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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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202<br />

Rossana Fiorini<br />

che la Comunità introducesse molti animali a pascolare la ghianda<br />

all’interno della macchia, in un momento che doveva esser riservato<br />

al Campanari. C’è un po’ di confusione sull’accaduto: sia sulle date<br />

in cui detti animali furono introdotti, sia sul periodo stesso in cui<br />

essi rimasero nella selva 28 . Più volte nelle pratiche analizzate si pone<br />

l’accento sulla consumazione della ghianda da parte degli animali;<br />

tant’è vero che la Comunità – sostenendo di aver fatto entrare il<br />

bestiame dopo il 9 di dicembre – affermava di aver trovato una<br />

situazione in cui la ghianda era totalmente consunta o prossima<br />

alla consumazione, e che quindi era stata interamente utilizzata dai<br />

Signori Campanari.<br />

La stessa situazione, che ci palesa la totale consumazione dei frutti<br />

del bosco da parte degli animali – e per questo ci fornisce ancora una<br />

volta la funzione essenziale e indiscutibile del patrimonio naturale<br />

delle selve per gli abitanti di Pofi – affiora dalle dichiarazioni giurate<br />

di due periti (l’una identica all’altra), accorsi a testimoniare e rilevare<br />

alcuni danni fra le terre confinanti di Pofi, Ripi e Arnara. Si torna<br />

inoltre a parlare degli aspetti più tardi dello jus pascendi quando gli<br />

esperti, Luca Rinaldi e Giuseppe Carrante, che affermano di essere<br />

residenti rispettivamente ad Arnara e a Ripi, dichiarano di conoscere<br />

molto bene il territorio e con il loro giuramento 29 essi dichiarano che<br />

28<br />

Ivi, b. 3597. Da un documento intitolato: «Memoriale con Sommario e<br />

scritte annesse per l’udienza dei 3 settembre 1818». Si riferisce che tale<br />

episodio non fu isolato, ma si ripeté anche durante gli anni successivi: ciò<br />

si può leggere nel memoriale che porta il titolo «Memoriale Replicationij<br />

cum novo summario auditi», qui si dice che la Famiglia Campanari «fraudata<br />

venit ab igluvie Pophanorum in fruitione dicta silva per biennium, annis<br />

scilicet 1805 in 1806, et 1806 in 1807». Altre carte invece smentirono<br />

quanto appena detto e chiarirono che il Marchese poté sfruttare la macchia<br />

dal 1 ottobre al 9 novembre. Al Marchese Campanari furono accordati 200<br />

scudi di risarcimento.<br />

29<br />

Ivi, b. 3597. La testimonianza risale al 25 agosto 1818. «[…] essendo noi<br />

molto pratici del territorio di Pofi […] possiamo con verità riferire, che in<br />

tutte le macchie, […] il popolo vi ha il diritto di pascolare nei suoi debiti<br />

tempi, e tal dritto si estendeva anche alla macchia della Comunità quando<br />

da quella si possedeva. […] all’epoca del giorno di S. Andrea il cibo, o

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