Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
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26.09.2017 Views

L’indagine sui manoscritti statutari 323 riportati accenni alle sorti subite dai manoscritti. Si può citare a puro titolo di esempio il caso di Paliano: nell’introduzione si narra di un incendio avvenuto prima del 1531 che avrebbe distrutto lo Statuto esistente, rendendo necessaria una nuova compilazione scritta dai Capitani del Popolo su invito di Ascanio Colonna. Elemento non trascurabile nell’analisi dei vari testimoni è stata la presenza o meno di conferme e di sottoscrizioni. Queste ultime, in particolare, garantiscono l’autenticità del testo mediante apposizione di segni di roborazione quali sigilli o timbri da parte di notai, governatori e Signori locali. Nei codici analizzati, relativamente agli Statuti dei Comuni compresi nel feudo Colonna, si sono riscontrate forti analogie di date e di firme, segnale di un controllo centralizzato da parte della Eccellentissima Casa. A titolo di esempio si può citare la norma aggiunta nel 1610 da Marcantonio IV Colonna con la quale si proibisce di vendere beni ai forestieri. Questa disposizione si ritrova identica in calce agli Statuti di Castro dei Volsci, Morolo, Paliano, Pofi e Supino. In questo lavoro l’opera di catalogazione dei manoscritti è stata condotta sulla base delle indicazioni contenute nella Guida a una descrizione uniforme dei manoscritti e al loro censimento, pubblicata dall’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche nel 1990, successivamente aggiornate nelle Norme per la descrizione uniforme dei manoscritti in alfabeto latino emanate dallo stesso Istituto nel 2000. Strumenti di lavoro importanti sono stati l’articolo di Emanuele Casamassima Note sul metodo della descrizione dei codici, nonché il volume di Armando Petrucci La descrizione del manoscritto: storia, problemi, modelli. L’analisi paleografica e codicologica dei manoscritti è stata condotta prendendo come riferimento gli insegnamenti contenuti in Breve storia della scrittura latina di Armando Petrucci e in Archeologia del manoscritto: metodi, problemi, bibliografia recente di Marilena Maniaci. Il lessico adottato nella descrizione è quello proposto in Terminologia del libro manoscritto di Marilena Maniaci, laddove

324 Francesca Pontri per foglio si intende l’insieme costituito da due carte solidali 3 . Nelle singole schede la voce nominata Specchio Rigato riporta le dimensioni rilevate sui codici secondo lo schema proposto nella Guida a una descrizione uniforme dei manoscritti già citata 4 . 3 I testi citati nel paragrafo sono: Guida a una descrizione uniforme dei manoscritti e al loro censimento, a cura di V. Jemolo e M. Morelli, Roma 1990; Norme per la descrizione uniforme dei manoscritti in alfabeto latino, Roma 2000; E. Casamassima, Note sul metodo della descrizione dei codici, in Rassegna degli Archivi di Stato, 23 (1963), pp. 181-205; A. Petrucci, La descrizione del manoscritto: storia, problemi, modelli, Roma 2001 2 ; Id., Breve storia della scrittura latina, Roma 1989; M. Maniaci, Archeologia del manoscritto: metodi, problemi, bibliografia recente, Roma 2002; Ead., Terminologia del libro manoscritto, Roma 1996. 4 Cfr. Guida a una descrizione uniforme dei manoscritti e al loro censimento, cit., pp. 30-32.

L’indagine sui manoscritti statutari<br />

323<br />

riportati accenni alle sorti subite dai manoscritti. Si può citare a puro<br />

titolo di esempio il caso di Paliano: nell’introduzione si narra di un<br />

incendio avvenuto prima del 1531 che avrebbe distrutto lo Statuto<br />

esistente, rendendo necessaria una nuova compilazione scritta dai<br />

Capitani del Popolo su invito di Ascanio Colonna.<br />

Elemento non trascurabile nell’analisi dei vari testimoni è stata la<br />

presenza o meno di conferme e di sottoscrizioni. Queste ultime, in<br />

particolare, garantiscono l’autenticità del testo mediante apposizione<br />

di segni di roborazione quali sigilli o timbri da parte di notai,<br />

governatori e Signori locali. Nei codici analizzati, relativamente agli<br />

Statuti dei Comuni compresi nel feudo Colonna, si sono riscontrate<br />

forti analogie di date e di firme, segnale di un controllo centralizzato<br />

da parte della Eccellentissima Casa. A titolo di esempio si può citare<br />

la norma aggiunta nel 1610 da Marcantonio IV Colonna con la quale<br />

si proibisce di vendere beni ai forestieri. Questa disposizione si<br />

ritrova identica in calce agli Statuti di Castro dei Volsci, Morolo,<br />

Paliano, Pofi e Supino.<br />

In questo lavoro l’opera di catalogazione dei manoscritti è stata<br />

condotta sulla base delle indicazioni contenute nella Guida a una<br />

descrizione uniforme dei manoscritti e al loro censimento, pubblicata<br />

dall’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane<br />

e per le informazioni bibliografiche nel 1990, successivamente<br />

aggiornate nelle Norme per la descrizione uniforme dei manoscritti<br />

in alfabeto latino emanate dallo stesso Istituto nel 2000. Strumenti<br />

di lavoro importanti sono stati l’articolo di Emanuele Casamassima<br />

Note sul metodo della descrizione dei codici, nonché il volume di<br />

Armando Petrucci La descrizione del manoscritto: storia, problemi,<br />

modelli.<br />

L’analisi paleografica e codicologica dei manoscritti è stata<br />

condotta prendendo come riferimento gli insegnamenti contenuti<br />

in Breve storia della scrittura latina di Armando Petrucci e in<br />

Archeologia del manoscritto: metodi, problemi, bibliografia recente<br />

di Marilena Maniaci.<br />

Il lessico adottato nella descrizione è quello proposto in<br />

Terminologia del libro manoscritto di Marilena Maniaci, laddove

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