Storia Comune

Francesca Pontri
L’ indagine sui manoscritti statutari
«Il libro manoscritto, nella sua materialità
sia come prodotto artigianale che come
prodotto culturale, forse più di ogni
“reperto” archeologico è espressione
complessa, polivalente e completa di una
civiltà 1 ».
Oggetto della mia indagine, nell’ambito del progetto “Storia
Comune”, sono stati i manoscritti degli Statuti storici comunali.
Manoscritti che sono stati appunto studiati sia come manufatti
realizzati in uno specifico contesto, sia come testimonianze della
comunità all’interno della quale vissero. Gli Statuti nacquero
infatti per regolare la vita quotidiana del popolo, di conseguenza
tutti dovevano conoscere il contenuto delle norme. Ancor meglio,
agli stessi cittadini era garantito l’accesso al testo statutario. Ciò
è senz’altro vero nel caso di Alatri, il cui Statuto si apre con una
disposizione che imponeva di realizzare due copie del testo, una
in carta da conservare nella cassaforte del Comune e l’altra in
pergamena da lasciare a disposizione di chi volesse consultarla.
Questo assolveva a una doppia funzione: se da un lato si garantiva la
pubblica consultazione delle norme, dall’altro si proteggeva il testo
da manomissioni e frodi, in quanto la copia custodita in cassaforte
avrebbe sciolto ogni dubbio sull’autenticità di quanto in essa
disposto.
La prima fase del lavoro è stata quella di individuare tutti i codici
contenenti il testo statutario per ogni singolo Comune aderente al
Sistema bibliotecario e documentario della Valle del Sacco. Uno
strumento fondamentale in questa fase sono stati i repertori di
1
La citazione è tratta da M. L. Agati, Il libro manoscritto: introduzione
alla codicologia, Roma 2003, p. 177.