Storia Comune
Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale
Gli statuti comunali antichi del Lazio meridionale.
Gli statuti dei comuni del Sistema bibliotecario e documentario Valle del Sacco.
Biblioteca di Latium, 21
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale
Gli Statuti di Castro in Campagna 99 Federico di Cecigliano, dottore in diritto, commissario ed officialis di Castro 35 . Nel 1502, sempre un atto di volontaria giurisdizione si compie coll’approvazione di Giovan Francesco Spada di Alatri, commissario del castello 36 . Da queste notizie, sia pur così limitate, si trae l’impressione che coloro che amministrano la giustizia in Castro, siano in realtà di nomina colonnese, perché altrimenti sarebbe difficile giustificare la presenza di un giurisperito di Perugia e perfino di un dottore in diritto in un’epoca in cui ci sono ancora comuni maggiori governati da podestà non addottorati 37 . Del resto, anche il prevalere dal 1498 del et auctoritatem, dicendo dicte Nanne hec verba: Tutrix esto et curatrix esto; cum beneficio tamen inventarii bonorum dictorum pupillorum [...]. Actum in domo solite residentie supradicti officialis, in contrata Civite, ad bancum iuris, presentibus hiis, videlicet Iacobo Antonii Matonis et Bartholomeo Cole Melioris et Salvatore Collepardis habitator(ibus) Castri, testibus vocatis etc.». 35 Ivi, c. 69r-v, atto in data 1498 apr. 10: «[...] constituta personaliter in iudicio coram iuris doctore domino Federico de Cicigliano, honorabili commissario et officiale terre Castri», Bella Rose Ioannis, madre dei minori Benedetto, Antona e Beatrice, figli del defunto Antolino Bernabei, chiede al medesimo commissario di costituire gli zii Vangelista e Antonio Bernabei tutori e curatori per detti minori; «qui dominus commissarius et officialis predictus, sedens pro tribunali et eius solitum bancum iuris, suum interposuit decretum et auctoritatem, dicendo dictis Vangeliste et Antonio hec verba: Tutores extote et curatores extote, cum beneficio tamen inventarii bonorum dictorum pupillorum, pupillorum et heredum. Actum in domo solite residentie supradicti officialis, ad bancum iuris [...]». 36 Ivi, prot. 4, atti di notaio non identificato, c. 38r: «[...] coram spectabili viro Iohanni (così) Francisco Spada de Alatro, honor(abili) commissario terre Castri», Nicola Todiscus chiede che sia nominato un tutore per suo figlio Giacomo, minore ed erede della defunta madre, indicandolo nella persona di Alessandro Aurelio, nonno materno del minore; «qui dominus commissarius supra, sedens, predicta admisit fieri [...] dicendo eidem Alexandri (così) presenti et intelligenti et acceptanti: Esto tutor, esto tutor, esto tutor [...]. Actum in terra Castri, in domo residentie dicti commissarii [...]». 37 Ad es. per Veroli, l’obbligo di eleggere podestà unicamente chi sia dottore in legge interviene solo con una riforma statutaria del 1516 (Biblioteca
100 Paolo Scaccia Scarafoni titolo di commissario lascia intendere che si tratti di incaricati dei Colonna. Anzi, in tal senso depongono chiaramente le lettere patenti di nomina del «magnificus Gabriel de Briscia, comissarius generalis domini Fabritii de Colunna», rilasciate dal duca in Roma nel 1487 e pervenuteci grazie all’inserimento in un atto notarile dello stesso anno 38 : Fabritius Colunna, armorum etc. Castri, Riparum et Sancti Stephani [P]er tenore della presente, ordiniamo et deputamo et constituimo nelli infrascripti lochi nostro comissario lo nobeli[ssimo] Gabriel de Brescia circha tucte le entrate et occurrentie quomodocumque pertinenti ad nui et alla nostra corte; commandando expressamente ad tucti vicarii, facturi, comestabili, officiali et subditi nostri de dicti infrascripti lochi gli debiano dare in tucte cose fede piena che lui ordenarà et vorrà et obedientia quanto alla persona nostra propria; notificando che nui haberemo rato, accepto et fermo tucto quello sarrà facto, ordinato et exequito per lo dicto Gabriel comissario et conpare nostro, quanto fosse facto, ordinato et exequito da nui propri; non facendo, né persconendo lo contrario per quanto havendo cara la gratia nostra et socto altra nostra iure pena reservata al nostro arbitrio. In quorum fidem, presentes fieri fecimus nostri consueti sigilli impressione munitas. Datum Rome, xvi iunii, anno Domini MCCCCLXXXVII. Giovardiana in Veroli, perg. P. LI). 38 ASFr, Fondo Notarile Castro dei Volsci, b. 1, prot. 3, atti del notaio presbiter Laurentius Ioannes, cc.143v-146r, atto in data 1487 lug. 4, Gabriele di Brescia, «comissarius generalis domini Fabritii de Colunna», esibisce le lettere patenti della sua nomina e provvede a vendere un’area di spettanza della curia di Castro. Nel pubblicare qui le lettere patenti, si è avuta cura di riordinarne gli elementi, riportando l’intitulatio e l’inscriptio all’inizio del testo mentre nella copia notarile sono trascritte al termine («[...] A capite presentium scriptum erat: Fabritius Colunna, armorum etc. Intus erat scriptum: Castri, Riparum et Sancti Stephani»).
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