5° Quadernetto Poetico - OrnitOnirica
“SiFaPerFarBenEdizioni”, improbabile casa editrice frutto della fantasia contorta di Roberto Marzano, presenta il 5° Quadernetto Poetico a tema “OrnitOnirica – Voli Pindarici, sogni e visioni”, opere ispirate a voli fantastici nell’irrealtà, dove il sogno prende sopravvento sulla vita in visioni surreali, deformando i sensi e il tempo. Sconfinamenti nell’assurdo, nel fuori dal comune, nell’illogico, dove l’inconscio viene galla in sorprendenti miraggi, fantasie erotiche, viaggi immaginari... “SiFaPerFarBenEdizioni”, improbabile casa editrice frutto della fantasia contorta di Roberto Marzano, presenta il 5° Quadernetto Poetico a tema “OrnitOnirica – Voli Pindarici, sogni e visioni”, opere ispirate a voli fantastici nell’irrealtà, dove il sogno prende sopravvento sulla vita in visioni surreali, deformando i sensi e il tempo. Sconfinamenti nell’assurdo, nel fuori dal comune, nell’illogico, dove l’inconscio viene galla in sorprendenti miraggi, fantasie erotiche, viaggi immaginari...
SIAMO TUTTI IN BILICO Siamo tutti in bilico se, contraddicendoci fra certezze fragili, disperati aneliti, giorni ipocondriaci, assorbiamo farmaci. Siamo tutti un fremito: ci sentiamo despoti come dei coriandoli che con tempi blblici e orologi inutili sono solo estetici, Tutti quanti in bilico persi nel satellite e l’imago è nitida, un tantino asettica: come dentro un eremo, solo pane ed estasi Stanno narrando senza direzione baci di dama e baci con la lingua e torturando tutti i sentimenti a goccia a goccia tutto viene giù: siamo tutti in bilico Siamo tutti in bilico, come le carotidi fra gli infarti a piovere (dogmi aristotelici che su Monteceneri se ne vanno in orbita) Siamo tutti polvere, mentre torna a piovere la certezza inutile del trionfo facile tifo eczemi fetidi, spero la catastrofe Tutti quanti astenici da restare in bilico né scavare ipotesi da condurre un brivido arrotando gli angoli, forse quelli piccoli Intercettando ciò che non si pensa sento canzoni lente e ridondanti che si compiacciono nell’irreale e lentamente il tempo se ne va: siamo tutti in bilico QUANTE PERSONE SONO Quando ti guarda l’abisso rispecchi gli spicchi di cielo e non basta il cielo non basta la luna dentro quadrata, nemmeno quella che sta tramontando. Non serve nulla di quello che speri. Ti specchi a squarciare il velo e t’attira l’inverso di questo abisso: la mira prendi e spari al di là di ciò che è giusto di ciò che è sbagliato. Ma tu non sbagli sei tu che urli che piangi il dolore acerrimo come il tuo volto immobile. Non sai a che punto si trovi il sentire. È urlare da bestie la bestia dentro che cova e diventi mille te stesso: quello che tiene la faccia perbene quello che soffre l’inverno più ghiaccio quello che parla parole a nodi quello incupito nel proprio silenzio quello bambino che gioca per sempre e il vecchio e saggio con la barba bianca. Li alterni e gestisci ma dopo esplode e stai cento mesi inseguendo il dove il quando il perché inseguendo soltanto il sangue che hai sparpagliato nel vento e poi ti risvegli. È un elettroshock. È tutto mutato, terremotato. Mi chiedevi quante persone sono. Io so chi non sono: quello violento perché l’istrionismo il mio male acuto m’induce a firmare col sangue a fiotti tutti i delitti che compio. Non sono neanche capace a schiacciare formiche. Luca Valerio nasce a Genova nel 1967, il 5 maggio. Laureato in Filologia italiana e insegnante di Lettere al liceo. Sue raccolte sono apparse in varie antologie e in un flip book nel 2004. La sua poesia si incentra sulla ricerca dell’io e si basa sulla riscoperta della metrica. E’ da poco uscito “Calma” da “Editrice Zona Contemporanea”.
DavidE CoRteSe Tutto ciò di cui posso riempire il mondo danza senza forma dentro le ossa di vecchi sogni sepolti, sull’erba cresciuta dentro ai cuori di antichi amanti. Sulla terra che ha sepolto sogni e amori si muove la danza senza suono, senza tempo, di ciò che io posso estrarre dal mio petto per incantare il mondo e fargli parlare la mia voce. La danza delirante di una silente inquietudine. Vite brucianti salutano in volute di fumo il mio corpo stremato dalla giovinezza, spaventato dalla bellezza, eccitato dalla luce. E posso a fiotti generare popoli che danzino dentro bolle di sapone e si dissolvano gridando mute verità che tremano, come incubi d’inverno. Posso a fiotti disegnare fiumi che scorrono e che puoi toccare con le dita, bagnandole di colori setati e cangianti. Posso far librare nel cielo memorie come farfalle, e storie come falchi, dolori come corvi. E posso far fiorire sorrisi sulle tue mani, e sangue tra le nuvole, nella musica triste di un’alba audace e bianca. Ciò che si muove in me è così vivo e morto che mi fa paura, e mi commuove, e mi addolora. Perché ho un fiore che a nessuno potrò far vedere se non lo vorrà, e ho un paese in cui nessuno potrò condurre, se non lo vorrà. E fiori e paesi e stelle mi esplodono dentro, mai esistiti ed esistenti, struggentemente vivi e mai visti. E mi duole il sogno. E mi lacera. E si lacera perché si muove come un passero (disegno di davide cortese)
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DavidE CoRteSe<br />
Tutto ciò di cui posso riempire il mondo<br />
danza senza forma dentro le ossa di vecchi sogni sepolti,<br />
sull’erba cresciuta dentro ai cuori di antichi amanti.<br />
Sulla terra che ha sepolto sogni e amori<br />
si muove la danza senza suono, senza tempo,<br />
di ciò che io posso estrarre dal mio petto<br />
per incantare il mondo e fargli parlare la mia voce.<br />
La danza delirante di una silente inquietudine.<br />
Vite brucianti salutano in volute di fumo<br />
il mio corpo stremato dalla giovinezza,<br />
spaventato dalla bellezza,<br />
eccitato dalla luce.<br />
E posso a fiotti generare popoli che danzino dentro bolle di sapone<br />
e si dissolvano gridando mute verità che tremano,<br />
come incubi d’inverno.<br />
Posso a fiotti disegnare fiumi che scorrono<br />
e che puoi toccare con le dita, bagnandole di colori setati e cangianti.<br />
Posso far librare nel cielo memorie come farfalle,<br />
e storie come falchi, dolori come corvi.<br />
E posso far fiorire sorrisi sulle tue mani, e sangue tra le nuvole,<br />
nella musica triste di un’alba audace e bianca.<br />
Ciò che si muove in me è così vivo e morto che mi fa paura,<br />
e mi commuove, e mi addolora.<br />
Perché ho un fiore che a nessuno potrò far vedere<br />
se non lo vorrà,<br />
e ho un paese in cui nessuno potrò condurre,<br />
se non lo vorrà.<br />
E fiori e paesi e stelle<br />
mi esplodono dentro, mai esistiti ed esistenti,<br />
struggentemente vivi e mai visti.<br />
E mi duole il sogno.<br />
E mi lacera.<br />
E si lacera perché si muove come un passero<br />
(disegno di davide cortese)