Storia Comune

Lo Jus pascendi nello Statuto di Veroli
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Nel caso preso in esame, l’editto del Tribunale di Frosinone
prevedeva alcune libertà di pascolo, per i pastori locali, che i
consiglieri comunali giudicavano eccessive, e soprattutto dannose
nella misura in cui tali pascoli avrebbero rovinato i terreni, in special
modo quelli adibiti a varie coltivazioni, e soprattutto in opposizione
alle norme dello Statuto verolano, che espressamente vietava il
pascolo in alcuni territori.
Per questo motivo i consiglieri comunali scrivono al Buon Governo
chiedendo di rivedere la loro decisione riguardo l’approvazione
dell’editto in questione. Nella documentazione allegata dai consiglieri
si leggono con maggior precisione le motivazioni addotte.
Premessa importante è il riconoscimento dell’autorità del
Buon Governo quale unico organo adatto a risolvere tale tipo di
controversie 3 .
Più avanti si prendono in esame le obiezioni poste dai pastori,
che lamentano l’impossibilità di poter condurre il proprio bestiame
all’interno dei terreni «aperti, e non ristretti» 4 .
fratte, che detto uditore decretò non esser compreso nel predio del ricorso
fatto.
Nuovamente li supposti zelanti con nuovi ricorsi avanti del Tribunale di
Frosinone procurano inquietare l’oratore sopra il Ius Pascendi e rendono
in tutto il territorio contro una sentenza emanata avanti la Sacra Congregazione
del Buon Governo sino dall’anno 1707 fra la comunità e li possessori
di Bestiami, e quantunque l’oratore ha fatto una promessa che fu sentita
la comunità in quest’istanza, e che li Zelanti compariscano smascherati in
questo giudizio […]».
3
BG, b. 5370, lettera dei Consiglieri e Magistrato della città di Veroli alla
Sacra Congregazione del Buon Governo, prima del 18 aprile 1744: «la cognizione
di questa Causa spetti alla Sagra Congregazione del B. Governo
non si impugna in conto alcuno, anzi il Magistrato e Consiglieri di essa Città
ne sperano una più spedita giustizia per l’approvazione de noti Capitoli,
come non più giudiziali».
4
Ivi, «Nel ricorso già fatto in Consulta dalli pastori, o siano zelanti sin
dall’anno 1740 conoscendo essi la verità del fatto si dice solamente che
gli viene impedito il pascolo ne terreni aperti, e non ristretti, come dunque
ultra patita si puol stendere il Pascolo ne luoghi ab antiquo ristretti al com-