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syndicom rivista N 2 - Valore del lavoro e del salario

Il periodico syndicom offre informazioni dal sindacato e dalla politica: la nostra rivista fa luce sui retroscena, mette ordine e offre spazio anche per la cultura e l’intrattenimento. La rivista cura il dialogo sui social media e informa riguardo ai più importanti eventi, servizi e offerte di formazione del sindacato e di organizzazioni vicine.

Il periodico syndicom offre informazioni dal sindacato e dalla politica: la nostra rivista fa luce sui retroscena, mette ordine e offre spazio anche per la cultura e l’intrattenimento. La rivista cura il dialogo sui social media e informa riguardo ai più importanti eventi, servizi e offerte di formazione del sindacato e di organizzazioni vicine.

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<strong>syndicom</strong><br />

N. 2 Novembre–Dicembre 2017<br />

<strong>rivista</strong><br />

<strong>Valore</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>lavoro</strong><br />

e <strong>salario</strong>


Volevo guadagnare qualche minuto<br />

sul <strong>lavoro</strong> e ho perso mesi interi<br />

<strong>del</strong>la mia vita.<br />

Non trascurare la sicurezza:<br />

www.suva.ch/regole<br />

La sicurezza sul <strong>lavoro</strong> non è mai una perdita di tempo. Proteggi te stesso e i tuoi<br />

colleghi rispettando le regole vitali e, in caso di pericolo, interrompi il <strong>lavoro</strong>.


Sommario<br />

4 Team vincenti<br />

5 Brevi ma utili<br />

6 Dalla parte degli altri<br />

7 L’ospite<br />

8 Dossier: Salari<br />

16 Dalle professioni<br />

21 Nuovo contratto Sunrise<br />

22 Politica<br />

24 Diritto e diritti<br />

25 Mille parole<br />

26 Idee<br />

28 Eventi<br />

30 Un <strong>lavoro</strong>, una vita<br />

31 Cruciverba<br />

32 Inter-attivi<br />

Care lettrici, cari lettori,<br />

il <strong>salario</strong> costituisce la controparte <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong><br />

retribuito. Una sicurezza per i lavoratori che<br />

percepiscono un <strong>salario</strong> mensile, ma solo se<br />

questo permette loro di vivere dignitosamente.<br />

Per garantire salari decenti, abbiamo bisogno<br />

quindi di sindacalisti agguerriti e impegnati.<br />

Ma anche per preservare uno dei principi fondamentali<br />

<strong>del</strong> <strong>lavoro</strong> salariato: retribuzione e durata<br />

<strong>del</strong> <strong>lavoro</strong> non possono essere dissociate.<br />

Non è infatti accettabile che nuove forme contrattuali<br />

portino a lavorare sempre di più, senza<br />

possibilità di conteggiare le ore supplementari.<br />

È un modo di dissimulare lo smantellamento<br />

salariale, ma anche di sfruttamento <strong>del</strong>la forza<br />

<strong>lavoro</strong> che nuoce gravemente alla salute!<br />

Le persone con competenze rare e ricercate sul<br />

mercato ottengono un <strong>salario</strong> migliore. Lo Stato<br />

sostiene troppo poco la formazione e il perfezionamento.<br />

Perciò <strong>syndicom</strong> si prefigge l’obiettivo<br />

di ancorare il diritto alla formazione in tutti<br />

i CCL. Ma non basta. Nell’era digitale abbiamo<br />

soprattutto bisogno di un diritto al <strong>lavoro</strong>, uno<br />

dei temi più importanti da affrontare al congresso<br />

di <strong>syndicom</strong>. Tanto quanto quello <strong>del</strong>la<br />

riduzione <strong>del</strong> tempo di <strong>lavoro</strong>: immaginate infatti<br />

se le donne che lavorano a tempo parziale<br />

non dovessero più rinunciare alla metà <strong>del</strong> proprio<br />

<strong>salario</strong> per occuparsi <strong>del</strong>la famiglia. Per<br />

realizzare questi cambiamenti e conquistare<br />

i nostri diritti dovremo batterci, come sindacalisti<br />

attivi, al fianco di <strong>syndicom</strong>.<br />

4<br />

8<br />

21<br />

Mariem Kekic el Hachimi, presidentessa<br />

<strong>del</strong>la commissione <strong>del</strong> personale di UPC


4<br />

Team vincenti<br />

Gruppo di <strong>lavoro</strong> <strong>salario</strong><br />

nella comunicazione visiva<br />

Janine Fuchs (41)<br />

Apprendistato come grafica, MAS «Design<br />

Culture», ZHdK. Da dieci anni gestisce<br />

insieme al partner l’ufficio GRA-<br />

FIK2.ch. Co-fondatrice di WE SHAPE<br />

TECH, movimento per promuovere la<br />

diversità nel settore tecnologico.<br />

Jule Puppato-Krüger (40)<br />

Studi di design e comunicazione visiva<br />

(IN.D Düsseldorf), disegnatrice grafica<br />

in agenzie pubblicitarie in Germania e<br />

Svizzera, 2014 CAS Typografie & Print<br />

alla ZHdK. Da 9 anni disegnatrice grafica<br />

indipendente: designhexe.com.<br />

Naomi Baldauf (39)<br />

Formazione come progettista visual<br />

alla HGKZ. Praticantato in studi di design<br />

a Tokyo. Disegnatrice grafica indipendente<br />

e illustratrice a Zurigo, comproprietaria<br />

<strong>del</strong> marchio di cartoleria Le<br />

pigeon voyageur. naomibaldauf.ch<br />

Inoltre nei gruppi di <strong>lavoro</strong> sono attivi:<br />

Roger Emmenegger, Grégoire Murith,<br />

Patrizia Pfenninger, Marina Rivero e<br />

Anne Siegenthaler.<br />

Testo: Nina Scheu<br />

Foto: Michael Moser<br />

«Stiamo progettando<br />

un’inchiesta per poter<br />

calcolare il valore<br />

<strong>del</strong> <strong>lavoro</strong> creativo»<br />

«La digitalizzazione modifica le<br />

nostre professioni e con ciò anche<br />

la struttura salariale nei settori. Non<br />

è mai stato facile calcolare il valore<br />

<strong>del</strong> <strong>lavoro</strong> creativo. Ma alla stessa<br />

maniera di com’è diventata ovvia<br />

la disponibilità globale <strong>del</strong> design<br />

grafico sono diminuite anche le<br />

aspettative di retribuzione dei committenti.<br />

Sulle piattaforme tipo 99Designs<br />

tutti i grafici lavorano gratis,<br />

tranne il fortunato o la fortunata che<br />

alla fine si aggiudica il <strong>lavoro</strong>. E questo<br />

sganciamento <strong>del</strong>lo stipendio dal<br />

<strong>lavoro</strong> assilla anche sempre di più il<br />

resto <strong>del</strong> settore.<br />

Sia i professionisti affermati sia<br />

le persone a inizio carriera devono<br />

continuamente rinegoziare i costi.<br />

Quando invece si dovrebbe poter<br />

vivere <strong>del</strong>la propria professione. Nel<br />

comitato di divisione è sempre stato<br />

dibattuto quanto è importante rendere<br />

trasparenti i salari e le tariffe<br />

per evitare di entrare in concorrenza<br />

l’uno contro l’altro.<br />

Sulla base di un’iniziativa partita<br />

dai colleghi ticinesi sono stati creati<br />

tre gruppi di <strong>lavoro</strong> regionali con i<br />

membri attivi che volevano affrontare<br />

il problema di petto. Ma siccome<br />

accanto al <strong>lavoro</strong> nei nostri uffici<br />

di grafica non avremmo il tempo<br />

per incontrarci regolarmente a livello<br />

nazionale, il segretario centrale di<br />

<strong>syndicom</strong> coordina gli incontri e ci<br />

mette in collegamento in modo da<br />

essere in un continuo scambio tra<br />

noi.<br />

Stiamo allestendo un sondaggio<br />

che dovrà mostrare a che condizioni<br />

si lavora nella comunicazione visiva<br />

(dalle agenzie ai designer esperti fino<br />

ai freschi diplomati). A questo scopo<br />

stiamo sviluppando un questionario<br />

che dovrà dare anche un’occhiata alle<br />

forme di <strong>lavoro</strong>: il design grafico<br />

viene esercitato soprattutto come<br />

professione principale oppure alle<br />

persone serve un ulteriore <strong>lavoro</strong> per<br />

vivere? Il reddito è sufficiente per<br />

accumulare una pensione, per sfamare<br />

una famiglia o basta<br />

a malapena per pagare l’affitto e la<br />

cassa malati? I risultati saranno pubblicati<br />

la prossima estate. Il nostro<br />

intento è anche mostrare quanto<br />

sia importante tematizzare i salari<br />

e le tariffe – e lottare insieme per<br />

ottenere dei miglioramenti».


Brevi ma utili<br />

Il futuro <strong>del</strong>la Posta \ Dal congresso UniGlobal \<br />

La lenta morte di Billag \ Assegni REKA 2017 \<br />

Pensionati sempre informati \<br />

5<br />

Il futuro <strong>del</strong>la Posta<br />

«Uno stop allo smantellamento <strong>del</strong>la<br />

Posta». A parlare così è Sergio Rossi,<br />

economista <strong>del</strong>l’Università di Friborgo,<br />

invitato a una conferenza pubblica a<br />

Monte Carasso, per discutere <strong>del</strong> futuro<br />

<strong>del</strong>la Posta (foto TIPress). Gli ha fatto<br />

eco l’impren ditore e consigliere nazionale<br />

Fabio Regazzi (PLR, TI), membro<br />

<strong>del</strong>la Commissione dei trasporti e <strong>del</strong>le<br />

comunicazioni: «Dato che Doris Leuthard<br />

ha istituito una commissione,<br />

sarebbe più logico che tutto il processo<br />

si fermasse fino a quando si avranno dei<br />

risultati». Ma la sintonia tra i due si<br />

ferma qui. Rossi parla di «smantellamento<br />

degli uffici postali», Regazzi di<br />

«trasformazione». «La Posta – spiega il<br />

consigliere nazionale – cerca di rispondere<br />

ai cambiamenti. Non sono però<br />

d’accordo con il metodo, l’arroganza, la<br />

scarsa sensibilità nei confronti dei cittadini.<br />

Il tutto andava fatto con altre<br />

modalità e tempistiche, coinvolgendo gli<br />

attori. E questo ha generato una giusta<br />

e comprensibile reazione. La politica sta<br />

cercando di correggere, ma non di invertire<br />

la rotta: indietro non si torna».<br />

«Comodo dare la colpa all’economia per<br />

questi cambiamenti», ha invece ribadito<br />

Rossi. «soprattutto se si è influenzati<br />

dall’ideologia dominante, quella liberista,<br />

che massimizza l’utile e socializza<br />

le perdite. Quando si parla di servizio<br />

pubblico non si deve ragionare con<br />

un’ottica di mercato ma complementare<br />

all’economia privata». (GioVi)<br />

Dal congresso UniGlobal<br />

Le sfide <strong>del</strong> mercato postale <strong>del</strong> futuro<br />

sono state al centro <strong>del</strong> Congresso<br />

europeo dei sindacati di Posta e Logistica.<br />

Hanno fatto discutere soprattutto<br />

le sfide digitali e la fornitura universale<br />

<strong>del</strong>le prestazioni. Nel dibattito è emerso<br />

chiaramente che ha poco senso fare<br />

una divisione tra mercato <strong>del</strong>le lettere<br />

e quello dei pacchi. Al contrario: in<br />

futuro bisogna parlare di un mercato<br />

postale universale, dove al centro ci<br />

sono il servizio pubblico, la qualità e<br />

condizioni eque di <strong>lavoro</strong>. (dro)<br />

La lenta morte di Billag<br />

Lo shock per i dipendenti <strong>del</strong>la Billag<br />

è stato grande quando lo Stato nel<br />

marzo 2017 ha levato alla Billag in maniera<br />

<strong>del</strong> tutto sorprendente il mandato<br />

per l’incasso <strong>del</strong> canone radio e tv.<br />

Infatti questa decisione molto probabilmente<br />

condurrà alla fine <strong>del</strong>la Billag.<br />

Nel frattempo la Billag ha fatto molto<br />

per migliorare la competitività dei<br />

propri dipendenti. Worklink sostiene<br />

i lavoratori nel posizionamento individuale<br />

e nei processi di candidatura.<br />

Billag da parte sua promuove la formazione<br />

e l’aggiornamento professionale.<br />

L’obiettivo è trovare possibilmente una<br />

sistemazione a tutti i dipendenti dal<br />

2019. La maggior parte degli impieghi<br />

è garantita fino al 31 dicembre 2018,<br />

per alcuni singoli ancora un paio di<br />

mesi oltre. (FSC)<br />

Assegni REKA 2017<br />

L’anno 2017 sta volgendo rapidamente<br />

a termine. È noto che tutti i soci una<br />

volta all’anno possono percepire assegni<br />

REKA agevolati. Per tutte le ordinazioni<br />

che ci perverranno entro il<br />

20 dicembre 2017 ore 15.00 garantiamo<br />

la registrazione sull’anno in corso.<br />

Ma soltanto se il pagamento viene<br />

effettuato prima <strong>del</strong> 31 dicembre 2017.<br />

La prima ordinazione nel 2018 può<br />

avvenire il 10 gennaio.<br />

Ci sono varie possibilità per<br />

acquistare gli assegni:<br />

Acquisto: 700 Franchi, Pago: 651 Fr.<br />

Acquisto: 400 Franchi, Pago: 372 Fr.<br />

Acquisto: 300 Franchi, Pago: 279 Fr.<br />

La commissione di 8 Franchi è offerta.<br />

Il modo più semplice per ordinarli è<br />

farlo online su my.<strong>syndicom</strong>.ch. Qui<br />

bisogna inserire solo l’importo desiderato<br />

ed è tutto fatto. Si può mandare<br />

anche una mail a info@<strong>syndicom</strong>.ch.<br />

Se non hai accesso a internet puoi<br />

effettuarci l’ordine anche per telefono<br />

(058 817 18 18).<br />

Pensionati sempre informati<br />

Per i nostri iscritti pensionati abbiamo<br />

allestito l’area pensionati.<strong>syndicom</strong>.ch<br />

sul nostro sito web. Qui sono disponibili<br />

interessanti articoli, nonché informazioni<br />

su eventi, inviti o notizie su precedenti<br />

escursioni e riunioni. In particolare,<br />

i pensionati <strong>del</strong>la sezione Ticino<br />

e Moesano trovano tutte le informazioni<br />

al sito https://ig.<strong>syndicom</strong>.ch/it/<br />

pensionati/gruppo-regionale/<br />

Agenda<br />

Novembre<br />

10-11<br />

Congresso <strong>syndicom</strong>,<br />

Basilea, Kongresscenter<br />

19<br />

Premiazione concorso internazionale<br />

AAAC per giovani incisori, ore 10.45<br />

Museo Vincenzo Vela, Ligornetto<br />

www.museo-vela.ch<br />

25<br />

Seminario USS trasmissione saperi,<br />

ore 9.30. Ristorante I Grappoli, Sessa,<br />

Informazioni a ticino@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

27<br />

Anteprima film “Non ho l’età” di Olmo<br />

Cerri (vedi recensione pag. 26)<br />

Massagno, Cinema Lux, ore 20.30.<br />

30<br />

Una nuova minaccia nei<br />

media: la concorrenza sleale<br />

con Bertil Cottier, docente di Diritto<br />

<strong>del</strong>l’informazione all’Università<br />

di Losanna e docente di Diritto all’USI<br />

Incontro/aperitivo organizzato<br />

da <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano,<br />

Lugano Besso, spazio ADO, ore 18.00<br />

Serata aperta a tutti<br />

Dicembre<br />

8/9<br />

Un weekend sugli sci<br />

<strong>syndicom</strong> invita tutti i soci con meno<br />

di 31 anni per un weekend sugli sci a<br />

Davos. Gratuito per i soci <strong>syndicom</strong>,<br />

80.- CHF per gli altri.<br />

Info: <strong>syndicom</strong>.ch<br />

Febbraio 2018<br />

8<br />

Incontro/aperitivo organizzato<br />

da <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano,<br />

Lugano Besso, spazio ADO, ore 18.00<br />

Serara aperta a tutti<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/agenda


