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5° Quadernetto Poetico - OrnitOnirica

“SiFaPerFarBenEdizioni”, improbabile casa editrice frutto della fantasia contorta di Roberto Marzano, presenta il 5° Quadernetto Poetico a tema “OrnitOnirica – Voli Pindarici, sogni e visioni”, opere ispirate a voli fantastici nell’irrealtà, dove il sogno prende sopravvento sulla vita in visioni surreali, deformando i sensi e il tempo. Sconfinamenti nell’assurdo, nel fuori dal comune, nell’illogico, dove l’inconscio viene galla in sorprendenti miraggi, fantasie erotiche, viaggi immaginari...

“SiFaPerFarBenEdizioni”, improbabile casa editrice frutto della fantasia contorta di Roberto Marzano, presenta il 5° Quadernetto Poetico a tema “OrnitOnirica – Voli Pindarici, sogni e visioni”, opere ispirate a voli fantastici nell’irrealtà, dove il sogno prende sopravvento sulla vita in visioni surreali, deformando i sensi e il tempo. Sconfinamenti nell’assurdo, nel fuori dal comune, nell’illogico, dove l’inconscio viene galla in sorprendenti miraggi, fantasie erotiche, viaggi immaginari...

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Sogno<br />

cumuli<br />

d'immondizia<br />

tra ammassi d'incertezza<br />

detriti di paura vissuta<br />

superata<br />

Sogno d'aria deturpata<br />

amputata nella gola<br />

un'apnea<br />

non desiderata<br />

Sogno<br />

lo sporco che riemerge<br />

dal cuore<br />

riluttante<br />

risale<br />

non demorde<br />

sputa la vernice<br />

dalla parete<br />

del torace<br />

sanguina e non muore<br />

Sogno<br />

e m'imbratto<br />

di tutto distrutto<br />

scrosto il sudicio<br />

dall'occhio<br />

distratta<br />

Sogno<br />

e crollo nel letto<br />

aspettando che sia giorno<br />

che sia di nuovo<br />

che sia vero<br />

questo sogno mezzo morto<br />

sempre<br />

troppo sveglio<br />

per dimenticarlo<br />

troppo vivo<br />

per ammazzarlo<br />

Sogno<br />

che non so smettere<br />

di farlo<br />

Da “La musa di me stessa”<br />

- La Signoria Editore -<br />

Troverò il coraggio<br />

lo ruberò<br />

magari<br />

ad un compagno di viaggio<br />

distratto, dal panorama<br />

da una buca<br />

o un inutile logica<br />

L'impalcatura dei miei sogni<br />

la costruirò<br />

come sempre per la strada<br />

arrangiandomi<br />

inventerò qualcosa<br />

Sentirò l'affanno<br />

alla fine del viaggio<br />

ma il mio respiro<br />

sarà gas esilarante<br />

Sarò una sorpresa<br />

stravagante<br />

qualcosa che emoziona<br />

non voi<br />

ne nessun' altro<br />

Sorprenderò me stessa<br />

senza volerlo<br />

Non importa<br />

se il mio viso diventerà rosso<br />

ballerò più che posso<br />

in questo mondo<br />

tutto da improvvisare<br />

saprò come sempre<br />

osare<br />

di fare ancora una brutta figura<br />

senza chiedere nemmeno scusa<br />

E non ho paura<br />

ne dubbi<br />

e nessuna domanda<br />

ho solo una certezza<br />

"Se posso riflettere<br />

saprò brillare<br />

per qualche strana ragione"<br />

Anch'io come milioni di persone<br />

Da “La musa di me stessa”<br />

- La Signoria Editore -<br />

I ricordi<br />

agitati e chiassosi<br />

mi tagliano la strada<br />

sempre e comunque<br />

senza uscita<br />

qui<br />

dove non si impara<br />

dalla vita<br />

quand’è più urgente<br />

viverla<br />

che impararla<br />

mi costringo<br />

a farmela piacere<br />

ma non riesco ad amarla<br />

ed è una tregua tenue<br />

una pace troppo<br />

veloce<br />

per chi come me<br />

ha il cuore debole<br />

ma capace<br />

di debellare ogni tempesta<br />

e restare<br />

aggrappato tra i rami<br />

insieme alle foglie<br />

che stanno per cadere<br />

e in quel goffo roteare<br />

la sua eleganza si fa notare<br />

improvvisando una danza<br />

per non farsi male<br />

quando a terra sa che dovrà cadere<br />

e ignaro lo troverà<br />

dopo averlo calpestato<br />

qualche viandante<br />

che lo leccherà<br />

prima di ripartire per il suo viaggio<br />

che per lui sono solo<br />

una sosta nel suo passaggio<br />

e perché per l’amore vero<br />

ci vuole troppo<br />

-troppo coraggio-<br />

Da “Versi di un autunno precario”<br />

Avevo perso la strada quella notte, il conto delle botte e delle bottiglie vuote, scolate sul precipizio, riflettendo sulle<br />

pozzanghere sangue e infinito, vivevo dell'inconsistenza momentanea della tua lingua, intraducibile, se non in orgasmi<br />

multipli. L'amore cammina sui binari morti d'un treno che parte ad ogni ora ma che non arriva mai. Solo la lontananza<br />

razionalizza il sogno, l'umano distacco dal mondo, l' evasione e la latitanza dell'io, sono materia sconosciuta, resto<br />

ferma ad aspettare, piuttosto che dimenticare, mentre fumo il tuo stesso cielo, mi illudo che nel tuo mondo io possa<br />

esistere davvero. Il silenzio divide l'amore in parti uguali e consacra paranoie, intanto un orgasmo ormai stanco,<br />

s'ammala ancora dello stesso cancro e divora quel che resta, come solo l'amore sa fare, salgo sul primo treno deragliato<br />

per cambiare strada, ma le ferrovie dello stato tranquillizzano e a me cresce il panico, arrivare dove non avrei mai<br />

voluto, scoprire l'anima celata da evitare, innamorarmi delle sue ferite e ricamarci un sogno, Le ferrovie dello stato<br />

raccomandano di non scendere dai treni quando la vettura è ancora in corsa, ma non ti mettono mai in guardia dagli<br />

attentati al cuore. Dicono che la prossima stazione sia migliore, io spero sia solo amore<br />

Da “La musa di me stessa”- La Signoria Editore

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