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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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322<br />

Francesca Pontri<br />

dello Statuto di Ripi. Il manoscritto più recente è invece una copia<br />

tardo-ottocentesca dello Statuto di Alatri, conservata presso la<br />

Biblioteca Molella.<br />

I codici statutari presentano caratteristiche e peculiarità diverse<br />

tra loro. Una prima distinzione formale è costituita dal tipo di<br />

governo del territorio negli anni di vigenza delle norme statutarie.<br />

Si è infatti rilevato che gli Statuti delle libere città, quali Alatri,<br />

Anagni, Ferentino e Veroli, presentano una maggiore articolazione<br />

delle norme di organizzazione amministrativa e una più complessa<br />

casistica dell’ordinamento giudiziario rispetto alle comunità<br />

castrensi. Quanto a queste, in alcuni casi quali gli Statuti di Patrica<br />

e di Serrone, ciò che si conserva sono unicamente le norme relative<br />

al danno dato, forse facenti parte di un corpus più ampio, ma del<br />

quale non si hanno evidenze certe. La partizione canonica all’interno<br />

dei testi, per quanto riguarda la zona di riferimento che come già<br />

enunciato è quella della Valle del Sacco, comprende 4 o 5 Libri.<br />

Essi vertono sull’amministrazione, il diritto e la procedura civile, il<br />

diritto e la procedura penale, il danno dato ossia il danno arrecato<br />

alle coltivazioni da animali o persone, e infine gli extraordinaria,<br />

cioè tutti quei casi che non trovano posto all’interno degli altri gruppi<br />

e contengono solitamente norme sul commercio, il macello delle<br />

carni, gli ebrei, ecc. La maggior parte dei codici esaminati presenta<br />

sostanzialmente queste suddivisioni, sebbene non manchino i casi in<br />

cui le norme sono scritte in maniera continua in una sorta di elenco:<br />

è questo il caso di Acuto, Castro dei Volsci, Ripi, Tecchiena.<br />

Nello studio dei manoscritti un ruolo di rilievo si attribuisce alla<br />

distinzione tra la data del testo – come compilazione normativa – e<br />

la data del manufatto come contenitore, le quali non sempre, e non<br />

necessariamente, coincidono. Lo Statuto è infatti un organismo in<br />

evoluzione, che subisce delle modifiche nel corso della sua storia.<br />

Non è insolito pertanto che un manoscritto ottocentesco contenga<br />

un testo approvato e confermato alcuni secoli prima. Nei casi in cui<br />

il codice non presenta sottoscrizioni e datazioni, è stato necessario<br />

attribuire al codice una datazione in base a elementi paleografici (la<br />

scrittura). Un grande aiuto per datare il testo è stato inoltre fornito dai<br />

proemi presenti nell’incipit di molti esemplari, nei quali sono spesso

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