finalizzati<br />
alla sostenibilità ambientale e al risparmio<br />
energetico, per un valore complessivo di quasi<br />
52 milioni di euro, di cui 17 milioni di contributo<br />
pubblico. Un terzo della spesa è stato usato<br />
per interventi volti alla prevenzione degli eventi<br />
calamitosi, negli ultimi anni sempre più frequenti<br />
a causa dei cambiamenti climatici (reti<br />
antigrandine e opere idriche e di sistemazione<br />
del terreno). Circa la metà degli investimenti ha<br />
riguardato interventi per il risparmio idrico e il<br />
rispetto delle normative sugli effluenti zootecnici.<br />
Inoltre, una quota significativa di risorse<br />
(17%) è stata utilizzata dalle aziende agricole<br />
per la produzione di energia da fonti rinnovabili,<br />
soprattutto attraverso impianti fotovoltaici.<br />
Anche tra gli investimenti effettuati dalle<br />
imprese agroindustriali (con la misura 123) una<br />
quota non trascurabile ha riguardato interventi<br />
connessi alla tutela dell’ambiente, al risparmio<br />
energetico (circa il 15% del totale della spesa) e<br />
al trattamento delle acque di scarico.<br />
LEADER PUÒ DARE VALORE<br />
AGGIUNTO NELLE AREE<br />
“DIFFICILI”<br />
Per quanto concerne lo sviluppo delle aree<br />
rurali, il PSR 2007-2013 ha inglobato al proprio<br />
interno l’approccio Leader (prima operante<br />
come programma a sé stante), basato sulla<br />
formazione di partenariati locali (GAL 2 ) e su<br />
programmi di sviluppo da questi impostati<br />
e gestiti. Inoltre il PSR ha previsto specifiche<br />
misure rivolte alle aree rurali, tra le quali le più<br />
rilevanti sono state la 322 (riqualificazione dei<br />
villaggi) e la 311 (diversificazione delle aziende<br />
agricole) .L’approccio Leader, che ha visto l’attivazione<br />
di 13 GAL con una popolazione coperta<br />
di 753.000 abitanti, si è confermato un metodo<br />
con forti elementi di interesse, riuscendo talora<br />
ad ottenere dalle misure del PSR risultati non<br />
raggiunti dai meccanismi attuativi ordinari. Ai<br />
GAL spetta il duplice compito di coinvolgere la<br />
comunità locale e, al contempo, di facilitare<br />
e coordinare lo sviluppo di progettualità “dal<br />
basso” da parte degli attori locali. Complessi-<br />
62<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
vamente, dopo un avvio difficoltoso, a partire<br />
dal biennio 2010-2011 l’attuazione ha mostrato<br />
una progressione costante, raggiungendo un<br />
elevato tasso di esecuzione finanziaria. I GAL<br />
hanno contribuito alla costruzione di un buon<br />
sistema di governance locale, gestendo la complessità<br />
amministrativa in modo efficiente anche<br />
se, secondo il valutatore, sono emerse difficoltà<br />
non direttamente imputabili all’operato<br />
dei GAL, quanto piuttosto alla disparità tra le<br />
risorse (umane ed economiche) a loro disposizione<br />
e gli adempimenti a loro carico.<br />
La valutazione ha fatto inoltre emergere importanti<br />
differenze tra i GAL nella capacità<br />
di favorire, da un lato, la partecipazione degli<br />
attori locali e, dall’altro, la nascita di visioni<br />
di sviluppo locale condivise. Queste capacità<br />
sono risultate essenziali per l’introduzione<br />
dell’approccio di filiera che, secondo il valutatore,<br />
rappresenta uno degli elementi di maggior<br />
successo di Leader in <strong>Piemonte</strong>. Passando<br />
agli interventi realizzati nell’ambito della misura<br />
322, questi hanno riguardato 35 borgate<br />
montane, selezionate attraverso una procedura<br />
complessa che ha inizialmente ritardato<br />
il percorso attuativo. Secondo il valutatore la<br />
misura, che ha riscontrato un notevole interesse<br />
nelle aree montane della nostra regione,<br />
ha contribuito a creare le infrastrutture necessarie<br />
alla riqualificazione della vita sociale ed<br />
economica dei villaggi, incidendo anche indirettamente<br />
sull’attrattiva turistica dei territori<br />
interessati. Si rileva tuttavia che l’insediamento<br />
di imprese nelle borgate che hanno beneficiato<br />
della misura non si è attestato sui livelli attesi.<br />
Tra le misure concepite per la rivitalizzazione<br />
delle aree rurali, si segnala infine la 311 (diversificazione)<br />
che ha finanziato 349 beneficiari i<br />
quali, in genere, hanno affiancato l’attività agrituristica<br />
a quella di produzione agricola. Tale<br />
orientamento può certamente supportare l’offerta<br />
turistica delle aree rurali, con proposte in<br />
linea con la richiesta di un turismo sempre più<br />
orientato verso le strutture extra-alberghiere.<br />
Tuttavia, è mancata l’occasione di introdurre<br />
forme più articolate di diversificazione, quali<br />
ad esempio lo sviluppo della filiera corta e i<br />
servizi rivolti alla comunità locale, in un’ottica<br />
di innovazione sociale.<br />
CONCLUSIONI<br />
Riassumere in poche parole finali l’esito di<br />
un programma articolato e complesso come<br />
il PSR non è cosa facile. In estrema sintesi,<br />
anche pensando al futuro, si può dire che il<br />
PSR 2007-2013 del <strong>Piemonte</strong> abbia centrato i<br />
propri obiettivi rispetto ai tre fronti strategici<br />
ai quali era rivolto (competitività, ambiente<br />
e territorio) anche tenuto conto delle risorse<br />
rilevanti ma non infinite a disposizione.<br />
Tuttavia, dalla valutazione del PSR è emerso<br />
chiaramente che è possibile un ulteriore salto<br />
di qualità del Programma a condizione di<br />
introdurre alcuni importanti correttivi: una<br />
programmazione più mirata e scandita nel<br />
tempo dei bandi e un maggiore impulso agli<br />
approcci coordinati e cooperativi, che potrebbero<br />
incrementare gli effetti del Programma,<br />
ad esempio con l’integrazione di filiera o con<br />
piani di azione agro ambientale mirati a specifici<br />
fabbisogni territoriali. Si tratta di temi<br />
che, almeno in parte, trovano nel PSR 2014-<br />
2020 della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> nuovi strumenti<br />
per essere affrontati.<br />
L’approccio Leader<br />
ha valorizzato le<br />
aree montane e<br />
collinari, favorendo<br />
le aggregazioni di<br />
filiera<br />
2<br />
Gruppi di azione locale<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
63
OSSERVATORIO STUDI E RICERCHE<br />
LA LEZIONE<br />
DEL 2016<br />
PER USCIRE<br />
DALLA CRISI<br />
UN ANNO DI DIFFICOLTÀ PER<br />
CEREALI E ZOOTECNIA INTENSIVA<br />
BUONE NOTIZIE<br />
