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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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200<br />

Rossana Fiorini<br />

danneggiamenti. Il territorio di Pofi oltre ad essere piuttosto ridotto,<br />

è ricco di macchie e boscaglie, per cui risultava difficoltoso tenere gli<br />

animali alla larga da tali zone per molto tempo, e proprio su questo il<br />

peso della normativa statutaria, così come ricordava il Governatore<br />

nella suddetta missiva: «onde si vede che saviamente ha provveduto<br />

lo statuto con dar facoltà di pascolare tutte le selve doppo detta<br />

festività, et anche nella propria selva communitativa, con la licenza<br />

però de contestabili» 23 .<br />

Il problema legato agli animali non è relativo solamente al pascolo,<br />

ma anche al semplice transito degli stessi, e si ricollega anche alle<br />

pratiche della semina. Per poter seminare bisogna attraversare i<br />

boschi ed è noto che il popolo potesse adempiere a tale attività a<br />

partire dal giorno di S. Andrea. Senza diritto di pascolo, non sussiste<br />

neanche quello di passaggio, risulta difficile dunque raggiungere i<br />

campi e si deve far ricorso alla discrezione dei padroni delle selve.<br />

Inoltre si incorrerebbe nella segnalazione da parte dei guardiani,<br />

come già accadeva quando si attraversavano strade maestre. Se poi<br />

si considera che la Macchia è a disposizione dei padroni fino alla<br />

data del Carnevale, il popolo ha anche il contingente danno di veder<br />

terminare il periodo della semina. Non bisogna dimenticare che, tra<br />

le varie attività economiche cui l’uomo si può dedicare, l’agricoltura<br />

è l’unica che non permette l’esasperazione dei ritmi produttivi,<br />

poiché è necessariamente vincolata da precise leggi biologiche.<br />

Per tali ragioni la Comunità prosegue la lite «intentatagli contro da<br />

detti particolari padroni della selva» 24 richiedendo che il pascolo nel<br />

bosco, che aveva sempre rappresentato uno jus Commune, torni ad<br />

essere libero e alieno dal diritto della proprietà privata 25 .<br />

23<br />

BG, b. 3591. Dalla missiva del governatore De Nobili datata 25 settembre<br />

1746.<br />

24<br />

Ibidem.<br />

25<br />

Ivi. Da un ulteriore documento (annesso alla detta lettera del governatore<br />

De Nobili e datato 10 settembre 1746, firmato “li zelanti della Terra di<br />

Pofi”) apprendiamo i che vassalli si rivolgono al Buon Governo affinché<br />

si proibisca di utilizzare «il denaro del pubblico nella lite, che si sostiene<br />

a nome della Communità contro la Chiesa, ed altri possessori delle selve

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