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A SINISTRA,<br />
UNO SPORTELLO<br />
DELLA BANCA<br />
POPOLARE<br />
DI VICENZA.<br />
A DESTRA, LA SEDE<br />
DEL MONTE DEI<br />
PASCHI DI SIENA.<br />
SOTTO,<br />
LA PROTESTA<br />
DEI RISPARMIATORI<br />
VENETI<br />
che universali”, che possono offrire molti<br />
prodotti finanziari, e si sono aperte le<br />
frontiere, consentendo agli istituti <strong>di</strong><br />
cre<strong>di</strong>to europei <strong>di</strong> farsi concorrenza tra<br />
loro. La maggiore competizione ha progressivamente<br />
ridotto il “margine”, ovvero<br />
la <strong>di</strong>fferenza tra i tassi d’interesse<br />
fatti pagare dalle banche ai loro debitori<br />
e quelli pagati da loro stessi ai titolari<br />
dei depositi. Una nuova situazione che<br />
ha generato benefici per i clienti, ma<br />
anche una serie <strong>di</strong> effetti negativi<br />
per il sistema cre<strong>di</strong>tizio. Per<br />
questo le banche hanno reagito<br />
sia sul piano dei costi (tagliandoli)<br />
che su quello dell’offerta <strong>di</strong><br />
prodotti. Così ridurre il personale<br />
è <strong>di</strong>ventato una priorità<br />
che si è affiancata a<br />
un secondo obiettivo fondamentale:<br />
l’in<strong>di</strong>viduazione<br />
<strong>di</strong> nuove fonti <strong>di</strong><br />
ricavo con l’offerta <strong>di</strong><br />
servizi <strong>di</strong> gestione del<br />
risparmio (come polizze e<br />
fon<strong>di</strong> comuni) che generano profitto<br />
dalle commissioni anziché dagli interessi.<br />
In pratica il bancario si è tramutato<br />
in un ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> prodotti finanziari,<br />
mentre la clientela è stata obbligata<br />
a imparare a orientarsi <strong>di</strong> fronte a<br />
un’offerta sempre più estesa e complicata.<br />
E, con l’irruzione catastrofica della<br />
crisi finanziaria, la situazione si è<br />
fatta ancora più intricata».<br />
Ma alla crisi non è seguita una reazione<br />
in termini <strong>di</strong> regolamentazioni<br />
più rigi<strong>di</strong>?<br />
«La reazione c’è stata e ha avuto una<br />
funzione positiva (come nel caso del<br />
rafforzamento patrimoniale previsto<br />
dai vari Accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Basilea).<br />
Tuttavia, i regolamenti europei<br />
impongono spesso una<br />
struttura farraginosa. Va<br />
riconosciuto il fatto che,<br />
limitatamente al campo<br />
dei fon<strong>di</strong> comuni, è aumentata<br />
la trasparenza<br />
grazie all’introduzione del<br />
MIRCO TONIOLO/ERREBI / AGF ALEANDRO BIAGIANTI / AGF<br />
«A VOLTE<br />
LE REGOLE<br />
EUROPEE<br />
SONO UTILI,<br />
ALTRE VOLTE<br />
APPESANTISCONO<br />
IL SISTEMA»<br />
modulo Kiid (Key investor information<br />
document): un documento che contiene<br />
le informazioni fondamentali sulle caratteristiche<br />
<strong>di</strong> un fondo. A cominciare<br />
dai rischi e dai costi. Ma in questo, come<br />
in molti gli altri casi, siamo in presenza<br />
<strong>di</strong> un eccesso <strong>di</strong> tecnicalità <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile<br />
comprensione. Inoltre il Kiid è obbligatorio<br />
solo per i fon<strong>di</strong> comuni, e non per<br />
le obbligazioni».<br />
E l’Europa, ci aiuta o ci danneggia?<br />
«Dipende. A volte la Ue viene in aiuto<br />
delle istituzioni <strong>di</strong> vigilanza nazionali,<br />
mentre in altre occasioni le appesantisce.<br />
Come con i prospetti informativi<br />
che, nati per aiutare i gli investitori, finiscono<br />
spesso per tutelare più le banche<br />
che i clienti. Mettendo le prime al riparo<br />
dai contenziosi legali. Pensi al questionario<br />
Mifid (il “profilo <strong>di</strong> rischio” dell’investitore).<br />
Doveva essere uno strumento<br />
per garantire a chi investe una perfetta<br />
conoscenza dei prodotti finanziari. Invece<br />
si è trasformato in un rito al quale ci<br />
siamo tutti sottoposti senza capirne<br />
bene il significato».<br />
Per colpa <strong>di</strong> chi?<br />
«Le responsabilità sono <strong>di</strong>verse. Da<br />
quelle degli interme<strong>di</strong>ari<br />
finanziari<br />
a quelle delle autorità<br />
<strong>di</strong> vigilanza<br />
che, in alcuni casi,<br />
avrebbero dovuto<br />
vigilare meglio».<br />
Siamo davvero a<br />
rischio in Italia?<br />
«Nel nostro sistema<br />
bancario ci sono punti <strong>di</strong> forza e<br />
altri <strong>di</strong> debolezza. I primi riguardano il<br />
patrimonio e le risorse finanziarie liquide<br />
(grazie anche alla Bce), mentre i<br />
secon<strong>di</strong> rimandano ai prestiti a soggetti<br />
insolventi, ai titoli <strong>di</strong> Stato in portafoglio<br />
e alla bassa red<strong>di</strong>tività. Oltre a<br />
questo ci sono stati, purtroppo, casi<br />
truffal<strong>di</strong>ni e <strong>di</strong> manipolazione vera e<br />
propria (da Banca Etruria al Monte dei<br />
Paschi e alle due popolari venete)».<br />
Concludendo?<br />
«Nel complesso mi sento moderatamente<br />
ottimista. <strong>Il</strong> sistema bancario<br />
italiano è ancora sostanzialmente solido,<br />
anche se esistono elementi critici da<br />
affrontare in tempi rapi<strong>di</strong>».<br />
ARMANDO DADI / AGF<br />
14 LUGLIO <strong>2017</strong> . IL VENERDÌ . 49