Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
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Il Comune di Veroli nel tardo Medioevo 289 palazzo vescovile nel 1329 73 ; Giovanni, canonico della cattedrale, è reggente in spiritualibus della curia di Campagna e Marittima, nel 1337 74 ; Nicola senior, avo diretto del nostro podestà, ricopre la carica di rettore di Guarcino nel 1352 75 , figurando in séguito come procuratore del comune di Veroli 76 . Suo figlio Leonardo, padre di Nicola iunior, esercita il notariato in Veroli 77 . Inoltre la famiglia è pure diramata in Piperno e da lì proviene un altro Nicola, notaio a servizio della curia rettorale nel 1373 e poi canonico ferentinate, castellano di Fumone e tesoriere provinciale di osservanza romana fra il 1391 e il 1402 78 . Anche Nicola iunior di Veroli è manifestamente legato all’àmbiente pipernese: molti anni prima di assumere palesemente la guida della città natale, allorquando nell’aprile 1383 questa passa all’obbedienza avignonese, egli riceve la tonsura in una solenne celebrazione in cattedrale, presente l’intero capitolo e l’aristocrazia verolana, e ad impartirgliela interviene appositamente il clementista Giovanni Petri de Piperno, vescovo titolare di Avellona (Vlorë in Albania) e residenziale di Trevico nel Beneventano 79 . Poi, da adulto, il nostro Nicola si fa scaltro uomo politico: favorisce la surricordata svolta di Veroli a favore di Bonifacio IX nel 1399 e probabilmente 73 A. Campanari, fondo cartaceo, unità 389, «Memorie antiche e buone», trascrizione del sec. XVIII. 74 BAV, Fondo di S. Erasmo di Veroli, perg. 3. Cfr. anche G. Battelli, Rationes decimarum Italiae. I. Latium, Città del Vaticano 1946 (Studi e testi, 128), nn 1671, 1804, 1956. 75 A. Campanari, fondo cartaceo, unità 389, «Memorie antiche e buone», trascrizione del sec. XVIII. 76 VASC, perg. lacera senza n.; A. Campanari, fondo cartaceo, unità 389, «Memorie antiche e buone», trascrizione del sec. XVIII. 77 Capitolare di S. Andrea, perg. 573. 78 BAV, Fondo di S. Erasmo di Veroli, fasc. XXV, perg. 7; V. Giovardi, Historia Verularum, ms cit., c. 88s; A. Esch, Bonifaz IX., cit., p. 583. 79 Capitolare di S. Andrea, perg. 152, del 1383 apr. 30 (Clemente VII, anno 5°). Per Giovanni Petri de Piperno cfr. Hierarchia catholica, 1, cit., pp 122, 227, 525.

290 usa l’influenza dell’omonimo cugino pipernese per ottenere le ottime condizioni dell’assoluzione papale; il 12 ottobre 1411 «tante opulentiae fuit ut [...] nonnulla feuda emit ex rogito Verulis signato» e, nello stesso anno, suo cognato, il fumonese Pietro Angelo de Campania, ha da Giovanni XXIII importanti incarichi nel governo della provincia 80 . Se poi riflettiamo sul fatto che la famiglia è insediata anche a Piperno e sulla circostanza che da lì viene poco meno della metà dei podestà di Veroli del secolo XIV che si siano rinvenuti, sembra logico vedere nei podestà pipernesi un effetto della potenza dei Cercia, che, senza esporsi in prima persona, riescono guidare le scelte fondamentali della città per mezzo di propri fiduciari. Ma quando è iniziato questo predominio politico dei Cercia in Veroli? Nel 1280, un mandato di papa Nicola III dispone un’inchiesta a carico del vescovo di Veroli, Gregorio, in quanto accusato dal suo capitolo cattedrale di simonia, nepotismo, distrazione di rendite e beni ecclesiastici e corresponsabilità in un omicidio, giacché, in pubblico e sotto gli occhi del vescovo, un suo borioso nipote aveva ucciso un cittadino e poi lo zio vescovo non aveva esitato a dare in pegno preziosi paramenti della cattedrale pur di ottenere l’impunità del nipote; tra l’altro, questo nipote si era costruito una minacciosa torre entro Veroli 81 . Sembra un chiaro segnale di aspirazione all’egemonia politica. Il nipote del vescovo era un Cercia? Molto probabilmente sì. Perché una atto del 31 marzo 1262, registrato nel più antico repertorio notarile di Veroli (opera del notaio Andrea Maniarante), riguarda l’acquisto di una casa in Piperno da parte di Roberto detto “Zerza”, marito di Giacoma, che è indicata come sorella del vescovo di Veroli Gregorio 82 . Questo è l’attuale stato delle ricerche. 80 Cfr. V. Giovardi, Historia Verularum, ms cit., c. 89. 81 Cfr. Les registres de Nicolas III, a cura di J. Gay, Paris 1898, p. 273s. 82 BAV, Fondo di S. Erasmo di Veroli, fasc. XV-XIX, fasc. XVIII c, perg. 2.

290<br />

usa l’influenza dell’omonimo cugino pipernese per ottenere le<br />

ottime condizioni dell’assoluzione papale; il 12 ottobre 1411 «tante<br />

opulentiae fuit ut [...] nonnulla feuda emit ex rogito Verulis signato»<br />

e, nello stesso anno, suo cognato, il fumonese Pietro Angelo de<br />

Campania, ha da Giovanni XXIII importanti incarichi nel governo<br />

della provincia 80 .<br />

Se poi riflettiamo sul fatto che la famiglia è insediata anche a<br />

Piperno e sulla circostanza che da lì viene poco meno della metà<br />

dei podestà di Veroli del secolo XIV che si siano rinvenuti, sembra<br />

logico vedere nei podestà pipernesi un effetto della potenza dei<br />

Cercia, che, senza esporsi in prima persona, riescono guidare le<br />

scelte fondamentali della città per mezzo di propri fiduciari.<br />

Ma quando è iniziato questo predominio politico dei Cercia in<br />

Veroli?<br />

Nel 1280, un mandato di papa Nicola III dispone un’inchiesta a<br />

carico del vescovo di Veroli, Gregorio, in quanto accusato dal suo<br />

capitolo cattedrale di simonia, nepotismo, distrazione di rendite e<br />

beni ecclesiastici e corresponsabilità in un omicidio, giacché, in<br />

pubblico e sotto gli occhi del vescovo, un suo borioso nipote aveva<br />

ucciso un cittadino e poi lo zio vescovo non aveva esitato a dare in<br />

pegno preziosi paramenti della cattedrale pur di ottenere l’impunità<br />

del nipote; tra l’altro, questo nipote si era costruito una minacciosa<br />

torre entro Veroli 81 . Sembra un chiaro segnale di aspirazione<br />

all’egemonia politica.<br />

Il nipote del vescovo era un Cercia? Molto probabilmente sì.<br />

Perché una atto del 31 marzo 1262, registrato nel più antico repertorio<br />

notarile di Veroli (opera del notaio Andrea Maniarante), riguarda<br />

l’acquisto di una casa in Piperno da parte di Roberto detto “Zerza”,<br />

marito di Giacoma, che è indicata come sorella del vescovo di Veroli<br />

Gregorio 82 .<br />

Questo è l’attuale stato delle ricerche.<br />

80<br />

Cfr. V. Giovardi, Historia Verularum, ms cit., c. 89.<br />

81<br />

Cfr. Les registres de Nicolas III, a cura di J. Gay, Paris 1898, p. 273s.<br />

82<br />

BAV, Fondo di S. Erasmo di Veroli, fasc. XV-XIX, fasc. XVIII c, perg. 2.

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