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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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Nota comparativa tra statuto di Roma e altri laziali<br />

303<br />

nella prassi concreta.<br />

Il tema delle fonti suppletive è trattato negli statuti urbani laziali<br />

di epoca rinascimentale con sfumature peculiari, alle quali non<br />

sappiamo dire se poi corrispondessero stylus processuali diversi<br />

presso i rispettivi tribunali. Diversamente da quelli di Roma e<br />

Viterbo, gli statuti di Tivoli (1522; I, 2) prevedevano che «ubi<br />

non loquuntur expresse statuta, procedet de similibus ad similia,<br />

vel secundum consuetudinem dicte civitatis, alias secundum iura<br />

civilia». A Rieti (I, 4), il Podestà giurava di amministrare la giustizia<br />

«secundum formam statutorum Communis Reate, et ubi statutum<br />

deficeret secundum iura communia». A Castro e Ronciglione (1588;<br />

I, 2) il magistrato doveva giudicare «secundum formam praesentium<br />

statutorum, vel secundum constitutiones per nos faciendas et ipsis<br />

deficientibus secundum quod ius commune disponit».<br />

Il dato veramente generale delle previsioni statutarie è dunque<br />

il richiamo all’applicazione in prima istanza dello statuto del<br />

luogo, potendo il resto differire. Situazione eterogenea del tutto<br />

simile ho riscontrato negli statuti comunali del Quattrocento del<br />

vicino territorio senese 16 . Va peraltro considerato che nello Stato<br />

della Chiesa si ponevano, come fonti ulteriori di grado superiore,<br />

le Constitutiones Egidiane del 1357, sulle quali da sempre gravano<br />

dubbi sulla loro generale ed effettiva applicazione 17 , e le norme<br />

pp. 89-91.<br />

16<br />

Cfr. Dani, Gli statuti dei Comuni della Repubblica di Siena, cit., pp.<br />

153-154.<br />

17<br />

Sul tema cfr. A. Marongiu, Il cardinale d’Albornoz e la ricostruzione<br />

dello Stato pontificio, in El Cardenal Albornoz y el Colegio de España,<br />

edición y prólogo de E. Verdera y Tuells, Bolonia 1972, 1, pp. 461-480;<br />

P. Colliva, Il cardinale Albornoz, lo Stato della Chiesa, le «Constitutiones<br />

aegidianae» (1353-1357), con in Appendice il testo volgare delle Costituzioni<br />

di Fano dal ms. Vat. Lat. 3939, Bolonia 1977, in specie pp. 216-226;<br />

G. Ermini, Validità della legislazione albornoziana nelle terre della Chiesa<br />

dal Trecento alla codificazione del secolo XIX, in El Cardenal Albornoz<br />

cit., Bolonia 1979, 4, pp. 81-102; S. Carocci, Vassalli del papa. Potere<br />

pontificio, aristocrazie e città nello Stato della Chiesa (XII-XV sec.), Roma<br />

2010, p. 168.

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