DALL’EXPORT<br />
CRESCONO I<br />
GIOVANI UNDER 35<br />
Stefano Cavaletto<br />
Ires <strong>Piemonte</strong><br />
L’annata 2016 ha confermato le tendenze<br />
che caratterizzano l’agricoltura regionale<br />
dalla crisi del 2008 in poi.<br />
Si amplia sempre di più il solco tra due<br />
agricolture molto differenti tra loro: soffrono<br />
maggiormente le produzioni di<br />
commodity (materie prime), più esposte<br />
alle oscillazioni dei mercati, vanno meglio<br />
le produzioni più qualificate, orientate<br />
all’export o inserite nei circuiti di valorizzazione<br />
delle produzioni locali. A livello<br />
territoriale è l’agricoltura di pianura ad<br />
essere oggi più in difficoltà a causa delle<br />
frequenti crisi di mercato che colpiscono<br />
i settori che vi si concentrano: le coltivazioni<br />
cerealicole, la zootecnia intensiva,<br />
alcune produzioni orticole.<br />
Uno sguardo d’insieme sul complesso<br />
mercato delle commodity si può osservare<br />
grazie al FAO Food Price Index, l’indice<br />
creato dalla FAO in cui vengono messi a<br />
confronto i prezzi delle materie prime di<br />
origine agricola sulle principali piazze<br />
mondiali.<br />
Già ad una prima occhiata emergono alcune<br />
indicazioni: l’indice generale cresce<br />
64<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
per tutto il 2016, sospinto in particolare<br />
dallo zucchero che nel corso dell’ultimo<br />
anno ha registrato una vera e propria impennata:<br />
+34% rispetto al 2015, +58% solo<br />
tra gennaio e ottobre 2016.<br />
Tra le motivazioni di questo aumento<br />
spiccano due fattori, il calo produttivo registrato<br />
in alcuni paesi dell’America Latina<br />
a causa di un clima sfavorevole e la speculazione<br />
da parte di un grosso acquirente<br />
asiatico che solo nel 2016 ha acquistato,<br />
sul mercato dei futures, l’8% dell’intera<br />
produzione globale (fig.1).<br />
La crisi più grave, nell’ultimo triennio,<br />
ha riguardato il mercato dei cereali che<br />
dal 2012 vede salire i volumi e gli stock<br />
e contemporaneamente scendere i prezzi.<br />
Nel 2016 si sono registrati surplus di<br />
offerta in tre tra i principali paesi produttori:<br />
Ucraina, Brasile e USA. Secondo<br />
le previsioni della FAO l’annata in corso<br />
sarebbe la quarta consecutiva in cui gli<br />
stock mondiali aumenteranno, provocando<br />
ancora una volta una forte instabilità<br />
nel settore (fig.2).<br />
Per le aziende italiane arrivano notizie<br />
migliori sul fronte dei costi, infatti i listini<br />
relativi alle materie prime acquistate dagli<br />
agricoltori sono calati durante tutta l’annata.<br />
A trainare verso il basso quest’indice<br />
nel 2016 sono stati soprattutto i prodotti<br />
energetici (-10%) ma quasi tutte le voci<br />
hanno registrato andamenti negativi con<br />
variazioni tra l’1% e il 3%. Per il <strong>2017</strong>, tuttavia,<br />
si prevede una ripresa a causa dell’aumento<br />
del prezzo del greggio, oggetto di<br />
un intervento di contenimento delle produzioni<br />
da parte dei paesi OPEC (fig.3).<br />
Leggendo i dati strutturali dell’agricoltura<br />
regionale emerge una sostanziale tenuta ma<br />
colpiscono alcuni cambiamenti interni. Calano<br />
le aziende agricole ma nel 2016 vi è stato<br />
un rallentamento (-0,45%) probabilmente<br />
grazie al nuovo bando del PSR dedicato all’insediamento<br />
di nuove aziende gestite da giovani<br />
sotto i 40 anni. Emerge, infatti, un buon<br />
Soffrono<br />
maggiormente<br />
le “commodity”,<br />
ovvero le<br />
materie prime,<br />
vanno meglio<br />
le produzioni<br />
qualificate<br />
Figura 1<br />
Quotazioni delle<br />
materie prime<br />
agricole sui mercati<br />
internazionali.<br />
L’indice creato dalla FAO<br />
mette in risalto i prezzi<br />
ripartiti per categoria<br />
merceologica.<br />
Il valore 100 è calcolato<br />
sulla media del periodo<br />
2002-2004.<br />
Fonte: FAO<br />
Figura 2<br />
Cereali: gli stock<br />
a livello mondiale<br />
continuano a crescere.<br />
Il volume totale di cereali<br />
prodotti nel 2016, secondo<br />
le previsioni della FAO,<br />
ammonta a 2.600 milioni<br />
di tonnellate, in crescita<br />
dello 0,3%.<br />
Fonte: FAO<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
65
Figura 3<br />
Ragione di scambio<br />
dell’agricoltura.<br />
Confronto tra prezzi<br />
pagati agli agricoltori e<br />
costi sostenuti. Il valore<br />
100 è ottenuto dalla<br />
media dell’anno 2010.<br />
Fonte: Elaborazioni Ires <strong>Piemonte</strong> –<br />
Prospera su dati Ismea<br />
Figura 4<br />
Numero di aziende<br />
agricole in <strong>Piemonte</strong>.<br />
Dati in valore assoluto,<br />
imprese in attività. Dalla<br />
banca dati della Camera<br />
di Commercio di Torino.<br />
Fonte: Movimprese<br />
Figura 5<br />
Saldo della bilancia<br />
commerciale<br />
dell’agroalimentare<br />
piemontese.<br />
Dati in milioni di euro.<br />
Fonte: Elaborazioni Ires <strong>Piemonte</strong> su<br />
dati Istat<br />
1<br />
Registro Imprese Camera di<br />
Commercio Industria Artigianato e<br />
Agricoltura<br />
andamento nella fascia più giovane: secondo<br />
i dati recentemente diffusi dalla Camera di<br />
Commercio di Torino le aziende guidate da<br />
giovani sotto i 35 anni rappresentano quasi il<br />
7% del settore e crescono rispetto allo scorso<br />
anno del 23,8%. 1<br />
Cresce il lavoro dipendente, in contrasto<br />
al calo fisiologico del numero di aziende<br />
agricole (-20% dal 2005). Il saldo tra le due<br />
categorie, secondo la banca dati dell’Inps,<br />
è positivo con un incremento di circa 3000<br />
unità nel decennio (fig.4).<br />
Per l’agricoltura piemontese le notizie migliori<br />
arrivano, ancora una volta, dall’export,<br />
che costituisce uno dei fattori di sviluppo<br />
per il nostro settore agroalimentare. Il solo<br />
settore primario ha fatto registrare un aumento<br />
delle esportazioni del 12,7% in valore,<br />
sostenute in particolare dal comparto relativo<br />
alle produzioni da colture permanenti<br />
66<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
(+10,9%) che rappresentano l’80% del totale.<br />
Il settore primario, tuttavia, rappresenta solo<br />
il 10% circa dell’intero agroalimentare in cui,<br />
invece, spiccano le produzioni di bevande,<br />
caffè e prodotti da forno. L’intero agroalimentare<br />
esporta prodotti per circa 5 miliardi<br />
di € nel 2016 e registra un incremento del<br />