6 Dalla parte<br />

Daniel Hügi, in possesso di un diploma federale come<br />

degli altri<br />

organizzatore, addetto alla logistica e venditore, è ora<br />

amministratore <strong>del</strong>l’azienda attiva nel recapito mattutino di<br />

giornali Presto Presse-Vertriebs AG, di proprietà <strong>del</strong>la Posta.<br />

1<br />

Quali i vantaggi di un contratto?<br />

Il Contratto di Lavoro Collettivo<br />

(CCL) è una comune espressione<br />

di volontà di datore di <strong>lavoro</strong> e sindacato.<br />

E tiene in considerazione sia<br />

le esigenze sociali dei lavoratori sia<br />

le circostanze economiche <strong>del</strong> datore<br />

di <strong>lavoro</strong>. In questo modo contribuisce<br />

a garantire la pace <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong>.<br />

2<br />

Come trova un accordo con i suoi<br />

dipendenti in caso di conflitti?<br />

Per noi è fondamentale che tra il<br />

dipendente e il responsabile dirigente<br />

regni un clima di rispetto e<br />

fiducia. E che il dipendente in caso<br />

di conflitto si rivolga al proprio capo<br />

<strong>del</strong>le consegne. È naturale che non<br />

tutti i conflitti possono essere risolti<br />

a piacimento dei dipendenti. Ma la<br />

cosa importante è che essi vengano<br />

presi sul serio e che essi conoscano<br />

i motivi <strong>del</strong>la decisione presa.<br />

3<br />

Quali sono i compiti <strong>del</strong>la commissione<br />

<strong>del</strong> personale nella sua<br />

azienda?<br />

Nella nostra azienda c’è una commissione<br />

<strong>del</strong> personale in ogni sede. Il<br />

loro compito è tematizzare i problemi<br />

aziendali e collaborare alla soluzione,<br />

come anello di congiunzione tra il<br />

dipendente e i responsabili.<br />

4<br />

Come valuta il livello salariale<br />

nel suo settore? Presto si colloca<br />

al di sopra o sotto la media?<br />

Noi offriamo un guadagno extra<br />

da 90 a 120 minuti di <strong>lavoro</strong> al giorno<br />

a persone <strong>del</strong>le più svariate culture<br />

ed estrazioni sociali. Purtroppo il<br />

mercato degli stampati, dove noi ci<br />

muoviamo, è in forte regresso e viene<br />

sostituito da offerte online. Dunque<br />

il livello salariale si colloca a un livello<br />

piuttosto basso. Le altre aziende<br />

attive nel recapito mattutino dei giornali<br />

si muovono sullo stesso livello<br />

salariale.<br />

5<br />

In quali occasioni entra in contatto<br />

con i suoi collaboratori? Quale<br />

lamentele sente di più? E quale lode?<br />

Siccome il mio ufficio si trova all’ingresso<br />

<strong>del</strong>la nostra sede a Berna e<br />

la mia porta è sempre aperta sono<br />

spesso in contatto con i nostri addetti<br />

e le nostre addette al recapito. A loro<br />

piace l’indipendenza nel <strong>lavoro</strong> e la<br />

possibilità di poter avere un guadagno<br />

accessorio prima di cominciare<br />

il loro <strong>lavoro</strong> principale. Le critiche<br />

in genere riguardano i ritardi nella<br />

fornitura e i tempi di attesa che<br />

ne conseguono. Ma questi ultimi<br />

vengono compensati.<br />

6<br />

Che cosa la disturba dei sindacati?<br />

A volte, le rivendicazioni dei sindacati<br />

sembrano non essere sintonizzate<br />

con la situazione economica <strong>del</strong>l’azienda<br />

o, rispettivamente, <strong>del</strong> settore.<br />

Testo: Sina Bühler<br />

Foto: Yoshiko Kusano


L’ospite<br />

Lo sviluppo economico <strong>del</strong> Ticino<br />

ha seguito un sentiero particolare. La vicinanza<br />

geografica all’Italia ha permesso di attingere<br />

a un bacino di manodopera qualificata a un<br />

prezzo più basso rispetto al resto <strong>del</strong>la Svizzera.<br />

Questo ha portato ad avere ancora oggi una<br />

sovra-rappresentanza dei settori legati alle<br />

costruzioni, al commercio e al turismo. Il settore<br />

industriale, ritenute le debite eccezioni, fatica<br />

a investire nelle attività legate allo sviluppo<br />

tecnologico privilegiando ancora una produzione<br />

ad alta intensità di <strong>lavoro</strong>. Queste caratteristiche<br />

sono le principali cause <strong>del</strong>l’importante<br />

differenza salariale con il resto <strong>del</strong>la Svizzera:<br />

in Ticino si guadagna circa il 20% in meno. Il dato<br />

non creerebbe particolari problemi se nel Cantone<br />

ci fossero prezzi inferiori <strong>del</strong> 20% a quelli<br />

nazionali: avremmo un potere d’acquisto intatto.<br />

Ma così non è: i prezzi sono più bassi solo<br />

<strong>del</strong> 5–6%, quindi la differenza salariale causa<br />

effetti negativi. In primis la necessità di un importante<br />

intervento <strong>del</strong>lo Stato a sostegno dei<br />

cittadini: la spesa pubblica per le famiglie, i<br />

bambini e gli anziani o per il pagamento dei<br />

premi cassa malati è diventata una parte integrante<br />

dei redditi da <strong>lavoro</strong>. Ecco perché diventa<br />

sempre più necessaria l’introduzione dei salari<br />

minimi approvati dal popolo; certo, la soluzione<br />

migliore dovrebbe trovare il consenso di tutte<br />

le parti in causa. Per dare risposta a quella parte<br />

di economia legata alle attività a basso valore<br />

aggiunto, sarebbe auspicabile introdurre i salari<br />

minimi in maniera graduale. Le proposte non<br />

mancano: per dare una risposta migliore alle<br />

esigenze di pianificazione e adattamento <strong>del</strong>le<br />

imprese, si potrebbe fissare il raggiungimento<br />

<strong>del</strong> minimo salariale sull’arco di 3–4 anni. In questo<br />

caso, la maggior parte <strong>del</strong>le aziende avrebbe<br />

il tempo per pianificare i correttivi necessari.<br />

Ci saranno sì aziende che non potranno o vorranno<br />

pagare questi salari, ma è innegabile che<br />

è giunto il momento di garantire uno sviluppo<br />

economico duraturo anche al Cantone Ticino.<br />

Salari minimi necessari<br />

Amalia Mirante<br />

Titolare di un dottorato in scienze<br />

economiche presso l’Università <strong>del</strong>la<br />

Svizzera Italiana (USI), ha trascorso<br />

un anno a Louvain-la Neuve, dove ha<br />

ottenuto un diploma post-universitario<br />

in etica economica e sociale. È docente-ricercatrice<br />

senior alla Scuola universitaria<br />

professionale <strong>del</strong>la Svizzera<br />

italiana e docente all’USI, dove si<br />

occupa di macroeconomia, storia <strong>del</strong><br />

pensiero economico ed etica economica.<br />

7


Thema Dossier<br />

I digitalizzatori all’attacco di salari, orari e CCL<br />

Salari più alti contro la crisi<br />

Ticino: per mille franchi in più<br />

9<br />

<strong>Valore</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>lavoro</strong><br />

e <strong>salario</strong>


10 Dossier<br />

Il nostro <strong>lavoro</strong> vale molto più<br />

<strong>del</strong> nostro <strong>salario</strong><br />

Se chiamate un informatico, non arriva una<br />

banconota da cento franchi, ma un essere<br />

umano che ha alle spalle una lunga formazione<br />

professionale. I soldi infatti non lavorano.<br />

Testo: Bo Humair<br />

Foto: Yoshiko Kusano<br />

Infografica: Daniela Raggi<br />

Solo il <strong>lavoro</strong> umano crea valore. Vi sembra una frase banale?<br />

In effetti dovrebbe esserlo. Gli economisti con un<br />

po’ di buonsenso lo sanno. Ma le banche sostengono il<br />

contrario («Qui sudano i vostri soldi!»). Anche il Consiglio<br />

federale sembra credere che il benessere <strong>del</strong>la Svizzera<br />

provenga dal denaro. E addirittura una parte <strong>del</strong>la corporazione<br />

degli economisti guadagna (bei) soldi con la dottrina,<br />

sbagliata, secondo cui i soldi creano valore. Probabilmente<br />

sono costretti a farlo in quanto altrimenti non<br />

potrebbero giustificare gli enormi guadagni di capitale.<br />

I soldi (a volte) misurano valore, ma certo non lo producono.<br />

Il denaro lubrifica l’economia. Il denaro si moltiplica.<br />

Ma nuovo valore lo crea soltanto il <strong>lavoro</strong> vivo. Questa<br />

è la prima cosa da sapere quando si parla di salari.<br />

La seconda cosa l’ho appresa da molto giovane.<br />

Quando abbiamo parlato <strong>del</strong> mio primo vero contratto<br />

come economista, mio padre rimase perplesso. Chiaro,<br />

era felice per me e per la mia alta retribuzione. Ma in quel<br />

momento riconobbe che a lui e al suo <strong>lavoro</strong> come «costruttore<br />

tecnico», dopo 35 anni, veniva corrisposto solo<br />

la metà <strong>del</strong> valore <strong>del</strong>la mia attività neoacquisita. E personalmente<br />

lo trovo ingiusto ancora oggi, perché tutto ciò<br />

che è davvero importante nel mio <strong>lavoro</strong> l’ho imparato da<br />

lui: per esempio come s’inseriscono bene i chiodi per la<br />

tappezzeria nel legno vecchio. E perché il mio <strong>lavoro</strong> dovrebbe<br />

essere più utile alla società <strong>del</strong> suo?<br />

Quello che il <strong>salario</strong> non dice<br />

Lo stipendio ha poco a che vedere con l’utilità di un <strong>lavoro</strong>.<br />

Il CEO di una grande banca che polverizza miliardi è utile<br />

come un eczema, e invece incassa molti milioni di franchi<br />

tra stipendio e bonus. Una dottoressa in genere ci è utile e<br />

ha conseguito una lunga formazione, dunque è giusto che<br />

guadagni bene. «Meritare»? Ma un infermiere merita un<br />

<strong>salario</strong> così tanto più basso <strong>del</strong> medico, considerando il<br />

suo duro <strong>lavoro</strong>? O perché un impiegato di commercio a<br />

PostFinance dovrebbe valere tanto di più <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong> di un<br />

addetto alla posa di cavi che ci collega con il mondo?<br />

Questa <strong>del</strong> <strong>salario</strong> è una faccenda davvero strana. Sappiamo<br />

che i salari sono ingiusti. Nelle 40 grandi aziende<br />

<strong>del</strong>la Svizzera che vengono regolarmente controllate dal<br />

sindacato Unia per la sua ricerca sulla forbice salariale, i<br />

top manager guadagnano in media 165 volte lo stipendio<br />

<strong>del</strong> dipendente base (ricerca 2017). In altri termini: in un<br />

giorno e mezzo di <strong>lavoro</strong> le persone più pagate ricevono<br />

quanto quelle meno pagate in un anno. E che le donne per<br />

lo stesso <strong>lavoro</strong> guadagnino meno degli uomini è incostituzionale<br />

e illegale da ben due decenni.<br />

Ciò malgrado tendiamo a prendere il <strong>salario</strong> come misura<br />

per il valore <strong>del</strong> nostro <strong>lavoro</strong>. Uno stipendio buono,<br />

più stipendio, tanto stipendio in genere aumentano la nostra<br />

autostima. Lo stipendio significa potere d’acquisto,<br />

lo stipendio rappresenta uno status, lo stipendio vuol dire<br />

sicurezza (affitto, cassa malati, AVS). Non avere un <strong>salario</strong>,<br />

dunque non avere un <strong>lavoro</strong> retribuito, spinge ai margini<br />

<strong>del</strong>la società.<br />

A volte capita che veniamo premiati per un <strong>lavoro</strong> fatto<br />

particolarmente bene. A volte. Ma la regola fondamentale<br />

è un’altra: si pagano buoni stipendi ai lavoratori che sono<br />

organizzati particolarmente bene. Oltre venti ricerche<br />

economiche lo confermano: dove i sindacati sono forti e<br />

dove sono in vigore dei contratti collettivi di <strong>lavoro</strong> gli<br />

stipendi sono più alti e le condizioni di <strong>lavoro</strong> migliori<br />

rispetto agli ambiti «non protetti» <strong>del</strong>l’economia. Questo<br />

lo dice anche l’Organizzazione internazionale <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong><br />

di Ginevra. I salari riflettono un rapporto di forza. Non<br />

sono una faccenda individuale, ma un’unità di misura per<br />

lo stato di una società.<br />

Conflitto d’interessi<br />

I lavoratori con lo stipendio ricevono infatti solo una parte<br />

<strong>del</strong> valore che producono – l’altra parte se la beccano i<br />

datori di <strong>lavoro</strong> (ai quali diamo il nostro <strong>lavoro</strong>) per interessi<br />

sul capitale, prelievi degli utili, dividendi agli azionisti,<br />

ecc. Questa non è un’affermazione ideologica, bensì la<br />

banale base commerciale <strong>del</strong> nostro sistema sociale. Altrimenti<br />

non potrebbe funzionare. A seconda <strong>del</strong> paese i<br />

datori di <strong>lavoro</strong> si prendono da un terzo fino a un po’ più<br />

