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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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Statuti di Alatri<br />

335<br />

è stata interamente omessa, così come manca in tutti i manoscritti<br />

conservati 5 .<br />

Nel 1585 il <strong>Comune</strong> commissionò una nuova copia dello Statuto,<br />

dal momento che quello esistente risultava vecchio e inservibile.<br />

Probabilmente il codice copiato 36 anni prima era entrato a far parte<br />

della raccolta della famiglia Molella, non era perciò più disponibile. Il<br />

lavoro di copia fu affidato al maestro Angelo di Paolo di Montemilone,<br />

il quale l’anno dopo ultimò l’opera. Il manoscritto deve essere stato<br />

consultato di frequente e molto a lungo, stando a come appariva<br />

prima del restauro 6 . Essendo la copia d’uso ufficiale del <strong>Comune</strong>,<br />

il manoscritto fu integrato con nuove norme e copie di documenti<br />

relativi a questioni statutarie fino ai primi anni del XVIII secolo.<br />

Carosi-D’Alatri, nella loro edizione critica, sostengono che questo<br />

codice fu esemplato dallo stesso antigrafo trecentesco (deperdito)<br />

del codice Molella. Di diversa opinione è Notari, il quale ravvede<br />

invece i segnali di una copia diretta di quella comunale da quella<br />

del 1549 7 . In ogni caso, il volume in questione è stato conservato<br />

presso il <strong>Comune</strong> fino al 1919, quando il sindaco Avv. Giuseppe Di<br />

Fabio decise di depositare lo Statuto e alcune pergamene presso la<br />

biblioteca del locale Liceo Conti-Gentili. La consegna non si svolse<br />

con un atto ufficiale: il primo cittadino si limitò a timbrare e firmare<br />

i pezzi destinati. Il manoscritto è stato riconsegnato al <strong>Comune</strong> in<br />

tempi recenti e al presente è conservato presso il Museo Civico.<br />

Dal volume copiato da Angelo di Montemilone fu tratto<br />

l’esemplare custodito presso la Biblioteca Giovardiana di Veroli.<br />

5<br />

In ibidem gli autori decisero di inserire nel testo latino la norma dall’omonimo<br />

titolo che si trova nello Statuto di Ferentino (rubrica 32 del Libro V),<br />

dov’è ugualmente presente una lacuna, ma limitata ad una o due parole.<br />

6<br />

Un’accurata e dettagliatissima analisi di questo manoscritto, nonché<br />

l’edizione del rubricario, si può leggere in S. Notari, Rubricario degli<br />

statuti comunali di Alatri e Patrica (secoli XVI-XVIII): per un rubricario<br />

degli statuti della provincia storica di Campagna, in Latium. Rivista di<br />

studi storici, 14 (1997), pp. 141-222, in part. le pp. 152-202.<br />

7<br />

Cfr. Gli statuti medioevali del <strong>Comune</strong> di Alatri, cit., pp. 83 e 89, dove si<br />

riporta lo stemma codicum; S. Notari, Rubricario degli statuti comunali di<br />

Alatri e Patrica (secoli XVI-XVIII), cit., pp. 160-162.

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