2,4% rispetto al 2015. Molte delle materie<br />
prime usate in questi comparti sono importate<br />
ma il saldo della bilancia commerciale<br />
risulta comunque in attivo di circa 1 milione<br />
di € con un miglioramento dello 0,87%<br />
rispetto al 2015 (fig.5).<br />
LA SITUAZIONE NEI SETTORI<br />
Nel comparto cerealicolo, storicamente il<br />
più legato ai listini internazionali, dopo la<br />
grave crisi che ha colpito il grano, appare<br />
difficile la situazione del mais a causa di un<br />
deficit della bilancia commerciale (crescono<br />
i volumi in entrata) e un contemporaneo<br />
aumento dell‘offerta internazionale. In risposta<br />
sono diminuite le superfici coltivate<br />
in <strong>Piemonte</strong> (-2,7%), rispetto all’annata precedente.<br />
Ottimi segnali arrivano dalla vendemmia<br />
2016, giudicata in molti casi eccellente. La<br />
produzione è aumentata rispetto al 2015 del<br />
3,3% con 2,5 milioni di ettolitri. Un dato interessante<br />
riguarda il confronto con le altre<br />
regioni italiane, infatti il <strong>Piemonte</strong> rappresenta<br />
il 5% circa della produzione nazionale<br />
ma quasi il 18% dei volumi esportati. Questa<br />
differenza va ricercata nella vocazione piemontese<br />
per le produzioni di qualità, basti<br />
pensare che l’85% del prodotto possiede una<br />
denominazione di origine (DOC o DOCG).<br />
Gli operatori del settore segnalano anche un<br />
buon grado di rinnovamento sia anagrafico<br />
che produttivo con una spiccata vitalità<br />
in particolare nelle aree in cui si è diffusa<br />
la cosiddetta “economia del gusto”. Tra i<br />
problemi ancora da affrontare resta un’alta<br />
frammentazione produttiva ed una scarsa<br />
vocazione all’aggregazione commerciale in<br />
grado di andare sui mercati esteri con maggiore<br />
forza.<br />
Per la frutta fresca le notizie migliori arrivano<br />
dai frutteti, le peggiori dai mercati. Il<br />
2016 non ha registrato particolari problematiche<br />
dal punto di vista produttivo ad eccezione<br />
di un aumento del pericolo derivato<br />
dalle cimici asiatiche, la cui diffusione sarà<br />
da tenere sotto stretto controllo nel <strong>2017</strong>. Il<br />
settore dipende fortemente dall’andamento<br />
delle esportazioni, in particolare per mele e<br />
kiwi. La chiusura di un mercato importante<br />
come la Russia e i problemi in alcuni paesi<br />
del Nord Africa hanno ridotto in alcuni casi<br />
le quantità esportate. Va, comunque, sottolineato<br />
che negli ultimi anni vi è stata una<br />
forte diversificazione dei mercati esteri con<br />
un notevole aumento dei paesi interessati ad<br />
acquistare la nostra frutta. Ottima la stagione<br />
delle nocciole, prodotto che negli ultimi<br />
anni sta vivendo una fase molto favorevole,<br />
anche grazie al ruolo svolto dalla sua coltivazione<br />
nelle aree collinari marginali. Il princi-<br />
La crisi più grave<br />
per il settore<br />
dei cereali,<br />
bene il vino e le<br />
nocciole, ancora<br />
in difficoltà la<br />
zootecnia<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
67
L’evoluzione del<br />
settore latte,<br />
dopo l’abolizione<br />
delle quote,<br />
tra aiuti e segnali<br />
di ripresa<br />
pale punto di riferimento per questo mercato<br />
è la Turchia, maggiore produttore europeo e<br />
con una forte tradizione di export. Nel 2016<br />
i prezzi sono leggermente calati rispetto al<br />
2015 ma sulla scia delle annate precedenti<br />
vi è stato un notevole incremento sia in termini<br />
di superfici (+14%) che come numero<br />
di aziende (+11%). A livello territoriale ormai<br />
da alcuni anni la coltivazione di nocciole sta<br />
sostituendo la viticoltura ed ultimamente<br />
anche la frutticoltura nelle aree in cui queste<br />
coltivazioni soffrono di problemi legati al<br />
mercato o alla diffusione di gravi fitopatie.<br />
Per la zootecnia bovina le difficoltà maggiori<br />
arrivano da una dinamica dei consumi in<br />
forte calo. A livello nazionale il calo della spesa<br />
di carne bovina fresca da parte delle famiglie<br />
italiane raggiungerebbe il 6,8%, valore<br />
che ripete il già negativo andamento del 2015.<br />
Difficoltà simili stanno vivendo anche i comparti<br />
avicolo e suinicolo. A livello strutturale<br />
calano ancora le aziende che scendono di un<br />
altro 2% arrivando a 12.531 allevamenti censiti<br />
dall’Anagrafe Zootecnica Nazionale in <strong>Piemonte</strong>.<br />
Il numero di capi rimane pressoché<br />
invariato intorno ai 785.000, di cui la Razza<br />
<strong>Piemonte</strong>se costituisce circa il 40%. Anche<br />
in questo caso le strade da intraprendere per<br />
poter rilanciare il settore e aumentare la redditività<br />
aziendale sembrano essere una maggiore<br />
qualificazione del prodotto, attraverso<br />
il riconoscimento da parte dell’UE dell’Indicazione<br />
Geografica Protetta, una minore dipendenza<br />
dall’import di animali vivi ed una<br />
progressiva estensivizzazione dei pascoli.<br />
L’EVOLUZIONE NEL SETTORE<br />
DEL LATTE<br />
Tra settembre 2014 e febbraio <strong>2017</strong> il prezzo<br />
del latte alla stalla non ha mai superato i 40<br />
centesimi al litro.<br />
Nello stesso periodo la quantità prodotta<br />
ha continuato ad aumentare, sia in Italia che<br />
in <strong>Piemonte</strong>. In questo contesto, nel 2015 è<br />
giunto al termine il percorso di abolizione<br />
delle quote latte, deciso nel 2008.<br />
Al momento dell’avvio di questo percorso,<br />
definito di “atterraggio morbido”, l’Unione<br />
Europea non aveva però previsto che i consumi<br />
interni di latte sarebbero calati in misura<br />
preoccupante, che la produzione mondiale<br />
avrebbe ripreso a crescere e insieme ad<br />
essa anche la produzione interna.<br />
Tre fattori che combinati insieme hanno<br />
causato, a partire dal 2014, il crollo del prezzo<br />
del latte alla stalla (fig.6).<br />
L’introduzione delle quote era stata decisa<br />
nel 1983 per tutelare il mercato interno ed il<br />
prezzo del latte che minacciava il crollo di<br />
fronte ad un’espansione incontrollata.<br />
Negli anni precedenti, gli allora dieci Stati<br />
Membri avevano intrapreso una crescita produttiva<br />
che, secondo la CEE avrebbe causato<br />
in breve tempo un surplus produttivo ed un<br />
conseguente crollo dei prezzi. Inserendo le<br />
quote la produzione europea di latte è rimasta<br />
pressoché invariata ma nel corso di questi<br />
