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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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Lo Jus pascendi nello Statuto di Veroli<br />

253<br />

fattispecie diversa da quella in oggetto, e serve alla difesa dei<br />

consiglieri soltanto per esporre, dal loro punto di vista, che la facoltà<br />

di pascolare nei terreni è una concessione del Padrone, e non diritto<br />

della Comunità.<br />

In realtà le ragioni dei Consiglieri non saranno ascoltate, perché<br />

il caso analizzato riguarda ben altro argomento, e cioè la facoltà per<br />

i pastori di pascolare nelle terre aperte e l’illegalità di restringere<br />

i terreni in maniera autonoma. Per chiarire meglio la vicenda ci<br />

viene in aiuto la corrispondenza tra la Delegazione Apostolica di<br />

Frosinone e la Sacra Congregazione del Buon Governo. Scrive<br />

infatti il Governatore provinciale che:<br />

«All’istanza avanzata a codesta Sagra Consulta per parte<br />

de zelanti, e poveri pastori della città di Veroli, con cui si<br />

dolevano dell’introdotto abuso da molti di quei cittadini di<br />

render riserbati i propri terreni, e Possessioni, in guisa che<br />

restavano essi Pastori interdetti a poter condurre il proprio<br />

bestiame, se non con incorso di pene, e del pagamento de<br />

Pascoli a commodo de privati cittadini, quantunque essi Pastori<br />

pagassero il solito dazio a quella Communità, si compiacque<br />

benignamente codesta Sagra Consulta ingiungermi dopo […]<br />

la mia informazione, che mi diedi l’onore spedire in codesta<br />

Sagra Consulta fin fatto li 15 Maggio dell’anno scaduto 1740 9 ».<br />

La vicenda appare più chiara. Si capisce, infatti, come l’editto<br />

emanato dall’ufficio di Frosinone fosse un intervento atto a<br />

correggere e punire un abuso perpetrato da alcuni proprietari, i quali<br />

rendevano riservati terreni che non lo erano, in maniera del tutto<br />

“autonoma”, non limitandosi dunque a imporre il divieto soltanto a<br />

quelli “ristretti”. Tale comportamento, quindi, limitava notevolmente<br />

l’attività dei pastori, che si trovavano «interdetti a poter condurre il<br />

proprio bestiame», se non incorrendo in multe o pagando illegalmente<br />

un’ulteriore “tassa” ai privati cittadini, nonostante già pagassero il<br />

dazio per il pascolo alla comunità. Il Governatore afferma di aver<br />

trovato valide le ragioni dei pastori, e facendo in modo che non<br />

9<br />

BG, b. 5370. Lettera del Governatore Ravizza alla Sacra Congregazione<br />

del Buongoverno in data 9 ottobre 1741.

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