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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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378<br />

Francesca Pontri<br />

“Statuto / Castro”. Lo Statuto è scritto in latino, mentre i documenti<br />

copiati, le approvazioni e le conferme sono scritte parte in latino,<br />

parte in italiano. Le centotrentanove rubriche non sono numerate e<br />

il testo non è suddiviso in libri come negli Statuti di molti paesi<br />

limitrofi. Nonostante ciò, si può notare che le norme sono raggruppate<br />

per quattro grandi gruppi di materie all’interno del testo, e cioè<br />

l’amministrazione e il diritto civile, il diritto penale, il danno dato e<br />

le materie varie 6 .<br />

Il testo si apre con un proemio a c. 1r, seguito sul verso della carta<br />

dall’inizio del testo statutario vero e proprio. A c. 21 [27]r si trova<br />

la “Copia di capitoli noui sopra danni dati, et sopra li guardiani /<br />

mandati scritti in una patente confirmata dall’Illustrissima Signora” 7 ,<br />

alla quale seguono approvazioni e conferme da parte di esponenti di<br />

casa Colonna fino a c. 23 [29]r. Le cc. 23 [29]v-33 [39]v sono rigate<br />

ma prive di scrittura. Il testo si chiude con la Tabula, cioè l’elenco<br />

delle rubriche secondo l’ordine alfabetico accompagnate dal numero<br />

della pagina dove si trovano, che occupa le cc. 34 [40]r- 37 [43]r.<br />

La lettera cucita tra le cc. II-III [2], datata 24 marzo 1671, contiene<br />

la richiesta della comunità di Castro al Principe Filippo Colonna di<br />

poter andare a macinare le olive presso il frantoio di Vallecorsa, nei<br />

periodi in cui quello locale non poteva soddisfare le ingenti richieste.<br />

Il Principe approva e appone la sua firma. Con la lettera cucita tra<br />

le cc. 22-23 [28-29], datata 7 settembre 1639, la comunità di Castro<br />

chiede invece che il Principe Colonna comandi agli auditori e<br />

governatori di rispettare lo Statuto, “senza cavillationi e sotterfugi”.<br />

Anche in questo caso la richiesta viene accolta e il Cardinale<br />

Girolamo Colonna approva e sottoscrive.<br />

6<br />

Questa partizione sostanziale, messa a paragone con altri Statuti della<br />

provincia, induce Paolo Scaccia Scarafoni a ritenere che nell’antigrafo del<br />

manoscritto, o in altro precedente, la divisione in quattro libri fosse presente<br />

ma che non venne ricopiata: cfr. Gli statuti di Castro oggi Castro dei<br />

Volsci, cit., pp. 27-28.<br />

7<br />

L’approvazione che si trova alla carta seguente è di Agnese da Montefeltro,<br />

moglie di Fabrizio I Colonna.

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