trent’anni il settore si è altamente evoluto<br />
con un notevole aumento della componente<br />
specializzata. Questo grazie al miglioramento<br />
delle tecnologie, all’aumento della resa<br />
produttiva per capo (dovuta sia all’alimenta-<br />
68<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
zione sia ad una più accurata selezione delle<br />
razze e dei capi), ed ad una sempre crescente<br />
concentrazione aziendale che hanno portato<br />
ad un calo costante del numero di capi<br />
(-38%). La stessa quantità di latte prodotta<br />
nel 1984, oggi è prodotta da meno della metà<br />
delle aziende (45%) con una notevole riduzione<br />
in termini di costi ed una crescente<br />
professionalizzazione del settore.<br />
Al momento della liberalizzazione delle<br />
produzioni, il delicato equilibrio che regolava<br />
il settore emergeva dai dati pubblicati da<br />
Eurostat. Il fabbisogno interno del settore<br />
era totalmente soddisfatto dalla produzione<br />
interna con 164,8 milioni di tonnellate<br />
prodotte e 165,3 di tonnellate consumate. Di<br />
queste, 152 erano utilizzate dalla fase di trasformazione<br />
(considerando anche la raccolta<br />
e produzione di latte fresco) e 13,4 reimpiegate<br />
dalle stesse aziende. L’export fuori UE<br />
incideva soltanto per lo 0,4%. Con una tale<br />
situazione, l’aumento dei volumi prodotti<br />
senza l’appoggio di una domanda in crescita,<br />
non poteva che causare un calo netto delle<br />
quotazioni.<br />
A settembre 2015, quando ormai la crisi era<br />
conclamata e il prezzo era sceso ben sotto i<br />
30 centesimi, la Commissione Europea ha<br />
varato un primo pacchetto di misure per<br />
sostenere le aziende in crisi e riequilibrare<br />
il mercato. Non solo il settore lattiero ma<br />
l’intero settore agricolo è stato oggetto di intervento,<br />
colpito nel suo insieme dalle continue<br />
oscillazioni dei mercati, da una carenza<br />
strutturale nell’affrontare le emergenze e<br />
dalle diverse crisi geopolitiche in alcune aree<br />
molto rilevanti per la nostra agricoltura. In<br />
questo primo pacchetto, oltre ad aiuti agli<br />
Stati Membri da destinare ai settori in difficoltà<br />
si ammetteva, tra le altre cose, l’ammasso<br />
privato di latte in polvere e di formaggio.<br />
A questo si sono poi succeduti altri due<br />
pacchetti, a marzo e a luglio del 2016, in cui<br />
si prevedeva, in casi di emergenza, la possibilità<br />
di autoriduzione della produzione.<br />
Anche in questo settore vi sono realtà che<br />
sono riuscite a limitare le conseguenze più<br />
negative della crisi. E’ il caso delle tre grandi<br />
DOP nazionali: il Parmigiano Reggiano, il<br />
Grana Padano e il Gorgonzola.<br />
Il sistema di regolazione dell’offerta gestito<br />
dai consorzi permette una programmazione<br />
più efficiente delle produzioni e quando il<br />
prezzo cala, anche a causa di fattori esterni,<br />
il consorzio può mettere in campo alcune<br />
strategie come una politica dei prezzi più<br />
aggressiva o una diminuzione temporanea<br />
delle produzioni. Il Parmigiano Reggiano,<br />
ad esempio, dopo tre anni di aumenti produttivi,<br />
nel 2013 ha stabilizzato la crescita su<br />
livelli leggermente inferiori a quelli dell’anno<br />
precedente rimanendo poi sugli stessi livelli<br />
per altri tre anni. Il prezzo, ridottosi nel<br />
biennio 2014/15, è ripartito con netto anticipo<br />
rispetto al prezzo del latte crudo, già a<br />
fine 2015, guadagnando il 21% nel solo 2016.<br />
I primi mesi del <strong>2017</strong> hanno comunque restituito<br />
un po’ di respiro all’intero settore. La<br />
produzione mondiale tra gennaio e marzo è<br />
calata dell’1% rispetto allo stesso periodo del<br />
2016 e il prezzo medio nell’UE è in crescita<br />
del 13% circa.<br />
Figura 6 - Produzione<br />
e prezzo del latte alla<br />
stalla.<br />
Quotazioni medie annue<br />
del latte crudo alla stalla in<br />
Lombardia. Dati in migliaia<br />
di tonnellate.<br />
Fonte: Elaborazioni Ires <strong>Piemonte</strong> –<br />
Prospera su dati Clal<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
69
CONOSCERE E<br />
VALORIZZARE<br />
IL PAESAGGIO<br />
PIEMONTESE<br />
ON-LINE LA NUOVA RIVISTA DIGITALE<br />
“PAESAGGIOPIEMONTE”<br />
Paola Gastaldi<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />
Direzione Ambiente,<br />
governo e tutela<br />
del territorio<br />
Il Settore Territorio e paesaggio della Direzione<br />
Ambiente, governo e tutela del territorio<br />
si occupa, tra l’altro, di pianificazione<br />
territoriale e paesaggistica e di valorizzazione<br />
del paesaggio. In quest’ultimo campo di<br />
interesse, il principale riferimento è rappresentato<br />
dalla legge regionale n. 14 del 16 <strong>giugno</strong><br />
2008 “Norme per la valorizzazione del<br />
paesaggio” che elenca le “attività di comunicazione<br />
e di sensibilizzazione della società<br />
civile e degli operatori pubblici e privati al<br />
valore del paesaggio tra gli strumenti necessari<br />
a perseguire le proprie finalità.<br />
In questo quadro, nel febbraio del <strong>2017</strong> il<br />
Settore Territorio e paesaggio ha lanciato il<br />
primo progetto di comunicazione organico<br />
dall’approvazione della legge, ossia la rivista<br />
on-line “Paesaggio<strong>Piemonte</strong>” e l’omonima<br />
newsletter (http://paesaggiopiemonte.regione.piemonte.it).<br />
L’obiettivo primario della rivista<br />
è l’estensione della conoscenza del paesaggio<br />
piemontese non solo nei suoi aspetti<br />
di eccellenza, già oggetto di valorizzazione<br />
culturale e turistica, ma nel suo complesso,<br />
anche grazie a una trattazione non spiccatamente<br />
specialistica ma il più possibile<br />
interessante per l’intera popolazione regionale.<br />
Rispetto al sito istituzionale dedicato<br />
al territorio e al paesaggio, la nuova rivista<br />
digitale, realizzata mediante il supporto tecnico<br />
di CSI <strong>Piemonte</strong> e perfettamente fruibile<br />
anche su dispositivi portatili, contiene<br />
un’ampia prevalenza di contributi esterni<br />
e dedica attenzione anche ad avvenimenti,<br />
pubblicazioni e appuntamenti di rilievo che<br />
si svolgono sul territorio regionale nonché<br />
all’espressione diretta dell’opinione di operatori<br />
del settore e cittadini che vivono e lavorano<br />
sui paesaggi piemontesi.<br />
DEFINIRE E TUTELARE<br />
IL PAESAGGIO<br />
Il paesaggio tutto, non solo nella sua accezione<br />
