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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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Vallecorsa: oliveti e normativa statutaria<br />

243<br />

si riconosce nel carteggio che «disconviene di gravare i dannificanti<br />

di pene così eccessive». Si dichiara inoltre che l’intero importo della<br />

pena spettava alla Comunità, in quanto era stata rigettata la divisione<br />

“in terzo”. Qui si fa un riferimento inequivocabile alla figura<br />

dell’affittuario del danno dato, che doveva procurare sollecitamente<br />

l’affitto e quindi pensare alla sorveglianza delle coltivazioni 6 .<br />

La replica contro gli allevatori non si fece attendere; i padroni degli<br />

oliveti rimarcarono «esser troppo necessario l’aumento delle pene» 7 ,<br />

malgrado l’istanza fosse stata rigettata dal Pubblico Consiglio,<br />

convocato peraltro anche con l’intervento degli ecclesiastici 8 . I<br />

contadini dunque giustificarono il rifiuto spiegando che il Consiglio<br />

era composto per la maggior parte da «possidenti di bestiami ed<br />

anche pastori che vorrebbero continuare a dar danni impunemente<br />

nelli detti arboreti, ed oliveti, non potendo sostentarli né pagarli».<br />

Anche il governatore tentò di dimostrare che il nuovo progetto<br />

normativo non aveva avuto approvazione per via di una cospicua<br />

presenza di pastori nel Consiglio. Tale rimostranza poteva comunque<br />

trarre origine dal particolare interesse «dello stesso governatore a cui<br />

si vorrebbe applicare la terza parte delle pene». Così l’uditore del<br />

barone propose di lasciare le fonti intatte, tali e quali come erano:<br />

«non si sa per quale ragione con suo biglietto assicurò (l’uditore) la<br />

6<br />

BG, b. 5291. Si propone quanto segue: «Si potrebbe perciò rescrivere:<br />

Mandet reformari novam Taxam Damnorum datorum in Olivetis, et Arboretis<br />

in medietate tantum, addita declaratione, quod Omnes poenae spectent<br />

ad Communitatem ad formam Constitutionis Benedictinae, et pro hujusmodi<br />

effectu praevia affixione Edictorum accendatur Candela pro illarum<br />

affictu ad Triennium Servata forma Edicti 1729». La “balliva” apparteneva<br />

al Barone, la Comunità la gestisce in affitto (mettendola all’asta) grazie alla<br />

figura del “ballivo”, che svolge anche la funzione di sorveglianza. Questi<br />

risponde direttamente alla Corte. Poteva anche capitare che l’asta andasse<br />

deserta, come si apprende da un documento datato 14 ottobre 1727 (Cfr.<br />

Colonna, Vallecorsa II, Corrispondenza 1685-1730) Il fattore di Vallecorsa<br />

dà informazioni nell’agosto 1721, per l’affittuario del danno dato Martino<br />

Migliore da Vallecorsa.<br />

7<br />

BG, b. 5291.<br />

8<br />

Ivi.

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