Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
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26.09.2017 Views

Matteo Maccioni Serrone: la riforma dell’articolo 22 Il materiale studiato per il comune di Serrone è conservato nell’Archivio di Stato di Frosinone, fondo della Delegazione Apostolica di Frosinone 1 . La pratica esaminata riguarda il progetto di riforma dell’articolo 22, presentato nell’agosto del 1861 e riguardante la «Penale per quelli che comprano oggetti da persone illegittime», dello Statuto della Comunità di Serrone, compilato con sanzione sovrana nel 1854 2 . Lo scambio epistolare è tra il Delegato apostolico di Frosinone e il Ministro dell’Interno, in cui sono riportati una copia del verbale del Consiglio comunale del 10 settembre 1861 e gli atti del Tribunale Civile di Frosinone. L’interesse per questi documenti riguardanti lo Statuto di Serrone è dettato dal fatto che la sua datazione lo colloca in prossimità del limite temporale della loro permanenza in vigore. Lo Statuto non 1 Archivio di Stato di Frosinone, Fondo Delegazione Apostolica (in seguito solo DA), Affari generali, Protocollo riservato, titolo II Agricoltura (1812 – 1870), busta 1175. 2 Possediamo quattro copie dello Statuto di Serrone, 3 manoscritte e 1 a stampa: due copie sono conservate nell’Archivio di Stato di Roma (ASRm, Collezione statuti, stat. 0449/03); le restanti due copie sono conservate nell’Archivio di Stato di Frosinone (ASFr, DA, b. 1175, fascicolo Sulle penali pel Taglio degli Elcini). Per quanto concerne le copie tenute nell’Archivio di Stato di Roma sappiamo che la prima, Copia dello Statuto Antico della Comunità del Serrone, è un manoscritto non datato del XIX secolo riportante il testo statutario del XVII secolo; la seconda invece è una copia redatta dall’originale dello Statuto di Serrone «fatto nell’anno 1855». Passando alle copie dell’Archivio di Stato di Frosinone, la prima copia, manoscritta, è redatta «a forma del N. o 19 dell’Editto di Segreteria di Stato del 24 9bre 1850» ed è datata 19 novembre 1854; la seconda copia, a stampa, è stata approvata il 17 settembre 1855. In questo testo ogni rimando al testo dello Statuto, ove non specificato, farà riferimento alla copia a stampa.

220 Matteo Maccioni è diviso in cinque libri, come di consueto, ma consta solamente di 26 articoli i quali non riguardano norme di diritto penale e civile, o norme interessanti l’ordinamento istituzionale: tutto ciò che vi è prescritto riguarda il danno dato, ovvero le norme di polizia rurale 3 . Il confronto tra le varie copie dello Statuto che è stato possibile analizzare porta alla luce la lenta, ma inesorabile, riduzione del numero delle norme componenti l’antica lex locale. Ad esempio, la copia non datata conservata nell’Archivio di Stato di Roma, che sappiamo essere del XIX secolo perché riportante la firma del Priore Alessandro Rocchi, firmatario anche della copia manoscritta tenuta presso l’Archivio di Stato di Frosinone, datata 1854, e riportante il testo statutario del XVII secolo ha un corpo normativo di 44 articoli. La copia manoscritta conservata nell’Archivio di Stato di Frosinone, invece, riporta 34 articoli. Dallo studio di questo carteggio e dello Statuto emerge la importanza della coltivazione e del commercio di uva e granturco in età moderna per la Comunità di Serrone. Dalla struttura e dal contenuto degli articoli dello Statuto si evince che la quasi totalità degli abitanti del territorio di Serrone è composta da agricoltori e pastori. All’infuori dell’articolo 22, oggetto della proposta di riforma che vado ad illustrare, in altri due articoli si fa riferimento esplicito a questi due prodotti 4 . La presenza di questi tre articoli statutari e del 3 L’abolizione degli antichi statuti comunali viene sancita nel paragrafo 102 del Motu proprio di Pio VII, che recita: «Titolo IV. Disposizioni Legislative. Art. 102. Tutte le Leggi municipali, statuti, ordinanze, riforme, sotto qualunque titolo, o per mezzo di qualunque Autorità emanate in qualsivoglia luogo dello Stato, comprese ancora quelle pubblicate per una intera Provincia, o per un particolare Distretto, rispettivamente sono abolite, a riserva di quelle, che contengono provvedimenti relativi alla coltura del territorio, al corso delle acque, ai pascoli, ai danni dati nei terreni, e ad altri simili oggetti rurali», Motu proprio della santità di nostro Signore Papa Pio VII in data del 6 luglio 1816 sulla organizzazione dell’amministrazione pubblica, Milano 1816, p. 44. 4 ASFr, DA, b. 1175, Statuto della Comunità di Serrone compilato con sanzione sovrana nell’anno 1854, p. 11: «Art. 12. Penali per li Padroni di Cani di Pecore e Capre. Che tutti li Cani dei Pastori debbano in tempo

