Il Giornale dell'Handball - Dicembre 2017

Un prima e un dopo rilevanti nella tua vita e
nella tua carriera sono proprio rappresentati
dalla scoperta della malattia e dal percorso di
guarigione che ne è conseguito. Cosa è cambiato
in Valentina "fuoricampo"?
Come ti dicevo, io sono sempre stata molto
legata alla mia famiglia, ma la conseguenza
più grande di quello che mi è successo è che
dopo l'intervento siamo diventati un tuttuno.
Anche nella scelta di giocare a Salerno, oltre
al fatto che è stata l'unica società a darmi
davvero fiducia, una componente importante è
di certo la vicinanza a casa e alla mia famiglia.
E dentro il terreno di gioco?
In campo prima ero un mastino. Tanto grintosa
sì, ma forse anche poco attenta alla sensibilità
delle mie compagne.
Oggi in questo sono cambiata, mi sono addolcità
un po'.
Eppure in campo sei ancora una forza della
natura. Dove la prendi tutta questa energia?
È vero in campo mi trasformo, sono molto
competitiva. Per farti capire il mio atteggiamento
devo raccontarti qualcosa della mia famiglia
perchè indubbiamente è una questione
genetica. Sia il mio nonno materno che quello
paterno avevano una squadra di calcio, ed entrambi
hanno avuto 11 figli...due veri team
praticamente!
La competizione è connaturata nella mia famiglia
e anche oggi quando ci ritroviamo - e
siamo davvero tanti cugini - giochiamo in maniera
molto energica. Praticamente ogni volta
è una "guerra" dove l'unica cosa che conta è
vincere!
Vincere indoor come sulla sabbia. Perchè ami
tanto il Beach Handball?
In parte è sicuramente merito della formazione
che mi ha dato il mio primo tecnico Gigi
Toscano, in parte della grande spettacolarità
e del fatto che con la nazionale italiana sono
riuscita a togliermi già qualche bella soddisfazione
(medaglia di bronzoai Campionati Europei
del 2015 e nello stesso anno medaglia
d'oro ai Mediterranean Beach Games, ndr)...te
l'ho detto che mi piace vincere, no?
13