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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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Gli Statuti di Castro in Campagna<br />

93<br />

organiche, che spaziavano in molti campi del diritto e costituivano<br />

i più autorevoli precedenti giurisprudenziali; inoltre, ogni provincia<br />

del dominio papale aveva proprie costituzioni, che rispecchiavano le<br />

tradizioni giuridiche locali; infine, la consuetudine, normativa non<br />

scritta, che in ogni luogo corrispondeva all’esigenza e al sentimento<br />

di giustizia. In tale situazione, gli statuti corrispondevano anzitutto<br />

alla necessità di avere certezza circa le norme da applicare, ma<br />

anche al bisogno di creare norme più adatte alla realtà locale, cioè<br />

costituire un diritto particolare. Altresì, quando i comuni iniziarono<br />

ad avere giudici forestieri (i podestà delle città, i vicari o rettori nei<br />

castelli), si dovette sentire l’esigenza di mettere per iscritto il diritto<br />

consuetudinario locale o almeno la parte di esso che poteva apparire<br />

controvertibile di fronte al giusdicente estraneo al luogo. Dal<br />

complesso di questi fattori risulta peraltro chiaro che gli statuti non<br />

avevano alcuna pretesa di contenere tutta la normativa vigente nel<br />

luogo di riferimento.<br />

Tanto per fare un esempio, gli statuti di Castro non contengono<br />

una norma che punisca l’omicidio, ma ciò non significa che, a Castro,<br />

gli omicidi non venissero puniti: certamente lo si faceva ricorrendo<br />

ad altra normativa.<br />

Per quanto riguarda gli statuti comunali del nostro territorio, grosso<br />

modo, essi si possono inquadrare in due categorie: quelli delle città,<br />

che contemplavano, affermavano e consacravano per scritto autonomie<br />

più o meno ampie nei confronti dell’amministrazione papale;<br />

e quelli delle comunità castellane soggette a signorie di tipo feudale,<br />

statuti questi che tendevano a contenere i poteri signorili e a veder<br />

riconosciute dai feudatari (e dai loro tribunali) le consuetudines castri,<br />

ovvero le norme consuetudinarie del luogo, in particolare quelle<br />

che regolavano le prerogative signorili. Sotto un profilo meramente<br />

quantitativo, si potrebbe dire che, tendenzialmente, gli statuti cittadini<br />

fossero piuttosto estesi, cioè articolati in molte rubriche, mentre<br />

quelli castellani fossero sensibilmente più semplici 21 . Ma una pro-<br />

21<br />

Circa questa tipologia di statuti comunali in quest’area, vedi S. Notari,<br />

Per una geografia statutaria del Lazio: il rubricario degli statuti comunali<br />

della provincia storica di Campagna, in Rivista Storica del Lazio, 13-14<br />

(2005-2006), 21-22, Le comunità rurali e i loro statuti (secolo XII-XV),

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