<strong>del</strong>la metà <strong>del</strong> valore che creiamo. Per lungo tempo questo<br />

ha funzionato molto bene. Perché su questa base è costruito<br />

anche il partenariato sociale. In esso il basilare conflitto<br />

d’interessi tra <strong>lavoro</strong> e capitale viene messo fuori<br />

gioco. Noi aumentiamo la produttività e con ciò il valore,<br />

Laddove<br />

i sindacati<br />

sono forti e<br />

dove sono in<br />

vigore i CLL,<br />

i salari sono<br />

più alti


gli azionisti investono e noi riceviamo la nostra parte di<br />

aumento di produttività. Per esempio sotto forma di aumento<br />

salariale. O con orari di <strong>lavoro</strong> ridotti, più ferie,<br />

congedo parentale e altri vantaggi come le assicurazioni<br />

sociali. Ma tutto questo non è avvenuto volontariamente;<br />

i lavoratori e i loro sindacati si sono battuti per queste<br />

conquiste, a volte anche con duri scioperi. L’AVS era una<br />

rivendicazione <strong>del</strong>lo sciopero generale <strong>del</strong> 1918, realizzata<br />

poi nel 1948.<br />

Un nuovo attacco ai sindacati<br />

Ma dalla metà degli Anni Ottanta questo compromesso è<br />

in bilico. Non solo in Svizzera. Le aziende passano ai lavoratori<br />

sempre meno di questo aumento di produttività.<br />

Esplodono utili e bonus mentre i salari ristagnano. Solo i<br />

super salari volano, e gli azionisti preferiscono fare investimenti<br />

nei mercati finanziari gonfiati ad arte invece che<br />

nella produzione. Gli economisti la chiamano un’offensiva<br />

neoliberista, gli ideologi <strong>del</strong> capitalismo finanziario<br />

parlano addirittura <strong>del</strong>la loro «rivoluzione». La parola<br />

calza a pennello: infatti essi vogliono rovesciare la compensazione<br />

sociale. Con questa ridistribuzione dal basso<br />

verso l’alto essi ravvivano il vecchio conflitto sospeso tra<br />

<strong>lavoro</strong> e capitale. Le disparità e la concentrazione di capitale<br />

nei paesi ricchi nel frattempo hanno assunto una dimensione<br />

tale che addirittura il Forum economico mondiale<br />

a Davos, l’incontro annuale dei leader economici<br />

mondiali, ha proclamato lo stato di emergenza. In Germania<br />

i sindacati si erano piegati. Gli stipendi per anni sono<br />

stati in calo. Ora la Germania esporta più che mai, ma insieme<br />

all’esportazione è esplosa anche la povertà. Oltre il<br />

16 per cento dei lavoratori non riesce più a vivere <strong>del</strong> proprio<br />

<strong>salario</strong>. Essi sono dei «working poor». Addirittura la<br />

Banca mondiale ha invitato la Germania ad aumentare gli<br />

stipendi in maniera significativa. Perché se le persone<br />

lavorano al 100 per cento ma devono chiedere il sussidio<br />

sociale, allora il sistema economico ha perso ogni legittimità.<br />

Ora il nuovo presidente francese Macron vuole applicare<br />

lo stesso mo<strong>del</strong>lo per la Francia – e dunque spezzare<br />

i sindacati.<br />

I sindacati svizzeri hanno resistito meglio in questa<br />

lotta per il mo<strong>del</strong>lo di partenariato sociale. Negli anni<br />

Novanta alti rappresentanti dei datori di <strong>lavoro</strong> esclamavano<br />

la fine dei CCL. I sindacati hanno respinto l’attacco.<br />

In compenso più tardi, nel 2013, è fallita l’iniziativa per<br />

salari equi (1:12) e nel 2014 l’iniziativa per il <strong>salario</strong> minimo.<br />

Ma perlomeno queste iniziative hanno consentito<br />

un aumento reale dei salari più bassi. Ora i datori di <strong>lavoro</strong><br />

stanno sferrando un nuovo attacco nella battaglia attorno<br />

a <strong>salario</strong>, orario di <strong>lavoro</strong> e valore <strong>del</strong> nostro <strong>lavoro</strong>. Attraverso<br />

la digitalizzazione essi tentano di svuotare di contenuti<br />

la legge sul <strong>lavoro</strong> e i CCL. Il loro obiettivo è ridurre la<br />

quota salariale, ovvero sottrarre una parte ancora maggiore<br />

al benessere. Il vecchio sogno ricorrente degli azionisti:<br />

crescita senza impieghi, utili senza stipendi.<br />

Per saperne di più sulla ripartizione<br />

dei salari: goo.gl/uSDU1h


12<br />

Dossier<br />

«Robocalypse»: i digitalizzatori<br />

all’attacco di salari, orari e CCL<br />

Se i sindacati non riusciranno a far prevalere<br />

una digitalizzazione di tipo sociale, i datori di<br />

<strong>lavoro</strong> sfrutteranno la trasformazione digitale<br />

per spazzare via le conquiste sociali.<br />

Testo: Bo Humair<br />

Avenir Suisse è la fabbrica lobbistica <strong>del</strong>le idee dei grandi<br />

colossi. Finanziata da banche, assicurazioni, multinazionali<br />

e... Swisscom. Ora Avenir Suisse è tutta eccitata di<br />

questa digitalizzazione e chiede la completa deregolamentazione<br />

<strong>del</strong>la tutela dei lavoratori. Titolo di questa<br />

guerra: «Arrivano i robot. Prepariamo il mercato <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong><br />

alla digitalizzazione.»<br />

In questo grido di battaglia i datori di <strong>lavoro</strong> svelano le<br />

loro intenzioni. Essi vogliono una maggiore flessibilizzazione.<br />

L’orario di <strong>lavoro</strong> non va più distinto dal tempo<br />

libero. Basta con la registrazione <strong>del</strong> tempo di <strong>lavoro</strong> e con<br />

le limitazioni <strong>del</strong>l’orario di <strong>lavoro</strong>. Avenir Suisse scrive che<br />

la tutela <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong> e <strong>del</strong>la salute si trasformano sempre<br />

più in «ostacoli burocratici».<br />

A dire il vero sembra una barzelletta di cattivo gusto.<br />

Nessuno impedisce a un altro di lavorare di più, se questo<br />

lo vuole. Nessuno alle sei di sera stacca la corrente. Sconfinare<br />

l’orario di <strong>lavoro</strong> serve solo per costringere a lavorare<br />

di più coloro che non vogliono.<br />

Il desolato sogno dei digitalizzatori<br />

L’immagine ideale dei grandi complessi è una Svizzera<br />

di lavoratori fai da te, che sono a disposizione <strong>del</strong>le aziende<br />

24 ore su 24, sette giorni su sette, che lavorano a chiamata,<br />

che sono mal retribuiti e che non godono di nessuna garanzia<br />

sociale. Ecco il loro sogno di futuro digitale.<br />

Quello che Avenir Suisse sta meditando qui già da<br />

tempo fa parte di un’ampia offensiva contro le conquiste<br />

dei lavoratori duramente sudate. Già diversi parlamentari<br />

(tra cui la lobbista dei grandi magazzini Karin Keller-Sutter,<br />

PLR, e l’amministratore <strong>del</strong>egato <strong>del</strong>le multinazionali<br />

Konrad Graber, PPD) hanno chiesto di ammorbidire le<br />

regole sull’orario di <strong>lavoro</strong>.<br />

Difficile credere che queste richieste sopravvivano indenni<br />

a un referendum dei sindacati, tuttavia sono segnali<br />

premonitori. In verità qui si tratta di quanto costa il <strong>lavoro</strong>.<br />

Sferrare un attacco frontale contro gli stipendi sarebbe<br />

poco elegante da parte dei datori di <strong>lavoro</strong>. Dunque<br />

essi pensano che è meglio aumentare la durata <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong>.<br />

Anche questo una forma per abbassare i costi salariali.<br />

Obiettivo: spazzare via i contratti di <strong>lavoro</strong><br />

Ma un allentamento <strong>del</strong>la tutela <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong> è solo un primo<br />

passo strategico. Infatti il loro obiettivo a lungo termine è<br />

l’uberizzazione <strong>del</strong>la Svizzera. Questo emerge chiaramente<br />

dalla «ricerca» di Avenir Suisse redatta nel suo tipico<br />

e altolocato linguaggio da economisti: «I beni digitali<br />

non sono molto diversi. (...) In alcuni ambiti potrebbero<br />

addirittura nascere monopsoni, grosse aziende-piattaforme<br />

che non è possibile evitare se si vuole esercitare una<br />

determinata attività. Piattaforme <strong>del</strong> genere potrebbero<br />

schiacciare le retribuzioni notevolmente al di sotto <strong>del</strong>la<br />

produttività marginale.»<br />

Ovvero: verso salari da fame. Il sindacato <strong>syndicom</strong> ha<br />

sviluppato <strong>del</strong>le difese contro questo piano di far sgobbare<br />

sempre più lavoratori senza CCL, su incarico o come<br />

finti indipendenti: noi chiediamo un contratto di <strong>lavoro</strong><br />

universale e tutelato per ogni forma di <strong>lavoro</strong>. Incluso il<br />

tele<strong>lavoro</strong> («freelance») davanti allo schermo.<br />

Per saperne di più:<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/<strong>salario</strong><br />

Salari alti sempre più alti<br />

Crescita stipendi per classe salariale 1996-2014 al netto <strong>del</strong>l’inflazione<br />

1% possiede più <strong>del</strong> 90%<br />

Quote di tutti i patrimoni netti<br />

per gruppi di contribuenti, 2012<br />

+50%<br />

+40%<br />

+43%<br />

superiore<br />

1%<br />

9%<br />

Possiedono<br />

34%<br />

+30%<br />

inferiori<br />

+21%<br />

+16%<br />

0% medi<br />

1996<br />

10%<br />

+14%<br />

salari<br />

+20%<br />

+10%<br />

Fonte: UST<br />

più alto<br />

10%<br />

2000 2004 2008 2012 1%<br />

possiede 41%<br />

90%<br />

possiedono 25%


Dossier<br />

Salari più alti contro la crisi<br />

13<br />

Perché in economia 1 + 1 non sempre fa 2<br />

Testo: Bo Humair<br />

Parlando di salari salta all’occhio come mai agli economisti<br />

piace usare una sorta di linguaggio segreto. L’obiettivo<br />

è mascherare i rapporti di forza e il fatto che la loro disciplina<br />

sia in realtà determinata dall’ideologia e dall’inganno.<br />

L’elevato livello dei salari svizzeri? È la motivazione<br />

che i grandi gruppi danno per giustificare le esternalizzazioni<br />

all’estero e altri espedienti per abbassare i salari. Il<br />

discorso pare filare, ma in molti casi le cose non stanno<br />

così. Il fattore chiave è in realtà il costo <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong> per unità<br />

di prodotto (per servizio, ecc.). Ovvero quanto <strong>lavoro</strong><br />

sbriga una persona in un’ora. In altri termini, la sua produttività.<br />

Facciamo un esempio: un lavoratore guadagna<br />

30 franchi all’ora e serve 10 clienti. La mansione viene<br />

quindi esternalizzata a un’azienda che paga solo 20 franchi.<br />

Redditizio? Non necessariamente. Se l’azienda che<br />

paga stipendi più bassi serve solo 6,5 clienti ogni ora, allora<br />

è più cara. Solo teoria? No, prassi. Studi realizzati in<br />

svariati settori hanno dimostrato che in realtà in Svizzera<br />

in molti ambiti il livello salariale reale è più basso rispetto<br />

ad altri paesi grazie alla maggiore produttività.<br />

Quest’argomentazione è anche un’arma a doppio taglio.<br />

Non intendiamo solo il tema <strong>del</strong> lavorare sotto pressione.<br />

In un’ottica di economia nazionale i salari elevati<br />

implicano generalmente molti vantaggi, ad esempio in<br />

termini di potere d’acquisto e dunque di domanda interna<br />

o domestica. È così che la Svizzera ha attenuato gli effetti<br />

<strong>del</strong>la crisi dopo il 2007. Solo il franco reso forte dalla speculazione<br />

ha posto poi termine a questo effetto. Persino le<br />

organizzazioni neoliberali come il Fondo monetario internazionale<br />

esortano la Germania a un sensibile rialzo<br />

dei salari. In Germania la moderazione salariale dei sindacati<br />

ha fatto volare l’export, ma ha anche aumentato il<br />

tasso di povertà. E mandato in rovina altre economie nazionali.<br />

L’aumento dei salari è spesso l’arma più efficace<br />

contro la crisi. Nessun paradosso: in economia non sempre<br />

uno più uno fa due. E il <strong>lavoro</strong> non è una merce. (red)<br />

Discriminazione salariale <strong>del</strong>le donne<br />

Salario lordo mensile (mediano) per formazione e<br />

sesso, settore privato, 2014<br />

5128<br />

6171<br />

5408<br />

5000<br />

4337<br />

Senza formazione<br />

professionale<br />

8625<br />

7235<br />

Scuola professionale<br />

superiore<br />

Con formazione<br />

professionale<br />

9698<br />

7502<br />

Scuola universitaria<br />

professionale<br />

10906<br />

8426<br />

Università<br />

10000<br />

5000<br />

Fonte: UST<br />

Il <strong>lavoro</strong> deve essere ben retribuito<br />

indipendentemente da chi lo fa<br />

Per saperne di più: www.sgb.ch/aktuell/<br />

blog-daniel-lampart<br />

I bassi salari e la disparità salariale sono una realtà per molte<br />

donne e molti migranti. Lo dimostrano le cifre: in Svizzera le<br />

donne guadagnano 7,7 miliardi di franchi meno degli uomini. Da<br />

decenni noi sindacati ci battiamo per una parità salariale: ciò<br />

nonostante le donne percepiscono il 20% in meno degli uomini<br />

per un <strong>lavoro</strong> di pari valore. Ecco perché in Parlamento chiediamo<br />

l’introduzione di controlli salariali obbligatori con la possibilità<br />

di infliggere <strong>del</strong>le pene. Altrimenti non progrediremo mai!<br />

E rischieremo di vedere tutto finire in una bolla di sapone. Di<br />

recente, la Consigliera federale Simonetta Sommaruga ha affermato<br />

che «la differenza salariale non rispecchia altro che l’atteggiamento<br />

verso la donna: lei vale meno <strong>del</strong>l’uomo. E questo<br />

non lo tolleriamo!». Anche la crescente precarizzazione come<br />

conseguenza <strong>del</strong>la digitalizzazione <strong>del</strong>l’economia colpisce soprattutto<br />

i migranti, che rischiano maggiormente un’esternalizzazione<br />

verso imprese subappaltatrici senza CCL e con condizioni<br />

di <strong>lavoro</strong> peggiori e stipendi più bassi. <strong>syndicom</strong> sta<br />

facendo e farà di tutto per regolare tali manovre di aggiramento.<br />

Patrizia Mordini<br />

Responsabile Pari Opportunità e membro Comitato Direttivo


14<br />

Dossier<br />

Salario minimo<br />

Neuchâtel cantone apripista<br />

Affitti e premi cassa malati<br />

annullano gli aumenti salariali<br />

Modifica redditi disponibili dopo affitto<br />

al mese per classi di reddito, 2000-2014,<br />

in franchi<br />

Dal 4 agosto di quest’anno a Neuchâtel vige il<br />

<strong>salario</strong> minimo cantonale, il primo in Svizzera.<br />

Il Tribunale federale l’ha confermato definitivamente<br />

nonostante la resistenza dei datori<br />

di <strong>lavoro</strong>. Ora la legge prescrive che questo<br />

<strong>salario</strong> debba essere di 20 franchi l’ora.<br />

+2500<br />

+2000<br />

+1500<br />

+1000<br />

+500<br />

0<br />

–500<br />

–40<br />

Più bassi 10%<br />

Salari medi<br />

Più alti 10%<br />

Superiori 1%<br />

Fonte: Calcoli USS<br />

+40<br />

+60<br />

+320<br />

+490<br />

+940<br />

+1740<br />

+2750<br />

+3000<br />

Single<br />

Famiglie<br />

2 bambini<br />

Single<br />

Famiglie<br />

2 bambini<br />

Single<br />

Famiglie<br />

2 bambini<br />

Single<br />

Famiglie<br />

2 bambini<br />

Testo: Yves Sancey<br />

D’ora in poi nessun datore di <strong>lavoro</strong> nel Canton Neuchâtel<br />

potrà versare un <strong>salario</strong> lordo inferiore a 20 franchi l’ora,<br />

il che corrisponde a un <strong>salario</strong> lordo minimo di 3640 franchi<br />

