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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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170<br />

Matteo Maccioni<br />

“ufficiali”, mentre la classe degli “spicciolati” rappresenta una sorta<br />

di riserva cui attingere in caso di necessità 12 . La compilazione della<br />

lista di persone che afferiscono alle varie classi è affidata al Gran<br />

Conestabile Filippo Colonna, il quale la invia al Governatore con<br />

l’ordine di farla applicare e renderla operativa nel più breve tempo<br />

possibile 13 .<br />

Ciò che si evince da questo scambio epistolare è la possibilità che<br />

viene data al sindaco e agli ufficiali della comunità di “contestare”<br />

le scelte del Gran Conestabile e di suggerire le modifiche che si<br />

vorrebbero apportare. Questi si rivolgono al luogotenente per<br />

chiedere la sostituzione delle persone ritenute rozze, ignoranti e in età<br />

avanzata con persone “civili”, “pulite”, “da bene” e “possidenti”. Si<br />

lamentano, infatti, dei danni causati al bene comune dall’imperizia,<br />

dalla viltà e dalla rozzezza degli ufficiali “idioti”, ovvero illetterati,<br />

vili e poveri, da «persone sempre avide d’ingrandirsi con i publici<br />

proventi» 14 . Più volte nelle rimostranze si pone l’accento sulla<br />

12<br />

Colonna, Morolo III LB, Corrispondenza (1778-1795), informativa<br />

del Governatore sulla compilazione delle classi, 10 febbraio 1783: «Colle<br />

sudette Classi Sarebbe bene formare il Consiglio di trenta persone, e<br />

togliere il Popolare, solito a tenersi in questo Luogo, da cui ne nascono<br />

confusioni, e sconcerti, costituendo esso Consiglio di dieci Soggetti della<br />

Classe de Sindici, e venti della Classe degl’Ufficiali, quali per turno venissero<br />

in ogn’Anno estratti, uno dalla prima Classe, e due dalla Seconda,<br />

per l’amministrazione di questa Communità. Dalla Classe de Sindici, ne<br />

sopravanzarebbero sei, quali non sembrando conveniente fargli degradare<br />

con ponergli in quella degl’ufficiali, potrebboro collocarsi per Spicciolati<br />

di detta classe, acciò di Sorrogargli alli dieci in caso di bisogno, benché<br />

per altro devo raguagliare l’Ecce(lle)nza V(ost)ra, che gli Spicciolati nella<br />

Classe medesima, mai in questo bussolo si sono costumati, bensì in quella<br />

dell’Ufficiali, per la quale detratti gli venti, che si degnerà prescegliere,<br />

gl’altri, che non rigetterà, possono collocarsi in quella de Spicciolati».<br />

13<br />

Ivi, risoluzione di Filippo Colonna al Governatore, 21 febbraio 1783:<br />

«Ordiniamo in seguito di ciò al Governatore che dia piena esecuzione alla<br />

nostra presente volontà, e faccia che li sogetti di sopra descritti prendino il<br />

possesso nelle solite forme».<br />

14<br />

Ivi, rimostranze degli zelanti della Comunità di Morolo al Governatore,<br />

7 gennaio 1783.

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