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Il Venerdi di Repubblica Luglio 2017

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consumilavororisparmioinnovazione ECONOMIE<br />

NOI E GLI ALTRI<br />

ANTONELLA BARINA<br />

Uno smartphone<br />

che ti aiuta<br />

a <strong>di</strong>ventare italiano<br />

l video è ingenuo sul piano tecnico, ma ha una<br />

I forte carica emotiva: riprende un pescatore che<br />

getta le reti in mare, immagine familiare a<br />

chiunque abiti le coste del Me<strong>di</strong>terraneo, mentre la<br />

colonna sonora alterna note me<strong>di</strong>orientali e ritmi hip-hop,<br />

versi in arabo e in italiano. «Ho una madre che mi aspetta<br />

lì, oltre il mare», canta la voce dell’autore: Ahmed,<br />

adolescente egiziano che quel mare lo ha attraversato da<br />

solo. E che eppure canta: «Mamma, non ti preoccupare.<br />

A chi mi guarda <strong>di</strong> traverso non ci faccio caso. Sono<br />

sempre stato vero. Con un obiettivo: tornare a casa fiero.<br />

Farti fiero, papà. Un futuro per noi ci sarà».<br />

Ahmed è uno dei ragazzi che partecipano al progetto<br />

Re-Future, laboratorio <strong>di</strong> film-making che avvia un gruppo <strong>di</strong><br />

minori non accompagnati, giunti da poco in Italia, all’arte del<br />

racconto per immagini – quello che supera qualsiasi barriera<br />

linguistica e culturale – incoraggiandoli a narrare la loro realtà<br />

quoti<strong>di</strong>ana attraverso lo smartphone. Uno strumento che tutti<br />

hanno in tasca. Un prolungamento della mano e del pensiero<br />

per i nativi <strong>di</strong>gitali e ancor più per i giovani migranti, che<br />

partono armati solo <strong>di</strong> cellulare: cordone ombelicale che li<br />

lega alla famiglia d’origine e ponte verso l’ignoto, perché<br />

serve a comunicare con i trafficanti e i compagni <strong>di</strong> sventura.<br />

<strong>Il</strong> progetto, organizzato dalla Dugong Film, società <strong>di</strong><br />

produzione au<strong>di</strong>ovisiva che per quest’idea ha vinto un bando<br />

Ue (dugong.it), si tiene a Siracusa con venti ragazzi seguiti<br />

dall’associazione Accoglierete, che in città <strong>di</strong>ffonde il ruolo<br />

del tutore legale volontario per il sostegno dei giovani<br />

migranti (accoglierete.org/it). <strong>Il</strong> workshop, della durata <strong>di</strong><br />

nove mesi, è condotto da Andrea Caccia, regista milanese<br />

con una lunga esperienza <strong>di</strong> insegnamento del linguaggio<br />

visivo via smartphone (suo un analogo progetto per studenti<br />

liceali). Obiettivo: favorire l’inclusione dei nuovi arrivati.<br />

Re-future è infatti la crasi <strong>di</strong> refugee e future. E Caccia<br />

spiega: «Spronare questi ragazzi a guardare la nostra realtà<br />

con occhio critico, libero, creativo, esprimendosi e mettendosi<br />

in gioco, facilita lo scambio: loro scoprono il nostro<br />

mondo, noi scopriamo il loro». Info: re-future.eu.<br />

RICOSTRUZIONE A PREMI<br />

Un’escursione nel Parco dei Monti Sibillini, zona colpita<br />

dal sisma dell’ottobre scorso, per sostenere la ricostruzione<br />

<strong>di</strong> Castelluccio, in Umbria: la organizza la Federazione<br />

italiana Escursionismo, domenica 16. A seguire, una<br />

lotteria con 150 premi, il cui ricavato andrà al paese. Per<br />

partecipare (l’iniziativa è gratuita): tel. 333/3042270.<br />

UNA ROTTA CONTRO IL DISAGIO<br />

Ci si imbarca sul più grande brigantino del mondo e si<br />

approda nei porti del Mar Ligure e Tirreno: la Fondazione<br />

Tender to Nave ITALIA, fondata dalla Marina Militare e dallo<br />

Yacht Club, offre a non profit, scuole, ospedali, servizi sociali<br />

che si occupano <strong>di</strong> persone con <strong>di</strong>sabilità, <strong>di</strong>sagio psichico e<br />

<strong>di</strong>sagio sociale <strong>di</strong> utilizzare la cultura del mare per favorire<br />

inclusione e riabilitazione. I progetti del <strong>2017</strong> sono partiti, ma<br />

è già aperto il bando per quelli del 2018: naveitalia.org.<br />

I IL LIBRO I<br />

OGNUNO PER SÉ<br />

SI RISPARMIA<br />

(O FORSE NO)<br />

MILANO. Facciamo il pieno da soli. Gestiamo<br />

i nostri conti con l’home banking. Ci<br />

trasformiamo in agenzie <strong>di</strong> viaggio comprando<br />

online biglietti aerei. E ancora: facciamo<br />

benzina al self-service o ci montiamo<br />

i mobili. Tutto bello e tutto comodo, vero? Ma<br />

quanta inconsapevolezza. Perché questi, e<br />

molti altri, sono tutti lavori che un tempo<br />

erano retribuiti e oggi facciamo noi (gratis).<br />

Ce lo ricorda Craig Lambert, <strong>di</strong>rettore per<br />

vent’anni dell’Harvard Magazine, con <strong>Il</strong> lavoro<br />

ombra. Tutti i lavori che fate (gratis)<br />

senza nemmeno saperlo (Bal<strong>di</strong>ni e Castol<strong>di</strong>,<br />

pp. 320, euro 18). La morale è facile: quelli che<br />

una volta erano semplici clienti, adesso sono,<br />

in pratica, lavoratori “ombra”. Prigionieri<br />

della «schiavitù della classe me<strong>di</strong>a», ovvero<br />

<strong>di</strong> tutto ciò che è nato con l’invasione<br />

dell’elettronica e della robotica nei nostri<br />

spazi quoti<strong>di</strong>ani.<br />

Una guida utile perché capire quello che<br />

sta accadendo, ci avverte, è il primo passo<br />

per poter scegliere se lavorare (senza stipen<strong>di</strong>o)<br />

o far fare agli altri. Magari pagandoli al<br />

nostro posto. Sempre che se ne abbia la<br />

possibilità.<br />

(rossana campisi)<br />

14 LUGLIO <strong>2017</strong> . IL VENERDÌ . 47

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