Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
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Castro dei Volsci: lo Statuto Agrario del 1795 83 Buon Governo, fece notare che la proposta del Solli non era bene accetta da tutti e che la situazione risultava essere più complicata di quanto si credesse, in quanto certamente l’aumento delle pene avrebbe scoraggiato l’attività della pastorizia; per cui sarebbe bastato applicare le norme dello Statuto esistente. Inoltre l’Uditore sottolineò che la pastorizia era un’attività rilevante e che per converso gli stessi proprietari degli oliveti non intendevano investire alcuna somma di denaro per realizzare una recinzione con “macerie” e siepi 11 che fosse veramente efficace. La Comunità di Castro dunque propose 12 di aumentare la somma 11 Ivi: «Il memoriale presentato al Santo Padre da Giuseppe Solli di Castro e rimesso alla Sacra Congregazione in cui proponeva l’aumento delle pene statutarie per il danno dato negli Uliveti e di quel Territorio, si manda da quel Luogotenente la informazione. Il Consiglio di quella Comunità e li Pubblici Rappresentanti di quel Pubblico sono contrari al detto proposto aumento delle pene, come dalla carta ossia foglio, che umilio a Vostra Signoria Illustrissima e Revendissima. Aggiungo, che se le pene si esiggessero come si trovano stabilite, potrebbe ciò bastare alla salvezza degli oliveti. Pare probabile, come avvertono li Pubblici Rappresentanti , che l’aumento si proponga per iscoragiare la pastorizia con la industria della quale si mantengono moltissimi in quella Terra. Gli Zelanti poi dell’aumento pare, che intendino di non volere spender per le fratte e per le macerie con le quali ristringere i loro oliveti, e avere per lo scoraggimento de’ pastori indirettamente il loro intento […]». Lettera dell’Uditore di Ceccano Giacomo A. Rizzardi al Buon Governo in data 4 febbraio 1794. 12 Ivi. Copia del verbale del Pubblico Consiglio della Comunità di Castro firmato dal Segretario Domenico Antonio Galloni e dal Luogotenente Giovan Battista de Giulij in data 25 gennaio 1794. «Foglio di risposta che fanno li Signori Pubblici Rappresentanti di Castro alla supplica fatta dal Sig. Giuseppe Solli a Nostro Signore per la pena rigorosa ai Bestiami nelle piantagioni delle Olive, qual supplica è stata fatta manifestata alla Sacra Congregazione del Buon Governo, che ha riscritto informazione, etc. Sentiti gli Pubblici Rappresentanti, i quali per una cosa più giusta hanno voluto sentirne il Pubblico Consiglio tenuto coll’intervento de signori Deputati Ecclesiastici, fatto ieri 24 gennaio 1794 del seguente tenore, cioè: Proposta: il sig. Giuseppe Solli ha ricorso ha Nostro Singore colla supplica che ponga la pena contro a chi danneggia li Oliveti più di quello, che è nella

84 Rossana Fiorini delle contravvenzioni relative ai danni provocati dalle bestie, andando a disciplinare una diversificazione degli stessi: se compiuti da animali “grossi” oppure “minuti”, se “studiosi” o “notturni” (quindi intenzionali). È interessante notare che la disposizione proposta durante il Pubblico Consiglio fu in seguito accolta nel testo definitivo dello Statuto Agrario di Castro dei Volsci dell’anno 1795: «Le pene che si saranno imposte anche liberazione fatta deliberanza per causa, che quella vi è troppo tenue, motivo per cui vengono danneggiati detti oliveti come meglio dalla supplica ora letta, la quale dalla Sacra Congregazione del Buon Governo è stata rimessa per sollecita informazione sentiti in scritto i Pubblici Rappresentanti, i quali vonno sentire il presente Pubblico Consiglio, onde li sopradetti sig. Deputati ecclesiastici Abate don Domenico Antonio Tafani, e don Giuseppe Lombardi per il loro voto consultivo, per dar remora a questi danni frequenti per dare al Paese una risorsa, forse l’unica, che si puole sperare con l’industria dell’oliva, sono di sentimento, che si crescano le pene, cioè riguardo alle bestie grosse, cioè vaccine, anche Bovi, muline, o Somarine vi si imponga la pena danneggiando gli oliveti ristretti in ogni tempo scudi due a capo, e che di notte il doppio, ed che studioso il doppio della notte, e riguardo alle Bestie minute caprine, pecorine, e porcine trovate a danneggiar in detti oliveti ristretti vi si imponga la pena di baiocchi settancinque a capo, e di notte il doppio, ed essendo danno studioso il doppio della pena della notte; a queste stesse pene si estendano anche le stesse anche se ristretto all’oliveti non ristretti in tempo che vi sono li frutti. E tali pene da ripartirsi per la metà al danneggiato oltre il danno, e per l’altra metà alla corte o balio. Marco Palombi consigliere arringando dice che li pare ben giusto di stare alle pene già imposte nello statuto ossia nelle deliberanze e perciò che si debba fare a dette pene. Stante tale disparere, si voterà due volte con dichiarazione che si intenda accettato o sia approvato il parere, o arringo, che avrà più voti bianchi, e chi no non approvato. Corso il Bussolo per il parere dei Signori Deputati Ecclesiastici si sono trovati voti bianchi numero nove e neri numero dieci sette. Corso il Bussolo per l’arringo del Consigliere Palombi si contavano voti bianchi sedici e neri numero dieci. Sicché è stato approvato l’arringo di Marco Palombi. G.B. de’Giulj Luogotenente. Di A. Galloni segretario»

