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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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48<br />

Matteo Maccioni<br />

somma di denaro che il colpevole deve elargire. In questo caso<br />

particolare non si fa menzione, né nell’accusa né nelle testimonianze,<br />

di particolari ferite – perdita di sangue, tagli, tumefazioni, ossa rotte<br />

- arrecate alla donna.<br />

Oltre all’accusa di ingiurie e di percotimento, l’inquisito Celle<br />

viene accusato, come si evince dalla lettura del capo d’accusa<br />

riportato, di aver negato alla donna il diritto di raccogliere le spighe<br />

dopo la mietitura: una consuetudine esplicitata dalle locuzioni latine<br />

«ut moris est», «contra formam iuris statutorum ac ordinamentum»<br />

e «contra bonos mores bonamque consuetudinem dictae Civitatis<br />

Anagniae» 6 . A questo proposito ho potuto constatare che nelle<br />

rubriche dello Statuto di Anagni – perlomeno nella copia da me<br />

consultata – vi è un unico capitolo dedicato allo ius spicandi, nel<br />

libro IV, capitolo XXVI, in cui viene sancito il divieto di raccogliere<br />

le spighe «sine licentia domini» 7 , ovvero del proprietario del terreno<br />

bonae et honestae mulieris inciserit in 100 libris denariorum puniatur. Et si<br />

praedictae personae solvendae non essent incidatur eis manus dextera pro<br />

qualibet. Et si inciserit triccias inhonestae mulieris in 10 libris denariorum<br />

puniatur. Nisi esset sua amantia aut concubina quo casu puniatur in 100<br />

solidis. Et si praedictae personae solvendae non essent, ac capi possent<br />

ponantur per unum diem in catena, et si capi non possint exbandiantur de<br />

civitate perpetuo ad quam reintrare non possint nisi poenam persolverint<br />

cum effectu».<br />

6<br />

Le formule latine ut moris est e contra bonos mores bonamque consuetudinem<br />

dictae Civitatis Anagniae indicano che lo ius spicandi faceva<br />

parte delle consuetudini vigenti nella comunità. La consuetudine, intesa<br />

come usus o diuturnitas, costituisce la fonte di diritto non scritta. È una<br />

regola che viene a formarsi a seguito del costante ripetersi di un dato comportamento<br />

nell’ambito di una determinata collettività, nella libera convinzione<br />

di ottemperare a norme giuridicamente vincolanti. La reiterazione di<br />

un determinato comportamento da parte della collettività lo rende moralmente,<br />

socialmente e giuridicamente valido e obbligatorio.<br />

7<br />

Collezione statuti, stat. 0640, Statutum inclytae ac pervetustae Civitatis<br />

Anagniae, ex apographo quod anno MDXVII Laurentius Pacoticus sacerdos<br />

dioeceseos Grossetanae exaraverat: «Liber IV, C. XXVI: Quod non<br />

liceat spicarolis colligere spicas sine licentia domini. Item statuimus quod<br />

nullus spicarolus vel spicarola absente domino vel laboratore colligat spi-

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