Storia Comune

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STATUTI DI PATRICA
Per lungo tempo feudo dei conti de’ Ceccano, durante il periodo
dello Scisma d’Occidente Patrica passò alla famiglia Conti, mentre
la formalizzazione definitiva ci fu con l’investitura a Ildebrandino
Conti nel 1425 da parte di Martino V. Nel 1495 il castrum fu
distrutto dalle truppe di Carlo VIII. Nel 1599 Patrica fu venduta
ai Santacroce; pochi anni dopo, nel 1625, Francesco Santacroce la
rivendette a Filippo Colonna. Il palazzo baronale e alcuni terreni
furono concessi in enfiteusi agli Spezza nel Settecento, i quali ne
divennero in seguito proprietari 1 .
Come si legge nelle sottoscrizioni finali, nessuna delle quali
autografa, uno Statuto esisteva già prima del 1696, anno in cui si
dichiara di esemplarne un’altra copia perché quella esistente era
rovinata. Non si conserva né la copia sottoscritta da Fabrizio Colonna
nel 1696, né quella precedente da cui fu tratto l’esemplare approvato
dal Marchese.
Dei cinque manoscritti che tramandano lo Statuto di Patrica, le
copie più antiche sono i due esemplari settecenteschi conservati tra
le carte della Sacra Congregazione del Buon Governo dell’Archivio
di Stato di Roma. Essi sono custoditi all’interno di una pratica
riguardante le sanzioni per il risarcimento dei danni arrecati alle
coltivazioni dagli animali più dannificanti quali pecore, capre e,
soprattutto, i maiali cosiddetti “neri” 2 .
1
Brevi informazioni di carattere storico si possono leggere in E. Martinori,
Lazio turrito: repertorio storico ed iconografico di torri, rocche,
castelli e luoghi muniti della provincia di Roma: ricerche di storia medioevale,
Roma 1933, 2, p. 147; G. Silvestrelli, Città castelli e terre della
regione romana: ricerche di storia medioevale e moderna sino all’anno
1800, Roma 1993, 1, pp. 146-147.
2
Si confronti S. Notari, Rubricario degli statuti comunali di Alatri e Patrica
(secoli XVI-XVIII): per un rubricario degli statuti della provincia
storica di Campagna, in Latium, 14 (1997), pp. 141-222; in particolare le
pp. 203-222 contengono accurate descrizioni codicologiche dei due esemplari
più antichi dello Statuto di Patrica, nonché della copia presente nella