Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
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Statuti di Morolo 415 DESCRIZIONE INTERNA Il titolo presente nel manoscritto alla c. 1r è “Statuta / Terrae Moroli extracta / ab originali existen(ti) in / Priorali Sec(rete)ria dictae Terrae”, accompagnato dallo stemma di casa Colonna 7 e dalla menzione “Marcus Antonius Columna / 1513” 8 . Il testo dello Statuto è in volgare italiano e i capitoli sono contraddistinti da numeri romani. Il testo è suddiviso in quattro libri, così ripartiti: - cc. 2r-11v, Libro I, capitoli 1-94 contenente norme variegate di diritto amministrativo, procedura penale, tasse, pascolo; - cc. 11v-15r, Libro II, capitoli 95-138 sul danno dato; - cc. 15r-18r, Libro III, capitoli 139-167 sul diritto penale; - cc. 18r-21v, Libro IV, capitoli 168-205, norme varie su argomenti diversi. Alla fine del capitolo 205, a c. 21v, si legge la conferma e approvazione degli Statuti da parte di Marcantonio IV Colonna del 19 maggio 1610. Alle cc. 21v-22r è presente inoltre la Memoria della Concordia, cioè la trascrizione di un compromesso, rogato il 30 luglio 1739 dal notaio Michele Tranquilli, tra il Principe Fabrizio Colonna e la popolazione di Morolo con il quale si riconoscono deroghe allo Statuto da ambo le parti. 7 Le insegne della famiglia Colonna fanno parte delle cosiddette “armi parlanti”, poiché contengono elementi relativi al nome della casata. Lo stemma della casata è di rosso, alla colonna d’argento col capitello e la base d’oro, coronata all’antica dello stesso; il motto è “Mole sua stat” (Eneide, X, v. 770). 8 La data del 1513 fa probabilmente riferimento a qualche approvazione dello Statuto; della notizia però non si conosce la fonte poiché la data non è presente nel manoscritto.

416 STATUTI DI PALIANO Dopo alcuni secoli di comproprietà tra diversi castellani, nel 1232-1233 Gregorio IX entrò in possesso di Paliano. La cittadina venne in seguito concessa in feudo a varie famiglie tra cui i duchi di Borbone, i Conti e i Colonna, che la governarono a più riprese. Nel 1556 Paolo IV confiscò vari possedimenti, tra cui Paliano, ai Colonna e istituì l’omonimo Ducato, concesso dal Pontefice al nipote Giovanni Carafa. Seguirono anni di lotte sanguinose che videro la finale riconquista da parte della famiglia Colonna, nonché l’erezione del Ducato a Principato da parte di Pio V nel 1569 1 . La prima redazione dello Statuto di Paliano si può far risalire a prima del 20 dicembre 1531, data in cui se ne sottoscrive una nuova copia dopo che quella esistente era andata distrutta in un incendio. Stando a quanto dichiarato nel proemio, sarebbero stati gli stessi Capitani del Popolo, tali Nicolao Colę Acciach e Ioanni Antonij Marci, a riscrivere il testo, invitati dal duca Ascanio Colonna, per ovviare alla mancanza delle norme statutarie. Questo è infatti quanto si legge, nel manoscritto di Subiaco, alla c. 4r-v: «[...] At nunc cum vestro consilio, ac spectabili viri Petri Antonij Abbatis de Nursia in presentiam vestri Capitanei industria (post pene extremum huius Terre Paliani excidium) Statutis, juribusque Municipalibus voraci igne absortis nobis inconsultis in resarciendis, suscitandisque illis nostri scientia, ac solertia in tante molis onere nimium confisi [...] Cum legum potius, ac jurium municipalium vigili jugo colla supponere velle, quam propria voluntate 1 Sulle vicende storiche di Paliano si confronti E. Martinori, Lazio turrito: repertorio storico ed iconografico di torri, rocche, castelli e luoghi muniti della provincia di Roma: ricerche di storia medioevale, Roma 1933, 2, pp. 127-130; G. Silvestrelli, Città castelli e terre della regione romana: ricerche di storia medioevale e moderna sino all’anno 1800, Roma 1993, 1, pp. 91-97.

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STATUTI DI PALIANO<br />

Dopo alcuni secoli di comproprietà tra diversi castellani, nel<br />

1232-1233 Gregorio IX entrò in possesso di Paliano. La cittadina<br />

venne in seguito concessa in feudo a varie famiglie tra cui i duchi<br />

di Borbone, i Conti e i Colonna, che la governarono a più riprese.<br />

Nel 1556 Paolo IV confiscò vari possedimenti, tra cui Paliano, ai<br />

Colonna e istituì l’omonimo Ducato, concesso dal Pontefice al nipote<br />

Giovanni Carafa. Seguirono anni di lotte sanguinose che videro la<br />

finale riconquista da parte della famiglia Colonna, nonché l’erezione<br />

del Ducato a Principato da parte di Pio V nel 1569 1 .<br />

La prima redazione dello Statuto di Paliano si può far risalire a<br />

prima del 20 dicembre 1531, data in cui se ne sottoscrive una nuova<br />

copia dopo che quella esistente era andata distrutta in un incendio.<br />

Stando a quanto dichiarato nel proemio, sarebbero stati gli stessi<br />

Capitani del Popolo, tali Nicolao Colę Acciach e Ioanni Antonij<br />

Marci, a riscrivere il testo, invitati dal duca Ascanio Colonna, per<br />

ovviare alla mancanza delle norme statutarie. Questo è infatti quanto<br />

si legge, nel manoscritto di Subiaco, alla c. 4r-v:<br />

«[...] At nunc cum vestro consilio, ac spectabili viri Petri<br />

Antonij Abbatis de Nursia in presentiam vestri Capitanei<br />

industria (post pene extremum huius Terre Paliani<br />

excidium) Statutis, juribusque Municipalibus voraci igne<br />

absortis nobis inconsultis in resarciendis, suscitandisque<br />

illis nostri scientia, ac solertia in tante molis onere nimium<br />

confisi [...] Cum legum potius, ac jurium municipalium<br />

vigili jugo colla supponere velle, quam propria voluntate<br />

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Sulle vicende storiche di Paliano si confronti E. Martinori, Lazio turrito:<br />

repertorio storico ed iconografico di torri, rocche, castelli e luoghi muniti<br />

della provincia di Roma: ricerche di storia medioevale, Roma 1933, 2,<br />

pp. 127-130; G. Silvestrelli, Città castelli e terre della regione romana:<br />

ricerche di storia medioevale e moderna sino all’anno 1800, Roma 1993,<br />

1, pp. 91-97.

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