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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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478<br />

Francesca Pontri<br />

cancellatura, si legge “Famiglia Bisleti”, il che porta a credere che il<br />

codice sarebbe appartenuto a quel casato prima che ai Cacciavillani.<br />

Zinanni si spinge a ipotizzare che i Bisleti, non essendo riusciti a<br />

procurarsi una copia a stampa dello Statuto, ne fecero realizzare una<br />

copia manoscritta.<br />

Nel codice in questione si registra una lacuna tra la fine del<br />

terzo Libro e l’inizio del quarto. Alla fine della rubrica 80 del terzo,<br />

infatti, sono presenti diverse righe di puntini di sospensione, mentre<br />

la carta successiva è rigata ma lasciata in bianco; la carta seguente<br />

si apre con l’ultima riga dell’ottava rubrica per poi preseguire<br />

normalmente. Le ipotesi che si possono formulare in merito sono<br />

due: 1) dal momento che le carte in questione si trovano al centro<br />

del fascicolo, è semplicemente caduto un foglio che conteneva le<br />

disposizioni mancanti; 2) l’esemplare da cui lo scriba ha tratto la<br />

copia era mutilo, pertanto ha proceduto a copiare il testo così come si<br />

presentava. Forse questo non si saprà mai. Ciò che invece pare certo<br />

è che il copista aveva come modello senz’altro la copia a stampa,<br />

ma si servì ugualmente del manoscritto cinquecentesco. Tracce di<br />

questa commistione si possono individuare, ad esempio, nella lettera<br />

apostolica Exigit sincere devotionis di Martino V del 21 ottobre<br />

1419. I due testi presentano una variante nella lezione difficilmente<br />

spiegabile con un semplice errore. Analoga spia si ha nella rubrica<br />

59 del Libro quinto: nel manoscritto cinquecentesco si riporta «ad<br />

conam plazole per directum per pedicatam forestae sancti spiritus»;<br />

nella stampa «ad conam Plarole, per directum, per praedictam<br />

forestae S. Spiritus»; nel codice settecentesco «ad conam Plarole,<br />

per directum per pedicatam forestae S. Spiritus» 5 . Da segnalare che<br />

quest’ultimo manoscritto è latore di una prefazione contenente la<br />

storia della città dal primo vescovo, S. Mauro, fino al XV secolo, non<br />

presente nel testimone più antico.<br />

5<br />

Devo ringraziare il dott. Paolo Scaccia Scarafoni, il quale con molta generosità<br />

mi ha indicato questo passaggio e ha condiviso con me questa e<br />

altre osservazioni sugli Statuti di Veroli.

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