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Il Venerdi di Repubblica Luglio 2017

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LETTERE ALLA REDAZIONE<br />

<strong>Il</strong> Venerdì<br />

Via Cristoforo Colombo, 90 00147 Roma<br />

segreteria_vener<strong>di</strong>@repubblica.it<br />

il fracasso, la bisboccia). A me<br />

il casino promiscuo non <strong>di</strong>spiace<br />

affatto, allo sta<strong>di</strong>o o nelle sagre<br />

o nei gran<strong>di</strong> raduni politici,<br />

ma a patto <strong>di</strong> essere io a sceglierlo.<br />

E <strong>di</strong> poterlo alternare e completare<br />

con il silenzio e il vuoto, nei quali<br />

ritrovo la misura <strong>di</strong> me stesso.<br />

Trovo amarissima e lucida la lettera<br />

<strong>di</strong> Liliana <strong>di</strong> Ponte, che nota come<br />

il “senza” stia <strong>di</strong>ventando sinonimo<br />

<strong>di</strong> “lussuoso” e “per pochi”. Ai tempi<br />

<strong>di</strong> Agnelli si <strong>di</strong>ceva che i veri ricchi<br />

erano quelli che potevano andare<br />

in giro senza portafogli, lo stesso<br />

<strong>di</strong>rei oggi <strong>di</strong> chi può andare in giro<br />

con il cellulare spento. Staccare<br />

sta <strong>di</strong>ventando un privilegio, tacere<br />

idem, mentre l’obbligo <strong>di</strong> essere<br />

sempre presenti, connessi e intenti<br />

a fare qualcosa e a <strong>di</strong>re qualcosa<br />

è tipicamente fantozziano<br />

(per rendere ulteriore omaggio<br />

al maestro). Mi colpiscono alcuni<br />

dati oggettivi: sto <strong>di</strong>ventando,<br />

con gli anni, duro d’orecchio,<br />

eufemismo per <strong>di</strong>re mezzo sordo,<br />

ma ascolto televisione e musica<br />

a un volume <strong>di</strong>mezzato rispetto<br />

ai più giovani, per i quali il volume<br />

rimbombante pare il solo<br />

accettabile: e <strong>di</strong>re che ci sentono<br />

molto meglio <strong>di</strong> me. C’è dunque<br />

una smodatezza, una sovrammisura<br />

che è <strong>di</strong>ventata regola, ci si è calati<br />

dentro con tale in<strong>di</strong>fferenza<br />

da non accorgersi più se i decibel<br />

sono in eccesso (come i grassi,<br />

le proteine, gli zuccheri eccetera).<br />

Sarei pessimista, non fosse<br />

che ad ogni reazione corrisponde<br />

una reazione uguale e contraria,<br />

e dunque conto sul fatto che il<br />

silenzio, o comunque toni e volumi<br />

contenuti, <strong>di</strong>ventino “<strong>di</strong> moda” come<br />

reazione inevitabile all’immersione<br />

continua nel frastuono. Ho una fede<br />

quasi irriducibile nella sensibilità<br />

umana, spero non mal riposta.<br />

HO SOGNATO L’ITALIA CHE VORREI<br />

Ho fatto un sogno. Per la prima volta questa non sarà la solita<br />

estate italiana. Mi spiego. Sarebbe bello poter leggere i quoti<strong>di</strong>ani<br />

o i tablet senza dover necessariamente vedere le facce <strong>di</strong> leader<br />

pasticcioni o presunti statisti che si cimentano su questioni <strong>di</strong> cui<br />

sanno poco appellandosi (sempre) a «lo facciamo per il bene della<br />

democrazia». So che è <strong>di</strong>fficile ma alla mia età, 67 anni, credo<br />

<strong>di</strong> avere il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> pretenderlo. I partiti sono implosi e da quel che<br />

vedo i movimenti e nuovi soggetti politici non mi pare siano ancora<br />

all’altezza <strong>di</strong> mantenere le cose che scrivono nei loro programmi.<br />

