Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
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Matteo Maccioni Divisione del territorio, pene e divieti statutari a Paliano Il documento preso in esame per il comune di Paliano fa parte di una pratica conservata nell’Archivio di Stato di Roma, fondo della Congregazione del Buon Governo 1 . Nella lettera indirizzata al Colonna, Duca Principe di Paliano 2 , datata 20 settembre 1674, due agricoltori e possidenti terrieri richiedono l’applicazione dei divieti e delle pene statutarie, così come di quelle previste dai bandi emanati dal Colonna, in merito al pascolo dei maiali in determinate aree del territorio della comunità palianese. La pratica a cui appartiene la lettera oggetto di studio, indirizzata dalla Comunità di Paliano alla Sacra Congregazione del Buon 1 Archivio di Stato di Roma, Fondo Sacra Congregazione del Buon Governo, Serie II (di seguito solo BG), b. 3306. 2 Il Ducato di Paliano, costituitosi nel 1556 ad opera di papa Paolo IV in seguito alla confisca dei feudi della famiglia Colonna nella divisione amministrativa di Campagna e Marittima, e riottenuto da questi nel 1559 per mezzo del trattato di Cave, che pose fine alla “guerra di Campagna” tra lo Stato Pontificio e la Spagna, venne elevato a dignità principesca nel 1569 e fu organizzato militarmente e amministrativamente dai successori di Marcantonio II Colonna, il quale confermò e fece applicare lo Statuto approvato dal padre Ascanio nel 1533. Il Principato venne diviso in due stati amministrativi, i cui capoluoghi furono Genazzano – da cui dipendevano Paliano, Genazzano, Cave, Serrone, Rocca di Cave, Marino, Piglio, Anticoli di Campagna, Trivigliano, Vico nel Lazio, Collepardo e Rocca di Papa - e Pofi (poi sostituito da Ceccano) – da cui dipendevano Ceccano, Ripi, Arnara, Falvaterra, Castro, Vallecorsa, San Lorenzo, Santo Stefano, Giuliano, Patrica, Supino, Morolo, Sgurgola e Sonnino. Nei capoluoghi risiedeva il Governatore o viceconte, mentre a Paliano aveva la sua dimora il Principe e il Viceduca. Per maggiori informazioni sulla storia di Paliano e la formazione del Ducato di Paliano cfr. L. Pacitti, Storia della terra di Paliano, Cave 1983.

174 Matteo Maccioni Governo, e datata 3 settembre 1712, ricorda come la proibizione del pascolo dei maiali, «dannosis(sim)i à tutto il territorio» 3 , fosse già stata sancita, in tempo antico, dai consigli popolari del 1619, 1620 e 1698, e da editti e bandi promulgati da Lorenzo Colonna nel 1674, 1676 e 1690 4 . Decisioni consiliari, editti e bandi pubblicati si rifanno a quanto è stato sancito nel consiglio popolare del primo ottobre 1619 5 , ovvero «che si cavino li porci dal p(rim)o di Maggio per ciaschedun anno è non possano entrare per tutto il mese di Settembre è che duri in perpetuo è che li porci forastieri di d(ett)o tempo non ci possano entrare in nesun modo eccetto che in tempo di ghianda» 6 . Nei primi anni del XVIII secolo viene meno l’esecuzione delle norme previste da questi consigli ed editti, sancendo di fatto l’impoverimento e il disboscamento della macchia circostante e dei terreni di proprietà della comunità palianese, i quali in passato erano stati divisi in “quarti” e, a rotazione, venivano coltivati a grano, granturco, legumi o coltivazioni varie, uno lasciato a prato invernale e un altro destinato al pascolo per il bestiame 7 . 3 BG, b. 3306, lettera della Comunità di Paliano alla Sacra Congregazione del Buon Governo, 6 agosto 1712. 4 Ivi. 5 Un esempio è quanto viene scritto nella risoluzione consiliare del 20 maggio 1712: «Si replica di novo la resolutione fatta dall’anno 1619 come fu proposto se si dovevano cacciare li porci dal Territ(ori)o passato il Mese di Ap(ri)le è à che sempre potessero rientrare è questo s’intenda per ciaschedun anno per l’avvenire intendendosi da porci armentitij con l’esclusiva de porci forastieri che in nesun modo ne in qualsivoglia tempo possano venire in Territ(ori)o». 6 BG, b. 3306, copia dell’estratto dal Libro dei Consigli, f. 69, Lettera A. 7 «I contadini di Paliano già dal 1705 reclamavano dal Principe e dagli altri proprietari la divisione di tutti i terreni in “quarti” da distribuire agli aratori, vangatori e zappatori con una certa giustizia; più tardi reclamavano contro l’operato del Viceduca che non applicava quanto era stato concordato. Tutte le terre di Paliano furono divise in quattro parti e cioè: il Quarto di Collerampo, il Quarto di Cervinara, il Quarto di Massa e il Quarto di San Luca, i quali, a rotazione, venivano così usati: uno era coltivato a grano, l’altro a granturco, a legumi o altre coltivazioni varie; il terzo lasciato a

