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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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326<br />

Francesca Pontri<br />

degli Statuti. Una sarebbe stata distrutta dal fuoco, mentre la seconda<br />

sarebbe da identificarsi in quella attualmente conservata presso il<br />

locale Archivio storico comunale. Quest’ultima sarebbe quindi stata<br />

copiata qualche anno prima, e poi solamente approvata dal vescovo<br />

Bassi nel 1710 2 .<br />

Sandro Notari ha avanzato un’altra ipotesi, ritenendo che il<br />

vescovo Giovanbattista Bassi tenesse presso di sé, ad Anagni, una<br />

copia dello Statuto e che da quella siano state copiate le altre 3 .<br />

Dal manoscritto dell’Archivo storico comunale di Acuto sarebbe<br />

stato tratto, nel 1856, l’esemplare conservato presso l’Archivio di<br />

Stato di Roma con la segnatura 793/01. Un indizio della derivazione<br />

si può rintracciare nella sottoscrizione finale, laddove il copista del<br />

codice romano omette di copiare, lasciando spazi bianchi, le stesse<br />

parole che nel codice acutino non erano state “ripassate”. Questa<br />

operazione, come si legge sul verso della carta di guardia anteriore<br />

del manoscritto di Acuto, fu effettuata da Filippo Pompili nel 1821<br />

perché in molti punti la scrittura non era più leggibile.<br />

L’altra copia romana, invece, sarebbe stata esemplata tra gli anni<br />

1758-1766, anni di coincidenza tra il pontificato di Clemente XIII<br />

e il vescovo Domenico Monti i cui stemmi, corredati delle insegne<br />

cittadine, si trovano dipinti in apertura di codice. Al di sotto della<br />

cornice che contiene gli emblemi si legge la data 1762, anno al quale<br />

si può attribuire quantomeno la decorazione. La realizzazione di<br />

questo manoscritto sarebbe stata, secondo Ticconi, sollecitata dalla<br />

Curia vescovile; l’opera tuttavia non sarebbe stata portata a termine<br />

come stabilito, come si rileva dalla presenza di tre mani diverse di<br />

scrittura. La copia si interruppe forse nel 1760, quando il vescovo<br />

Monti che aveva richiesto il codice fu trasferito ad Urbino, per<br />

finire nel dimenticatoio dal quale venne recuperato in un secondo<br />

momento. Ciò avvenne forse proprio nel 1856, in coincidenza con<br />

la richiesta del cardinale Mertel di inviare una copia dello Statuto<br />

2<br />

M. Ticconi, Acuto: la storia, lo “Statuto”, gli usi e il costume, Acuto<br />

2003, pp. 128-130.<br />

3<br />

Ciò è quanto affermato dal prof. Notari nel corso di una conferenza sugli<br />

Statuti storici acutini tenutasi il 16 dicembre 2016 in Acuto.

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