esteticamente aulica, di ascendenza<br />
romantica, che lo identifica nella “bella ve-<br />
70<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
duta”, è da tempo riconosciuto come un importante<br />
fattore della qualità della vita delle<br />
popolazioni. Nella definizione della Convenzione<br />
Europea del Paesaggio (2000) è restituito<br />
questo carattere omnicomprensivo, ed<br />
è abbandonata la sola accezione positiva:<br />
“Paesaggio” designa una determinata parte di<br />
territorio, così come è percepita dalle popolazioni,<br />
il cui carattere deriva dall’azione di fattori<br />
naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. In<br />
Italia, la tutela del paesaggio è garantita dalla<br />
Costituzione stessa, che la inserisce, all’articolo<br />
9, tra i principi fondamentali dello Stato<br />
e la collega ai diritti primari dei cittadini,<br />
con una formulazione particolarmente innovativa<br />
rispetto alle elaborazioni coeve.<br />
Il primo fondamentale passo per la tutela<br />
diffusa del paesaggio, declinata non solo<br />
in termini normativi ma anche “dal basso”,<br />
risiede quindi nel riconoscimento della sua<br />
importanza, poiché è noto che, nella coscienza<br />
comune, ci si rende conto del suo valore<br />
solo una volta che esso è perduto o irrimediabilmente<br />
compromesso. Difficilmente,<br />
tuttavia, un paesaggio scompare o si degrada<br />
dall’oggi al domani: i cittadini possono e<br />
devono essere partecipi dei suoi mutamenti,<br />
che devono essere resi il più possibile noti e<br />
condivisi. Le decisioni che incidono sul paesaggio<br />
devono essere assunte con l’apporto<br />
di tutti gli attori coinvolti, a partire da chi lo<br />
abita e quotidianamente vi agisce.<br />
COMUNICARE E CONOSCERE<br />
IL PAESAGGIO<br />
Il progetto di comunicazione Paesaggio<strong>Piemonte</strong><br />
è stato quindi avviato nella consapevolezza<br />
che occorre lavorare congiuntamente<br />
su almeno due livelli: da un lato il maggiore<br />
coinvolgimento di tecnici, amministratori e<br />
soggetti aventi un ruolo attivo nella conservazione<br />
e trasformazione del paesaggio; dall’altro<br />
la sensibilizzazione diffusa della cittadinanza<br />
- con una particolare considerazione<br />
per le scuole, a partire dalle primarie - così da<br />
sottrarre i temi paesaggistici alla sola trattazione<br />
di tipo specialistico e consolidare la sua<br />
caratterizzazione quale bene comune.<br />
In quest’ottica, i paesaggi agrari rappresentano<br />
un terreno di studio e di interesse privilegiato,<br />
nonché spesso esempi virtuosi di valorizzazione<br />
attiva. Il recente inserimento dei<br />
paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato<br />
tra i Patrimoni dell’Umanità UNE-<br />
SCO, unitamente alla modalità partecipata<br />
e condivisa con cui questo traguardo è stato<br />
raggiunto, ha infatti dimostrato come paesaggi<br />
che appartengono all’esperienza quotidiana<br />
di vita e di lavoro per molti cittadini<br />
e agricoltori piemontesi, se opportunamente<br />
preservati e gestiti, possono ottenere riconoscimenti<br />
paragonabili a quelli caratterizzati<br />
da emergenze monumentali o naturali.<br />
I paesaggi agrari<br />
rappresentano<br />
un terreno<br />
di studio e<br />
di interesse<br />
privilegiato<br />
PER CONSULTARE LA RIVI-<br />
STA ON-LINE “PAESAGGIO<br />
PIEMONTE” E ISCRIVERSI<br />
ALLA NEWSLETTER:<br />
http://paesaggiopiemonte.<br />
regione.piemonte.it<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
NOTIZIARIO<br />
Siglato l’accordo per una corretta utilizzazione<br />
della baraggia biellese<br />
Il territorio naturale conosciuto come baraggia si distende come una fitta brughiera caratterizzata<br />
da felci aquiline e brugo, alternata a vaste distese di prateria e querce solitarie ed è posizionata su un<br />
altopiano, offrendo splendidi scenari che mutano nei colori con il mutare delle stagioni.<br />
Il Baraggione che si estende fra Candelo, Massazza, Benna e Cossato è quello più vasto e conosciuto e<br />
costituisce un’insostituibile area di sosta e di approvvigionamento<br />
per le greggi che nel periodo primaverile si muovono<br />
verso le aree di monticazione ed in quello autunnale ritornano<br />
ai luoghi di svernamento, nonché una preziosa fonte di<br />
alimentazione per le mandrie allevate nelle cascine limitrofe.<br />
L’importanza di mantenere tale utilizzazione e l’opportunità<br />
di proseguire nella politica di convivenza tra le attività militari<br />
del Poligono di addestramento militare presente in loco<br />
ed enti e comunità territoriali ha portato alla sottoscrizione<br />
di un accordo per la coesistenza delle attività, siglato tra il<br />
Ministero della Difesa e l’Ente Gestore Delle Aree Protette del<br />
Ticino e del Lago Maggiore, di concerto con l’Agenzia del<br />
Demanio.<br />
L’Assessorato Agricoltura della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> si compiace<br />
del risultato ed evidenzia il valore del percorso intrapreso<br />
che trova nella forte volontà di collaborazione tra amministratori<br />
del bene pubblico la soluzione ad un bisogno<br />
antico e non sostituibile di legame tra le attività dell’uomo<br />
e le risorse naturali.<br />
Acque di cantina:<br />
un’opportunità che non tutti conoscono<br />
Le acque reflue di cantina, ossia derivanti dal lavaggio di impianti e attrezzature utilizzati per la vinificazione,<br />
possono essere utilizzate a fini agronomici o per la veicolazione dei prodotti fitosanitari con<br />
alcuni vantaggi per l’azienda agricola:<br />
• risparmio idrico<br />
• sostenibilità ambientale<br />
• risparmio economico<br />
Le aziende vitivinicole ed enologiche che intendono avvalersi di tale opportunita, prevista dal regolamento<br />
regionale 10/R/2007, devono presentare una COMUNICAZIONE SEMPLIFICATA (estremamente<br />
semplificata!) attraverso i CAA oppure in proprio alle seguenti condizioni:<br />
• essere iscritti all’anagrafe agricola del <strong>Piemonte</strong> ed aver aggiornato i propri dati<br />
• essere in possesso di una carta nazionale dei servizi (CNS) o della login e password, che si ottiene<br />
mediante registrazione sul portale www.sistemapiemonte.it<br />
72<br />
Agricoltura <strong>92</strong>
Presentata la ricerca storica<br />
“I giovani viticoltori dei Sorì”<br />