Non so se deciderete <strong>di</strong> pubblicare la lettera, ma ho la necessità<br />

<strong>di</strong> esprimere tutto il mio <strong>di</strong>sappunto. Altro che Paese che amo<br />

o banalità del genere. Prevale un senso <strong>di</strong> esasperazione, come un<br />

film già visto. Eppure non posso pensare che l’Italia sia questa. Ci<br />

meritiamo ben altro. Poi mi guardo intorno e capisco: è un sogno.<br />

Mauro Lussi (Ancona)<br />

L’INTELLIGENZA DI PAOLO VILLAGGIO<br />

De<strong>di</strong>cato a Paolo Villaggio. Sei stato un grande uomo e un attore<br />

in<strong>di</strong>menticabile. Hai praticato l’esercizio dell’intelligenza ma lo hai<br />

fatto in un Paese che la coltiva poco. Qui da noi sembra quasi un<br />

reato. Ciao Paolo, ciao Fantozzi.<br />

Cesare Luce<br />

LE FOTO DEI MOSAICI SOMMERSI DI BAIA<br />

Le immagini del servizio Un tuffo nella storia per i mosaici sommersi,<br />

pubblicate sul numero 1529 del Venerdì, sono del fotografo<br />

naturalista Pasquale Vassallo.<br />

IL DISORDINE, LE PAURE<br />

E L’ONDA NERA<br />

CHE SI STA GONFIANDO<br />

Caro Serra, questo Paese non è stato mai<br />

veramente antifascista, come non è stato<br />

mai fascista, nella nostra natura è<br />

insito adeguarsi alle circostanze.<br />

Gli sbarchi, il razzismo, l’Islam, i<br />

matrimoni gay, le madri surrogate, il<br />

caos politico <strong>di</strong>lagante, la confusione<br />

dei ruoli: specialmente per un vecchio<br />

socialista come me, anticraxiano, della<br />

vera sinistra oggi estinta, che non sopporta<br />

più questa mancanza <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne e<br />

<strong>di</strong> regole in ogni settore della società, è<br />

facile appellarsi al fascismo. Un rumeno<br />

col quale parlavo giorni fa mi ha<br />

confessato che sì, con Ceausescu francamente<br />

si stava meglio.<br />

E vai!<br />

Carlo Del Perugia (Firenze)<br />

Caro Del Perugia, mi considero<br />

un uomo d’or<strong>di</strong>ne anche io,<br />

ma al fascismo (e a Ceausescu)<br />

preferisco <strong>di</strong> gran lunga il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne.<br />

Nell’or<strong>di</strong>ne delle <strong>di</strong>ttature c’è un puzzo<br />

<strong>di</strong> morte e <strong>di</strong> castrazione. Mi preoccupa<br />

non poco che un “vecchio socialista”<br />

<strong>di</strong>mentichi che l’or<strong>di</strong>ne fascista<br />

è costruito sulla negazione della libertà,<br />

che è il bene più prezioso del quale<br />

<strong>di</strong>sponiamo. <strong>Il</strong> fascismo <strong>di</strong> Mussolini<br />

fu una tragica caricatura dell’or<strong>di</strong>ne,<br />

una semplificazione rozza e violenta<br />

che ci portò alla rovina, alle macerie<br />

e alla vergogna. Credo sia importante<br />

conservare la facoltà <strong>di</strong> riconoscerlo e <strong>di</strong><br />

detestarne il ceffo inconfon<strong>di</strong>bile, che è<br />

quello dell’Italia peggiore, la più ottusa e<br />

la più volgare. L’onda nera che si gonfia,<br />

in Italia e non solo, dovrebbe tenere<br />

in apprensione ogni persona civile.<br />

14 LUGLIO <strong>2017</strong> . IL VENERDÌ . 13

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