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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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Gioacchino Giammaria<br />

Hanno collaborato a tale iniziativa diversi illustri studiosi di res<br />

statutaria alcuni dei quali ci hanno consegnato loro scritti in merito.<br />

Attraverso le biblioteche si sarebbe voluta la partecipazione di studiosi<br />

locali, grandi conoscitori di archivi e situazioni cittadine, ma<br />

solo in due casi si è potuto avere un confronto, risultato molto utile<br />

al fine di indagare in modo più approfondito e in un ampio spettro<br />

d’indagine. Anche gli studiosi più noti hanno partecipato con alcuni<br />

contributi.<br />

Alessandro Dani ha affrontato un problema importante ovvero il<br />

confronto tra codici statutari del Quattrocento, o meglio tra quello<br />

romano ed i codici laziali di Rieti, Viterbo, Tivoli, Ferentino, Alatri,<br />

Velletri, Castro e Ronciglione, tutti risalenti al medesimo periodo<br />

fino all’inizio del Cinquecento. Del nostro gruppo sono appunto gli<br />

statuti di Alatri e Ferentino che presentano redazioni minori quantitativamente<br />

ma anche dal punto di vista della casistica. Il lavoro del<br />

prof. Dani indica una strada per successive ricerche che potrebbero<br />

far capire molte dinamiche interne agli statuti e tanti aspetti della<br />

civiltà giuridica locale.<br />

Cristina Giacomi, su sollecitazione e indicazioni di Tommaso Cecilia,<br />

ha cercato nelle riformanze comunali la presenza dei riferimenti<br />

allo statuto comunale di Anagni, “rinnovato” nel 1517 e legato in<br />

nuova veste nel 1587, a cui ci si riferisce sovente e non solo per le<br />

fortunose vicende del suo trafugamento e del successivo recupero,<br />

ma soprattutto per i richiami normativi strettamente necessari alla<br />

formazione delle decisioni assembleari e consiliari e per l’elezione<br />

degli organi di governo cittadini.<br />

Sandro Notari pubblica una nota sullo statuto anticolano-fiuggino,<br />

già presente nell’archivio comunale della città termale, che ha<br />

avuto diverse e misteriose vicende; scomparso come altri codici statutari,<br />

ha avuto la ventura di ricomparire, “misteriosamente”, nella<br />

collezione del Senato dove attualmente si conserva.<br />

Paolo Scaccia Scarafoni è presente con due note che ha letto nei<br />

convegni di Castro dei Volsci e Veroli. Nella prima individua nel<br />

periodo della signoria Colonna il momento redazionale e corrobora<br />

questo suo assunto con una certosina ricerca documentaria e comparativa<br />

con lo statuto di Olevano Romano; anche nella seconda rela-

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