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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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Sul potere di convocare il “publico Conseglio” in Acuto<br />

25<br />

necessitate requirunt Superioris praesentiam, vel licentiam,<br />

CUM LICENTIA SOLUM REQUIRATUR, ut actus gesti<br />

eorum auctoritate confirmari valeant: così fermò il Cancer. var.<br />

resol. lib. 3. cap. 13. num. 163. ivi: Est regula generalis, quod<br />

ea, quae ad Reipublicae administrationem, administrandique<br />

necessitatem, sive utilitatem pertinent ipsam, Rempublicam,<br />

seu Consilium posse per se sine consensu Superiori agere,<br />

licet bene IN CONGREGATIONE, et convocatione DEBEAT<br />

INTERVENIRE SUPERIOR, SIVE EJUS OFFICIALIS ET<br />

PROPOSITIO DEBEAT FIERJ etc. EO PRAESENTE.<br />

Che se la disposizione del nostro Statuto non dà all’Odierno<br />

Barone il gius d’impedire a nostri Consiglieri la libertà di<br />

convocarsi, con quanto maggior aggravio de’ medesimi si è<br />

eccitata una tal pretensione, nel caso nostro, nel quale lo Statuto<br />

non solo in questo, mà in veruno de’ suoi Capi non è operativo,<br />

nè puole costringere il Popolo di Acuto alla di lui osservanza,<br />

in quelle parti, che concernono li diritti del Barone. Per ben<br />

comprendere la verità di un tal assunto convien premettere,<br />

gravissime essere, state ne passati secoli le controversie, che<br />

insorgevano tutto dì tra li Baroni pro tempore, ed il Popolo;<br />

queste ridotte a foro contenzioso produssero un ben lungo,<br />

e dispendioso Litigio, al quale finalmente nell’anno 1609.<br />

impose fine una solenne Transazione, che stipolossi trà il<br />

nostro Popolo, ed il Barone di quel tempo» 18 .<br />

Trambusti evidenzia come la pretesa del Governatore di conoscere<br />

in anticipo quanto debba proporsi nel Consiglio 19 sia in realtà<br />

contraria a quanto prescritto nella bolla De Bono Regimine, «la quale<br />

vuole, che soltanto doppo convocato legittimamente il Conseglio,<br />

si propongano gli affari, quali proposti si consultino su di ciò li<br />

Consiglieri, e finalmente si raccolgano i Voti di questi» 20 . Ciò che<br />

18<br />

Ivi.<br />

19<br />

Cfr. nota 17.<br />

20<br />

Nel memoriale il Trambusti fa riferimento al commentario di Jacobo Cohellio<br />

alla bolla De Bono Regimine del 1656, al capitolo XXXI, num. 147:<br />

«Postquam Consilium praed(ictis) solemnitatibus convocatum est primo

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