Il Venerdi di Repubblica Luglio 2017

CULTURA
GIOVANNI SIMEONE/SIME/SIEPHOTO
IL COMMISSARIO
GOURMET
CHE ODIA
LE MANETTE
di Giuliano Aluffi
In una Francia idilliaca, il poliziotto
Bruno inventato da Martin Walker
indaga tra auto d’epoca e piatti raffinati.
«È il mio Asterix antiglobalizzazione»
ella verde e tranquilla regione
francese della Dordogna
N c’è un commissario bon vivant
che – tra cavalcate mattutine,
cene con gli amici e avventure
romantiche – si diletta a risolvere casi
oscuri, che spesso hanno antiche radici
maligne. La sua ultima avventura è
Grand Prix (Feltrinelli, pp. 320, euro 16,
traduzione di Silvia Rota Sperti) e lui, il
“Maigret della Dordogna” è il commissario
Benoît Courregès, che tutti chiamano
Bruno. Il suo autore, Martin Walker, è uno
SOPRA, UN PANORAMA
DELLA DORDOGNA,
LA REGIONE FRANCESE
IN CUI SONO
AMBIENTATI I ROMANZI
DI MARTIN WALKER
(IN BASSO). L’ULTIMO
USCITO IN ITALIA
È GRAND PRIX
(FELTRINELLI, PP. 320
EURO 16, TRADUZIONE
DI SILVIA ROTA SPERTI)
che avendone viste tante in
giro per il mondo può distillare
la sua conoscenza dell’animo
umano nel gradevole calice
del giallo: è stato storico,
direttore di think tank geopolitici
negli Stati Uniti, corrispondente
ventennale da Mosca
e da New York per il Guardian.
Ma soprattutto scrittore
letto ormai in 15 Paesi,
habitué delle top ten europee
e sorta di magnete turistico
per le valli che incorniciano le
sue storie: per il settimanale
economico Wirtschaftswoche
i gialli di Walker avrebbero
fatto crescere del 30 per
cento il turismo in Dordogna.
Soprattutto quello teutonico:
d’altra parte lo scrittore ha
venduto oltre 1,8 milioni di
copie in Germania, e proprio
franco-tedesca sarà la serie tv
su Bruno che ZDF e Arte trasmetteranno
nel 2018.
In Grand Prix il commissario è alle
prese con la morte – chissà quanto naturale
– di un archivista, con una corsa
d’auto d’epoca che ha luogo a Saint-Denis
– versione letteraria del vero paesino,
Le Bugue, che è il buen retiro dell’autore
– e col mistero di una macchina da 50
milioni di dollari: la Bugatti Type 57 Atlantic,
prodotta negli anni 30 in soli
quattro esemplari, uno dei quali svanito
durante la Resistenza francese proprio
in Dordogna. «Queste valli, che ospitano
le grotte di Lascaux, danno la sensazione
di vivere in un posto speciale, quello con
la più continua presenza umana nella
Storia» spiega Walker al Venerdì. «Nei
miei libri le dipingo come un piccolo
Eden distante dal caos contemporaneo,
tanto che un giornalista mi ha chiesto se
Bruno sia una sorta di Asterix che vuole
difendere la sua terra dall’equivalente
odierno dell’impero romano: la globalizzazione».
Quel paragone sorprese
Walker, ma per poco:
«In effetti nelle mie storie c’è
un Obelix, il rotondo poliziotto
J-J, c’è un cagnolino Idefix,
il basset-hound Balzac di
Bruno, e c’è perfino la pozione
magica: il vino di Bergerac!»
riconosce lo scrittore. O meglio:
lo scrittore-gourmet, visto
che il suo “ricettario di
Bruno” nel 2015 è stato premiato
come miglior libro al
mondo sulla cucina francese
al Gourmand International
Award. «Beh, amo la gastronomia
proprio come il commissario.
Ma a differenza di
Flaubert con Madame Bovary,
non posso dire Bruno
c’est moi», spiega Walker.
«Per la sua figura mi sono
ispirato a un mio caro amico
e compagno di tennis: si chiama
Pierrot, ed è il poliziotto
locale di Le Bugue. È un po’
più anziano e meno atletico,
ma è lui. Soprattutto perché
anche lui odia arrestare le
persone. Ogni estate vengono a Le Bugue
forestieri che gli chiedono: “È lei Bruno?”.
Lui ammette divertito, e si presta a
firmare autografi e scattare selfie».
84 . IL VENERDÌ . 14 LUGLIO 2017