Storia Comune

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STATUTI DI BOVILLE ERNICA
La comunità di Bauco, attualmente Boville Ernica, fu retta da
condòmini a partire dal XII secolo. In seguito al respingimento di
un attacco da parte di milizie sorane, in virtù del valore dimostrato,
nel 1204 Innocenzo III concesse uno Statuto. Il paese fu coinvolto
nelle guerre tra il Papato e i Colonna nel XV e XVI secolo; dopo una
brevissima parentesi repubblicana, nel 1582 tornò sotto il dominio
diretto del Pontefice 1 .
Le sole tracce esistenti di uno Statuto di Bauco riguardano
unicamente le norme sul danno dato. Si tratta di un corpus di 16
capitoli vertenti sulla protezione dei campi coltivati e degli alberi,
con particolare attenzione agli ulivi. Ciò non stupisce, se si considera
che l’olivicoltura è stata per secoli una delle maggiori fonti di
sostentamento di un territorio, come quello di Boville Ernica, a forte
vocazione agricola. La salvaguardia dai danni causati da uomini e
animali, nonché la lotta alle frodi e ai furti, occupa pertanto uno
spazio considerevole all’interno della normativa locale. Tanto che
ben 11 capitoli vertono su olivi e oliveti, mentre il 13esimo riguarda
la protezione degli alberi di gelso, in ragione dell’implementazione
dell’industria della seta nella zona.
Un esemplare delle norme statutarie di Bauco è costituito da un
chirografo di Pio VI conservato in due copie nella collezione Statuti
dell’Archivio di Stato di Roma. La prima di queste riporta un testo
stampato dalla tipografia della Reverenda Camera Apostolica, datato
1875, che contiene però i capitoli proposti dal Consiglio pubblico
di Bauco il 2 novembre 1781 e approvati dal Pontefice il 26 marzo
1783 2 . La seconda è una copia manoscritta dello stesso chirografo,
1
Per una sintesi storica si vedano E. Martinori, Lazio turrito: repertorio
storico ed iconografico di torri, rocche, castelli e luoghi muniti della provincia
di Roma: ricerche di storia medioevale, Roma 1933, 1, p. 84; G.
Silvestrelli, Città castelli e terre della regione romana: ricerche di storia
medioevale e moderna sino all’anno 1800, Roma 1993, 1, pp. 57-59.
2
Il testo del chirografo è pubblicato in G. Floridi, La Romana mater di