(su 12 mesi). Ci sono voluti ben undici anni dalla deposizione<br />

<strong>del</strong> progetto di decreto a favore di un <strong>salario</strong> minimo<br />

da parte di solidaritéS per sormontare tutti gli<br />

ostacoli posti dalla destra e poi dai datori di <strong>lavoro</strong> contro<br />

questo principio basilare di giustizia sociale.<br />

Dopo una campagna intensa dei sindacati, gli elettori<br />

di Neuchâtel nel novembre 2011 avevano votato a favore di<br />

un <strong>salario</strong> minimo cantonale. Ma quattro ricorsi di diverse<br />

associazioni padronali hanno impedito una sua rapida<br />

entrata in vigore.<br />

Alla fine, in una sentenza resa pubblica il 4 agosto<br />

2017, il Tribunale federale (TF) ha rigettato i ricorsi contro<br />

le disposizioni legali che fissavano questo importo, tra<br />

l’altro munito anche di una clausola d’indicizzazione.<br />

Dunque per la più alta corte di giustizia è uno strumento<br />

di lotta contro la povertà e non costituisce una violazione<br />

<strong>del</strong>la libertà economica.<br />

D’ora in poi circa 2700 persone che percepivano meno<br />

di questo importo in futuro guadagneranno il nuovo <strong>salario</strong><br />

minimo. Nel 2013, il Giura aveva accettato un’iniziativa<br />

a favore di «salari decenti» che non è ancora stata<br />

applicata. Il Ticino è seguito nel 2015. Questa vittoria <strong>del</strong><br />

Canton Neuchâtel apre una nuova strada a livello nazionale.<br />

Per saperne di più sul <strong>salario</strong> minimo:<br />

ihs.cgt.fr/IMG/pdf_diaporama_fige.pdf<br />

I salari elevati non sono necessariamente sinonimo di un<br />

maggior potere d’acquisto. Difatti, i sindacati sono riusciti<br />

a ottenere un lieve aumento dei salari più bassi (come<br />

mostra il grafico a pagina 12). Tuttavia, l’incremento degli<br />

affitti e dei premi <strong>del</strong>le casse malati hanno divorato tale<br />

aumento, e questo proprio nel caso dei premi più bassi.<br />

Infatti, per il benessere di una persona o di una famiglia<br />

non è decisivo a quanto ammonti il <strong>salario</strong>, bensì ciò che<br />

resta dopo la detrazione <strong>del</strong>le spese obbligate, come<br />

quelle relative alle casse malati. Ovvero quanto reddito resta<br />

realmente a disposizione. Prendendo spunto dai calcoli<br />

effettuati dall’USS, si constata come a beneficiare<br />

<strong>del</strong>l’incremento dei salari sia stato solo il 10% dei lavoratori<br />

con il miglior <strong>salario</strong>; per il restante 90% <strong>del</strong>la popolazione<br />

il reddito disponibile è risultato stagnante – o addirittura<br />

in calo.


Dossier<br />

Per mille franchi in più<br />

15<br />

Dal Canton Ticino, un risultato positivo.<br />

Mille franchi in più di <strong>salario</strong> per gli autisti<br />

dipendenti di una ditta di padroncini impiegati<br />

da un leader <strong>del</strong> servizio postale attivo anche<br />

a livello internazionale.<br />

Testo: Giovanni Valerio<br />

Questa è finalmente una bella notizia, per i lavoratori e per<br />

il sindacato. La storia di un successo: mille franchi in più<br />

di <strong>salario</strong>, in un cantone come il Ticino dove il <strong>lavoro</strong> è<br />

confrontato a fenomeni di dumping salariale. La vicenda<br />

è stata segnalata al sindacato dagli stessi lavoratori, autisti<br />

dipendenti di una ditta di «padroncini» impiegati da un<br />

importante operatore <strong>del</strong> servizio postale attivo anche a<br />

livello internazionale. Nella primavera di quest’anno, attraverso<br />

alcuni incontri con i rappresentanti di <strong>syndicom</strong><br />

Ticino e Moesano, è emerso che gli autisti ricevevano salari<br />

da 2500 a 3000 franchi per 12 mensilità. Il tutto senza<br />

un conteggio degli orari, senza rimborsi per i pasti o pause<br />

riconosciute: condizioni purtroppo presenti tra gli autisti<br />

dei cosiddetti «subcontractor», i «padroncini» che subappaltano<br />

servizi postali.<br />

Reagire a segnali non sempre incoraggianti<br />

La battaglia sindacale è stata combattuta anche facendo<br />

leva sul fatto che per il settore esiste un Contratto Collettivo<br />

di Lavoro, il CCL KEP & Mail, in vigore dal primo luglio<br />

2016. Forte di questo argomento, <strong>syndicom</strong> ha potuto confrontarsi<br />

con la ditta di «padroncini» prima a livello regionale<br />

e infine a livello nazionale con il grande operatore <strong>del</strong><br />

servizio postale. Il risultato è stato un successo: gli autisti<br />

hanno ottenuto un aumento fino a 1000 franchi netti<br />

mensili, pari a circa un quarto <strong>del</strong> loro vecchio <strong>salario</strong>. Nonostante<br />

questo risultato, i segnali che giungono dal settore<br />

in questi ultimi anni non sono incoraggianti.<br />

Un caso emblematico<br />

Marco Forte, segretario regionale Ticino e Moesano, fa notare<br />

che «purtroppo assistiamo sempre di più a questi fenomeni:<br />

aziende che si dichiarano sociali, firmano i CCL<br />

ma poi esternalizzano il servizio per risparmiare sulle condizioni<br />

di <strong>lavoro</strong>. Questo caso è emblematico: dopo che il<br />

sindacato è intervenuto, l’azienda si è ricordata di avere<br />

una responsabilità sociale ma soprattutto un’immagine<br />

da difendere e in poco tempo ha risolto la situazione e ha<br />

collaborato con il sindacato».<br />

Matteo Antonini, segretario centrale <strong>syndicom</strong>, sottolinea<br />

l’importanza di sviluppare lo strumento contrattuale:<br />

«Bisognerà imperativamente prevedere <strong>del</strong>le misure<br />

di controllo visto che dalla liberalizzazione <strong>del</strong> settore<br />

nel 2004 a oggi, la concorrenza è sempre e solo stata fatto<br />

verso il basso per quanto riguarda le condizioni di <strong>lavoro</strong>».<br />

Fotoreportage<br />

Le immagini relative a questo dossier sono state realizzate<br />

dal fotografo indipendente Yoshiko Kusano nella sala mensa<br />

<strong>del</strong>la tipografia Stämpfli (pagina 11), di Swisscom (copertina,<br />

pagine 13, 14 e 15) e nei locali <strong>del</strong>le consegne in bici Velokurier<br />

a Berna (pagine 3 e 8/9).<br />

Dedichiamo una parte importante <strong>del</strong>la nostra vita al <strong>lavoro</strong>.<br />

Anche quando siamo in pausa.<br />

Per saperne di più:<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/<strong>salario</strong><br />

yoshikokusano.ch


16<br />

Dalle<br />

professioni<br />

Un buon stipendio e<br />

<strong>del</strong> tempo libero sono<br />

un pezzo di civiltà. In<br />

più economicamente<br />

necessari.<br />

Ultimamente alcuni cervelli sono pervasi<br />

da idee risalenti al primo capitalismo<br />

che pensavamo essere superate<br />

da tempo. Come per esempio la teoria<br />

<strong>del</strong> «<strong>salario</strong> naturale» di Thomas Malthus<br />

(1766–1834). Il prete ed economista<br />

inglese affermava che lo stipendio<br />

giusto era quello che garantiva appena<br />

il minimo esistenziale.<br />

Oggi l’economia alla Uber ci sta riportando<br />

indietro ai tempi di Malthus<br />

a tutta velocità. E alcuni strateghi <strong>del</strong>le<br />

multinazionali flirtano di nuovo con il<br />

«<strong>salario</strong> di sussistenza». Gli economisti<br />

aziendali ci simpatizzano perché<br />

esso aumenta i profitti. A livello economico<br />

invece esso rappresenta una<br />

totale assurdità. Chi comprerà poi il<br />

prossimo iPhone?<br />

Ma come sindacati a noi sta a cuore<br />

un altro aspetto. In lunghe battaglie<br />

abbiamo lottato per la sicurezza sociale,<br />

per dei salari equi e più tempo<br />

libero. Dunque qui in ballo non ci<br />

sono solo i soldi, ma molto di più.<br />

Questa trilogia esprime dei diritti<br />

<strong>del</strong>l’uomo. Essa costituisce la base<br />

<strong>del</strong>la pace sociale e <strong>del</strong>la civiltà. Un’opportunità<br />

per un po’ di dignità ed<br />

emancipazione. È questo il nostro<br />

compito, che non abbiamo dimenticato,<br />

nemmeno là dove abbiamo ancora<br />

dei solidi CCL. (red)<br />

Ancora e sempre sulle piazze per battersi per condizioni di <strong>lavoro</strong> e salari più giusti. (© Margareta Sommer)<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/attualita<br />

SwissSign SA, un<br />

successo nella lotta<br />

all’esternalizzazione<br />

SwissSign SA è una nuova joint venture<br />

tra FFS e Posta. Finora SwissSign era<br />

integrata nel Contratto Collettivo di<br />

Lavoro di SPS. Ora, secondo la Posta<br />

questa joint venture non va più accompagnata<br />

e impostata nel senso <strong>del</strong> partenariato<br />

sociale, tant’è che il gigante<br />

giallo ne ha chiesto l’estrapolazione e<br />

una conseguente maggiore flessibilità<br />

dei dipendenti: tutto ciò in presenza di<br />

un orario di <strong>lavoro</strong> settimanale prolungato,<br />

meno ferie e giorni festivi.<br />

<strong>syndicom</strong> si è battuto con le unghie<br />

contro l’esternalizzazione e si è mostrato<br />

intransigente durante le trattative.<br />

Portando all’abbandono di questi<br />

desideri di outsourcing.<br />

Infatti i tentativi di aggirare le conquiste<br />

CCL attraverso le esternalizzazioni<br />

è di cattivo gusto e verrà sempre tenacemente<br />

combattuto da <strong>syndicom</strong>.<br />

(David Roth)


«Per <strong>syndicom</strong> è un passo molto importante estendere l’ambito di applicazione<br />

<strong>del</strong> CCL anche alle piattaforme elettroniche e poter partire da un <strong>salario</strong> minimo<br />

dignitoso» Daniel Münger<br />

17<br />

Autunno caldo<br />

nel settore logistico<br />

Negoziati salariali 2018, elezione <strong>del</strong><br />

consiglio di fondazione <strong>del</strong>la cassa<br />

pensione Posta, nuovo calcolo <strong>del</strong>l’orario<br />

di <strong>lavoro</strong> «My Time» per i postini,<br />

negoziazione <strong>del</strong> contratto collettivo<br />

di <strong>lavoro</strong> dei corrieri in bici: ecco solo<br />

un assaggio dei temi scottanti e super<br />

attuali che rendono il <strong>lavoro</strong> nel settore<br />

logistico molto appassionante ma<br />

anche molto impegnativo. Questa varietà<br />

richiede un impegno a 360 gradi<br />

da parte <strong>del</strong> personale di <strong>syndicom</strong> e<br />

di tutti i nostri fiduciari nelle aziende.<br />

Riguardo alle trattative salariali, noi<br />

tutti dobbiamo fare uno sforzo speciale.<br />

Infatti non si tratta solo <strong>del</strong> puro<br />

importo <strong>del</strong>la massa salariale, ma anche<br />

<strong>del</strong>la sua distribuzione equa. Per i<br />

postini ci sono grossi cambiamenti<br />

nella registrazione <strong>del</strong>l’orario di <strong>lavoro</strong>.<br />

Il poco amato sistema AZB viene<br />

sostituito da «My Time». Dopo negoziati<br />

durati lunghi mesi, finalmente<br />

questo sistema entra nella fase sperimentale.<br />

Osserveremo da vicino se la<br />

trasparenza e la comprensibilità sono<br />

in linea con le nostre esigenze.<br />

Lo stato <strong>del</strong>le trattative CCL viene<br />

attualmente presentato da <strong>syndicom</strong><br />

in varie sedi a membri esistenti e futuri.<br />

Per <strong>syndicom</strong> è un passo molto<br />

importante estendere l’ambito di applicazione<br />

<strong>del</strong> CCL anche a piattaforme<br />

elettroniche e poter partire da<br />

un <strong>salario</strong> minimo dignitoso.<br />

Daniel Münger è membro <strong>del</strong> Comitato Direttivo<br />

e responsabile <strong>del</strong> Settore Logistica.<br />

Quando le differenze regionali<br />

portano a trattamenti diversi<br />

Ad AutoPostale, lavorare in una regione o in un’altra fa la differenza.<br />

Anche nell’applicazione dei regolamenti, ad esempio sulle<br />

pause o sui servizi di picchetto. <strong>syndicom</strong> vuole ottenere un’armonizzazione<br />

<strong>del</strong>le regole e rafforzare il ruolo <strong>del</strong>le commissioni<br />

<strong>del</strong> personale, fondamentale per un buon ambiente di <strong>lavoro</strong>.<br />

In passato è accaduto varie volte che<br />

AutoPostale scaricasse alle regioni<br />

l’applicazione <strong>del</strong>la legge e <strong>del</strong>le disposizioni<br />

