Storia Comune

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Marco Di Cosmo
Anche questo Statuto, in relazione al danno dato, presenta una
casistica minuziosa e soprattutto ci permette di introdurre una
fattispecie particolare, quella del “danno dato studioso”, termine con
cui si indicavano le cause per danni provocati intenzionalmente dai
proprietari degli animali.
Il caso preso in esame, oltre a richiamare l’occorrenza delle cause
relative al danno dato in questo comune, ci fornisce una diretta
testimonianza dell’utilizzo dello Statuto come riferimento normativo,
sebbene non unico, in questo tipo di controversie. Ad introdurre la
causa è l’Uditore Egidio Pozzi che, «dalla nostra residenza di Supino»
ribadisce la validità dell’applicazione del danno dato studioso
all’interno della comunità supinese. Su questo tema, si legge, il
Tribunale aveva chiamato a riferire il Balivo, ovvero il funzionario
comunale, preposto alla sorveglianza del territorio, in opposizione
ad alcuni cittadini che giudicavano tale fattispecie come oppressione
dei diritti statutari. Il danno dato, e con esso la fattispecie del danno
dato studioso, è invece previsto dagli «stabilimenti statutari» per
«amore del bene pubblico».
Se il tribunale ha dunque chiamato il balivo a riferire su tale
fattispecie, non ha fatto altro che seguire le disposizioni statutarie,
non contrastando così la consuetudine vigente sino ad allora 2 .
2
Subiaco, Biblioteca del monumento nazionale di S. Scolastica, Archivio
Colonna (in seguito si citerà solo Colonna e la posizione), Affari di Supino
III SA, Miscellanea (1531-1870). Notificazione dell’Uditore Egidio Pozzi,
20 maggio 1804. «Se da questo tribunale si è coartato il Balio de danni dati
a riferire al medesimo le accuse di danno dato studioso, e manuale, non si
è inteso, ciò facendo, che eseguire quanto la legge mille volte ha prescritto,
e a dir meglio quanto si è dalle Pontificie Costituzioni dichiarato. Non è
questa una novità, conforme alcuni sediziosi, ed inimici dei beni pubblici
vanno spacciando: non è un’opposizione, che s’intende fare all’uso, che
vigeva in questa terra dettata da spirito d’interesse: non è opposizione ai
diritti del Balio: non è conculcazione dei stabilimenti statutari, e bensì un
espediente provvedimento dettato dall’amore del Pubblico, e dall’obbligo
del nostro officio, e che è conforme le leggi le più sacrosante, e che serve
al buon ordine, ad assicurare le altrui sostanza con renderle immuni dai
danni, e riparare alle collusioni, che continuamente in pregiudizio e della
giustizia, e de particolari commetteva dal precitato Balio».