Il Venerdi di Repubblica Luglio 2017

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CRONACHE
CELESTI
FILIPPO DI GIACOMO
Turnover in Vaticano:
cinque anni e poi a casa,
così cambia la Curia
opo averlo detto en passant più volte, papa Francesco
D lo ha fatto: allo scadere del quinquennio, il cardinale
Gerhard Ludwig Müller, prefetto della congregazione
per la Dottrina della Fede, non è stato confermato nel suo
ufficio. Come ha raccontato lo stesso porporato a un quotidiano
tedesco, dopo aver precisato che il Pontefice non intende
prolungare i ruoli di Curia oltre i cinque anni, «io sono stato
il primo a cui questa prassi si è applicata». In teoria quindi,
i nominati dall’attuale papa sono stati avvertiti: dopo cinque
anni, dovranno trovarsi un’altra occupazione. La norma in realtà
è vecchiotta. Fu Giovanni Paolo II, nella costituzione apostolica
Pastor Bonus del 1988, a introdurre il concetto di nomina
a termine. Solo che, come altre buone intenzioni vaticane,
è rimasta a lungo inevasa, seppellita dalla prassi del rinnovo
automatico. Allora, la crisi vocazionale era al culmine
e le diocesi del mondo faticavano a separarsi dai rari talenti
per inviarli a Roma. Anzi, si tendeva a spedire in dorato esilio
i “casi difficili” delle proprie circoscrizioni ecclesiastiche.
L’astuzia wojtyliana consisteva nel chiedere ai vescovi di privarsi
dei migliori solo per pochi anni, i cinque del mandato,
non prevedendo la forza di cooptazione delle varie strutture
curiali, spesso vuote di senso, ma piene di mezzi.
Molti dei monsignori che hanno deliziato le cronache giudiziarie
degli ultimi anni vennero “reclutati” allora. E per cercare le
radici delle lobby più o meno “vellutate” all’interno e all’esterno
delle sacre mura, non bisogna andare oltre quegli anni. Dunque,
se applicata, che impatto potrebbe avere la decisione attribuita
da Müller a papa Francesco? Per ora un piccolo particolare
salta agli occhi: se, esaurito il mandato quinquennale,
il malcapitato di turno, dopo aver rifiutato altri incarichi, non
torna in diocesi ma resta a Roma a coltivare quella «sana
cultura dell’ozio» di cui il Papa ha parlato durante l’udienza
alla Cisl, non si rischia di aumentare il numero dei sine cura
di cui la Roma ecclesiastica certo non difetta?
Altro particolare, non da meno, è la data comune di “scadenza”
per gli attuali capi dicastero della Santa Sede.
Alla fine di ogni pontificato gli incarichi curiali, salvo rare
eccezioni (Vicario di Roma, Sostituto alla segreteria di stato,
Penitenziere maggiore), vengono considerati esauriti. Papa
Francesco li ha prima prorogati con la formula donec aliter
provideatur, poi pian piano confermati tutti nel 2014.
Il “grande cambio” quindi dovrebbe avvenire nel 2019,
quando papa Francesco avrà 83 anni. In un modo o nell’altro,
prima o poi, la Curia cambierà.
CRONACHE
MARZIANE
MATTEO
TONELLI
I TOSCANA I
ORA CANI E GATTI
VANNO IN AUTOBUS
DAL VETERINARIO
FIRENZE. In Toscana si potrà portare il
proprio cane dal veterinario usando l’autobus.
La Regione sta per approvare un nuovo
regolamento che prevede l’accesso, su tutti
i mezzi del trasporto pubblico, degli animali
da compagnia. Le regole saranno poche
ma chiare, e soprattutto comuni a tutte le
aziende del trasporto pubblico locale.
I proprietari dei cani dovranno usare
guinzaglio e museruola e viaggiare con un
solo animale, di qualsiasi razza, al seguito;
per trasportare i gatti si useranno invece
le apposite gabbiette. La norma ha avuto
il via libera della commissione Sanità e ora
è al vaglio del consiglio regionale per l’approvazione
definitiva. «Attualmente in
Toscana l’accesso degli animali dipende
dalla sensibilità dell’autista o dai regolamenti
delle singole aziende» spiega il consigliere
Pd Stefano Scaramelli. «Ora vogliamo
dare la possibilità a chi ha cani e
gatti di spostarsi senza essere costretti a
usare l’auto».
(gerardo adinolfi)
Finisce
in manette
il bandito
dalle 12 dita
È stato arrestato nella
notte, a distanza di poche
ore dal colpo, uno dei
rapinatori che hanno dato
l’assalto all’ufficio postale di
Bondeno [...]. È un ventenne
della Repubblica Dominicana,
di cui al momento non è
stato diffuso il nome. Ciò che
si sa è che abita a Brescia e
ha un difetto fisico congenito:
dodici dita della mano,
uno in più accanto a ogni
mignolo. (Notizia da La
Gazzetta di Mantova.it)
14 LUGLIO 2017 . IL VENERDÌ . 37