CCL. Le regioni in questione<br />

hanno eseguito questo compito<br />

in maniera molto diversa. Le conseguenze<br />

sono state differenze, anche<br />

grandi, nell’applicazione che sussistono<br />

tuttora e che portano a una disparità<br />

di trattamento dei lavoratori<br />

presso AutoPostale.<br />

Come per esempio la disposizione<br />

CCL sul tempo di disdetta accorciato<br />

per turni pianificati, che a livello regionale<br />

è stata aggirata tramite picchetti<br />

non retribuiti. Questa costituisce<br />

una chiara violazione <strong>del</strong> CCL.<br />

Sono anche stati prestati servizi di picchetto<br />

che non sono nemmeno consentiti<br />

per il personale conducente di<br />

AutoPostale.<br />

Armonizzare le regole<br />

Ora <strong>syndicom</strong> cerca di mettere dei paletti<br />

a livello nazionale e di precisare le<br />

disposizioni già esistenti nel CCL in<br />

modo da ottenere un’armonizzazione<br />

tra le varie regioni. Allo stesso tempo<br />

vogliamo rafforzare le commissioni<br />

<strong>del</strong> personale (CoPe) con offerte specifiche<br />

di perfezionamento rimanendo<br />

a loro disposizione come punto di riferimento<br />

per tutte le domande attorno<br />

alla normativa e all’applicazione <strong>del</strong><br />

CCL. Infatti sono proprio le disposizioni<br />

contenute nella legge sulla durata<br />

<strong>del</strong> <strong>lavoro</strong> (LDL) che affidano alle<br />

CoPe di AutoPostale un ruolo decisivo.<br />

Il datore di <strong>lavoro</strong> è obbligato ad ascoltare<br />

il personale prima <strong>del</strong>la definitiva<br />

fissazione dei piani di servizio e ripartizioni<br />

<strong>del</strong> servizio. Senza il consenso<br />

<strong>del</strong> personale non possono né essere<br />

prolungati turni, né accorciate pause o<br />

cancellate indennità.<br />

I capi che pensano in maniera responsabile<br />

già da tempo hanno riconosciuto<br />

che una forte CoPe è il fondamento<br />

di un buon clima aziendale.<br />

Perché quando i dipendenti si sentono<br />

ben rappresentati, essi s’identificano<br />

con il proprio datore di <strong>lavoro</strong>,<br />

mostrano una maggiore autoresponsabilità<br />

e s’impegnano di più nel <strong>lavoro</strong><br />

di ogni giorno. (Sheila Winkler)<br />

I bus gialli circolano in tutta la Svizzera, ma le condizioni salari sono diverse. (© Die Post)<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/servizi-postali-e-finanziari/autopostale-svizzera-sa/


18<br />

Dalle<br />

professioni<br />

Nei negoziati salariali, si dovrà tenere conto anche<br />

<strong>del</strong>l’inflazione nascosta <strong>del</strong>l’aumento <strong>del</strong>la cassa malati.<br />

Posta: più <strong>salario</strong><br />

ed equa distribuzione<br />

Il mandato <strong>del</strong>la conferenza di settore è chiaro: ottenere il 2%<br />

in più di <strong>salario</strong> e un equo meccanismo di distribuzione. Soltanto<br />

quando avremo un sistema chiaro e trasparente per gli aumenti<br />

salariali si potrà parlare di successo.<br />

La qualità <strong>del</strong> servizio dipende anche dalla soddisfazione <strong>del</strong> salariato. (© <strong>syndicom</strong>))<br />

Il mandato <strong>del</strong>la conferenza di settore<br />

è molto chiaro: servono 2 percento di<br />

<strong>salario</strong> in più e ci vuole finalmente un<br />

sistema che distribuisca equamente<br />

gli aumenti salariali. Altrimenti si<br />

rischia una perdita <strong>del</strong> potere d’acquisto<br />

visto che il rincaro reale ad oggi<br />

viene calcolato senza i premi cassa<br />

malati.<br />

Dunque l’aumento degli stipendi e<br />

con ciò l’aumento o almeno il mantenimento<br />

<strong>del</strong> potere d’acquisto rimane<br />

il compito principale di un sindacato.<br />

Dobbiamo preoccuparci affinché i lavoratori<br />

a fine giornata abbiano più<br />

soldi in tasca, ma dobbiamo focalizzare<br />

anche sempre di più sulla questione<br />

degli aumenti salariali e che la<br />

loro distribuzione venga poi anche<br />

applicata come concordato. L’anno<br />

scorso abbiamo ottenuto un aumento<br />

individuale e uno generale. Questo è<br />

più che giusto, perché tutti hanno contribuito<br />

ai risultati positivi <strong>del</strong>la Posta.<br />

Tuttavia l’aumento si sente meno nel<br />

portafoglio ma più nella cassa pensione,<br />

dove il datore di <strong>lavoro</strong> ora versa<br />

più contributi. Questo è un aumento<br />

di cui approfittano soprattutto i dipendenti<br />

parttime e giovani.<br />

Il prossimo obiettivo deve essere<br />

ridurre la distribuzione ingiusta all’interno<br />

<strong>del</strong>le classi di stipendio. Innanzitutto<br />

va trovato un meccanismo con<br />

il quale possiamo rilevare (e diminuire)<br />

queste ingiustizie sistematiche.<br />

Su questa base poi potremo studiare<br />

un sistema che preservi anche i superiori<br />

da distribuzioni difficili e dunque<br />

spesso arbitrarie degli aumenti<br />

salariali.<br />

Solo quando avremo un sistema<br />

dove l’aumento <strong>del</strong>la massa salariale<br />

totale <strong>del</strong>la Posta funziona secondo<br />

un meccanismo chiaro e trasparente<br />

potremo parlare di un successo.<br />

La conferenza di settore nel suo<br />

mandato negoziale ha ribadito che il<br />

chiaro obiettivo per le prossime trattative<br />

salariali sono 2 percento in più di<br />

<strong>salario</strong> e un equo meccanismo di<br />

distribuzione.<br />

Nei negoziati salariali i datori di<br />

<strong>lavoro</strong> spesso negano degli aumenti<br />

salariali adducendo l’assenza d’inflazione.<br />

Questo ce lo sentiremo dire anche<br />

nei prossimi mesi. Ma qui sussiste<br />

un errore di costruzione nel calcolo<br />

ufficiale <strong>del</strong> rincaro. In questo calcolo<br />

per esempio non sono inclusi i premi<br />

in continuo aumento <strong>del</strong>le casse malati.<br />

È arrivata l’ora di effettuare dei<br />

calcoli reali.<br />

Per saperne di più: <strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/<br />

logistica<br />

PostFinance perde il<br />

treno <strong>del</strong> digitale. Ma a<br />

pagare è ancora una<br />

volta solo il personale<br />

Victoria è un nome accattivante, scelto<br />

perché infonde forza, vigore, positività.<br />

Con questo nome, PostFinance<br />

sta attualmente procedendo a enormi<br />

cambiamenti. Ma sono in pochi a cantare<br />

vittoria. Sono appena state comunicate<br />

infatti le chiusure <strong>del</strong>le sedi<br />

di San Gallo, Kriens e Münchenstein.<br />

250 dipendenti rischiano una disdetta<br />

a causa <strong>del</strong>la modifica <strong>del</strong> contratto di<br />

<strong>lavoro</strong> e 120 verranno trasferiti con<br />

massicce riduzioni salariali. PostFinance<br />

sta attuando un classico dumping<br />

salariale, aggirando il CCL. L’azienda<br />

vuol inseguire il treno <strong>del</strong>la<br />

digitalizzazione ma si dimentica di far<br />

salire a bordo anche il personale.<br />

Affrontare il futuro insieme<br />

Con la scusa <strong>del</strong>la digitalizzazione<br />

vengono effettuate manovre molto<br />

brusche. Ma questa rivoluzione non<br />

arriva mica all’improvviso: essa è infatti<br />

in atto da anni. La direzione di PostFinance<br />

non ha discusso tempestivamente<br />

con il personale e i sindacati<br />

<strong>del</strong>le conseguenze di questi sviluppi e<br />

non ha previsto <strong>del</strong>le misure per attutire<br />

questi effetti. Qualcosa dovrà cambiare<br />

in futuro. Come afferma <strong>syndicom</strong>,<br />

la digitalizzazione va affrontata e<br />

gestita efficacemente insieme con i<br />

sindacati.<br />

Non abbandoniamo nessuno<br />

<strong>syndicom</strong> ha organizzato <strong>del</strong>le assemblee<br />

in tutte le sedi coinvolte per<br />

procedere a una consultazione e ha ricevuto<br />

dall’organico il mandato ad<br />

esprimersi a suo nome. La mobilitazione<br />

sta andando a gonfie vele – noi<br />

di <strong>syndicom</strong> non abbandoniamo nessuno.<br />

(Roland Lamprecht)<br />

Roland Lamprecht è segretario centrale<br />

<strong>del</strong> Settore Logistica


«Soltanto un CCL con salari minimi potrebbe aiutare il settore <strong>del</strong>la stampa<br />

nonostante la crisi economica e la trasformazione strutturale» Stephanie Vonarburg<br />

19<br />

Stipendi dei<br />

giornalisti:<br />

meritiamo di più<br />

Il Codice <strong>del</strong>le obbligazioni menziona<br />

la parola Contratto Collettivo di Lavoro<br />

oltre 50 volte. Da questo emerge<br />

chiaramente il ruolo fondamentale<br />

che riveste il CCL in Svizzera: tutti i<br />

membri <strong>del</strong>le associazioni, sia dei datori<br />

di <strong>lavoro</strong> sia dei lavoratori, s’impegnano<br />

a regolare le condizioni di <strong>lavoro</strong><br />

di un determinato settore in un<br />

contratto negoziato collettivamente.<br />

Fa parte di questo nucleo essenziale<br />

anche lo stipendio, e per i giornalisti<br />

liberi professionisti, che in genere valgono<br />

come lavoratori non autonomi,<br />

l’onorario. Perché la retribuzione garantisce<br />

un adeguato sostentamento<br />

vitale dei salariati. E in più ha una<br />

grossa influenza sulla situazione finanziaria<br />

durante la vecchiaia. Dunque<br />

vale la pena approfondire l’argomento.<br />

Durante il vuoto contrattuale<br />

nei media privati, che vige ormai da<br />

troppo tempo, sono peggiorati gli stipendi<br />

e soprattutto gli onorari dei<br />

freelance. Sondaggi sui salari come<br />

quello condotto nel commercio librario<br />

(vedi sotto) lo dimostrano: solo un<br />

CCL con salari minimi aiuta un settore<br />

a far evolvere i salari nonostante la<br />

crisi economica e la trasformazione<br />

strutturale. Dunque anche nei media<br />

vale soprattutto una cosa: bisogna tematizzare<br />

maggiormente la questione<br />

degli stipendi. Ed è ciò che faremo in<br />

occasione <strong>del</strong>le prossime trattative<br />

CCL nel settore <strong>del</strong>la stampa.<br />

Stephanie Vonarburg è segretario centrale <strong>del</strong><br />

settore Press e media elettronici.<br />

Aumenti salariali grazie al CCL<br />

Un ampio sondaggio condotto tra i librai <strong>del</strong>la Svizzera tedesca<br />

dimostra che gli aumenti salariali sono stati applicati soltanto<br />

laddove richiesto dal Contratto Collettivo di Lavoro.<br />

Dieci anni fa <strong>syndicom</strong> (allora ancora<br />

come sindacato dei media comedia)<br />

ha fatto analizzare i salari nel commercio<br />

dei libri <strong>del</strong>la Svizzera tedesca.<br />

L’obiettivo <strong>del</strong>lo studio di quest’anno<br />

era quello di mettere a confronto la situazione<br />

salariale nel commercio dei<br />

libri <strong>del</strong>la Svizzera tedesca con la situazione<br />

<strong>del</strong> 2007, ovvero dieci anni<br />

dopo l’ultimo studio salariale. Questo<br />

non da ultimo perché per le annuali<br />

negoziazioni salariali serve una base<br />

più attuale su cui basarsi per motivare<br />

le richieste sindacali. Un’impresa non<br />

facile, soprattutto per quanto riguarda<br />

il commercio dei libri, un settore in<br />

profonda crisi sin dal respingimento<br />

<strong>del</strong>la richiesta di introduzione <strong>del</strong><br />

prezzo unico dei libri e a causa <strong>del</strong><br />

franco forte, ma soprattutto <strong>del</strong>lo strapotere<br />

dei giganti <strong>del</strong> commercio<br />

online come Amazon. I risultati <strong>del</strong>lo<br />

studio di quest’anno mostrano nel<br />

confronto con l’ultimo studio salariale<br />

che gli accordi salariali negoziati<br />

da <strong>syndicom</strong> con l’SBVV hanno avuto<br />

un effetto diretto in particolare nei<br />

primi anni di professione.<br />

Negli ultimi 10 anni il 60% dei lavoratori<br />

non ha però ottenuto alcun aumento<br />

salariale; gli stipendi dei collaboratori<br />

di lungo corso sono stati<br />

fermi, poiché oltre alla compen sazione<br />

<strong>del</strong> rincaro ottenuta con i negoziati<br />

salariali <strong>del</strong> 2008, 2009 e 2011<br />

(totale 3,2%) la maggior parte dei lavoratori<br />

<strong>del</strong> settore non ha ottenuto altro.<br />

Segnali di numerosi adeguamenti<br />

salariali su base individuale, spesso<br />

usati come argomentazione contro un<br />

aumento generale dei salari, non possono<br />

essere rilevati nell’ambito <strong>del</strong>l’analisi.<br />

Combattere la stagnazione<br />

Dalle informazioni <strong>del</strong>lo studio salariale<br />

raccolte <strong>syndicom</strong> conclude che è<br />

solo grazie ai salari minimi <strong>del</strong> CCL e<br />

ai round di negoziazioni annuali condotti<br />

tra il 2007 e il 2017 che si è in genere<br />

registrato uno sviluppo salariale<br />

nel settore. Si aggiunge che i salari minimi<br />

vengono sensibilmente superati<br />

solo dopo oltre 10 anni presso la stessa<br />

libreria o non prima dei 35 anni. Ne<br />

consegue che per ottenere uno sviluppo<br />

salariale continuativo è necessaria<br />

l’introduzione di ulteriori salari<br />

minimi, ad esempio, dal settimo e decimo<br />

anno di servizio. Nelle prossime<br />

negoziazioni <strong>del</strong> CCL ci impegneremo<br />

a tal fine. (Roland Kreuzer)<br />

I salari <strong>del</strong> settore librario sono ancora bassi e salgono troppo poco. (© <strong>syndicom</strong>, yves sancey)<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/libri


20<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«L’etica degli esseri umani deve valere<br />

anche per le Intelligenze Artificiali» Giorgio Pardini<br />

Il calo dei salari fa il gioco<br />

dei populisti di destra<br />

Una ricerca negli USA dimostra che gli stipendi sono in calo da<br />

decenni. Una discesa sociale significa risentimento. Dunque non<br />

c’è da meravigliarsi che i populisti di destra stiano riscuotendo<br />

questo grande successo.<br />

Protesta sindacale a Detroit: la ripresa economica è ancora apparenza. (© Keith DouglasAlamy Stock Foto)<br />

