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ESTERI<br />
PENTIMENTI<br />
L’EX NAZI<br />
INSEGNA<br />
AI JIHADISTI<br />
AD AMARE<br />
<strong>di</strong> Daniele Castellani Perelli<br />
Era capo <strong>di</strong> un noto gruppo skinhead<br />
<strong>di</strong> Chicago, ora Christian Picciolini<br />
aiuta estremisti <strong>di</strong> ogni tipo a uscire<br />
dal tunnel. Anche gli islamici. «Rabbie<br />
<strong>di</strong>verse» <strong>di</strong>ce «ma l’o<strong>di</strong>o è lo stesso»<br />
iente hot dog e patatine, solo<br />
sandwich alla Nutella. Un cognome<br />
impronunciabile, stor-<br />
N<br />
piato dai compagni in mo<strong>di</strong><br />
osceni. E poi due genitori italiani – padre<br />
barbiere e madre ristoratrice, immigrati<br />
da Ripacan<strong>di</strong>da, Potenza – che lavorando<br />
sodo non erano mai a casa. Nella Chicago<br />
<strong>di</strong> metà anni Ottanta, Christian Picciolini<br />
si sentiva un adolescente solo e strano, più<br />
solo e strano degli altri. «Volevo soltanto<br />
essere accettato, ma ero troppo italiano<br />
per gli americani, e troppo americano per<br />
la mia famiglia» ci racconta da Chicago. «I<br />
bulli mi deridevano. Per ignoranza, paura<br />
del <strong>di</strong>verso e insicurezza adolescenziale. E<br />
alla fine mi misero in crisi, mi fecero sentire<br />
così impotente da spingermi a cercare<br />
un’identità più forte».<br />
Fosse vissuto davanti a una scuola <strong>di</strong><br />
danza, ha raccontato, magari sarebbe <strong>di</strong>ventato<br />
un grande ballerino. Invece <strong>di</strong><br />
Nureyev, però, Christian incontrò Hitler.<br />
Fu una sera, aveva 14 anni. Se ne stava<br />
rintronato in un vialetto, tutto fumato,<br />
quando sentì un colpo <strong>di</strong> pistola. Da una<br />
Pontiac Firebird uscì un tizio con la testa<br />
rasata e gli anfibi neri, gli andò incontro,<br />
gli strappò la canna dalle labbra e gli urlò:<br />
«È questo che vogliono i comunisti e gli<br />
ebrei! È così che ti tengono sotto controllo!<br />
Salverò la tua fottuta vita, ragazzo».<br />
Comunisti ed ebrei? Christian non sapeva<br />
neanche cosa fossero. Poi quell’uomo,<br />
il suo nuovo mentore Clark Martell – il<br />
primo leader <strong>di</strong> una gang <strong>di</strong> neonazisti<br />
americani, i Chicago Area Skinhead – gli<br />
spiegò che, insieme ai “negri”, agli immigrati<br />
e ai gay, erano, semplicemente, la<br />
rovina dell’America. Quando Martell finì<br />
in galera, a soli 16 anni Christian prese la<br />
guida dell’organizzazione. Tra una riunione<br />
e l’altra, bretelle, ban<strong>di</strong>ere e saluti nazi,<br />
trovò il tempo <strong>di</strong> essere cacciato da quattro<br />
scuole e perdere una nocca facendo a<br />
botte. Formò due band, prima gli White<br />
American Youth e poi i Final Solution, che<br />
fu il primo gruppo skinhead americano a<br />
esibirsi in Europa: in un’ex cattedrale <strong>di</strong><br />
Weimar, nel 1992, davanti a 4 mila persone<br />
inneggianti al Führer. In parte, tra tanti<br />
motivi, fu il senso <strong>di</strong> colpa per la morte del<br />
fratello più piccolo, che idolatrandolo<br />
aveva seguito tragicamente la sua strada,<br />
ma alla fine Christian uscì dal movimento.<br />
Ha raccontato la sua storia in una biografia<br />
ine<strong>di</strong>ta in Italia, e ha fondato la ong<br />
Life After Hate (La vita dopo l’o<strong>di</strong>o). Oggi<br />
ha 44 anni, e collabora con istituzioni<br />
americane ed europee per il recupero degli<br />
estremisti <strong>di</strong> ogni<br />
tipo, anche dei jiha<strong>di</strong>sti.<br />
Che, racconta<br />
qui, sono molto simili<br />
ai neonazisti.<br />
Quando rinnegò il<br />
mondo skinhead?<br />
«Ci ero entrato a<br />
«A BRUXELLES<br />
HO CONOSCIUTO<br />
UN EX FOREIGN<br />
FIGHTER<br />
MUSULMANO.<br />
ABBIAMO STORIE<br />
MOLTO SIMILI»<br />
SOPRA E A DESTRA,<br />
TRE IMMAGINI DI<br />
CHRISTIAN PICCIOLINI<br />
NEL 1992, QUANDO<br />
ERA UNO SKINHEAD<br />
(NELLA FOTO GRANDE<br />
È DAVANTI AL CAMPO<br />
DI CONCENTRAMENTO<br />
DI DACHAU).<br />
SOTTO, IL LOGO<br />
DELLA SUA ONG.<br />
PIÙ IN BASSO,<br />
PICCIOLINI OGGI<br />
14 anni, e ne venni fuori 8 anni dopo, nel<br />
1995. Uno dei tanti fattori fu senz’altro la<br />
nascita <strong>di</strong> mio figlio, un evento che mi aiutò<br />
a riconnettermi con la mia innocenza perduta.<br />
Quando aprii un negozio <strong>di</strong> <strong>di</strong>schi,<br />
cominciai a parlare per la prima volta con<br />
quelli che consideravo i miei nemici. E<br />
compresi che li avevo sempre o<strong>di</strong>ati perché<br />
anzitutto avevo o<strong>di</strong>ato me stesso,<br />
proiettando su <strong>di</strong> loro il mio dolore».<br />
Oggi lei è in prima linea nel recupero<br />
degli ex estremisti. In quali Paesi è stato<br />
chiamato a collaborare?<br />
«Sto aiutando soprattutto il programma<br />
Exit in Slovenia, Svezia, Germania,<br />
Regno Unito e Australia, ma sono stato<br />
anche a Frosinone e Manfredonia».<br />
In Belgio ha chiesto il suo aiuto la municipalità<br />
<strong>di</strong> Vilvoorde, vicino Bruxelles,<br />
che sta fornendo un’assistenza<br />
sociale mirata ai jiha<strong>di</strong>sti <strong>di</strong> ritorno<br />
della Siria. È un programma raro in<br />
Europa, dove un anno fa si stimava<br />
che un terzo degli oltre 4 mila foreign<br />
32 . IL VENERDÌ . 14 LUGLIO <strong>2017</strong>