220<br />

Matteo Maccioni<br />

è diviso in cinque libri, come di consueto, ma consta solamente di<br />

26 articoli i quali non riguardano norme di diritto penale e civile,<br />

o norme interessanti l’ordinamento istituzionale: tutto ciò che vi è<br />

prescritto riguarda il danno dato, ovvero le norme di polizia rurale 3 .<br />

Il confronto tra le varie copie dello Statuto che è stato possibile<br />

analizzare porta alla luce la lenta, ma inesorabile, riduzione del<br />

numero delle norme componenti l’antica lex locale. Ad esempio,<br />

la copia non datata conservata nell’Archivio di Stato di Roma, che<br />

sappiamo essere del XIX secolo perché riportante la firma del Priore<br />

Alessandro Rocchi, firmatario anche della copia manoscritta tenuta<br />

presso l’Archivio di Stato di Frosinone, datata 1854, e riportante il<br />

testo statutario del XVII secolo ha un corpo normativo di 44 articoli.<br />

La copia manoscritta conservata nell’Archivio di Stato di Frosinone,<br />

invece, riporta 34 articoli.<br />

Dallo studio di questo carteggio e dello Statuto emerge la<br />

importanza della coltivazione e del commercio di uva e granturco<br />

in età moderna per la Comunità di Serrone. Dalla struttura e dal<br />

contenuto degli articoli dello Statuto si evince che la quasi totalità<br />

degli abitanti del territorio di Serrone è composta da agricoltori e<br />

pastori. All’infuori dell’articolo 22, oggetto della proposta di riforma<br />

che vado ad illustrare, in altri due articoli si fa riferimento esplicito<br />

a questi due prodotti 4 . La presenza di questi tre articoli statutari e del<br />

3<br />

L’abolizione degli antichi statuti comunali viene sancita nel paragrafo<br />

102 del Motu proprio di Pio VII, che recita: «Titolo IV. Disposizioni Legislative.<br />

Art. 102. Tutte le Leggi municipali, statuti, ordinanze, riforme,<br />

sotto qualunque titolo, o per mezzo di qualunque Autorità emanate in qualsivoglia<br />

luogo dello Stato, comprese ancora quelle pubblicate per una intera<br />

Provincia, o per un particolare Distretto, rispettivamente sono abolite,<br />

a riserva di quelle, che contengono provvedimenti relativi alla coltura del<br />

territorio, al corso delle acque, ai pascoli, ai danni dati nei terreni, e ad altri<br />

simili oggetti rurali», Motu proprio della santità di nostro Signore Papa<br />

Pio VII in data del 6 luglio 1816 sulla organizzazione dell’amministrazione<br />

pubblica, Milano 1816, p. 44.<br />

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ASFr, DA, b. 1175, Statuto della Comunità di Serrone compilato con<br />

sanzione sovrana nell’anno 1854, p. 11: «Art. 12. Penali per li Padroni<br />

di Cani di Pecore e Capre. Che tutti li Cani dei Pastori debbano in tempo

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