5° Quadernetto Poetico - OrnitOnirica
“SiFaPerFarBenEdizioni”, improbabile casa editrice frutto della fantasia contorta di Roberto Marzano, presenta il 5° Quadernetto Poetico a tema “OrnitOnirica – Voli Pindarici, sogni e visioni”, opere ispirate a voli fantastici nell’irrealtà, dove il sogno prende sopravvento sulla vita in visioni surreali, deformando i sensi e il tempo. Sconfinamenti nell’assurdo, nel fuori dal comune, nell’illogico, dove l’inconscio viene galla in sorprendenti miraggi, fantasie erotiche, viaggi immaginari... “SiFaPerFarBenEdizioni”, improbabile casa editrice frutto della fantasia contorta di Roberto Marzano, presenta il 5° Quadernetto Poetico a tema “OrnitOnirica – Voli Pindarici, sogni e visioni”, opere ispirate a voli fantastici nell’irrealtà, dove il sogno prende sopravvento sulla vita in visioni surreali, deformando i sensi e il tempo. Sconfinamenti nell’assurdo, nel fuori dal comune, nell’illogico, dove l’inconscio viene galla in sorprendenti miraggi, fantasie erotiche, viaggi immaginari...
No, è la mia immaginazione, di sicuro ologrammi talmente perfetti che se non fosse per l'ombra che si dirama dai piedi direi quasi che piovano autobus o persone in frantumi grissini, borsette, bibbie, mandarini, cuori spezzati. Non devo dare retta alle mie percezioni ormai ho imparato a tirare diritto, a far finta di niente e serenamente sono convinto che non possa non essere vero che Biancaneve e i Sette Nani si siano installati in casa mia e dormano tutti assieme, è così, e così sia se combinano incontri furtivi tra le lenzuola facendo cigolare il grande lettone a tutte le ore... Fatto sta, che avendo bisogno di calze per delicatezza busso alla porta della mia stanza Brontolo in persona, completamente nudo viene ad aprirmi impugnando un'accetta che in un sol colpo mi taglia di netto la testa! Non c'è problema, so bene che è solo un'allucinazione non ho neppure accennato a una difesa tra poco mi rialzerò e andrò al comò a prendere le calze di cotone celeste come se nulla fosse successo... Ci vorrà forse un po'... forse un'ora? magari un giorno? o forse di più ancora? Ma continuo a vedere il mio corpo disteso in un brodo di sangue con ancora il gesto del pugno che bussa discreto... Bhò? Può darsi che sia morto davvero o forse che non sia neanche mai nato? Comunque aspetterò fiducioso e paziente la fine di quest'altra atroce visione così questa volta il Dottore non avrà proprio nulla da rimproverarmi!
GARGARISMI DUODENALI SCIMMIE A PARIGI Gargarismi duodenali danno coda appena un po' a singulti spenti allontanati dalla stanza a sfera dove l'elefantiasi dilaga, lenta lungo le processioni indifferenti al virtuosismo lidio in mi bemolle e al tornaconto di aspidi supine alle barbe dei profeti dilaniati ai piedi dell'altar del nulla estremo come iraconde teste di carciofo abbondano di curve ai colli tesi a un bacio con lo schiocco che zittisce di merli rosa la sala piena a tappo affissi alla bacheca colma di stronzate irrise a grande voce dal villico che gratta il suo irsuto culo come il mulo fa sul melo indifferente a sguardi di svelte donzellette che su dalla campagna vengon canticchiando… FRAGOLE INATTESE L’aspro sentiero mi conduce incerto al prato delle fragole inattese cresciute a malavoglia troppo in fretta porto con me ciò che non mi duole. Pretese non ne ho, ma ho paura stretta la corda al collo annichilisce suole incatramate prendono fuoco l’aura infernale lì per lì mi avvolge m’esce dal capo un vago fil di fumo poco più di un alito di vento indulge un po’ sui lunghi miei capelli bramo carezze, cara, oppure baci sento che il volo sta partendo adesso folli d’amore ci abbagliano le lucciole taci, mia gioia, ormai non c’è rimedio… Piovono addosso le scimmie a Parigi lampi di pelo fioccano dai tigli figli sepolti a metà nel cemento batton la fiacca sotto i lampioni le labbra gonfie di baci mai avuti bruciano d’arsura e lontananza fredda la stanza a Place de la Bastille che già da un po’ è presa, per il culo. LA PRESA DELLA PASTIGLIA In attesa della metro alla fermata d'uomo tutto d'un pezzo di ricambio d'aria di non averci capito un bel niente da dichiarare la mia estraneità ai fatti una canna da pesca sciroppata la conferenza dei servizi igienici chiusi per lavaggio del cervello fritto in olio extra vergine Maria proteggi i miei figli della lupara bianca neve e i sette vizi capitali investiti da una valanga di stronza-te e tutti i tuoi “cari amici vicini e lontani, buonasera!” E se poi dicevi tanto per dire, fare, lettera d'amore senza fine della corsa coi sacchi di cemento a presa della pastiglia dei freni inibitori del sistema para “simpatico il tuo amico” degli “amici miei” prodi all'attacco della Sinfonia patetica la tua figura di riferimento puramente casuale coincidenza con il diretto da Zubin Mehta obbligatoria per chi mi ama mi segua subito quell'auto scatto alla “risposta esatta! Allegria, allegria!”