E’ stato presentata lunedì 10 aprile <strong>2017</strong> al Vinitaly di Verona, presso lo spazio istituzionale<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, la ricerca storica intitolata: “I giovani viticoltori dei Sorì. I vigneti storici<br />
della zona docg del Moscato d’Asti” di Lorenzo Tablino.<br />
Questa ricerca, effettuata grazie ad un contributo dell’Assessorato Agricoltura della <strong>Regione</strong><br />
<strong>Piemonte</strong> ed estesa alle tre provincie del territorio d’origine del Moscato d’Asti, ha coinvolto<br />
17 giovani viticoltori presenti nei comuni di Cossano Belbo, Camo, Castiglione Tinella, Santa<br />
Vittoria d’Alba, Strevi, Acqui, Santo Stefano Belbo, Mango e Neviglie.<br />
Ne è emerso la descrizione della particolarità di coltivare questi terreni: il termine Sorì, nella<br />
tradizione rurale, è infatti riferito ad una porzione di terreno a forte pendenza, in alcuni casi<br />
anche oltre il 40% e che porta alla necessità di terrazzare tali superfici coltivabili. La forte<br />
pendenza del terreno diventa quindi il fattore condizionante e che porta a una scarsa meccanizzazione<br />
dell’attività e alla prevalenza di lavori manuali, alla crescita del numero di ore<br />
lavorative, a rese in uva non elevate ma anche a una qualità del prodotto eccellente, data<br />
dalla felice esposizione ai raggi solari lungo l’arco della giornata e all’altitudine (350-450 mt<br />
slm di media).<br />
Il miele di bosco del monferrato e’ stato scelto<br />
dalla principale catena di supermercati svizzeri<br />
È prodotto dalla cooperativa astigiana Abello, con sede in frazione Casabianca, il miele di bosco scelto<br />
per il proprio assortimento dal Gruppo Migros, una delle aziende più grandi della Svizzera e la maggiore<br />
catena di grande distribuzione elvetica. L’offerta piemontese ha avuto la meglio su quelle dei produttori<br />
del resto d’Europa: a convincere Migros sono state in particolare le caratteristiche chimico-fisiche e<br />
organolettiche certificate del miele Abello. Il miele di bosco, conosciuto anche come “miele di melata”<br />
(sostanza zuccherina che si forma sulle parti verdi delle piante) è un particolare tipo di miele dal colore<br />
molto scuro, consistenza densa, gusto forte di caramello, elevato contenuto di sali minerali e il valore di<br />
conducibilità elettrica (dato che rivela la genuinità del miele e l’origine botanica del prodotto) più alto di<br />
tutti i mieli analoghi selezionati da Migros. Il progetto raccoglie l’approvazione dell’Assessorato all’Agricoltura<br />
della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> come risultato che dimostra una volta di più che qualità assoluta delle<br />
produzioni e radicamento sul proprio territorio sono le chiavi per un successo che, come in questo<br />
caso, soddisfa la richiesta di un cliente esigente e preparato quale il consumatore svizzero.<br />
Convegno finale del progetto<br />
“LIFE Helpsoil”<br />
Si è svolto giovedì 15 <strong>giugno</strong> il convegno finale del progetto LIFE HelpSoil dal titolo<br />
HelpSoil! Facciamo vivere i suoli per migliorare l’agricoltura di domani presso<br />
l’Auditorium Testori nella sede di <strong>Regione</strong> Lombardia a Milano. Il progetto Help-<br />
Soil, iniziato nel luglio 2013, ha visto il coinvolgimento di 20 Aziende agricole<br />
dimostrative, distribuite nelle 5 Regioni della pianura padano –veneta, allo scopo<br />
di mettere a confronto le tecniche convenzionali e le tecniche innovative dell’Agricoltura<br />
Conservativa. Il convegno finale è stata l’occasione per presentare i<br />
risultati di tali confronti ponendo attenzione ai temi valutati nel corso dei 4 anni di durata del progetto,<br />
tra cui le rese, i consumi idrici ed energetici, lo stock di carbonio organico e la biodiversità edafica. Sono<br />
state inoltre resi disponibili i prodotti finali del progetto tra cui le 20 schede descrittive di quanto accaduto<br />
e osservato nelle singole aziende e le Linee Guida per l’applicazione e la diffusione dell’Agricoltura<br />
Conservativa che illustrano le esperienze maturate nel corso del progetto.<br />
Per tutte le informazioni: www.lifehelpsoil.eu/<br />
Agricoltura <strong>92</strong><br />
73
REGIONE PIEMONTE | DIREZIONE AGRICOLTURA C.so Stati Uniti, 21 - 10128 Torino<br />
ASSESSORE<br />
Giorgio Ferrero<br />
Segreteria 011/4321680<br />
CANTINO Katia, CAPRA Cristina, DE SIMONE Amelia,<br />
FLORIANO Luciano, VALESIO Giuseppe,<br />
RICONOSCIUTO Giuseppe<br />
DIREZIONE<br />
Direttore: Gaudenzio De Paoli<br />
Segreteria 011/4321482<br />
Email: agricoltura@regione.piemonte.it<br />
PEC: agricoltura@cert.regione.piemonte.it<br />
ANICITO Francesca, BERTO Alessandra, BIANCO Roberto,<br />
CARACCIOLO Daniela, CROLLE Ludovica, DE FAZIO Rosetta,<br />
DOMINICI Claudia, FASSI Spartaco, FAVATA’ Paola, FERRERO<br />
Ezio, FERRERO Paolo, FOTIA Angela, FRASCELLA Patrizia,<br />
GUASCO Claudia, MARTINA Piera, MARTINO Marco, MAZZA<br />
Silvana, PAMPIRIO Giammarco, QUARTERO Natascia, SAVIO<br />
Cecilia, TESTA Fabrizio, TORASSO Susanna, TRAVAGLIA Daniela,<br />
TROMBETTA Laura, VALSANIA Maria, VILLANO Antonia,<br />
ZOLA Enrico<br />
SETTORE A1701A<br />
Produzioni agrarie e zootecniche<br />
Resp. di Settore Moreno Soster<br />
Segreteria 011/4324332<br />
PEC: produzioni.agricole@cert.regione.piemonte.it<br />
ANSALDI Nadia, BASSANINO Monica, BESSOLO Pierluigi,<br />
CELLINO Andrea, FALLANCA Domenica, LATINO Gianfranco,<br />
MARLIANI Rodolfo, MORATTO Martina, OTTONELLO Mara,<br />
PALMIERI Aurora, PARZANESE Emanuele, PIVA Elena, RASET-<br />
TO Paola, RIGONI Miriam, TERMINI Gianfranco, VITTONE<br />
Eugenio, VIZZANO Carmen<br />
SETTORE A1702A<br />
Conservazione e gestione della fauna<br />
selvatica e acquacoltura<br />
Resp. di Settore Paolo Balocco<br />
Segreteria 011/4321507<br />
Email: settore.cacciapesca@regione.piemonte.it<br />
APROSIO Paola, AUCIELLO Paola, CANE Silvana, CANNIZ-<br />
ZARO Alberto, GARZENA Marinella, LAVAGNO Mauro, MAR-<br />
CHETTO Sabrina, RAGNO Assunta, ZAMBRUNO Gian Paolo<br />
SETTORE A1703A<br />
Fitosanitario e servizi tecnico scientifici<br />
Resp. di Settore Pier Mauro Giachino<br />
Segreteria 011/4321473<br />
Email: piemonte.fitosanitario@regione.piemonte.it<br />
PEC: fitosanitario@cert.regione.piemonte.it<br />
BOCACCINO Giovanna (CEVA), BOSIO Giovanni, BOURLOT<br />
Giancarlo, BROCARDO Riccardo, CARISIO Loredana, CHERSI<br />
Catarina, COTRONEO Alba, CRAVERO Sergio, CRESSANO<br />
Giovanna (ALESSANDRIA), CROSETTO Mirko, DAL PASSO<br />
Maria Denis (VERCELLI), DAVI’ Danilo, DOLZAN Stefano, DI<br />
