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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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Sul potere di convocare il “publico Conseglio” in Acuto<br />

19<br />

riceve da quel Vescovo», riassumibili in quattro punti: 1) il vescovo<br />

ha fatto tagliare 190 alberi tra i migliori della selva appartenente alla<br />

Comunità, contravvenendo ad una esplicita risoluzione del “publico<br />

Conseglio”; 2) la Comunità versa al Gerardi 200 scudi l’anno, in<br />

vigore di una “Concordia”, per sanare un debito di 3250 scudi, e<br />

dunque questa chiede di essere «ammessa à monti Camerali per<br />

restituire d(ett)o Cap(ita)le, e liberarsi da d(ett)a annua prestatione<br />

di scudi 200 vedendo in tal modo la povera Com(muni)tà ad utilitarsi<br />

di scudi 100 l’anno»; 3) la Comunità accusa il vescovo di aver<br />

usurpato la terza parte del danno dato spettante interamente a questa;<br />

4) infine, essa chiede che venga riconosciuto il diritto di convocare<br />

il “publico Conseglio” senza la licenza del vescovo. Il Popolo di<br />

Acuto si fa scudo di un accordo risalente al 1609 tra la Comunità e<br />

l’allora vescovo Antonio Seneca. Con esso si stabiliva che, dietro<br />

pagamento di 215 scudi l’anno - poi 200 - per ripianare il debito di<br />

3250 scudi contratto con il vescovo stesso, questo «non havesse in<br />

Acuto, che il mero, e misto impero, e non potesse ingerirsi in verun<br />

conto nelle selve, herbe ecc., e generalm(en)te in ogni provente<br />

della Com(muni)tà, ma quelli restassero a libera disposizione degli<br />

Off(icia)li di quella». Poiché tali accordi sono posteriori alla stesura<br />

dello Statuto locale, la Comunità si ritiene in diritto di appellarsi al<br />

Buon Governo e denunciare la condotta del Gerardi 4 .<br />

Il vescovo ribatte punto su punto alle accuse mossegli dalla<br />

Comunità acutina, definendo gli attacchi delle mere calunnie, delle<br />

ingiurie 5 , e sostenendo di aver seguito in molti dei casi posti sotto<br />

inchiesta l’esempio dei suoi predecessori - motivo per cui egli<br />

afferma che «se questa fosse usurpaz(io)ne non sarebbe mia». Per<br />

4<br />

Ivi, memoriale del Popolo e Plebe di Acuto al Buon Governo, 9 agosto<br />

1704: «Né osta lo Statuto perche ritorna all’istessa risposta d(ett)a di sopra<br />

che è anteriore alla Concordia stante le quali è ineseguibile in quelle parti<br />

contrarie all’istessa Concordia».<br />

5<br />

Ivi, informativa del vescovo di Anagni Gerardi al Buon Governo, 12<br />

settembre 1704: «queste sono ingiurie troppo insolenti contro un povero<br />

Vesc(ov)o e provengono, perche pare sia lecito ad ognuno dare questi libelli<br />

infamatorij sotto nome collegativo, acciò non si sappia chi li porge, e<br />

si fà lecito con q(ue)sto stile d’infamare ed eccl(esiast)ici, e laici».

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