Matteo Maccioni<br />

Divisione del territorio, pene e divieti statutari<br />

a Paliano<br />

Il documento preso in esame per il comune di Paliano fa parte<br />

di una pratica conservata nell’Archivio di Stato di Roma, fondo<br />

della Congregazione del Buon Governo 1 . Nella lettera indirizzata al<br />

Colonna, Duca Principe di Paliano 2 , datata 20 settembre 1674, due<br />

agricoltori e possidenti terrieri richiedono l’applicazione dei divieti e<br />

delle pene statutarie, così come di quelle previste dai bandi emanati<br />

dal Colonna, in merito al pascolo dei maiali in determinate aree del<br />

territorio della comunità palianese.<br />

La pratica a cui appartiene la lettera oggetto di studio, indirizzata<br />

dalla Comunità di Paliano alla Sacra Congregazione del Buon<br />

1<br />

Archivio di Stato di Roma, Fondo Sacra Congregazione del Buon Governo,<br />

Serie II (di seguito solo BG), b. 3306.<br />

2<br />

Il Ducato di Paliano, costituitosi nel 1556 ad opera di papa Paolo IV<br />

in seguito alla confisca dei feudi della famiglia Colonna nella divisione<br />

amministrativa di Campagna e Marittima, e riottenuto da questi nel 1559<br />

per mezzo del trattato di Cave, che pose fine alla “guerra di Campagna”<br />

tra lo Stato Pontificio e la Spagna, venne elevato a dignità principesca nel<br />

1569 e fu organizzato militarmente e amministrativamente dai successori<br />

di Marcantonio II Colonna, il quale confermò e fece applicare lo Statuto<br />

approvato dal padre Ascanio nel 1533. Il Principato venne diviso in due<br />

stati amministrativi, i cui capoluoghi furono Genazzano – da cui dipendevano<br />

Paliano, Genazzano, Cave, Serrone, Rocca di Cave, Marino, Piglio,<br />

Anticoli di Campagna, Trivigliano, Vico nel Lazio, Collepardo e Rocca di<br />

Papa - e Pofi (poi sostituito da Ceccano) – da cui dipendevano Ceccano,<br />

Ripi, Arnara, Falvaterra, Castro, Vallecorsa, San Lorenzo, Santo Stefano,<br />

Giuliano, Patrica, Supino, Morolo, Sgurgola e Sonnino. Nei capoluoghi<br />

risiedeva il Governatore o viceconte, mentre a Paliano aveva la sua dimora<br />

il Principe e il Viceduca. Per maggiori informazioni sulla storia di Paliano<br />

e la formazione del Ducato di Paliano cfr. L. Pacitti, <strong>Storia</strong> della terra di<br />

Paliano, Cave 1983.

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