Nel 1973 un lavoratore statunitense a<br />

tempo pieno guadagnava in media<br />

54 030 dollari l’anno. Nel 2016 erano<br />

ancora soltanto 51 640 dollari, al netto<br />

<strong>del</strong>l’inflazione. Dunque il reddito medio<br />

è calato di 2390 dollari. Questo articolo<br />

<strong>del</strong> New York Times si basa su<br />

una nuova ricerca che ha paragonato i<br />

redditi da <strong>lavoro</strong> reali, di una vita, di<br />

diverse centinaia di milioni di americani<br />

tra il 1957 e il 2013.<br />

Questa ricerca dimostra che, fino<br />

alla seconda metà degli Anni Sessanta,<br />

il reddito lavorativo medio a vita percepito<br />

dagli uomini tra il loro 25° e 55°<br />

anno di età è salito di classe in classe.<br />

Dall’avvento <strong>del</strong> neoliberalismo alla<br />

fine degli Anni Sessanta questo processo<br />

di crescita si è arrestato. Da allora<br />

i redditi sono in calo di classe in<br />

classe. Per un quinto dei lavoratori la<br />

situazione è migliorata. In combinazione<br />

con l’aumento <strong>del</strong>l’occupazione<br />

a tempo pieno, i redditi <strong>del</strong>le famiglie<br />

negli USA sono aumentati nelle statistiche<br />

ufficiali.<br />

Dunque nessuno si meraviglia se<br />

tanti americani diffidano <strong>del</strong>le statistiche<br />

ufficiali. Chi di anno in anno ha<br />

sempre meno per campare e non vede<br />

prospettive per i propri figli perde la<br />

fiducia nella politica e nelle autorità e<br />

diventa incline alle richieste di tipo<br />

populista. Alcuni tendono più verso<br />

un populismo di sinistra, che negli<br />

USA viene personificato da Bernie<br />

Sanders. Ma ancora di più ne approfittano<br />

movimenti populisti di destra<br />

che ruotano attorno alla presidenza<br />

Trump.<br />

Ora i populisti di destra potrebbero<br />

pensare che basta abbassare gli<br />

stipendi per vincere le elezioni. Magari<br />

la ricetta può anche funzionare<br />

per un certo periodo. Ma la storia ci<br />

insegna che alla fine ne usciremo tutti<br />

perdenti. Infatti dal populismo di destra<br />

al radicalismo di destra è un attimo.<br />

E alla fine di questi sviluppi rimarremo<br />

con in mano un pugno di<br />

cenere.<br />

Ecco perché chi vuole mantenere e<br />

diffondere dei valori da generazione<br />

in generazione dovrebbe allearsi con i<br />

sindacati. Infatti finché i redditi soddisfano<br />

più o meno le persone e offrono<br />

loro <strong>del</strong>le prospettive il populismo<br />

non ha chance di attecchire.<br />

(Franz Schori)<br />

Per saperne di più: confrontingpoverty.org<br />

Trasparenza<br />

nell’Intelligenza<br />

Artificiale<br />

Chi oggi si vuole informare sulle prestazioni<br />

di PostFinance sul suo sito<br />

web incontra un assistente digitale.<br />

Questo accoglie il cliente con gentilezza:<br />

«Buongiorno, io sono il suo assistente<br />

digitale... e sono in continua<br />

formazione. Come posso aiutarla?».<br />

Siamo in dialogo con una macchina,<br />

digitiamo la nostra domanda e riceviamo<br />

una risposta professionale alla<br />

velocità <strong>del</strong>la luce. Eccola l’intelligenza<br />

artificiale applicata (IA), in<br />

gergo tecnico chiamata Chatbot. Con<br />

le nostre domande rivolte all’IA essa<br />

impara di continuo e amplifica così la<br />

sua «conoscenza». Nella nostra quotidianità<br />

incontriamo l’IA sempre più<br />

spesso, consapevolmente o inconsapevolmente.<br />

Il confine tra le opportunità<br />

e i rischi legati all’IA è sottilissimo.<br />

Quando l’IA viene impiegata in<br />

maniera opportuna per tutelare i dipendenti<br />

e per aumentare la produttività<br />

sicuramente prevalgono gli aspetti<br />

positivi. Ma questo presuppone una<br />

trasparenza nell’impiego di IA affinché<br />

sappiamo con chi abbiamo a che<br />

fare. Inoltre bisogna trovare le risposte<br />

alla domanda centrale su che base<br />

l’IA prende le decisioni. Questo processo<br />

decisionale va «tracciato» per essere<br />

ricostruibile. Perché l’etica sulla<br />

quale si basa l’agire morale che vale<br />

per l’essere umano deve valere anche<br />

per l’IA.<br />

Giorgio Pardini è membro <strong>del</strong> Comitato Direttivo<br />

e responsabile <strong>del</strong> Settore ITC


Tutti i soci <strong>syndicom</strong> dispongono di 5 giorni di congedo per partecipare<br />

a conferenze sindacali e di 3 giorni retribuiti per la formazione sindacale.<br />

21<br />

La sede di Sunrise di notte: al di fuori <strong>del</strong>l’orario di <strong>lavoro</strong> concordato, i dipendenti Sunrise non devono più essere reperibili. (© Bruno Helbling)<br />

Disposizioni sulla digitalizzazione<br />

nel nuovo contratto Sunrise<br />

Con il contratto collettivo di <strong>lavoro</strong> (CCL) appena rinnovato<br />

con Sunrise, <strong>syndicom</strong> è riuscito a piantare i primi paletti sulla<br />

digitalizzazione <strong>del</strong> mondo <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong>. Perché soltanto regole<br />

nate e studiate all’interno di un partenariato sociale consentono<br />

di iniettare subito una giusta dose di responsabilità sociale alla<br />

digitalizzazione <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong>. Altrimenti si rischia che il progresso<br />

avvenga sulla pelle dei lavoratori.<br />

Ora vogliamo esportare anche in altri<br />

CCL ciò che è accaduto per la prima<br />

volta nella costruttiva partnership sociale<br />

con Sunrise. Come per esempio il<br />

diritto a staccare la spina: la crescente<br />

flessibilizzazione <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong> aumenta<br />

il carico fisico sul posto <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong>. Soprattutto<br />

chi è collegato al <strong>lavoro</strong> attraverso<br />

apparecchiature tecniche fa<br />

fatica a «staccare» e a riposare. E siccome<br />

anche a Sunrise sta a cuore il<br />

tempo di riposo dei suoi dipendenti,<br />

essa è stata subito disposta a discutere<br />

con noi nuove soluzioni al tavolo <strong>del</strong>le<br />

trattative. Grazie a questo CCL, i dipendenti<br />

di Sunrise ora hanno il diritto<br />

di «staccare la spina». Essi non<br />

devono più essere reperibili per il datore<br />

di <strong>lavoro</strong> al di fuori <strong>del</strong>l’orario di<br />

<strong>lavoro</strong> concordato.<br />

Nell’economia digitale, le esigenze<br />

richieste dal mondo <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong> possono<br />

cambiare alla velocità <strong>del</strong>la luce.<br />

Ecco perché anche le associazioni professionali<br />

sottolineano sempre di più<br />

l’importanza di un apprendimento a<br />

vita. Sunrise è il primo partner sociale<br />

di <strong>syndicom</strong> a essersi mostrato aperto<br />

a rafforzare la formazione e il perfezionamento<br />

dei propri dipendenti nel<br />

CCL. D’ora in poi questi ultimi godono<br />

di un esplicito diritto alla formazione<br />

e all’aggiornamento. In questo modo<br />

siamo riusciti a rigirare la frittata. In<br />

futuro infatti saranno i superiori che<br />

devono motivare perché nel caso singolo<br />

non vogliono concedere un perfezionamento<br />

che favorisce la capacità<br />

di stare sul mercato <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong>.<br />

Per i membri <strong>del</strong> comitato aziendale<br />

<strong>syndicom</strong> a Sunrise riveste un’enorme<br />

importanza l’ampia tutela contro<br />

il licenziamento. Inoltre tutti i<br />

membri <strong>syndicom</strong> attivi dispongono<br />

di cinque giorni di congedo retribuito<br />

per partecipare a conferenze sindacali<br />

e di tre giorni retribuiti per la loro formazione<br />

sindacale. Anche la conciliabilità<br />

tra famiglia e <strong>lavoro</strong> diventa<br />

sempre più importante. Nel nuovo<br />

CCL Sunrise sono stati prolungati sia<br />

il congedo di maternità sia quello di<br />

paternità. In più i genitori che lavorano<br />

a Sunrise ricevono un sostegno<br />

per la custodia dei loro bambini.<br />

Con queste novità <strong>del</strong> suo CCL,<br />

Sunrise si è assunta responsabilmente<br />

il suo ruolo di datore di <strong>lavoro</strong>. Noi<br />

siamo convinti che altre aziende seguiranno<br />

questo esempio. Così potremo<br />

contribuire passo dopo passo a<br />

una trasformazione digitale <strong>del</strong><br />

mondo <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong> che avvenga con responsabilità<br />

sociale e che venga di<br />

conseguenza anche condivisa e supportata<br />

dai lavoratori. (Christian Capacoel)<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/telecom


22 Politica<br />

<strong>syndicom</strong> sulla<br />

rampa di lancio<br />

Daniel Münger (56 anni) è<br />

responsabile <strong>del</strong> Settore<br />

Logistica dal 2015. Il Comitato<br />

Centrale l’ha proposto<br />

alla presidenza di <strong>syndicom</strong>.<br />

Tecnico di telecomunicazioni<br />

e direttore lavori nell’edilizia,<br />

lavora in ambito<br />

sindacale dal 1996 e dal 2009<br />

come segretario centrale<br />

<strong>syndicom</strong> nel settore ICT.<br />

Intervista: Bo Humair<br />

Foto: Sam Buchli<br />

I sindacati sono creature viventi.<br />

Dunque cambiano. <strong>syndicom</strong> dal<br />

2010 si è trasformato in sindacato<br />

<strong>del</strong>la rete e dei media. Con tutti<br />

gli sconvolgimenti e i successi che<br />

accompagnanoun processo <strong>del</strong> genere.<br />

Oggi la trasformazione digitale,<br />

che sta assumendo sempre più<br />

la forma di una quarta rivoluzione<br />

industriale, ci costringe verso un<br />

nuovo e intenso orientamento strategico.<br />

Daniel Münger, membro <strong>del</strong><br />

comitato direttivo, ne descrive i contorni.<br />

<strong>syndicom</strong>: Lei di recente ha affermato<br />

che il nostro sindacato è sulla<br />

rampa di lancio... ma per andare<br />

dove esattamente?<br />

Daniel Münger: Negli ultimi tempi<br />

ci siamo occupati troppo spesso<br />

di noi stessi. Ora basta. Il sindacato<br />

deve tornare là nei luoghi ai quali<br />

appartiene. Questo ci costerà qualche<br />

sforzo. Ma siamo sulla retta<br />

via...<br />

Dunque un ritorno ai fondamenti<br />

sindacali?<br />

Non solo. Noi siamo l’organizzazione<br />

dei lavoratori <strong>del</strong>la logistica,<br />

<strong>del</strong>l’ICT, <strong>del</strong>la stampa. I lavoratori<br />

creano il valore, il benessere. Dunque<br />

è giusto che essi possano coimpostare<br />

i loro rapporti di <strong>lavoro</strong>.<br />

In questo senso siamo un’autorganizzazione.<br />

Come partner sociali<br />

in diversi settori e aziende dobbiamo<br />

garantire contratti collettivi<br />

di <strong>lavoro</strong>, buoni salari, condizioni<br />

eque e molto altro. Questo lo facciamo<br />

ogni giorno, è il nostro pane<br />

quotidiano. Ma oltre a questo i lavoratori<br />

devono avere un’importante<br />

voce in capitolo quanto all’impostazione<br />

<strong>del</strong> futuro. Siamo approdati<br />

nell’era digitale. Questa quarta<br />

rivoluzione industriale cambierà il<br />

nostro <strong>lavoro</strong> e il nostro modo di<br />

vivere. Ma siamo ai suoi inizi e il<br />

fenomeno è ancora plasmabile.<br />

Ecco perché per i lavoratori è decisivo<br />

partecipare attivamente a questa<br />

trasformazione digitale.<br />

Ma che cosa può essere co­impostato?<br />

La digitalizzazione non viene<br />

spinta solo dal progresso tecnico?<br />

Certo, la tecnologia è un importante<br />

motore. Ma è sbagliata l’idea secondo<br />

cui la necessità tecnologica<br />

determini da sola come dovremo<br />

lavorare e vivere in futuro. Coloro<br />

che decidono dove s’investe agiscono<br />

in base a criteri prettamente<br />

economici...<br />

Cioè si fa soltanto quello che<br />

porta profitto?<br />

Esatto. E questo significa due cose:<br />

innanzitutto che si digitalizza in<br />

primis dove si può risparmiare in<br />

breve tempo, dunque nel <strong>lavoro</strong>.<br />

Sono a rischio molti impieghi. Noi<br />

di <strong>syndicom</strong> abbiamo vissuto l’effetto<br />

distruttivo <strong>del</strong>la digitalizzazione<br />

sui posti di <strong>lavoro</strong>, in quanto<br />

essa è già implementata da molti<br />

anni nella stampa e nei media. In<br />

secondo luogo in questa maniera<br />

si perdono le molte opportunità<br />

che invece offre la digitalizzazione.<br />

Vorrei approfondire: a quali<br />

chance si riferisce?<br />

È importante vedere le possibilità<br />

per renderle possibili. Uno sconvolgimento<br />

tecnico-economico come<br />

la digitalizzazione può portare a una<br />

società dove gli alti incrementi di<br />

produttività attesi possono essere<br />

sfruttati per accorciare l’orario di<br />

<strong>lavoro</strong>, dove lavori pesanti o noiosi<br />

possono essere eseguiti dalle macchine<br />

e dove gli esseri umani hanno<br />

più tempo libero e la possibilità di<br />

aggiornarsi e di svilupparsi. Il <strong>lavoro</strong><br />

4.0, come noi lo chiamiamo, può<br />

liberarci da molte costrizioni. Ma<br />

potrebbe condurci anche verso una<br />

società impoverita di lavoratori a<br />

domicilio senza contratti di <strong>lavoro</strong> e<br />

CCL corretti, senza tutela lavorativa<br />

e senza solidarietà. Verso una totale<br />

uberizzazione quindi, con molti<br />

finti indipendenti, che lavorano su<br />

chiamata, mal retribuiti e che non<br />

sanno più cosa sia la sicurezza sociale.


