Storia Comune

Marco Di Cosmo
Alla ricerca dello Statuto di S. Stefano
Introduzione
Sebbene gli archivi locali nel passato abbiano manifestato
l’assenza di uno Statuto antico per il comune di Santo Stefano (oggi
Villa), è stato possibile rintracciare testimonianze inequivocabili
dell’esistenza di un antico codice statutario, e alcune menzioni,
seppur sporadiche, in cui tale normativa veniva chiamata in causa
all’interno delle controversie quotidiane.
Anche la storiografia locale conferma l’esistenza di uno Statuto,
menzionato ancora nel 1841, in una lettera del Priore di Santo Stefano,
che ne attesta la concessione dell’Eccellentissimo Principe Marco
Antonio Colonna 1 . Altre testimonianze bibliografiche riguardano
i casi del danno dato e soprattutto i Capitoli dello Statuto antico
relativi all’ordinamento istituzionale del paese 2 .
La mia ricerca segue questa linea, approfondendo il tema del
danno dato e dell’utilizzo dello Statuto come codice di risoluzione
delle controversie legate ai danni provocati dagli animali e alle
relative sanzioni. Il materiale più interessante in questo senso è stato
rinvenuto presso l’Archivio di Stato di Frosinone, che conserva le
tracce più vivide dell’esistenza di un antico Statuto e ne fornisce le
tracce più interessanti.
1
«Esiste in questa segreteria comunale in originale lo statuto locale firmato
dall’Eccellentissimo principe Marc’Antonio Colonna... col quale al tempo
della cessata baronia si giudicava tanto relativamente alla commissione (di
atti) criminali e civili quanto nella causa di danno dato... lo scritto è poco
intellegibile stante l’antichità, vi manca la maggior parte della carta. Una
copia peraltro intellegibile ed intera esiste presso questo uditore locale (di
casa Colonna, a Ceccano) servendogli (nel passato) di norma nel giudicare
le cause di danno dato» in A. Iorio, Villa S. Stefano: storia di un paese del
basso Lazio attraverso i secoli, Casamari 1983, p. 69.
2
V. Tranelli, Notizie su frammenti dell’antico Statuto della terra di Santo
Stefano in La voce di Villa (2010), pp. 10-11.