MANGO Savina, FERRO Paolo, ELIA Irene, ELIA Sabrina, FIO-<br />
RE Anna Rita, GALEOTTI Gabriella, GALLO Sergio, GIACO-<br />
METTO Emanuela, GOTTA Paola, GUARINO Barbara, GUL-<br />
LINO Clotilde, LOVISCO Carmela, LOVISETTO Mariangela,<br />
MASON Giovanna, MASSOBRIO Viola, MAZZAROTTO Elisabetta,<br />
MORONE Chiara, NATALIA Roberto (CASALE), OGLIA-<br />
RA Silvia, RAZIONALE Felicita, ROSSI Andrea, SCAVARDA Giovanni,<br />
SPANNA Federico, TANGO Rocco, VENANZIO Davide<br />
Uffici decentrati del settore fitosanitario<br />
Verzuolo<br />
via Don Orione, 37 - Tel. 0171/445750<br />
Ceva<br />
via Regina Margherita, 2 - Tel. 0174/701762<br />
Vercelli<br />
via Fratelli Ponti, 24 – Palazzo Verga - Tel. 0161/283142<br />
Casale Monferrato<br />
tr. Valenza 4 - Tel. 0142/462611<br />
SETTORE A1704A<br />
Infrastrutture, territorio rurale e<br />
calamità naturali in agricoltura<br />
Resp. di Settore Franco Antonio Olivero<br />
Segreteria 011/4321483<br />
PEC: infrastrutture@cert.regione.piemonte.it<br />
AIRAUDO Dario, ANGELETTI Alessandro, CAPPELLA Mariella,<br />
CASSINELLI Laura, COMBA Daniela, COMPAGNONE<br />
Giuseppe, FENZI Pier Giuseppe, FILA-MAURO Elena, FOLLIS<br />
Maria Teresa, GIACOBONE Ezio, LAZZARO Denis, LEGGERO<br />
Barbara, LOMBARDO Fortunata, LUCA’ Stefania, MADONIA<br />
Silvana, PELLISTRI Gabriella, POSSIEDI Emanuele, TOSIN<br />
Germano, VARETTO Luciano<br />
SETTORE A1705A<br />
Programmazione, attuazione e<br />
coordinamento dello sviluppo rurale<br />
e agricoltura sostenibile<br />
Resp. di Settore Gualtiero Freiburger<br />
Segreteria 011/4321468<br />
PEC: agricoltura@cert.regione.piemonte.it<br />
AMBROSIO Dora, ARCHIMEDE Valentina, BRUNO Wanda,<br />
CAVIGLIA Gabriella, CONSOGNO Franco, LIZZI Massimo,<br />
MARELLI Andrea, MASANTE Carlo, MICHELOTTI Daniele,<br />
PEROSINO Mario, ROMANO Maria Rosaria, SCANABISSI<br />
Giovanni, SPADETTI Chiara Margherita, TOFFETTI Francesca,<br />
VENTURELLO Irene<br />
SETTORE A1706A<br />
Servizi di sviluppo e controlli per l’agricoltura<br />
Resp. di Settore Alessandro Caprioglio<br />
Segreteria 011/4324722<br />
PEC: SSA@cert.regione.piemonte.it<br />
ACETO Paolo, ANNICCHIARICO Claudio, CIOCE Silvana,<br />
CORDOLA Piero, DE CARO Sergio, FEMIA Tiziana, GIAIERO<br />
Prisca, LAVINA Ester, PALMISANO Angela, PASTERIS Marco,<br />
RICCI Luisa, SANGUINETTI Mario, TURLETTI Alberto, VA-<br />
RETTO Giuseppina<br />
SETTORE A1707A<br />
Strutture delle imprese agricole e<br />
agroindustriali ed energia rinnovabile<br />
Resp. di Settore Fulvio Lavazza<br />
Segreteria 011/4325682-3090<br />
PEC: sistemagroindustriale@cert.regione.piemonte.it<br />
BANDA Laura, BARROERO Claudio, BERTORELLO Rosanna,<br />
BOETTI Roberto, BOLDRINO Laura, BOTTARO Silvia, CLE-<br />
RICO Massimo, FAVOT Adriano, FERRO Sonia, GAGLIANO<br />
Flavio, MORONE Maria Carla, MORTARA Guido, NIZZA Luigi,<br />
PISTILLO Silvana, SALIERNO Antonio, SATTANINO Giuseppina,<br />
VERDUCI Leandro<br />
SETTORE A1708A<br />
Valorizzazione del sistema<br />
agroalimentare e tutela della qualità<br />
Resp. di Settore Paolo Cumino<br />
Segreteria 011/4325770<br />
PEC: valorizzazione.agroalimentare@cert.regione.piemonte.it<br />
BAMBINO Grazia Maria, BOASSO Franco, CACCIAPAGLIA Cristina,<br />
CONVERTINI Stefania, GIACOMELLI Paolo, PASQUALE<br />
Barbara, PETRICIG Valentina, PETROSINO Giovanna, RUO<br />
BERCHERA Giovanna, SCARZELLO Daniela, VICENTINI Iside,<br />
VIDANO Fabrizio<br />
STRUTTURE TEMPORANEE<br />
Territorio di Alessandria-Asti<br />
Resp. Struttura Felice Lo Destro<br />
Sede di Alessandria<br />
Segreteria 0131/285111<br />
Email: agricoltura.alessandria@regione.piemonte.it<br />
Sede di Asti<br />
piazza San Martino, 11 - 14100 Asti<br />
Segreteria 0141/433511*<br />
Email: agricoltura.asti@regione.piemonte.it<br />
BAGNASCO Luigi, BALBI Claudio, BALDI Tiziana, BALDIZZONE<br />
Maria Cristina, BALLESTRASSE Giuseppe, BARISONZO Enrico<br />
Maria, BARRETTA Anna, BASANO Maria, BELLONE Giancarlo<br />
Domenico, BERGONZINI Cristina, BERTA Cesare, BERTOLI<br />
Luigi, BIANCO Bernardino, BIANCO Piero, BOGLIOLO Paolo,<br />
BONA Giorgio, BORELLO Carlo, BORGIO Marco, BORREANI<br />
Ornella, BORRELLO Francesco, CAGNO Antonella, CALDONE<br />
Giancarlo, CAPRA Rita, CASALE Ida, CASTELLAZZO Liana,<br />
CELLERINO Marco Giuseppe, CERMINARA Vincenzo, CLOVIS<br />
Bruna, COLOMBO Michela, COSTAMAGNA Pierangela, CRE-<br />
STA Andrea, CROSETTI Sergio, DAFFUNCHIO Giuseppina, DE-<br />
BERNARDIS Giuseppe, DELLA RATTA Anna, DEREGIBUS Carlo,<br />
DI FABIO Ferdinando, ERCOLI Rossana, FAVATA Maurizio,<br />
FILIPETTI Ennio Francesco, FIORETTI Daniela, GADO Daniele,<br />
GASTALDO Fabrizio, GENZONE Donatella, GIROLDO Cristina,<br />
GOBELLO Anna Maria, GRATTAROLA Giovanni, GUERCI Luigi<br />
Renato, IADANZA Daniela, IMPERIALE Piero Paolo, IVALDI<br />
Marco, IZZO Antonio, LAGO Gabriella Lucia, LAZZARINO Vilma,<br />
LAZZARO Rosa, LIOTTA Massimo, MALINVERNI Daniele,<br />
MANTOAN Marisa, MARGARA Gisella, MASOERO Carlo, MAT-<br />
TIUZZO Vittoria, MIGNONE Nuria Antonia, MINERDO Daniela,<br />
MINETTI Mauro, MOIZIO Massimo, NOVARESE Riccardo,<br />
PALADINI Francesco, PASQUARIELLO Giuseppe, PENSABENE<br />
Giovanni, PERNIGOTTI Davide Felice, PESCE Emanuele, PIAZ-<br />
ZO Loretta, PIPPIONE Marco, POGGIO Francesco, PUPPIONE<br />
Margherita, QUAGLINO Rosella, RASERO Gianbeppe, RAVERA<br />
Ornella, ROBBIANO Maria Angela, ROBERTI Angiolina, SAMO-<br />
RE’ Cristina, SAPPA Diego, SARZANINI Silvia, STELLA Marinella,<br />
VECCHIO Marcello, VIGNA Rita, ZAINA Giuseppe, ZANZOTTE-<br />
RA Igor, ZILIO Claudia.<br />
Territorio di Biella-Vercelli<br />
Resp. Struttura Giovanni Gabriele Varalda<br />
Sede di Biella<br />
via Q. Sella, 12 (accesso al pubblico da p.zza Unità d’Italia) -<br />
13900 Biella<br />
Segreteria 015/8551511<br />
Email: agricoltura.biella@regione.piemonte.it<br />
Sede di Vercelli<br />
via Manzoni, 8/a - 13100 Vercelli<br />
Segreteria 0161/268722<br />
Email: agricoltura.vercelli@regione.piemonte.it<br />
BALDASSI Annamaria, BORASIO Fabrizio, BORDONARO<br />
Giovanna, CALIGARIS Sara, CARENZO Antonio, CASTEL-<br />
LANI Alberto, CASTELLETTI Gabriella, COPPO Giuseppina,<br />
DEIDDA Elisa, DEL SANTO Ennio, DI SIENA Luca, FALZETTI<br />
Giovanni, FERRAGINA Franca, FRANCESE Antonio, FRANZO<br />
Federico, GIACOBBE Costante, LIONETTI Elisa, LISSA Carla,<br />
MACHIERALDO Pierluigi, MARTINO Roberto, MASSA Maria<br />
Giuliana, MONDINO Gianluca, MORO Stefano, MORTARINO<br />