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Rossana Fiorini<br />

delle contravvenzioni relative ai danni provocati dalle bestie,<br />

andando a disciplinare una diversificazione degli stessi: se compiuti<br />

da animali “grossi” oppure “minuti”, se “studiosi” o “notturni”<br />

(quindi intenzionali).<br />

È interessante notare che la disposizione proposta durante il<br />

Pubblico Consiglio fu in seguito accolta nel testo definitivo dello<br />

Statuto Agrario di Castro dei Volsci dell’anno 1795:<br />

«Le pene che si saranno imposte anche liberazione fatta<br />

deliberanza per causa, che quella vi è troppo tenue, motivo per cui vengono<br />

danneggiati detti oliveti come meglio dalla supplica ora letta, la quale dalla<br />

Sacra Congregazione del Buon Governo è stata rimessa per sollecita informazione<br />

sentiti in scritto i Pubblici Rappresentanti, i quali vonno sentire il<br />

presente Pubblico Consiglio, onde li sopradetti sig. Deputati ecclesiastici<br />

Abate don Domenico Antonio Tafani, e don Giuseppe Lombardi per il loro<br />

voto consultivo, per dar remora a questi danni frequenti per dare al Paese<br />

una risorsa, forse l’unica, che si puole sperare con l’industria dell’oliva,<br />

sono di sentimento, che si crescano le pene, cioè riguardo alle bestie grosse,<br />

cioè vaccine, anche Bovi, muline, o Somarine vi si imponga la pena<br />

danneggiando gli oliveti ristretti in ogni tempo scudi due a capo, e che di<br />

notte il doppio, ed che studioso il doppio della notte, e riguardo alle Bestie<br />

minute caprine, pecorine, e porcine trovate a danneggiar in detti oliveti<br />

ristretti vi si imponga la pena di baiocchi settancinque a capo, e di notte il<br />

doppio, ed essendo danno studioso il doppio della pena della notte; a queste<br />

stesse pene si estendano anche le stesse anche se ristretto all’oliveti non<br />

ristretti in tempo che vi sono li frutti. E tali pene da ripartirsi per la metà al<br />

danneggiato oltre il danno, e per l’altra metà alla corte o balio.<br />

Marco Palombi consigliere arringando dice che li pare ben giusto di stare<br />

alle pene già imposte nello statuto ossia nelle deliberanze e perciò che si<br />

debba fare a dette pene.<br />

Stante tale disparere, si voterà due volte con dichiarazione che si intenda<br />

accettato o sia approvato il parere, o arringo, che avrà più voti bianchi, e<br />

chi no non approvato.<br />

Corso il Bussolo per il parere dei Signori Deputati Ecclesiastici si sono<br />

trovati voti bianchi numero nove e neri numero dieci sette.<br />

Corso il Bussolo per l’arringo del Consigliere Palombi si contavano voti<br />

bianchi sedici e neri numero dieci.<br />

Sicché è stato approvato l’arringo di Marco Palombi. G.B. de’Giulj Luogotenente.<br />

Di A. Galloni segretario»

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