Il Venerdi di Repubblica Luglio 2017

diventare un bravo attore» dice Elba, che
abbiamo incontrato in occasione dell’uscita
di La torre nera (dal 10 agosto
nelle sale italiane). «Ci sono scuole che
ti insegnano alcuni trucchi. Per me, però,
per eccellere come attore devi essere
umile, usare la tua immaginazione, immedesimarti
in un’altra persona, e per
un breve periodo vivere la sua vita, condividere
la sua pelle. Qualunque sia
l’umore di quel giorno, tutto deve cambiare
appena senti la parola action! Sei
sempre tu, con il tuo corpo e il tuo cervello,
ma con due personalità ben distinte.
A quel punto Idris, come persona, non
conta più, l’altro prende il sopravvento.
Per me recitare è un terapia, mi
incuriosisce molto l’aspetto psicologico
del mestiere. D’altro canto
diffido anche dell’eccesso di
analisi e credo che i miei ruoli migliori
siano quelli che ho affrontato in modo
più istintivo, improvvisandoli sul set».
Nella Torre nera, che si ispira all’omonima
saga letteraria (ben otto romanzi)
iniziata nel 1982 da Stephen
King, Idris Elba è il pistolero Roland
Deschain. «Il film mantiene l’integrità
del linguaggio letterario di King. Racconta
la storia di una terra in decadenza
(il Medio-mondo), quella di un ragazzino
tormentato da strani sogni e l’eroica figura
di un “cowboy” che insegue attraverso
il deserto l’Uomo in nero, interpretato
da Matthew McConaughey. È un
film post-apocalittico che mischia fantasy,
western e horror, innovativo rispetto
a tanti altri kolossal che vediamo al
cinema in questi ultimi anni. Il regista
danese Nikolaj Arcel è un genio, controlla
ogni minimo dettaglio, dai dialoghi
alla scenografia. Ogni movimento di
macchina è stato pensato cento volte.
Anche se pistole e combattimenti sono
essenziali alla storia, Arcel è riuscito a
dosarli senza abusarne, dando il giusto
spazio all’azione e alla recitazione».
Di incontri e di ruoli importanti nella
carriera di Idris Elba ce ne sono stati già
parecchi: è stato Krall in Star Trek
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14 LUGLIO 2017 . IL VENERDÌ . 113