Storia Comune

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STATUTO DI FERENTINO
Governata come libero Comune, sede vescovile almeno dal V
secolo d.C., dal XIII Ferentino fu anche la residenza del Rettore
di Campagna e Marittima. Nel 1245 la città fu assalita da soldati
alatrensi, i quali furono puniti con la sottrazione del castello di
Tecchiena. Il 19 maggio 1296, morto in Fumone Celestino V,
Bonifacio VIII ordinò che le spoglie fossero inumate nella chiesa di
S. Antonio dei celestini, luogo dal quale furono in seguito rimosse
per essere trasferite definitivamente all’Aquila. Nel 1341 Benedetto
Caetani occupò il paese, venendone poi punito con l’obbligo della
riconsegna da Benedetto XII. Sotto il dominio di Ladislao di Durazzo
la cittadina ernica visse una relativa stabilità, poiché questi confermò
i privilegi accordati in precedenza. Con l’occupazione spagnola del
Duca d’Alba, invece, la popolazione soffrì per le angherie delle
truppe 1 .
Certamente uno Statuto a Ferentino doveva esistere prima del
1425, anno in cui Martino V approvò e confermò la compilazione
esistente.
La più antica copia esistente dello Statuto è custodita presso la
Biblioteca del Senato. Intorno ad essa si è molto dibattuto, soprattutto
per quanto riguarda la datazione delle norme contenute. Le varie
teorie sono state efficacemente riassunte da Marco Vendittelli,
autore dell’edizione critica del testo, nell’introduzione della stessa.
Diversamente dai suoi colleghi, Vendittelli basa la sua ipotesi
sulle testimonianze reperite presso l’Archivio storico comunale
di Ferentino, più precisamente nei Libri camerariatus. Essi infatti
registravano entrate ed uscite della comunità, ivi comprese quelle
relative al salario degli amministratori, dei quali si indicava la durata
del mandato in base a quanto disposto dallo Statuto. I registri relativi
1
Sono molte le pubblicazioni che trattano di storia ferentinate; il breve
sunto qui presentato è stato tratto dal più generale G. Silvestrelli, Città
castelli e terre della regione romana: ricerche di storia medioevale e moderna
sino all’anno 1800, Roma 1993, 1, pp. 80-82.