Storia Comune

292
Marco di Cosmo
Alla luce di queste ricerche, infatti, possiamo affermare che Villa
Santo Stefano disponeva di uno Statuto atto a regolare le controversie
locali. Di tale Statuto si è trovata copia parziale non originale e
sporadici riferimenti che coinvolgono la Delegazione Apostolica di
Frosinone, il Governatorato di Ceccano, e lo stesso Comune di Santo
Stefano.
Il danno dato e lo Statuto di Santo Stefano
I riferimenti allo Statuto esaminati in questa sede sono piuttosto
tardi: ne abbiamo menzione intorno alla metà del diciannovesimo
secolo, e sono quasi sempre relativi ai casi del danno dato, ossia i
reati relativi ai danneggiamenti delle terre provocati da persone, o
più spesso animali.
Per questo ho scelto di seguire una linea comune che, partendo
dalle sporadiche ricorrenze che interessano proprio questo
argomento, segue le controversie all’interno della comunità locale
che chiamavano in causa lo Statuto come fonte del diritto cittadino e
mezzo di risoluzione di questo tipo di controversie.
Riguardo il danno dato, una prima lettera del Governatore di
Ceccano alla Delegazione Apostolica di Frosinone, del 17 agosto
1839, rammentava il divieto di passaggio dei maiali nei terreni
coltivati. Oggetto della missiva è proprio un «Capitolo dello statuto
di Santo Stefano di divieto de maiali da terreni coltivati». Continua
nella lettera, il Governatore aggiungendo che «definitivamente al
citato dispaccio richiesi al Priore di S. Stefano gli articoli, o Capitoli
statuari, con i quali fu stabilito l’allontanamento di maiali e neri da
razza dai terreni coltivati in tutto il territorio» 3 .
Tale carteggio, oltre a costituire un riferimento chiaro per
l’esistenza e l’utilizzo di uno Statuto cittadino, ci permette anche
di ipotizzarne una datazione, quando il priore di Santo Stefano,
scrivendo alla Delegazione Apostolica di Frosinone, dice di allegare
«Copia estratta dallo statuto locale di detta comunità formato
3
Archivio di Stato di Frosinone, Delegazione Apostolica (in seguito solo
DA), b. 1137. Lettera del Governatore di Ceccano alla Delegazione Apostolica
di Frosinone, del 17 agosto 1839.