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Storia Comune

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale. Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco. Biblioteca di Latium, 21 Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale

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Gioacchino Giammaria<br />

La realizzazione<br />

Non appena il progetto è stato approvato dalla Regione il Sistema<br />

ha dato il via, per cui i collaboratori dell’Istituto di storia e di arte<br />

del Lazio meridionale, affidatario della ricerca, hanno cominciato a<br />

studiare l’argomento dopo un primo stage informativo-formativo, e<br />

quindi hanno consultato gli archivi necessari per svolgere l’attività<br />

proposta. La scarsezza di archivi giudiziari ha indirizzato i tre ricercatori,<br />

Marco Di Cosmo, Rossana Fiorini e Matteo Maccioni, verso<br />

archivi amministrativi come quello della Sacra Congregazione del<br />

Buon Governo, l’Archivio della Delegazione Apostolica di Frosinone,<br />

gli archivi comunali e l’Archivio Colonna depositato, come è<br />

noto, presso la Biblioteca del monumento nazionale S. Scolastica di<br />

Subiaco. Si tratta di imponenti raccolte di atti “amministrativi” che<br />

contengono importanti eventi relativi a affari e contenziosi di varia<br />

natura, e sovente in questi grandi depositi di memoria si trovano<br />

riferimenti agli statuti, o meglio alla loro esistenza ed applicazione.<br />

Su questi aspetti si sono appuntati gli sguardi di Di Cosmo, Fiorini<br />

e Maccioni, volti a trovare prove dell’esistenza di statuti in quei comuni<br />

in cui non se ne trova traccia oggigiorno. E questo ha condotto<br />

a scoprire tracce di statuti dei comuni di Boville Ernica, Ceccano,<br />

Ceprano, Giuliano di Roma, Serrone, Villa S. Stefano di cui prima si<br />

sapeva poco o niente. L’altro aspetto indagato è l’applicazione degli<br />

statuti che negli atti amministrativi ha avuto una direzione ben precisa<br />

o meglio si è trovato che il tema ricorrente e prevalente era quello<br />

del danno dato. Del resto ciò è abbastanza logico e non sorprendente<br />

in quanto l’argomento è quello che nei secoli dell’età moderna ha<br />

avuto un largo riflesso nella vita pubblica (ed economica) ed è l’unico<br />

ad essere stato praticato nell’ambito del diritto comunale, mentre<br />

l’affermazione dello stato moderno ha determinato quel lungo e<br />

lento tramonto dello jus proprium comunale. Ma non per il danno<br />

dato, le cui norme sono state aggiornate dai consigli comunitativi,<br />

richiamate più volte nei conflitti e contenziosi scoppiati nella società<br />

di acien régime, sovente in quelli molto frequenti fra agricoltori e<br />

pastori, tratto caratteristico dei secoli XVIII e XIX in cui il forte<br />

incremento demografico ha comportato l’aumento dei terreni da destinare<br />

alle coltivazioni, la loro recinzione, conseguenza non ultima

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