«La digitalizzazione può liberarci da molte costrizioni. Ma potrebbe condurci anche verso<br />

una società impoverita di lavoratori a domicilio senza contratti di <strong>lavoro</strong> e CCL corretti,<br />

senza tutela lavorativa e senza sicurezza sociale. (...) Dobbiamo perciò batterci a favore di<br />

una digitalizzazione migliore, più sociale».<br />

23<br />

«La forza di un<br />

sindacato sono<br />

i suoi soci, i<br />

suoi fiduciari,<br />

la democrazia<br />

interna e la sua<br />

coesione»<br />

Ad oggi sembrerebbe prevalere<br />

lo scenario pessimista. Da diverso<br />

tempo i datori di <strong>lavoro</strong> cercano<br />

di sconfinare con l’orario di <strong>lavoro</strong><br />

e di ammorbidire i contratti.<br />

Questo succede se lasciamo queste<br />

importanti decisioni in mano agli<br />

azionisti e ai politici. Ma non se<br />

lottiamo decisi a favore di una digitalizzazione<br />

migliore, più sociale.<br />

Perché noi possiamo. Abbiamo già<br />

elaborato le prime proposte. Come<br />

per esempio la costituzione di un<br />

diritto al <strong>lavoro</strong> e il contratto di<br />

<strong>lavoro</strong> universale. Noi chiediamo<br />

il controllo <strong>del</strong> taylorismo digitale<br />

sul posto di <strong>lavoro</strong>. Un diritto a<br />

un apprendimento a vita. E un servizio<br />

digitale pubblico.<br />

La digitalizzazione dunque trasforma<br />

anche il sindacato: <strong>syndicom</strong><br />

allarga il suo mandato sindacale?<br />

Non esiste alternativa. I lavoratori<br />

e le loro organizzazioni devono inserirsi<br />

nel dibattito sociale. D’altronde<br />

si tratta di come vivremo e come<br />

lavoreremo. Una buona digitalizzazione<br />

ha bisogno di una trattativa<br />

comune, di un accordo tra i partner<br />

sociali e di un’autorità pubblica<br />

forte e condottiera. Vanno garantiti<br />

e rafforzati i diritti dei lavoratori.<br />

Nei prossimi anni andranno rinegoziati<br />

diversi contratti collettivi di<br />

<strong>lavoro</strong>. E sul tavolo <strong>del</strong>le trattative<br />

porremo le nostre rivendicazioni<br />

riguardo al <strong>lavoro</strong> 4.0. Ma al di là di<br />

questo, vogliamo aumentare la pressione<br />

pubblica e politica riguardo ai<br />

nostri obiettivi. Personalmente mi<br />

aspetto grossi conflitti attorno all’orario<br />

di <strong>lavoro</strong>, alla sovranità sui<br />

dati e al contratto di <strong>lavoro</strong>. Ma noi<br />

ci stiamo attrezzando.<br />

Ce la farà <strong>syndicom</strong> ad avere<br />

la meglio? Quello che sta accadendo<br />

agli uffici postali per esempio<br />

ci rende poco fiduciosi.<br />

Si starà a vedere. La nostra campagna<br />

sta avendo successo. Ora anche<br />

il Parlamento ritiene ci sia un’urgente<br />

necessità d’agire, e questo è<br />

un risultato <strong>del</strong>la nostra campagna.<br />

Noi vogliamo mantenere più uffici<br />

postali possibili. Perché la rete degli<br />

uffici postali rappresenta il futuro<br />

<strong>del</strong>la Posta in un mondo digitalizzato<br />

e noi vogliamo che la struttura<br />

sia così forte da avere vita lunga.<br />

Dire solo di no porta ad esternalizzazioni<br />

o a una lenta morte. Il nostro<br />

obiettivo è che la Posta sviluppi<br />

il suo futuro con noi, insieme ai<br />

lavoratori.<br />

Come si prepara <strong>syndicom</strong> ai<br />

conflitti che l’aspettano? O meglio:<br />

che cosa c’è nel programma <strong>del</strong><br />

presidente designato?<br />

<strong>syndicom</strong> vincerà se coinvolgiamo<br />

maggiormente nei processi decisionali<br />

tutti gli organi e tutti i partecipanti.<br />

Vogliamo che più iscritti<br />

possibili partecipino allo sviluppo<br />

dei nostri obiettivi, <strong>del</strong>le nostre<br />

strategie e azioni. La prima forza di<br />

un sindacato sono i suoi affiliati, i<br />

suoi fiduciari, la democrazia interna<br />

e la sua coesione. Io chiamo il sindacato<br />

una «autorganizzazione dei<br />

lavoratori». È proprio questo il<br />

punto. E oggi una grossa maggioranza<br />

<strong>del</strong>le persone <strong>del</strong>l’apparato<br />

professionale di <strong>syndicom</strong> la vede<br />

alla stessa maniera.<br />

Un sindacato è forte se conta molti<br />

soci. Cosa direbbe a un uomo o<br />

a una donna con alte qualifiche<br />

per coinvolgerli nel sindacato?<br />

Prima nei sindacati si scontravano<br />

i colletti blu contro i colletti bianchi,<br />

ovvero gli operai contro gli impiegati.<br />

Tempi passati! Ora le differenze<br />

non sono più così nette.<br />

Anche chi gode di una qualifica più<br />

alta infatti è continuamente esposto<br />

a richieste mutevoli, nuovi profili<br />

professionali, ristrutturazioni e<br />

trasformazioni, cambio di professione,<br />

pressione salariale, orari di<br />

<strong>lavoro</strong> più lunghi e conseguenze<br />

sulla salute. Penso stia nascendo<br />

una certa consapevolezza che solo<br />

insieme potremo difendere i nostri<br />

interessi di lavoratori. E non ho<br />

dubbi che <strong>syndicom</strong> diventerà sempre<br />

più attrattivo anche per questi<br />

colleghi e per queste colleghe. Fra<br />

tutti i nostri iscritti si accumula<br />

un’enorme quantità di conoscenze<br />

e know-how. Questo emerge per<br />

esempio dalla qualità <strong>del</strong>le nostre<br />

proposte e richieste per quanto<br />

riguarda il <strong>lavoro</strong> 4.0.<br />

L’intervista è stata effettuata prima<br />

<strong>del</strong> congresso di <strong>syndicom</strong>. Daniel<br />

Münger figurava come candidato<br />

proposto dal CC per la presidenza<br />

<strong>del</strong> sindacato.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/digitalizzazione


24<br />

Diritto e diritti<br />

Secondo il diritto, quali sono i miei diritti?<br />

Vi contatto perché non sono contenta <strong>del</strong> mio stipendio:<br />

come libraia qualificata (ho 30 anni e cinque anni di esperienza<br />

professionale) presso una catena piuttosto grande<br />

di libri (membro <strong>del</strong>l’Associazione svizzera dei librai e degli<br />

editori SBVV) guadagno sempre lo stesso <strong>salario</strong> da quando<br />

sono stata assunta cinque anni fa, e mi chiedo se questo<br />

sia regolare. Potreste dirmi se e come la legge regola<br />

l’importo degli stipendi e se dopo tutti questi anni dalla<br />

mia assunzione ho un diritto ad un aumento salariale?<br />

Nel caso la legge non fornisse nessuna prescrizione sull’importo<br />

<strong>del</strong>lo stipendio, m’interesserebbe sapere se al di fuori<br />

<strong>del</strong>la legge esistono direttive che il mio datore di <strong>lavoro</strong><br />

deve rispettare. Presumo inoltre che voi siate a conoscenza<br />

dei salari medi nel commercio librario e vorrei sapere se voi<br />

ritenete il mio stipendio come adeguato (Fr. 49 400/anno<br />

con un grado di occupazione al 100%).<br />

Se voi riteneste il mio stipendio troppo basso, come<br />

devo procedere per ottenere il <strong>salario</strong> che mi spetta?<br />

Attendo con ansia le vostre risposte.<br />

Risponde il servizio giuridico<br />

Per quanto riguarda l’obbligo di<br />

corrispondere uno stipendio, la legge<br />

prevede solo che il datore di <strong>lavoro</strong><br />

deve versare al lavoratore il <strong>salario</strong><br />

pattuito o d’uso, fissato nel contratto<br />

normale di <strong>lavoro</strong> o nel contratto<br />

collettivo di <strong>lavoro</strong> (art. 322 cpv. 1<br />

CO). Dunque la legge non fissa<br />

nessun <strong>salario</strong> minimo o medio, ma<br />

in prima linea rimanda agli accordi<br />

presi – ovvero al contratto di <strong>lavoro</strong>.<br />

In questo senso il <strong>salario</strong> è soprattutto<br />

una faccenda di contrattazione.<br />

Se non è stato definito nessun importo<br />

salariale, l’attività va corrisposta<br />

con il <strong>salario</strong> usuale di quell’attività<br />

o di attività affini. Non esiste<br />

dunque un diritto ancorato nella<br />

legge ad un aumento salariale.<br />

Dal momento che non conosco il<br />

suo contratto di <strong>lavoro</strong> ed eventuali<br />

regolamenti applicabili non posso<br />

giudicare se il suo stipendio è conforme<br />

al contratto o meno. Ma visto<br />

che il suo datore di <strong>lavoro</strong> è associato<br />

al SBVV, per Lei vale il rapporto di<br />

<strong>lavoro</strong> disciplinato dal contratto<br />

collettivo per il commercio librario<br />

<strong>del</strong>la Svizzera tedesca. Questo CCL<br />

<strong>syndicom</strong> lo ha negoziato con l’SBVV.<br />

E ogni anno vengono contrattati<br />

dei salari minimi tra i partner sociali<br />

di questo CCL. Con la sua esperienza<br />

professionale attualmente avrebbe<br />

diritto ad un <strong>salario</strong> minimo di<br />

Fr. 54 210/anno per un 100%). Il suo<br />

stipendio dunque si colloca al di sotto<br />

<strong>del</strong> <strong>salario</strong> minimo! E il suo datore<br />

di <strong>lavoro</strong> lo deve assolutamente<br />

adeguare (con effetto retro attivo).<br />

Per poter rispondere alla sua domanda,<br />

ci servono altre informazioni<br />

come esperienze fatte, conoscenze<br />

linguistiche, regione di <strong>lavoro</strong>, requisiti<br />

riguardo al profilo, sistema salariale<br />

eccetera). L’Unione sindacale<br />

svizzera sul suo sito web mette a<br />

disposizione un calcolatore salariale<br />

che Le dà un paio di dritte sull’importo<br />

<strong>del</strong>lo stipendio. Inoltre può<br />

contattare i nostri esperti giuristi che<br />

La consigliano con piacere, e che su<br />

richiesta La accompagnano anche al<br />

colloquio di contrattazione con il suo<br />

datore di <strong>lavoro</strong>. Lei e il suo <strong>lavoro</strong><br />

meritate una giusta ricompensa.<br />

www.<strong>syndicom</strong>.ch/diritto/dirittoediritti


1000 parole<br />

La matita di Max Spring<br />

25


26 Rubriche<br />

Idee<br />

Tutte le novità dei corsi Helias<br />

Sono ben 40 i corsi offerti da Helias<br />

per il 2018, con oltre 23 novità proposte<br />

dai 13 docenti attivi nei vari<br />

settori professionali. Oltre a riproporre<br />

i corsi particolarmente apprezzati<br />

negli scorsi anni, sono stati<br />

introdotti corsi di fotografia sia<br />

dal punto di vista pratico che teorico,<br />

con approfondimenti di analisi<br />

<strong>del</strong>l’immagine. Vi sono poi corsi<br />

su potenzialità e pericoli dei social<br />

network e, visto il buon riscontro,<br />

ulteriori corsi volti a riscoprire la<br />

manualità. Si è poi cercato di far<br />

fronte alle necessità dei vari contesti<br />

professionali introducendo corsi<br />

indirizzati ai giornalisti, come ad<br />

esempio il giornalismo multimediale<br />

o datajournalism e infografici,<br />

utili anche ai comunicatori visivi.<br />

Infine, da quest’anno sono stati<br />

introdotti i corsi «Smart», pensati<br />

per chi già conosce determinati<br />

programmi informatici ma ne vuole<br />

approfondire temi specifici, acquisendo<br />

in tempi rapidi conoscenze<br />

utili a incrementare le proprie competenze.<br />

Tali corsi prevedono <strong>del</strong>le<br />

agevolazioni per chi fosse interessato<br />

a frequentarne più di uno. A<br />

seguito <strong>del</strong>l’ottimo riscontro, oltre<br />

ai corsi serali e al sabato, una selezione<br />

di corsi viene proposta nei<br />

giorni feriali e in orario di <strong>lavoro</strong>,<br />

in modo da permettere ai dipendenti<br />

assoggettati al CCL <strong>del</strong>l’industria<br />

grafica di poter usufruire <strong>del</strong><br />

congedo di formazione retribuito<br />

durante il tempo di <strong>lavoro</strong> (art. 215<br />

CCL). Invito tutti a consultare il<br />

programma e prenotarsi sin da ora<br />

per i corsi di loro interesse, coinvolgendo<br />

anche i colleghi e puntando<br />

così a creare dei team sempre più<br />

competenti e al passo con le novità<br />

<strong>del</strong> settore. (Linda Eidenbenz)<br />

La lista completa dei corsi Helias<br />

e i formulari d’iscrizione si trovano<br />

sul sito helias.ch<br />

Migranti di ieri e di oggi<br />

«Eh... mannaggia l’emigrazione...».<br />

Partire, lasciando la propria terra<br />

e gli affetti più cari è sempre una<br />

scelta dolorosa. Oggi come ieri. In<br />

questo bellissimo documentario<br />

<strong>del</strong> ticinese Olmo Cerri, presentato<br />

al festival Visions du Réel, emergono<br />

tutta la <strong>del</strong>icatezza e la sofferenza<br />

di chi è costretto a seguire la<br />

necessità di trovare un <strong>lavoro</strong>. Lontano.<br />

E così anche una semplice<br />

canzone, cantata da una giovanissima<br />

conterranea, diventa un momento<br />

al quale aggrapparsi, per<br />

sentirsi meno soli, per confidarsi.<br />

Nel 1964 Gigliola Cinquetti vince il<br />

festival di Sanremo con «Non ho<br />

l’età» e negli anni a seguire riceverà<br />

qualcosa come 140mila lettere inviatele<br />

da migranti italiani. Il film<br />

ripercorre le storie di quattro di<br />

loro, Carmela, don Gregorio, Gabriella<br />

e Lorella, che a metà degli<br />

Anni Sessanta giungono in Svizzera,<br />

«dove l’inverno è molto freddo e le<br />

giornate grigie e piovose lasciano<br />

immaginare la preoccupazione che<br />

c’è in me». Accanto al sogno e alla<br />

speranza di una vita diversa, sono<br />

confrontati con clandestinità, razzismo<br />

e sfruttamento. Sono gli anni di<br />

Schwarzenbach e <strong>del</strong>la contestazione.<br />

In un sapiente intercalare di<br />

incontri attuali e vecchi filmati di<br />

repertorio, questo viaggio ci porta,<br />

tutti, a riflettere sulla malvagità<br />

<strong>del</strong>la discriminazione e sull’importanza<br />

<strong>del</strong>la solidarietà. Perché non<br />

esistono esseri umani illegali. Mai.<br />

(Petra Demarchi).<br />

«Non ho l’età», documentario di Olmo Cerri<br />

(Amka Film, REC, RSI, Tempesta) nelle sale<br />

<strong>del</strong>la Svizzera italiana dal 27 novembre<br />

Le sfide <strong>del</strong> sistema-paese<br />

Sergio Rossi, professore ordinario<br />

all’Università di Friborgo, è uno dei<br />

pochi economisti svizzeri fuori dalle<br />

righe. Non allineato con il pensiero<br />

unico <strong>del</strong>la globalizzazione, capace<br />

di prese di posizione forti, Sergio<br />

Rossi aprirà il congresso <strong>syndicom</strong><br />

a Basilea con una relazione sulle<br />

prospettive economiche <strong>del</strong>la digitalizzazione.<br />

In questo senso, anche<br />

il volume da lui curato intitolato<br />

«L’economia elvetica nella globalizzazione»<br />

si inserisce nel dibattito<br />

sulla società (e sul <strong>lavoro</strong>) 4.0. Viviamo<br />

infatti in un momento storico<br />

di grandi cambiamenti: dallo stato<br />

nazionale a organismi transnazionali,<br />

dalle decisioni <strong>del</strong>la politica a<br />

quelle <strong>del</strong>l’economia, dal pubblico<br />

al privato. Come saprà reagire la<br />

Svizzera a tutti questi cambiamenti?<br />

Riuscirà il sistema-paese a mantenere<br />

quella che viene chiamata l’eccezione<br />

elvetica, che le ha permesso<br />

di raggiungere alti livelli di benessere?<br />

Come può l’economia svizzera<br />

rispondere alle sfide <strong>del</strong>la digitalizzazione,<br />

senza danni per la società<br />

e l’ambiente? Il volume risponde a<br />

queste e ad altre domande, sempre<br />

con tono divulgativo, con un linguaggio<br />

non soltando per addetti ai<br />

lavori. Diversi ricercatori descrivono<br />

lo stato <strong>del</strong>le cose, analizzando il<br />

tessuto imprenditoriale svizzero, le<br />

sfide <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong>, il sistema<br />

sanitario, la fiscalità, la formazione.<br />

Con una illuminante conclusione<br />

di Silvano Toppi. (GioVi).<br />

Sergio Rossi (a cura di), L’economia svizzera<br />

nella globalizzazione, Armando Dadò<br />

Editore, 276 pagine, 20.– CHF


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La Valuta Reka è la valuta <strong>del</strong> tempo libero preferita in Svizzera.<br />

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tutti i punti di incasso si trova online all’indirizzo<br />

reka-guide.ch e nell’app Guida Reka. L’app permette di<br />

consultare sul proprio smart phone tutti i punti di<br />

in casso dei mezzi di pagamento Reka. In questo modo<br />

riuscirete a capire velocemente dove potete pagare con<br />

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voi potete rilassarvi. Fanno parte di<br />

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e una piscina per bambini, il programma<br />

per famiglie Rekalino con la<br />

custodia gratuita dei più piccoli,<br />

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per bambini, spazi comuni interni ed<br />

esterni con molto posto per giocare,<br />

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Tel. +41 31 329 66 33<br />

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Forgiamo insieme<br />

il <strong>lavoro</strong> <strong>del</strong> futuro.