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GARGARISMI DUODENALI<br />
SCIMMIE A PARIGI<br />
Gargarismi duodenali danno coda<br />
appena un po' a singulti spenti<br />
allontanati dalla stanza a sfera<br />
dove l'elefantiasi dilaga, lenta<br />
lungo le processioni indifferenti<br />
al virtuosismo lidio in mi bemolle<br />
e al tornaconto di aspidi supine<br />
alle barbe dei profeti dilaniati<br />
ai piedi dell'altar del nulla estremo<br />
come iraconde teste di carciofo<br />
abbondano di curve ai colli tesi<br />
a un bacio con lo schiocco che zittisce<br />
di merli rosa la sala piena a tappo<br />
affissi alla bacheca colma di stronzate<br />
irrise a grande voce dal villico che gratta<br />
il suo irsuto culo come il mulo fa sul melo<br />
indifferente a sguardi di svelte donzellette<br />
che su dalla campagna vengon canticchiando…<br />
FRAGOLE INATTESE<br />
L’aspro sentiero mi conduce incerto<br />
al prato delle fragole inattese<br />
cresciute a malavoglia troppo in fretta<br />
porto con me ciò che non mi duole.<br />
Pretese non ne ho, ma ho paura<br />
stretta la corda al collo annichilisce<br />
suole incatramate prendono fuoco<br />
l’aura infernale lì per lì mi avvolge<br />
m’esce dal capo un vago fil di fumo<br />
poco più di un alito di vento<br />
indulge un po’ sui lunghi miei capelli<br />
bramo carezze, cara, oppure baci<br />
sento che il volo sta partendo adesso<br />
folli d’amore ci abbagliano le lucciole<br />
taci, mia gioia, ormai non c’è rimedio…<br />
Piovono addosso le scimmie a Parigi<br />
lampi di pelo fioccano dai tigli<br />
figli sepolti a metà nel cemento<br />
batton la fiacca sotto i lampioni<br />
le labbra gonfie di baci mai avuti<br />
bruciano d’arsura e lontananza<br />
fredda la stanza a Place de la Bastille<br />
che già da un po’ è presa, per il culo.<br />
LA PRESA DELLA PASTIGLIA<br />
In attesa della metro alla fermata d'uomo<br />
tutto d'un pezzo di ricambio d'aria<br />
di non averci capito un bel niente<br />
da dichiarare la mia estraneità ai<br />
fatti una canna da pesca sciroppata<br />
la conferenza dei servizi igienici chiusi<br />
per lavaggio del cervello fritto in olio extra<br />
vergine Maria proteggi i miei figli della lupara<br />
bianca neve e i sette vizi capitali investiti<br />
da una valanga di stronza-te e tutti i tuoi<br />
“cari amici vicini e lontani, buonasera!”<br />
E se poi dicevi tanto per dire, fare, lettera<br />
d'amore senza fine della corsa coi sacchi<br />
di cemento a presa della pastiglia dei freni<br />
inibitori del sistema para “simpatico il tuo amico”<br />
degli “amici miei” prodi all'attacco della Sinfonia<br />
patetica la tua figura di riferimento<br />
puramente casuale coincidenza con il diretto<br />
da Zubin Mehta obbligatoria per chi<br />
mi ama mi segua subito quell'auto scatto<br />
alla “risposta esatta! Allegria, allegria!”