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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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182<br />

Marco Di Cosmo<br />

attraverso lo statuto è anche qui quello del danno dato, ossia i reati<br />

relativi ai danneggiamenti delle terre, alle coltivazioni, provocati da<br />

persone, o più spesso da animali.<br />

Il danno dato è argomento di disputa piuttosto ricorrente nella<br />

comunità, soprattutto in relazione ai danneggiamenti di capre e<br />

maiali detti “neri”. Di questo problema scrive nel 1841 Pietro<br />

D’Ambrosi, Priore di Patrica, alla Delegazione Apostolica di<br />

Frosinone, lamentando gli enormi disagi procurati da questi animali<br />

all’agricoltura locale. Il Priore cosi scrive: «Accludo all’Eccellenza<br />

Vostra Reverendissima una particola dello Statuto, che esiste in questo<br />

<strong>Comune</strong>, relativa alle Capre e Neri, che si proibiscono di ritenerli, e<br />

farli vagare per le Vigne, e Alboreti, o sia pei terreni ristretti, colla<br />

penale, facendo danno, di baiocchi cinquanta per ciascheduna Bestia<br />

e di scudi cinque, essendo tronco, dichiarandole non esservi per le<br />

Capre altra Disposizione». Il Priore, confrontando le penali attribuite<br />

ad altri animali, dichiara al Delegato Apostolico che la penale delle<br />

capre è il doppio di quella che si paga per altre bestie. Inoltre scrive<br />

ancora: «[…] mi credo in dovere di far conoscere […] che tanto<br />

le Capre quanto i Neri da Razza fanno qui in Patrica veramente<br />

piangere l’Agricoltura per cui la supplico, anche a nome di tutti gli<br />

agricoltori di emanare forti disposizioni per reprimere tanti danni e<br />

reprimere insieme l’audacia e l’orgoglio dei Respettivi Pastori» 3 .<br />

L’argomento è piuttosto ampio ed esistono numerose cause e<br />

frequenti ricorsi riguardanti i danni provocati da questi animali ai<br />

terreni coltivati. Per questo caso, come negli altri, si richiamano<br />

esplicitamente nel fascicolo gli articoli dello Statuto, riguardanti le<br />

“Bestie minute in Vigneti e Alboreti” e i “Porci in Vettovaglie”, che<br />

riportiamo dalle carte di Archivio.<br />

«Porci in Vettovaglie. Item se alcuna Bestia Porcina,<br />

purché non sia mandarina dasse danno ai Seminati non nati<br />

di qualsivoglia sorta di Vettovaglie sia lecito al Padrone del<br />

Seminato di ammazzarne uno, con dare il solito quarto alla<br />

Corte, e che si possa seguitare tre passi distante dal terreno,<br />

3<br />

Archivio di Stato di Frosinone, Fondo Delegazione Apostolica (in seguito<br />

solo DA), b. 819, fsc. 2038. Lettera di Pietro D’Ambrosi, Priore di Patrica,<br />

alla Delegazione Apostolica di Frosinone. Patrica, 26 luglio 1841.

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