28 Eventi Organizzati da <strong>syndicom</strong> già a partire dal 1989, la «Journée de la typographie»<br />

a Nyon (30 settembre) e la «Tag der Typografie» a Biel/Bienne (9 settembre)<br />

rappresentano eventi imperdibili per il settore, frequentati da studenti<br />

e professionisti <strong>del</strong>la comunicazione visiva.<br />

2<br />

3<br />

1<br />

5<br />

4


1–5. Journée de la typographie, Nyon (© Pierre-Antoine Grisoni, Strates.ch)<br />

6–9. Tag der Typografie, Biel/Bienne (© František Matouš)<br />

29<br />

6<br />

8<br />

7<br />

9


30<br />

Un <strong>lavoro</strong>,<br />

una vita<br />

Patrizia Pfenninger<br />

Creare con la testa e con le mani<br />

Nata a Zurigo e cresciuta in Ticino,<br />

Patrizia Pfenninger si diploma nel 2003<br />

al CSIA in arte applicata e nel 2006 si<br />

laurea alla SUPSI di Lugano (comunicazione<br />

visiva). Subito dopo apre la sua<br />

attività indipendente (www.indica.ch).<br />

Parallelamente consegue un diploma<br />

come Marketing Specialist e un Master<br />

in Interaction Design, sensibilità<br />

diverse che le permettono di coniugare<br />

il rigore <strong>del</strong>le scienze con la capacità<br />

di creare nuovi mondi. Dal 2016 è<br />

Presidente <strong>del</strong> comitato Comunicazione<br />

Visiva di <strong>syndicom</strong> Ticino e<br />

Moesano.<br />

Testo: Giovanni Valerio<br />

Foto: Flavia Leuenberger Ceppi<br />

Il valore di un’idea<br />

Lavoro in un settore come quello<br />

<strong>del</strong>la comunicazione e <strong>del</strong> design,<br />

un mondo affascinante nel quale si<br />

offre un servizio, con una parte creativa<br />

e un aspetto di consulenza. Ma si<br />

parte sempre da un’idea. Per questo<br />

ho realizzato la scultura IDEA, con le<br />

quattro lettere <strong>del</strong>la parola costituite<br />

da 25 banconote da 100 euro. Questa<br />

scultura parte da un concetto semplice:<br />

il creativo porta idee, idee che<br />

generano valore anche finanziario.<br />

IDEA è una parola semplice che spazia<br />

oltre i confini linguistici, il suo<br />

significato rimane invariato in molte<br />

culture, eppure questa semplicità si<br />

trova a fare i conti con molti limiti.<br />

Rendere plastica, tridimensionale,<br />

la parola mediante l’utilizzo <strong>del</strong> denaro<br />

è un gioco di rimandi, un invito<br />

a riflettere e adessere consapevoli,<br />

in maniera più diretta, riguardo la<br />

cultura e il valore <strong>del</strong> progetto.<br />

La scultura è stata presentata<br />

lo scorso anno a COMMUNICO, la<br />

giornata <strong>del</strong> design e <strong>del</strong>la comunicazione<br />

visiva organizzata da <strong>syndicom</strong><br />

Ticino e Moesano. Da allora,<br />

è iniziato un tour che mi ha portato<br />

in giro per l’Italia, da Torino a Napoli<br />

(per citare alcune <strong>del</strong>le città toccate),<br />

innescando ogni volta dibattiti sul<br />

valore economico <strong>del</strong> <strong>lavoro</strong> intellettuale.<br />

Oltre al lato finanziario, volevo<br />

difendere anche la cultura <strong>del</strong> progetto.<br />

Chi dice che con la cultura non<br />

si mangia dimentica che le professioni<br />

intellettuali producono fatturato<br />

e occupazione. Questa è una<br />

tematica tipicamente sindacale.<br />

Già da studentessa, sono iscritta al<br />

sindacato e in questi ultimi anni<br />

ho deciso di impegnarmi assumendo<br />

la presidenza <strong>del</strong> comitato Comunicazione<br />

Visiva. Spesso ho percepito<br />

il disagio di certe situazioni e ho<br />

sentito le testimonianze di colleghi<br />

che non sono stati pagati come si<br />

dovrebbe. Siamo in un momento di<br />

crisi, ma io percepisco la crisi come<br />

momento di svolta, di sviluppo.<br />

Bisogna re-agire!<br />

Da sempre amo pensare e fare,<br />

realizzare, ciò che penso. IDEA è<br />

un’opera frutto <strong>del</strong> mio modo di<br />

essere e <strong>del</strong>la consapevolezza di questo<br />

tempo estremamente dinamico.<br />

Di fronte alla digitalizzazione, sono<br />

convinta che la tecnologia agevoli i<br />

processi. Ma le macchine non possono<br />

sostituire la mente. La mia<br />

scultura vuol mettere l’uomo al centro:<br />

dietro c’è sempre l’essere<br />

umano, la sua creatività.<br />

Non ho mai smesso di studiare,<br />

di imparare, di scoprire cose nuove.<br />

Ad esempio, ho seguito una formazione<br />

di Idea Mapping, a Miami.<br />

Si tratta di una tecnica utilissima in<br />

vari campi, per mappare una conferenza,<br />

per creare progetti, per strutturare<br />

i pensieri ma anche per studiare.<br />

Perfetta per me, che adoro<br />

creare con la testa e con le mani!<br />

Da piccola ero sempre tra i fornelli<br />

<strong>del</strong> ristorante <strong>del</strong>la mia famiglia,<br />

sul lago di Zurigo. L’ha fondato mia<br />

nonna (tra l’altro, anche scultrice<br />

per passione) e fino a pochi anni fa<br />

lo chef era mio padre. Sono cresciuta<br />

senza orari, proprio come ora che<br />

sono indipendente. Fino a qualche<br />

anno fa avevo un atelier fisso mentre<br />

ora entro nel mondo <strong>del</strong> cliente.<br />

Oggi, son convinta che lo studio è<br />

dove sei e dove lavori.


Impressum<br />

Redazione: Giovanni Valerio, Marie Chevalley.<br />

Supervisione: Nina Scheu<br />

Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Traduzioni: Barbara Iori, Alleva-Translations<br />

Illustrazioni: Katja Leudolph<br />

Foto senza copyright: © zVg<br />

Layout e correzione: Stämpfli SA, Berna<br />

Stampa: Stämpfli SA, Berna, Wölflistrasse 1, 3001 Berna<br />

Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />

Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />

Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />

Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />

Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 50.– (estero: 70.–)<br />

Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />

e <strong>del</strong>la comunicazione, Monbijoustrasse 33,<br />

CP, 3001 Berna<br />

La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />

Il prossimo numero uscirà il 26 gennaio 2018<br />

Chiusura redazionale: 4 dicembre 2017<br />

31<br />

Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />

In palio una tessera Hotelcard valida<br />

per un anno, offerta dal nostro partner<br />

Hotelcard. La soluzione sarà pubblicata<br />

sul prossimo numero insieme al nome<br />

<strong>del</strong> vincitore. Non è previsto alcuno<br />

scambio di corrispondenza sul concorso.<br />

Sono escluse le vie legali. Inviare la<br />

soluzione entro il 20 dicembre a <strong>syndicom</strong>,<br />

via Genzana 2, 6900 Lugano.<br />

La soluzione <strong>del</strong> cruciverba <strong>del</strong>lo scorso<br />

numero è WEMAKEIT. Il vincitore è Arturo<br />

Tommasi di Breganzona, a cui va il premio<br />

di una borsa frigo. Congratulazioni!<br />

Cosa bolle in pentola per i nostri pensionati?<br />

Oggi è uscita la seconda edizione <strong>del</strong>la nuova <strong>rivista</strong>, il nuovo sito web è online.<br />

E ora siamo pronti per informarvi sulla realizzazione <strong>del</strong>l’inserto speciale per i pensionati.<br />

Presto ci sarà di nuovo una pubblicazione cartacea con contenuti<br />

specifici per i pensionati, un desiderio espresso da tanti di voi!<br />

Alla <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> verrà allegato un inserto speciale.<br />

Al 7° ritiro <strong>del</strong> comitato nazionale <strong>del</strong> GI pensionati <strong>del</strong>lo scorso<br />

25 ottobre a Bellinzona sono stati fissati i dettagli.<br />

Ecco i dati di riferimento:<br />

• Uscirà fino a 6 volte l’anno, a seconda <strong>del</strong> materiale pervenuto<br />

• Volume flessibile: 2, 4, 6 o 8 pagine<br />

• Tutte e tre le lingue nazionali<br />

• Il primo numero è previsto per il primo trimestre 2018.<br />

È stato creato un gruppo redazionale che su base volontaria si<br />

occupa di mettere insieme testi e fotografie.<br />

Vi preghiamo di notare che prima <strong>del</strong> 2018 la <strong>rivista</strong> non potrà<br />

contenere gli inviti. Finché non uscirà questo inserto<br />

speciale vi preghiamo di continuare a diffondere gli inviti<br />

attuali attraverso l’invio mensile centrale. Ecco le attuali info su<br />

come procedere:<br />

• Stesso indirizzo elettronico: redaktion@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

• Mandare solo inviti, non anche articoli! Questi ultimi per ora<br />

solo su internet!<br />

• Gli invii non saranno ridotti, manderemo esattamente come<br />

riceviamo!<br />

• Termine d’invio: Spedire sempre entro la fine <strong>del</strong> mese<br />

precedente! La spedizione giungerà alle persone a metà mese,<br />

al massimo il 15.<br />

• A gennaio c’è una settimana in più di tempo, dunque si può<br />

inviare entro l’8 gennaio e le persone riceveranno tutto il<br />

26 gennaio 2018.<br />

Vi ringraziamo per la vostra comprensione e pazienza e ci<br />

rallegriamo insieme a voi per questa nuova pubblicazione per i<br />

pensionati e le pensionate.


32 Inter-attivi<br />

<strong>syndicom</strong> social<br />

Perché il Web First<br />

Big Data al posto di <strong>lavoro</strong> –<br />

Protezione e democrazia dei dati<br />

A chi appartengono i dati nell’epoca<br />

dei big data? Come possiamo garantire<br />

che i dati siano utili alle persone? E come<br />

migliorare ed estendere la protezione<br />

dei dati personali sul posto di <strong>lavoro</strong>?<br />

In un’economia digitale devono essere<br />

rafforzate le esigenze in materia di<br />

protezione dei dati.<br />

Il comitato centrale ha deciso che<br />

<strong>syndicom</strong> deve informare i suoi<br />

iscritti in maniera più moderna e<br />

veloce. Il canale più veloce è internet:<br />

per questo la nuova strategia<br />

si chiama «Web First». La comunicazione<br />

tra sindacato e i suoi affiliati<br />

avverrà in maniera più veloce,<br />

precisa e soprattutto più diretta,<br />

in entrambe le direzioni.<br />

@VivianeHoesli<br />

La nuova <strong>rivista</strong> di @<strong>syndicom</strong>_it. Vale quasi quasi la<br />

pena di diventare membri solo per questa pubblicazione!<br />

facebook.com/<strong>syndicom</strong><br />

«Le Temps» si è visto attribuire il prestigioso «Online<br />

Journalism Award», il 7 ottobre scorso a Washington,<br />

per i suoi innovativi lavori e progetti nel campo digitale.<br />

Complimenti!<br />

Petizione online<br />

<strong>syndicom</strong> sostiene l’Associazione<br />

«media FORTI» e invita i suoi membri<br />

a formare la petizione<br />

02.10.2017<br />

11.10.2017<br />

09.10.2017<br />

<strong>syndicom</strong>.ch<br />

02.10.2017<br />

@marketing__ch<br />

24.09.2017<br />

<strong>syndicom</strong> saluta la mozione per rinforzare<br />

la governanza <strong>del</strong>la strategia<br />

digitale svizzera e ritiene che la presenza<br />

nei gruppi strategici di un partner<br />

sociale, ossia di una <strong>del</strong>egazione<br />

sindacale, sia ora imperativa.<br />

Con il suo nuovo sito internet <strong>syndicom</strong> si presenta come<br />

un sindacato battagliero e fortement implicato<br />

in favore dei Media e <strong>del</strong>la Comunicazione: chiaro,<br />

offensivo e vincente. @<strong>syndicom</strong>_it<br />

my.<strong>syndicom</strong>.ch<br />

22.09.2017<br />

@<strong>syndicom</strong><br />

Bibina Bionda@Facebook.com<br />

Conferenza stampa USS sulla digitalizzazione – Relazione<br />

di Giorgio Pardini: <strong>syndicom</strong> ha condotto studi sul<br />

fenomeno per ottenerne una conoscenza approfondita.<br />

18.10.2017<br />

@<strong>syndicom</strong>: oggigiorno, sempre meno persone sono<br />

disposte a pagare per informarsi. Tutti installano apps<br />

gratuite o leggono siti internet gratuiti. Il numero di abbonati<br />

ai quotidiani diminuisce constantemente e con esso,<br />

ovviamente, la qualità <strong>del</strong> giornalismo.<br />

02.10.2017<br />

Sul nostro nuovo sito web ora<br />

c’è un’area riservata ai soli soci.<br />

Puoi impostare la tua password<br />

su my.<strong>syndicom</strong>.ch. Dopo il login<br />

puoi modificare i tuoi dati personali<br />

(per esempio, se cambi indirizzo<br />

o <strong>lavoro</strong>), scegliere la tua newsletter<br />

personalizzata o approfittare<br />

di servizi speciali.<br />

Newsletter personalizzate<br />

20.09.2017<br />

In futuro ci saranno diverse newsletter<br />

per informare i nostri iscritti in maniera<br />

più mirata e veloce. Su my.<strong>syndicom</strong>.ch<br />

puoi adeguare ai tuoi interessi le tue<br />

newsletter personali. Noi ti informiamo<br />

direttamente su eventi e news nella<br />

tua regione e nel tuo settore.

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