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dall’altro le facilita perché chi persevera<br />
prima o poi fa un errore che lo incastra». <strong>Il</strong><br />
40 per cento degli incen<strong>di</strong> italiani sono<br />
colposi: c’è chi brucia sfalci e perde il controllo<br />
delle fiamme, chi griglia salsicce e<br />
finisce per arrostire alberi interi. Del restante<br />
60 per cento una minima parte è<br />
ascrivibile a patologia psichica, il grosso<br />
a un incre<strong>di</strong>bile mix <strong>di</strong> astio personale,<br />
liti <strong>di</strong> vicinato, puro teppismo o deliranti<br />
pratiche agricole o venatorie. A seconda<br />
delle regioni, prevale chi appicca il fuoco<br />
per stanare i cinghiali, chi si ven<strong>di</strong>ca del<br />
vicino bruciandogli il pascolo, chi incenerisce<br />
il campo per favorire la ricrescita<br />
degli asparagi selvatici (capita!), chi dà<br />
alle fiamme il mondo per poter correre a<br />
spegnerlo.<br />
Quello degli incen<strong>di</strong>ari è un universo<br />
parallelo, che perlopiù si carica <strong>di</strong> rancori,<br />
reazioni e obiettivi paurosamente anacronistici.<br />
In tempi <strong>di</strong> turbocapitalismo non<br />
c’è insomma ritorno economico che tenga:<br />
«Dopo due anni <strong>di</strong> indagini, lo scorso agosto<br />
a Uras, in provincia <strong>di</strong> Oristano, abbiamo<br />
arrestato un pensionato responsabile<br />
<strong>di</strong> almeno venticinque incen<strong>di</strong> per centinaia<br />
<strong>di</strong> ettari <strong>di</strong> vegetazione» racconta<br />
Madeddu. <strong>Il</strong> vecchio passava le giornate<br />
nei campi, ed è ricorso all’accen<strong>di</strong>no anche<br />
solo per punire chi, a male parole, gli aveva<br />
impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> rubacchiare angurie. Ma un<br />
delirio del genere può ancora chiamarsi<br />
movente? Eppure non è un caso isolato:<br />
qualche anno fa, sul lungomare <strong>di</strong> Quartu,<br />
una coppia provocò 125 incen<strong>di</strong> in tre<br />
giorni per puro vandalismo, mentre a Capoterra,<br />
sempre in provincia <strong>di</strong> Cagliari,<br />
padre e figlio nel 2015 hanno confessato<br />
almeno quin<strong>di</strong>ci incen<strong>di</strong> appiccati con<br />
or<strong>di</strong>gni ru<strong>di</strong>mentali a base <strong>di</strong> sigarette,<br />
cerini e zampironi. Le ragioni? «Nessuna»<br />
ammette Madeddu. «Sappiamo solo che<br />
erano <strong>di</strong>soccupati, e che il padre frequentava<br />
un’associazione <strong>di</strong> volontari antincen<strong>di</strong>o».<br />
Volontario appunto: bruciava e<br />
spegneva per il puro piacere <strong>di</strong> farlo.<br />
A seconda delle annate, gli incen<strong>di</strong> sono<br />
un problema, una trage<strong>di</strong>a o una catastrofe.<br />
<strong>Il</strong> 2012 è stato pesantissimo, il 2015<br />
<strong>di</strong>fficile, il 2016 nella norma, quest’anno i<br />
segnali non sono incoraggianti. Estate<br />
dopo estate, e canicola dopo canicola, un<br />
Paese intero teme quin<strong>di</strong> l’innesco tra<br />
moventi minimi, azioni da nulla e danni<br />
colossali. Questo quasi ovunque. Perché<br />
poi c’è la Sicilia, dove lo scorso anno decine<br />
<strong>di</strong> operai forestali sono stati licenziati<br />
proprio perché pregiu<strong>di</strong>cati per incen<strong>di</strong>o<br />
doloso. E dove le cause dei roghi sono<br />
spesso brutalmente all’altezza delle <strong>di</strong>struzioni<br />
che provocano: «Nel 2016 abbiamo<br />
subito un vero e proprio attacco da<br />
parte della criminalità organizzata, che<br />
così reagisce alla nostra volontà <strong>di</strong> restituire<br />
la terra agli onesti» spiega Giuseppe<br />
Antoci, presidente del Parco dei Nebro<strong>di</strong><br />
che lo scorso 17 maggio è miracolosamente<br />
scampato a un attentato mafioso. A volerlo<br />
morto è la mafia dei campi e dei fon<strong>di</strong><br />
europei, che dopo decenni <strong>di</strong> bengo<strong>di</strong> è<br />
stata messa all’angolo dal protocollo <strong>di</strong><br />
legalità ideato dallo stesso Antoci e firmato<br />
da tutte le prefetture regionali: «Fino al<br />
2015 gli affitti <strong>di</strong> terre<br />
demaniali prevedevano<br />
il certificato<br />
«SONO SICURO<br />
CHE TRA I PIÙ antimafia solo per<br />
SOLERTI A<br />
canoni superiori ai<br />
SPEGNERE<br />
I ROGHI SI<br />
150 mila euro annui»<br />
NASCONDE UN spiega Antoci. «Ora<br />
INCENDIARIO...» la soglia è stata portata<br />
a zero, cacciando<br />
dal mercato tutti<br />
gli operatori in odore <strong>di</strong> mafia». Al cronista<br />
stupito da tanto interesse malavitoso per<br />
qualche ettaro <strong>di</strong> terra, Antoci risponde<br />
con un dato: «Solo in Sicilia i contributi<br />
europei all’agricoltura valgono cinque<br />
miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro, spesso destinati a campi<br />
in cui non pascola e non cresce assolutamente<br />
nulla». Per questo lo vogliono morto,<br />
e per questo la Sicilia deve bruciare: «I<br />
boschi vanno a fuoco per ritorsione e intimidazione»<br />
continua Antoci. «Certo, c’è chi<br />
parla <strong>di</strong> autocombustione, ma il 16 giugno<br />
2016 in tutta l’isola abbiamo avuto oltre<br />
500 focolai d’incen<strong>di</strong>o: le sembra possibile<br />
che fossero tutti dovuti allo scirocco?».<br />
E alla domanda (retorica) il presidente<br />
Antoci aggiunge una previsione inquietante:<br />
«<strong>Il</strong> nostro protocollo <strong>di</strong> legalità sta<br />
per <strong>di</strong>ventare legge nazionale, questa<br />
battaglia andrà combattuta in tutta Italia».<br />
<strong>Il</strong> servizio antincen<strong>di</strong>o nazionale <strong>di</strong>spone<br />
<strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci Canadair, venti elicotteri e<br />
seimila carabinieri forestali; i coman<strong>di</strong><br />
regionali <strong>di</strong> altri 48 mezzi aerei e dei cinque<br />
corpi forestali delle regioni a statuto<br />
speciale. È un piccolo esercito: si è fatto le<br />
ossa con l’o<strong>di</strong>o immotivato, saprà affrontare<br />
la rabbia dei mafiosi.<br />
Raffaele Oriani<br />
14 LUGLIO <strong>2017</strong> . IL VENERDÌ . 43