Storia Comune
Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale
Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale
Lo statuto di Anagni e le riformanze del XVI secolo 37 milizie postesi, appunto, tra Anagni, Frosinone, Ferentino, Alatri, Guarcino, Fumone, Acuto e Tivoli. Anagni deve garantire vitto e alloggio al comandante delle milizie e a tutti i soldati acquartierati, secondo le norme vigenti. Quando nel 1556 viene dichiarata, infine, piazza di guerra, il consiglio comunale, per far fronte alle emergenze, nomina, appellandosi allo statuto, dei commissari per ogni contrada della città, incaricati di provvedere alle richieste militari in genere, dalla distribuzione del foraggio all’alloggio 6 . E di questo, ancora una volta, se ne ha notizia tramite le riformanze. Gli scontri bellici a cui Anagni deve far fronte sono violentissimi: gli spagnoli, capeggiati dal Toledo, non concedono il tempo ai difensori di organizzarsi e attaccano con violenza e spregiudicatezza, anticipando qualsiasi tentativo di difesa della città che vede, uno a uno, crollare i propri capisaldi. Molti dei membri del consiglio comunale, il podestà, il sindaco, i magistrati civici abbandonano la città nel tentativo estremo di evitare le crudeltà, imperdonabili, degli spagnoli, che sconvolgono la popolazione, tra gli altri effetti anche il furto di molti documenti di archivio fra cui lo statuto 7 . Il libro degli statuti viene trafugato da un soldato spagnolo, gesto carico di senso: per annullare una città era importante eliminare la sua giurisdizione e, in questo senso, lo statuto essendo il caposaldo normativo, giuridico e amministrativo è il giusto rappresentante. Nel Libro delle riformanze 1557-1560 8 , si tratta del secondo dei libri delle riformanze giunto a noi (probabilmente si salvò dal rogo perché conservato nell’abitazione dell’allora camerlengo - a quei tempi l’amministrazione pubblica veniva gestita “personalmente” per cui è assolutamente possibile che il libro delle riformanze si trovasse nell’abitazione personale del camerlengo) si legge dell’ampia discussione in merito al recupero dello statuto. Nella seduta del 5 maggio 1558 9 i membri del consiglio, sindaco e officiali, nonché il camerlengo Felice Nardoni, riunitisi disquisiscono sulla possibilità 6 P. Zappasodi, Anagni attraverso i secoli, cit., 2, p. 65. 7 Le vicende sono narrate in ivi, 2, pp. 65-67. 8 Riformanze, 1557-1560. 9 Ivi, f. 25 v.
38 Cristina Giacomi di recuperare lo statuto, cercando di individuare un incaricato e di definire le spese per il viaggio. Il consiglio comunale, viene, infatti, a conoscenza del fatto che lo statuto di Anagni è custodito da Giovanni Osorio, abitante di Petra Mellara. Ci troviamo nei pressi di Caserta e il viaggio risulta, dunque, essere complesso. Bisogna far fronte a una serie di spese vive: vitto e alloggio per l’addetto al recupero, assegnazione di cavalli per il viaggio, cibo e stalle per i cavalli. Nella stessa seduta viene definita la cifra di viginti scudorum. Qualche giorno dopo, il 15 giugno 10 , il consiglio si riunisce nuovamente e nomina la persona che si recherà a Petra Mellara: Giulio Campagna. Dalle riformanze non risultano informazioni che ci permettano di tracciare un profilo dell’incaricato; di certo, era uno degli officiali in capite. Il 1° luglio 11 , tornando sulla questione, il Consiglio comunale delibera che Giulio Campagna, intraprendendo il viaggio, faccia tappa ad Alatri, dal «magnificum dominum logotenente», per avere una sorta di firma suggellatrice ad intraprendere il viaggio. Viene, inoltre, in quella stessa data, definito il viatico necessario. Il 3 ottobre 12 , si legge ancora, Felice Nardoni conferisce un residuo di 10 scudi a Giulio Campagna, come saldo del viaggio a Petra Mellara. Si conclude, così, una parentesi burrascosa per la città di Anagni che recupera alla sua storia e alle sue tradizioni un documento importantissimo. In quello stesso 1558, tenendo conto del numero di abitanti di Anagni e facendo i conti con l’attuale stato socio economico della città, si decide di ridurre il numero delle contrade da 8 a 7, unendo quelle meno abitate. Tra di esse la contrada di Castello viene rappresentata dai mediani Giulio Campagna e Pasquale Astolfi. Cito proprio questa contrada perché, dal Libro delle riformanze 1560- 1564 13 , facendo riferimento alle norme statutarie, il 26 settembre 1562 14 vengono nominati un mediano e un guardiano per la stessa. 10 Ivi, f. 32 r. 11 Ivi, ff. 32 v-33 r 12 Ivi, f. 44 v. 13 Riformanze 1560-1564. 14 Ivi, ff. 195 v-196 r.
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Cristina Giacomi<br />
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assegnazione di cavalli per il viaggio, cibo e stalle per i cavalli. Nella<br />
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Dalle riformanze non risultano informazioni che ci permettano di<br />
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Si conclude, così, una parentesi burrascosa per la città di Anagni<br />
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In quello stesso 1558, tenendo conto del numero di abitanti di<br />
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rappresentata dai mediani Giulio Campagna e Pasquale Astolfi. Cito<br />
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Ivi, f. 32 r.<br />
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