Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
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Statuti di Tecchiena 471 Molella, segn. I, 4. COMPOSIZIONE MATERIALE: manoscritto omogeneo composto da fascicoli legati. DATAZIONE: XIX secolo. ORIGINE: probabilmente Alatri. MATERIA: cartaceo. CARTE: I-III, 23, IV-V; paginazione a penna di mano moderna nell’angolo superiore esterno di ogni pagina. DIMENSIONI: mm 270 × 197 (c. 3). FASCICOLAZIONE: I 16 (cc. II-14), II 6 (cc. 15-20), III 6-1 (cc. 21-V, c. 21 senza riscontro). RIGATURA: a inchiostro, limitata alla sole linee di giustificazione. SPECCHIO RIGATO: (c. 3r) A 15, B 237, C 270, a 37, i 182, l 197 mm. RIGHE: 23 linee di scrittura (c. 3r). DISPOSIZIONE DEL TESTO: su una colonna. SCRITTURA E MANI: il testo è stato copiato da un’unica mano (probabilmente quella di Valerio Molella) che esibisce una corsiva, inchiostro marrone. DECORAZIONE: disegno geometrico a inchiostro marrone a c. 18v. LEGATURA: 278 × 200 mm; legatura in mezza pergamena su assi di cartone ricoperte di carta marmorizzata nei toni del verde petrolio e del violetto; cantonali in pergamena; cucitura su 6 nervi con filo di cotone chiaro. STATO DI CONSERVAZIONE: il volume non è stato mai restaurato ma lo stato di conservazione è buono. DESCRIZIONE INTERNA Il titolo presente nel manoscritto a c. IIIr è “Statutum Tecchenae / Ann. a Nativitate Domini / MCCCLXX”. Le norme sono scritte in latino, mentre le rubriche sono contrassegnate da cifre arabe. Il testo contiene 52 disposizioni che occupano le cc. 1r-11v; seguono approvazioni e conferme di anni vari che si fermano a c. 15v. Le cc. 16r-17r contengono la Tabula omnium Capitulorum completa di numero e pagina della norma; le cc. 17v-23v presentano infine ulteriori approvazioni e conferme.

472 STATUTI DI VALLECORSA Possedimento dei conti di Fondi, nel XIV secolo il castrum di Vallecorsa passò sotto il dominio dei Caetani. Ad essi venne tolta da Alessandro VI nel 1501 per essere donata al nipote Rodrigo Borgia; due anni dopo fu occupata dai Colonna, i quali ne ebbero però il controllo definitivo solo nel 1562 1 . Le notizie sulla genesi dello Statuto di Vallecorsa ci vengono fornite dal proemio di un manoscritto realizzato nel 1531 dal copista Antonello Mancini, una volta conservato nell’Archivio storico comunale e attualmente deperdito. Prima della scomparsa ne furono tuttavia realizzate due copie fotostatiche, delle quali una conservata presso il locale Archivio e l’altra presso la Biblioteca dell’Archivio di Stato di Roma 2 . Sebbene la fotocopia impedisca di svolgere accurate indagini codicologiche sul manufatto, se ne possono comunque trarre dati preziosi per la conoscenza della storia dello Statuto e del manoscritto in quanto “contenitore” del testo. Lo studioso Arcangelo Sacchetti, che lo ha minuziosamente analizzato, afferma trattarsi di un codice di circa mm 220 × 170, composto da 40 carte di cui 11 cadute. Il testo si componeva di un Indice non numerato di 4 carte (mutilo della prima), seguito da 123 capitoli dei quali, per la perdita delle carte 3-5, 27-33 e 39, ne risultano persi 37. Il codice si chiudeva con l’approvazione dello Statuto da parte di Paolo Pallavicino, governatore di Campagna e Marittima, le tavole con le mercedi per il Capitano, il cancelliere, ecc., alcune aggiunte di anni posteriori e, infine, l’elenco dei luoghi esenti da gabella 3 . 1 Cfr. E. Martinori, Lazio turrito, cit., 2, p. 375; G. Silvestrelli, Città castelli e terre della regione romana, cit., 1, p. 134. 2 Biblioteca dell’Archivio di Stato di Roma, coll. 08154. 3 La descrizione del manoscritto cinquecentesco, corredata di immagini, nonché la traduzione del testo statutario si possono leggere in A. Sacchetti, Vallecorsa nella signoria baronale dai Caetani ai Colonna: organi e vicende della Comunità nel distretto feudale del Regno di Napoli e dello

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STATUTI DI VALLECORSA<br />

Possedimento dei conti di Fondi, nel XIV secolo il castrum di<br />

Vallecorsa passò sotto il dominio dei Caetani. Ad essi venne tolta da<br />

Alessandro VI nel 1501 per essere donata al nipote Rodrigo Borgia;<br />

due anni dopo fu occupata dai Colonna, i quali ne ebbero però il<br />

controllo definitivo solo nel 1562 1 .<br />

Le notizie sulla genesi dello Statuto di Vallecorsa ci vengono<br />

fornite dal proemio di un manoscritto realizzato nel 1531 dal copista<br />

Antonello Mancini, una volta conservato nell’Archivio storico<br />

comunale e attualmente deperdito. Prima della scomparsa ne furono<br />

tuttavia realizzate due copie fotostatiche, delle quali una conservata<br />

presso il locale Archivio e l’altra presso la Biblioteca dell’Archivio<br />

di Stato di Roma 2 .<br />

Sebbene la fotocopia impedisca di svolgere accurate indagini<br />

codicologiche sul manufatto, se ne possono comunque trarre dati<br />

preziosi per la conoscenza della storia dello Statuto e del manoscritto<br />

in quanto “contenitore” del testo. Lo studioso Arcangelo Sacchetti,<br />

che lo ha minuziosamente analizzato, afferma trattarsi di un codice<br />

di circa mm 220 × 170, composto da 40 carte di cui 11 cadute. Il<br />

testo si componeva di un Indice non numerato di 4 carte (mutilo<br />

della prima), seguito da 123 capitoli dei quali, per la perdita delle<br />

carte 3-5, 27-33 e 39, ne risultano persi 37. Il codice si chiudeva<br />

con l’approvazione dello Statuto da parte di Paolo Pallavicino,<br />

governatore di Campagna e Marittima, le tavole con le mercedi per<br />

il Capitano, il cancelliere, ecc., alcune aggiunte di anni posteriori e,<br />

infine, l’elenco dei luoghi esenti da gabella 3 .<br />

1<br />

Cfr. E. Martinori, Lazio turrito, cit., 2, p. 375; G. Silvestrelli, Città<br />

castelli e terre della regione romana, cit., 1, p. 134.<br />

2<br />

Biblioteca dell’Archivio di Stato di Roma, coll. 08154.<br />

3<br />

La descrizione del manoscritto cinquecentesco, corredata di immagini,<br />

nonché la traduzione del testo statutario si possono leggere in A. Sacchetti,<br />

Vallecorsa nella signoria baronale dai Caetani ai Colonna: organi e<br />

vicende della Comunità nel distretto feudale del Regno di Napoli e dello

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