Jenny, ODISIO Irene, RAVIGLIONE Stefano, SAVIOLO Gianni,<br />
TIBALDI Raffaella, TOGNONI Radames, TONA Claudio, TOSI<br />
Monica<br />
Territorio di Cuneo<br />
Resp. Struttura Paolo Balocco<br />
corso De Gasperi, 40 - 12100 Cuneo<br />
Segreteria 0171/319376<br />
Email: agricoltura.cuneo@regione.piemonte.it<br />
ADAMO Dario, ANSALDI Ezio, ARESE Elena, ARMANDO<br />
Daniela, ARMANDO Mauro, BARBERO Luca, BELCORE Walter,<br />
BODRERO Clara, BOGETTI Claudia, BONA Maria Carla,<br />
BONELLI Ivana, BORDINO Stefano, BRUNA Guido, BRUNO<br />
Gianluca, CALCAGNO Andrea, CAMBIANO Giuseppe, CANA-<br />
LE Giovanna, CARENA Alberto, CARLIN Gianni, CLERICO<br />
Piera, COMETTO Marina, CORTE Tatiana, COSTA Valerio,<br />
CRAVERI Paolo Livio, DADONE Mario Luigi, DESCO Luigi,<br />
FERRARI Paolo, FERRERO Gianfranco, FIORINA Pierguido,<br />
GABUTTI Renato, GHIGLIA Giuliano, GIORDANO Gentile,<br />
GIORDANO Rosanna, GREGORIO Erika, GULLINO Marco,<br />
LAVINA Annunziata, MACCARIO Raffaela, MAFFIOTTI Monica,<br />
MAGNETTO Maurizio, MARTINO Enrica, MEINERI<br />
Enrico, MODENA Germano, OLIVERO Gemma, PANI Laura,<br />
PASQUERO Mariagrazia, PEANO Anna Maria, PERACCHIA Angela,<br />
PROSPERI Fabrizio, PUNZI Claudia, RUFFINO Giampiero,<br />
SARTORIO Caterina, SCARZELLA Elena, TESIO Domenico,<br />
VEGLIA Carla, VERNETTI Marco, VIALE Gianpaolo, VIBERTI<br />
Franco, VIGNOLO Luigi, VINOTTO Walter<br />
Territorio di Novara-Verbano-Cusio Ossola<br />
Resp. Struttura Mario Ventrella<br />
Sede di Novara<br />
corso Cavallotti 31 - 28100 Novara<br />
Segreteria 0321/378551*<br />
Email: agricoltura.novara@regione.piemonte.it<br />
Sede di Verbania<br />
via Dell’Industria, 25 - 28<strong>92</strong>4 Verbania<br />
Segreteria 0323/589678<br />
Email: agricoltura.vco@regione.piemonte.it<br />
Sede di Domodossola<br />
via Romita, 13 bis - 28845 Domodossola<br />
Segreteria 0324/226805<br />
AGNES Andrea, AMBIEL Veronica, ARLONE Roberto, BALZA-<br />
NELLI Sergio, BATTAGLIA Ida Maria Antoniette, BELLOMO Anna<br />
Maria, BERRA Michela, BOLOGNINO Franco, CANNA Daniele,<br />
CARETTI Alessandro, CAVALLO Monica, GUGLIELMETTI Sara,<br />
LANFRANCHI Simona, MAGNANI Enrica, MARCELLINO Marco,<br />
MARTELLETTI Sonia, MESSINA Angelo, MONTE Annunziata,<br />
MORGANTI Daniela, PALTANI Giuseppe, PANIGONI Stefano,<br />
PANZIERA Marilena, PIALORSI Chiara, PILI Enzo Gianni, RIPEL-<br />
LINO Luca, RODEGHIERO Henri, SAVOJA Anna Maria, VEN-<br />
TRELLA, ZAFFINETTI Paola<br />
Territorio della Città metropolitana di Torino<br />
Resp. Struttura Vittorio Bosser Peverelli<br />
corso Inghilterra, 7/9 - 10138 Torino<br />
Segreteria 011/8616370*<br />
Email: agricoltura.torino@regione.piemonte.it<br />
ALBRY Lorenzo, ANTONIETTO Monica, BARAVALLO Andrea,<br />
BERNARD Gianni, BERTA Anna, BERTON Davide Pietro, BIAN-<br />
CO Cristina Giovanna, BONINO Vittorio, BORGHINO Roberto,<br />
CAROFANO Miria, CAVAGLIA’ Carla, CAVALLO Luca, CAVEL-<br />
LINI Carlo Ernesto, CONTE Gian Piero, COSENZA Maria Letizia,<br />
CURTOLI Manuele, D’AGNANO Anna Maria, DAL FIUME<br />
Daniele, DELLA CROCE Fabrizio, DOMENIGHINI Flavia, ER-<br />
COLINI Guido Giulio, FALCHERO Giovanni, FENU Pierfranco,<br />
FOGLI Rosita, GIULIANO Silvia, GOIA Claudio, GRAMAZIO<br />
Angela, LEPERA Pasqualina, LEVO Thomas, MEDICEO Silvana,<br />
MINERVA Angela Maria, ODDI Mauro, PACE Sabrina,<br />
PERADOTTO Michele, PLAZZA Luca, PRESSENDA Raffaella,<br />
RADICE Ivan, REALE Maria Immacolata, ROLANDO Andrea,<br />
ROLANDO Paolo Giuseppe, RONCHAIL Marina, ROSCIO Simona,<br />
SALVATI Marcello, SCAVARDA Piercarlo, SCOTTI Piero<br />
Francesco, SIGNORI Igli, SINA Daniele, SUMMA Marilena,<br />
TENANI Patrizia, TOFFANO Alessandro, TURCHI Annalisa,<br />
VIGLIOCCO Ezio Antonio, VINCENZI Carlo<br />
* numeri provvisori - Alcuni riferimenti potranno cambiare<br />
nelle prossime settimane.
Quaderni della <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />
AGRICOLTURA <strong>92</strong><br />
Organo istituzionale di informazione della<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> - Direzione Agricoltura<br />
Iscrizione registro Sicid 3<strong>92</strong>4/<strong>2017</strong> n. 24/<strong>2017</strong> -<br />
06/04/<strong>2017</strong> - registro stampa (già n. 4184)<br />
Spedizione in abbonamento postale<br />
PT/Magazine NA'Z/205/2008<br />
Attiv i tà di informazione realizzata nell'ambito<br />
del piano di comunicazione del Programma di<br />
sviluppo rurale 2014-2020.<br />
Redazione: <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />
corso Stati Uniti, 21 - 10128 Torino<br />
Tel. 011/432-4722 - Fax 011/537726<br />
e-mail: quaderni.agricoltura@regione.piemonte.it<br />
Direttore Responsabile: Valentina Archimede<br />
In redazione: Andrea Marelli<br />
Segreteria: Ester Lavina<br />
Grafica e impaginazione: Carism srl<br />
Stampa: Tipografia Sasso S.r.l.<br />
Tirat u ra: 70.000 copie<br />
Questo numero è stato chiuso il 19/o6/<strong>2017</strong><br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
Per i testi: Stefano Aimone, Nicoletta Alliani, Elena<br />
Anselrnetti, Simona Avagnina, Annamaria Baldassi,<br />
Monica Bassanino, Franco Boasso, Giancarlo<br />
Bourlot, Roberto Cagliero, Paolo Caligaris, Stefano<br />
Cavaletto, Patrizia Clemente, Alba Cotroneo, Paolo<br />
Cumino, Stefano Dolzan, Paolo Ferrero, Rossella<br />
Foriero, Gualtiero Freiburger, Paola Gastaldi, Fabio<br />
Giannetti, Tiziana La Iacona, Carlo Masante, Viola<br />
Massobrio, Veruschka Piras, Alessandra Quaglia,<br />
Maria Rosaria Romano, Giovanni Scanabissi, Daniela<br />
Scarzello, Federico Spanna, Nicoletta Torchio,<br />
Alberto Turletti, Irene Verzellino<br />
Per le immagi,ni: Archivio <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>, Az.<br />
Ag. Una Garlanda - Rovasenda (VC), Giovanni<br />
Boccafogli, Thinkstock<br />
Contatti<br />
Web Direzione Agricoltura:<br />
www.regione.piemonte.it/agri/<br />
Web rivista "Agricoltura":<br />
www.regione.piemonte.it/agri/quademi/cms<br />
E-mail:<br />
infoagricoltura@regione.piemonte.it<br />
quademi.agricoltura@regione.piemonte.it<br />
Newsletter "Agricoltura news":<br />
www.regione.piemonte.it/agri/<br />
comunicazione/newsletter/index...mailUp.<br />
htm<br />
Contact center: 800/333444<br />
Agricoltura è prodotta rispettando l'ambiente.<br />
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www.fsc.org<br />
MISTO<br />
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in maniera responsabile<br />
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