Storia Comune

Marco Di Cosmo
Lo Ius Pascendi nello Statuto di Veroli
Introduzione
Veroli ha la fortuna di conservare, nell’Archivio della Biblioteca
Giovardiana, una copia manoscritta dell’antico statuto cittadino,
datata 1540. Da tale copia, e dalla successiva edizione latina, sono
stati condotti alcuni studi storici e critici che hanno permesso di
ricostruire e tradurre interamente un codice, che è testimonianza
viva dell’economia e delle principali consuetudini del diritto locale.
In questa sede ci occuperemo di un particolare argomento legato
allo Statuto: quello dello Ius Pascendi, o pascolatico, che stabiliva
le modalità del pascolo e della fida per i pastori della città di Veroli.
Attraverso lo studio dei documenti di archivio rinvenuti presso
la Sacra Congregazione del Buon Governo, infatti, è stato possibile
ricostruire un interessante caso in cui tale diritto veniva diversamente
rivendicato, da differenti parti della comunità, proprio in forza dello
Statuto Comunale.
Lo Ius Pascendi e l’antico Statuto di Veroli
Una lettera dei consiglieri della città di Veroli, in cui si richiede la
revisione della decisione di approvazione di un editto del tribunale
di Frosinone, ci permette di ricostruire una vicenda importante per
capire la normativa legata allo Ius Pascendi e soprattutto all’utilizzo
dello Statuto nell’economia e nelle consuetudini locali.
I Consiglieri e il Magistrato della città di Veroli scrivono alla
Sacra Congregazione del Buon Governo, prima dell’Aprile 1744,
opponendosi ad alcune modifiche circa lo ius pascendi, previste
dall’editto del 1741 emanato dal Tribunale di Frosinone 1 .
1
Archivio di Stato di Roma, Fondo Sacra Congregazione del Buon Governo,
Serie II (in seguito solo BG), b. 5370, lettera dei Consiglieri e Magi-